Grecia antica: differenza tra teoria filosofica e vivere da filosofi

Aperto da Federico Mey2, 11 Luglio 2021, 15:47:57 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

viator

Salve kobayashi. Citandoti : "Tu sei nelle stesse condizione degli antichi che non dovevano lavorare per sopravvivere.
Dunque non è un conato idealistico chiedersi come mai tu ti diverti a giocare con la logica e la grammatica anziché cercare di diventare più saggio".



Per la prima affermazione, la trovo un tantino ovvia ed estensibile alla quasi totalità degli utenti del Forum. Naturalmente non sto affermando che si tratti di parassiti o privilegiati, in quanto la maggioranza di tale maggioranza risulterà - credo proprio - composta da pensionati.




Circa la seconda affermazione................beh, se ne avrai tempo e voglia potrai svolgere opera meritoria consistente nell'insegnarmi in qual modo si possa imparare cosa veramente sia la saggezza ed attraverso quali strumenti se ne può fare una valutazione quantitativa distinguendone il meno dal più. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Anche tra i benestanti non è che fossero tutti filosofi gli antichi. Come oggi, preferivano gozzovigliare che studiare e spremersi le meningi sulle questioni filosofiche. Dato il maggiore livello di acculturazione e la vastità del repertorio accessibile la filosofia è più "popolare" oggi che ai tempi di Platone e Aristotele.

Che in passato avesse una funzione maggiore di oggi mi permetto altrettanto di dubitarne. Platone pensava di educare i reggenti e dovette fuggire in fretta e furia dai tiranni. Petrarca chiosa "Povera e nuda vai filosofia, Dice la turba al vil guadagno intesa": attualissima riflessione. Con il babau illuminista, trafficante e tecnoscientifico, di là da venire 4 secoli tondi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Kobayashi

Citazione di: bobmax il 16 Luglio 2021, 20:47:36 PM
Il cambiamento avviene quando ci si innamora, veramente.
Quando cioè l'amore si manifesta in noi.
E' il tesoro nel campo, per il quale ogni altra cosa perde di significato.

Sì è vero, infatti nell'antichità prima ci si innamorava di un modo di vivere filosofico e poi si studiavano le sue dottrine. Cosa possibile ovviamente per l'esistenza di scuole o comunità filosofiche. In mancanza di esse resta la via opposta: lasciarsi entusiasmare da certi scritti e provare a incarnarli in un percorso, per forza, solitario.
Come è stato fatto da Montaigne e Nietzsche, per esempio.

Discussioni simili (5)