Hiroshima fu il meno peggio

Aperto da viator, 01 Novembre 2018, 15:03:39 PM

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viator

#30
Salve Socrate78. Il tuo non vuole essere un giudizio ma in realtà ci vedi benissimo.

Il problema è l'utilizzazione che possiamo fare dei due strumenti con i quali costruiamo le nostre vite: il sentire (l'immateriale irrazionale) ed il capire (il concreto razionale).

In che modo noi possiamo usare - secondo la loro specifica natura - queste due "funzioni" del nostro esistere ?

Trovo ovvio che non si possa impiegarle contemporaneamente nel confronti di un nostro singolo atto o scelta.
Andranno usate o separatamente o in sequenza.

Il sentire è funzione spontanea la quale però viene stimolata dalla percezione, cioè dal coinvolgimento dei sensi. I sentimenti più incisivi sono quelli legati alla nostra diretta percezione di ciò che ci coinvolge. Non c'è come l'essere protagonisti o spettatori di eventi traumatici o penosi per trovarsi a provare sentimenti ed emozioni più vivide e durature.

Mano a mano che ciò che dovremmo sentire si allontana nello spazio e nel tempo, inesorabilmente il nostro sentire si affievolisce.

Per la funzione "capire" invece le cose cambiano. Se crediamo di aver capito qualcosa il trascorrere del tempo non inciderà sulla nostra avvenuta comprensione. Al contrario, assai spesso capita che ci succedano cose che al momento non capiamo e che invece poi riusciamo a chiarirci dopo del tempo.

La gerarchia sentire-capire rispecchia quella che riguarda i rapporti tra immateriale e materiale e quelli (ampiamente sovrapponibili) tra irrazionale e razionale.

Consiste in una relazione per la quale ciascuno dei primi termini delle tre coppie (i quali risultano
complementari) citate sopra ha il potere - quando succede - di smentire e vanificare i contenuti del secondo termine.

Cioè, per quanto ci riguarda, la natura umana tende sempre ad ascoltare ciò che sente anche in eventuale contraddizione di quanto giunge a capire.

Stabilito quindi che il sentire è "funzione" spontanea, naturale, universale, influenzata dal tempo e dallo spazio e che per di più tende a "prevaricare" sul capire, tale funzione è quella più adatta alla gestione di rapporti e situazioni che sono più immediati e vicini a noi.

Questa è la ragione per la quale noi utilizziamo sentimenti e sensibilità soprattutto con chi ci è più vicino in tutti i sensi. Perché "sentendolo" non abbiamo nemmeno bisogno di "capirlo" !

Viceversa, per relazionarsi con ciò che è più distante, più formale, più concettuale, meno emotivo, lo strumento più adatto sarà il capire. Del quale la logica è lo strumento principale.

Eccoti spiegato il perché io cerco di usare la logica quando mi occupo di questioni talmente generali da non riuscire a "sentirle" emozionalmente.

Naturalmente la sensibilità di ciascuno è del tutto soggettiva. E' per questo che al mondo esistono sette miliardi di etiche diverse.

Io senz'altro risulterò troppo arido.........(qualche sentimento ce l'ho, ma preferisco tenerlo per me e per i miei cari appunto più vicini....e poi i sentimenti, se esternati, corrono il rischio di non venir CAPITI).

Mi "consolo" pensando che non vorrei essere invece tra quelli che "sentono" tutto ma, per il troppo sentire, finiscono poi per non capire nulla (non mi sto riferendo a nessun utente del Forun). Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Dipende molto dalla sensibilità del sentire e dalla profondità del capire. Da ciò dipende anche il fatto che non vi sono 7 miliardi di etiche diverse.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sgiombo

Il sapere razionale si può (e per quanto riguarda quel che personalmente sento si deve) sempre applicare al sentire irrazionale.
 
Comunque sono facoltà umane non affatto in reciproca contraddizione ma invece fra loro complementari.
 
7 milioni di etiche diverse le poteva forse allucinatoriamente vedere Nietzsche, ma non ci sono affatto nella realtà.

Jacopus

Ad ogni buon conto come le rivoluzioni anche le guerre non sono pranzi di gala e fra l'imperialismo giapponese o quello sovietico o quello americano direi che è possibile fare una sorta di graduatoria, almeno provvisoria. A favore dell'Unione Sovietica va riconosciuto che non si macchio' mai di bombardamenti a tappeto, aiutata dal fatto che la guerra di combatté nel suo territorio. Giappone e Usa non furono di questo avviso. Il Giappone rase al suolo diverse città cinesi ed usò un regime crudele contro cinesi e coreani. Gli Usa non furono dei santarellini, ma ebbero il pregio di avere una visione politica globale ed hanno mantenuto questo potere tuttora, tollerando e talvolta promuovendo la critica al suo sistema, atteggiamento poco favorito  sia dal Giappone che dall'Unione sovietica.
Tornando alla bomba, si sarebbero potute intraprendere anche altre strade, come un'esplosione dimostrativa in una zona disabitata. Con il senno del poi....in realtà molti fattori conducevano all'uso della bomba e accusare ora gli Usa di "malvagità" mi sembra piuttosto ingenuo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

sgiombo

Citazione di: Jacopus il 06 Novembre 2018, 13:52:00 PM
Ad ogni buon conto come le rivoluzioni anche le guerre non sono pranzi di gala e fra l'imperialismo giapponese o quello sovietico o quello americano direi che è possibile fare una sorta di graduatoria, almeno provvisoria. A favore dell'Unione Sovietica va riconosciuto che non si macchio' mai di bombardamenti a tappeto, aiutata dal fatto che la guerra di combatté nel suo territorio. Giappone e Usa non furono di questo avviso. Il Giappone rase al suolo diverse città cinesi ed usò un regime crudele contro cinesi e coreani. Gli Usa non furono dei santarellini, ma ebbero il pregio di avere una visione politica globale ed hanno mantenuto questo potere tuttora, tollerando e talvolta promuovendo la critica al suo sistema, atteggiamento poco favorito  sia dal Giappone che dall'Unione sovietica.
Tornando alla bomba, si sarebbero potute intraprendere anche altre strade, come un'esplosione dimostrativa in una zona disabitata. Con il senno del poi....in realtà molti fattori conducevano all'uso della bomba e accusare ora gli Usa di "malvagità" mi sembra piuttosto ingenuo.
CitazioneNon mi sembra proprio che in Grecia nel 1944-46, succedendo nello sporco lavoro all' Inghilterra, gli USA abbiano tollerato né men che meno promosso la critica al loro sistema...


Sterminare gli abitanti di due città all' unico vero scopo (salvo forse il fermare l' avanzata sovietica verso in Giappone) di cercare (in buona misura invano) di condizionare l' URSS a me pare decisamente malvagio.

viator

Salve Sgiombo.
Morale = sistema di valori e norme vigenti all'interno di una qualsiasi società o collettività e che risulta condiviso dalla maggioranza dei suoi componenti.

Etica = sistema di valori che sta alla base delle scelte e degli atti di ciascun individuo.

Quindi, mentre le morali del pianeta saranno centinaia o migliaia, le distinte etiche individuali - nessuna delle quali perfettamente identica ad altre - dovrebbero essere appunto intorno ai 7 miliardi (non milioni). Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Se è lecita la semantica faidatè preferisco questa da WP:

Spesso etica e morale sono usati come sinonimi e in molti casi è un uso lecito, ma è bene precisare che una differenza esiste: la morale corrisponde all'insieme di norme e valori di un individuo o di un gruppo, mentre l'etica, oltre a condividere questo insieme, contiene anche la riflessione speculativa su norme e valori. Se la morale considera le norme e i valori come dati di fatto, condivisi da tutti, l'etica cerca di dare una spiegazione razionale e logica di essi.

Personalmente preferisco la sinonimia. Usando un procedimento semantico che mi pare più rigoroso resterei sul significato di costume, consuetudine, condiviso dalle radici ethos e mores, caratteristiche sociali chiaramente non riducibili al gusto individuale che finirebbe col banalizzare il concetto; che, in quanto tale si presta, ne prendo atto, a dispute infinite.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Sariputra

Resto in tema (Hiroshima fu il meno peggio)... :)
In un suo libro di memorie il grande generale americano D.Eisenhower scrisse:
«Nel 1945 il segretario alla guerra Stimson, visitando il mio quartier generale in Germania, mi informò che il nostro governo stava preparandosi a sganciare una bomba atomica sul Giappone. Io fui uno di quelli che sentirono che c'erano diverse ragioni cogenti per mettere in discussione la saggezza di un tale atto. Durante la sua esposizione dei fatti rilevanti fui conscio di un sentimento di depressione e così gli espressi i miei tristi dubbi, prima sulla base della mia convinzione che il Giappone era già sconfitto e che sganciare la bomba era completamente non necessario; e in secondo luogo perché pensavo che il nostro Paese dovesse evitare di sconvolgere l'opinione pubblica mondiale con l'uso di un'arma il cui impiego era, pensavo, non più obbligatorio come misura per salvare vite americane.» 
Questa era dunque una valutazione, sul momento storico, di un militare statunitense ( e che livello di militare...). La stessa venne espressa in seguito dal comandante in capo delle forze in azione nel Pacifico, D.McArthur che non venne nemmeno consultato da Truman (forse perché sapevano già la risposta contraria...).
C'era tutta l'evidenza che il Giappone si stava per arrendere: c'erano le intercettazioni dei servizi segreti, c'era la richiesta fatta pervenire a Truman attraverso la mediazione di Stalin, c'era l'effettivo logoramento dell'Armata nipponica, ormai priva di munizioni pesanti, senza più forze aeree e navali di qualsiasi rilevanza, con le fabbriche e le zone industriali del paese ormai sepolte sotto i detriti dovuti ai bombardamenti massicci e terrificanti.
 Un'indagine degli stessi Stati Uniti ( la libertà dei media americani del tempo è evidente e una qualità 'storica' del giornalismo Usa...) sul bombardamento strategico, dopo aver intervistato centinaia di civili e militari giapponesi dopo la resa del Giappone, riportò:
«Basata su investigazioni dettagliate di tutti i fatti, e supportata dalla testimonianza dei leader giapponesi sopravvissuti coinvolti, è opinione dell'indagine che certamente prima del 31 dicembre 1945, e con tutta probabilità prima del 1º novembre 1945, il Giappone si sarebbe arreso anche se le bombe atomiche non fossero state sganciate, anche se la Russia non fosse entrata in guerra e anche se nessuna invasione fosse stata pianificata o contemplata.» 

Resto quindi della mia opinione che si trattò di un atto di terrorismo di stato, gravissimo e senza precedenti, di fronte al quale tutti gli altri atti terroristici impallidiscono, con scopi esclusivamente politici: monito e avvertimento alla potenza sovietica e, di fatto, inizio della Guerra Fredda...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Jacopus

#38
Sariputra@ che alcuni generali fossero contrari allo sgancio dell'atomica potrebbe non essere motivato da ragioni spirituali bensì dalla considerazione che un giocattolo diverso (la bomba) avrebbe sottratto il loro gioco (la guerra convenzionale), con conseguente riduzione di onori e prebende.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Socrate78

Gli Stati Uniti comunque non è vero che hanno promosso così agevolmente la critica al loro sistema, anzi. Non sono mai esistiti né sono stati mai ammesse formazioni politiche che avevano come ideologia il comunismo e il socialismo, anzi negli anni cinquanta ci fu il fenomeno del Maccartismo, in cui la lotta anticomunista assunse i contorni di una paranoica caccia alle streghe, vedevano comunisti dappertutto. Se erano davvero democratici ammettevano l'esistenza di un partito ispirato al marxismo, invece tutto il sistema USA è basato su un rigido bipartitismo che sostanzialmente rispecchia sempre le variazioni ideologiche della classe imprenditoriale al potere, che può essere o molto conservatrice (repubblicani) o più liberali su alcune tematiche specifiche (democratici), ma non si ammettono affatto formazioni che mettono in discussione sia pur minimamente l'assetto sociale dominante.

Jacopus

Socrate@ ovvio che non stiamo parlando di una società completamente libera e tollerante, ma al confronto con Unione Sovietica e Giappone imperiale ti assicuro che gli Stati Uniti sono molto più tolleranti e aperti. A parte l'epoca del maccartismo, i comunisti dichiarati possono risiedere in Usa se cittadini. Immagina un fascista dichiarato o un semplice liberale che inneggia al capitale nelle università di Mosca prima di Gorbaciov.
La domanda che ci si dovrebbe fare è in realtà un altra ma rischiamo di andare molto off.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Sariputra

cit.Jacopus:
Sariputra@ che alcuni generali fossero contrari allo sgancio dell'atomica potrebbe non essere motivato da ragioni spirituali bensì dalla considerazione che un giocattolo diverso (la bomba) avrebbe sottratto il loro gioco (la guerra convenzionale), con conseguente riduzione di onori e prebende.

Certo, bisogna considerare ogni cosa quando si tenta di formare un'opinione su dei fatti storici. Tuttavia gli elementi che sono attualmente in possesso degli storici e di pubblico dominio mi fanno decisamente orientare verso un'atto frutto di una deliberata strategia politica e non militare. Tutta la vicenda è gravata da una serie infinita di menzogne con cui l'amministrazione statunitense cercò di dare una cornice accettabile a questo fatto così tremendo, a partire dall'annuncio dato da Truman:

«Il mondo sappia che la prima bomba atomica è stata sganciata su Hiroshima, una base militare  :o . Abbiamo vinto la gara per la scoperta dell'atomica contro i tedeschi. L'abbiamo usata per abbreviare l'agonia della guerra, per risparmiare la vita di migliaia e migliaia di giovani americani, e continueremo a usarla sino alla completa distruzione del potenziale bellico giapponese»

Una base militare Hiroshima? Era una città come tante altre del Giappone, senza alcuna rilevanza militare. Ovviamente sarebbe stato difficile dichiarare di aver sganciato una bomba atomica su una città inerme...
Si dichiarò poi che l'esplosione non aveva contaminato radioattivamente la zona ma che l'effetto distruttivo si era esaurito con l'esplosione. Nulla di più falso ...le autorità alleate d'invasione proibirono ogni accenno alle conseguenze delle radiazioni e insistettero sul fatto che la gente era stata uccisa o ferita solo dall'esplosione dell'ordigno. "Non c'è radioattività tra le rovine di Hiroshima", titolava in prima pagina il New York Times: un caso classico di disinformazione e di rinuncia al mestiere di giornalista, che il reporter australiano Wilfred Burchett mise in luce con il suo scoop del secolo. "Lo considero un avvertimento al mondo" raccontò sul Daily Express, primo corrispondente che riuscì a raggiungere Hiroshima dopo un viaggio pericoloso. Il giornalista descrisse le corsie dell'ospedale, stracolme di gente senza ferite apparenti che moriva per quelle che definì "piaghe atomiche". Per aver osato dire la verità, il giornalista venne privato dell'accreditazione, messo alla berlina e calunniato...
Il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki fu un atto canagliesco, a mio parere, di portata smisurata: un eccidio di massa premeditato effettuato con un ordigno intrinsecamente criminale. E criminale perché l'arma atomica non si può strettamente considerare un'arma militare, proprio per le conseguenza terribili che si protraggono nel tempo...
Gli archivi nazionali di Washington conservano documenti ufficiali statunitensi che dimostrano i tentativi di pace giapponese già nel 1943, ai quali naturalmente non fu dato alcun seguito. Un cablogramma inviato il 5 maggio 1945 dall'ambasciatore tedesco a Tokyo, e intercettato dagli USA, toglie ogni dubbio sul fatto che i giapponesi stessero cercando disperatamente la pace, anche a costo di "una resa senza condizioni e con clausole vessatorie". Henry Stimson, Segretario alla Difesa, dichiarò invece al presidente Truman di "temere" che l'aeronautica statunitense stesse talmente "bombardando a tappeto" il Giappone ( con largo uso di bombe incendiarie...come ho già scritto) da rendere impossibile "dimostrare tutta la potenza" del nuovo ordigno. Più tardi ammetterà che "non fu fatto nessuno sforzo e non fu mai presa in seria considerazione la possibilità di ottenere la resa del nemico in modo da non dover usare la bomba". I suoi colleghi alla politica estera erano "impazienti d'intimidire i russi ostentando la nuova arma in nostro possesso". Il generale Leslie Groves, direttore del progetto Manhattan che mise a punto la bomba atomica, testimoniò: "Non ho mai messo in dubbio che il vero nemico fosse la Russia, e che il progetto fosse stato messo a punto in questa ottica". Il giorno dopo l'annientamento di Hiroshima, il presidente Truman espresse la propria soddisfazione "per il completo successo dell'esperimento".
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
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Ipazia

... "per il completo successo dell'esperimento"

chapeau Sariputra. Ermeneuta storico coi fiocchi. Anche se qui c'è ben poco da interpretare. L'occasione era irripetibile e gli americani non se la sono fatta sfuggire. Replicando col plutonio 3 giorni dopo. Fosse mai che i giapponesi si arrendessero troppo in fretta !
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sgiombo

Citazione di: viator il 06 Novembre 2018, 14:52:45 PM
Salve Sgiombo.
Morale = sistema di valori e norme vigenti all'interno di una qualsiasi società o collettività e che risulta condiviso dalla maggioranza dei suoi componenti.

Etica = sistema di valori che sta alla base delle scelte e degli atti di ciascun individuo.

Quindi, mentre le morali del pianeta saranno centinaia o migliaia, le distinte etiche individuali - nessuna delle quali perfettamente identica ad altre - dovrebbero essere appunto intorno ai 7 miliardi (non milioni). Saluti.


Nessuna (pretesa) consequenzialità dalle premesse alla conseguenza.

Ipazia

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