Fino a quando Occidente e Metafisica?

Aperto da PhyroSphera, 09 Luglio 2021, 15:55:03 PM

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PhyroSphera

La linea di pensiero che da Heidegger giunge a Derrida ha mostrato la fallacia delle pretese antimetafisiche e ha inaugurato una post metafisica. D'altronde questa linea non è l'unica essendovene un'altra che principiando dalle critiche kantiane continua con le meditazioni heideggeriane giungendo a un reinizio della metafisica stessa. Un'altra linea ancora, presenta un cammino ininterrotto della metafisica non quale recepita dalla cultura tedesca dominante (Leibniz, appunto Kant...) ma dalla antichità greca classica o secondo essa. Questa linea è dunque duplice: la prosecuzione della tradizione greca antica (in specie i platonismi e neoplatonismi antichi, medioevali e moderni, ma pure gli aristotelismi...) e il ritorno agli antichi (ad esempio E. Severino con Parmenide, G. Reale con Platone...). Ovviamente tante altre pure se ne possono trovare; per esempio in Francia attraverso la metafisica araba medioevale, cui retaggio anche nella stessa Decostruzione...

In definitiva il tentativo di interpretare Heidegger per una fine totale e non provvisoria della metafisica è fallito o destinato al fallimento ma molta cultura filosofica non ne ha recepito ancora.
Il rifiuto assoluto della metafisica, sostenuto da rivoluzionarismo radicale materialista oppure da innovatorismo estremo, può solo proporsi quale rifiuto dell'Occidente o della sua Tradizione ma ragioni pratiche fanno di tal rifiuto un controsenso, sia esistenziale che politico, sia emotivo che logico. Ciononostante vasta parte della cultura occidentale non ne prende atto. Fine dunque dell'Occidente o delle sue radici storiche? I pochi riusciranno ad evitarlo?

MAURO PASTORE

Jacopus

#1
Almeno da Epicuro in poi (ma per Adorno le tracce sono già presenti in Omero) il pensiero antimetafisico ha una tradizione altrettanto solida di quella metafisica, ammesso che parlare di tradizione abbia un senso. La filosofia se vuole essere viva deve confrontarsi con il mutamento e non con ciò che si pretende erroneamente immobile, visto che non sono immobili neppure le leggi fisiche.
La metafisica può aver senso solo nel contesto etico come ricerca condivisa della giustizia. Ma anche qui, fissare valori assoluti comporta sempre il rischio di schiacciare le persone reali, come spesso è accaduto nella storia, sia quando si trattava di valori metafisici spirituali (gli eretici) sia quando si trattava di valori metafisici materiali (i nemici del popolo).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

iano

Se vie e' una fisica allora vi è una metafisica ad oriente come ad occidente, ma come dice Jacopus mobili, non definitive, di modo che una segue il destino dell'altra.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

La scienza è metafisica naturale. Semmai è defunta la metafisica dei numi, con la sua pretesa di un nomos a priori. Ma a posteriori di metafisica se ne fa ancora molta ed ha pure un nome: modernità. Concordo con Jacopus che il nucleo della metafisica moderna è l'etica. L'unico ambito in cui la metafisica naturale cessa di operare e insegnare. Pur offrendo il fondamento su cui l'etica si esercita razionalmente.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Kobayashi

#4
Cit. PhyroSphera: "Il rifiuto assoluto della metafisica [...] può solo proporsi quale rifiuto dell'Occidente o della sua Tradizione ma ragioni pratiche fanno di tal rifiuto un controsenso, sia esistenziale che politico, sia emotivo che logico".

Ben venga la fine di una Tradizione moribonda.
L'importante è ricordarsi che accanto ai riti funebri che ciascuno organizza per ottenere un po' di pace dalla propria nostalgia (io per esempio vado in chiesa a elaborare il mio lutto ed è come se partecipassi sempre ad una messa funebre), c'è anche il gusto per l'invenzione di nuove possibilità. C'è il nulla lasciato dal lunghissimo addio di questo Occidente, ma anche una creatività finalmente libera.
Non vedo alcun controsenso nel rifiuto della Tradizione metafisica.
Diciamo che è invece discutibile un certo modo di fare filosofia di certe correnti antimetafisiche.
La filosofia non può cioè rifiutarsi di impegnarsi nell'espressione di una visione d'insieme del mondo e della condizione umana, mentre certe correnti del Novecento hanno preferito occuparsi minuziosamente di singoli aspetti della realtà, con stili di scrittura veramente indegni.
Ma è la filosofia a doversi occupare di etica, non la metafisica.
Quali sarebbero i fondamenti su cui la metafisica potrebbe costruire un'etica? Non certo su Dio. Ne tantomeno sulle verità sempre provvisorie della scienza.

Ipazia

L'etica è metafisica del comportamento umano. Filosofia e metafisica sono la stessa cosa. Oppure bisognerebbe cominciare a discutere su cosa divergono. Qualsiasi etica necessita di fondamenti. Che per loro natura non possono essere che metafisici, visto che la fisica (physis) non dice nulla a riguardo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alexander

Buongiorno a tutti


Il problema è che, dopo aver demolito (decostruito?) l'edificio metafisico ormai in rovina, bisognerebbe trovare il modo di costruire qualcosa di eticamente condiviso (se non è condiviso non si riesce nemmeno ad iniziare i lavori, perdendosi nella babele del soggettivismo). Ma su cosa basarlo? Su "la Scienza dice che..."? Ma non dice nulla eticamente e in ogni caso non faremmo un gran progresso rispetto alla "Bibbia dice che...", sarebbe sempre un sistema impositivo, come i fatti della pandemia dimostrano. In mancanza di un'etica condivisa che si fa? Arriva il Jeff Bezos di turno ad "aiutarci" con "Ci penso io a costruire, ragazzi!"?

Kobayashi

Citazione di: Ipazia il 10 Luglio 2021, 10:01:06 AM
L'etica è metafisica del comportamento umano. Filosofia e metafisica sono la stessa cosa. Oppure bisognerebbe cominciare a discutere su cosa divergono. Qualsiasi etica necessita di fondamenti. Che per loro natura non possono essere che metafisici, visto che la fisica (physis) non dice nulla a riguardo.

Un discorso completamente insensato.
La filosofia contemporanea si distingue dalla metafisica nella consapevolezza che la ricerca dei fondamenti (sulla natura umana, per esempio) non possa portare mai a qualcosa di assoluto, di eterno, di definitivo.

Kobayashi

Citazione di: Alexander il 10 Luglio 2021, 10:35:59 AM
Buongiorno a tutti.
Il problema è che, dopo aver demolito (decostruito?) l'edificio metafisico ormai in rovina, bisognerebbe trovare il modo di costruire qualcosa di eticamente condiviso (se non è condiviso non si riesce nemmeno ad iniziare i lavori, perdendosi nella babele del soggettivismo). Ma su cosa basarlo? Su "la Scienza dice che..."? Ma non dice nulla eticamente e in ogni caso non faremmo un gran progresso rispetto alla "Bibbia dice che...", sarebbe sempre un sistema impositivo, come i fatti della pandemia dimostrano. In mancanza di un'etica condivisa che si fa? Arriva il Jeff Bezos di turno ad "aiutarci" con "Ci penso io a costruire, ragazzi!"?

Ma appunto è questo il lavoro filosofico.
Se credo che l'uomo sia un animale sociale cerco di costruire un discorso che sia convincente, condivisibile, confrontandomi sia con la Tradizione che con la scienza, ma non potendo prendere come verità assoluta ne' quello che viene detto dal Dio biblico intorno all'argomento, ne' quello che mi dice l'ultima pubblicazione su primati e homo sapiens.
È il compito della filosofia.
E se no a cosa serve? A rompersi la testa sui testi per potersi destreggiare con la storia della filosofia e giocare a confutare gli utenti di un forum filosofico?

Jacopus

Per Kobayashi. Premetto che i tuoi interventi sono fra i più interessanti fra quelli che leggo qui, ma in questa discussione condivido (una volta tanto) il pensiero di Ipazia. La filosofia come pensiero sul pensiero in una visione totale (o olistica) può essere una via, ma è una via estremamente impervia, data la mole di studi che presuppone. Riuscire a filosofare tenendo conto di teoria quantistica ed Epicuro è affascinante (infatti è già stato fatto) ma davvero una cosa da far tremare i polsi se si volesse estendere a tutto lo scibile umano.
Inoltre la scienza, nel campo fisico, quello che viene definito in Anglia "hard sciences", ha raggiunto un codice valido anche se ovviamente contestabile. La filosofia può dire qualcosa in questo settore come spazio metacritico, ovvero come riflessione critica sul metodo (che è già critico) scientifico. Però, pensandoci bene, è come criticare un frigorifero perché mantiene il cibo fresco.
La filosofia può e deve, in realtà, smascherare i tentativi di scientificizzare ciò che non può essere scientificizzato, ovvero la dimensione della praxis. Anche la praxis si è allargata negli ultimi duecento anni con discipline come la sociologia, la psicologia, l'antropologia, l'etologia, la psichiatria. La filosofia la immagino come un immenso deposito di sapere critico dal quale attingere per trovare il modo di guidare l'azione dell'uomo buono  in quanto zoon politikon in questa selva di saperi specialistici che rischiano di far perdere di vista l'uomo nella sua possibile totalità ecologica.
Non sono certo di quello che dico. Una visione leonardesca della filosofia sarebbe ancora più potente, diverrebbe quasi una sorta di religione, ma c'è davvero qualcuno in grado di farlo, tenendo conto delle conoscenze accumulate? Servirebbero vite lunghe 500 anni oppure uno stile aforistico/profetico, come quello usato da Nietzsche.
Considerazioni sparse. Una riflessione in progress che ho condiviso con voi.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

Citazione di: Kobayashi il 10 Luglio 2021, 10:47:51 AM
Citazione di: Ipazia il 10 Luglio 2021, 10:01:06 AM
L'etica è metafisica del comportamento umano. Filosofia e metafisica sono la stessa cosa. Oppure bisognerebbe cominciare a discutere su cosa divergono. Qualsiasi etica necessita di fondamenti. Che per loro natura non possono essere che metafisici, visto che la fisica (physis) non dice nulla a riguardo.

Un discorso completamente insensato.
La filosofia contemporanea si distingue dalla metafisica nella consapevolezza che la ricerca dei fondamenti (sulla natura umana, per esempio) non possa portare mai a qualcosa di assoluto, di eterno, di definitivo.

Il fondamento della metafisica moderna è, testualmente, "la consapevolezza che la ricerca dei fondamenti (sulla natura umana, per esempio) non possa portare mai a qualcosa di assoluto, di eterno, di definitivo".

Mi pare molto sensato e decisamente più sensato della veterometafisica dei fondamenti assoluti ed eterni, perennemente bisticcianti con la realtà.

Il che non esclude che vi siano fondamenti (ed elementi della natura umana) più costanti di altri nel fluire del tempo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#11
A me sembra che la cosiddetta fisica non possa non accorgersi di essere piena zeppa di metafisica non appena solleva la testa dalla sua prassi consolidata.
In effetti a me pare che la metafisica sia un prodotto, desiderato o meno, dell'uso della coscienza, che in se' non è necessaria nel determinare la prassi secondo la quale ci rapportiamo con la realtà.
Dalla prassi  possiamo trarre una teoria come cosa non certo superflua, ma neanche necessaria. La teoria è gia' metafisica, ma correntemente la intendiamo ancora come fisica.
Perché appena alziamo la testa dalla prassi non possiamo fare a meno di chiederci cosa sia una teoria e la risposta non può che essere di tipo metafisico.
Se riduciamo la fisica allo stretto necessario essa è prassi, ma se vogliamo giustificarla dobbiamo fare metaprassi.
La fisica come la intendiamo confusamente, dando cioè per scontato di averne una visione condivisa, è in effetti prassi e metaprassi insieme.
Un polpettone che ammette un metapolpettone che è ciò che correntememte intendiamo con metafisica.
La scienza, se fosse strettamente tale, cioè prassi, non avrebbe certamente nulla da suggerirci riguardo alla metafisica.
Ma siccome non è mai strettamente tale per come la intendiamo di solito ha invece molto da dirci in proposito.
Credo non ci sia un solo modo di estrarre una teoria dalla prassi, per cui la teoria non si potrà dire essere strettamente attinente ai fatti.
Ma nella misura in cui la teoria estratta diventa una strada che la scienza seguirà allora essa ha a che fare con l'etica.
Quale interpretazione della meccanica quantistica fra le tante possibili prevalga non è scienza, ma non è indifferente alla scienza.
La scienza è il nostro agire secondo coscienza, ma l'azione in se' non richiede coscienza.
Il suo uso, e quindi la scienza, non è perciò separabile da un etica.
Trarre una teoria o un altra dalla prassi è tendenzioso , anche se di solito, fissati come siamo nella ricerca della verità, non ci accorgiamo di ciò.
Inevitabilmente avrò fatto confusione fra scienza e prassi, ma si tratta come sempre di pensieri in corso.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Il "metapolpettone" ha una sua grande utilità nel ricondurre, protagoricamente, la realtà alla misura umana. Ad esempio, le forme ideali platoniche sono assai più congegnali alle nostre attività e sollazzi delle forme naturali "irregolari". Si va dalla costruzione di una casa, di mobili, ai giochi del tennis, biliardo e calcio.

È vero che si sarebbe potuto fare la stessa cosa senza scomodare l'iperuranio, ma sarebbe stato ugualmente un metapolpettone geometrico. Le cui formule e regole, a differenza dell'iperuranio platonico e delle narrazioni religiose, non sono arbitrarie, ma necessarie per la realizzazione di opere materiali a regola d'arte.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

E' l unita" stessa del divenire a sconfessare la verita' della metafisica, credo quindi che sia responsabilita' dei singoli ripensare la tradizione come tradimento.


Nel mondo reale non c'è una tradizione in generale cosi' come non c'è un'idea della tradizione, c'e' la realta' e la condizione umana della coesistenza e della discendenza, e il modo in cui esse si incrociano: ad esempio nasciamo da uomo e da donna, quindi la discendenza stessa è coesistente, e multicausale.
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Alexander


Buona domenica  a tutti

Se, come sostenete, non c'è una "verità", come può esserci un tradimento della stessa? Postulando un tradimento implicitamente si afferma che esiste, conosciuta o meno, una "verità". Infatti lo scapolo non può certo tradire una moglie inesistente. Un palazzo in rovina si può ristrutturare, se riconosciamo qualche valore in esso da preservare. E così infatti si fa. Se la metafisica sembra in rovina, si può ristrutturare, preservando ciò che ha espresso come valore. Il palazzo può essere visitato da tutti, anche da coloro che poi possono criticare la ristrutturazione stessa. Accanto al palazzo storico ristrutturato possono sorgere edifici nuovi, possibilmente con una certa armonia di linee, così che antico e nuovo non confliggano fra loro.
Spesso si getta una tradizione senza realmente conoscerla, come si abbandona un palazzo di valore perché troppo faticoso e costoso chiudere le crepe che il tempo ha provocato. Conservare è possibile anche nel divenire. E quando non è più possibile per una vetustà ormai irrecuperabile, si può ricostruire. Il tempo siamo noi. Tutto cambia, ma forse è solo un'illusione il cambiamento. Infatti quest'anno ci sono, di nuovo, come diversi anni fa, poche zanzare  :-X

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