...E se la Conoscenza non fosse piatta, ma SFERICA?

Aperto da Carlo Pierini, 06 Settembre 2017, 11:41:26 AM

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Carlo Pierini

Citazione di: acquario69 il 06 Settembre 2017, 07:22:30 AM
CitazioneCARLO PIERINI
"Filo-sofia" significa "amore per la sapienza", non amore per l'attività del pensiero fine a se stessa.


ACQUARIUS69
Pienamente d'accordo !!
La terra gira intorno al sole....vero!
in questo preciso momento sto scrivendo attraverso una tastiera...credo sia vero anche questo  ;D

Quindi credo sia legittimo dire che ci siano cose "vere"...

Ma affermare qualcosa di "vero" può corrispondere alLA Verità?


...Ohhh, finalmente una domanda intelligente!
Cosa significa "LA Verità", dal momento che noi umani conosciamo solo le verità? La prima risposta che ci viene in mente è che LA Verità è la somma di tutte le verità possibili sul mondo, su noi stessi e su Dio. Ma allora la domanda nasce spontanea: la somma di tutte le verità possibili è una somma finita o infinita? ...Perché se è finita possiamo considerare LA Verità come una meta virtualmente raggiungibile, altrimenti dobbiamo considerarla solo come una chimera, un ideale irraggiungibile. Anche in questo caso tutto ci porta a pensare che quella somma sia infinita, così come sono infiniti i punti di un piano geometrico senza limiti e, se così fosse, quanto più ampliassimo il campo delle nostre conoscenze, tanto più grande sarebbe il suo "perimetro", cioè il confine tra ciò che conosciamo e ciò che non conosciamo; in definitiva ci infogneremmo in quella situazione paradossale secondo cui più alto è il numero di verità che accumuliamo più si fa grande il territorio della nostra ignoranza: più sapremmo, meno sapremmo!! Vivremmo, cioè, quella che G. Simmel considerò una vera e propria "tragedia della Cultura". Scrive Simmel:

"...il progresso della cultura regala all'umanità sempre nuovi domini; ma il singolo soggetto si vede sempre più escluso dal godimento di essi. E a che serve una ricchezza che l'io non può mai tramutare in proprio stabile possesso? Non sarà per esso solo un'oppressione, piuttosto che una liberazione? Con considerazioni del genere il pessimismo intorno alla cultura ci viene incontro proprio nella sua formulazione più acuta e radicale. [...] l beni prodotti da questo sviluppo si accrescono continuamente in quantità, ma proprio in questa crescita cessano di essere utilizzati da noi. [...] L'io si vede schiacciato dalla sue varietà e dal suo peso continuamente crescente, ricavando dalla cultura non la consapevolezza della propria forza, ma solo la convinzione della sua impotenza spirituale. [...] La vita spirituale consiste in un continuo progredire; quella dell'anima in un sempre più profondo ritorno a se stessa. I fini e le vie dello «spirito oggettivo" possono quindi non essere gli stessi di quelli della vita soggettiva. [...] È come se la mobilità creatrice dell'anima morisse nel proprio prodotto. [...] I contenuti mediante i quali l'io deve perfezionare la propria organizzazione per farne un mondo [...] unitario, non appartengono soltanto all'io: essi gli sono dati provenendo da un al di fuori spazio-temporale ideale; sono nello stesso tempo i contenuti di altri mondi, sociali e metafisici, concettuali ed etici e possiedono in questi forme e connessioni fra loro che non vogliono coincidere con quelle dell'io. Questa è la vera tragedia della cultura. Infatti un destino tragico, diversamente da una triste sorte o da una sorte che derivi dall'esterno la propria rovina, è caratterizzato in questo modo: le forze distruttrici dirette contro un'entità scaturiscono proprio dagli strati più profondi di questa stessa entità e con la sua distruzione si compie un destino che era innato in essa e che costituisce lo sviluppo logico della stessa struttura con cui l'entità ha costruito la propria positività» (G.Simmel, Concetto e tragedia della cultura, pp 98-99)".    

...Ma c'è una scappatoia a questa "tragedia": se l'infinità dello scibile non fosse comparabile con quella dei punti di un piano geometrico infinito, ma con quella dei punti (comunque infiniti) di una superficie sferica? Cioè se la Conoscenza non fosse piatta - come crede Simmel insieme a tutti noi -, ma fosse rotonda? ...Questa sì che sarebbe una vera "rivoluzione copernicana" del Sapere. Avremmo ancora un numero infinito di punti, ma la Geografia ci ha insegnato che c'è un abisso - in termini di cartografia - tra un territorio piatto e infinito e un territorio sferico (o sferoidale): nel primo caso ci troveremmo in piena "tragedia" geografica, mentre nel secondo caso ...la musica cambierebbe radicalmente!  Ma cosa potrebbe voler dire, in termini epistemologici "sfericità della Conoscenza" ?
Vi invito a riflettere e ad avanzare ipotesi. Poi vi dirò qual'è la mia idea!



L'angolo musicale:
DIDO: Life for rent
https://youtu.be/OFtNChII78k

C. PUTH: Marvin Gaye
https://youtu.be/igNVdlXhKcI

acquario69

una superficie sferica potrebbe dare l'impressione di "superficie infinita" ,pero rimane pur sempre una superficie finita.
La terra e' sferica (diciamo) ma sappiamo per certo che e' finita...certo poi posso farci il giro intorno un numero indefinito di volte (cosi come i suoi punti al suo interno) ma mai infinito.
l'infinito essendo tale non può avere alcuna determinazione

scrive Guenon:

L'indefinito non può essere infinito,perche il suo concetto comporta sempre una certa determinazione, si tratti dell'estensione, della durata, della divisibilità o di qualsiasi altra possibilità 

L'indefinito procede dal finito di cui e' lo sviluppo e al quale di conseguenza e' sempre riducibile

Carlo Pierini

#2
....................
"Il cerchio è il segno dell'Unità del principio. E' lo sviluppo del punto centrale, la sua manifestazione. "Tutti i punti della circonferenza si ritrovano al centro del cerchio che è il loro principio e la loro fine", scrive Proclo. Secondo Plotino "il centro è il padre del cerchio" e secondo Angelo Silesius "il punto ha contenuto il cerchio". Numerosi autori applicano questo stesso paragone del cerchio e del centro alla creazione e a Dio".  [CHEVALIER - GHEERBRANT: Dizionario dei simboli - pg. 245]
...................
E ora rileggiamo questa mia ricostruzione del simbolo della piramide:

Questo è il Grande Sigillo della dichiarazione di Indipendenza degli U.S.A., rappresentato anche nelle banconote da un dollaro.

http://3.bp.blogspot.com/-9yCW8WhoZMg/UXkoZK6G_hI/AAAAAAAAAEo/T2InGVucCcQ/s1600/Gran+Sigillo+USA.jpg

Sembra un'innocente immagine ornamentale, mentre in realtà rappresenta una vera e propria tesi teologico-filosofica.
Tutti sanno che il triangolo simbolizza la Trinità divina, ma pochi sapranno che, essendo l'occhio un simbolo di conoscenza, il triangolo rappresenta, più propriamente, la Sapienza divina, il Logos, cioè il Principio ultimo.
Infatti, "conoscere" significa costruirsi un'immagine adeguata delle cose, cioè significa trasformare il mondo che osserviamo in immagini concettuali fedeli e rigorose che lo rappresentino nella mente del soggetto, o nel libro della Conoscenza. Ma "trasformare il mondo in immagini" corrisponde, in senso proprio, alla funzione specifica della vista, di cui l'occhio, appunto, è l'organo deputato. In questo senso, il processo visivo è una analogia molto calzante del processo conoscitivo; una analogia che è ancora più compiuta se consideriamo che la conoscenza, intesa nel suo senso più evoluto, non è una semplice lista di dati o fenomeni o verità oggettive, ma si eleva fino all'astrazione soggettiva dell'ordine che li relaziona, cioè delle leggi e dei principi che li governano. Come scrive il matematico J. Henri Poincaré:

"La scienza è fatta di dati come una casa di pietre. Ma un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una casa."

Così come lo scienziato non si limita a catalogare passivamente gli eventi che osserva, ma li ordina facendo convergere la loro molteplicità disordinata verso l'unità di leggi e principi, nello stesso modo l'occhio non si limita a ricevere passivamente la luce del mondo, ma ordina i suoi raggi facendoli convergere in un unico punto focale (pupilla) dal quale si proietterà l'immagine sulla retina. Senza questo punto di convergenza, non si formerebbe mai alcuna immagine perché la retina sarebbe solo illuminata da una luce uniforme.
Così, l'immagine ottica diventa la metafora NON di un generico sapere, ma di quella conoscenza compiuta che non è una semplice rappresentazione delle cose, ma la rappresentazione del loro ordine. Le cose, gli eventi, i fenomeni sono dati, ma il loro ordine deve essere astratto da una mente attiva e creativa la quale, attraverso la conoscenza di quest'ordine e del principio che lo regge, illumina il mondo, e ne svela gradualmente i misteri.
E' l'occhio radiante del Sigillo che corrisponde con l'occhiodel sapiente o con l'occhio del Principio ultimo, del Grande Architetto che tutto crea, misura e illumina e da cui emana l'intera Totalità (la piramide). Oppure è l'occhio dell'Intelletto, che da un lato rivece "la luce dei fatti" e la trasforma in immagini, e dall'altro, ordinando i fatti attraverso leggi e principi, chiarisce il senso delle cose e, illuminandole, scrive il libro della conoscenza.
La piramide, insieme ad altri motivi simbolici come la montagna, l'albero, la croce, la sfera, il tempio, ecc., è un simbolo della totalità cosmica e, pertanto, il Sigillo nel suo insieme rappresenta il cosmo con al vertice il Principio ordinatore quale "pietra angolare".
Ciò ricorda quanto scrive Paolo:

"Voi siete un edificio costruito sulle fondamenta degli apostoli e dei profeti, del quale Gesù è la principale pietra angolare". [Efesini, 2:20]

Del resto, cos'è Cristo, se non l'incarnazione umana del Principio Ultimo? L'assimilazione Cristo/pietra angolare qui è rafforzata dalla forma triangolare che allude alla trinità di Cristo. Infatti, nell'Apocalisse (1:16) Cristo è identificato con il Logos-Verità "...il cui volto risplende come il sole". Si legge nel Dizionario dei Simboli Rizzoli (Vol.2, pg. 216-217):

"La pietra angolare in realtà è la pietra della cima. E' la pietra della completezza, della coronazione; è il simbolo di Cristo sceso dal Cielo per portare a compimento la Legge. (...) E' la pietra-PRINCIPIO, la pietra della Sapienza e della Conoscenza". [Dizionario dei Simboli Rizzoli – pg. 216 ]

http://1.bp.blogspot.com/-vQVGYEIBZGg/Uh4GrZWrdtI/AAAAAAAAAO8/COFRR_TjoXg/s1600/38+Occhio+radiante.jpg

Scrive R. Guénon:

"Nelle chiese bizantine, la figura del Pantokrator o del Cristo "in maestà" occupa nella volta la posizione centrale che corrisponde, precisamente, all'"OCCHIO" della cupola". [R. GUÉNON: Simboli della Scienza sacra – pg. 311]

L'iscrizione Novus Ordo Seclorum (Nuovo Ordine dei Tempi) evoca i versetti biblici di Giovanni:

"...E vidi un nuovo cielo e una nuova terra. ...E vidi la nuova Gerusalemme scendere dal cielo vestita come una sposa ornata per il suo amato. ...La tenda del Signore è con il genere umano e Dio risiederà con essi. ...E colui che stava seduto sul trono disse: "Faccio nuove tutte le cose. Io sono l'Alfa e l'Omega, il PRINCIPIO e il Fine". (Apocalisse, 21:1- 6):

In alcuni simboli alchemici del '600 troviamo delle varianti dello stesso significato del Gran Sigillo. In esso è rappresentata la sfera del Cosmo, nel cui centro brilla l'occhio radiante del Principio.

http://2.bp.blogspot.com/-ifq-5dJRCBk/UXknDokGBsI/AAAAAAAAAEU/F_w9BFGiQbA/s1600/Nusquam+tenebrae.jpg

https://3.bp.blogspot.com/-ayoz3ZHKByk/WZAhGXk7FbI/AAAAAAAAAyE/QTuJ4Fb8LsYdofwYxRRa56G4oaIexCrbwCLcBGAs/s1600/J%252C%2BBohme.jpg

https://4.bp.blogspot.com/-55i45dQnCGc/WZAgsWFojYI/AAAAAAAAAyA/Hi0vJrE_EY8hw6k5m0E3uHivsJIjk6zcwCLcBGAs/s1600/occhio.jpg

Mentre nel Gran Sigillo il carattere di fondamentalità del Principio è rappresentato dalla sua posizione di vertice della piramide, in questa figura è espresso come centralità: l'occhio radiante è posto nel centro della sfera in modo che "nusquam tenebrae", "in nessun luogo ci saranno le tenebre". Grazie al Principio, i misteri del mondo saranno rivelati, conformemente alla promessa evangelica: "Non c'è niente di occulto che non sarà rivelato, né segreto che non sarà conosciuto" (Luca, 12:2).
Di fatto, il Principio è un punto di vista universale, il punto di riferimento ultimo, l'occhio di Dio nel centro del mondo.

Scrive Pico Della Mirandola:

"Ti ho posto nel centro del mondo affinché da lì tu potessi scorgere tutto ciò che c'è nel mondo". [Oratio de homini dignitate, fol. 131 r]

L'analogia tra piramide e sfera è anche rigorosamente geometrica, perché geometricamente la sfera equivale a una piramide: dobbiamo immaginare una piramide la cui base si estenda incurvandosi intorno al proprio vertice fino a richiudersi e a formare una superficie sferica centrata nel vertice stesso. Infatti, il volume della piramide è uguale a *b x h : 3* (area di base x altezza diviso 3) che nella sfera diventa *s x r : 3* (superfice sferica x raggio diviso 3). Non è difficile rendersi conto che si tratta della stessa formula, nella quale b diventa s e h diventa r.
Nel Grande Sigillo il carattere trascendente-metafisico del Principio è sottolineato dalla separazione del vertice, mentre nella figura alchemica dal fatto che in una sfera il centro trascende la superficie pur essendo la sua origine (in geometria il centro di un cerchio è detto anche "origine"). Per capire più da vicino quale sia il Principio a cui allude la simbologia, dobbiamo osservare un particolare di un'altra figura alchemica (Ars magna lucis et umbrae di A. Kircher, 1665 - Fig. 3)

https://1.bp.blogspot.com/--qvj3sPRx14/WB5pnA5GpjI/AAAAAAAAAtg/9MvOWD60_kQV53MD-boWAW4RTzfJD_LjwCLcB/s1600/Kircher.jpg

in essa l'"occhio-Principio" è collocato proprio sulla cima del Caduceo che è nella mano destra di Hermes-Mercurio, dio dell'Alchimia e simbolo occidentale della Complementarità degli opposti (il corrispondente orientale è il cerchio taoista del Yin-Yang).
Ed è sorprendente ciò che scrivono gli storici Guénon e Chevalier&Geerbrant. Dice Guénon:

"E' forse una semplice coincidenza la somiglianza che ha il nome Hermes con la parola Haram che in arabo designa la Piramide?
Hermes è chiamato anche «El-muthalleth bil-hikam», letteralmente «triplo nella sapienza», che equivale all'epitteto greco«Trismegisto», cioè, «tre volte grande». E' interessante notare che la parola muthalleth designa anche il triangolo. (...) Alcuni studiosi attribuiscono un'importanza considerevole al fatto che la Grande Piramide non sarebbe mai stata terminata; effettivamente manca il vertice, e tutto quello che si può dire in proposito è che i più antichi autori di cui abbiamo testimonianza la descrivono tronca com'è oggi".   [R.GUÉNON: Forme tradizionali e cicli cosmici - pp.121-2]

Scrivono Jean Chevalier e Alain Geerbrant:

"Si attribuisce a Hermes Trismegisto l'idea secondo cui la cima della piramide rappresenterebbe il "Verbo demiurgico, Potenza prima procedente dal Padre e che governa tutte le cose". Al termine dell'ascensione piramidale, l'iniziato aspetterebbe l'unione col Verbo, così come il faraone defunto si identifica con il Dio immortale". [CHEVALIER & GEERBRANT: Dizionario dei simboli, II - pag. 232]


L'angolo musicale:
DELIBES: Duetto dei fiori, op. Lakmé
http://www.youtube.com/watch?v=2GPNZGwMS0w
 
BELLINI: Casta Diva, op. Norma
https://youtu.be/JlSodSvo1Lg

acquario69

#3
Ho finito di studiarmi tutte le tue citazioni.. :)
mi ci e' voluto un po di tempo...ma non ero più abituato a fare i compiti nemmeno ai tempi della scuola.

Sempre secondo una tua citazione di Simmel (che riporto qui sotto) e che dice;

CitazioneCosa significa "LA Verità", dal momento che noi umani conosciamo solo le verità? La prima risposta che ci viene in mente è che LA Verità è la somma di tutte le verità possibili sul mondo, su noi stessi e su Dio.

Ma allora la domanda nasce spontanea: la somma di tutte le verità possibili è una somma finita o infinita?

dunque se non ho capito male secondo Simmel (e te implicitamente) la Verità e' una somma di verità...

Ma se La Verita e' una (cioè indivisibile di per se, essendo appunto una...e non due, tre,quattro,cinque....) non ha nemmeno senso dire successivamente che questa e' la somma di più verità, perche quest'ultime non riguarderebbero gia' più la Verità,essendo appunto Una e indivisibile.
Questo fa anche capire bene che La Verità e' tutt'altro che una questione di numeri,di somme,di calcoli, di molteplicità e di "quantità"..



-------
angolo musicale:

Snaporaz  - Ovosodo
https://www.youtube.com/watch?v=Q4C2y306sac
Almamegretta - Sud
https://www.youtube.com/watch?v=f-TFhtrI6fc

Carlo Pierini

#4
Citazione di: acquario69 il 08 Settembre 2017, 08:01:54 AM
Ho finito di studiarmi tutte le tue citazioni.. :)
mi ci e' voluto un po di tempo...ma non ero più abituato a fare i compiti nemmeno ai tempi della scuola.

Sempre secondo una tua citazione di Simmel (che riporto qui sotto) e che dice;

CitazioneCosa significa "LA Verità", dal momento che noi umani conosciamo solo le verità? La prima risposta che ci viene in mente è che LA Verità è la somma di tutte le verità possibili sul mondo, su noi stessi e su Dio.

Ma allora la domanda nasce spontanea: la somma di tutte le verità possibili è una somma finita o infinita?

CARLO
Ad essere sinceri quella frase è la mia. La citazione di Simmel inizia dal punto in cui dico "Scrive Simmel:"   :)

ACQUARIUS
dunque se non ho capito male secondo Simmel (e te implicitamente) la Verità e' una somma di verità...

CARLO
Sì e no! , perché il mappamondo (LA verità) è la somma di tutte le mappe topografiche del mondo (un numero indefinito, ma non infinito - più avanti vedremo perché); no, perché il mappamondo mostra una proprietà del territorio (fondamentale e risolutiva ai fini della rappresentazione del territorio stesso) che le mappe topografiche non mostrano: la rotondità della Terra. Per cui, restando nella metafora geografica, LA verità non è solo la somma di tutte le mappe topografiche, ma contiene in sé anche la forma ultima del territorio, la forma comune a tutte le mappe possibili.
Fuori di metafora, LA Verità si può dunque identificare con il Principio universale (che è la forma metafisica di ogni disciplina/mappa del sapere) più la somma di tutte le conoscenze relative a ciascuna disciplina del sapere.
Si può obiettare che, così come i punti del mappamondo sono comunque infiniti, anche le conoscenze particolari sono infinite e che dunque LA Verità resta una chimera. Ma come abbiamo visto, il termine "infinito" ha un doppio significato: il primo, quello di Simmel e del "piano geometrico infinito", secondo il quale l'aumento del numero di verità accumulate paradossalmente aumentava la nostra ignoranza; e il secondo significato, quello della sfera finita nel quale, invece, l'aumento indefinito delle mappe topografiche, per quanto virtualmente indefinito, aumenta la nostra conoscenza del territorio, poiché non lascia scoperti altri territori). E se consideriamo (vedi il mio topic "E' una fortuna che le mappe NON SIANO il territorio") che "le mappe" della Conoscenza sono molto di più che delle semplici mappe topografiche, cioè, che sono delle "mappe magiche" poiché riescono a cogliere elementi fondamentali nascosti del territorio (le leggi e i principi), allora è evidente che ciò che si perde nell'impossibilità di realizzare un numero infinito di "topografie", viene più che compensato da questo "potere magico" delle mappe epistemiche. Le leggi, infatti, unificano in sé in una formula finita conoscibile un numero virtualmente infinito-inconoscibile di eventi, compensando in tal modo l'infinità dei punti di una mappa topografica, rendendoli in qualche modo finiti.

ACQUARIUS69
Ma se La Verita e' una (cioè indivisibile di per sé, essendo appunto una...e non due, tre,quattro,cinque....) non ha nemmeno senso dire successivamente che questa e' la somma di più verità, perché quest'ultime non riguarderebbero gia' più la Verità,essendo appunto Una e indivisibile.

CARLO
In altri miei post ho sottolineato (esempio dell'orchestra, dell'unità di un popolo, dell'amore di coppia, ecc.) come la complementarità consenta - in senso "forte" - di realizzare l'unità di una molteplicità di elementi. Cioè, una molteplicità di conoscenze diventa una unità quando sono tutte rigorosamente complementari sia (orizzontalmente) tra di loro, sia (verticalmente) rispetto ad un unico principio universale. Non a caso sto parlando del Principio di Complementarità degli opposti.


L'angolo musicale:
HÄNDEL: Tornami a vagheggiar, op. Alcina
https://youtu.be/8Kvdf-fRNM8

HÄNDEL: V'adoro pupille, op. Giulio Cesare
https://youtu.be/rf4LQsfSReI

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