I due emisferi dell'Iperuranio platonico

Aperto da Carlo Pierini, 04 Luglio 2018, 13:23:36 PM

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Carlo Pierini

Diceva un mio amico tempo fa:

<<Maccome! Per platonici e junghiani conoscere la fica non e' averne l'archetipo fin dalla nascita?>>

Rispondevo:

Bravo! E' un archetipo appartenente all'emisfero sud dell'Iperuranio, il più potente, talmente potente da illuminare e modellare la polarità biologica del nostro essere: quella degli istinti "animali".

<<Gli istinti assumono analogie così strette con gli archetipi, che vi sono in verità buone ragioni per supporre che gli archetipi siano le immagini inconsce degli istinti stessi; in altre parole che essi siano dei "modelli" di comportamento istintuale. (...)
Non è difficile ammettere che l'attività umana è notevolmente influenzata dagli istinti, del tutto indipendentemente dalle motivazioni razionali della mente cosciente>>.  [JUNG: Archetipi e inconscio collettivo - pg.44]

Ma anche l'emisfero nord possiede una sua luminosità, anzi una sua "numinosità". E, per una psiche che è abbastanza sviluppata da percepirne la luce...:

<<...L'elemento spirituale compare nella psiche anche come un istinto, anzi come una vera passione, o - per usare un'espressione di Nietzsche - "come un fuoco divoratore". Non è un derivato di un'altro istinto (Freud), ma un principio sui generis, anzi la forma ineliminabile della forza pulsionale>>.  [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.68]

<<La religione [...] è un atteggiamento istintivo caratteristico dell'uomo, le cui manifestazioni possono essere seguíte lungo tutta la storia dello spirito umano. Esso serve manifestamente a conservare l'equilibrio psichico>>.   [JUNG: Realtà dell'anima - pg.176]

Naturalmente, le luci degli emisferi sud e nord provengono da direzioni opposte e la loro influenza in noi è percepita come una opposizione-contrapposizione di valori esistenziali (eros/ethos, natura/cultura, istintività/civiltà) la cui soluzione-pacificazione è estremamente laboriosa e impegnativa. Tanto che spesso finiamo per rinunciarci rimuovendo dal nostro orizzonte uno dei due emisferi per affidarci esclusivamente all'altro, col risultato di trasformarci o in mistici esaltati che ripudiano fanaticamente i "bassi istinti" (vedi Paolo l'evangelista), o in esseri triviali che si affidano ai "bassi istinti" e considerano "superstizione" qualunque riferimento ai cosiddetti valori dello spirito.

<<Archetipo e istinto formano i massimi opposti pensabili, e lo si può constatare facilmente mettendo a confronto un uomo dominato dall'istinto con un uomo in preda allo spirito>>. [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.223]

<<Il principio spirituale (qualunque cosa esso sia) si impone con forza inaudita contro il principio puramente naturale. Si può dire, anzi, che anch'esso è "naturale" e che entrambi i principi scaturiscono da una medesima natura. [...] Questa "cosa naturale" consiste in un conflitto tra due principi ai quali si può dare questo o quel nome, e che questo contrasto è l'espressione e forse anche il fondamento di quella tensione che definiamo come energia psichica . [...] Senza tensione è impossibile che esista un'energia, come disse anche Eraclito: «Il conflitto è il padre di tutte le cose»>>.  [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.62]

<<Il conflitto tra ethos e sessualità, oggi non è una pura e semplice collisione tra pulsionalità e morale, ma una lotta per il diritto all'esistenza di una pulsione o per il riconoscimento di una forza che in questa pulsione si manifesta, forza che, a quanto pare, non ha voglia di scherzare e di conseguenza non vuole neppure rassegnarsi alle nostre leggi morali da benpensanti. [...]
Potremmo definire la sessualità il portavoce delle pulsioni, ed è per questo che il punto di vista spirituale scorge in essa il suo avversario principale. Ma non perché la dissolutezza sessuale sia in sé e per sé più immorale dell'avidità, della tirannia o della prodigalità, ma perché lo spirito fiuta nella sessualità un suo pari, anzi, un che di affine. [...] Che cosa sarebbe mai dopotutto lo spirito, se non gli si opponessero pulsioni a lui pari?>>. [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.66/67]

<<Come tempo fa era presupposto evidente che tutto ciò che esiste fosse nato dalla volontà creatrice di un Dio spirituale, così il diciannovesimo secolo scoperse la verità, altrettanto evidente, che tutto proviene da cause materiali. Oggi non è più la forza dello spirito che crea un corpo, ma al contrario la materia che trae dal proprio chimismo un'anima. Un tale capovolgimento farebbe ridere se non ci trovassimo al cospetto di una delle grandi verità dello spirito del tempo. [...] Lo spirito, oggi, dev'essere pensato come un epifenomeno della materia, anche se non si parla più di "spirito" ma di "psiche", non di "materia, ma di "cervello", di "ormoni", di istinti o di impulsi. L'attribuire all'anima una propria sostanza sarebbe contrario allo spirito del tempo e quindi una eresia. [...]
La coscienza comune non ha ancora scoperto che è non meno presuntuoso e fantastico credere con assoluta certezza che la materia produca psiche, che le scimmie generino uomini, che le cellule cerebrali generino pensieri, e che tutte queste cose non possano essere diversamente>>.    [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.367]

"Non siamo legittimati a considerare la psiche come un processo cerebrale, a prescindere dal fatto che il tentativo di rappresentarsi un qualcosa del genere è già stravagante di per sé e non ha mai prodotto altro che stravaganze, per quanto sia stato compiuto seriamente. [...] Questo punto di vista si adatta però al pregiudizio materialistico, e perciò ogni assurdità viene consacrata come scientifica purché prometta di trasformare in fisico tutto ciò che è psichico. Auguriamoci che non siano lontani i tempi in cui questo residuo arrugginito e ormai mentalmente inerte verrà sradicato dalla testa dei nostri rappresentanti scientifici".     [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.299]

viator

Salve Carlo. "Questo punto di vista si adatta però al pregiudizio materialistico, e perciò ogni assurdità viene consacrata come scientifica purché prometta di trasformare in fisico tutto ciò che è psichico".
Se si tratta di una integrale citazione junghiana appropriatamente tradotta, siamo di fronte ad un travisamento da parte dell'Autore.
Non credo esistessero allora e siano poi esistite  pretese scientifiche di trasformare lo psichico in fisico, dal momento che il percorso risulta certamente unidirezionale, ciòè dalla relativa semplicità materiale dell'anatomia e fisiologia verso la superiormente complessa e tuttora incomprensibile funzione psichica. La strada della progressiva "evoluzione", "diversificazione","complicazione" dei contenuti del mondo viene percorsa solo nella direzione sopra descritta.
Perciò credo Jung intendesse dire che la scienza aveva la pretesa (secondo me lecita e proficua) di GIUSTIFICARE dal punto di vista fisicistico il determinarsi dei contenuti psichici. Che ne pensi? Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Carlo Pierini

Citazione di: viator il 06 Luglio 2018, 14:48:37 PM
Salve Carlo. "Questo punto di vista si adatta però al pregiudizio materialistico, e perciò ogni assurdità viene consacrata come scientifica purché prometta di trasformare in fisico tutto ciò che è psichico".
Se si tratta di una integrale citazione junghiana appropriatamente tradotta, siamo di fronte ad un travisamento da parte dell'Autore.
Non credo esistessero allora e siano poi esistite  pretese scientifiche di trasformare lo psichico in fisico, dal momento che il percorso risulta certamente unidirezionale,

L'ultima stesura del testo da cui ho tratto questo brano è del 1948, quindi relativamente recente (rispetto alle origini della Scienza).
Non c'è alcun travisamento, perché già un secolo prima Freud considerava la psiche come una sorta di epifenomeno degli istinti biologici, cioè, il nome che diamo all'attività biologica del cervello. Insomma è tipica del materialismo "scientifico" negare ogni dignità ontologica alla mente (o psiche o anima) e "ridurla" (da cui "riduzionismo") al substrato biologico. Tutt'ora la stragrande maggioranza dei neuroscienziati sottoscrive il paradigma riduzionista e considera addirittura antiscientifico (illegittimamente) il dualismo sostenuto da un esiguo gruppo di neuroscienziati "capeggiati" dal premio Nobel John Eccles.

VIATOR
Perciò credo Jung intendesse dire che la scienza aveva la pretesa (secondo me lecita e proficua) di GIUSTIFICARE dal punto di vista fisicistico il determinarsi dei contenuti psichici. 

CARLO
Non è esattamente così. Anche il dualismo attribuisce una funzione importante all'attività bio-neuronale nella determinazione di certi stati mentali. Il problema è che i riduzionisti rifiutano a-priori il dualismo per ragioni squisitamente ideologiche, malgrado nessuno abbia mai dimostrato che la mente è riducibile al cervello e malgrado l'interpretazione dualista sia perfettamente conforme ai dati scientifici noti.

Se sei interessato all'argomento, puoi leggere una mia introduzione al "Dualismo-interazionismo" di J. Eccles in questo thread di un altro NG (free.it.scienza.fisica):
https://groups.google.com/forum/#!msg/free.it.scienza.fisica/JMseeipAc8k/gS4B4MboAgAJ;context-place=forum/free.it.scienza.fisica