facciamo il punto della situazione.

Aperto da iano, 24 Marzo 2025, 21:35:48 PM

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iano

Un punto è sufficiente a rappresentare l'universo, perchè esso prima che essere fatto di tante cose è fatto da se stesso.
E' questo però un universo immobile, se per dire che un punto si muove ne occorre un altro a far da riferimento, e che per contro assumeremo essere in quiete.
Quindi se ne abbiamo due solo uno, a turno, potrà muoversi, e mai due insieme.
Due punti però non bastano a dimostrare che movimento vi sia, perchè per ciò  occorre misurare una velocità, e per far ciò ancora occorre un unità di misura, e due punti bastano appena per avere questa , la quale essendo però per assunzione immutabile, non potrà certificare il movimento di un punto rispetto all'altro.
Per parlare di movimento occorrono allora almeno tre punti, dei quali due sono unità di misura del terzo, se pur bastano, del che non sono del tutto certo.
Se un universo fatto di punti si espandesse potremmo non rilevarlo, perchè non si può determinare con certezza la dimensione di qualcosa che è fatto di cose prive di dimensione, e così via, un ragionamento dopo l'altro, possiamo, seppur con difficoltà, innalzare templi alla ragione, e così è dunque se vi pare secondo Pirandello, figlio della valle dei templi di Agrigento, capitale della cultura 2025, non meno difficile da raggiungere per fantascienza di strade, su cui è meglio stendere un velo pietoso, come bitume sui tombini.




Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Il_Dubbio

Citazione di: iano il 24 Marzo 2025, 21:35:48 PMUn punto è sufficiente a rappresentare l'universo, perchè esso prima che essere fatto di tante cose è fatto da se stesso.

Prendo per buona l'idea di fare il "punto" della situazione.

Per me l'universo non ha senso senza qualcuno che lo osservi. Siccome si da per scontato che l'universo nasca senza la capacità di osservare se stesso e quindi di riconoscersi come se stesso in quanto universo, l'uomo è necessario per dare senso all'universo. L'universo esiste solo in quanto un ente possa riconoscerlo. 

Ora l'altro punto in questione è stabilire quanto il nostro "punto" di vista sia sufficiente per comprendere l'universo. 
Quando cerchiamo di farlo, stiamo cercando comunque di comprendere noi stessi (perchè noi siamo una parte dell'universo che stiamo studiando). Questa dualità è sempre presente nei discorsi filosofici. Come immaginarsi un quadro (un dipinto) dove l'artista è dentro il quadro e sta rappresentanto se stesso mentre si disegna. Cosa che invece, sulla rappresentazione duale, è impossibile. L'artista infatti dipinge un quadro tentanto di rappresentare se stesso rimanendo sempre al di la della sua rappresentazione. 

Il punto della situazione è che noi non siamo al di fuori dell'universo mentre l'osserviamo. Siamo come quel quadro in cui l'artista è dentro il quadro e non fuori a disegnarlo. 

Il punto è che se togliamo l'artista all'interno del quadro, il quadro si svuota di interesse. Perchè mai dovrebbe esistere qualcosa se nessuno lo guarda? 
Ma è sufficiente guardarsi dall'interno per comprendere chi siamo e come mai siamo qua a rappresentarci in questo universo (o quadro)? 

Il punto è che noi siamo all'interno dell'universo, non siamo i creatori dell'universo. Non siamo come l'artista che sta con il pennello in mano a disegnare le linee da di fuori. 

Esisterà un disegno "intelligente" che ha prodotto un universo osservabile dall'interno e che con questo ha dato un senso all'universo stesso di esistere? 

Il punto della situazione è che oggi esistono anche altre risposte possibili. Resta comunque il fascino di poter osservare qualcosa che in fin dei conti non serviva a niente prima di essere osservato. 
Se l'universo è osservato ha raggiunto lo scopo di esistere. 


 

aurea

All'artista non interessa la realtà,gli interessa mettere fuori di sé quello che lui vive davvero in relazione alla realtà.A dire il vero al vero artista non interessa neppure la realtà,dato che nette fuuti di se una realtà che gli piace e senza neppure impazzire.Il bello è che quelli che sembrano pazzi o rischiano di impazzire  sono scienziati, filosofi et similia che se la prendono in vari modi con la realtà cercando di mettersela dentro in qualche modo o tenerla fuori invece di infischiarsene e usarla come fanno i bravi artisti.
Fallo anche te.

niko

Citazione di: iano il 24 Marzo 2025, 21:35:48 PMUn punto è sufficiente a rappresentare l'universo, perchè esso prima che essere fatto di tante cose è fatto da se stesso.
E' questo però un universo immobile, se per dire che un punto si muove ne occorre un altro a far da riferimento, e che per contro assumeremo essere in quiete.
Quindi se ne abbiamo due solo uno, a turno, potrà muoversi, e mai due insieme.
Due punti però non bastano a dimostrare che movimento vi sia, perchè per ciò  occorre misurare una velocità, e per far ciò ancora occorre un unità di misura, e due punti bastano appena per avere questa , la quale essendo però per assunzione immutabile, non potrà certificare il movimento di un punto rispetto all'altro.
Per parlare di movimento occorrono allora almeno tre punti, dei quali due sono unità di misura del terzo, se pur bastano, del che non sono del tutto certo.
Se un universo fatto di punti si espandesse potremmo non rilevarlo, perchè non si può determinare con certezza la dimensione di qualcosa che è fatto di cose prive di dimensione, e così via, un ragionamento dopo l'altro, possiamo, seppur con difficoltà, innalzare templi alla ragione, e così è dunque se vi pare secondo Pirandello, figlio della valle dei templi di Agrigento, capitale della cultura 2025, non meno difficile da raggiungere per fantascienza di strade, su cui è meglio stendere un velo pietoso, come bitume sui tombini.







In senso scientifico, e geometrico matematico, e' vero, che "se tutto si allontanasse uniformemente da tutto" noi non ce ne accorgeremmo. E' vero che diventeremmo giganti senza accorgercene perche' tutto intorno a noi diventerebbe altrettanto "gigante", di noi, eccetera.

Ma appunto l'espansione dell'universo non e', propriamente solo un "tutto che si allontana da tutto" (tantomeno: uniformemente!) ma un qualcosa che viene piu' o meno localmente contrastato da altre forze, prima fra tutte la gravita', ma non solo quella (a banalissimo esempio: le galassie, si allontanano tutte, a velocita' variabile, tra di loro, ma la terra non si allontana, altrettanto, sotto la stessa identica generica "tendenza di allontanamento", di tutto da tutto, se non impercettibilmente, dal sole: appunto perche' il fenomeno e' complesso, e i fattori in gioco sono tanti).

Quindi, l'espansione dell'universo, se di questa parliamo, e' un fenomeno, di fatto, di intensita' localmente variabile e variamente distribuito, quindi, con i giusti strumenti, ce ne accorgiamo, di essa, eccome.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

aurea

"Quindi, l'espansione dell'universo, se di questa parliamo, e' un fenomeno, di fatto, di intensita' localmente variabile e variamente distribuito, quindi, con i giusti strumenti, ce ne accorgiamo, di essa, eccome."

se si espande l'universo lo spazio si stira e dunque invece che curvarsi dovrebbe raddrizzassi.Se l'espansione fisse davvero quella che dicono,allora il cosmo dovrebbe essere piatto e lineare nel suo complesso,senza alcuna curvatura media statistica.Allora perché si formano gli ammassi grandi e piccoli?

Jean Jacques

Con un punto si ha la determinazione dello spazio, ma non del movimento.
Con due punti si ha la determinazione della distanza spaziale, ma non del movimento.
Con tre punti, dei quali uno dei tre è fermo, si ha la determinazione del movimento nello spazio e della distanza percorsa.

L'universo è in perenne movimento, in perenne divenire.
Il ciclo di "creazione-movimento-dissoluzione" è un ciclo chiuso, senza inizio e senza fine.
Non fatevi conquistare dall'odio: odiare significa guardare indietro. Magari sarebbe stato utile se la natura ci avesse posto un occhio dietro la testa affinché potessimo guardarci le spalle, ma non lo ha fatto. Siamo fatti per guardare avanti, verso l'avvenire, per avere speranza.

iano

#6
Citazione di: Jean Jacques il 26 Marzo 2025, 19:28:36 PMCon tre punti, dei quali uno dei tre è fermo, si ha la determinazione del movimento nello spazio e della distanza percorsa.
Se il punto è fermo perchè noi lo teniamo per fermo, allora cosa è veramente il movimento?
Dunque, abbiamo un punto fermo dal quale misuriamo, e un righello fatto di altri due punti per misurare,la cui lunghezza parimenti teniamo per ferma, ma ci manca cosa misurare a pensarci bene.
Forse ci vuole un quarto punto allora per  iniziare a parlare di movimento  :)
Se praticassimo ancora la numerologia dovremmo assegnare all'universo il numero uno, allo strumento di misura il numero due, al sistema di misurazione il tre, come le tre dimensioni, e alla misura, il numero 4.
Stavo per dire, alla misura,, e quindi...al movimento, che è anche il movimento del pendolo, che misura la quarta dimensione.
Perchè se abbiamo il potere di tenere fermo un punto, ce ne vogliono 4, cioè una misura, per limitare il nostro potere su di esso.
C'è stato un tempo dunque in cui avevamo il potere di creare punti fermi, i quali esistevano però solo nella misura in cui non sapevamo di averli creati, e l'universo ci appariva perciò fatto di certezze.
Queste certezze oggi ci vengono a mancare, avendo così realizzato che non basta sapere di non sapere, ma occorre smentire tutto ciò che credevamo di sapere, per poterlo infine dire con cognizione di causa.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

aurea

non esiste nessun punto,il punto è un concetto geometrico astratto come tutta la geometria euclidea e non.
La realtà non è geometrica,la si misura usando la geometria come algoritmo di gestione umana del reale come si fa con la matematica e la fisica.

Jean Jacques

Citazione di: iano il 26 Marzo 2025, 21:14:20 PMSe il punto è fermo perchè noi lo teniamo per fermo, allora cosa è veramente il movimento?
Dunque, abbiamo un punto fermo dal quale misuriamo, e un righello fatto di altri due punti per misurare,la cui lunghezza parimenti teniamo per ferma, ma ci manca cosa misurare a pensarci bene.
Forse ci vuole un quarto punto allora per  iniziare a parlare di movimento  :)
Se praticassimo ancora la numerologia dovremmo assegnare all'universo il numero uno, allo strumento di misura il numero due, al sistema di misurazione il tre, come le tre dimensioni, e alla misura, il numero 4.
Stavo per dire, alla misura,, e quindi...al movimento, che è anche il movimento del pendolo, che misura la quarta dimensione.
Perchè se abbiamo il potere di tenere fermo un punto, ce ne vogliono 4, cioè una misura, per limitare il nostro potere su di esso.
C'è stato un tempo dunque in cui avevamo il potere di creare punti fermi, i quali esistevano però solo nella misura in cui non sapevamo di averli creati, e l'universo ci appariva perciò fatto di certezze.
Queste certezze oggi ci vengono a mancare, avendo così realizzato che non basta sapere di non sapere, ma occorre smentire tutto ciò che credevamo di sapere, per poterlo infine dire con cognizione di causa.

Vero: il quarto punto e... la quarta dimensione!

" non basta sapere di non sapere, ma occorre smentire tutto ciò che credevamo di sapere"
questa frase è bella.
Non fatevi conquistare dall'odio: odiare significa guardare indietro. Magari sarebbe stato utile se la natura ci avesse posto un occhio dietro la testa affinché potessimo guardarci le spalle, ma non lo ha fatto. Siamo fatti per guardare avanti, verso l'avvenire, per avere speranza.

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