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Gli alieni siamo noi.

Aperto da iano, 13 Dicembre 2019, 22:45:46 PM

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iano

Il senso estetico , attraverso la scelta del partner , influisce sulla selezione naturale dell'uomo , cosicché possiamo dire che  la cultura si fa' carne.
Ma l'estetica ha a che fare con la cultura , appunto , e in generale col modo in cui la realtà ci appare , e questo modo è da credere cambi col tempo e con esso la cultura con annesso senso estetico.
L'esteica , lo sfuggente senso del bello , forse sono meno futili di quel che a volte ci sembrano essendo legati al modo in cui la realtà  ci appare in pratica.
I nostri antenati , sia nella misura in cui lo immaginiamo , sia nella misura in cui con sempre maggiore scienza lo ricostruiamo , hanno per noi un aspetto esotico.
Parimenti esotico giudicheremmo immagino il modo in cui a loro appariva la realtà , cosa impossibile credo da ricostruire o anche solo immaginare.
Sicuramente però viviamo in un epoca "privilegiata " in cui in una generazione avvengono cambiamenti che prima avvenivano nell'arco di diverse generazioni , cambiamenti che credo riguardino anche la percezione della realtà.
Forse mai come oggi iniziano a convivere quindi diverse apparenze della realtà, di modo che indagare i meccanismi dei mutamenti estetici percettivi diviene oggi una possibilità.
Non sono possibilità del tutto nuove , perché gli studi di antropologia li hanno preceduti.
La novità però sarebbe studiare i mutamenti all'interno di una stessa cultura mentre avvengono.
La mia impressione è che queste differenti percezioni della realtà siano trasversali oltre che verticali giovani vs anziani, e questa è una novità,  perché si tratta di una percezione in divenire che può prendere diverse strade prima di trovare un assestamento e ciò forse sta avvenendo sotto i nostri occhi.
Penso che per spiegare la crisi attuale occorra tenere conto anche di questo aspetto.
Gli alieni sono tra noi e siamo noi.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

viator

Salve. Io propendo per la visione verticale (generazionale) del problema.
Nel senso che questi appaiono essere tempi di "crisi" solo a chi è avanti negli anni e perciò :


  • ha potuto maturare sufficiente esperienza per poter far paragoni con tempi e modi precedenti;
  • possiede un modo di sentire plasmato appunto dal trascorrere del tempo (tipicamente l'anziano è proiettato verso la valorizzazione del passato anche perchè in lui tendono ovviamente a diminuire le attese per il futuro).

Per i giovani, invece, non c'è proprio alcuna "crisi" in giro (lasciamo perdere le crisi psicologiche individuali che sono sempre esistite) bensì solo naturali speranze oppure interrogativi. Il giovane :


  • arriva in un mondo di cui ignora quasi tutto e di cui non può giudicare quasi nulla:
  • trova che ciò che gli piace del mondo gli sia dovuto per natura e per diritto;
  • che ciò che invece non gli piace sia colpa dei padri i quali hanno costruito un mondo inadatto al'arrivo dei figli;
  • che ciò che va cambiato verrà costruito dai giovani a furia di manifestazioni folk-festaiol-vandalistiche con contorno di sesso, musica e (al minimo) sniffamenti in compagnia.

Pensiamo un poco quale "crisi" dovrebbero avvertire (il nostro discorso è ovviamente incentrato sul "primo mondo") dei giovani che non hanno mai conosciuto fame e guerra, dispongono in moltissimi di svaghi e sessualità a portata di mano, gli unici pericoli che hanno in vista sono quelli connessi alla guida e che essi affrontano con gran piacere per mostrare ai coetanei le loro abilità.....................

Gli alieni sono loro ! (dicono vicendevolmente i giovani ai vecchi ed i vecchi ai giovani !). Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#2
Ciao Viator.
Diciamo che la visione verticale è comoda , e fino a un certo punto è stata quella giusta.
Essa comportava infatti la soluzione del conflitto ... per abbandono del campo ... della vecchia generazione.
Però mi pare , e in fondo è anche esaltante , che noi , nell'arco della nostra generazione , dovremo risolvere diversamente i nostri problemi.
Ragionando coi vecchi schemi certi giovani mi sembrano più vecchi di me.
Questo mi impedisce di sperare nei giovani, e mi sento chiamato in causa indipendentemente dall'eta' , il che ha anche un che di esaltante in fondo.
Mi chiedo come abbiano fatto i giovani ad assorbire certi vecchi paradigmi che io mi sforzo , riuscendovi in parte , a cambiare.
Se devo mantenere la verticale , che a te sembra ancora attuale , direi che si è spostata di 180 gradi , esagerando , e che ai vecchi tocchi fare la parte dei giovani.
Viviamo proprio in un mondo sottosopra.😄
Non è che non abbia fiducia nei giovani , ma non ci si può adagiare solo su di essi , come era d'uso una volta.
Fino a ieri gli alieni di turno erano i giovani.
Oggi la situazione è più complessa e forse più interessante.
Non possiamo più adagiarci nella condizione di quelli che abbandonano il campo , perché non capendo , si rassegnano.
Ci tocca ancora capire , e uno vale uno , anche quando prossimo a settanta.😅
Da giovane avevo visioni alternative a quelle dei miei genitori , i quali però avevano chiaro su quale strada indirizzarmi.
Quella della crescita culturale e personale , che a loro era stata negata.
C'era un conflitto , ma voltò verso il meglio.
Mi aspetterei di poter indirizzare i giovani di oggi su quella stessa strada , ma ciò non sembra scontato per loro come lo era per me.
Un "meglio" per i giovani una volta si vedeva all'orizzonte , anche se non se ne potevano distinguere i particolari.
A un certo punto della mia vita , pur avendo un posto fisso , mi è apparso , che un lavoro sicuro è una pensione sicura , che mi indirizzassero serenamente verso il meritato cimitero non era cosa in se' esaltante.
Non mi sembrava di vivere una vera vita.
Il fatto che tutto ciò sia stato messo a un certo punto in discussione mi ha fatto sentire vivo e mi sono chiesto se avessi delle qualità e che valore potessi dimostrare.
Magari ero ormai fuori tempo massimo per tutto ciò, ,ma almeno ho acquisito una nuova mentalità , e mi sarei aspettato di trovare quella mentalità nei giovani , come fatto scontato , che però scontato non è .
In questo senso mi sembra di vivere in una realtà trasversale.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

doxa

Buongiorno Iano. La tua riflessione è articolata. Dall'estetica come bellezza corporea alla cultura come disciplina dell'antropologia culturale.

Hai scritto
CitazioneForse mai come oggi iniziano a convivere quindi diverse apparenze della realtà, di modo che indagare i meccanismi dei mutamenti estetici percettivi diviene oggi una possibilità.
Non sono possibilità del tutto nuove , perché gli studi di antropologia li hanno preceduti.
La novità però sarebbe studiare i mutamenti all'interno di una stessa cultura mentre avvengono.
La mia impressione è che queste differenti percezioni della realtà siano trasversali oltre che verticali giovani vs anziani, e questa è una novità,  perché si tratta di una percezione in divenire che può prendere diverse strade prima di trovare un assestamento e ciò forse sta avvenendo sotto i nostri occhi.

La percezione è correlata a variabili fisiche e psicologiche, stimoli e sensazioni. Queste relazioni psicofisiche ovviamente sono soggettive, ma se un determinato evento dell'ambiente esterno è descritto in modo simile da persone diverse è ipotizzabile che le persone abbiano sensazioni simili.

Citazionel'estetica ha a che fare con la cultura , appunto , e in generale col modo in cui la realtà ci appare , e questo modo è da credere cambi col tempo e con esso la cultura con annesso senso estetico.

Nell'antica Grecia l'arduo non era stabilire ciò che era bello  ma, come diceva Platone, era definire "cos'è il bello". Per Platone la bellezza doveva essere atemporale, perfetta:  la perfezione, l'armonia delle forme erano lo stereotipo umano. Nel "Timeo"  sintetizza: "Kalòs kài agathòs".

Ma nel nostro tempo ?

Tu dici che
CitazioneLa novità però sarebbe studiare i mutamenti all'interno di una stessa cultura mentre avvengono.

Novità ? Per la sociologia e la psicologia è "pane quotidiano",  da anni.

Allora è necessario indirizzare meglio il thread: verso l'estetica, argomentando sulla bellezza corporea, o verso la cultura in senso antropologico, oppure verso la psicologia dialogando sulla percezione ?

Rimanendo sull'estetica subito si pone la domanda: la bellezza è oggettiva o soggettiva?

Quali sono i canoni di bellezza che rendono una persona anche attraente sessualmente ?

Ma ci sono canoni ? Non esistono canoni. E' la moda, fugace, che detta le regole.

iano

#4
Ciao Altamarea , credo che....
La bellezza è soggettiva , come la percezione ,ma al pari della percezione , presenta fattori condivisi ,nel lungo periodo.
Quindi le scelte sessuali parimenti convergono .
La moda invece , pur influenzando la scelta sessuale, più che rispettare canoni , manda un messaggio sulle condizioni economiche della persona.
Quindi ha un compito più semplice che si esercita nel breve periodo.
In un modo o nell'altro siamo comunque lontani dall'atemporalita' , come ci suggerisce anche l'evoluzione della specie.
Il linguaggio usato per mandare il messaggio , purché condiviso , può cambiare anche in un tempo breve .
Se guardo la moda degli anni settanta , ad esempio , epoca della mia gioventù , provo un senso di inadeguatezza più che di bello o brutto, come leggere un messaggio scritto in un dialetto in parte perduto.
Allo stesso modo se vado a una festa medioevale dove tutti sono vestiti con abiti dell'epoca , proverò senso di ridicolo per il mio abito moderno , e i medicanti vestiti di sacco faranno più bella figura di me.
Col la moda devi fare bella figura nel breve periodo.
Si può comunque parlare di bellezza "atemporale" per la moda come si può parlare di bellezza per i quadri astratti ,in modo effettivamente soggettivo.
La differenza è che la moda in più , veste noi , mentre i quadri le pareti.
Quindi in tutto ciò il tempo ha un valore di discernimento effettivamente , anche senza giungere all'eternità' , o atemporalita' , dei canoni platonici.
L'evoluzione della specie ci dice che ciò che può essere percepito come atemporale , ha comunque un suo limite di tempo.
La bellezza non è fuori dal soggetto che percepisce , anche quando ampiamente condivisa nello spazio e nel tempo
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

#5
Sulla disputa di viator e iano tra "vecchi e giovani", osservo che le leve del potere politico ed epistemico sono ancora saldamente in mano ai vecchi e passeranno ai giovani quando saranno vecchi. I giovani tendono all'assolutismo, che li fa apparire vecchi, e i vecchi al relativismo che riesce a mantenerli, se non proprio giovani, almeno attuali. L'attualità è forse il giusto mezzo aristotelico, la buona sintesi dialettica che si serve delle antitesi poste dai giovani per (ri)attualizzare le tesi di un universo antropologico che vede oltre, ancora e sempre, dalle spalle dei giganti che l'hanno preceduto.

Gli alieni siamo noi perchè abbiamo, come specie, impresso un corso all'evoluzione naturale non previsto dai suoi automatismi. E' un privilegio evolutivo che dobbiamo però continuamente meritarci di fronte ad una natura che non fa prigionieri.
.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

Citazione di: Ipazia il 17 Dicembre 2019, 08:03:50 AM

Gli alieni siamo noi perchè abbiamo, come specie, impresso un corso all'evoluzione naturale non previsto dai suoi automatismi. E' un privilegio evolutivo che dobbiamo però continuamente meritarci di fronte ad una natura che non fa prigionieri.
.
Mi pare una considerazione che nasce da condivisa preoccupazione, ma si tratta comunque di un fatto evolutivo da far entrare nella teoria , se già non vi rientrasse.
Forse andiamo verso una estinzione di massa , ma non è la prima volta, e non possiamo tirarci fuori dalle cause naturali diverse che ne sono state causa.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Citazione di: iano il 17 Dicembre 2019, 15:36:17 PMMi pare una considerazione che nasce da condivisa preoccupazione, ma si tratta comunque di un fatto evolutivo da far entrare nella teoria , se già non vi rientrasse. Forse andiamo verso una estinzione di massa , ma non è la prima volta, e non possiamo tirarci fuori dalle cause naturali diverse che ne sono state causa.

Rientra nella pratica prima che nella teoria. Rispetto alla quale pratica non sono particolarmente preoccupata perchè abbiamo una marcia in più rispetto agli altri viventi per difenderci da estinzioni di massa. Anche rispetto alla natura che non fa prigionieri sono positiva: è la sua continua sorveglianza a costringerci ad aguzzare l'ingegno. Se perseveriamo nell'errore, l'estinzione ce la saremo meritata. Greta lo sa e fa bene a pestare i piedi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#8
Citazione di: Ipazia il 17 Dicembre 2019, 15:58:31 PM
Citazione di: iano il 17 Dicembre 2019, 15:36:17 PMMi pare una considerazione che nasce da condivisa preoccupazione, ma si tratta comunque di un fatto evolutivo da far entrare nella teoria , se già non vi rientrasse. Forse andiamo verso una estinzione di massa , ma non è la prima volta, e non possiamo tirarci fuori dalle cause naturali diverse che ne sono state causa.

Rientra nella pratica prima che nella teoria. Rispetto alla quale pratica non sono particolarmente preoccupata perchè abbiamo una marcia in più rispetto agli altri viventi per difenderci da estinzioni di massa. Anche rispetto alla natura che non fa prigionieri sono positiva: è la sua continua sorveglianza a costringerci ad aguzzare l'ingegno. Se perseveriamo nell'errore, l'estinzione ce la saremo meritata. Greta lo sa e fa bene a pestare i piedi.
Condivido e solo a sentire il nome di Greta mi commuovo.
Saro' rimbambito in vecchiaia , ma va bene così.😁
L'uomo è il problema e la soluzione.
Forse basterebbe smettere di alienarsi , sia disprezzandoci che sopravvalutandoci senza nessun buon motivo apparente.
Perché ci alieniamo non riconoscendo la scienza come parte di noi?
Solo per potergli dare le nostre colpe?
La soluzione è non rinunciare a se stessi.
E se il destino prevede la nostra estinzione , mi piacerebbe estinguermi con dignità e tutto intero , non alieno a me stesso.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

myfriend

#9
La nostra percezione della realtà dipende dal nostro grado o livello di consapevolezza.
Ma non solo.
Il nostro grado  o livello di consapevolezza determina anche il modo in cui agiamo nella realtà.
In sinstesi, il nostro grado di consapevolezza determina la nostra visione del mondo, la nostra visione di noi stessi e di noi stessi in relazione col mondo. E determina le motivazioni che ci spingono ad agire e quindi le nostre azioni.

E' vero. Noi siamo alieni. E siamo alieni perchè siamo la prima specie dotata del potere "creativo". Noi siamo in grado di "creare" e modellare la realtà.
Il problema è che il potere creativo unito all'inconsapevolezza può fare danni enormi.
Spesso il nostro grado di consapevolezza aumenta dopo che abbiamo fatto dei danni e vediamo il disastro dei nostri danni. Lo schock che nasce dal constatare i nostri danni, spesso, ci fa maturare un livello più alto di consapevolezza...che ci porta ad evitare di rifare gli stessi danni.
Ma molto spesso i danni non sono così evidenti. E, ancora più spesso, chi conosce questi danni ce li tiene ben nascosti. E, ancora più spesso, chi conosce questi danni mente spudoratamente dicendo che sono dei successi.
C'è un tale sig. Monti che ebbe il coraggio di dire che "la vicenda Greca è stata il più grande successo dell'Euro e ha dimostrato che l'Euro è la soluzione di tutti i mali".
Esattamente come c'è qualcuno che dice "il riscaldamento globale non dipende dalle attività umane".
E via discorrendo.

Ma, al di là degli impostori che vorrebbero che non prendessimo coscienza dei danni che abbiamo causato, direi che siamo tutti grandi abbastanza per poterci informare adeguatamente. Oggi non è più come qualche anno fa. Oggi c'è internet. E le possibilità di lavorare autonomamente sul proprio grado di consapevolezza ci sono, perchè ormai le informazioni circolano. Le informazioni non sono più relegate in circoli ristretti...ormai sulla rete le informazioni circolano.
E tutti abbiamo la possibilità di lavorare sulla nostra consapevolezza per farla crescere.

Dopodichè...le semplici informazioni non bastano. Occorre usare le informazioni per rivedere le nostre mappe interiori di riferimento e crescere in consapevolezza.
Solo così potremo evitare di fare danni...o ridurre i danni che nascono dal fatto di avere il potere "creativo" e di agire inconsapevolmente.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

viator

Salve Myfriend. Citandoti : "Oggi non è più come qualche anno fa. Oggi c'è internet".
Il che sarebbe come dire : "allora non era come ora : non c'era Internet..........poi neppure gli smartphones, whatapp...............figuriamoci poi se retrocediamo ancora un poco nel tempo.............!!".

Ma tu sai benissimo che la disponibilità di strumenti di comunicazione, PURTROPPO, non ha LA MINIMA INFLUENZA non dico sul grado di soddisfazione esistenziale degli individui (i quali non ne vengono per nulla soddisfatti bensì solamente ASSERVITI, diventandone DIPENDENTI), ma neppure e sopratutto sulla QUANTITA' di VERITA', di VERA CONOSCENZA e di GIUSTIZIA in circolazione.

Solo un cretino (che tu non sei) può pensare che più parole, immagini e suoni vengano prodotti tanto migliore risulti la condizione umana.
Migliorerà solamente la condizione socioeconomica di chi controlla la diffusione di tali strumenti.

Il problema della COMUNICAZIONE (semplicemente di questa si tratta) è che quando ce n'è troppo poca si ottengono gli stessi identici effetti di quando ce n'è TROPPA : guarda ad esempio la cronaca giornalistica : non ti accorgi che, non appena una vicenda entra nel giornalismo di grande audienza ci scappa automaticamente il morto ? E il cadavere, del quale diviene subito impossibili fare autopsia E' SEMPLICEMENTE QUELLO DELLA VERITA' DEI FATTI.

E' per questa ragione che la mia personale definizione di giornalista (particolarmente del nostro Paese) è la seguente : "Quel professionista della comunicazione la cui capacità e volontà di informare è esattamente pari alle capacità e volontà di interpretare, nascondere, omettere e, per alcuni, di mentire".

QUINDI : TROPPA COMUNICAZIONE = TROPPO POCA VERITA'. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

myfriend

#11
@viator

Non confonderei INFORMAZIONE con COMUNICAZIONE. Sono due concetti diversi.
Io sto parlando di INFORMAZIONE.
E di informazione più ce n'è e meglio è.
Per chi ovviamente cerca di crescere in consapevolezza.

Faccio il semplice esempio dell'immigrazione clandestina.
In Italia, dove l'informazione "ufficiale" è monopolizzata da una certa ideologia, viene ripetuto il tam-tam che bloccare l'immigrazione clandestina di massa è una cosa di "destra", sintomo di xenofobia e razzismo.
Grazie a internet, invece, sappiamo che il governo di sinistra della Svezia ha chiuso le frontiere per bloccare l'immigrazione clandestina di massa.
E sappiamo che esistono in Africa moltissimi esponenti della cultura che vedono nell'emigrazione di massa (emigrazione dai loro paesi) il male del secolo che distrugge il futuro dei loro paesi.
Tutte queste informazioni vengono CENSURATE in Italia.
Tuttavia, chi vuole crescere in consapevolezza ha oggi, grazie a Internet, la possibilità di informarsi.
Per tutti gli altri c'è il recinto ideologico che si sono scelti dove continuare tranquillamente a pascolare e belare.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

viator

#12
Salve myfriend. Forse stai trascurando il fatto che l'INFORMAZIONE altro non è che che UNA BRANCA della COMUNICAZIONE.
Essa - informazione - risulta manipolabile e falsificabile quanto qualsiasi altra forma di comunicazione, solo che per farlo occorre maggior intelligenza, quindi di conseguenza anche per depurarla da eventuali falsità il destinatario dell'informazione deve essere più intelligente della massa.

Ed è falso che, più informazione c'è (parlando anche solo di informazione simbolica, numerica, digitale, cioè di informazione allo stato fondamentale) meglio sia, poichè è proprio a tale livello che la pura e semplice quantità di dati può essere ciò che impedisce la loro analisi.

Lo sanno benissmo, ad esempio, gli hackers professionali oppure certi giornalisti il cui ruolo è solo quello di raccogliere montagne di spazzatura da disseminare in un qualche ambiente per intorbidare le acque.

E lascia perdere la distinzione tra quelli che "vogliono crescere in consapevolezza" (cioè tu e chi altro? Tutti lo vorrebbero ma non abbiamo nessuno che sia autorizzato a distribuire patenti in proposito !!) e gli "altri".

Un'ultima cosina : Chi sarebbe o dove starebbe la Centrale della Censura in Italia ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#13
@Viator
Le nuove tecnologie rivoluzionano la comunicazione ,ed essendo noi esseri sociali , rivoluzionano la nostra vita.
Le rivoluzioni comportano crisi di adattamento , con annesse e inevitabili critiche e resistenza al nuovo.
Non stiamo vivendo quindi nulla di nuovo.
L'impatto è grande , ma non dissimile dall'invenzione della stampa.
Le inevitabile critiche ne hanno bloccato la diffusione?
No , e anzi oggi ne tessiamo le lodi in contrapposizione al nuovo media.
La comunicazione comunque ha vari risvolti nelle dinamiche sociali ,e non si limita alla crescita personale che si esplica nella ricerca della verità.
Anzi il nuovo media ci dice che la ricerca della verità, come fine della comunicazione , è stato finora sopravalutato.
Si è più interessati alle parole d'ordine attorno alle quali si possono aggregare oggi nel tempo di un fine settimana anche oceanici consensi , che nulla hanno a che fare con la verità, se la verità non ha a che fare con la democrazia.
Il nuovo media quindi si limita solo a mettere in evidenza dinamiche sociali latenti , che i vecchi media non portavano in evidenza.
Il punto è se vecchi e nuovi media , dato che i vecchi possono convivere coi nuovi , siano parte di noi oppure no.
Io credo che siano parte di noi , e che pensare il contrario ci rende alieni a noi stessi.
Ciò che i nuovi media mettono in evidenza può piacerci o meno , ma si tratta solo di puri fatti la cui valutazione butta luce su lati delle dinamiche sociali rimaste finora in ombra.
In particolare i nuovi media mettono in evidenza che l'esigenza sociale di sentirsi parte di un gruppo può essere più forte del valore di verità dei principi che fondano il gruppo.
Non c'è neanche bisogno di nessun principio invero.
Basta individuare un gruppo nemico per costituire un nuovo gruppo.
Tutto questo il nuovo media permette senza censure e in breve tempo nel bene e nel male , o in ciò che soggettivamente ognuno considera bene e male.
Io considero ad esempio un bene che non vi sia censura , però lamento il fatto che la velocità del mezzo non ci dia il tempo di autocensurarsi liberamente.
Il nuovo mezzo non ci obbliga a non prenderci il tempo per meditare ciò che decidiamo di comunicare agli altri.
Il nuovo media impone di inventarsi nuovi filtri , e prendersi un po' di tempo è già un buon filtro , considerando che consensi oceanici si perdono con la stessa velocità con cui si guadagnano.
Inevitabilmente qualche scottatura e qualche facciata dovremo prenderla ,  come sempre , e  come dice Myfriend , saranno i nostri errori ad indicarci la strada giusta.
E la cosa più probabile in questa fase è errori.
Se io dico che non sono un assassino, sarà proprio vero?
A onor del vero tutto quel che posso dire è che non ho il porto d'armi , perché il vizio del vero e del dubbio , con vecchie e nuove tecnologie continuo ad esercitarlo.
Ma se mi mettete in mano un arma , e io con quella uccido , non dirò che la colpa è sua.
Qualunque nuovo mezzo ci consente di conoscerci meglio e quel che vediamo può non piacerci.
Però conoscersi meglio rimane un bene in se' , se è vero che la coscienza ci è cosa cara.
Le fake new possono infastidirci , ma il nuovo media più che produrre quelle , ci dice che le balle siamo stati bravi a raccontarcela da soli , prima che raccontarle agli altri , e a quelle balle che ci siamo raccontati ci è piaciuto credere.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

In breve.
Il nuovo media ci impedisce di credere ancora ad alcune delle fake new che ci siamo raccontati da soli , finora.
La stampa ha fatto qualcosa di diverso?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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