Esiste veramente la legge morale universale?

Aperto da Socrate78, 17 Dicembre 2021, 17:43:21 PM

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Socrate78

Secondo voi esiste veramente una legge morale UNIVERSALE, cioè un'idea universale di bene e di male scritta nella ragione di ogni uomo, a prescindere quindi dall'educazione ricevuta, dalla religione, dalla cultura di appartenenza? Per Kant tale legge esiste e trascende ogni cultura e si esprime nella forma dell'imperativo categorico "TU DEVI", sarebbe una voce della coscienza che di fronte alle scelte morali ci spinge a prendere la scelta eticamente corretta, poi possiamo anche non seguirla, ma per Kant questa legge esisterebbe davvero. Il relativismo etico, invece, propende per l'idea che i valori etici non siano mai universali, ma siano sempre relativi alla cultura e alle contingenze storiche, quindi si tratta di convinzioni momentanee e puramente convenzionali, suscettibili di cambiamenti e di modifiche. La prospettiva relativistica sembrerebbe vera, infatti i valori etici sono cambiati moltissime volte nel corso della storia, ad esempio nell'antica Grecia la pederastia era accettata socialmente, in alcune culture antiche la prostituzione era addirittura ritenuta sacra (i popoli Cananei precedenti agli ebrei), i sacrifici umani agli dei erano ritenuti azioni giuste e persino sacre. Adesso però tali pratiche vengono ritenute errate e barbare, quindi vi è stato un mutamento nella percezione del bene e del male, e questo sembrerebbe dar ragione ai relativisti. Tuttavia vi è un'obiezione che si può fare al relativismo ed è questa: come mai, ad un certo punto, determinate azioni e pratiche sono state ritenute sbagliate? Evidentemente ciò è accaduto perché i mutamenti storici e l'evoluzione della civiltà hanno fatto sì che si RISVEGLIASSE la legge morale presente negli uomini, ma questa legge morale era presente anche prima, soltanto che era soffocata dai pregiudizi, dall'educazione distorta, dal fanatismo religioso, dalle strutture sociali primitive, insomma da mille fattori che non rendevano gli uomini consapevoli di questa legge morale universale, ma essa comunque esisteva. Se nell'uomo non fosse esistita a priori la coscienza morale, allora tali azioni non sarebbero nemmeno ritenute riprorevoli, anzi, molto probabilmente l'uomo non avrebbe nemmeno sentito il bisogno di dividere le azioni in buone ed abiette, avrebbe agito soltanto per il proprio utile immediato senza porsi il problema dell'eticità dell'agire in sé.
Il fatto stesso che l'uomo abbia elaborato principi morali che vanno al di là dell'utile immediata (che deriva dall'istinto di conservazione) fa propendere per l'esistenza di una legge morale iscritta nella ragione, e tale legge sarebbe quindi universale, è presente in potenza in tutti gli uomini, sono poi le condizioni sociali a risvegliarla e a tradurla in atto.  Qual è il vostro pensiero in proposito? Siete orientati verso il relativismo etico oppure ammettete l'esistenza di una legge morale universale presente nell'uomo e quindi nella possibilità (forse utopistica) di definire un'etica valida per tutti?

iano

#1
Ciao Socrate.
A me pare che fai diverse acrobazie pur di giustificare una legge morale universale, ma intanto, se già la limiti all'uomo, perché' la dici universale?
Sarebbe appropriato chiamarla legge morale umana, e forse potremmo elidere pure umana, perché immagino tu la intendi indipendente da un uomo che si evolve.
Se fosse umana infatti , ed essendo dentro l'uomo , vi sarebbe quindi dentro l'uomo un nocciolo duro immune all'evoluzione, di modo che l'uomo, pur mutando le sue apparenze, il suo aspetto, mantenga la sua sostanza. Sarebbe dunque una legge scritta dentro lui una volta per tutte, la quale influendo sul suo comportamento, sebbene a corrente alternata come tu ipotizzi, ci permetterebbe di riconoscere l'uomo, se potessimo andare indietro nel tempo, indipendentemente dal suo aspetto contingente, che potrebbe essere completamente diverso dall'attuale.
Quindi, tornando ai giorni nostri, se riscontrassimo quel comportamento in una particolare specie di scimmie, tale quantomeno apparentemente nell'aspetto, dovremmo ricrederci avendo la prova che di uomini si tratta?
Per non dire che potremmo sospettarlo anche in mancanza di uno specifico comportamento coerente con la legge, essendovi sempre la possibilità che essa sia dormiente, come tu ipotizzi esser possibile.
Potenzialmente allora tutti gli animali c'è l'hanno, quindi perché non estenderla agli esseri viventi tutti, potendola dire allora propriamente universale?


Questtta storia somiglierebbe però alla favola della bella addormentata, dove però manca il principe che la bacia.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Il quesito rappresenta la ricerca fondamentale in ambito antropologico. A mio parere esiste una terza via tra l'imperativo categorico trascendente e il relativismo etico ed è l'umanesimo. Il cui fondamento è la vita umana, in tutte le sue declinazioni materiali e spirituali.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve iano. Citandoti : "A me pare che fai diverse acrobazie pur di giustificare una legge morale universale, ma intanto, se già la limiti all'uomo, perché' la dici universale?".

Scusa ma la tua obiezione a Socrate78 sarebbe perfettamente logica se tu l'avessi rivolta a qualcun altro.....non a lui.

Tu non conosci il significato che Socrate78 - in perfetta e profondissima buona fede - attribuisce al termine universo.

Socrate78 è un sincero credente, pertanto, coerentemente con la propria visione del mondo, come tutti i credenti, trova che "universo" significhi "tutto ciò che si può immaginare", quindi - sempre coerentemente - per i credenti convinti l'Universo contiene solo ciò che essi riescono ad immaginare, cioè Dio, l'Uomo e basta lì.


Naturale quindi che Socrate78 e chi la pensa come lui diano per perfetti sinonimi "universo" e esseri umani.Dio poi, per loro, non fa parte dell'universo in quanto, essendo il Creatore, è Dio stesso che conteneva, contiene e creò l'universo stesso...........................e non certo l'inverso (ovvero Dio contiene l'universo mentre l'universo è troppo piccolo per contenere Dio).

Capito l'antifona ? Vorrai mica usare con i credenti gli argomenti che si usano solitamente con i "senza Dio". Vorrebbe dire che avresti fiato ed inchiostro da sprecare. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#4
Ciao Viator.
La morale e l'etica non sono argomenti a cui ho rivolto mai troppo la mia riflessione.
Credo che siano uno dei tanti modi in cui si declina il paradosso dell'essere e del divenire.
La legge morale, come Socrate stesso dichiara, se esistesse, si distinguerebbe comunque da quelle fisiche per il motivo che puo' essere disattesa, ma l'obiettivo sarebbe, una volta trovatala , di farla rispettare, cioè di farla tendere di fatto ad una legge fisica, quindi in sostanza di ridurre le dinamiche della vita a quelle della materia , la quale pur divenendo non decide, e quindi non agisce.
Un altro modo di rispettare la legge morale, laddove restassero dubbi su quale sia, sarebbe proprio quello di astenersi ancora da qualunque azione.
Sarebbe in ogni caso un mondo il cui divenire, al pari di quello materiale, sia del tutto prevedibile.
Un mondo che al pari di quello materiale diviene senza evolversi.
Sotto sotto quindi chi spera in una legge morale, agisce gia' più  o meno inconsapevolmente secondo una sua legge morale, che il bene stia nell'essere, al quale si possa concedere una certa ricreazione dinamica, ma a condizione che sia ritualizzata rigidamente e che risulti comunque innocua.
Un cambiare per non mutare nulla,, proprio come avviene per la materia.
La legge morale ammetterebbe dunque il divenire, ma solo come innocente svago, a patto che non si facciano troppi casini e che non si metta troppo in disordine, dove, se  ognuno non riesce a stare proprio al suo posto, che rimanga almeno quel che è. Chi rientra dopo la ricreazione deve essere lo stesso che è uscito per l'intervallo, perché non è che ogni volta si può fare un nuovo registro e un nuovo appello.


Quindi in fondo , chissà', il problema della legge morale morale potrebbe essere legato a doppio filo con quello dell'essere, perché si può fare bene o male, ma bisogna che vi sia qualcuno di preciso che lo faccia, sennò sarebbe come se uno commettesse il male, ma un altro venisse processato al suo posto e un altro ancora venisse messo in galera.😅
Almeno finché i processi non si allungheranno fino ai tempi evolutivi.
In definitiva quindi Socrate vuole dirci che la legge morale se esistesse sarebbe la negazione dell'evoluzione, e per la sua esistenza esso dunque tifa.
Dunque , caro Viator, dove va' sempre a parare Socrate io lo so bene, ma  ciò non toglie che io continui ad aver piacere a dialogare, e se è un piacere non è uno spreco, anche perché mi porta a riflettere su cose su cui non sono naturalmente portato a riflettere.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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