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Esiste l'immateriale?

Aperto da cvc, 24 Gennaio 2019, 08:53:04 AM

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cvc

Avrei voluto aprire un 3d sull'anima, ma poi ho pensato che forse bisognerebbe prima interrogarsi sulle premesse su cui  poggia l'argomento. In breve, nel dialogo contemporaneo si crede ancora che possa esistere qualcosa di immateriale? La deriva, se così si può dire, scientifico tecnologica, e ancor più quella informatica, ha portato il mondo ha ragionare sul discreto  più che sul continuo. Voglio dire che ragioniamo sempre più nei termini di un mondo composto da un numero finito di elementi, dove un corretto ragionamento, un giusto calcolo o la formula adatta ci portano a prendere la decisione corretta. In tutto questo l'immaginazione ha un ruolo marginale, ci si basa sul concreto e non è nemmeno pensabile che si possa fare diversamente. Il pensiero ha una libertà sempre più ridotta, si può spaziare un po di qua e di la ma poi ci si ricongiunge sempre inevitabilmente sui binari di un mondo tecnologico globalizzato organizzato in modo da poter essere sempre più assimilato dai sistemi informatici. I quali perseguendo lo scopo di renderci più facile la vita e di risolverci i problemi, finiscono col privarci anche delle risorse per risolvere i problemi. Risorse che albergano nella nostra immaginazione. Siamo nel puro materialismo che ha sostituito l'anima col virtuale. L'anima, già! Ma prima di parlare di questo bisogna chiedersi se ha ancora senso parlare dell'immateriale. Perché la mia sensazione è che il ragionamento scientifico porti ad identificare sempre più l'immateriale con la funzionalità del nostro sistema nervoso. In altre parole ciò che è immateriale come i pensieri, le rappresentazioni, l'immaginazione è qualcosa che viene prodotto dai nostri organi in conseguenza del loro funzionamento. Nessuno pensa che i nostri organi esistono in conseguenza di un qualcosa di immateriale, come ad esempio il pensiero del concepimento, più o meno razionale o istintivo. Come ho detto il virtuale ha sostituito l'anima. Perciò se parli di cose immateriali pensi ai copyright, ai software. C'è il fatto che io percepisco un Io che in qualche modo rimane sempre uguale a me stesso nel tempo. O almeno lo percepisco come tale. Se ciò non muta nel tempo mentre nel mondo materiale tutto muta nel tempo, allora l'immateriale esiste. Perciò può esistere anche l'anima. Basterà come prova?
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Ipazia

Esiste la psiche (l'accento grammaticale e semantico mettetelo voi) che è un luogo con una sua particolare relatività in cui c è la velocità del pensiero che viaggiando più veloce della sua gemella fisica produce molta più energia a partire dalla piccola massa del nostro cervello. Le manifestazioni fenomeniche di quell'energia parallela realizzano un universo antropologico fatto di oggetti immateriali che interagiscono dialetticamente, retroattivamente, tra loro e con l'universo fisico da cui sono emersi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sgiombo

Secondo me esistono sensazioni materiali (misurabili quantitativamente; in maniera diretta per quanto riguarda le loro "qualità primarie", indiretta per le "secondarie; es.: lunghezze d' onda come misura dei colori, concentrazioni molecolari per odori e sapori, ecc. Inoltre postulabili essere intersoggettive); e sensazioni mentali o di pensiero (sentimenti, ragionamenti, immaginazioni, ecc.; non misurabili, e non postulabili essere intersoggettive).
Queste sono tutto ciò di cui si può essere certi (allorché accadono).
Se la memoria è "normalmente" veritiera e comunque i suoi errori in linea di principio sono correggibili (cosa in linea di principio non certa, dubitabile), esistono innanzitutto due "mondi fenomenici": uno materiale (postulabile essere) intersoggettive quantificabile-misurabile, e dunque scientificamente conoscibile (in senso stretto o forte, quello delle "scienze naturali"); e l' altro mentale, meramente soggettivo e non quantificabile-misurabile, e dunque non conoscibile scientificamente, per lo meno in senso stretto.
Un' imprescindibile  conditio sine qua non della conoscenza scientifica (in senso stretto) è la "chiusura causale" del mondo fisico che ne è (l' unico) possibile oggetto: se esistessero miracoli o libero arbitrio, se da un momento all' altro il divenire naturale potesse "derogare" da leggi universali e costanti (non dimostrabili: Hume!- ma che è necessario postulare perché possa darsene conoscenza scientifica), non avrebbe senso sottoporre a verifica empirica qualsiasi teoria ipotizzabile, dal momento che se rilevata essere congruente con le osservazioni sperimentali (non falsificata), potrebbe sempre esserlo per "miracolo" o per "libero arbitrio" e ciò non consentire alcuna affidabile inferenza su (o estensione a) analoghi casi futuri.
Le scienze naturali (compresa la neurologia), essendo possibili del solo mondo fenomenico materiale, su quello si concentrano.
E in esso non possono trovare fenomeni mentali, ma solo materiali.
Per esempio, nei cervelli trovano, neuroni, nevroglia, assoni, sinapsi, potenziali d' azione, eccitazioni e inibizioni trans-sinaptiche, ecc.: tutt' altro che pensieri, sentimenti, ricordi, immaginazioni; anche se questi ultimi fenomeni -mentali- non possono darsi in assenza di determinati corrispondenti fenomeni neurofisiologici cerebrali; e viceversa.
Dunque, anche se ben diversa da un' "anima" immortale esistente anche indipendentemente dall' esistenza e dal buon funzionamento di un cervello materiale, una realtà fenomenica mentale è reale, malgrado non sia indagabile scientificamente (per lo meno in senso stretto).

MI permetto di segnalare, per eventuali interessati (meglio se forniti di un po' di pazienza) una più dettagliata mia trattazione della questione:

https://www.riflessioni.it/lettereonline/paradosso-moderne-neuroscienze.htm

cvc

Citazione di: Ipazia il 24 Gennaio 2019, 10:21:00 AM
Esiste la psiche (l'accento grammaticale e semantico mettetelo voi) che è un luogo con una sua particolare relatività in cui c è la velocità del pensiero che viaggiando più veloce della sua gemella fisica produce molta più energia a partire dalla piccola massa del nostro cervello. Le manifestazioni fenomeniche di quell'energia parallela realizzano un universo antropologico fatto di oggetti immateriali che interagiscono dialetticamente, retroattivamente, tra loro e con l'universo fisico da cui sono emersi.
Quindi l'immateriale come conseguenza dei fenomeni. Ma l'immateriale non è manifesto come i fenomeni, quindi usando una logica degli insiemi si può contraddire che la categoria 'fenomenico' viene usata per spiegare ciò che non rientra in questa categoria. Ossia l'immateriale. Come può l'immateriale essere conseguenza dei fenomeni se non rientrano nella stessa categoria? Si può considerare le relazioni che ci sono fra questi due gruppi. Cosa c'è di fenomenico nell'immateriale e viceversa. Oppure riflettere su cosa ci sia di più immateriale del tempo. Intangibile, eppure ci riesce difficile se non impossibile negare che esista, nonostante tutte le considerazioni einsteniane. O dire con Descartes che sono le due facce della stessa medaglia. Il cuore sono pochi etti di materia organica grondante sangue, ma ben altro universo ci si spalanca quando recepiamo la parola cuore. Ciò che da un lato ha valore realistico e concreto, dall'altro ha una funzione puramente simbolica. Quindi la manifestazione fenomenica dell'immateriale avviene tramite simboli. Gli orologi e il cuore rappresentano il tempo e i sentimenti. Anche l'anima si rappresenta con dei simboli. Ad esempio col più rarefatto degli elementi: l'aria. Il soffio vitale che esala dal morente. L'immateriale e l'anima esistono solo se si è disposti ad osservarli attraverso i simboli che li rappresentano. Non in modo preciso e inequivocabile come i simboli matematici, ma in modo direi trascendente. Il passaggio da una realtà ad un'altra. Che poi altro non sono che le due facce della stessa medaglia.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Sariputra

#4
Secondo me invece potrebbero esistere solo fenomeni immateriali basati sulle percezioni autocostruite dalla mente. Essendo 'materiale' una semplice definizione 'di lavoro' mentale senza corrispettivo reale. Essendo la coscienza non-duale, ciò permette l'illusione della conoscenza (essendo questa già da sempre presente nella coscienza stessa) e quindi quello che la  coscienza stessa chiama "l'intersoggettiva esperienza percettiva comune" di questi 'fenomeni' immateriali (mentali) scambiati per 'reali' (come, nella penombra, si scambia una corda per un serpente...). Quindi non esiste Sari, né Cvc, né Sgiombo (scusa... :( ), né Ipazia ma un'unica coscienza che s'immagina d'essere Sari, Cvc, Sgiombo, Ipazia,ecc. nello stesso modo con cui nel sogno immagina e costruisce mondi e persone, li fa parlare, interagire, ecc....Così nello stesso modo 'misura' l'universo da se stessa immaginato esistere, gli dà nome e forma (nama-rupa), lo definisce e chiama questo misurare "scienza"...
Non se ne può dimostrare l'esistenza perché essa non può 'vedere' se stessa...la sua natura essendo "coscienza di..." come una lama affilata non può tagliare se stessa.
(Questa è una posizione direi Cittamatra... "Solo Mente").
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Ipazia

Lo Stato è un fenomeno immateriale dell'universo antropologico.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sgiombo

Citazione di: Sariputra il 24 Gennaio 2019, 11:28:30 AM
Secondo me invece potrebbero esistere solo fenomeni immateriali basati sulle percezioni autocostruite dalla mente. Essendo 'materiale' una semplice definizione 'di lavoro' mentale senza corrispettivo reale. Essendo la coscienza non-duale, ciò permette l'illusione della conoscenza (essendo questa già da sempre presente nella coscienza stessa) e quindi quello che la  coscienza stessa chiama "l'intersoggettiva esperienza percettiva comune" di questi 'fenomeni' immateriali (mentali) scambiati per 'reali' (come, nella penombra, si scambia una corda per un serpente...). Quindi non esiste Sari, né Cvc, né Sgiombo (scusa... :( ), né Ipazia ma un'unica coscienza che s'immagina d'essere Sari, Cvc, Sgiombo, Ipazia,ecc. nello stesso modo con cui nel sogno immagina e costruisce mondi e persone, li fa parlare, interagire, ecc....Così nello stesso modo 'misura' l'universo da se stessa immaginato esistere, gli dà nome e forma (nama-rupa), lo definisce e chiama questo misurare "scienza"...
Non se ne può dimostrare l'esistenza perché essa non può 'vedere' se stessa...la sua natura essendo "coscienza di..." come una lama affilata non può tagliare se stessa.
(Questa è una posizione direi Cittamatra... "Solo Mente").


Risponderò appena avrò tempo (stasera o domani).

Per ora ti ringrazio perché sono l' unico a cui hai negato l' esistenza individuale chiedendogli scusa, sei proprio un amico!

(Che indelicato però con gli altri! Va beh che non esistono...).

cvc

Citazione di: Sariputra il 24 Gennaio 2019, 11:28:30 AM
Secondo me invece potrebbero esistere solo fenomeni immateriali basati sulle percezioni autocostruite dalla mente. Essendo 'materiale' una semplice definizione 'di lavoro' mentale senza corrispettivo reale. Essendo la coscienza non-duale, ciò permette l'illusione della conoscenza (essendo questa già da sempre presente nella coscienza stessa) e quindi quello che la  coscienza stessa chiama "l'intersoggettiva esperienza percettiva comune" di questi 'fenomeni' immateriali (mentali) scambiati per 'reali' (come, nella penombra, si scambia una corda per un serpente...). Quindi non esiste Sari, né Cvc, né Sgiombo (scusa... :( ), né Ipazia ma un'unica coscienza che s'immagina d'essere Sari, Cvc, Sgiombo, Ipazia,ecc. nello stesso modo con cui nel sogno immagina e costruisce mondi e persone, li fa parlare, interagire, ecc....Così nello stesso modo 'misura' l'universo da se stessa immaginato esistere, gli dà nome e forma (nama-rupa), lo definisce e chiama questo misurare "scienza"...
Non se ne può dimostrare l'esistenza perché essa non può 'vedere' se stessa...la sua natura essendo "coscienza di..." come una lama affilata non può tagliare se stessa.
(Questa è una posizione direi Cittamatra... "Solo Mente").
Potrebbe esserci questa sorta di coscienza universale che incorpora le nostre esperienze apparentemente soggettive. Ma non mi spiego il perché di questo equivoco. La soggettività che noi viviamo sarebbe un autoinganno di questa mente universale oppure esiste una qualche altra entità antagonista?
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

acquario69

Citazione di: cvc il 24 Gennaio 2019, 08:53:04 AM
Avrei voluto aprire un 3d sull'anima, ma poi ho pensato che forse bisognerebbe prima interrogarsi sulle premesse su cui  poggia l'argomento. In breve, nel dialogo contemporaneo si crede ancora che possa esistere qualcosa di immateriale? La deriva, se così si può dire, scientifico tecnologica, e ancor più quella informatica, ha portato il mondo ha ragionare sul discreto  più che sul continuo. Voglio dire che ragioniamo sempre più nei termini di un mondo composto da un numero finito di elementi, dove un corretto ragionamento, un giusto calcolo o la formula adatta ci portano a prendere la decisione corretta. In tutto questo l'immaginazione ha un ruolo marginale, ci si basa sul concreto e non è nemmeno pensabile che si possa fare diversamente. Il pensiero ha una libertà sempre più ridotta, si può spaziare un po di qua e di la ma poi ci si ricongiunge sempre inevitabilmente sui binari di un mondo tecnologico globalizzato organizzato in modo da poter essere sempre più assimilato dai sistemi informatici. I quali perseguendo lo scopo di renderci più facile la vita e di risolverci i problemi, finiscono col privarci anche delle risorse per risolvere i problemi. Risorse che albergano nella nostra immaginazione. Siamo nel puro materialismo che ha sostituito l'anima col virtuale. L'anima, già! Ma prima di parlare di questo bisogna chiedersi se ha ancora senso parlare dell'immateriale. Perché la mia sensazione è che il ragionamento scientifico porti ad identificare sempre più l'immateriale con la funzionalità del nostro sistema nervoso. In altre parole ciò che è immateriale come i pensieri, le rappresentazioni, l'immaginazione è qualcosa che viene prodotto dai nostri organi in conseguenza del loro funzionamento. Nessuno pensa che i nostri organi esistono in conseguenza di un qualcosa di immateriale, come ad esempio il pensiero del concepimento, più o meno razionale o istintivo. Come ho detto il virtuale ha sostituito l'anima. Perciò se parli di cose immateriali pensi ai copyright, ai software. C'è il fatto che io percepisco un Io che in qualche modo rimane sempre uguale a me stesso nel tempo. O almeno lo percepisco come tale. Se ciò non muta nel tempo mentre nel mondo materiale tutto muta nel tempo, allora l'immateriale esiste. Perciò può esistere anche l'anima. Basterà come prova?

In breve, nel dialogo contemporaneo si crede ancora che possa esistere qualcosa di immateriale?

Evidentemente no...basta guardarsi intorno e constatare un impermeabilita,una chiusura che si fa sempre più ermetica..(se ci fai caso persino lo spazio intorno a noi si va sempre più riducendo) ..una "solidificazione" che non a caso e' la stessa che fa appunto riferimento alla materia e che esula da qualsiasi altra influenza che non sia soltanto relativa ai nostri sensi o al nostro raziocinio calcolante, che tende per sua natura a catalogare,dividere,frammentare,ridurre... e in ultima analisi a separare..

Hai accennato ai Simboli...quella e' la chiave,perche il Simbolo e' cio che permette questa apertura..il significato etimologico del Simbolo e' mettere insieme, congiungere, unire...d'altro canto ne esiste un altro dal significato opposto che e' quello di diabbalon (diavolo) ed il suo etimo e' quello di dividere, separare...e che qui non vuole avere nessun riferimento di tipo religioso (o superstizioso come credono i veri ingenui) ma solo di senso, di pura conoscenza, di realtà effettiva

sileno

Citazione di: cvc il 24 Gennaio 2019, 08:53:04 AM
Avrei voluto aprire un 3d sull'anima, ma poi ho pensato che forse bisognerebbe prima interrogarsi sulle premesse su cui  poggia l'argomento. In breve, nel dialogo contemporaneo si crede ancora che possa esistere qualcosa di immateriale? La deriva, se così si può dire, scientifico tecnologica, e ancor più quella informatica, ha portato il mondo ha ragionare sul discreto  più che sul continuo. Voglio dire che ragioniamo sempre più nei termini di un mondo composto da un numero finito di elementi, dove un corretto ragionamento, un giusto calcolo o la formula adatta ci portano a prendere la decisione corretta. In tutto questo l'immaginazione ha un ruolo marginale, ci si basa sul concreto e non è nemmeno pensabile che si possa fare diversamente. Il pensiero ha una libertà sempre più ridotta, si può spaziare un po di qua e di la ma poi ci si ricongiunge sempre inevitabilmente sui binari di un mondo tecnologico globalizzato organizzato in modo da poter essere sempre più assimilato dai sistemi informatici. I quali perseguendo lo scopo di renderci più facile la vita e di risolverci i problemi, finiscono col privarci anche delle risorse per risolvere i problemi. Risorse che albergano nella nostra immaginazione. Siamo nel puro materialismo che ha sostituito l'anima col virtuale. L'anima, già! Ma prima di parlare di questo bisogna chiedersi se ha ancora senso parlare dell'immateriale. Perché la mia sensazione è che il ragionamento scientifico porti ad identificare sempre più l'immateriale con la funzionalità del nostro sistema nervoso. In altre parole ciò che è immateriale come i pensieri, le rappresentazioni, l'immaginazione è qualcosa che viene prodotto dai nostri organi in conseguenza del loro funzionamento. Nessuno pensa che i nostri organi esistono in conseguenza di un qualcosa di immateriale, come ad esempio il pensiero del concepimento, più o meno razionale o istintivo. Come ho detto il virtuale ha sostituito l'anima. Perciò se parli di cose immateriali pensi ai copyright, ai software. C'è il fatto che io percepisco un Io che in qualche modo rimane sempre uguale a me stesso nel tempo. O almeno lo percepisco come tale. Se ciò non muta nel tempo mentre nel mondo materiale tutto muta nel tempo, allora l'immateriale esiste. Perciò può esistere anche l'anima. Basterà come prova?





L'immaterialismo berkeliano postula l'unica realtà percettiva della sostanza spirituale-universale: teoria accettabile per chi si attiene a un criterio teologico -mistico.
Le scienze naturali opererebbero sulle percezioni trasmesse all'uomo da Dio. Ricadiamo in un criterio spiritualistico-metafisico  da discutere - a parer mio - , in altro settore.: l'argomento è consideraato molto marginale in filosofia contemporanea: decade dal ruolo tradizionale religioso per cui non esisterebbe il supporto della materia, che si trasforma in cose sensibili garantite da Dio.

L'anima secondo me non è stata sostituita col virtuale, casomai si trasforma nel campo delle neuroscienze: problema della coscienza, dilemma del rapporto mente-cervello, ecc.. In Occidente ha acquisito il significato di attività psichiche. A parte la religione per cui è sempre il soffio vitale infuso nell'uomo da Dio.

Saluti

Freedom

Citazione di: cvc il 24 Gennaio 2019, 08:53:04 AM
Perché la mia sensazione è che il ragionamento scientifico porti ad identificare sempre più l'immateriale con la funzionalità del nostro sistema nervoso. In altre parole ciò che è immateriale come i pensieri, le rappresentazioni, l'immaginazione è qualcosa che viene prodotto dai nostri organi in conseguenza del loro funzionamento.
Che strano......questo ragionamento, che ritengo corretto, l'ho proposto nella sezione "Spiritualità" per spingere gli amici atei ad interrogarsi su come sia possibile che una reazione chimica, che degli enzimi e dei catalizzatori possano produrre pensieri, emozioni, addirittura l'amore! Senza l'aggiunta di uno spirito, un'anima, insomma di qualcosa.......
Intuizione che, per quello che vale, ebbero gli antichi alchimisti.

A te invece, appare riduttivo......
Citazione di: cvc il 24 Gennaio 2019, 08:53:04 AM
Nessuno pensa che i nostri organi esistono in conseguenza di un qualcosa di immateriale, come ad esempio il pensiero del concepimento, più o meno razionale o istintivo.
Interessante prospettiva. Non solo, è vero anche il contrario: tutto il mondo creato dall'uomo deriva da pensieri e immaginazioni.
Citazione di: cvc il 24 Gennaio 2019, 08:53:04 AM
C'è il fatto che io percepisco un Io che in qualche modo rimane sempre uguale a me stesso nel tempo. O almeno lo percepisco come tale. Se ciò non muta nel tempo mentre nel mondo materiale tutto muta nel tempo, allora l'immateriale esiste. Perciò può esistere anche l'anima. Basterà come prova?
Come prova non credo. Ma come pista di indagine penso proprio che sia interessante. E' quantomeno curioso osservare, per chi lo percepisce (non credo tutti) l'immutabilità della nostra percezione dell'io.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Sariputra

Citazione di: cvc il 24 Gennaio 2019, 13:05:37 PM
Citazione di: Sariputra il 24 Gennaio 2019, 11:28:30 AMSecondo me invece potrebbero esistere solo fenomeni immateriali basati sulle percezioni autocostruite dalla mente. Essendo 'materiale' una semplice definizione 'di lavoro' mentale senza corrispettivo reale. Essendo la coscienza non-duale, ciò permette l'illusione della conoscenza (essendo questa già da sempre presente nella coscienza stessa) e quindi quello che la coscienza stessa chiama "l'intersoggettiva esperienza percettiva comune" di questi 'fenomeni' immateriali (mentali) scambiati per 'reali' (come, nella penombra, si scambia una corda per un serpente...). Quindi non esiste Sari, né Cvc, né Sgiombo (scusa... :( ), né Ipazia ma un'unica coscienza che s'immagina d'essere Sari, Cvc, Sgiombo, Ipazia,ecc. nello stesso modo con cui nel sogno immagina e costruisce mondi e persone, li fa parlare, interagire, ecc....Così nello stesso modo 'misura' l'universo da se stessa immaginato esistere, gli dà nome e forma (nama-rupa), lo definisce e chiama questo misurare "scienza"... Non se ne può dimostrare l'esistenza perché essa non può 'vedere' se stessa...la sua natura essendo "coscienza di..." come una lama affilata non può tagliare se stessa. (Questa è una posizione direi Cittamatra... "Solo Mente").
Potrebbe esserci questa sorta di coscienza universale che incorpora le nostre esperienze apparentemente soggettive. Ma non mi spiego il perché di questo equivoco. La soggettività che noi viviamo sarebbe un autoinganno di questa mente universale oppure esiste una qualche altra entità antagonista?

A mio modesto parere sarebbe improprio parlare di 'autoinganno' di questa "Solo-mente", in quanto non è possibile per essa 'osservarsi', e quindi discernere l'inganno. Nel momento che "si muove" crea  nome-forma e quindi la 'realtà' fenomenica. Nel momento in cui cessa di 'muoversi' scompare nome-forma e la realtà fenomenica cessa d'esistere. Ciò che noi percepiamo come soggettivo non è auto-inganno, se non nella misura in cui e per cui non è "nostro" ma di essa. Il mio 'sentirmi' soggetto è del tutto identico al 'tuo' sentirti soggetto. Non abbiamo 'proprietà' nostre essendo queste 'proprietà' che riteniamo nostre solo increspature, onde sul mare della "Solo-mente"...
Non è una visione teistica. In quanto , nella comune accezione, per Dio s'intende un essere/persona dotato di autocoscienza e volontà. "Solo-mente" non ha alcuna volontà ma potenzialità d'azione...pertanto anche l'idea di Dio  è una creatura di "Solo-mente" che ne assegna le proprietà.

Concordo con @acquario sul discorso della chiusura, sulla "solidificazione", ma il movimento può invertirsi...dipenderà dal movimento della 'solo-mente-...Può darsi che siamo in una fase di 'riposo'... ;D  ;D
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

acquario69

@Sariputra
ma il movimento può invertirsi...dipenderà dal movimento della 'solo-mente-...Può darsi che siamo in una fase di 'riposo'... ;D  ;D


In che senso dici "solo mente" ? ....spiega meglio :)


paul11

Tutto si risolve in energia, non solo fisica.
La materia è condensazione, densità ,concentrazione che le forze interagenti condizionando l'energia, la concentra .
Quindi sono i legami energetici che condensano la materia.

Analogamente ciò che quì viene definito immateriale al posto del legame chimico fisico materiale  crea le relazioni: linguistiche, affettivo-sentimentali, psichiche, spirituali.
Tutta l'energia complessiva universale, materiale e immateriale ,era già al tempo zero e nello spazio originario, come nella  teoria cosmologica fisica del big bang , e tutto è destinato a ri-tornarvi.

L'espansione dello spazio  e il tempo sono convenzioni create dai legami fisici delle forze interazionali ,creando materia, modificando gli stati energetici; così come le relazioni immateriali espandono e contraggono il pensiero che si esprime linguisticamente ., le emozioni, lo spirito.

Così come un tempo l'etere era l'immateriale, aria, in quanto invisibile ritenuto  immateriale,
ancora oggi ingenuamente non vedendo come ciechi, ciò che invece esiste come evidenza ; il pensiero, le emozioni,l'autoconsapevolezza e quindi il sè, anch'essi ontologicamente non possono che esistere
ed interagire con la materia ed energia fisica.

Sariputra

#14
Citazione di: acquario69 il 24 Gennaio 2019, 15:16:51 PM@Sariputra ma il movimento può invertirsi...dipenderà dal movimento della 'solo-mente-...Può darsi che siamo in una fase di 'riposo'... ;D ;D In che senso dici "solo mente" ? ....spiega meglio :)

Beh!...seguendo questa ipotesi, se tutto (proprio tutto) è solo creazione di una "mente" (anche l'idea di 'mente' è però creazione di questa 'mente', che ho chiamato "Solo-Mente") questa fase in cui prevale l'attaccamento al nome-forma ( che "Solo-Mente" ha definito materialismo) è necessariamente una fase stessa di questa...L'attaccamento e il distacco da nome-forma quindi come semplice movimento interno ad essa...L'ignoranza dell'uomo fa sì che egli creda non solo che questa  sua coscienza sia un "soggetto" ovvero che abbia una sua identità permanente ma che esistano, con la stessa qualità, anche gli oggetti percepiti.
Due estremi: A- esiste solo la materia.
                    B- esiste solo l'immateriale (che ho definito 'Solo mente' per necessità di comprensibilità).

Cit. Sgiombo ( se non l'ho mal compreso) che si rifà a D.Hume sia un estremo che l'altro non possono essere dimostrati ma solo assunti per 'fede'...
Dando io preminenza al fattore coscienza ritengo probabile la seconda (forse alcuni fisici cominciano pure a pensarlo anche loro...ho letto qualcosa al riguardo ma non sono esperto e quindi MI TACCIO...)
Ciao
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

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