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Egualitari o uguali ?

Aperto da doxa, 23 Maggio 2018, 15:48:26 PM

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doxa

Egualitari o uguali ?

L'egualitarismo è una teoria morale che pone in risalto l'uguaglianza fra le persone:  uguaglianza dei diritti e delle opportunità in ambito politico, economico, sociale, civile, ecc. Ma tale teoria non ha riscontro nella realtà. Non l'ha mai avuto e penso che non l'avrà  mai.


Vediamo ovunque alti livelli di ineguaglianza. A molti questo fatto sembra ingiusto. Ma su quali ragioni morali basano un giudizio del genere ?
L'ineguaglianza  economica è inaccettabile, ma solo da parte dei poveri. 

Perché l'egualitarismo è difficile da accettare ? Per rendere tutti eguali  in una società  bisognerebbe costantemente intervenire nella vita delle persone.  In tal caso  il comprensibile afflato egualitario si trasformerebbe  nella deprecabile e continua invasione delle libertà individuali ?

Voler essere egualitari forse implica un livellamento sociale verso il basso. Conviene solo alle classi sociali marginali ? 

M'interessa riflettere con voi  sul significato delle ineguaglianze e sulle ragioni a favore dell'uguaglianza.

Ci sono diverse forme di ineguaglianza che spesso si sovrappongono. Per esempio, chi viene discriminato per status è anche povero.

Jacopus

Un bel tema Altamarea. La mia opinione e' la seguente: non puo' esistere l'uguaglianza perche' gli uomini sono diversi, diverse le loro esperienze, diverso il patrimonio genetico, diversi i desideri e le ambizioni. Condivido quindi l'idea che l'egalitarismo sia un livellamento verso il basso...nella migliore delle ipotesi. Altrimenti e' un modo ipocrita per creare nuove diseguaglianze con in piu' la dittatura.
Anche qui pero' esistono delle possibili gestioni politiche delle differenze, poiche' lasciare tutto alla "mano invisibile" non fara' altro che produrre instabilita' sempre piu' alta, forse compensabile con governi piu' autoritari.
Voglio dire che un certo livello di diseguaglianza e' non solo tollerabile ma auspicabile, ma quando ci sono persone che affittano la propria villa a 260.000 euro al mese (Vacchi) si colpisce direttamente la dignita' delle persone. Cosi' come si colpisce la dignita' delle persone quando si colpevolizzano i poveri o quando si fa loro la guerra, come accade nel terzo mondo.
Insomma tutto sta nella misura delle cose, ma l'attuale situazione e  tutto tranne che misurata. Posso accettare che una persona  valga tre volte me, ma oltre questo livello inizio a dubitare circa la bonta' delle diseguaglianze.
Inoltre affinche' questo che sto dicendo abbia senso occorre applicare una regola che enunciava lo stato liberale: mettere tutti in condizioni di gareggiare e poi vinca il migliore. Siamo molto lontani da cio' perche' significherebbe mettere mano a molti istituti anche giuridici, come il diritto ereditario o processi culturali, come l etica (debole') della classe dirigente.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve. Per altamarea: eguaglianza=identiche condizioni di vita, di forme esteriori, di parametri fisici........... parità=condizione che, potendo prevedere ogni e qualsiasi diversità tra due o più soggetti, attribuisce tuttavia pari valore COMPLESSIVO ai contenuti di tali soggetti. Tanto per intenderci, le donne devono essere pari agli uomini ma è MOOOOLTOOO meglio che non diventino mai uguali agli uomini.

Come quasi sempre, le discussioni vengono avviate in mancanza di definizioni precise (od almeno accettabili) di ciò di cui si vorrebbe discutere. Già comunque il primo intervento di Jacopus spiega perché l'uguaglianza sarà bene dimenticarsela. Purtroppo a tal punto il discorso sulla parità è quello più spinoso e soggettivo che si possa intavolare, perciò da parte mia lo eviterò poiché è impossibile fare ordine intorno ad un simile tema. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

green demetr

Credo che al di là del problema morale (okkey l'intero nostro sistema culturale ne è coinvolto), ecco facendo finto che per un attimo non esista:

Non me ne frega niente di avere uno Yacht, ma un tetto sotto cui dormire e un pezzo di pane me lo volete dare?

Credo cioè che nell'epoca in cui giochiamo con i Collider, si possa a buon senso garantire la vivibilità degli esseri.

E' una questione di buon senso dunque l'ugualitarismo.

Poi se ci sono differenze, di lusso, per me ci possono tranquillamente stare.

Non vuol dire questo l'ugualitarismo. E il fatto che per la gente è un problema, l'erba del vicino è sempre più verde....torniamo al problema morale....

Ma sono due problemi differenti. Non so cosa ne pensate. Fatemi sapere.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

iano

#4
Citazione di: green demetr il 24 Maggio 2018, 00:05:15 AM
Credo che al di là del problema morale (okkey l'intero nostro sistema culturale ne è coinvolto), ecco facendo finto che per un attimo non esista:

Non me ne frega niente di avere uno Yacht, ma un tetto sotto cui dormire e un pezzo di pane me lo volete dare?

Credo cioè che nell'epoca in cui giochiamo con i Collider, si possa a buon senso garantire la vivibilità degli esseri.

E' una questione di buon senso dunque l'ugualitarismo.

Poi se ci sono differenze, di lusso, per me ci possono tranquillamente stare.

Non vuol dire questo l'ugualitarismo. E il fatto che per la gente è un problema, l'erba del vicino è sempre più verde....torniamo al problema morale....

Ma sono due problemi differenti. Non so cosa ne pensate. Fatemi sapere.
Si , concordo.
Ma perché ti dobbiamo dare un pezzo di pane?
Che vantaggio ne ricavo io in cambio?
Ne ricavo , nella misura in cui tu appartieni alla stessa mia società, una stabilità per essa , che per me , in quanto essere sociale , è un vantaggio.
Questo vantaggio dunque ha un costo ,e naturalmente cerchero' di ottenerlo col minimo costo , così che le differenze resteranno e l'uguagliamza non si avra' mai , ma ci sara' un limite alla differenza.
Questa differenza sara' anche il motivo per cui tu continuerai ad essere un elemento attivo della società , nel tentativo di colmarla , e che tu sia attivo è un bene per la società e quindi per me.
La differenza di ricchezza , come il gradiente termico , da' energia alla società?
Si noti che in questo discorso non è necessario ipotizzare che esistano dei poveri , bastando dei diversamente ricchi , e tutti siamo UGUALMENTE diversamente ricchi.😅
L'idea che tutti devono essere messi nelle condizioni di esprimere le proprie potenzialita' rimane invece ambigua.
Come si stabiliscono queste condizioni?
Sarebbe banale dire che c'è un minimo sindacale, come alfabetizzazione etc...
Ma in generale sono convinto che il modo in cui ognuno può dare un contributo alla società debba essere indipendente da qualunque pregiudizio sui mezzi attraverso cui ciò debba realizzarsi.
Dentro ognuno di noi c'è un enorme potenziale inespresso e più che come veicolarlo occorrerebbe capire come liberarlo , lasciandolo per quanto possibile libero di esprimersi, a vantaggio di tutti.
Sara' quindi utile garantire una sussistenza a tutti per non sprecare tanta potenzialità .
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

doxa

#5
In senso generale la politica cosiddetta di destra tende all'egualitarismo mentre la politica di sinistra o marxista è orientata all'uguaglianza ?  

Mi sembra che l'egualitarismo ammetta in linea di principio l'uguaglianza iniziale, ma intende la convivenza sociale come una gara in cui ci sono vincitori e vinti.

In un articolo del 1976 titolato "Eguaglianza ed egualitarismo",  il filosofo Norberto Bobbio definì "egualitaria" la "concezione globale della società secondo cui è desiderabile che tutti i membri della stessa siano eguali in tutto"); postulava la nozione di uguaglianza come punto d'arrivo di una società caratterizzata dalla disuguaglianza.

Nell'ambito politico viene distinto l'uso descrittivo dell'idea di uguaglianza (gli individui sono tutti uguali), da quello prescrittivo (gli individui devono diventare uguali).  Ma uguali in cosa ? Nel trattare il nostro prossimo come noi stessi ma solo come atto di bontà o di solidarietà ?   prescindendo dalla disuguaglianza  socioeconomica o culturale ? Oppure come concezione dell'uguaglianza come "eguaglianza di opportunità" che permette di premiare i meritevoli e dunque legittima l'ineguaglianza ?

Anche se le istituzioni possono garantire una condizione sociale minima a ognuno, le differenze di reddito e livello di istruzione fanno la differenza.

Il filosofo ed economista indiano Amartya Kumar Sen, premio,  premio Nobel per l'economia nel 1998, pone al centro della propria riflessione la nozione di "disuguaglianza" (inequality) che deve confrontarsi con due diversi ostacoli:

a) l' eterogeneità degli esseri umani;

b) la molteplicità dei punti focali a cui la disuguaglianza può essere oggetto di valutazione.

Al di là della retorica dell'uguaglianza, che trova il suo apice nella nota asserzione per cui "tutti gli uomini nascono uguali", Sen è convinto che la misurazione della disuguaglianza dipende dai parametri assunti per definirla.

Affermare e prescrivere l'uguaglianza di tutti gli individui distoglie dalla considerazione delle differenze d'età, genere, talenti, abilità fisiche, oltre che di vantaggi materiali e provenienza sociale, che intercorrono tra gli uomini.
E' possibile conciliare egualitarismo e liberalismo ?  

Le concezioni liberali sono egualitarie, anche se varia dall'una all'altra il tipo di eguaglianza richiesto. Per alcune conta solo l'eguaglianza di trattamento mentre per altre ha rilievo anche l'eguaglianza in termini di risorse o benessere. All'individualismo e all'egualitarismo, il liberalismo associa (da Kant in poi) una forma di universalismo, che impone di trattare tutti gli esseri umani allo stesso modo.

A individualismo, egualitarismo e universalismo, il liberalismo unisce una pretesa di neutralità, per cui tutte le concezioni del bene sono presuntivamente da ritenersi degne di considerazione e rispetto. Se individualismo, egualitarismo, universalismo e neutralità sono caratteristiche normali della giustificazione liberale, ciò che caratterizza la legittimazione liberale è il consenso. Questo consenso riguarda il rapporto con le istituzioni sociali e politiche.

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