I partiti non servono a nulla

Aperto da Aspirante Filosofo58, 08 Febbraio 2025, 10:53:09 AM

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Aspirante Filosofo58

Il titolo è il medesimo dell'articolo che si trova qui: https://www.gazzettafilosofica.net/2025-1/gennaio/i-partiti-non-servono-a-nulla/ Cosa pensate di questo manifesto di Simone Weil? E dell'articolo pubblicato sulla Gazzetta Filosofica? Grazie. 
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Morpheus

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 08 Febbraio 2025, 10:53:09 AMIl titolo è il medesimo dell'articolo che si trova qui: https://www.gazzettafilosofica.net/2025-1/gennaio/i-partiti-non-servono-a-nulla/ Cosa pensate di questo manifesto di Simone Weil? E dell'articolo pubblicato sulla Gazzetta Filosofica? Grazie.
Ciao Aspirante, un articolo lucido e ben fatto. Il manifesto di Simone Weil è di un'attualità incredibile e le sue affermazioni non sono certo vacue chiacchiere buttate lì giusto per il gusto di scrivere qualcosa sulla politica. Non conoscevo questo manifesto che mi trova d'accordo vista l'affermazione da me fatta tempo fa che «Nessun partito potrà mai soddisfare realmente le convinzioni e gli ideali di tutti gli uomini che ne fanno parte.». Grazie per aver condiviso questo articolo molto bello secondo il mio parere.
Possiamo vedere infiniti motivi nel fatto che il cielo è azzurro, ma alla fine solo una è la verità: La Scienza.

Adalberto

 Translator
 
 

Il titolo è semplificatorio e assolutista, come va di moda ora.
L'articolo non contestualizza storicamente il testo della Weil e questo mi sembra un secondo difetto. Ma io non so e quindi mi sono cercato e il breve scritto della Weil, con tanto di prefazione di Breton.

Ecco il link per chi desiderasse approfondire.

https://ia904502.us.archive.org/32/items/SimoneWeilManifestoPerLaSoppressioneDeiPartitiPolitici/Simone%20Weil%20-%20Manifesto%20per%20la%20soppressione%20dei%20partiti%20politici.pdf
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

baylham

Leggendo velocemente l'articolo mi sono formato la convinzione che Simone Weil di politica capiva ben poco.
In un contesto storico di antipolitica e di leaderismo rimpiango i partiti democratici.

anthonyi

Per capire a cosa servono i partiti bisogna domandarsi Qual'é l'alternativa ad essi.
La presenza dei partiti favorisce la presa di decisioni politiche da parte di gruppi di individui che hanno idee in comune. 
In assenza di partiti le decisioni le prendono tendenzialmente singoli individui che generalmente vengono definiti dittatori. 

daniele22

Citazione di: anthonyi il 09 Febbraio 2025, 20:59:46 PMPer capire a cosa servono i partiti bisogna domandarsi Qual'é l'alternativa ad essi.
La presenza dei partiti favorisce la presa di decisioni politiche da parte di gruppi di individui che hanno idee in comune.
In assenza di partiti le decisioni le prendono tendenzialmente singoli individui che generalmente vengono definiti dittatori.
Sintesi perfetta la tua. Non c'è alternativa ai partiti pur con tutti i mali che si portano appresso. L'unica soluzione che io vedo è che possano ribaltare la prospettiva nella quale versare la loro politica. Dovrebbero quindi abbandonare l'obsoleta prospettiva d'azione nel nome della patria, della ragione di stato, e dedicarsi alle ragioni dell'individuo, della sua ricchezza e della sua libertà. Il gioco resta intatto ed è fondamentalmente lo stesso; si è sempre più o meno conservatori nei confronti di abitudini e tradizioni, Patria compresa 

anthonyi

Citazione di: daniele22 il 10 Febbraio 2025, 10:23:22 AMDovrebbero quindi abbandonare l'obsoleta prospettiva d'azione nel nome della patria, della ragione di stato, e dedicarsi alle ragioni dell'individuo, della sua ricchezza e della sua libertà. Il gioco resta intatto ed è fondamentalmente lo stesso; si è sempre più o meno conservatori nei confronti di abitudini e tradizioni, Patria compresa

Questo attiene alle idee di quelli che il partito lo fanno. Alla fin fine il discorso sui partiti si rivela strumentale perché alla base ci sono sempre i cittadini che i partiti devono farli funzionare. 

Aspirante Filosofo58

Citazione di: anthonyi il 09 Febbraio 2025, 20:59:46 PMPer capire a cosa servono i partiti bisogna domandarsi Qual'é l'alternativa ad essi.
La presenza dei partiti favorisce la presa di decisioni politiche da parte di gruppi di individui che hanno idee in comune.
In assenza di partiti le decisioni le prendono tendenzialmente singoli individui che generalmente vengono definiti dittatori.
Attualmente, secondo me, i partiti servono prevalentemente per mettere sotto i riflettori i loro capi, che mi sembrano un po' tutti degli incantatori di serpenti alle prime armi: da chi cita statistiche sull'economia, senza capire un acca, né di statistiche, né di economia, a chi, anche dopo tre o quattro anni di governo, non sapendo come risolvere determinati problemi, accusa i suoi predecessori, avversari politici, di averli creati, per arrivare a chi si bea del 40% dei consensi ricevuti, senza tener conto della percentuale dei votanti sugli aventi diritto. Per fare un esempio: se a votare va il 50% degli elettori, e il partito XYZ ottiene il 40% dei consensi, in realtà si tratta del 20% sugli aventi diritto, cioè, se la matematica non è un'opinione l'80% degli aventi diritto NON ha votato per quel partito! I capi di partito non mi paiono molto interessati a conoscere il perché di questo assenteismo, mentre un buon capo di partito dovrebbe interessarsi anche (o forse soprattutto) a questo fenomeno.

A me viene in mente la parabola evangelica del buon pastore che, avendo 100 pecore, ad un certo punto, nel contarle si accorge che gliene manca una. Il buon pastore lascia le altre 99 pecore in tutta sicurezza e va a cercare quella smarrita. Qui: https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Luca+15 per chi la volesse leggere. Invece i nostri capi di partito pensano a mettersi in mostra, a pavoneggiarsi, a far credere di essere importanti. I politici del secondo dopoguerra hanno fatto la Nazione, con tanto di Costituzione (quanti politici attuali la conoscono?) con tutto ciò che ne consegue. I capi di partito attuali stanno distruggendo tutto per il loro mero interesse personale. Quando vedo certi esponenti di partito in tv mi pare di essere oberato da debiti, per pagare i quali dovrei lavorare come minimo quattrocento anni, compresi i sabato e le domeniche.
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

daniele22

Citazione di: anthonyi il 10 Febbraio 2025, 16:02:41 PMQuesto attiene alle idee di quelli che il partito lo fanno. Alla fin fine il discorso sui partiti si rivela strumentale perché alla base ci sono sempre i cittadini che i partiti devono farli funzionare.
Certo anthonyi, tutto dipende da cosa desidera una persona, che in ultima analisi sarebbe ciò che promuove la nascita di un partito e il suo funzionamento. Ma se questo desiderio lo si consideri come un fine, le idee che stanno alla base per raggiungerlo possono anche essere giudicate giuste o sbagliate assecondando i criteri della logica e della ragione. La quale si applica alla realtà in cui si vive che è comunque profondamente soggettiva, un problema in più insomma.
Mi capitò tempo fa di leggere un esergo a un testo che era un pensiero di uno dei primi presidenti Usa, forse Jefferson, forse Lincoln, la mia solita ignoranza paradossale insomma. Il pensiero esprimeva che la ricchezza di una nazione non è un valore in sé stesso, ma si rivelerebbe tale in relazione ad altra nazione meno ricca (o più povera, non ricordo). Ineccepibile direi, ma a monte di quel pensiero possono esservi due desideri contrapposti: uno a mantenere il primato e l'altro a cederlo arricchendo il meno ricco. ¿Ma perché mai dovrei cedere? si chiede la persona o la nazione abbiente. Ed è quello che mi chiedi tu mi sembra.
Io penso che stiamo attraversando un periodo di crisi di reciproca fiducia che radica fin dai tempi in cui molti si ribellarono all'idea di Dio, fiducia che invece sarebbe necessaria alla coesione di una comunità. Tale fiducia in qualche modo si era ripresa con l'avvento della scienza moderna, ma, grazie pure a una certa crisi del positivismo, sempre per mancanza di fiducia, ad oggi ci perviene un individuo allo sbando come non mai, il cui slogan preferito è "sono tutti uguali" e se va a votare vota per chi pensa che gli concederà qualcosa non curandosi più di tanto che questo qualcosa sia inserito in un più ampio organico che lo includa. Paradossale poi che molti di questi abbiano fiducia nei terrapiattisti, suprematisti, complottisti, ferragnez e via dicendo. La causa della crisi "ultima" della fiducia, a mio vedere quasi irrimediabile, starebbe proprio in quello che tu hai detto ancora a maggio dell'anno scorso, e ribadisco ancor oggi, con grande onestà. Dicesti allora che l'Italia è un paese libero e nei limiti di legge ognuno ha il diritto di informare e di disinformare. Ora, i nostri Almirante, Fanfani, Berlinguer e compagnia bella avevano probabilmente maggior cultura politica e passione, ma strucca strucca, avevano semplicemente più spazio di manovra per disinformare, tanto più in un'epoca in cui la TV era dai più considerata la bocca della verità ... "l'han detto alla televisione" fu la satira di quel fenomeno. Figuriamoci infatti l'ammirazione credula del popolo che seguiva al tempo stesso le lezioni di alfabetizzazione del maestro Manzi e le grandi orazioni della gente colta. Ma i tipi umani sono sempre quelli fin dalla notte dei tempi, e sono questi a muovere il mondo, specie i più aggressivi. Questo diritto a disinformare dunque, per mancanza di spazi, ora ci presenterebbe il conto che mette in mostra appunto l'individuo allo sbando che non sa bene come muoversi in un regime di diffidenza quand'anche di malfidenza nei confronti degli altri. Si aggiunga a questo l'azione di organismi di potere sovranazionali e lo stato disastroso in cui versa la giustizia che non riesce certo a garantire l'effettiva efficienza delle sue norme, e tralasciamo sulle commistioni tra poteri. Giungo quindi a quello che hai detto nella tua perfetta sintesi: "In assenza di partiti le decisioni le prendono tendenzialmente singoli individui che generalmente vengono definiti dittatori". E questo mi sembra ciò che sta accadendo nelle attuali democrazie dell'uomo partito, vedi i desiderata di Trump, la Meloni che vola negli Usa senza Tajani, il governo che non consegna alMasri alla cpi anche per malfidenza nei confronti di questa, e quindi pure di malfidenza nei confronti di altre nazioni che possano manovrarla. E aggiungiamoci pure gli spyware. Sic stantibus rebus quindi, come dicevo sopra, se si desidera un mondo non dico migliore, ma più tranquillo, mi chiedo senz'altro in quale modo un partito possa illudersi di recuperare la fiducia dell'individuo, di recuperare cioè un individuo che si senta utile, e non solo numero quindi, in una nazione che di fatto si rivelando inetta. Per questo motivo dico allora che se si desidera un mondo più tranquillo sostenere politiche che si rivolgono a rinforzare il concetto di patria o nazione nel nome della ragione di stato sia semplicemente sbagliato. La scelta versata all'individuo, infine e per come la penso, sarebbe d'obbligo oltre per quanto detto fin qua, anche per quanto detto nell'ultimo mio post, il numero 54, su Nietzsche e Zarathustra. Dico cioè che non possiamo più permetterci il lusso di essere governati da esseri irrazionali che agiscono nel nome di ragioni di stato quantomeno ambigue e sempre in fibrillazione con altre ragioni di stato; intendi cioè che saremmo irrazionali nel senso che c'è un punto cieco in ognuno di noi, chi più chi meno, in cui la ragione abdica di fatto perché sopraffatta dalle profondità delle proprie paure o desideri, tutta roba soggettiva peraltro, o almeno, invocando una certa intersoggettività, sarebbero soggettivi i livelli di intensità con cui queste componenti emotive agiscono a volte anche dilagando. Un saluto 

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