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Etica e neuroscienze.

Aperto da Carlo Pierini, 26 Maggio 2019, 22:08:24 PM

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sgiombo

Citazione di: Carlo Pierini il 28 Maggio 2019, 22:14:28 PM
Citazione di: sgiombo il 28 Maggio 2019, 20:23:20 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 28 Maggio 2019, 20:05:43 PM

CARLO
I miei giudizi sono argomentati, al contrario delle tue sentenze prive di giustificazione. Infatti ho scritto:



Ho letto solo la prima riga di questo intervento e mi é bastato (sono un po' pigro).
CARLO
Naturalmente, come sempre: esprimi giudizi su ciò che non sai.
Citazione
Che  ti sei ridicolizzato intitolando in quella penosa maniera una discussione da te proposta nel forum lo so benissimo (per averlo empiricamente constatato).














SGIOMBO
MI basta rammentarti che hai lanciato una discussione nel fourm dal titolo "Il noumeno kantiano: una truffa a scopo di lucro" (Sic! Cito a memoria ma posso solo sbagliare qualche insignificante dettaglio).

CARLO
...E magari non ne hai letto il contenuto, o non ne hai tenuto conto. Niente di nuovo sotto il sole!
Citazione
All' inizio leggevo tutti i tuoi interventi tranne quelli antidarwiniani perché ritengo tempo perso tentare di far comprendere la biologia moderna agli antidarwiniani (per lo meno in un forum come questo: dovrebbero leggere e soprattutto prendere in considerazione e capire pagine e pagine di scienza).

Poi ho capito che tantissimi che parlano di archetipi e di Jung sono certamente del tutto al di fuori dei miei interessi e per economia di tempo (non sono eterno) evito di leggerli (mi sembra del tutto ragionevole e naturale; tu per esempio impiegheresti il tuo tempo a leggere una biografia di Stalin o magari i suoi per me interessantissimi scritti?).

Ivo Nardi

A nessuno interessano i vostri "duelli".
Vi prego di attenervi alle tematiche proposte nelle discussioni o saremo costretti a chiuderle a causa vostra e di chi si comporterà come voi!
Vi prego di rispettare gli altri fruitori del forum e questo spazio che vi ricordo essere gratuito e privato!
Possiamo dare infinite interpretazioni a un riflesso confuso nell'acqua,
ma l'immagine che dà origine a quel riflesso è soltanto una.

sgiombo

Citazione di: davintro il 29 Maggio 2019, 02:59:56 AM
la validità del metodo empirico è relativo alla conoscenza del livello della realtà corrispondente, cioè il complesso degli oggetti fisici, di cui i nostri sensi hanno esperienza nella contingenza spaziotemporale, livello che però non è quello di cui si occupa la filosofia, che invece si occupa del sapere dei principi primi dell'essere, la cui valenza universale la rende irriducibile rispetto alle possibilità di ricezione dei sensi. Appunto per questo non vedo razionalità ed empiria come in contraddizione, ma complementari, ma la complementarietà è data dalla differenza di ambiti della realtà a cui si occupano. La razionalità pura indaga un livello di realtà consistente nel complesso delle relazioni logiche, aprioriste, degli enti, non si fonda sull'esperienza dei sensi e non ne ha bisogno, mentre necessita dei sensi nel momento in applica le sue pretese conoscitive alla realtà materiale. In quest'ultimo senso non c'è contraddizione ma complementarietà dei ruoli: i sensi trasmettono la materia del conoscere, la ragione lo organizza logicamente,
Citazione
Fin qui concordo.
ma sull'altro livello, quello propriamente filosofico, i sensi non sono rilevanti, in quanto lo "spirito" non è per esso solo forma vuota, ma anche l'oggetto specifico del sapere. Al filosofo, in quanto tale, non interessano i risultati delle neuroscienze, lo interessano in quanto studioso desideroso per motivi di cultura personale, di completare la sua visione riguardo il tema della mente, unendo al lato filosofico e trascendentale, evidenziato dalla fenomenologia, la componente fisica, e quindi ricavando un'immagine più completa del soggetto umano, unità di spirito e materia.
Citazione
Ma cos' é questo "spirito"?
Secondo me ciò che si constata empiricamente sono o fenomeni materiali o fenomeni mentali.
La scienza é un modalità potentissima praticamente e anche interessantissima teoricamente di conoscenza dei primi (vera alle condizioni -indimostrabili, come ci insegna la razionalità filosofica, principalmente e innanzitutto nella fattispecie delle riflessioni di David Hume- della loro intersoggetività e del loro divenire ordinato causalmente).
L' ontologia generale (filosofica; é parte della filosofia) si occupa di entrambi e delle rispettive relazioni (e per far questo in maniera fondata non può prescindere dalle acquisizioni di conoscenza delle scienze naturali, e in particolare della neurologia).
Inoltre della filosofia fa parte anche la gnoseologia, cioè la critica razionale delle conoscenze (in generale; e scientifiche in particolare: epistemologia), dei loro criteri di validità e di verità, della loro fondatezza, grado, condizioni e significato della loro eventuale certezza (o meno), ecc.





Quindi la filosofia è sempre un punto di vista parziale, ma comunque autosufficiente, non può conoscere tutta la realtà, avendo la realtà una componente materiale che richiede di essere indagata empiricamente, ma restando all'interno della sua parzialità, è pur sempre padrona a casa sua, e non è vincolata a rendere conto di conoscenze extrafilosofiche per legittimare le sue verità, pena negare l'autonomia del suo oggetto di indagine. Il filosofo non ha bisogno per fare filosofia di utilizzare i sensi, che ovviamente, come ricorda Sgiombo, gli sono necessari per vivere (e quindi, ma solo indirettamente, anche per fare filosofia, dato che filosofare occorre vivere), Quindi nessuna contraddizione a dare retta alle percezioni sensibili se si tratta di scegliere il momento giusto per attraversare la strada, o più scientificamente, per dar credito a studi di medicina rispetto ad altri che possono contare su un numero minore di verifiche empiriche, fermo restando il riconoscimento del valore probabilistico e non certo delle visioni che su queste percezioni di reggono,
Citazione
Ribadisco che secondo me l' ontologia (filosofica), occupandosi sia dei fenomeni materiali che di quelli mentali che delle loro relazioni, non può prescindere dalle acquisizioni di conoscenza delle scienze naturali, e in particolare della neurologia, ma anche di altro, come le scienze cognitive e la cosiddetta intelligenza artificiale (per poterlo fare in maniera fondata, "con cognizione di causa").





distintamente dall'esigenza di certezza assoluta che invece la filosofia richiede, certezza assoluta come connessa al carattere di necessità dei principi universali, non contingenti, che costituiscono il suo ambito di indagine, irraggiungibile per l'empiria
Citazione
Secondo me tanto la scienza quanto la filosofia aspirano alla certezza assoluta come meta ideale.
Che però è per entrambe irraggiungibile, essendo propria unicamente dei giudizi analitici a priori (quelli della "razionalità pura" logica e matematica), che inesorabilmente "pagano" questa loro certezza assoluta con una totale "sterilità conoscitiva" (circa come é o non é la realtà; in generale -ontologia filosofica- e in particolare scientifica -scienze naturali-).
Mentre i giudizi sintetici a posteriori (propri tanto delle scienze naturali -circa i fenomeni materiali- quanto della conoscenza non scientifica dei fenomeni mentali, quanto della conoscenza filosofica dell' ontologia generale) sono "conoscitivamente fecondi", ma al "prezzo" inesorabile di una insuperabile incertezza.

Carlo Pierini

SGIOMBO
Ma cos' é questo "spirito"?

CARLO
La stragrande maggioranza degli individui appartenenti alla specie homo sapiens-sapiens concorda con questa definizione generale:

«Spirito: sinonimo di vita, forza vitale distinta dalla materia e che tuttavia interagisce con essa»; una «forma dell'essere radicalmente diversa dalla materia»

Ma puoi trovare una sintetica storia di questo concetto in wikipedia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Spirito_(filosofia)

sgiombo

Citazione di: Carlo Pierini il 29 Maggio 2019, 16:58:51 PM
SGIOMBO
Ma cos' é questo "spirito"?

CARLO
La stragrande maggioranza degli individui appartenenti alla specie homo sapiens-sapiens concorda con questa definizione generale:

«Spirito: sinonimo di vita, forza vitale distinta dalla materia e che tuttavia interagisce con essa»; una «forma dell'essere radicalmente diversa dalla materia»

Ma puoi trovare una sintetica storia di questo concetto in wikipedia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Spirito_(filosofia)

(Non vorrei cominciare un' altro sterile battibecco, ma) Chi l' ha detto che "la stragrande maggioranza degli uomini" ha una tale concezione dello "spirito"?
Peraltro non scientifica, in quanto la scienza esclude qualsiasi "forza vitale distinta dalla materia e che tuttavia interagisce con essa" (il vitalismo é finito nella pattumiera delle scienze da più di un secolo).
Senza contare il fatto che le verità filosofiche né scientifiche non si stabiliscono "a maggioranza", nemmeno "stragrande".

Ipazia

Forse se "spirito" lo chiamiamo psiche diventa un tantino più condivisibile. Soprattutto volendoci fare sopra discorsi scientifici. Io uso il termine spirito, ma per me è sinonimo di psiche, mente. Cioè tutto lo psichico non assimilabile al fisiologico. Per ora, ma forse anche in futuro.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sgiombo

Citazione di: Ipazia il 29 Maggio 2019, 17:32:22 PM
Forse se "spirito" lo chiamiamo psiche diventa un tantino più condivisibile. Soprattutto volendoci fare sopra discorsi scientifici. Io uso il termine spirito, ma per me è sinonimo di psiche, mente. Cioè tutto lo psichico non assimilabile al fisiologico. Per ora, ma forse anche in futuro.


Però ci sono almeno due ben diversi concetti:

lo "spirito" dei metafisici e teologi (anima immortale, Dio, ecc.)

e la "psiche" degli psicologi (che a me non é troppo chiara; capisco bene cosa sia il pensiero cosciente, i fenomeni mentali, ma non l' "inconscio" con cui spesso gli psicologi lo "integrano" nella psiche, ma) che certamente non é l' anima immortale di metafisici e teologi.

Per me il mentale (la res cogitans) non può essere assimilata al materiale (la res extensa; compreso il neurofisiologico, al quale peraltro necessariamente coesiste: morto il cervello, morta la mente; anzi, "basta" che il cervello vada in coma irreversibile perché la mente -pur essendo tutt' altra cosa- cessi di esistere).

Carlo Pierini

Citazione di: Ipazia il 29 Maggio 2019, 17:32:22 PM
Forse se "spirito" lo chiamiamo psiche diventa un tantino più condivisibile. Soprattutto volendoci fare sopra discorsi scientifici. Io uso il termine spirito, ma per me è sinonimo di psiche, mente. Cioè tutto lo psichico non assimilabile al fisiologico. Per ora, ma forse anche in futuro.
CARLO
..."Discorsi scientifici" sulla psiche? Con quali strumenti e unità di misura? Il manometro? L'amperometro? Il microfarad? Il numero di massa?
E' dura doversi staccare dalle gonne di Mamma Scienza, eh?

Carlo Pierini

Citazione di: sgiombo il 29 Maggio 2019, 17:31:14 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 29 Maggio 2019, 16:58:51 PM
SGIOMBO
Ma cos' é questo "spirito"?

CARLO
La stragrande maggioranza degli individui appartenenti alla specie homo sapiens-sapiens concorda con questa definizione generale:

«Spirito: sinonimo di vita, forza vitale distinta dalla materia e che tuttavia interagisce con essa»; una «forma dell'essere radicalmente diversa dalla materia»

Ma puoi trovare una sintetica storia di questo concetto in wikipedia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Spirito_(filosofia)

(Non vorrei cominciare un' altro sterile battibecco, ma) Chi l' ha detto che "la stragrande maggioranza degli uomini" ha una tale concezione dello "spirito"?
Peraltro non scientifica, in quanto la scienza esclude qualsiasi "forza vitale distinta dalla materia e che tuttavia interagisce con essa" (il vitalismo é finito nella pattumiera delle scienze da più di un secolo).
Senza contare il fatto che le verità filosofiche né scientifiche non si stabiliscono "a maggioranza", nemmeno "stragrande".
CARLO
La Treccani lo definisce così:
<<Principio immateriale di vita che ha la sua manifestazione più pura nella divinità>>
Tu, invece, come lo definisci? "Noumeno kantiano"? Oppure l'equivalente "sarchiapone"?   :)

Ipazia

Citazione di: Carlo Pierini il 29 Maggio 2019, 17:59:11 PM
..."Discorsi scientifici" sulla psiche? Con quali strumenti e unità di misura? Il manometro? L'amperometro? Il microfarad? Il numero di massa?
E' dura doversi staccare dalle gonne di Mamma Scienza, eh?

E' dura staccarsi anche dai pantaloni di Papà Jung che ha trasformato la psicologia in una setta di astrologi e alchimisti. Ma le psicoscienze esistono e lavorano alla grande. Con strumentazioni molto sofisticate nell'area neuropsicologica. E pure con metodi antropologici, sociologici, cognitivisti, comportamentisti. Ma se uno si ferma agli archetipi il treno della scienza della psiche l'ha già perso da mò. E dove non arriva la scienza arriva la razionalità filosofica, antidoto pur'essa alla superstizione animistica. Archetipicamente neolitica.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

Non seguo la psicologia junghiana tranne per la lettura di alcuni scrittori junghiani come Zoja e Galimberti e quindi su di essa non so dire ma la psicoanalisi da tempo si confronta con la neurobiologia e le neuroscienze, fedele all'insegnamento di Freud secondo il quale le sue intuizioni dovevano sempre essere vagliate e verificate in futuro da qualsivoglia strumento di misurazione scientifico.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

davintro

#56
per Ipazia

le virgolette su "spirito", erano virgole di timidezza, considerato, senza voler generalizzare, un certo clima di materialismo attualmente dominante nel forum e quindi mi sento un po' condizionato a evitare quando possibile termini troppo "scandalosi" e che rischiano di portare chi legge a squalificare già solo per la terminologia i miei pensieri. Cerco di stabilire un minimo di base terminologica comune con l'interlocutore, ma al di là di ciò non penso si dovrebbe avere alcun problema a parlare di "spirito" come sinonimo di "immateriale", distinguendolo dal materiale, oggetto dell'esperienza dei sensi da  il momento autocritico e riflessivo della scienza deve necessariamente astrarre, senza alcuna necessità di saturare lo spirito con le varie rappresentazioni dogmatiche/mitologiche delle religione storiche, il cui limite può avvertirsi non tanto dal punto di vista materialistico che le squalificherebbe come "troppo spirituali", ma dal verso opposto, da un punto di vista spiritualistico che critica i modi con cui il divino viene  racchiuso nelle rappresentazioni confessionali umane, da elementi sensibili, costantemente condizionate da uno sguardo umano, sintesi di spirito e materia, e non solo spirito


Jacopus dice

"La filosofia, se non vuole essere metafisica, deve/può occuparsi di qualsiasi oggetto e a maggior ragione della scienza empirica,"


"se non vuole essere metafisica", ecco appunto... ma perché la filosofia non dovrebbe voler essere metafisica? In realtà solo identificandosi con la metafisica (che non si riduce affatto a teologia, e tanto meno a fideismo dottrinario), la filosofia preserva la sua ragion d'essere, cioè riconosce l'esistenza di un livello della realtà oltre quello di cui si occupa la fisica e le scienze naturali, che in questo modo non restano le uniche autorizzate a conoscere la realtà. Se la filosofia/metafisica si focalizza su tale livello "altro" rispetto a quello materiale" allora non può temere di subire contestazioni da parte di risultati di scienze che sono adeguate a una tipologia di realtà diversa da quella che ad essa interessa. Ed è proprio in virtù di tale trascendenza, non necessariamente trascendenza di sostanze, ma trascendenza nel senso dell'irriducibilità del proprio punto di vista rispetto agli altri, che la filosofia può esercitare il proprio ruolo critico nei confronti delle scienze, ammonendo le loro pretese di autoreferenzialità e assolutezza. Ogni sapere critico nei confronti di un altro deve necessariamente fondarsi su una prospettiva distinta rispetto quella oggetto della critica, altrimenti come potrebbe rendersi conto dei suoi limiti (e conseguentemente delle sue possibilità)? Quello che delle scienze deve interessare il filosofo delle scienze è la loro forma mentis, il loro metodo, considerare quali modalità di esperienza coscienza-mondo (sensazione, percezione, giudizio) sono interessate dai metodi, per poi, sulla base del senso di tali modalità dedurre la tipologia di oggetti adeguati a essere conosciuti da quel determinato metodo, cioè da quella determinata scienza, delimitandone così il raggio d'azione. Per svolgere questo lavoro al filosofo "basta" (si fa per dire...) un'analisi fenomenologica delle essenze degli atti coscienti che le scienze utilizzano nel loro ambito, e questa evidenziazione delle essenza attiene al piano non empirico, ma universalistico, dunque intelligibile e metafisico. Empiricamente riscontro i risultati delle scienze naturali, ma l'essenza degli atti coscienti tramite cui le scienze lavorano, il giudizio in sé, il ricordo in sé, la percezione in sé sono colti in un'intuizione intellettuale originaria, che solo l'analisi razionale e non l'accumulo di dati empirici mette in evidenza, anzi quest'ultimo ricopre ancora più quel nucleo essenziale con una serie di dati accidentali, rendendola ancora più confusa e nascosta. I risultati empirici delle scienze possono essere un utile o utilissimo stimolo di riflessione per il filosofo nell'orientare le sue speculazioni verso un determinato aspetto del suo ambito, che magari non sarebbe stato considerato, dato che pur sempre il filosofo e l'empirico condividono lo stesso mondo in cui vivere anche se osservato da visuali differenti, ma si tratterà pur sempre di un'utilità accidentale, mai di una fondazione necessitante. Dal punto di vista essenziale l'epistemologia resta un corollario o ramificazione della filosofia/metafisica


Per Sgiombo

l'ontologia, intesa come studio dell'essere "in quanto essere" non comprende i fenomeni materiali, ma la nozione di "essere in quanto tale". Cioè, non l'essere come totalità, sommatorio di tutto ciò che è, compresa la realtà materiale (se così fosse più che di ontologia bisognerebbe parlare di "tuttologia") La nozione di "essere in quanto tale" non la vedo, non la tocco, non la ascolto, non la gusto, e non la annuso, fuoriesce dall'ambito materiale dell'esperienza sensibile, e dunque rientra nella metafisica. Non deve ingannare il fatto che lo studio dei fondamenti dell'Essere si riferisca anche agli enti materiali: ad esempio è vero che quando Aristotele parlava di causa materiale doveva per forza considerare anche l'esperienza sensibile della componente fisica della natura, ma non erano i sensi il fondamento, la garanzia di validità della sua riflessione ontologica. La materia, l'esperienza sensibile erano oggetto di tale riflessione, ma non i presupposti epistemici, il punto di vista formale restava metafisico, razionale-deduttivo, atto a cogliere gli aspetti necessari, essenziali dell'ente, quindi nulla a che vedere con la "fisica" per come oggi la intendiamo. Mentre per le scienze naturali con il loro metodo sperimentale l'esperienza sensibile è il presupposto del loro sapere, per la metafisica e per l'ontologia essa  rientra tra gli oggetti tematizzabili, ma non costituiscono la loro base metodologica, e ciò garantisce la loro indipendenza rispetto ai risultati ricavabili in base a quell'esperienza stessa. Quindi se l'ontologia aristotelica, come ogni possibile ontologia è contestabile, non lo sarà mai dal punto di vista delle scoperte della fisica, ma dal punto di altri modelli ontologici che, utilizzando la stessa impostazione, sono legittimati a entrare nel merito del suo stesso livello di realtà, corrispondente a tale impostazione

sgiombo

Citazione di: Carlo Pierini il 29 Maggio 2019, 18:10:41 PM
Citazione di: sgiombo il 29 Maggio 2019, 17:31:14 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 29 Maggio 2019, 16:58:51 PM
SGIOMBO
Ma cos' é questo "spirito"?

CARLO
La stragrande maggioranza degli individui appartenenti alla specie homo sapiens-sapiens concorda con questa definizione generale:

«Spirito: sinonimo di vita, forza vitale distinta dalla materia e che tuttavia interagisce con essa»; una «forma dell'essere radicalmente diversa dalla materia»

Ma puoi trovare una sintetica storia di questo concetto in wikipedia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Spirito_(filosofia)

(Non vorrei cominciare un' altro sterile battibecco, ma) Chi l' ha detto che "la stragrande maggioranza degli uomini" ha una tale concezione dello "spirito"?
Peraltro non scientifica, in quanto la scienza esclude qualsiasi "forza vitale distinta dalla materia e che tuttavia interagisce con essa" (il vitalismo é finito nella pattumiera delle scienze da più di un secolo).
Senza contare il fatto che le verità filosofiche né scientifiche non si stabiliscono "a maggioranza", nemmeno "stragrande".
CARLO
La Treccani lo definisce così:
<<Principio immateriale di vita che ha la sua manifestazione più pura nella divinità>>
Tu, invece, come lo definisci? "Noumeno kantiano"? Oppure l'equivalente "sarchiapone"?   :)

Non mi interessa il lessico dei vocabolari (e in generale la filologia e l' etimologia), ma la verità; in generale e in particolare (anche) quella scientifica; nella quale lo "spirito" non ha diritto di cittadinannza (come anche nelle verità filosofiche razionalistiche da me credute, al contrario della res cogitans: mente, pensieri, sentimenti, "stati d' animo, ecc.).

Se adesso (come presumo) mi vieni a raccontare che "spirito" o magari "finalità" e scopi hanno diritto di cittadinanza nella scienza, beh, allora vuol dire che per "scienza" intendiamo cose completamente diverse l' uno dall' altro.

Carlo Pierini

#58
Citazione di: Ipazia il 29 Maggio 2019, 18:50:12 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 29 Maggio 2019, 17:59:11 PM
..."Discorsi scientifici" sulla psiche? Con quali strumenti e unità di misura? Il manometro? L'amperometro? Il microfarad? Il numero di massa?
E' dura doversi staccare dalle gonne di Mamma Scienza, eh?

E' dura staccarsi anche dai pantaloni di Papà Jung che ha trasformato la psicologia in una setta di astrologi e alchimisti. Ma le psicoscienze esistono e lavorano alla grande. Con strumentazioni molto sofisticate nell'area neuropsicologica. E pure con metodi antropologici, sociologici, cognitivisti, comportamentisti. Ma se uno si ferma agli archetipi il treno della scienza della psiche l'ha già perso da mò. E dove non arriva la scienza arriva la razionalità filosofica, antidoto pur'essa alla superstizione animistica. Archetipicamente neolitica.
CARLO
Onestà intellettuale, please.
Jung non era né astrologo né alchimista, ma ha studiato entrambe le discipline per approfondire la conoscenza dell'inconscio umano. E io mi affido soprattutto alle mie esperienze REALI, sebbene debba a Jung la mia riconoscenza per avermi aiutato a comprenderle appieno e a fornire loro un paradigma adeguato. Per me Jung ha la stessa importanza che per te hanno Lavoisier, Mendelejev, e Avogadro.

Le psicologie che non si occupano della psicologia del profondo non sono altro che delle zoologie. Ti do un'infarinatura su cosa ne pensano alcuni psichiatri della psichiatria "scientifica":

"La psichiatria non è guidata dalla scienza. Non esiste alcuna base genetica o biologica per queste malattie, ma l'Istituto Nazionale per la Salute Mentale è completamente appiattito sulla terapia farmacologica. C'è una gran quantità di evidenze sperimentali sui danni cerebrali a lungo termine causati dagli stimolanti, mentre non c'è lo straccio di una prova dell'esistenza di tali malattie, come l'ADHD (Disturbo da Deficit dell'Attenzione con Iperattività).
In realtà, la diagnosi psichiatrica è una sorta di etichettatura spirituale: può distruggere la vita e spesso lo fa". [Dr. PETER BREGGIN, Psichiatra]

"La psichiatria non è altro che una scienza per decreto. Dicono che è una scienza, dunque lo è". [Margaret Hagen, psicologa, autrice di: "Whores Of The Court"]

"C'è abbondanza di presunte spiegazioni biochimiche per i disturbi psichiatrici, ma nessuna di esse è mai stata dimostrata. Al contrario, ogni volta che si credeva di aver trovato uno squilibrio, si è poi scoperto che non era vero ... Nessuna pretesa di origine genetica è mai sopravvissuta, nonostante la disinformazione popolare".  [Dr. JOSEPH GLENMULLER, Psichiatra, Università di Harvard]

"La validità solo apparente del DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) è potenziata dal fatto che la psichiatria sostiene che le malattie mentali sono malattie del cervello, un'affermazione che si pretende essere comprovata da recenti scoperte radiologiche e farmaceutiche. Ciò non è vero. Non esistono esami del sangue o altri test biologici per accertare la presenza o assenza di una malattia mentale, come vi è per la maggior parte delle malattie fisiche. Se tali test fossero stati sviluppati ...allora la condizione cesserebbe di essere considerata una malattia mentale e sarebbe classificata, invece, come una malattia del corpo". [Dr. THOMAS SZASZ, professore emerito di psichiatria, New York University Medical School, Syracuse]

"Nonostante più di duecento anni d'intense ricerche, nessuno è mai riuscito a dimostrare l'origine genetica o biologica dei disturbi psichiatrici, inclusa la schizofrenia, la depressione maggiore, il disturbo maniaco-depressivo, i vari disturbi d'ansia e disturbi infantili come l'attenzione-iperattività. Al momento non si sono mai riscontrati squilibri biochimici nel cervello di pazienti psichiatrici - finché non vengono somministrati psicofarmaci".  [Dr. PETER BREGGIN, Psichiatra]

"Le teorie (di squilibrio chimico) vengono mantenute in vita non solo perché non ce ne sono di migliori, ma perché si dimostrano molto utili per vendere psicofarmaci".  [Dr. ELLIOT VALENSTEIN, autore di "Blaming the brain" ("Incolpare il cervello")]

"La psichiatria non ha ancora prodotto le prove delle causa genetico/biologica di alcuna malattia mentale. Ai pazienti viene diagnosticato uno squilibrio biochimico nonostante non esista alcun test che lo possa dimostrare ... e non esiste nemmeno un'idea di quale dovrebbe essere l'equilibrio corretto".  [Dr. DAVID KAISER, Psichiatra]

"Nessun marcatore biologico o neurologico e genetico è mai stato trovato per Deficit di Attenzione, Disturbo Oppositivo Provocatorio, Depressione, Schizofrenia, ansia, abuso compulsivo di alcool o droga, bulimia, dedizione al gioco d'azzardo o qualunque altro cosiddetto disturbo mentale". [BRUCE LEVINE, psicologo e autore di "Commonsense rebellion" (la rivolta del buon senso)]

"La psichiatria asserisce - senza dimostrarlo - che depressione, disturbo bipolare, ansia, alcolismo e tanti altri disturbi sono essenzialmente di origine biologica e genetica. Questa fiducia cieca è non solo stupefacente, ma anche ingenua e forse illusoria". [Dr. DAVID KAISER, psichiatra]

"Non esistono prove oggettive in psichiatria - raggi X, test di laboratorio, o esami clinici - per constatare definitivamente se qualcuno abbia o meno un disturbo mentale. Non esiste nemmeno una definizione di un disturbo mentale, non lo si può definire".  [Dr. ALLEN FRANCES, Psichiatra ed ex Presidente del Comitato Editoriale del DSM-IV]

"Non abbiamo un test indipendente e valido per ADHD (Disturbo da deficit dell'attenzione con iperattività), e non ci sono dati che indichino che esso sia dovuto a un malfunzionamento del cervello".  [Conclusioni del comitato di studio su ADHD dell'Istituto Nazionale USA per la Salute Mentale]

"C'è una caratteristica comune a tutti gli psichiatri. Davanti a un microfono o una telecamera si fanno piccoli e ammettono che non esiste nessuno squilibrio biochimico o test di laboratorio. Nella loro pratica professionale invece mentono ogni volta ai loro pazienti, negando loro il diritto a un consenso informato e avvelenandoli in nome della 'cura', comportamento di fatto criminale". [Dr. FRED BAUGHMAN, Neurologo Infantile]

"Non c'è mai stato un criterio secondo il quale le diagnosi psichiatriche richiedono un'eziologia biologica comprovata (causa)". [Dott. HAROLD PINCUS, Vice Presidente del gruppo di lavoro del DSM-IV]

"Non esiste nessuno squilibrio biochimico. Quando un paziente viene da me dicendo di avere uno squilibrio chimico gli chiedo: 'Mostrami il referto del laboratorio'. Non ce ne sono. Cos'è, allora, lo squilibrio chimico?".  [Dr. RON LEIFER, Psichiatra]

"Il DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) è la montatura con cui la psichiatria cerca di essere accettata dalla medicina in generale. Per gli addetti ai lavori è un documento più politico che scientifico, e gli stessi autori lo ammettono candidamente, anche se la sua breve apologia viene spesso ignorata. Il DSM-IV è diventato una bibbia e una gallina dalle uova d'oro, e si chiude un occhio sui suoi difetti. Cosa ci dicono le categorie del DSM? Rappresentano esattamente la persona con un problema? No, e non potrebbe proprio, perché non c'è nessun criterio esterno per convalidare le diagnosi psichiatriche". [Dr. LOREN MOSHER, ex capo del Centro NIMH (Istituto Nazionale di Salute Mentale) per gli Studi sulla Schizofrenia, capo della Schizophrenia Research]

"Il DSM è un capolavoro di manipolazione politica. Ciò che hanno fatto è medicalizzare molti problemi che non hanno cause biologiche dimostrate".  [Dr. Al Parides, psichiatra]

"Il concetto di 'malattia mentale' è terribilmente fuorviante: questi cosiddetti disturbi mentali vengono diagnosticati come si trattasse di malattie, ma in realtà sono solo descrizioni di comportamenti o pensieri (ciò che una persona dice o fa); niente di lontanamente paragonabile con la definizione medica del termine malattia". [Dr. ALLEN FRANCES, Psichiatra ed ex Presidente del Comitato Editoriale del DSM-IV]

"L'ADHD (Disturbo da deficit dell'attenzione con iperattività)è un tipico esempio di malattia fabbricata; la predisposizione genetica è stata sopravvalutata. Gli psichiatri infantili dovrebbero approfondire meglio i motivi che possono portare a problemi psicosociali: i genitori litigano? Vivono insieme? Ci sono problemi in famiglia? Queste domande sono importanti ma richiedono molto tempo - mentre prescrivere una pillola è molto più veloce". [Dr. LEON EISENBERG, padre scientifico dell'ADHD (Disturbo da Deficit dell'Attenzione con Iperattività)]

"Mi sono reso conto, non senza ironia, che gli psichiatri sono letteralmente usciti di testa e, contemporaneamente, hanno fatto uscire di testa gli stessi pazienti che si presume debbano curare". [Dr. DAVID KAISER, Psichiatra]

"Il DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) è stato descritto come una 'Bibbia' nel campo ma, nella migliore delle ipotesi, un dizionario ... La sua debolezza è la mancanza di validità. A differenza delle nostre definizioni di cardiopatia ischemica, linfoma o AIDS, le diagnosi del DSM si basano su un consenso sui gruppi di sintomi, senza alcuna prova oggettiva di laboratorio. Nel resto della medicina, sarebbe come validare dei sistemi diagnostici basati sulla natura del dolore toracico o la qualità della febbre". [Dr. THOMAS INSEL, direttore dell'Istituto Nazionale di Salute Mentale degli Stati Uniti (NIMH)]

"Chiunque, virtualmente, può, in un dato momento, soddisfare i requisiti per una diagnosi di disturbo bipolare o ADHD (Disturbo da Deficit dell'Attenzione con Iperattività). Chiunque. E il problema è che ciascuna di queste diagnosi avvia il distributore di pillole".  [Dr. STEFAN KRUSZEWSKI, Psichiatra]

"Nessun comportamento (buono o cattivo) è una malattia né potrà mai esserlo. Le malattie non consistono di comportamenti. Le malattie sono malfunzionamenti del corpo: cuore, reni, fegato, cervello. La febbre da tifo è una malattia. La febbre del sabato sera non è una malattia, è una metafora. Tutte le malattie mentali sono malattie metaforiche, spacciate per malattie vere".  [Dr. THOMAS SZASZ, professore emerito di psichiatria, New York University Medical School, Syracuse]

"In breve, l'intero business di creare categorie di malattie psichiatriche, formalizzarle con il consenso e attribuire loro dei codici, che poi rendono possibile la prescrizione di farmaci, non è altro che un racket volto a fornire alla psichiatria un'aura scientifica". [Dr. THOMAS DORMAN, internista e membro del Collegio Reale di Medicina del Regno Unito]

"Le etichette del DSM sono non solo inutili in quanto 'diagnosi' mediche, ma sono potenzialmente pericolose, specialmente se usate per negare la libertà personale, o come armi nella mani di psichiatri che forniscono perizie nei tribunali".   [Dr. SYDNEY WALKER III, psichiatra]

"Il modo in cui i disturbi entrano nel DSM non è attraverso radiografie o analisi del sangue. E' basato sulla descrizione del comportamento. Il sistema psichiatrico consiste in questo". [Dr. COLIN ROSS, psichiatra]

"A differenza delle diagnosi mediche, che portano a una possibile causa, una cura appropriata e una probabile prognosi, i disturbi elencati nel DSM sono accordi cui si arriva attraverso il consenso". [TANA DINEEN, psicologa]

"Non e scienza. E' politica e economia. La psichiatria consiste in questo; politica ed economia. I controllo del comportamento non è scienza, e non è medicina".  [Dr. THOMAS SZASZ, professore emerito di psichiatria, New York University Medical School, Syracuse]

"In poche parole, l'intera faccenda del creare categorie di "malattie" psichiatriche, formalizzandole per consenso e in seguito attribuendo loro codici di diagnosi, con il loro conseguente uso per il rimborso da parte degli enti assicurativi, non è altro che un'estorsione diffusa che fornisce un'aura pseudoscientifica alla psichiatria. I responsabili stanno, ovviamente, mungendo quattrini pubblici".  [THOMAS DORMAN, membro dell'Università Reale di Medicina del Regno Unito e Socio dell'Università Reale di Medicina del Canada]

"Se l'inaffidabilità delle diagnosi fosse largamente riconosciuta, anziché mascherata da una patina scientifica, l'utilizzo di comportamenti ordinari come indicatori di disturbi mentali sarebbe contestato dal pubblico in modo più rigoroso".  [HERB KUTCHINS dell'Università Statale della California, Sacramento, e STUART A. KIRK dell' Università di California, Los Angeles, autori di Making Us Crazy: The Psychiatric Bible and the Creation of Mental Disorders]

"[Il DSM] ha indotto a somministrare inutilmente psicofarmaci a milioni di bambini americani che sarebbe stato possibile diagnosticare e curare senza usare medicine tossiche e potenzialmente letali". [Dott. Sydney Walker III, Psichiatra e Neurologo]

Ipazia

Il solito bias e faziosità. C'è una psichiatria che ha riempito i manicomi e una che li ha svuotati. Una psicologia che ha condizionato i comportamenti e una psicologia che ha studiato il condizionamento dei comportamenti. C'è una psicologia che ha liberato la sessualità dal peccato e l'ha riconsegnata alla natura. Una psicopedagogia che ha insegnato a capire l'età evolutiva e le sue fasi di sviluppo. Troppo comodo vedere il condizionamento e non vedere la ricerca di salute e benessere che accompagna l'evoluzione delle scienze della mente. A che scopo tutto ciò ? Per tirare acqua ad una interpretazione della mente che sprofonda nell'irrazionalità animistica dei visionari, sciamani, stregoni e negromanti   ::)
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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