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Filosofi nel 2021

Aperto da Estack, 13 Giugno 2021, 09:54:06 AM

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Ipazia

Citazione di: niko il 16 Giugno 2021, 15:29:07 PM
Quanto alla conoscenza, un filosofo per essere tale, oltre ad essere erudito, (ma non necessariamente pedante), dovrebbe avere un pensiero suo originale, e viene da chiedersi cosa Fusaro aggiunga o tolga al suo maestro Preve.
Fermi pensava la stessa cosa per lo "scienziato", titolo che dovrebbe spettare solo a chi scopre qualcosa. Se passasse tale principio non esisterebbero più né scienziati né filosofi visto che la ricerca in entrambi i campi ormai su fonda su teorie masticate e rimasticate. O sarebbero pochissimi a meritare il titolo.

Rimane sempre utilizzabile quello di ricercatore. Ricercatori lo siamo tutti. Anche solo di un po' di fortuna.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Citazione di: niko il 15 Giugno 2021, 13:39:03 PM
Storia del nulla è di Givone non di Torno, comunque io non sono abbastanza "illuminato" da considerare alcuni "minori" come filosofi, tipo il signor Fusaro, che dice sempre le stesse cose e tira acqua al suo mulino non solo editoriale ma anche politico, come si fa a considerare (ai giorni nostri e nel nostro paese) uno che è in politica o aspira ad entrarci in tempi brevi come filosofo?


Non lo dico solo come cosa perché mi sta antipatico Fusaro, vale ad esempio anche per Negri e in alcuni momenti della sua carriera anche per Cacciari, come fa uno che sta in politica e prende stipendi ed emolumenti come politico, visto anche come è marcia e corrotta la politica italiana, a dirsi contemporaneamente anche filosofo? non c'è (palese e plateale) conflitto di interessi?


Mi viene in mente che i filosofi della Grecia classica, Platone, Aristotele, i sofisti, consigliavano e istruivano i politici e la classe politica, coltivavano l'arte della persuasione scritta e orale, avevano a volte grandi progetti politici in mente e nel cuore (Platone) ma non si rendevano mai ridicoli e, allo stesso tempo, vulnerabili, facendo politica e coltivando ambizioni di governo in prima persona, erano, o almeno ambivano ad essere, dei consiglieri della politica, non dei politici.


Poi ok, da Marx in poi possiamo parlare di filosofia della prassi, e di nobilitazione della figura del politico-filosofo, ma "filosofia della prassi" nel 2020 vuol dire per forza fare il politico strapagato e pieno di privilegi a vita e oltre vita? Che magari piazza i suoi parenti in posizioni strategiche? Non mi fate parlare oltre, và...


Il buon Fusaro lo sto seguendo.


Anzitutto bisogna distinguere la sua figura di intellettuale, da quella di teoretico della politica.


Stavo leggendo la prefazione alla storia dell'idealismo tedesco di Marx, fatto dal nostro.
Se vuoi capire la sua sottigliezza filosofica devi partire da lì.


Il buon Preve vedeva nel ragazzo un futuro possibile di grande filosofo.
Teniamo conto che è molto giovane, si inizia a essere filosofi a quarant'anni.




Per quanto riguarda la politica, trovo più triste l'integrazione al potere di Cacciari (cosa che fa a pugni, come al solito, con la sua filosofia più avanzata),  che la spirale di complottismo in cui si sta facendo risucchiare Fusaro.
Che comunque si è accollato un bel peso.
Nemmeno io sopporto i suoi attacchi all'omofilia, come se la famiglia debba essere l'unico modus vivendi.
(io direi di lasciare la libertà di scelta).
Egli sa benissimo che per andare al potere serve anche un strategia militare.
Lo ha anche stigmatizzato in occasione della separazione del suo partito.
Che per inciso significa, che la sua è una chimera di dimensioni gigantesche. :D
Deve ancora imparare molto di se stesso, di tutte gli inciampi psicologici che sottendono la sua utopia.
Certo in questo momento è difficile dargli credito, ma ripeto dividiamo il politico dall'intellettuale, che è poi il motivo per cui uno lo segue, in campo filosofico.
Ma d'altronde quando i maestri scompaiono (ricordo che l'"ultimo" di loro, ovvero, Severino ci ha lasciati poco tempo fa, lasciando l'intero mondo intellettuale in un oscurità, da cui non si riprenderà mai più) cosa vi aspettavate???  :D


accontentiamoci di quello che c'è gente!

Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Kobayashi il 15 Giugno 2021, 15:45:07 PM
La filosofia cerca di esorcizzare il nulla (così come la letteratura la parte tossica dell'emotività umana), e in questo si vede costretta a costruire continui percorsi di verità che però sembrano durare sempre meno.
Il fatto che i testi filosofici mantengano almeno in parte la struttura retorica di una rivelazione, il fatto che si abbia una propensione per l'oscurità dello stile, la teatralità che in Heidegger per esempio raggiunge livelli demenziali, il gusto di ribaltare continuamente la visione consueta delle cose, ebbene tutto questo fa parte dei mezzi di cui a volte il filosofo abusa, mezzi però indispensabili a ricreare la magia del possesso della verità.
L'illusione riuscita è che non ci sia più il nulla, il vuoto di senso, la violenza, la crudeltà pura e semplice, il disfacimento della morte, ma una storia profonda abbastanza da incatenarci ad essa.
Poi però come il protagonista di un racconto di Dazai Osamu ("Il suono del martello") veniamo raggiunti dal suono banale del mondo che cancella l'incanto e ci riporta alla realtà, ogni volta più stanchi della volta precedente...




L'uso smodato di neologismi di Heidegger però va ascritto al suo tentativo di far capire la sua filosofia.
Oggi come oggi è impossibile parlare di metafisica senza riferisti a gesù.
Quanti testi di laureandi si sono spesi per questo impossibile connubio tra filosofia e religione.
La filosofia guarda in faccia il nulla, è il cristianesimo che lo esorcizza.


Certo che il vuoto ci distrugge, sopratutto quando questo è riempito dell'orrore, e del terrore del quotidiano.
E io la penso come  te, intendo dire proprio il semplice rumore dei muratori che mi stanno fracassando la testa sotto casa mia!!!!


E' proprio così siamo sempre più stanchi.
Questa è la filosofia, guardare le cose per come stanno.


cit quara di copertina di società della stanchezza di  Byung-Chul Han , nottempo edizioni
"
Rivisitando alcune categorie classiche del pensiero novecentesco, il lavoro di Byung-Chul Han si focalizza con particolare attenzione sul disagio dell'individuo tardo-moderno nella società odierna, caratterizzata dalla prestazione, dalla competizione e, soprattutto, dall'appiattimento delle contraddizioni e dal venir meno della negatività. Le analisi sviluppate nei saggi qui raccolti mettono in luce, nello specifico, come l'ossessione dell'iperattività e la tendenza sempre piú forte al multitasking arrivino a produrre disturbi di natura depressiva e nevrotica. Tali espressioni di malessere e di "stanchezza" vengono interpretate come ovvia conseguenza dell'incapacità del soggetto di sostenere i ritmi dell'iperproduzione postcapitalistica in un contesto in cui non esiste piú un modello sociale imposto dall'Esterno, dall'Altro, ma è anzi il soggetto stesso ad averlo introiettato.
"

Secondo te il filosofo esorcizza o fa analisi?
Credo sia tutta qua la questione mai risolta fra di noi.

Ciao!
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Ipazia il 16 Giugno 2021, 07:59:17 AM
Citazione di: viator il 15 Giugno 2021, 12:52:54 PM
Salve green demetr. Citandoti : ".......Ma immagino che lo capisco solo io e qualche altro illuminato).

Ecco la tragedia ecologica del mondo : gli illuminati sono troppo pochi ma - soprattutto - essi non riescono ad illuminare.........................perciò la luce dovrà continuare a venir prodotta da mostruose centrali alimentate a combustibile fossile !!. Saluti e buone ferie, sperando solo che la non-produttività di un sano e prolungato periodo feriale sia accompagnata da una corrispondente riduzione delle abitudine energivore (Mica andrai in ferie in automobile con condizionamento........per raggiungere un qualche ambiente dotato di condizionatore d'aria etc. etc., spero !).
Illuminarsi, lavarsi, climatizzarsi e cucinare coi pannelli solari e filosofare macinando chilometri in bicicletta verso mete a km poco sopra zero è forse la soluzione corretta ?

Essere filosofi nel 2021 implica un rapporto privilegiato con la modernità, capace di comprendere i deliri del suo essere post. Le antiche distinzioni sono nei manuali che, anche Green ammette, bisogna conoscere e subito dopo lasciare. Chronos accorcia i suoi tempi e spezzetta con un furore sarcastico che Eraclito, se da qualche parte assiste, chissà quanto se la gode. Aiòn resta chiuso nella fortezza di qualche illuminato che sa ancora gustare l'arte di vivere. Kairòs è in frenetica attività, ma limita l'intelletto ai pupari. Per i pupi è solo riflesso condizionato di un filo che pure le Parche disdegnano.

Fusaro, come Negri e Cacciari nel loro tempo andato, subisce il fascino dell'autonomia del politico. Errore che costò non poche traversie anche al padre spirituale della specie: il venerabile Platone. Che pare, venne venduto pure come schiavo. Nulla osta che Kairòs lo assista anche se la vedo più difficile che scoprire l'origine di sarscov2 o la verità su Pinelli, piazza Fontana e Ustica.

Il disdegno delle Parche per le ultime vicende umane ha concesso una canna di ossigeno anche a chi solo tre anni fa doveva redimere il belpaese dai suoi mali atavici e oggi si trova a burattinare al comando di un plenipotenziario della spectre finanziaria globale che a bacchetta comanda (nomine enti pubblici e authority, recovery fund) pure un altro che evidentemente gli attributi politici li ha solo di fronte agli straccioni sul canotto.

Tempi duri anche per la filosofia della prassi in questa postmodernità in cui l'unico spirito aleggiante è quello del Capitale. Ovvero un'assenza di spirito per definizione. Quindi Givone ha visto giusto (come sulla "metafisica della peste"). L'unica filosofia attuale è il nulla. L'inattuale, caro Friedrich, può attendere. Del resto l'avevi previsto: 200 anni. Senza sconto. A noi il calice dell'"ultimo uomo". Da bere fino in fondo con lo spirito di Seneca. Eterno ritorno dell'antico. E poi c'è chi dice: a cosa serve la filosofia ?

Come già detto sopra, Fusaro sa benissimo che la politica non va da sola.

E' proprio nella filosofia della storia, che lui sta cercando i capi fila del nodo in cui ci siamo avvilupati.

Non essendo percorribile la strada militare, non rimane che quella che cerchi di sviluppare quelle possibilità che la storia offre sempre ad un intero popolo, proprio nella dimensione agonistica col l'avanzare del nulla.


E beviamoci questo calice cara Ipazia.

Io ritengo che la filosofia si fa anche in punto di morte, come un lavoro.
Come Mozart che compone il suo capolavoro mentre sta morendo.

E' così! che il pensiero si spenga perendo!! come ci augurava Nietzche!!!
8)

Morte come introiezione del grande Altro, come da citazione post sopra, non solo come morte fisica, quella è più banale. 8)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: niko il 16 Giugno 2021, 13:31:50 PM

Ipazia ha scritto:

-----------------------------

"Fusaro, come Negri e Cacciari nel loro tempo andato, subisce il fascino dell'autonomia del politico."

----------------------------

Per me c'è una bella differenza tra "subire il fascino dell'autonomia del politico" e fare il politico, in termini di conflitto di interessi tra quello che ci si può aspettare da un filosofo e quello che ci si aspetta da un politico, insomma non riesco proprio a vedere il filosofo-politico di pura "discendenza" marxiana come un parlamentare o un deputato dei giorni nostri, o comunque dei brevi tempi che ho visto in età della ragione in vita, sarò poco illuminato o troppo giovane io, era questo il senso del mio discorso.[/size]

L'autonomia del politico che poteva affascinare Negri e Cacciari ai tempi loro, allora, a dirla tutta, sta all' "autonomia del politico" che può affascinare oggi personaggi come Fusaro, beh, sta come, per non essere volgari, l'oro sta al bronzo nella simbologia usata da Platone ecco, senza nemmeno passare per la mediazione dell'argento.

Vabbè stai criticando il suo "far soldi" a spese della massa ignorante.
Però questo si riduce ad un attacco personale. E poi tutti fanno soldi a spese della massa ignorante.
Sarebbe più interessante che cercassi di capire quali sono le cose che veramente ti danno fastidio a livello politico, non trovi?

Vai avanti tu che mi vien da ridere

niko

#35
Citazione di: green demetr il 18 Giugno 2021, 10:26:34 AM
Citazione di: niko il 16 Giugno 2021, 13:31:50 PM

Ipazia ha scritto:

-----------------------------

"Fusaro, come Negri e Cacciari nel loro tempo andato, subisce il fascino dell'autonomia del politico."

----------------------------

Per me c'è una bella differenza tra "subire il fascino dell'autonomia del politico" e fare il politico, in termini di conflitto di interessi tra quello che ci si può aspettare da un filosofo e quello che ci si aspetta da un politico, insomma non riesco proprio a vedere il filosofo-politico di pura "discendenza" marxiana come un parlamentare o un deputato dei giorni nostri, o comunque dei brevi tempi che ho visto in età della ragione in vita, sarò poco illuminato o troppo giovane io, era questo il senso del mio discorso.

L'autonomia del politico che poteva affascinare Negri e Cacciari ai tempi loro, allora, a dirla tutta, sta all' "autonomia del politico" che può affascinare oggi personaggi come Fusaro, beh, sta come, per non essere volgari, l'oro sta al bronzo nella simbologia usata da Platone ecco, senza nemmeno passare per la mediazione dell'argento.

Vabbè stai criticando il suo "far soldi" a spese della massa ignorante.
Però questo si riduce ad un attacco personale. E poi tutti fanno soldi a spese della massa ignorante.
Sarebbe più interessante che cercassi di capire quali sono le cose che veramente ti danno fastidio a livello politico, non trovi?




Sì, critico il suo fare soldi a spese della massa ignorante, ma volevo fare anche una differenziazione in linea generale, tra l'autonomia del politico che poteva riguardare una certa generazione, diciamo quella degli anni settanta, differentemente da un'altra, diciamo quella dei giorni nostri.


Poi faccio anche una critica di poca originalità, e dico che il suo pensiero è uguale spiccicato a quello di Preve, non cerco proprio niente in Fusaro che mi "dia fastidio" a livello politico, e non cerco perché è semmai lo stesso insieme di cose che mi hanno "dato fastidio" di Preve a loro tempo, quindi "ho già trovato", anche se ho già trovato le magagne dell'uno in un altro.


Quali siano queste cose penso che non interessi a nessuno, perché questa è una discussione sui filosofi nel 2021, non su cosa piace e non piace a me di Preve e Fusaro.

Senza andare troppo fuori argomento, posso dire che sono comunista, che ritengo che comunismo e comunitarismo siano due cose assolutamente inconciliabili proprio come a suo tempo e a suo modo fallì il modello staliniano di "socialismo in un solo paese", che non penso che la linea storica e di pensiero heghelo-marxiana possa essere un antidoto resuscitato e preconcetto al nichilismo come problema ma al contrario che marxismo e nichilismo siano speculari tra di loro, e in ultimo che, in quanto comunista, sono in linea generale per la globalizzazione, e non contro.
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

#36
Citazione di: niko il 18 Giugno 2021, 15:12:01 PM
Quali siano queste cose penso che non interessi a nessuno, perché questa è una discussione sui filosofi nel 2021, non su cosa piace e non piace a me di Preve e Fusaro.

Interessa perchè se Fusaro è l'erede ideologico di Preve, essendo Fusaro l'unico filosofo italiano che abbia una visione politica militante, bisogna per forza confrontarsi con lui e col suo precursore.

CitazioneSenza andare troppo fuori argomento, posso dire che sono comunista, che ritengo che comunismo e comunitarismo siano due cose assolutamente inconciliabili proprio come a suo tempo e a suo modo fallì il modello staliniano di "socialismo in un solo paese", che non penso che la linea storica e di pensiero heghelo-marxiana possa essere un antidoto resuscitato e preconcetto al nichilismo come problema ma al contrario che marxismo e nichilismo siano speculari tra di loro, e in ultimo che, in quanto comunista, sono in linea generale per la globalizzazione, e non contro.

Condivido con te la formazione marxista, ma non me la sento di confondere globalizzazione e internazionalismo, classe operaia e lumpenproletariat da diporto. La feroce ricomposizione di classe, che assomiglia più ad una disintegrazione, era intuita dai profeti, Lenin soprattutto, nelle teorizzazioni sull'imperialismo e la finanziarizzazione del Capitale. Ma certo non potevano immaginarsi che il Capitale si sarebbe emancipato a tal punto dal lavoro e dalla manifattura concentrando tutto il potere politico sulla finanza fino ad innescare processi economici totalmente liberisti intorno al conio stesso del denaro, come avviene con le criptovalute. E tutto ciò mentre il fattore di produzione lavoro perde sempre più valore di mercato. Di fronte a tale sviluppo politico-economico com'è possibile credere ancora ad una linearità del progresso sociale per via capitalistica. Fusaro, studiando Marx, ha capito che la teoria politica va riscritta proprio per salvare quel programma.

Anche i cinesi, che Marx l'hanno studiato, si guardano bene dal dare briglia sciolta alle forze del mercato, che pure amministrano capitalisticamente, con un sovranismo di dimensioni tali da resistere alla spectre finanziaria globale, di cui usano gli artifici quando serve. Da comunista, non vedo alternativa politica ed etica alla Resistenza al globalismo. Il passaggio tra globalismo e reazione è una cruna di ago, ma va, filosoficamente, oltre che politicamente, percorso. Magari allargandolo sia dalla parte del rosso che del nero. Mostrando le nudità, ingenuità e disonestà di entrambi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

#37
Citazione di: Ipazia il 18 Giugno 2021, 20:00:36 PM
Citazione di: niko il 18 Giugno 2021, 15:12:01 PM
Quali siano queste cose penso che non interessi a nessuno, perché questa è una discussione sui filosofi nel 2021, non su cosa piace e non piace a me di Preve e Fusaro.

Interessa perchè se Fusaro è l'erede ideologico di Preve, essendo Fusaro l'unico filosofo italiano che abbia una visione politica militante, bisogna per forza confrontarsi con lui e col suo precursore.

CitazioneSenza andare troppo fuori argomento, posso dire che sono comunista, che ritengo che comunismo e comunitarismo siano due cose assolutamente inconciliabili proprio come a suo tempo e a suo modo fallì il modello staliniano di "socialismo in un solo paese", che non penso che la linea storica e di pensiero heghelo-marxiana possa essere un antidoto resuscitato e preconcetto al nichilismo come problema ma al contrario che marxismo e nichilismo siano speculari tra di loro, e in ultimo che, in quanto comunista, sono in linea generale per la globalizzazione, e non contro.

Condivido con te la formazione marxista, ma non me la sento di confondere globalizzazione e internazionalismo, classe operaia e lumpenproletariat da diporto. La feroce ricomposizione di classe, che assomiglia più ad una disintegrazione, era intuita dai profeti, Lenin soprattutto, nelle teorizzazioni sull'imperialismo e la finanziarizzazione del Capitale. Ma certo non potevano immaginarsi che il Capitale si sarebbe emancipato a tal punto dal lavoro e dalla manifattura concentrando tutto il potere politico sulla finanza fino ad innescare processi economici totalmente liberisti intorno al conio stesso del denaro, come avviene con le criptovalute. E tutto ciò mentre il fattore di produzione lavoro perde sempre più valore di mercato. Di fronte a tale sviluppo politico-economico com'è possibile credere ancora ad una linearità del progresso sociale per via capitalistica. Fusaro, studiando Marx, ha capito che la teoria politica va riscritta proprio per salvare quel programma.

Anche i cinesi, che Marx l'hanno studiato, si guardano bene dal dare briglia sciolta alle forze del mercato, che pure amministrano capitalisticamente, con un sovranismo di dimensioni tali da resistere alla spectre finanziaria globale, di cui usano gli artifici quando serve. Da comunista, non vedo alternativa politica ed etica alla Resistenza al globalismo. Il passaggio tra globalismo e reazione è una cruna di ago, ma va, filosoficamente, oltre che politicamente, percorso. Magari allargandolo sia dalla parte del rosso che del nero. Mostrando le nudità, ingenuità e disonestà di entrambi.






Agente 007 | Il mio gatto sicuro - il Blog! (wordpress.com)




Il capo supremo di una spectre è sempre un uomo senza volto che accarezza un gatto, dunque la sua ossessione non è il potere politico, ma il gatto. Il capitale non può costituirsi come assoluto perché il lavoro vivo (il gatto), per quanto piccolo e asimmetrico rispetto al colosso, esiste sempre, ed esiste come residuo, per cui, stante il residuo, l'assoluto non può costituirsi nemmeno come insieme delle parti (nel linguaggio filmico e letterario dei racconti di 007, il gatto è, è inquadrato per intero, e di conseguenza l'uomo più cattivo del mondo è sempre senza testa o senza volto) ed esiste come oggetto di amore (desiderio del desiderio), per cui neanche l'uomo più potente e più cattivo del mondo lo può avere con la forza. I vivi sono infinitamente numericamente minori dei morti, eppure non fanno insieme armonico delle parti con i morti, sono una differenza irriducibile, e così pure il lavoro dei vivi.


Mi annoiano quindi le teorie fusaro-previane del capitale come assoluto, quelle per cui tu metti la C maiuscola, che alla fine devono mettere insieme borghesi e proletari come i nuovi sfruttati (precariato) dall'aristocrazia finanziaria, non si capisce che la borghesia universale tante altre volte nella storia ha ceduto parte del potere a qualcuno (monarca, imperatore, dittatore...) ma è sempre rimasta classe dominante.


E poi il localismo, a cui finisce per ridursi il comunitarismo a giudizio di chi ha una prospettiva globale, dà adito a tutta una serie di concetti ed esternazioni dei suoi sostenitori che a me stanno antipatici a pelle anche a prescindere da ogni elaborazione, come critica distruttiva all'antifascismo nel presente, al mito del sessantotto, al femminismo, rigurgiti di nazionalismo, familismo, populismo, deismo, clericalismo, etica del lavoro presupponente uno stato etico, xenofobia, è proprio roba che non fa per me, preferisco sballarmi con altro.


Per essere più precisi, se torniamo alla figura dell'uomo senza volto con il gatto in grembo (mi dispiace, ma la spectre richiama in me associazioni filmiche e letterarie, solo in questo senso riesco a prenderla sul serio), il deisiderio/gatto non integrabile nella figura umana è infinito (il desiderio infinito di cui parla spesso Fusaro come se fosse un problema e un'aberrazione contingente del capitalismo post muro di Berlino, e non un destino da accettare nietzscheanamente con amore), perché rappresenta l'ambizione infinita intrinseca del capitale che è incompatibile con la sua stessa costituzione in assoluto, e quindi anche il suo (scontato) destino di fallimento nel dominare completamente la natura, ma questa stessa ambizione infinita è la corretta (corretta nel senso di ricettacolo possibile di immedesimazione istintuale umana e realistica, tale è il capitale, tale è la natura) mimesi della natura che dovrà sopravvivere nella società liberata che prenderà il posto del capitalismo, il residuo che, a mio personale giudizio, fu a suo tempo il bene nel male, il piccolo gatto non integrato nel colosso, e rimarrà, o almeno mi auguro che rimanga, nella nascente società del comunismo, o quantomeno del meglio, come filo conduttore del vecchio col nuovo: raccogliere la bandiera della rivoluzione borghese è raccogliere il desiderio di infinito, da un punto di vista dell'eros, e riecheggiando i conflitti religiosi cinquecenteschi che la nascita del capitalismo hanno segnato, una mistica unionista, non comunionista; io non sono per un comunismo della finitezza o per un'attivazione (hegeliana) della coscienza nel mondo della quotidianità.


Condivido abbastanza i nessi tra marxismo e nichilismo accuratamente individuati da Preve (risponderò anche a green demeter in un'altra discussione), ma mi sembra che Preve quando tematizza tale nichilismo -implicito nella non-filosofia sociale di Marx- a problema e tenta di superarlo, lo faccia nel senso di una rifondazione etica retrospettiva che guarda, indietro, ad Hegel, all'astuzia della ragione come manifestazione dello spirito nella storia; cade anche lui nella serie delle "rifondazioni" comuniste anche se annuncia profeticamente di non cadervi (lo slogan dell'ex partito di Fusaro era "valori di destra, idee di sinistra" uno slogan tutto hegeliano e tutto un programma); non tenta un altro possibile superamento nel senso di un'accettazione attiva e destinale del nichilismo alla maniera di Nietzsche, insomma a prescindere dal mero fatto della caduta o no degli dei, egli ha paura della caduta degli dei. Per lui è veritativa la filosofia, non la condizione umana, e tenta di recuperare l'aspetto classicamente filosofico (logico-ontologico) di Marx, che lui ravvisa nella concezione marxiana di individuo, diversa, (proprio sul piano della differenza realismo-nichilismo) e non mai perfettamente conciliata, con quella invece marxiana di società.

Per me invece, Il nichilismo non si "risolve" con il prenderne coscienza, ma con il farsene qualcosa, l'unione stessa tra materia inerte, specie e individuo che è ogni vivente, mi fa pensare che la sofferenza non finirà mai in quanto necessaria al divenire; il potere di direzionare il divenire deve/può quindi essere desiderato solo abissalmente e senza intenzione, bisogna "accettare" quindi anche il capitalismo, per superarlo.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

niko

Sui nessi tra marxismo e nichilismo individuati da Preve di cui parlavo sopra, ecco link a un suo articolo, rimanda al punto uno, ma si può sfogliare in avanti.


Costanzo Preve su nichilismo e marxismo I (kelebekler.com)




Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Vento

Credo che nel momento in cui, un individuo, alla ricerca di risposte moltiplica le domande.. Allora sta filosofeggiando.

green demetr

Citazione di: niko il 19 Giugno 2021, 15:34:52 PM
Sui nessi tra marxismo e nichilismo individuati da Preve di cui parlavo sopra, ecco link a un suo articolo, rimanda al punto uno, ma si può sfogliare in avanti.


Costanzo Preve su nichilismo e marxismo I (kelebekler.com)



Stavo rileggendo questo topic a caso:




Interessante la diatriba tra te e Ipazia. Ma poi la cosa è mai proseguita?

Vai avanti tu che mi vien da ridere

niko

Ciao, tu stesso hai aperto un topic


"Marxismo oggi in risposta ad alcune considerazioni di niko"


e lì è continuata la discussione per un po', magari non te lo ricordavi, quindi, se cerchi tra i tuoi topic dal tuo profilo, lo trovi.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

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