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FOLLIA

Aperto da filosofia1, 04 Aprile 2016, 13:34:59 PM

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filosofia1

IL TEMA DA APPROFONDIRE RIGUARDA LA FOLLIA.

1 - CONDIZIONE DEL SUO MANIFESTARSI 
2 - IL SUO SIGNIFICATO ALL'INTERNO DELL'ECONOMIA DELLA PERSONA

Vi prego di illustrare fatti realmente accaduti che possano testimoniare ogni vostra affermazione.

Buon lavoro.

InVerno

Ricordo vividamente un attacco di panico che ebbi in tempi non troppo lontani. Io non soffro abitualmente, anzi a dir la verità fu la prima e ultima volta che soffrii, di attacchi di panico. 
Fu un esperienza orribile, sia per la sua qualità, sia per la sua durata, quasi 8 ore, e ne sentii gli effetti ancora il mattino dopo.

Dopo un periodo di meditazione intensa, dove riflettevo avidamente sulla soggettività dell'esperienza vissuta, ebbi la chiara percezione di riuscire a vedere tramite gli occhi degli altri, e quanto le mie decisioni, la mia vita, paresse attraverso i loro occhi, senza senso e significato. Le piccole menzogne che si raccontano normalmente nei rapporti umani per cortesia, non celavano più l'insensatezza che ai loro occhi doveva apparire la mia vita, le mie parole, le mie scelte. Quell'insensatezza che giustificava loro l'aver scelto come migliore un'altra strada per la vita.

Una forma estrema di percezione relativistica. Attraverso i loro occhi, vedevo me stesso allo specchio come un pazzo. La mia forma mentis si trasformò in una calotta di ghiaccio, che in balia delle onde, si era completamente ribaltata su stessa e galleggiava ora dentro il mio cervello, sottosopra. Sentivo chiaramente il mio io, completamente ribaltato, in maniera cosi intensa e fisica, che potevo tramite grande sforzo  mentale, spingerlo fisicamente quasi avessi la possibilità di ribaltarlo ancora, ma per otto ore risultò uno sforzo troppo pesante. 

Ero assolutamente convinto di avere toccato delle corde dentro di me, durante la mia meditazione, che avevano inavvertitamente attivato una reazione a catena per la quale, in quel momento vivevo uno stato di pura follia. Non ero più in grado di distinguere l'oggetto dal soggetto, e neppure le sue qualità di alcun tipo, in modo assoluto, ogni riferimento era andato perso, ogni valore dissipato. Ma sopratutto, non ero in grado di trovare una via di fuga. L'attacco di panico in realtà cominciò li, quando non vedevo una porta per uscire da quella prospettiva dove nulla aveva più un senso, e mi agitavo sempre di più chiedendomi "e se non potessi tornare indietro? resterò pazzo tutta la vita?".

Nelle ultime due ore, arresomi all'impossibilità di curarmi da solo, chiamai un caro amico al telefono "ma secondo te sono pazzo?" - "ma che dici?" - "vieni a casa mia, subito." Poco utile purtroppo. Avevo estrema difficoltà a parlare, e anche quando parlavo le parole erano scelte tramite associazioni che funzionavano solo nel mio cervello, molto più intricate di semplici metafore, interi filoni di pensiero venivano condensati in una parola comune, e una dopo l'altra andavano a comporre frasi senza senso. Al che avrei potuto dire "Blu finestra vieni" per dire "blu", come l'orizzonte del mare e la libertà di cui avevo bisogno, "finestra" come l'atto fisico di chiusura che sentivo ogni volta che provavo a ribaltare il mio stato d'animo, "vieni" come avvicinati e aiutami. Mi rendevo conto che nessuno avrebbe mai potuto decifrare questi messaggi, mi sforzavo di trovare il lessico razionale, ma non lo trovavo più da nessuna parte, perchè nulla era più razionale.

La mattina dopo, ancora sentivo questo sentore di ribaltamento di tutti i significati che provava ad avere la meglio, spingeva con forza mentale e fisica la mia testa a ribaltarsi, sentivo chiaramente e fisicamente la traccia che lasciavano sulla mia epidermide le oscillazioni della mia forma mentis. Ad oggi è rimasto un evento singolo, ma ho deciso da allora, di avventurarmi con estrema prudenza, in riflessioni riguardanti la soggettività. Fondata o meno che sia stata questa esperienza, attinente o meno con la follia, ho intenzione di starne alla larga per un bel po.

anthonyi

Molte delle sensazioni che descrivi le ho vissute anch'io, nella mia esperienza di infestazione da parte di una forza malefica che purtroppo continua in me da tanti anni. Da quello che ho capito con l'esperienza le tecniche di introspezione sono come un amplificatore, per cui l'effetto dipende da quello che hai dentro. Se si ha dentro qualcosa di negativo l'introspezione ti aiuta a riconoscerlo ma non a scacciarlo. La scelta istintiva è quella di far finta di niente, io però, al posto tuo, cercherei di capire meglio.

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