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Filosofia dell'anarchismo

Aperto da viator, 15 Maggio 2021, 16:16:48 PM

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viator

Salve InVerno. Gustosissima vignetta. Ben trovata. Quindi la "equality" sarebbe l'eguaglianza intesa come pari condizioni di partenza (piedi allineati).......la "equity" sarebbe l'equità intesa come egualitarismo delle opportunità successive alla partenza (l'allineamento delle prospettive (oculari), non importa come raggiunto)........la "liberation" sarebbe la condizione naturale, cioè priva di steccati, aiuti od impedimenti socialmente costituiti. Credo mi correggerai perchè tu (e/o chi ha concepito la vignetta) intendevate diversamente.



Manca purtroppo il termine "parity", senza la concettualizzazione del quale ogni discussione ed ogni vignetta saranno secondo me privi di senso. La confusione mortale infatti è quella tra uguaglianza e parità (è lo stesso tipo di confusione - ad esempio - che rende ridicoli i contradditori circa etica e morale).........alla quale io ho già accennato in passato e sulla quale sono stufo di ritornare ribadendolo ad ogni singolo amico-utente cui decido di replicare.

Tanto trovo assurdo il volere imporre l'eguaglianza tra gli individui quanto trovo naturalmente doveroso sottolinearne la naturale parità. Saluti.


Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Per completezza del discorso:

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

Le vignette sono molto efficaci, ma danno una visione limitata della realtà. La mia ultima è più realistica ed evidenzia come, di fronte a questa realtà, le pur doverose distinzioni tra uguaglianza ed equità sono quisquiglie, se prima non si rimettono orizzontali le tessere della realtà ridistribuendole a chi ne è stato, dalla notte dei tempi, espropriato.

Anche sulla libertà non è il caso di farsi illusioni infantili. La mia libertà finisce, e trova un sacrosanto ostacolo, dove comincia a ledere la libertà dell'altro, in un contesto di uguaglianza, equità e bene comune alla luce di etiche condivise.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Citazione di: viator il 25 Maggio 2021, 21:29:54 PM
Manca purtroppo il termine "parity", senza la concettualizzazione del quale ogni discussione ed ogni vignetta saranno secondo me privi di senso. La confusione mortale infatti è quella tra uguaglianza e parità (è lo stesso tipo di confusione - ad esempio - che rende ridicoli i contradditori circa etica e morale).........alla quale io ho già accennato in passato e sulla quale sono stufo di ritornare ribadendolo ad ogni singolo amico-utente cui decido di replicare.

Tanto trovo assurdo il volere imporre l'eguaglianza tra gli individui quanto trovo naturalmente doveroso sottolinearne la naturale parità. Saluti.
La parità non è un idea o un ideologia, è un dato di fatto, anche osservabile, da diverse angolazioni e in diversi punti. Nel primo caso la parità è quella delle cassette, ovvero eguaglianza di opportunità\mezzi (si parlava per esempio di una tassa di successione del 100%), nel secondo caso la parità è data dall'altezza delle teste, ovvero eguaglianza di risultati\fini (per esempio le quote rosa), si tratta di due risultati completamente diversi, in un certo senso persino antitetici, e da questo nasce il paradosso di chi vorrebbe entrambi (caso classico: la sinistra italiana). Il terzo caso che nella vignetta si chiama "liberation" io invece lo chiamerei "anarchia", ma questo dipende da cosa si intenda essere la natura dell'ostacolo, in questo caso, l'organizzazione sociale umana (in fin dei conti lo steccato non è un monte, qualcuno lo ha costruito). Ho detto che la parità è un dato di fatto, ma è anche un ideale, me ne sono reso conto ieri che ho passato un pomeriggio a piallare due tavole di legno per fare un tavolo, volevo che fossero pari, ma ogni volta che toglievo legno da una che consideravo più alta facevo diventare più alta l'altra, ho piallato per due ore e alla fine non mi è mi rimasto quasi più di tavola e ho scartato metà del legno. Se la parità diventa un ossessione, come per alcuni effettivamente è, purtroppo a rimanere scartato non è del legno, ma degli esseri umani, che di volta in volta vengono sacrificati nell'opera di livellamento, come successe nell'URSS.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Phil

#94
Incuriosito dall'immagine postata, ho rintracciato una versione più estesa in turco (fonte), per cui ho tradotto alla lettera con un servizio online:



L'ultimo riquadro in basso a destra nella versione originale è «Fetö», con riferimento ad una precisa corrente affine al terrorismo.


P.s.
Inevitabilmente ne esistono altre versioni e la stessa immagine può essere accompagnata da didascalie differenti.

Ipazia

Più turco di così si muore. Però è interessante vedere quanto presto fa l'ideologia ad impossessarsi di simbolismi apparentemente neutrali. Tornerei pertanto al passaggio cruciale tra uguaglianza, equità (solidarietà) e libertà. La libertà è l'elemento più critico perchè nessuna libertà può abbattere il confine della libertà altrui. La libertà del capitalista di impossessarsi di beni comuni e schiavizzare i propri simili è certamente repressa in una società conforme al modello storico anarchico o comunista. Ovviamente il candidato schiavo o espropriato beneficia della libertà sottratta al capitalista.

Mentre uguaglianza ed equità hanno un carattere intensivo, la libertà è piuttosto di tipo estensivo; essa tende ad espandersi illimitatamente finchè non trova degli ostacoli. Aspetti come uguaglianza ed equità si risolvono bene per via strutturale con una organizzazione della società di tipo solidaristico, ma questi inevitabilmente si scontrano col concetto di libertà che esige, e qui Paul11 ha ragione, una adesione spirituale, una evoluzione umanistica, tale da rispettare anche i confini invisibili dell'Altro, inteso come persona e come bene comune. Insomma una libertà consapevole dei propri limiti invalicabili, nel proprio stesso interesse sulla base di un principio di reciprocità e armonia sociale e ambientale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Donalduck

Citazione di: anthonyi il 24 Maggio 2021, 06:12:31 AM
Come vedi, DonaldDuck, costruire soluzioni democratiche è davvero difficile, non riusciamo neanche a metterci d'accordo sul significato di anarchia. Comunque ti ringrazio per aver sintetizzato bene il mio pensiero su di essa quando dici che: "In sostanza viene presentato come una sorta di ideologia infantile concepita da persone che vivono fuori dal mondo".
Nel tuo testo dici cose vere come quando parli della difficoltà di funzionamento delle assemblee, anche quelle scolastiche, per il tentativo di affermarsi delle molte individualità, e questo è il mondo reale, fatto di tanti individui che non la pensano come te sia in relazione all'anarchia, sia in relazione al resto. Non è un caso che tu concluda il tuo discorso auspicando l'Homo Anarchicus, cioè una massa di individui educati all'anarchia (Tu mi sembra che parlavi di materia prima, senza riflettere quindi sul fatto che sono individui, cioè persone).
Quello che esprimi dimostra una cosa che io ho detto, ma che tu non hai riportato, cioè che l'anarchismo evolve nel totalitarismo.
Quello di cui parlavo è l'educazione e l'autoeducazione al confronto, visto come ricerca comune di posizioni condivise piuttosto che una competizione in cui si cerca con qualunque mezzi, anche sleali o mistificatori, di darsi ragione e prevalere sugli altri, magari per difendere interessi del tutto personali, poco importa se in modo onesto o disonesto. Ossia l'atteggiamento di gran lunga prevalente nelle discussioni attuali in ogni contesto.
E quando parlavo di scuola non mi riferivo a assemblee di insegnanti e genitori, ma intendevo dire che nelle scuole, già dalle elementari, dovrebbero essere dedicate diverse ore ad allenare gli allievi a un confronto onesto e costruttivo, sia su decisioni che li riguardano (ad esempio decidere su varianti alternative dei programmi o destinazioni di gite scolastiche) sia su valutazioni di fatti riportati dai mezzi d'informazione, cercando in ogni occasione di stimolare lo spirito critico e sviluppare il senso di responsabilità.
Tutto ciò anche per scoraggiare un modo di discutere quantomeno sbrigativo, "tirato via", come si dice in Toscana, sorretto solo da intenti polemici, in cui, ad esempio, si afferma, senza l'appoggio di alcun ragionamento logico,  che discorsi che affermano tutt'altro dimostrerebbero che "l'anarchismo evolve nel totalitarismo".
Quanto poi al "mettersi d'accordo sul significato di anarchia" mi sembra tempo perso, visto che, come dicevo, non esiste una sola versione dell'anarchismo, come per molte altre ideologie, che formano una famiglia di linee di pensiero affini piuttosto che un pensiero unico. In ogni caso, dato che non si tratta di significati che stabiliamo noi, si tratterebbe casomai di indicare le fonti di un significato attribuito, e non di mettersi d'accordo arbitrariamente. Ma più che altro bisognerebbe capire e precisare perché stiamo discutendo, ossia cosa ci sta a cuore di questo argomento.
Per quanto mi riguarda quello che mi sta a cuore è discutere delle nostre concezioni di una società giusta e dei possibili modi di realizzarle, prendendo lo spunto (in questo caso) da ideologie esistenti, più che sviscerare il contenuto di tali ideologie.

Donalduck

Citazione di: Ipazia il 24 Maggio 2021, 11:02:06 AM
Non è vero che il post di Paul11 sia stato ignorato da tutti:
E' stato ignorato da chi ritiene la società classista borghese-capitalistica l'unico dei mondi possibili.
E' vero, mi correggo: è stato ignorato da tutti, tranne Ipazia.
Che poi tutti gli altri pensino che questo tipo di società sia l'unico possibile ho i miei dubbi, l'unico che mi abbia dato effettivamente quest'impressione è Anthonyi.
Citazione
Il resto del tuo discorso, che rafforza quello di Paul11, non tiene conto della lezione di Marx, ovvero che il nodo gordiano da sciogliere non è quello dell'ingegneria politico-decisionale, ma quello della decostruzione e ricostruzione su basi diverse del potere effettivo: il potere economico che controlla le risorse naturali e il lavoro. A livello politico lo schema rappresentativo di delega politica comunista è analogo a quello anarchico e per un po' ha pure funzionato bene con i suoi delegati eletti dai consigli (soviet) dei mestieri e professioni, con deleghe molto stringenti e senza un potere economico privato capace di adulterare il processo decisionale democratico. Ma poi è prevalso un sistema oligarchico di partito che ha distrutto sul piano politico quello che di positivo si stava realizzando sul piano economico, minando alfine pure l'economia divenuta territorio di scorribande ideologiche e di potere della burocrazia di partito.
Non ne ho tenuto conto perché non ho affrontato il problema, il mio discorso era riferito semplicemente a un modello di società, non ai modi per realizzarlo. Le due cose vanno distinte molto chiaramente e nettamente, altrimenti si fa soltanto confusione. Anzi, gli argomenti sarebbero tre: un modello ideale, le possibilità di realizzarle a partire dal "materiale umano" attualmente disponibile (la "materia prima" di cui parlavo), e le possibilità e i modi per passare dalla situazione attuale a quella prefigurata dal modello. Quest'ultima parte è di gran lunga la più difficile perché ci si scontra quasi sempre con enormi problemi, con un sistema di potere consolidato in millenni che, pur avendo assunto forme diverse ed esser stato soggetto a un processo evolutivo, rimane sempre saldamente fondata sulla legge del più forte ereditata dal regno animale.
Citazione
L'ingenuità del modello anarchico, M5S, e di chiunque pensi sia possibile solo sul piano politico realizzare una società democratica reale è ormai conclamata. Bisogna tornare ai fondamentali di economia politica, consapevoli che finché ci si baloccava con la politica volontaristica il potere economico capitalistico aveva fatto un deserto e l'aveva chiamato: fine della storia.
Secondo me non è questione di "piano politico" o "piano economico", il problema è la coscienza individuale. Finché la maggioranza delle persone continua a funzionare come funziona ora, a pensare e sentire come fa ora, non esiste nessuna possibilità di alterare in modo significativo le forme della gestione del potere e dell'organizzazione sociale. Il comunismo è fallito perché non aveva solide basi etiche, che non avrebbero permesso la nascita di idee assurde, direi demenziali, come "dittatura del proletariato", affiancate, per colmo dell'assurdo a parole come libertà e uguaglianza. Il comunismo non è mai stato sorretto, se non per la solita minoranza, da una vera coscienza etica e da sentimenti di reale solidarietà e fratellanza. Alla fine quello che si voleva era semplicemente migliorare le condizioni della propria vita. Opportunismo, avidità ed egoismo hanno sempre fatto la parte del leone in tutte le classi sociali e le rivoluzioni non hanno cambiato nulla in questo. E persone così orientate sono altamente corruttibili e manipolabili, non possono che costituire delle fondamenta di sabbia per qualunque costruzione di una società più giusta.
Per questo insisto sulla necessità innanzitutto di una autoeducazione, individuale e collettiva (e subito dopo di educazione familiare e scolastica in età formativa) come primo insostituibile passo per poi potersi trovare nelle condizioni di andare avanti e affrontare gli altri problemi.

anthonyi

Per Donald duck, condivido il tuo intento di capire cosa si intende per società giusta, e sinceramente mi sento un soggetto indipendente da qualsiasi tipo di ideologia anche se da queste parti continuamente mi affibiano etichette.
Il mio spirito liberale è dato da ragionamenti di tipo pragmatico ed efficientistico, e sono convinto che gli stessi ragionamenti dovrebbero essere alla base della definizione di una società giusta. La giustizia è un servizio che lo stato produce e offre ai cittadini, che da questa ricevono un dato benessere, per cui abbiamo dei parametri volontaristici che ci possono permettere di valutare questa società giusta.
Naturalmente la valutazione dovrebbe essere  rispettosa della "materia prima", cioè gli esseri umani ai quali si applica questa giustizia, devono essere loro a giudicare questa società giusta, non può essere il teorico ad imporla concettualmente. E' per questo che dico che la tua idea di "educare" ad essere anarchici, chiaramente secondo la tua idea di anarchia, non può definire una società giusta, ma solo quella che il tuo pensiero definisce come società giusta.
Tu dici che in una società giusta non dovrebbe esserci proprietà privata, ma tutti quelli che considerano la proprietà privata una cosa giusta, e secondo me sono tanti, loro non contano nulla nello stabilire cos'è giusto e cos'è sbagliato?
Io non credo che la società in cui sono sia la sola possibile, né che sia il meglio possibile, solo che questa società è, mentre tutte le altre che si possono immaginare sono eventualità, utopie, forse possibili, sicuramente differenti nella realtà da come la nostra immaginazione le pensa.


Ipazia

Citazione di: Donalduck il 26 Maggio 2021, 17:56:33 PM
Secondo me non è questione di "piano politico" o "piano economico", il problema è la coscienza individuale. Finché la maggioranza delle persone continua a funzionare come funziona ora, a pensare e sentire come fa ora, non esiste nessuna possibilità di alterare in modo significativo le forme della gestione del potere e dell'organizzazione sociale. Il comunismo è fallito perché non aveva solide basi etiche, che non avrebbero permesso la nascita di idee assurde, direi demenziali, come "dittatura del proletariato", affiancate, per colmo dell'assurdo a parole come libertà e uguaglianza. Il comunismo non è mai stato sorretto, se non per la solita minoranza, da una vera coscienza etica e da sentimenti di reale solidarietà e fratellanza. Alla fine quello che si voleva era semplicemente migliorare le condizioni della propria vita. Opportunismo, avidità ed egoismo hanno sempre fatto la parte del leone in tutte le classi sociali e le rivoluzioni non hanno cambiato nulla in questo. E persone così orientate sono altamente corruttibili e manipolabili, non possono che costituire delle fondamenta di sabbia per qualunque costruzione di una società più giusta.
Per questo insisto sulla necessità innanzitutto di una autoeducazione, individuale e collettiva (e subito dopo di educazione familiare e scolastica in età formativa) come primo insostituibile passo per poi potersi trovare nelle condizioni di andare avanti e affrontare gli altri problemi.

Gli europei si sono istruiti sulla tolleranza religiosa con 30 anni di guerre religiose e sono state necessarie 2 guerre mondiali perchè imparassero la convivenza pacifica. Decenni di guerre sono stati necessari ai paesi colonizzati per liberarsi dai colonizzatori. Ghigliottina e "dittatura del proletariato" non furono gadget politici, ma necessità storiche, correlate alla tecnologia politica (polis+techne) del tempo. Laddove quei metodi furono insufficienti si sono trovati le dittature sudamericane e i desaparecidos del secolo scorso. Che famo ? Portiamo Nixon, Kissinger, Reagan, Pinochet, Videla,... a scuola e vediamo se si istruiscono sulle buone maniere ?

Il filosofema anarchico è infarcito delle stesse ingenuità di quello religioso che almeno ha il vantaggio di essere ideologia funzionale ai suoi scopi di disinnesco della forza di opposizione degli oppressi. Nel modello postanarchico buonista - gli anarchici storici, buonisti lo furono assai meno - pesa più l'illusione religiosa che la razionalità politica.

A scuola è già tanto se si impara a leggere e scrivere correttamente. La scuola vera della liberazione umana è sempre stata sulle barricate. Ed è così anche oggi, con barricate che si fanno sempre più immateriali e (a)setticamente economiche, ma non meno invasive delle dominazioni del passato. Anzi ancor più, come dimostra l'evoluzione della dittatura pandemica che non si limita a manipolare scienza e coscienza, ma passa alle vie di fatto della segregazione planetaria degli umani con l'esercito a vigilare perchè venga attuata. Se succede così con una pandemia, figurarsi cosa accadrebbe andando a toccare il sancta sanctorum dell'attuale dominazione di classe: il sistema finanziario globale. Chiunque abbia tentato strade alternative nazionali, senza spalle adeguatamente grosse, è stato sterminato insieme alla popolazione del suo paese. E le coscienze stavano a guardare..., e talvolta applaudivano pure.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

Citazione di: Donalduck il 27 Maggio 2021, 19:38:13 PM
E allora?
Allora bisogna incidere sulla legge del più forte non ereditata dal regno animale, ma dai regni umani fin da quando esistono, sempre più piramidali. Struttura e sovrastruttura dicevano i profeti. La presa di coscienza in sè non cambia nulla se non cambia la struttura. E per cambiare la struttura dubito che basteranno le buone maniere delle buone coscienze. Così come storia insegna.
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simplex sigillum veri

Donalduck

Citazione di: Ipazia il 27 Maggio 2021, 20:33:12 PM
Allora bisogna incidere sulla legge del più forte non ereditata dal regno animale, ma dai regni umani fin da quando esistono, sempre più piramidali. Struttura e sovrastruttura dicevano i profeti. La presa di coscienza in sè non cambia nulla se non cambia la struttura. E per cambiare la struttura dubito che basteranno le buone maniere delle buone coscienze. Così come storia insegna.
Buone maniere delle buone coscienze? Ma di che parli? Non mi sembra che ti sia sforzata molto di capire quello che ho scritto.

Che la legge del più forte sia ereditata dal regno animale è dimostrato da moltissime dinamiche relazionali intraspecifiche e interspecifiche mostrate, tra l'altro, in tanti documentari sul comportamento animale.

Comunque secondo me il tuo ragionamento non sta in piedi, come non stanno in piedi, nell'insieme, le teorie alla base del comunismo, anche se sono recuperabili alcune idee, come la proprietà privata considerata come un furto (ma solo oltre un certo limite, se si adotta un po' di buonsenso), il concetto di alienazione nel lavoro, l'iniziativa finanziaria, economica e produttiva pubblica (anche se non in monopolio), che nelle nostre società neoliberiste sono sempre più ridotte e ostacolate.

Chi la dovrebbe cambiare questa struttura? C'è poco da fare, con persone che non vedono al di là del loro naso, o del loro orticello, non cambia proprio nessuna struttura, perché non si riuscirà mai a creare un'organizzazione in grado di attuare e mantenere questo cambiamento, e neppure ci saranno mai tante persone che vogliano davvero cambiare e siano anche disposte a far qualcosa o addirittura (orrore!) a sacrificare qualcosa e non solo a lamentarsi.
Quindi resto convinto che l'unico vero spazio d'azione efficace si situi sul piano della coscienza individuale e collettiva (ossia condivisa).

E, a parte le questioni teoriche, resta da chiarire in cosa in pratica, in quali iniziative e attività possano concretizzarsi, secondo te, le idee a cui accenni nella situazione attuale.

Ipazia

La marcatura del territorio e la tana non c'entrano nulla con l'accaparramento totale dei beni comuni e la riduzione di altri umani, in toto o in una parte del loro tempo di vita, ad oggetti di proprietà (alienazione). Non confondiamo la legge del più forte con quella degli eserciti di gorilla privati o pubblici a libro paga. Non scomodiamo la natura per giustificare le porcate umane.

Non è la coscienza che ha spinto i partigiani a combattere i nazifascisti ma gli aut-aut che i nazifascisti hanno imposto loro. Saranno le contraddizioni del capitalismo a spingere coloro che, sacrosantamente ("beati i popoli che non hanno bisogno di eroi"), non vorrebbero altro che curare il loro orticello, a stanarli e costringerli ad agire. Ben prima che le coscienze dei padroni cadano da cavallo sulla via di Damasco.

Inceppamento dell'ascensore sociale, esodi di popolazioni che nessuno vuole, di cui nessuno ha bisogno e che devi mantenere, bomba demografica, pressione sulle risorse con divario crescente tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più straccioni, degrado sociale, emergenza criminale, inquinamento ambientale e morale di interi territori proiettati verso l'invivibilità. La struttura incombe e spinge le coscienze verso le strade obbligate.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Donalduck

Citazione di: Ipazia il 28 Maggio 2021, 12:07:54 PM
La marcatura del territorio e la tana non c'entrano nulla con l'accaparramento totale dei beni comuni e la riduzione di altri umani, in toto o in una parte del loro tempo di vita, ad oggetti di proprietà (alienazione). Non confondiamo la legge del più forte con quella degli eserciti di gorilla privati o pubblici a libro paga. Non scomodiamo la natura per giustificare le porcate umane.

Non è la coscienza che ha spinto i partigiani a combattere i nazifascisti ma gli aut-aut che i nazifascisti hanno imposto loro. Saranno le contraddizioni del capitalismo a spingere coloro che, sacrosantamente ("beati i popoli che non hanno bisogno di eroi"), non vorrebbero altro che curare il loro orticello, a stanarli e costringerli ad agire. Ben prima che le coscienze dei padroni cadano da cavallo sulla via di Damasco.

Inceppamento dell'ascensore sociale, esodi di popolazioni che nessuno vuole, di cui nessuno ha bisogno e che devi mantenere, bomba demografica, pressione sulle risorse con divario crescente tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più straccioni, degrado sociale, emergenza criminale, inquinamento ambientale e morale di interi territori proiettati verso l'invivibilità. La struttura incombe e spinge le coscienze verso le strade obbligate.
Bah! Non ci sono neppure gli estremi per imbastire una risposta, ossia tracce di una sia pur minima volontà di confronto. Lasciamo perdere.

Ipazia

The answer my friend is blowing in the wind.

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