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Esiste l'immateriale?

Aperto da cvc, 24 Gennaio 2019, 08:53:04 AM

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viator

Salve cvc. Bene hai fatto ad anteporre il concetto di immaterialità a quelli di ciò che l'immateriale contiene (anima, spirito, pensiero etc.).
Parto, come spesso faccio, con la definizione (mia, ovviamente) di immateriale : "Ciò che è in modo non percepibile (neppure potenzialmente) dai nostri sensi".
Ovviamente, se una tua od altrui definizione in proposito risulti diversa, tutto quanto sto per dire perderà il suo senso.

Dicendo che l'immateriale "è" (in questo caso quindi esiste fuori di noi ed insiste dentro di noi) affermo quindi appunto il suo sussistere.
Ora si tratta di stabilire in cosa l'immateriale possa consistere (cos'è).

Esiste una dimensione che si chiama SOSTANZA (delle cose). La sostanza è un ente od aspetto materiale.
Esiste poi, per ciascuna cosa e per l'insieme delle cose, un'altra dimensione che a tutti gli effetti è legata alla materia e risulta perfettamente ed universalmente complementare alla materia stessa. Si chiama FORMA.

Tutta la materia esiste e svolge una funzione grazia alla propria forma. La quale non è tanto l'apparenza geometrica od il profilo esteriore degli oggetti, ma va più profondamente definita come "l'insieme delle relazioni INTRINSECHE tra le parti di quell'oggetto, cioè la struttura specifica che permette a quell'oggetto di essere ciò che è in modo distinguibile e che permette ad esso di svolgere la propria FUNZIONE".
L'immateriale consiste quindi nella FORMA di qualcosa.

Prendiamo il pensiero. Il pensiero non è altro che una FUNZIONE resa possibile dalla particolare FORMA (cioè dalla particolare rete e struttura dei tessuti cerebrali) la quale opera e vive grazie a ciò che è anch'esso intrinsecamente immateriale : l'ENERGIA.
Ma come, direte, voi, siamo impazziti ? l'energia solare scalda, la luce viene vista, la corrente elettrica dà la scossa. L'energia è percepibilissima !

Il concetto non è intuitivo ma secondo me va inteso nel modo seguente : materiali e percebibili sono gli effetti dell'energia, non l'energia in sè. L'energia è radiazione consistente in unità (quanti?) privi sia di massa che di consistenza materiale (diversamente non potrebbero muoversi alla velocità della luce). La radiazione è prodotta dalla materia attraverso la nota conversione einsteniana (E=mc^2), si propaga attraverso quello che noi chiamiamo spazio e viene assorbita (o riflessa) una volta che incontri della materia.
E' come se l'energia fosse il messaggero ed i suoi effetti il messaggio, no? Son bene due diverse figure, no?.
Quindi la scossa elettrica produce una percezione solo perchè gli elettroni (la corrente) vengono mossi da un impulso in sè a loro estraneo (l'energia) a formare un flusso che incontra le nostre cellule, urtandole e facendole vibrare (effetto della trasmissione dell'energia dalla quale sono animati gli elettroni materiali).

Ogni altra modalità di percezione "energetica" è riconducibile a questo genere di relazione tra l'energia e le particelle atomiche materiali che essa convolge ed "anima" (ecco qui il termine fatale che cvc voleva introdurre !).

Tornando al pensiero, abbiamo dunque un organo (l'encefalo) consistente in materiale chimico (guarda caso, i legami chimici sono di natura elettrochimica) in sè banale (un certo assortimento di elementi e composti chimici in una certa quantità) che però, strutturati secondo una certa forma ed alimentati da un'energia, svolgono una funzione (la fisiologia cerebrale) consistente nel produrre pensiero, concetti, sintesi astratte etc.
Mancando l'energia (immateriale) cessa la produzione immateriale, e l'encefalo diventa materia prima non più vivente, dopo un poco non più organica, dopo altro in un cumulo del tutto indifferenziato di sostanze minerali.

Infatti ciò che ho detto a proposito del pensiero vale anche nei confronti della vita stessa in generale. Anch'essa è un principio immateriale espresso dall'energia che anima la materia strutturandola in FORME sempre più variegate e complesse a comporre delle STRUTTURE sempre più variegate e complesse, allo scopo di poter svolgere FUNZIONI sempre più variegate e complesse. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sgiombo

Citazione di: cvc il 24 Gennaio 2019, 11:08:41 AM

Quindi l'immateriale come conseguenza dei fenomeni. Ma l'immateriale non è manifesto come i fenomeni, quindi usando una logica degli insiemi si può contraddire che la categoria 'fenomenico' viene usata per spiegare ciò che non rientra in questa categoria. Ossia l'immateriale. Come può l'immateriale essere conseguenza dei fenomeni se non rientrano nella stessa categoria? Si può considerare le relazioni che ci sono fra questi due gruppi. Cosa c'è di fenomenico nell'immateriale e viceversa.

Citazione
IL pensiero immateriale é altrettanto manifesto alla coscienza (o meglio costituente la coscienza)  che la materia (entrambi sono insiemi e successioni di percezioni coscienti).

O credi che l' amore per una donna (spero sarai stato innamorato qualche volta), o il dolore per un grave lutto (che invece spero non ti abbia -finora- toccato, ma puoi probabilmente aver constatato in qualcunaltro) o l' indignazione per qualche stronzo che si vanta della sua scelleratezza, o anche i ragionamenti coi quali a scuola hai pensato alle dimostrazioni dei teoremi della geometria sarebbero meno manifesti alla coscienza di qualsiasi pur massiccio ed enorme oggetto materiale?

sgiombo

Citazione di: Sariputra il 24 Gennaio 2019, 11:28:30 AM
Secondo me invece potrebbero esistere solo fenomeni immateriali basati sulle percezioni autocostruite dalla mente. Essendo 'materiale' una semplice definizione 'di lavoro' mentale senza corrispettivo reale. Essendo la coscienza non-duale, ciò permette l'illusione della conoscenza (essendo questa già da sempre presente nella coscienza stessa) e quindi quello che la  coscienza stessa chiama "l'intersoggettiva esperienza percettiva comune" di questi 'fenomeni' immateriali (mentali) scambiati per 'reali' (come, nella penombra, si scambia una corda per un serpente...). Quindi non esiste Sari, né Cvc, né Sgiombo (scusa... :( ), né Ipazia ma un'unica coscienza che s'immagina d'essere Sari, Cvc, Sgiombo, Ipazia,ecc. nello stesso modo con cui nel sogno immagina e costruisce mondi e persone, li fa parlare, interagire, ecc....Così nello stesso modo 'misura' l'universo da se stessa immaginato esistere, gli dà nome e forma (nama-rupa), lo definisce e chiama questo misurare "scienza"...
Non se ne può dimostrare l'esistenza perché essa non può 'vedere' se stessa...la sua natura essendo "coscienza di..." come una lama affilata non può tagliare se stessa.
(Questa è una posizione direi Cittamatra... "Solo Mente").
Citazione
In che senso la coscienza é non duale?

SEcondo me sono distinguibili in essa le sensazioni materiali, misurabili e ipotizzabili essere condivisibili da tutti (intersoggettive) e quelle mentali, non misurabili e meramente soggettive (avvertite unicamente da parte di ciascuno le sue proprie).

Tutte queste indistintamente sono fenomeni, reali unicamente in quanto apparenze sensibili (coscienti) e fintanto che accadono in quanto tali.

NOn sono "cose in sé" reali anche se e quando non coscientemente avvertite.

Non capisco in che senso l' illusione della coscienza sarebbe già da sempre presente nella coscienza stessa.
Se la coscienza, per quanto mera apparenza (fenomeni), accade, allora in quanto tale é reale.

In che senso non esiste Sari, né Cvc, né Sgiombo (scusa... :( ), né Ipazia?
Per ciascuno di noi di assolutamente indubitabile esiste la sua propria coscienza, certo.
E potrebbe anche non esistere altro, per quel che ne sappiamo; né il soggetto di essa, né suoi oggetti, oltre ad essa come mera sequenza di sensazioni materiali e mentali.
Ma allora sarebbe una coscienza che si immagina di essere se stessa, dell' eventuale proprio soggetto e non universalmente di tutti i diversi possibili soggetti: si tratterebbe del solipsismo, non di un a sorta di coscienza impersonale trascendente il solipsismo e comprendete le cosciente mia, tua, di Ipazia, CVC, ecc.

Malgrado tutto ciò un mio istinto irrazionalmente mi spinge a dar credito a quanto gli altri uomini mi raccontano e a pensare che esistono più coscienze distinte con una parte (materiale) intersoggettiva, conoscibile scientificamente.


sgiombo

Citazione di: Sariputra il 24 Gennaio 2019, 15:33:35 PM
Citazione di: acquario69 il 24 Gennaio 2019, 15:16:51 PM@Sariputra ma il movimento può invertirsi...dipenderà dal movimento della 'solo-mente-...Può darsi che siamo in una fase di 'riposo'... ;D ;D In che senso dici "solo mente" ? ....spiega meglio :)

Beh!...seguendo questa ipotesi, se tutto (proprio tutto) è solo creazione di una "mente" (anche l'idea di 'mente' è però creazione di questa 'mente', che ho chiamato "Solo-Mente") questa fase in cui prevale l'attaccamento al nome-forma ( che "Solo-Mente" ha definito materialismo) è necessariamente una fase stessa di questa...L'attaccamento e il distacco da nome-forma quindi come semplice movimento interno ad essa...L'ignoranza dell'uomo fa sì che egli creda non solo che questa  sua coscienza sia un "soggetto" ovvero che abbia una sua identità permanente ma che esistano, con la stessa qualità, anche gli oggetti percepiti.
Due estremi: A- esiste solo la materia.
                    B- esiste solo l'immateriale (che ho definito 'Solo mente' per necessità di comprensibilità).

Cit. Sgiombo ( se non l'ho mal compreso) che si rifà a D.Hume sia un estremo che l'altro non possono essere dimostrati ma solo assunti per 'fede'...
Dando io preminenza al fattore coscienza ritengo probabile la seconda (forse alcuni fisici cominciano pure a pensarlo anche loro...ho letto qualcosa al riguardo ma non sono esperto e quindi MI TACCIO...)
Ciao

Per  Hume (e per me) materia e pensiero sono reali (come fenomeni, apparenze coscienti)  e si constatano empiricamente, si percepiscono coscientemente, non si credono per fede.

Per fede credo (io; Hume sospende il giudizio, non andando oltre le sensazioni coscienti) che oltre ad esse (materia e pensiero fenomenici) esistano anche i loro soggetti e oggetti in sé, non sensibili, non apparenti (fenomeni) ma invece solo congetturabili (noumeno), con esse in rapporti di corrispondenza biunivoca: un certo determinato soggetto in sé (e non altri), e un certo determinato oggetto in sè (e non altri; che nel caso dei fenomeni mentali col soggetto stesso riflessivamente si identifica), certe determinate relazioni fra loro (e non altre), e certe determinate sensazioni fenomeniche nell' ambito di una certa determinata esperienza cosciente (e non altre).

sgiombo

Citazione di: viator il 24 Gennaio 2019, 16:01:53 PM

Tornando al pensiero, abbiamo dunque un organo (l'encefalo) consistente in materiale chimico (guarda caso, i legami chimici sono di natura elettrochimica) in sè banale (un certo assortimento di elementi e composti chimici in una certa quantità) che però, strutturati secondo una certa forma ed alimentati da un'energia, svolgono una funzione (la fisiologia cerebrale) consistente nel produrre pensiero, concetti, sintesi astratte etc.


La funzione fisiologica cerebrale non é di produrre  pensiero, concetti, sintesi astratte etc., bensì di produrre movimenti (o astensioni da movimenti) in seguito ad afferenze nervose dagli organi di senso stimolati dall' ambiente "al presente" e di informazioni di precedenti afferenze sensoriali immagazzinate come modificazioni cerebrali (sinaptiche) in passato.

Tutto ciò, pur accadendo contemporaneamente al pensiero, é ben altra cosa che il pensiero (che la accompagna, vi coesiste).

Tant' é vero che il pensiero tuo, contrariamente al cervello tuo, é presente nell' ambito della tua coscienza e solo in quella; in nessun altra); mentre il cervello tuo mentre stai pensando é presente (di solito indirettamente, per il tramite dell' imaging neurologico) in una (o più altre) diversa coscienza, quella di un altro (un osservatore; che ad esempio potrei essere io).

      

 

viator

Salve Sgiombo. Noto : "Tutto ciò, pur accadendo contemporaneamente al pensiero, é ben altra cosa che il pensiero (che la accompagna, vi coesiste)".
Quindi il pensiero - secondo te fenomeno e concetto completamente diverso da quello del metabolismo neurale, coesiste con il suddetto metabolismo. Il fatto - ad esempio - che durante la veglia l'attività elettrochimica cerebrale risulti (rilievi strumentali) più vivace naturalmente rappresenta una pura coincidenza.

Ma guarda tu quale sorprendente, inspiegabile sincronicità ........sarà certo appunto una coincidenza che si verifica solamente durante i rilievi neurologici!. Infatti io considero coincidenti il metabolismo neurale e la produzione di pensieri.
Sorvolo sull'ultimo periodo che fai poi seguire. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

davintro

#21
condivido l'idea che la ricerca di una realtà immateriale debba avere come punto di partenza la percezione dell'immutabilità dell'Io, l'avvertire la continuità dell'identità attraverso il divenire e il tempo. La materia è indice di spazialità, di divisione, frammentazione, come ben fatto notare da Viator,  per esistere come realtà determinata necessita di una componente immateriale, cioè la forma, che delimita la materia come unità dandogli una determinazione specifica, differenziandola in cose aventi un distinto significato, di fatto, consentendo l'esistenza delle cose materiali. Senza tale componente immateriale la realtà resterebbe a livello di pura e totale indeterminazione, solo astratta potenzialità, in quanto gli assiomi logici del terzo escluso e del principio di non contraddizione ci dicono che una cosa non può essere al contempo A e non-A, dunque le cose esistono solo come aventi un senso determinato, cioè la loro materia necessita di essere strutturata in modo da essere (nel caso della materia vivente, anche muoversi) sulla base di una determinata modalità, che le delimita, anche solo spazialmente, sulla base di una forma, cioè di un principio immateriale, che spezza l'indistinzione della "materia pura", che dunque non potrebbe in alcun modo esistere. Partire dalla costanza dell'Io è fondamentale a livello metodologico, in quanto a livello razionale ogni argomentazione implica la fondazione in un ambito indubitabile, privo di oscurità e incertezze, il cogito: anche se dubitassi di tutto, resterebbe il mio Io con i suoi vissuti tramite cui abbiamo una certa esperienza del mondo e di noi stessi. Una ricerca dell'immateriale che non parta dal dato indubitabile di essere un Io, cade necessariamente già in partenza nel dogmatismo. Ma perché l'immateriale che cerchiamo abbia una consistenza non solo logica-concettuale, ma anche reale, l'Io come semplice autocoscienza non basta. Un materialista, pur accettando cartesianamente l'indubitabilità dell'Io, potrebbe ridurre l'autocoscienza a mera conseguenza secondaria di cause fisiche, cioè riscontrabili sulla base dell'esperienza sensibile (anche se supportata tecnologicamente da strumenti di osservazione progettati ad hoc). Di fronte a questo si può però riconoscere che la percezione, da parte del proprio Io, della propria costante presenza al di là del divenire, richiederebbe di essere giustificata individuando un atto di esperienza adeguato a cogliere il concetto di "unità" o "permanenza" "immutabilità", e dunque un esperienza che non può avere come contenuto una realtà materiale, per definizione, divisibile, transeunte, diveniente, ma di tipo opposta, immateriale, il cui contenuto reale corrisponda al significato dei concetti. Categorie come "unità" o "immutabilità" sono gli schemi tramite cui l'Io, a questo punto non più solo pensiero, ma agente reale, interviene sulla psiche ordinando la molteplicità dei fenomeni sensibili, ricavati mero contatto fisico tra corpo percepiente e mondo esterno, operando delle sintesi. L'immateriale (ma penso si potrebbe anche andare fino in fondo e parlare di "spirito" senza timore di apparire come arretrati e superstiziosi) è ciò che rende possibile alla mente rielaborare fenomeni, sia analiticamente che sinteticamente, operando un salto di qualità rispetto alla condizione in cui tali fenomeni si manifesterebbero sulla base di una causalità meramente materiale. E non c'è bisogno di arrivare ai livelli delle grandi universalizzazioni etiche o teoretiche, e nemmeno al livello della formazione dei giudizi, già al livello basico della percezione di entità sensibili è riconoscibile l'attività immateriale per cui l'Io agisce sulla base di criteri preesistenti al materiale sensibile su cui l'elaborazione viene attuata. Già nella semplice percezione dell'albero come unità dei singoli lati sensibili nei quali si offre ai nostri occhi, l'immateriale è all'opera, nella capacità di trattenere nella memoria i lati attualmente nascosti, al di fuori del contatto fisico con i sensi corporei. La capacità di conservare lati dell'oggetto non più fisicamente a contatto dimostra la trascendenza del pensiero sui sensi, la capacità della mente, sulla base di questa tendenza unificatrice spirituale, di comprendere fenomeni che dal punto di vista della mera sensibilità sarebbero dovuti annientarsi, sostituiti continuamente da nuovi stimoli sensitivi. Senza questa tendenza immateriale, i fenomeni sensibili si sostituirebbero gli uni agli altri senza alcuna possibilità di sintesi temporali, per i quali accanto alla sensazione presente il pensiero trattiene il passato nella memoria e ha un'aspettativa per il futuro, e questa tendenza non è un'astrazione concettuale, ma concreta attività nella realtà psichica

sgiombo

Citazione di: viator il 24 Gennaio 2019, 22:53:34 PM
Salve Sgiombo. Noto : "Tutto ciò, pur accadendo contemporaneamente al pensiero, é ben altra cosa che il pensiero (che la accompagna, vi coesiste)".
Quindi il pensiero - secondo te fenomeno e concetto completamente diverso da quello del metabolismo neurale, coesiste con il suddetto metabolismo. Il fatto - ad esempio - che durante la veglia l'attività elettrochimica cerebrale risulti (rilievi strumentali) più vivace naturalmente rappresenta una pura coincidenza.

Ma guarda tu quale sorprendente, inspiegabile sincronicità ........sarà certo appunto una coincidenza che si verifica solamente durante i rilievi neurologici!. Infatti io considero coincidenti il metabolismo neurale e la produzione di pensieri.
Citazione
Infatti l' attività elettrochimica cerebrale che risulta (rilievi strumentali) più vivace naturalmente durante la veglia che nel sonno é una serie di altri eventi (fenomenici) presenti nelle coscienze di osservatori diverse da quella dell' osservato in stato di veglia; eventi ben diversi da ciò che l' osservato stesso in stato di veglia esperisce: due diverse "cose" (serie di sensazioni coscienti) che necessariamente coesistono appunto nella  reciproca diversità; e non affatto coincidenti.

Coesistenza (necessaria) =/= identità.

Per esempio il polo positivo di un magnete coesiste (necessariamente) con il polo negativo, ma non per questo essi coincidono: (anch' essi, come cervelli e coscienze) sono due ben diverse "cose"!





Sorvolo sull'ultimo periodo che fai poi seguire. Saluti.
Citazione
Avrei preferito che lo criticassi.
Salve.

cvc

Citazione di: acquario69 il 24 Gennaio 2019, 13:20:22 PM
Citazione di: cvc il 24 Gennaio 2019, 08:53:04 AM
Avrei voluto aprire un 3d sull'anima, ma poi ho pensato che forse bisognerebbe prima interrogarsi sulle premesse su cui  poggia l'argomento. In breve, nel dialogo contemporaneo si crede ancora che possa esistere qualcosa di immateriale? La deriva, se così si può dire, scientifico tecnologica, e ancor più quella informatica, ha portato il mondo ha ragionare sul discreto  più che sul continuo. Voglio dire che ragioniamo sempre più nei termini di un mondo composto da un numero finito di elementi, dove un corretto ragionamento, un giusto calcolo o la formula adatta ci portano a prendere la decisione corretta. In tutto questo l'immaginazione ha un ruolo marginale, ci si basa sul concreto e non è nemmeno pensabile che si possa fare diversamente. Il pensiero ha una libertà sempre più ridotta, si può spaziare un po di qua e di la ma poi ci si ricongiunge sempre inevitabilmente sui binari di un mondo tecnologico globalizzato organizzato in modo da poter essere sempre più assimilato dai sistemi informatici. I quali perseguendo lo scopo di renderci più facile la vita e di risolverci i problemi, finiscono col privarci anche delle risorse per risolvere i problemi. Risorse che albergano nella nostra immaginazione. Siamo nel puro materialismo che ha sostituito l'anima col virtuale. L'anima, già! Ma prima di parlare di questo bisogna chiedersi se ha ancora senso parlare dell'immateriale. Perché la mia sensazione è che il ragionamento scientifico porti ad identificare sempre più l'immateriale con la funzionalità del nostro sistema nervoso. In altre parole ciò che è immateriale come i pensieri, le rappresentazioni, l'immaginazione è qualcosa che viene prodotto dai nostri organi in conseguenza del loro funzionamento. Nessuno pensa che i nostri organi esistono in conseguenza di un qualcosa di immateriale, come ad esempio il pensiero del concepimento, più o meno razionale o istintivo. Come ho detto il virtuale ha sostituito l'anima. Perciò se parli di cose immateriali pensi ai copyright, ai software. C'è il fatto che io percepisco un Io che in qualche modo rimane sempre uguale a me stesso nel tempo. O almeno lo percepisco come tale. Se ciò non muta nel tempo mentre nel mondo materiale tutto muta nel tempo, allora l'immateriale esiste. Perciò può esistere anche l'anima. Basterà come prova?

In breve, nel dialogo contemporaneo si crede ancora che possa esistere qualcosa di immateriale?

Evidentemente no...basta guardarsi intorno e constatare un impermeabilita,una chiusura che si fa sempre più ermetica..(se ci fai caso persino lo spazio intorno a noi si va sempre più riducendo) ..una "solidificazione" che non a caso e' la stessa che fa appunto riferimento alla materia e che esula da qualsiasi altra influenza che non sia soltanto relativa ai nostri sensi o al nostro raziocinio calcolante, che tende per sua natura a catalogare,dividere,frammentare,ridurre... e in ultima analisi a separare..

Hai accennato ai Simboli...quella e' la chiave,perche il Simbolo e' cio che permette questa apertura..il significato etimologico del Simbolo e' mettere insieme, congiungere, unire...d'altro canto ne esiste un altro dal significato opposto che e' quello di diabbalon (diavolo) ed il suo etimo e' quello di dividere, separare...e che qui non vuole avere nessun riferimento di tipo religioso (o superstizioso come credono i veri ingenui) ma solo di senso, di pura conoscenza, di realtà effettiva
Il simbolo è la chiave per accedere al profondo. Mentre il mondo si concentra srmpre più sulla superficie. Perché si va in dettaglio quando si dovrebbe andare in profondità .
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

cvc

Citazione di: sileno il 24 Gennaio 2019, 13:42:04 PM




L'immaterialismo berkeliano postula l'unica realtà percettiva della sostanza spirituale-universale: teoria accettabile per chi si attiene a un criterio teologico -mistico.
Le scienze naturali opererebbero sulle percezioni trasmesse all'uomo da Dio. Ricadiamo in un criterio spiritualistico-metafisico  da discutere - a parer mio - , in altro settore.: l'argomento è consideraato molto marginale in filosofia contemporanea: decade dal ruolo tradizionale religioso per cui non esisterebbe il supporto della materia, che si trasforma in cose sensibili garantite da Dio.

L'anima secondo me non è stata sostituita col virtuale, casomai si trasforma nel campo delle neuroscienze: problema della coscienza, dilemma del rapporto mente-cervello, ecc.. In Occidente ha acquisito il significato di attività psichiche. A parte la religione per cui è sempre il soffio vitale infuso nell'uomo da Dio.

Saluti
Infatti ci si dimentica che il concetto di anima la religione l'ha preso in prestito (e non restituito) dalla filosofia, e non viceversa. Le neuroscienze si concentrano sulla macchina-uomo, non sul guidatore. Dicevo che il virtuale sostituisce l'anima in quanto tanto più ci si concentra sul virtuale e tanto meno ci si interessa dell'anima.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Ipazia

Citazione di: cvc il 25 Gennaio 2019, 08:36:40 AM
Citazione di: sileno il 24 Gennaio 2019, 13:42:04 PM

L'anima secondo me non è stata sostituita col virtuale, casomai si trasforma nel campo delle neuroscienze: problema della coscienza, dilemma del rapporto mente-cervello, ecc.. In Occidente ha acquisito il significato di attività psichiche. A parte la religione per cui è sempre il soffio vitale infuso nell'uomo da Dio.

Infatti ci si dimentica che il concetto di anima la religione l'ha preso in prestito (e non restituito) dalla filosofia, e non viceversa. Le neuroscienze si concentrano sulla macchina-uomo, non sul guidatore. Dicevo che il virtuale sostituisce l'anima in quanto tanto più ci si concentra sul virtuale e tanto meno ci si interessa dell'anima.

Sì, ma solo a questo livello:

Citazione di: F.Nietzsche - la gaia scienza
Oh questi Greci! Loro sì sapevano vivere; per vivere occorre arrestarsi animosamente alla superficie, all'increspatura, alla scorza, adorare l'apparenza, credere a forme, suoni, parole, all'intero olimpo dell'apparenza! Questi Greci erano superficiali – per profondità!

Il virtuale è l'anima in superficie. Il problema della profondità permane e il ritorno alla grande dell'irrazionalismo lo testimonia. Quindi il problema anima rimane irrisolto ed esige risposte che il virtuale non sa dare. Ridurre l'immateriale al virtuale è un suicidio della ragione. Il territorio immateriale, da dissodare e coltivare nella profondità necessaria e possibile, è quello dei valori.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

Citazione di: davintro il 25 Gennaio 2019, 00:57:13 AM
... Già nella semplice percezione dell'albero come unità dei singoli lati sensibili nei quali si offre ai nostri occhi, l'immateriale è all'opera, nella capacità di trattenere nella memoria i lati attualmente nascosti, al di fuori del contatto fisico con i sensi corporei. La capacità di conservare lati dell'oggetto non più fisicamente a contatto dimostra la trascendenza del pensiero sui sensi, la capacità della mente, sulla base di questa tendenza unificatrice spirituale, di comprendere fenomeni che dal punto di vista della mera sensibilità sarebbero dovuti annientarsi, sostituiti continuamente da nuovi stimoli sensitivi. Senza questa tendenza immateriale, i fenomeni sensibili si sostituirebbero gli uni agli altri senza alcuna possibilità di sintesi temporali, per i quali accanto alla sensazione presente il pensiero trattiene il passato nella memoria e ha un'aspettativa per il futuro, e questa tendenza non è un'astrazione concettuale, ma concreta attività nella realtà psichica

Questo, e i passaggi che precedono, concordano esattamente con la mia idea di trascendenza umana, con la specificità dell'emergenza antropologica. Tale processo di astrazione e concettualizzazione trova negli universali platonici una sua prima sintesi compiuta, che l'evoluzione tecnoscientifica ha reso effettuale, concreta, parallelamente, ma anche in antitesi, alle speculazioni ultramondane che sulla stessa intuizione sono proliferate, dilatando sempre più l'ambito della realtà e irrealtà immateriale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

cvc

Citazione di: Freedom il 24 Gennaio 2019, 14:26:58 PMInteressante prospettiva. Non solo, è vero anche il contrario: tutto il mondo creato dall'uomo deriva da pensieri e immaginazioni.
I quali pensieri ed immaginazioni vengono fatti a loro volta derivare dal mondo fisico. Ed è ancora il solito problema delle due nature contenute in un'unica realtà . Secondo la scienza c'è un prima e un dopo. Stranamente la stessa scienza che relativizza il tempo, per spiegare l'origine dell'uomo deve mettere i fenomeni in sequenza. La materia energia è sempre esistita mentre la natura umana si colloca in un certo segmento spazio temporale dell'universo. Però il tempo (e quindi la conseguenzialità) ha senso solo in una ptospettiva umana. Se togli l'uomo dall'universo, che significato ha il tempo?
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

cvc

Citazione di: Sariputra il 24 Gennaio 2019, 14:44:20 PMA mio modesto parere sarebbe improprio parlare di 'autoinganno' di questa "Solo-mente", in quanto non è possibile per essa 'osservarsi', e quindi discernere l'inganno. Nel momento che "si muove" crea  nome-forma e quindi la 'realtà' fenomenica. Nel momento in cui cessa di 'muoversi' scompare nome-forma e la realtà fenomenica cessa d'esistere. Ciò che noi percepiamo come soggettivo non è auto-inganno, se non nella misura in cui e per cui non è "nostro" ma di essa. Il mio 'sentirmi' soggetto è del tutto identico al 'tuo' sentirti soggetto. Non abbiamo 'proprietà' nostre essendo queste 'proprietà' che riteniamo nostre solo increspature, onde sul mare della "Solo-mente"...
Non è una visione teistica. In quanto , nella comune accezione, per Dio s'intende un essere/persona dotato di autocoscienza e volontà. "Solo-mente" non ha alcuna volontà ma potenzialità d'azione...pertanto anche l'idea di Dio  è una creatura di "Solo-mente" che ne assegna le proprietà.

Concordo con @acquario sul discorso della chiusura, sulla "solidificazione", ma il movimento può invertirsi...dipenderà dal movimento della 'solo-mente-...Può darsi che siamo in una fase di 'riposo'... ;D  ;D

È un discorso interessante che però mi pare necessiti di un po' di linguaggio tecnico del Buddismo che non possiedo. Tuttavia  il fatto stesso di essere buddista è un particolare tratto che caratterizza una personalità, una individualità.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

cvc

Citazione di: paul11 il 24 Gennaio 2019, 15:30:10 PM
Tutto si risolve in energia, non solo fisica.
La materia è condensazione, densità ,concentrazione che le forze interagenti condizionando l'energia, la concentra .
Quindi sono i legami energetici che condensano la materia.

Analogamente ciò che quì viene definito immateriale al posto del legame chimico fisico materiale  crea le relazioni: linguistiche, affettivo-sentimentali, psichiche, spirituali.
Tutta l'energia complessiva universale, materiale e immateriale ,era già al tempo zero e nello spazio originario, come nella  teoria cosmologica fisica del big bang , e tutto è destinato a ri-tornarvi.

L'espansione dello spazio  e il tempo sono convenzioni create dai legami fisici delle forze interazionali ,creando materia, modificando gli stati energetici; così come le relazioni immateriali espandono e contraggono il pensiero che si esprime linguisticamente ., le emozioni, lo spirito.

Così come un tempo l'etere era l'immateriale, aria, in quanto invisibile ritenuto  immateriale,
ancora oggi ingenuamente non vedendo come ciechi, ciò che invece esiste come evidenza ; il pensiero, le emozioni,l'autoconsapevolezza e quindi il sè, anch'essi ontologicamente non possono che esistere
ed interagire con la materia ed energia fisica.
Questo però perdonami ma spiega assai poco delle differenze fra organismi viventi e non, anzi non spiega come sia possibile che esistano degli organismi, il quale discorso precede di gran lunga quello sulla natura dei pensieri, emozioni, sentimenti, coscienza. Tutto è energia mi pare una condizione necessaria ma non sufficiente per spiegare il fenomeno dell'umanità. A me pare evidente che oltre all'energia debba esserci qualcos'altro. Pur essendo ben lungi dal poter dire cosa effettivamente sia quel qualcos'altro. Ma la scissione cartesiana - pur se indimostrabile scientificamente e discutibile - secondo me dal punto di vista pratico continua a funzionare benissimo.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

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