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Filosofia è metafisica

Aperto da bobmax, 27 Marzo 2020, 10:17:19 AM

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bobmax

Citazione di: Ipazia il 28 Marzo 2020, 14:58:51 PMQuindi anche la verità assoluta è di là da venire.

Oppure semplicemente è.

Se la nostra fede nella Verità è tale da farci affermare: "Il Bene è!", nonostante l'assurdità di questa affermazione, allora occorre accettarne le necessarie implicazioni.

Occorre cioè capovolgere la nostra visione del mondo.
Ossia constatare che l'Etica non è un epifenomeno marginale della realtà materiale. Bensì l'Etica allude all'origine di questo nostro mondo!
Origine che, nel mondo, non può che essere Nulla.

La Verità nel mondo non può che risultare Nulla.

Ma tramite la nostra fede nella Verità possiamo affermare, contro ogni evidenza, che è invece proprio il contrario.

Il Bene è!

Il nichilismo, estinguendosi, genera il suo frutto prezioso.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

giopap

Citazione di: davintro il 29 Marzo 2020, 00:06:08 AM


I limiti della conoscenza umana ci precludono la possibilità di una conoscenza totalizzante del reale e dunque di una verità onnicomprensiva, che però è una cosa diversa dal precludere la conoscenza di un limitato nucleo di verità assolute e certe. L'insieme di tutte le verità possibili non si esaurisce al livello della verità assoluta in generale e dei suoi corollari necessari, comprende anche le verità circoscritte e contingenti, la metafisica prende in considerazione un certo livello, fondativo ma parziale della realtà, non è mai tuttologia, si rivolge ai princìpi della totalità, che però sono una cosa diversa dal "tutto"

Per "verità assoluta" o verità relativa" intendi rispettivamente "affermazioni assolutamente, integralmente vere, per nulla false" e "affermazioni relativamente, parzialmente vere, in qualche senso o misura false"?
Oppure rispettivamente "affermazioni certamente vere" e "affermazioni dubbiamente (probabilmente in diverso grado) vere"?

Per quanto mi riguarda le uniche cose della cui verità sono assolutamente certa sono i teoremi della matematica e della logica astratta e i dati immediati (non interpretati, non ricordati, immediatamente in atto) dell' esperienza.

Tutto il resto in cui credo (comprese le verità scientifiche) é di verità dubbia (oltre che di fatto per lo meno quasi sempre parziale). 

Ipazia

Citazione di: bobmax il 29 Marzo 2020, 06:16:56 AM
Citazione di: Ipazia il 28 Marzo 2020, 14:58:51 PMQuindi anche la verità assoluta è di là da venire.

Oppure semplicemente è.

Se la nostra fede nella Verità è tale da farci affermare: "Il Bene è!", nonostante l'assurdità di questa affermazione, allora occorre accettarne le necessarie implicazioni.

Occorre cioè capovolgere la nostra visione del mondo.
Ossia constatare che l'Etica non è un epifenomeno marginale della realtà materiale. Bensì l'Etica allude all'origine di questo nostro mondo!
Origine che, nel mondo, non può che essere Nulla.

La Verità nel mondo non può che risultare Nulla.

Ma tramite la nostra fede nella Verità possiamo affermare, contro ogni evidenza, che è invece proprio il contrario.

Il Bene è!

Il nichilismo, estinguendosi, genera il suo frutto prezioso.

Io la interpreto così: se nell'universo nulla ha senso (nichilismo), tocca alla sua coscienza trovarne uno, e questo conatus verso il senso è il bene, che si consegue ricercando la verità. Tale percorso non è unico (@davintro), ma unico è il motore che lo muove. E lo muove nelle situazioni più incredibili, come nell'intenso sguardo del soldato Witt nel bel film suggerito da @jacopus.

"chi sei tu per vivere sotto tutte queste forme? Tua è la morte che cattura tutto, tua è anche la fonte di tutto ciò che nascerà. Tua la gloria, la pietà, la pace, la verità. Tu dai riposo allo spirito, comprensione, coraggio. Il cuore rassereni, oh Signore."

Quel "Signore", personale o impersonale, reale o immaginario, è il soggetto che trasfigura fisica in metafisica, così come re Mida trasformava tutto in oro. Fatto salvo che un percorso alternativo va comunque preservato per non andare incontro all'inconveniente che logicamente ne deriva, lasciando alla "fisica" la parte necessaria che le compete.

E lasciando alla filosofia l'altrettanto necessario ambito del metafisico (tutto riconduce alla questione ontologica) perchè, come ammonisce Witt...genstein: "quando anche la scienza ci avesse dato tutte le risposte..."

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

davintro

Citazione di: giopap il 29 Marzo 2020, 07:59:59 AM
Citazione di: davintro il 29 Marzo 2020, 00:06:08 AM


I limiti della conoscenza umana ci precludono la possibilità di una conoscenza totalizzante del reale e dunque di una verità onnicomprensiva, che però è una cosa diversa dal precludere la conoscenza di un limitato nucleo di verità assolute e certe. L'insieme di tutte le verità possibili non si esaurisce al livello della verità assoluta in generale e dei suoi corollari necessari, comprende anche le verità circoscritte e contingenti, la metafisica prende in considerazione un certo livello, fondativo ma parziale della realtà, non è mai tuttologia, si rivolge ai princìpi della totalità, che però sono una cosa diversa dal "tutto"

Per "verità assoluta" o verità relativa" intendi rispettivamente "affermazioni assolutamente, integralmente vere, per nulla false" e "affermazioni relativamente, parzialmente vere, in qualche senso o misura false"?
Oppure rispettivamente "affermazioni certamente vere" e "affermazioni dubbiamente (probabilmente in diverso grado) vere"?

Per quanto mi riguarda le uniche cose della cui verità sono assolutamente certa sono i teoremi della matematica e della logica astratta e i dati immediati (non interpretati, non ricordati, immediatamente in atto) dell' esperienza.

Tutto il resto in cui credo (comprese le verità scientifiche) é di verità dubbia (oltre che di fatto per lo meno quasi sempre parziale). 



le due opzioni non sono alternative separate, ma due aspetti convergenti che si implicano fra loro. Se il livello di certezza riguardo un giudizio è determinato dalla capacità della razionalità di addurre argomenti che corroborino la pretesa di oggettività, allora una verità apparirà tanto più certa quanto direttamente riconducibile a criteri logici autonomi da condizionamenti estrinseci in assenza dei quali questi criteri perderebbero la loro validità, smarrendo la loro capacità di fondare la verità del discorso. Dunque il massimo livello di certezza coincide con il carattere assolutistico del criterio di verità, perché arrivati al punto in cui un criterio si autolegittima, cioè si pone come dotato di validità assoluta, "sciolto dai legami", da vincoli nei confronti di ulteriori princìpi, possiamo riconoscerne la verità in modo certo, senza nessuna possibilità di errore, perché non esiste condizione in cui potrebbe venir meno. Per questo, non solo matematica e geometria, ma anche la metafisica consta di verità certe. Se parlare di certezza in campo metafisico ci appare così controintuitivo, per non dire di peggio, è perché si confonde la metafisica come disciplina in sé con la storia della metafisica, e stante l'infinita pluralità di posizioni diverse costituenti quest'ultima, si è indotti a pensare la metafisica come disciplina in sé come un campo in cui è impossibile pervenire ad alcun tipo di verità certa e condivisa. In realtà penso che la maggiore difficoltà nel riconoscere delle certezze nella metafisica rispetto alla matematica o alla geometria sia dato dal fatto che proprio l'assolutezza delle verità che la metafisica ricerca le rende estremamente più comprensive di tanti aspetti della realtà, e dell'esistenza umana, e dunque la ricerca finisce con l'accumulare molti più coinvolgimenti morali/sentimentali, per cui, mancando un dovuto distacco, la soggettività, del ricercatore offusca l'evidenza oggettiva delle verità in questione. Questo impedimento compromette di fatto il riconoscimento delle certezze metafisiche, ma non le invalida di principio, restano più o meno latenti, implicite nella nostra coscienza, al di là delle capacità riflessiva di esplicitarle in un discorso consapevole

Jacopus

CitazioneQuesto impedimento compromette di fatto il riconoscimento delle certezze metafisiche, ma non le invalida di principio, restano più o meno latenti, implicite nella nostra coscienza, al di là delle capacità riflessiva di esplicitarle in un discorso consapevole


Insomma un dogma arricchito dal sentimento. Oppure verità intesa nel suo significato latente dalla radice "vir" di molte lingue indoeuropee, ovvero fede, dal quale discende nel linguaggio comune un indizio significativo, la "vera" intesa come l'anello che sancisce l'obbligo di fedeltà della moglie al marito e viceversa (cfr Emile Benveniste, il vocabolario delle istituzioni indoeuropee).
La filosofia non può ridursi a questo. Possiamo anche discutere di metafisica ma dire che la metafisica è la filosofia, se interpretata in questo senso, è veramente riduttivo, per non dire di peggio.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

La metafisica non è diversa da altri saperi. Anch'essa deve postulare i suoi fondamenti e solo così può produrre un sistema coerente. Spinoza dovette postulare Dio per scrivere la sua Etica e non dissimilmente da lui, anche se con molto minor rigore, tutte le teologie si reggono su quel postulato. La metafisica classica di tradizione platonica postula l'Essere che non è nient'altro che la controfigura filosofica di Dio. L'umanesimo postula l'essere umano e su quel postulato costruisce la sua metafisica e la sua etica. Il nichilismo postula il nulla, l'assenza paradigmatica della ricerca di senso. Spinoza ci offre la Natura in cambio di Dio e Galileo ci invita a farne buon uso.

Intorno ad ogni Soggetto posto si possono costruire buone o cattive metafisiche, coerenti o aporetiche. Non esiste un centro dell'universo a cui poter appendere i propri fondamenti di senso. Dobbiamo sceglierli e in ciò sta la libertà e la fede. E costruirci intorno, e in ciò sta la scienza, il sapere.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

davintro

Citazione di: Jacopus il 29 Marzo 2020, 23:39:08 PM
CitazioneQuesto impedimento compromette di fatto il riconoscimento delle certezze metafisiche, ma non le invalida di principio, restano più o meno latenti, implicite nella nostra coscienza, al di là delle capacità riflessiva di esplicitarle in un discorso consapevole


Insomma un dogma arricchito dal sentimento. Oppure verità intesa nel suo significato latente dalla radice "vir" di molte lingue indoeuropee, ovvero fede, dal quale discende nel linguaggio comune un indizio significativo, la "vera" intesa come l'anello che sancisce l'obbligo di fedeltà della moglie al marito e viceversa (cfr Emile Benveniste, il vocabolario delle istituzioni indoeuropee).
La filosofia non può ridursi a questo. Possiamo anche discutere di metafisica ma dire che la metafisica è la filosofia, se interpretata in questo senso, è veramente riduttivo, per non dire di peggio.



la fede non centra in questo contesto, non a caso non l'ho mai citata. La fede si può intendere come sentimento inerente una credenza, una "doxa" non necessariamente supportata da argomenti razionali. La metafisica di cui parlavo invece si legittimerebbe come fondamento della razionalità, riconoscibile al termine di una regressione da parte della ragione che giunge a riconoscere i suoi stessi princìpi, cioè quel criterio regolativo universale di Verità da utilizzare come riferimento per discernere le verità contingenti. Metafisica non è religione, può condividere con essa l'oggetto di riferimento, ma lo raggiunge percorrendo una diversa strada, non sentimentale, meramente intuitiva, ma dialettica, confonderle sarebbe un po' come pensare che Po e Adige siano lo stesso fiume solo perché sfociano nello stesso mare.

bobmax

#22
La scienza si occupa del "come". La sua eterna domanda è: "Come funziona?".
Ma non è interessata al "perché". Non si chiede quale è lo scopo, il senso.
Ed è stato proprio il suo tralasciare il perché che le ha permesso di progredire.

Si potrebbe pensare che il perché sia allora il campo della filosofia, ma non è così.
Scopo della filosofia infatti non è quello di rispondere ai perché.
Il perché è solo lo stimolo, la motivazione per filosofare, che non consiste però nella costruzione di una possibile risposta.

La filosofia, e quindi la metafisica, è il movimento che prende le mosse dalla domanda di senso per porsi di fronte al Nulla.

E lì resistere.

Nella speranza che qualcosa avvenga...

Questo movimento che la porta di fronte al Nulla, è fondato sulla propria fede nella Verità.

Chi perciò ritiene che la filosofia prescinda dalla Verità non ha alcuna idea di cosa "filosofia" sia. E neppure in cosa consista la fede.

Chi si occupa allora dei "perché"?

È la superstizione a pretendere di dare risposte ai perché.
È infatti superstizione ogni sistema che spieghi, che dia sostanza, al perché del mondo.

L'autentica metafisica, che è poi l'autentica filosofia, rifugge dal dare risposte al perché: sarebbe la sua rovina.
Ciò che la anima è infatti la fede nella Verità.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Citazione di: bobmax il 30 Marzo 2020, 08:14:33 AM

La filosofia, e quindi la metafisica, è il movimento che prende le mosse dalla domanda di senso per porsi di fronte al Nulla.

E lì resistere.

Nella speranza che qualcosa avvenga...


Nel frattempo bisogna nutrire il resistente. E non solo di cibo mortale.

La fede nella Verità è il mondo così com'è, parametrato da Protagora, senza fingere ipotesi.

Tale è lo stato (stitio) su cui si può sovrascrivere (super) illusoriamente (superstizione) o realmente (scienza)

Il "mondo così com'è" - nello spaziotempo che gli è dato (da Anassimandro ad Einstein e oltre chissà dove) -

risponde sempre, dividendo col suo rispondere il grano (Bene) dal loglio (Male).

In tale risposta sta la Verità, che è sapienza comprendere in anticipo al proprio tempo,

perchè qualcosa accade sempre, qui ed ora.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

giopap

Citazione di: davintro il 29 Marzo 2020, 23:14:20 PM

le due opzioni non sono alternative separate, ma due aspetti convergenti che si implicano fra loro. Se il livello di certezza riguardo un giudizio è determinato dalla capacità della razionalità di addurre argomenti che corroborino la pretesa di oggettività, allora una verità apparirà tanto più certa quanto direttamente riconducibile a criteri logici autonomi da condizionamenti estrinseci in assenza dei quali questi criteri perderebbero la loro validità, smarrendo la loro capacità di fondare la verità del discorso. Dunque il massimo livello di certezza coincide con il carattere assolutistico del criterio di verità, perché arrivati al punto in cui un criterio si autolegittima, cioè si pone come dotato di validità assoluta, "sciolto dai legami", da vincoli nei confronti di ulteriori princìpi, possiamo riconoscerne la verità in modo certo, senza nessuna possibilità di errore, perché non esiste condizione in cui potrebbe venir meno. Per questo, non solo matematica e geometria, ma anche la metafisica consta di verità certe. Se parlare di certezza in campo metafisico ci appare così controintuitivo, per non dire di peggio, è perché si confonde la metafisica come disciplina in sé con la storia della metafisica, e stante l'infinita pluralità di posizioni diverse costituenti quest'ultima, si è indotti a pensare la metafisica come disciplina in sé come un campo in cui è impossibile pervenire ad alcun tipo di verità certa e condivisa. In realtà penso che la maggiore difficoltà nel riconoscere delle certezze nella metafisica rispetto alla matematica o alla geometria sia dato dal fatto che proprio l'assolutezza delle verità che la metafisica ricerca le rende estremamente più comprensive di tanti aspetti della realtà, e dell'esistenza umana, e dunque la ricerca finisce con l'accumulare molti più coinvolgimenti morali/sentimentali, per cui, mancando un dovuto distacco, la soggettività, del ricercatore offusca l'evidenza oggettiva delle verità in questione. Questo impedimento compromette di fatto il riconoscimento delle certezze metafisiche, ma non le invalida di principio, restano più o meno latenti, implicite nella nostra coscienza, al di là delle capacità riflessiva di esplicitarle in un discorso consapevole


Ma che le verità matematiche ("pure") e logiche siano certe é vero per definizione, trattandosi di giudizi analitici a priori.


Invece non vedo come ciò possa darsi (anche in linea di principio, a prescindere da tutti i "trabocchetti da eccessivo coinvolgimento emotivo" da te ricordati) delle verità metafisiche, che predicando sulla realtà di fatto e non su meri costrutti mentali e regole di deduzione arbitrariamente stabiliti (per definizione) deve avere prove anche empiriche a posteriori, per quanto indirette, circa la realtà di fatto e non solo costrutti arbitrari puramente mentali (che non vanno confusi con la metafisica, come a mio parere fa Viator).


Non solo, ma questa insuperabile dubitabilità di principio vale anche per la fisica (e in generale le scienze naturali).
Queste infatti si basano sull' esperienza, ma non si limitano ai dati immediati (particolari e concreti) di sensazione, ai quali personalmente attribuisco la stessa certezza dei giudizi analitici a priori (anche se il predicarli realmente accadere é giudizio sintetico a posteriori; ma circa evidenze empiriche immediate, non minimamente interpretate) E invece cercano nel mondo materiale naturale (fisico, non metafisico) "leggi" o modalità generali astratte del suo (postulato; ma mai dimostrabile) divenire regolare e non caotico, la cui verità poggia (assai instabilmente in linea teorica o di principio; diverso é il discorso sulla pratica) su dubitabilissime inferenze induttive (in ultima analisi; oltre che su ragionamenti deduttivi, abduttivi ed eventualmente di ulteriormente diversa natura).

viator

Salve giopap : "Ma che le verità matematiche ("pure") e logiche siano certe é vero per definizione, trattandosi di giudizi analitici a priori".Beato chi ha delle certezze (vedi il mio motto personale in calce ad ogni mio post).A me risulta che la matematica consista in un linguaggio ed in una convenzione. Praticamente un canone, suvvia.Bastasse il timbro "a priori" per trovare certezza e verità !! Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

Citazione di: giopap il 30 Marzo 2020, 09:40:23 AM
Ma che le verità matematiche ("pure") e logiche siano certe é vero per definizione, trattandosi di giudizi analitici a priori.

Invece non vedo come ciò possa darsi (anche in linea di principio, a prescindere da tutti i "trabocchetti da eccessivo coinvolgimento emotivo" da te ricordati) delle verità metafisiche, che predicando sulla realtà di fatto e non su meri costrutti mentali e regole di deduzione arbitrariamente stabiliti (per definizione) deve avere prove anche empiriche a posteriori, per quanto indirette, circa la realtà di fatto e non solo costrutti arbitrari puramente mentali (che non vanno confusi con la metafisica, come a mio parere fa Viator).

Non solo, ma questa insuperabile dubitabilità di principio vale anche per la fisica (e in generale le scienze naturali).
Queste infatti si basano sull' esperienza, ma non si limitano ai dati immediati (particolari e concreti) di sensazione, ai quali personalmente attribuisco la stessa certezza dei giudizi analitici a priori (anche se il predicarli realmente accadere é giudizio sintetico a posteriori; ma circa evidenze empiriche immediate, non minimamente interpretate) E invece cercano nel mondo materiale naturale (fisico, non metafisico) "leggi" o modalità generali astratte del suo (postulato; ma mai dimostrabile) divenire regolare e non caotico, la cui verità poggia (assai instabilmente in linea teorica o di principio; diverso é il discorso sulla pratica) su dubitabilissime inferenze induttive (in ultima analisi; oltre che su ragionamenti deduttivi, abduttivi ed eventualmente di ulteriormente diversa natura).

Tuttavia, le verità matematiche che derivano da giudizi analitici a priori, si fondano su giudizi sintetici a priori. Sono infatti questi ultimi a permettere lo sviluppo della logica matematica.

Senza giudizi sintetici a priori non sarebbe possibile alcuna matematica o logica.

Anche se nessun giudizio sintetico a priori potrà comunque mai essere considerato Verità assoluta...

Riguardo alle "verità metafisiche" concordo senz'altro con te: non ve ne sono.
Quelle che sono propagandate come verità, in realtà sono solo superstizioni.

Così come concordo che il dubbio sia ineliminabile in ogni "verità" scientifica.

D'altronde, se lo fosse non saremmo perduti?

Questa insuperabilità del dubbio, l'impossibilità di possedere una verità definitiva, dona speranza.
Perché apre alle infinite possibilità, che solo il Nulla può donare.

Inoltre, questa constatazione ci può far sospettare che forse dovremmo rovesciare la nostra interpretazione del mondo. Dove l'Etica non è più un suo epifenomeno, magari pure illusorio, ma il suo stesso Fondamento!

Ossia il Bene è l'Essere.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

giopap

Citazione di: viator il 30 Marzo 2020, 13:39:30 PM
Salve giopap : "Ma che le verità matematiche ("pure") e logiche siano certe é vero per definizione, trattandosi di giudizi analitici a priori".Beato chi ha delle certezze (vedi il mio motto personale in calce ad ogni mio post).A me risulta che la matematica consista in un linguaggio ed in una convenzione. Praticamente un canone, suvvia.Bastasse il timbro "a priori" per trovare certezza e verità !! Saluti.


Salve, Viator.


Anche a me risulta che la matematica (pura; e la logica) sia convenzione (come tutte le definizioni e gli assiomi arbitrari e le deduzioni da essi operate secondo regole convenzionali arbitrarie).
E' ben per questo, per arbitrarie convenzioni, che é certa (sono certe; salvo l' eccezione che conferma la regola, di cui la matematica pura e la logica sono ben consapevoli, rappresentata dalle proposizioni indecidibili -almeno una- dei sistemi assiomatici dimostrate dai teoremi di Goedel; i quali che non scalfiscono minimamente la certezza di tutto il resto, come indebitamente pretenderebbero certi relativisti); della logica i suddetti teoremi sono anzi addirittura parte integrante.
Peccato che, trattandosi di convenzioni arbitrarie, non diano conoscenza circa la realtà, ma solo circa se stesse e la correttezza delle loro intrinseche relazioni ("peccato" che scalfisce la beatitudine di chi ha certezze logiche e matematiche? Non lo so, dipende da soggetto a soggetto delle certezze stesse, é anche questo qualcosa di arbitrario; per quanto personalmente mi riguarda mi accontento e godo).

giopap

Citazione di: bobmax il 30 Marzo 2020, 14:49:28 PM


Tuttavia, le verità matematiche che derivano da giudizi analitici a priori, si fondano su giudizi sintetici a priori. Sono infatti questi ultimi a permettere lo sviluppo della logica matematica.

Senza giudizi sintetici a priori non sarebbe possibile alcuna matematica o logica.
Citazione


Non sono una logica né una matematica.
Tuttavia non mi risulta.
In dissenso da Kant, mi risulta invece che le verità logiche e matematiche si fondano su assiomi e definizioni arbitrariamente stabilite per convenzione a priori e su teoremi da essi dedotti analiticamente secondo regole egualmente assunte arbitrariamenete, convenzionalmente (giudizi analitici a priori).




CitazioneAnche se nessun giudizio sintetico a priori potrà comunque mai essere considerato Verità assoluta...
Citazione

Per me la verità (che conosco solo con iniziale minuscola) dei giudizi analitici a priori non é assoluta (essendo espressa mediante determinati concetti relativi messi in determinate relazioni reciproche); piuttosto é certa (ma vedi in proposito cosa rispondo qui sopra a Viator).
Quella dei giudizi sintetici a posteriori (salvo immediate constatazioni di dati empirici non interpretate, non minimamente "Caricate di teoria", come credo possibilissimo contro Mc Dowell e altri analitici) non é nemmeno certa.
Contro Kant non credo che esistano giudizi sintetici a priori (con molti analitici ritengo analitici a posteriori quelli della matematica).





CitazioneRiguardo alle "verità metafisiche" concordo senz'altro con te: non ve ne sono.
Quelle che sono propagandate come verità, in realtà sono solo superstizioni.
Citazione

Evidentemente non ci siamo capiti; e non concordiamo.
Verità metafisiche, per quanto insuperabilmente dubbie, ma né più né meno delle verità fisiche (scientifiche), ve ne possono benissimo essere.
E se fossero superstizioni per il solo fatto di essere dubbie, allora lo sarebbero, esattamente allo stesso modo, nella stessa misura, anche le verità fisiche (scientifiche).





CitazioneCosì come concordo che il dubbio sia ineliminabile in ogni "verità" scientifica.

D'altronde, se lo fosse non saremmo perduti?

Questa insuperabilità del dubbio, l'impossibilità di possedere una verità definitiva, dona speranza.
Perché apre alle infinite possibilità, che solo il Nulla può donare.

Inoltre, questa constatazione ci può far sospettare che forse dovremmo rovesciare la nostra interpretazione del mondo. Dove l'Etica non è più un suo epifenomeno, magari pure illusorio, ma il suo stesso Fondamento!

Ossia il Bene è l'Essere.
Citazione


Qui (a parte il concordare circa il dubbio ineliminabile anche di ogni verità scientifica; che però secondo me non ne fa per nulla superstizioni!), non riesco a seguirti.


Per me dal nulla non può nascere nulla (men che meno l' etica, che per me é l' esatto contrario del nichilismo).


L' etica per me non é mai stata un' epifenomeno, men che meno illusorio, dell' ontologia.


Il bene (iniz. minuscola) non é l' essere (infatti esiste -letteralmente: é, partecipa dell' essere, é parte dell' essere- anche il male!).


Perché l' "essere" é, il "bene" deve essere".


Per me l' etica é proprio il contrario del nichilismo e non si fonda affatto sul nulla (conosco solo il "nulla" con l' iniziale minuscola).
Il dover essere dell' etica si fonda invece sull' essere dell' ontologia; precisamente di quella parte della materia (fisica) che é il mondo vivente (biologia) e di quella parte del mondo vivete (biologia o "storia naturale") che é la cultura (o storia umana).


P.S.: credo che fra interlocutori corretti e rispettosi il dissenso possa essere "di soddisfazione" non meno del consenso ...consenti su questo?

bobmax

@giopap

Gli assiomi sono giudizi sintetici a priori.
Se si tira in ballo Kant occorre essere conseguenti...

Il maiuscolo lo metto per evidenziare l'assolutezza.

La Verità è la "verità" assoluta, da distinguere dalla verità relativa.
Almeno che per chi vi coglie la differenza...

Quindi nessuna verità metafisica è assoluta.
E non essendo fondata su alcun dato empirico, non essendo scienza, qualunque verità metafisica è superstizione: non ha fondamento, non è Vera.

Viceversa, le verità scientifiche sono sempre relative, mai assolute.
Chi ha mai detto che sono superstizioni?

La insuperabilità del dubbio nel sapere scientifico è indispensabile.
Per rendersene conto è sufficiente immaginare quali effetti avrebbe il contrario.

Sarei curioso di sapere su cosa si fonda l'Etica se non sul Nulla.
Ma non particolarmente...

Ho comunque difficoltà a leggere una paginazione di tal fatta.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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