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Filioque

Aperto da Jacopus, 01 Maggio 2022, 23:49:47 PM

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Jacopus

"Et de Patri filioque procedit Spiritus Sanctus". Su questa frase avvenne lo scisma d'Occidente nel 1054 DC. In sostanza la chiesa romana sosteneva che lo spirito santo proveniva allo stesso modo dal padre e dal figlio, mentre la chiesa bizantina sosteneva che lo spirito santo proveniva "solo" dal padre ("per Pater" e non "Filioque"). Un dissidio religioso lontano un migliaio di anni che mi sembra come un nodo in un filo rosso che percorre tutta la storia dell'uomo, o almeno di quello europeo. Una storia iniziata nella lotta fra Greci e Persiani, proseguita nei vari assetti della Roma antica e poi rimaterializzatosi in forma teologica. Dottrine religiose, culture e assetti istituzionali si legano vicendevolmente. Da un lato allora la chiesa romana che ribadisce la doppia natura di Cristo e lo pone sullo stesso piano di Dio, come portatore dello spirito santo. Dall'altra una visione dell'esclusivo potere del padre (abramitico?), rispetto al quale il figlio è un semplice messaggero, anche lui sottomesso al suo volere divino. Come non vedere in queste differenti visioni teologiche il riflesso di approcci culturali agli antipodi, riguardo il potere temporale. E come non vedere in quel "Filioque", la stessa ragion d'essere del pensiero Occidentale e persino del successo della scienza, della democrazia, della libertà di espressione. Se Gesù è ammesso nella stanza dei bottoni, ogni potere dispotico decade ed ogni " pensiero divergente" non è più eretico. Il potere diventa quindi da un lato una questione di "lavoro di gruppo", mentre dall'altra è l'espressione di un volere insindacabile, quello che scaturisce da Abramo, pronto a sacrificare suo figlio. Un figlio che con il Cristo, si sacrifica davvero, ma in questo modo mette in moto il pensiero Occidentale.
Vorrei sottolineare come questo filo sotterraneo, scavi nella storia molto di più di quanto si pensi e oltre tutti gli esempi storici di dispotismo esercitato "anche" nel nome di Cristo. E anche come i Vangeli siano un'opera di sincretismo fra il pensiero ebraico e quello ellenico.
Oggi a distanza di millenni, sotto forme politiche ed economiche molto diverse, torna questa dialettica tra il potere sghembo, contraddittorio ma libero dell'Occidente e il potere rigido, coerente ma tragicamente dispotico dell'Oriente.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

daniele22

Ciao Jacopus, le conseguenze dello scisma possono essere plausibilmente quelle che descrivi, però vorrei fare un'osservazione. Mi sembra che la natura divina di Gesù fosse materia già discussa fin dagli albori del cristianesimo. Come mai si è aspettato fino all'undicesimo secolo prima di procedere? Insinuo quindi: potrebbe essere che lo scisma sia stato più di natura politica che spirituale. Quando parli delle conseguenze sostieni che mettere Gesù nella stanza dei bottoni fa cadere ogni potere dispotico. Probabilmente è vero, però trasferisce il potere dispotico al Papa e alla sua infallibilità. 
La questione spirituale diverrebbe quindi per me da retrodatare ai primi secoli dopo cristo come analisi di un periodo d'incubazione dello scisma ufficiale. 
In ogni caso sembra come dici anche tu che oggi siamo arrivati alla resa dei conti. Speriamo che tutti vissero felici e contenti

niko

#2
Il filioque è un tentativo di attribuire al Cristo un potere e una dignità pari a quella del Dio padre: al Cristo, quindi fuor di metafora all'uomo, quindi ancor più fuor di metafora all'apostolo Pietro, quindi, ancor più fuor di metafora al papa di turno.

Non si possono non vedere in controluce, nella questione del filioque, i giochi di potere del "vicario di Cristo" per assicurarsi il controllo e la pertinenza sullo "spirito", e quindi sulle reali e concrete coscienze umane, o meglio la ghiotta possibilità di essere con-causa dello spirito, naturalmente insieme alla pari col Padre, che tanto, in quanto personaggio immaginario, poteva avere ben poco in contrario.

Di solito, secondo me, la società tende ad essere più aperta e liberale quanto più il controllo centralizzato delle umane coscienze resta, ad un personaggio immaginario, e quindi irreale.

Tra il Padre, e il figlio, per me, per quanto mi concerne, è meglio dunque che il controllo delle coscienze resti sempre al padre, in quanto il più remoto come possibilità di immischiarsi in affari terreni, e il meno "esistente" dei due, quello che dei due è più chiaramente un personaggio immaginario.

Quando poi la figura del  papa si scompone nella pluralità dei reverendi e dei liberi esaminatori protestanti, sempre maschi, possiamo solo dire che è pienamente compiuto il passaggio da un patriarcato a un fratriarcato; da una discendenza, temporale, a un orizzonte, temporale.

Ci sono argomenti per sostenere la tesi che il filioque sia stato in generale, nella storia e nella storia del pensiero, causa di dispotismo, almeno quanti ce ne sono per sostenere la tesi opposta, che il monopatrismo, sia stato causa di dispotismo.

Lo spirito è il femminino di Dio, in senso psicoanalitico l'irrompere del figlio nella coppia padre-donna è di fatto un Edipo, una scena primaria, uno sporco segretuccio. Non era progressivo lo stato posteriore, a cotanta irruzione, e non fu progressivo lo stato successivo, soprattutto, oserei dire, per la condizione donna stessa.

Il figlio è il Dio rivelato, dire che lo spirito non procede dal figlio, significa dire semplicemente che il dio nascosto è più grande, e più potente, del dio rivelato.

Il limite del Verbo, Verbo che è la rivelazione del Dio di amore, Eracliteanamente, è ciò che ama, nascondersi, è la natura come contraddizione in atto, tra la rivelazione e l'amore.

Il figlio opera nella creazione del mondo, ma la potenza di Dio non è detto che si esaurisca, nella creazione del mondo.

C'è sempre la possibilità dell'infinità dei mondi, dell'infinità degli infiniti.

E' come dire che il livello di realtà in cui Dio è sottoposto, alla matematica e alla logica, e non può fare cerchi quadrati, discende dal superiore livello di realtà in cui Dio non è sottoposto a nulla, neanche alla matematica e alla logica, e può fare, in teoria, davvero tutto e finanche cerchi quadrati.

Il mondo, o anche, ogni mondo, è una autolimitazione di Dio.

A noialtri che soffriamo in questa valle di lacrime tendenzialmente non interessano più di tanto le elucubrazioni sui cerchi quadrati, interessa la differenza tra un livello logico-stoico del reale in cui l'intelligibilità del bene dipende dalla presenza anche del male, e un potenziale livello superiore in cui potrebbe esistere (ma non essere umanamente intelligibile) il bene puro.

Il velo di Maya (non l'ape...) secondo cui il mondo si divide in democrazie e dittature, dovrà presto cadere. Rivelazione come a-leteia.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

PhyroSphera

Citazione di: Jacopus il 01 Maggio 2022, 23:49:47 PMDa un lato allora la chiesa romana che ribadisce la doppia natura di Cristo e lo pone sullo stesso piano di Dio, come portatore dello spirito santo. Dall'altra una visione dell'esclusivo potere del padre (abramitico?), rispetto al quale il figlio è un semplice messaggero, anche lui sottomesso al suo volere divino. 
Non è questa veramente l'opposizione. Per Cristo si intende in ultima analisi Dio, ugualmente il Figlio nella Trinità è in ogni caso Dio (da non confondersi col Gesù uomo).

MAURO PASTORE

iano

#4
Da profano mi chiedo, ma, se lo spirito santo arriva in modo diretto ed esclusivo dal padre, il figlio cosa ci sta a fare?
Mentre se arriva dal padre e anche dal figlio, come giustifichiamo  il figlio, in quanto doppione?
Inoltre noto che la missione di Cristo in terra  si poteva compiere anche senza il suo sacrifico. Abbiamo quindi un doppione che si sacrifica senza necessità?
Ci deve essere un altra spiegazione.
A me sembra che questo sacrificio, in quanto non necessario, se però avviene, allora deve considerarsi il punto centrale di tutta la questione, mentre la questione dello spirito santo a me, forse perchè non credente,  appare secondaria.
Da non credente , ma da semplice uomo, a me sembra sia nella natura dell'uomo, per via della sua socialità, sacrificarsi per gli altri.
Quindi perchè tanto clamore per un esempio di sacrificio fra tanti?
Qualunque uomo si sacrifichi per gli altri lo fà per la loro salvezza.
Certo, non tutti lo fanno, perchè varia è la nostra natura, ma sono comunque più d'uno. Perché fissarsi dunque su un sacrificio fra tanti?
Io credo che se una visione religiosa diventa motivo di organizzazione politica,  è perchè fà leva sulla vera natura umana, o almeno su una sua significativa parte.
Per cui, senza voler essere gratuitamente blasfemo, in Cristo io non ci vedo niente di speciale, se non in quanto uomo esemplare, e quindi possibile riferimento politico.
Però il carattere sociale dell'uomo, è solo la metà della sua natura, e questa natura doppia mi pare rifletta meglio il perchè delle politiche mondiali.
Naturalmente la mia considerazione, da non credente, non è su un Dio fattosi uomo, ma sulla natura varia dell'uomo che si fà organizzazione politica, e le due questioni potrebbero essere la stessa, dove cambia solo l'ordine dell'entrata in scena degli attori..

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''