I limiti della conoscenza.

Aperto da iano, 20 Aprile 2021, 20:54:07 PM

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iano

#75
Se le mie convinzioni non nascono dai fatti non saranno i fatti a ribaltarle.
È certamente un limite che ci poniamo, come ben dici.
Il fatto è che su questi limiti si fondano le società civili e religiose.
I limiti della conoscenza , prima ancora che nel linguaggio , risiedono nelle pratiche necessità descrittive.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alexander

Buongiorno Iano


E' anche vero che, un certo Nietzsche, diceva: "Non esistono fatti, solo interpretazioni". In effetti anche il comportamento sessuale degli animale noi lo "interpretiamo" come un comportamento omosessuale paragonandolo al nostro. In definitiva tutto è solo interpretazione mentale. Viene anche correttamente detto su WP: "L'omosessualità negli animali è la presenza, nel mondo animale, di comportamenti e pratiche interpretate come omosessuali". Purtroppo sembra che non possiamo fare altro.

iano

#77
Ciao Alexander.
I dati vanno interpretati , ma l'interpretazione poi va' scritta.
Le interpretazioni possono essere varie, ma andrebbero sempre corredate le relative relazioni scritte  da un margine di errore senza il quale nessuna relazione scritta sarebbe credibile.
Dovremmo in alternativa  limitarci a presentare i dati e lasciare che ognuno li interpreti.
Impossibile praticamente.
Se la interpretazione la scrive uno scienziato evidenzierà bene il margine entro il quale è da considerarsi valida, seppur sempre criticabile.
Se lo trovi scritto sulla Bibbia non esiste margine di errore, ma solo interpretazione possibile.
Se uno si convince di avere la giusta interpretazione, o se attribuisce autorità alla interpretazione di altri, la assumerà' quindi come verità ,cioè priva di errore, e se la realtà si accorgesse non dovesse corrispondergli del tutto, ne trarrà che  vi siano impurezze e corruzioni nella realtà rispetto a una condizione iniziale di corrispondenza fra realtà e sua descrizione..
Il male non sta nei nostri limiti di conoscenza ma nel non trarne le giuste conseguenze.
In un certo senso le società umane continuano a fare sacrifici umani da porre a loro fondamento.
Chi non trova posto nelle semplificazioni dello statuto o del testo sacro' viene sacrificato.
Nei casi più virtuosi l'applicazione della legge si considera elastica, ma così la corruzione, in un modo o nell'altro là si tira sempre in ballo.😊
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

#78
Se l'era dei lumi piange, quella dei numi non ride. Pensare ad un ritorno all'antico dopo l'abbondante debunking epistemico della tradizione religiosa è mero atteggiamento estetico À rebours. Certamente possiamo salvare i contenuti di saggezza delle epoche dominate dalla fede religiosa, avendo chiaro che quella sapienza etica è farina del nostro sacco ed in quanto tale è riciclabile pure in una società denumizzata.

I limiti ci pensa la natura a porli dato che l'hybris contro le leggi fisiche che essa impone viene regolarmente punita, insegnandoci, tra una bastonata e l'altra, a conoscerle e rispettarle. Le leggi etiche sono invece cosa nostra, non arbitrarie, ma razionalmente decifrabili nel contesto storico in cui essi si sono formate, superate, abrogate e riformate.

La tecnica è nel nostro destino evolutivo e possiamo soltanto liberarci da chi la monopolizza e domina riprendendoci la polis. Impresa ardua ma senza alternative retrodatate.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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