Giochi di pensiero: la terza rivoluzione filosofica

Aperto da Vito J. Ceravolo, 02 Febbraio 2020, 18:09:52 PM

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Ipazia

Citazione di: Sariputra il 07 Febbraio 2020, 10:52:12 AM
Citazione di: Ipazia il 07 Febbraio 2020, 10:49:39 AMNon esiste il nulla e non esiste l'assoluto. Esiste il reale. Spiace sia difficile inventarne uno di nuovo, visto che ne facciamo parte da qualche miliardo di orbite terrestri intorno al sole, e che le nostre possibilità di modificarlo sono assai relative. Su quel margine relativo ci stiamo dando da fare. Compito non meramente ancillare della filosofia è dare un senso alla realtà, seguendone il divenire e individuando le persistenze. Le quali possono, con tolleranza sperimentale, divenire costanti, quindi fondamenti di paradigmi esistenziali.

Quindi il reale ( materiale in questo caso) è l'assoluto?

No, perchè è aperto, mobile, e l'episteme ne deve seguire le trasformazioni per restare tale. Non c'è un sapere per tutte le stagioni, nè sui fondamenti nè sui paradigmi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Sariputra

Citazione di: Ipazia il 07 Febbraio 2020, 11:52:29 AM
Citazione di: Sariputra il 07 Febbraio 2020, 10:52:12 AM
Citazione di: Ipazia il 07 Febbraio 2020, 10:49:39 AMNon esiste il nulla e non esiste l'assoluto. Esiste il reale. Spiace sia difficile inventarne uno di nuovo, visto che ne facciamo parte da qualche miliardo di orbite terrestri intorno al sole, e che le nostre possibilità di modificarlo sono assai relative. Su quel margine relativo ci stiamo dando da fare. Compito non meramente ancillare della filosofia è dare un senso alla realtà, seguendone il divenire e individuando le persistenze. Le quali possono, con tolleranza sperimentale, divenire costanti, quindi fondamenti di paradigmi esistenziali.
Quindi il reale ( materiale in questo caso) è l'assoluto?
No, perchè è aperto, mobile, e l'episteme ne deve seguire le trasformazioni per restare tale. Non c'è un sapere per tutte le stagioni, nè sui fondamenti nè sui paradigmi.

Nessun sapere è "per tutte le stagioni". Anche se ti dai un senso,  sei poi sempre chiamato a riempirlo di significati.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Ipazia

Appunto, quindi l'assoluto non esiste. Vince chi legge meglio il reale. Ma deve continuare a rileggerlo per continuare a vincere, perchè il reale si - e ci - trasforma.
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Sariputra

Citazione di: Ipazia il 07 Febbraio 2020, 11:57:00 AMAppunto, quindi l'assoluto non esiste. Vince chi legge meglio il reale. Ma deve continuare a rileggerlo per continuare a vincere, perchè il reale si - e ci - trasforma.


Può esistere un assoluto che ti dà un senso e poi  "devi continuare a rileggerlo [e riempirlo di significati] per continuare a (vincere? Meglio vivere direi..), perchè il reale si - e ci - trasforma".

Perché no?  ::)
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Ipazia

Citazione di: Sariputra il 07 Febbraio 2020, 12:02:14 PM
Citazione di: Ipazia il 07 Febbraio 2020, 11:57:00 AMAppunto, quindi l'assoluto non esiste. Vince chi legge meglio il reale. Ma deve continuare a rileggerlo per continuare a vincere, perchè il reale si - e ci - trasforma.
Può esistere un assoluto che ti dà un senso e poi "devi continuare a rileggerlo [e riempirlo di significati] per continuare a (vincere? Meglio vivere direi..), perchè il reale si - e ci - trasforma". Perché no? ::)

Sul piano concettuale sì, ma non su quello reale.
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Sariputra

Citazione di: Ipazia il 07 Febbraio 2020, 12:13:16 PM
Citazione di: Sariputra il 07 Febbraio 2020, 12:02:14 PM
Citazione di: Ipazia il 07 Febbraio 2020, 11:57:00 AMAppunto, quindi l'assoluto non esiste. Vince chi legge meglio il reale. Ma deve continuare a rileggerlo per continuare a vincere, perchè il reale si - e ci - trasforma.
Può esistere un assoluto che ti dà un senso e poi "devi continuare a rileggerlo [e riempirlo di significati] per continuare a (vincere? Meglio vivere direi..), perchè il reale si - e ci - trasforma". Perché no? ::)
Sul piano concettuale sì, ma non su quello reale.

Sia sul piano reale che su quello concettuale. Se credo in Dio, come esempio di assoluto, devo riempire di significati il mio crederci e non semplicemente dirlo. Quindi dal piano concettuale, nelle scelte di ogni giorno, passo giocoforza in quello reale... :)
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Ipazia

#66
Dio è concettuale, ipotetico, non reale. E tale rimane anche se il concetto umano che lo evoca si traduce in azione reale.
.
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Sariputra

Citazione di: Ipazia il 07 Febbraio 2020, 12:50:02 PMDio è concettuale, ipotetico, non reale. E tale rimane anche se il concetto umano che lo evoca si traduce in azione reale. .

E' semplicemente una tua opinione questa, non una dimostrazione. Opinione relativa... ;D
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Ipazia

Certamente, ma proprio per tale relatività non tutte le opinioni si equivalgono: un asino è reale, un asino volante è immaginario. La stesso gradiente è riscontrabile tra una pistola vera e una giocattolo. Con la pallottola reale a fare la differenza razionale. E pure metafisica, se vogliamo.
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Sariputra

Citazione di: Ipazia il 07 Febbraio 2020, 13:57:01 PMCertamente, ma proprio per tale relatività non tutte le opinioni si equivalgono: un asino è reale, un asino volante è immaginario. La stesso gradiente è riscontrabile tra una pistola vera e una giocattolo. Con la pallottola reale a fare la differenza razionale. E pure metafisica, se vogliamo.


Il tuo ragionamento avrebbe senso se il presunto assoluto fosse un fenomeno condizionato come tutti gli altri (come un asino). Ma non essendo un fenomeno condizionato non puoi dimostrarne empiricamente (scientificamente) l'esistenza. Un asino volante ha delle caratteristche condizionate,  immaginabili,  pertanto possiamo dimostrarne l'inesistenza. L'assoluto non lo puoi immaginare e neppure falsificare.
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bobmax

Citazione di: Sariputra il 07 Febbraio 2020, 14:03:00 PM
Citazione di: Ipazia il 07 Febbraio 2020, 13:57:01 PMCertamente, ma proprio per tale relatività non tutte le opinioni si equivalgono: un asino è reale, un asino volante è immaginario. La stesso gradiente è riscontrabile tra una pistola vera e una giocattolo. Con la pallottola reale a fare la differenza razionale. E pure metafisica, se vogliamo.


Il tuo ragionamento avrebbe senso se il presunto assoluto fosse un fenomeno condizionato come tutti gli altri (come un asino). Ma non essendo un fenomeno condizionato non puoi dimostrarne empiricamente (scientificamente) l'esistenza. Un asino volante ha delle caratteristche condizionate,  immaginabili,  pertanto possiamo dimostrarne l'inesistenza. L'assoluto non lo puoi immaginare e neppure falsificare.

Sottoscrivo in toto.

Aggiungerei che l'Assoluto, ossia la Verità, non essendo condizionato non c'è: non esiste.
Se esistesse, se ci fosse, non vi potrebbe infatti essere alcun asino, né reale né immaginario.

È proprio il suo non esserci, il suo ritrarsi dall'esistenza a permettere l'esserci di ogni cosa. Anche di ogni cosa solo immaginata.

L'Essere, l'Assoluto, non c'è.
Proprio in quanto è.

Essere e Nulla, per quel che ci riguarda, sono infatti il medesimo.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Sariputra

#71
@Bobmax
Sì, direi che il carattere di 'esistenza' è relativo ai fenomeni condizionati.  Se ci riferiamo ad un assoluto dovremmo, a mio parere, non 'etichettarlo' (de-finirlo) col carattere di esistenza e nemmeno con quello di inesistenza, esattamente come la negazione della coppia mutabile-immutabile. Questo perché il linguaggio tende sempre al dualismo. Quando parli di "Nulla" intendi, per esteso: "Nulla di condizionato"?...
Penso di intuire cosa intendi, ma usi un linguaggio quasi tipico del misticismo...(non che sia un difetto , ovviamente...mi piace questo lasciar intendere senza sentire la necessità continua di "de-finire"  :) ).
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davintro

#72
negare l'esistenza dell'Assoluto vuol dire porre la dimensione del contingente come dimensione totalizzante. Cioè presentare un discorso sulla totalità, su ciò che non è limitato da alcunché di altro da se stesso. Ma questo "non essere limitato da alcunché di altro da se stesso" si identifica necessariamente con l' "assoluto" di cui si vorrebbe negare l'esistenza. Assoluto, vuol dire "sciolto dai legami", e la totalità, con cui si vorrebbe identificare il complesso degli enti contingenti, assume gli stessi caratteri che definiscono l'assoluto: se la totalità è ciò oltre cui non vi è nulla, allora necessariamente non potrà essere limitata da niente di estrinseco, cioè sarà pura Libertà, svincolata da altro, Assoluta, appunto. Ecco perché, in tutta evidenza, ogni negazione dell'Assoluto finisce con l'essere autocontraddittoria: nel momento in cui si afferma che "tutto è contingente", "tutto è mutevole", "tutto è relativo", si utilizza la categoria di totalità, che è a tutti gli effetti una determinazione dell'Assoluto, ciò che non ha nulla oltre di sè a limitarlo. Il che non vuol dire, pensare, superficialmente, che "Totalità" e "Assoluto" siano sinonimi. Se ogni discorso sulla totalità è anche discorso sull'assoluto, non vale però l'inverso. L'identificazione tra i due concetti è pensabile in un'ottica immanentista/panteista in cui si fa coincidere Dio, causa prima non subordinata ad alcun principio preesistente, con la totalità dell'Universo, ma non in un'ottica trascendentista/teista che vede Dio come Assoluto distinto dalle sue creazioni. In sintesi, se porre la totalità unica possibile determinazione dell'assoluto non è necessario (quantomeno), è però necessario affermare l'assoluto come modalità ontologica insita in ogni possibile idea di totalità.

Ipazia

Citazione di: Sariputra il 07 Febbraio 2020, 14:03:00 PM
Citazione di: Ipazia il 07 Febbraio 2020, 13:57:01 PMCertamente, ma proprio per tale relatività non tutte le opinioni si equivalgono: un asino è reale, un asino volante è immaginario. La stesso gradiente è riscontrabile tra una pistola vera e una giocattolo. Con la pallottola reale a fare la differenza razionale. E pure metafisica, se vogliamo.

Il tuo ragionamento avrebbe senso se il presunto assoluto fosse un fenomeno condizionato come tutti gli altri (come un asino). Ma non essendo un fenomeno condizionato non puoi dimostrarne empiricamente (scientificamente) l'esistenza. Un asino volante ha delle caratteristche condizionate,  immaginabili,  pertanto possiamo dimostrarne l'inesistenza. L'assoluto non lo puoi immaginare e neppure falsificare.

... e neppure dimostrare, a differenza delle caratteristiche dell'asinità.

L'assoluto rimane nel dominio ontologico del concettuale, in cui possiamo affermare tutto e il suo contrario e dimostrare nulla.

L'immanenza è totalizzante al pari dell'universo, che è quanto di più totale possiamo non solo supporre, ma pure, coi condizionamenti dei nostri mezzi, dimostrare. Finito-datato e presumibilmente non eterno. Di più, escludendo l'immaginazione, non si può dire.

Sull'assoluto qualcosa possiamo dire: zero gradi K e c. Finora nessuno è riuscito a scendere sotto quella temperatura o superare quella velocità. Anche l'immanenza ha i suoi assoluti: dimostrati.
Assoluti di rango inferiore vi sono in ogni sistema fisico prima che collassi. Ma pur sempre sub judice perchè l'esperienza scientifica è una totalità aperta. Anche ai numi, basta che si manifestino.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

@Sariputra
 
Sì la mistica è ormai la mia casa.
Ma non è un punto d'arrivo, anzi...
E' solo l'inizio di un viaggio, "ove per poco il cor non si spaura".
 
De-finire è importante, il più delle volte indispensabile per poter pensare e comunicare.
Tuttavia in alcuni casi pretendere la de-finizione può essere davvero fuorviante, oltre che limitante.
 
E questo è senz'altro il caso dell'Assoluto.
Mi fa davvero sorridere chi di fronte all'affermazione: "Occorre avere fede nella Verità" replica: "Cosa intendi con Verità? Devi prima darne una definizione!"
 
Definire la Verità...
Ciò che fonda ogni possibile definizione...
 
Fede nella Verità = fede nel Nulla.
 
Il Nulla è la perdita di ogni appiglio, di ogni certezza su cui possa in qualche modo contare.
Di ogni possibile de-finizione. Come d'altronde è pure l'Essere, se però riusciamo a non ridurlo a mero esser-ci.
 
Sì Nulla di condizionato.
Però già pensare di aver compreso: "Nulla di condizionato" può ingannarci. Con il suo rassicurare: sarà qualcosa di incondizionato...
Perché è proprio quel "qualcosa" che dobbiamo evitare come la peste.
 
Infatti il "qualcosa" è il regno del relativo.
 
E senza nessun "qualcosa" sono perduto.
Il Nulla mi sbatte in faccia l'aut-aut radicale, dove tutto, ma proprio tutto dipende da me.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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