I mondi che creano i libri

Aperto da Estack, 09 Settembre 2021, 19:10:24 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Estack

Premesso che non so se sia la sezione giusta, quando leggo un libro e mi piace, vengo trasportato con la mente nel suo mondo. Capita anche a voi questa cosa? Se si con quali libri vi è capitato?

iano

Ciao  Estak e benvenuto.
A molti verrà il dubbio che sia la sezione giusta, ma non a me.
Credo infatti che la realtà in cui crediamo di vivere sia una invenzione artistica di grado superiore rispetto ad un libro, il quale ultimo bene esemplifica come cio' avvenga.
Invenzione non gratuita, come non è mai del tutto gratuito un libro.
Diciamo che i libri di fantascienza mi facevano l'effetto che descrivi, finché la scienza non ha superato in quell'arte la fantascienza.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Kobayashi

#2
L'uomo può vivere nell'inganno mentre l'animale che persevera in una conoscenza errata del proprio ambiente naturale muore.
Ma vivere nell'inganno significa illudersi di ciò che è il mondo. Significa non potersi opporre ad esso. Nessuna trasformazione, nessuna lotta.
D'altro canto l'inganno a cui deliberatamente ci si assoggetta può essere una strategia di sopravvivenza della propria mente.
Per esempio, le religioni saranno pure l'oppio dei popoli, ma l'oppio è il "farmaco" più efficace nelle terapie del dolore.

E' quindi difficile valutare la scelta di Don Chisciotte, dell'abbandono nei suoi libri prediletti. E' stata la cosa migliore per lui?

Ipazia

Forse no, ma il lieto fine catechistico era d'obbligo a quei tempi. Così simili ai nostri quanto a liste di proscrizione. Leggermente meglio ai tempi di Mozart. Don Giovanni muore dannato ma gli si risparmia il male supremo: l'umiliazione del pentimento. Regressione morale da allora.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Estack

Secondo me dalla seconda risposta, si è uscito fuori dal thread comunque rispondendo al primo utente, mi capita sempre con i libri di fantascienza.

Ipazia

Fin dal teatro greco e dai poemi omerici  l'intento drammaturgico dell'autore è l'immedesimazione dello spettatore/lettore nella sua opera. La "sci.fi." è il poema omerico del nostro tempo e quindi non stupisce il suo carattere ipnotico.

A livelli culturali più accurati lo stesso effetto si ottiene con la saggistica e coi grandi classici della storia letteraria, perché ognuno entra in risonanza con ciò che è.

"Io sono colui che sono" è prerogativa umana, non divina. La quale semmai è "Io sono colui che è". Ma non dirottiamo nuovamente.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Citazione di: Estack il 09 Settembre 2021, 19:10:24 PM
Premesso che non so se sia la sezione giusta, quando leggo un libro e mi piace, vengo trasportato con la mente nel suo mondo. Capita anche a voi questa cosa? Se si con quali libri vi è capitato?


Forse potevi postare su esperienze personali o ultimo libro letto.


La risposta filosofica a questa innegabile verità è che il regno dell'uomo coincide con il regno della parola.
E la parola contiene infiniti mondi e pensieri.

Gli autori della mia adolescenza? Dostoevskij, Kafka, Musil, Poe.

Tutti "mondi" da riprendere. ;)




Vai avanti tu che mi vien da ridere

Discussioni simili (4)