Menu principale

Esiste la perfezione?

Aperto da cvc, 07 Ottobre 2018, 10:08:53 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

cvc

Mi ricordo che quando ero bambino il mio povero babbo soleva spesso ripetermi che 'la perfezione non esiste'. Vale a dire che qualsiasi cosa è perfettibile, ma la perfezione in sè rimane un'utopia irrangiungibile. Perché per quanto una cosa possa essere ben fatta, ci potrà sempre essere modo di perfezionarla ulteriormente.
L'introduzione del concetto di 'utilità marginale' invece, va contro a questo modo di pensare. Perché l'utilità (e qui si può ben discutere se il paradigma dell'utilità sia applicabile a tutti gli ambiti compresi quelli artistici, morali, affettivi, ecc.) una volta raggiunto il picco ottimale, poi decresce. Potremmo dire che nrll'ambito dell'utilità la perfezione esiste. Esiste cioè un livello che non è più migliorabile.
Se mi prendo la licenza di appluicare il criterio dell'utilità al campo dell'arte, nonostante la mia ignoranza, potrei dire ad esempio che la pittura ha raggiunto la perfezione con l'introduzione della prospettiva nel rinascimento, e poi ha cominciato a regredire. Oppure che la musica ha raggiunto tale livello coi musicisti del 700 e dell'800, e poi si è via via involuta. Considerando anche la retorica una forma d'arte, direi che essa abbia raggiunto la sua perfezione nell'antica Grecia e nell'antica Roma dove per conquistarsi un posto di rilievo nella società era indispensabile sapersi destreggiare nel foro. Nello specifico vome non rimanere colpiti dal celebre discorso di Marco Antonio alla morte di Cesare. Sebbene lo si valuta nella forma letteraria di Shakespeare, dobbiamo comunque pensare che Marco ha dovuto essere convincente per portare l'opinione pubblica dalla sua. Non era certo scontato che il popolo fosse tutto dalla parte dell'usurpatore del senato. Quei ripetuti ' tuttavia Bruto afferma che Cesare era ambizioso, e l'ambizione è un vizio' e 'ma noi sappiamo Bruto essere uomo d'onore' sono dei grimaldelli eccezionali che partono dal riconoscere in principio un qualcosa alla parte avversa, per poi insinuare via.via il dubbio che, per dirla alla napoletana, 'entra sicco sicco e poi si mette chiatto chiatto'.
Questa è secondo me la perfezione della retorica che troviamo.ancora oggi nella politica, nei tribunali, nella pubblicità. Non è stata affatto migliorata, semmai resa più brutale o efficace a seconda dei punti di vista.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.


cvc

Citazione di: Carlo Pierini il 07 Ottobre 2018, 11:29:59 AM
Gli alchimisti dicevano: <<Quod Natura relinquit imperfectum, Ars perficit>>.
La perfezione, cioè, esiste come ideale umano, come aspirazione, ma anche come tendenza della Natura. E in casi come questi è quasi realizzata:

https://pigmelaf.com/wp-content/uploads/2018/07/marilyn-monroe-3.jpg

https://eldyar.net/wp-content/uploads/2017/05/2-234.jpg

http://www.repstatic.it/content/localirep/img/rep-roma/2016/11/07/171330130-a088a4c4-5dba-40d9-b16d-f47076fb3405.jpg

https://i.pinimg.com/736x/19/13/75/191375a07d356d2adad28ffd828f019b.jpg

https://www.ecodelcinema.com/wp-content/uploads/2013/07/Claudia-Cardinale-1.jpg

https://i.pinimg.com/originals/7b/86/54/7b865475990883be41c5cbada670bb86.jpg



VERDI: Tace il vento, Coro, op. I Due Foscari
https://youtu.be/iaDT-4K4Veo?t=4
E tu identifichi la perfezione con la bellezza? Può essere. Il punto è che una suddivisione atomista della realtà porta a suddividere l'essere in particelle uguali le une alle altre, ed a seconda di come queste si uniscono danno forma alle cose. Ma questa omogeneità delle parti è solo apparente. La vita è si un susseguirsi di momenti, ma che hanno in comune fra loro queste parti in successione? Non si può certo affermare che, se suddividessimo la vita in fotogrammi, ogni fotogramma abbia lo stesso valore solo perché ha pressapoco lo stesso numero di pixel. E così per ogni cosa diventa difficile pensare come dalla quantità si possa generare la qualità, la quale qualità altro non sarebbe che il permanere in un limite. La perfezione, ciò che non si può più accrescere o decrescere senza rischiare di perderne l'essenza, deve avere un significato più profondo.....
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

paul11

citaz cvc
La perfezione, ciò che non si può più accrescere o decrescere senza rischiare di perderne l'essenza, deve avere un significato più profondo.....

ciao cvc
penso sia proprio in quello che ho citato del tuo scritto.E' una sintesi  e forse di diversità imperfette.

viator

Salve. Forse le mie brevi considerazioni risulteranno fuori argomento perché mi sembra che l'intenzione di chi ha aperto e sta intervenendo sia quella di trattare dell'imperfezione a livello colloquiale e non filosofico.
Filosoficamente la perfezione sarebbe "quella condizione che, una volta raggiunta, non è più modificabile".

Se si accetta (e qui non credo verrà accettata) tale definizione risponde con un ovvio "NO" al quesito iniziale.

"No" perché il mondo e la vita consistono in incessante movimento e cambiamento, quindi nulla può essere immobilmente perfetto. D'altra parte poi, se esistesse qualcosa di perfetto, per restare tale la cosa dovrebbe risultare isolata da tutto il resto che la circonda. Diversamente l'imperfezione che circonda la cosa perfetta la "contagerebbe" influenzadola e togliendola dalla stato di immutabilità in cui essa si trova. Quindi né l'insieme del mondo né ciascun suo singolo componente può risultare perfetto.

Se invece si crede che alla perfezione si possa avvicinarsi, raggiungerla e poi "uscirne"......beh.....secondo me sarebbe un balletto assai strano.

"Perfezione" è sinonimo di "Assoluto".

Anche "Tutto" è sinonimo di "Assoluto".

E come "Tutto" può esistere solo immobilmente, poiché togliendo od aggiungendo qualcosa al "Tutto" (curioso il sapere come si faccia a togliere od aggiungere : da dove lo si prende o dove lo si mette ? dal- o al- di fuori del Tutto ?) il Tutto resterebbe comunque tale. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Esiste un concetto pratico di perfezione. Si chiama "stato dell'arte" e si verifica quando una disciplina, e chi la pratica, possiedono il meglio delle conoscenze e competenze di quella disciplina. C'è dappertutto: professioni, sport, arti, linguaggio, scienza, tecnologia, ... Considerando che anche le discipline si evolvono: nascono, crescono e muoiono, essa ha certamente un andamento parabolico. Il piacere consiste nel condividere il punto più alto della parabola. Nel presente, ma anche in maniera postuma. E perfino nella prefigurazione di esso. Cosa che accade spesso nella ricerca scientifica, ma pure nello sviluppo artistico e filosofico.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Ipazia. Certo, esiste appunto un concetto pratico della perfezione, cioè un insieme di modi di dire circa la "perfezione". Infatti nel mio intervento precisavo che non intendevo occuparmi dei "modi di dire". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Noi umani terra-terra dobbiamo accontentarci dei "modi di fare" la perfezione. Che non sono mica da buttare via. Quando scendo in bicicletta o con gli sci so che esiste un modo di fare perfettamente un tornante o una curva. Quando ci riesco so di aver eseguito un gesto atletico perfetto. Anche la Comaneci o Juri Chechi in gran spolvero agli anelli mi davano l'idea di perfezione. Ma lo so: si tratta di piccole cose umane, buone al massimo per una filosofia della prassi, che come la tua sottigliezza avrà capito, è la filosofia che prediligo.
Buona notte Viator
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Discussioni simili (5)