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Dove va l'umanità? Boh!

Aperto da Raffaele Pisani, 17 Settembre 2018, 21:07:06 PM

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Raffaele Pisani

La domanda è del giornalista Edgard Snow,  la risposta è di Mao Zedong, è posta all'inizio del film "Uccellacci e uccellini" di Pasolini. Si può intendere in tante maniere, ma suscita anche l'interrogativo di dove va la storia o anche semplicemente se la storia ha un senso e se la ragione umana è in grado quantomeno di affrontare il tema.
Se un tempo filosofie della storia, perlopiù derivanti da teologie inquadravano gli avvenimenti in un orizzonte che dava loro un senso che andava oltre l'avvenimento stesso, il méta-récit di cui accenna Lyotard, ora la narrazione, sarà magari sempre più curata e puntuale, ma non sembra andare oltre se stessa. 
Il tema dell'Homo faber, che da circa 10.000 anni trasforma l'ambiente e produce la storia, mi sembra sia naturalmente collegabile con quello del senso stesso della storia.

sgiombo

Come ho meglio argomentato in quella discussione, credo che con lo sviluppo conseguito dalle forze produttive (in primis la scienza), oggi l' umanità sia a un bivio: o per tempo abolisce la proprietà privata dei mezzi di produzione e instaura una programmazione di produzioni e consumi oculata e prudente, oppure la proprietà privata capitalistica continuerà a imporre la crescita illimitata di produzioni e consumi in presenza di risorse naturlai (realisticamente disponibili) limitata fino all' inevitabile estinzione "prematura e di sua propria mano" della specie umana (oltre che di tante altre, già in atto).
E in questo caso la storia naturale proseguirà "imperterrita, del tutto indifferente" alla fine della storia umana.

green demetr

E' un tema a cui penso spesso, e mi sembra sempre più evidente che alla filosofia non solo manchi il senso della storia, ma che non sa nemmeno utilizzare i risultati che lei stessa ha ottenuto in questi secoli.

Da una parte la tradizione scientifica ha depositato la necessità della tecnica e dall'altra la tradizione metafisica ha depositato la tradizione della narrazione.

In una sola parola, seguendo i rigorosi ragionamenti di Sini, si tratta di narrare stando dentro a delle prassi.

Poichè il senso proviene dalle narrazioni, è stupido non rendimentarlo sotto forma di atto politico, ossia all'interno della gerarchia politica, chiamata da Schmitt teologia politica, e implementata poi da Agamben.

In entrambi i casi però la lotta è finita con la vittoria del potere liberale, ossia della suo classismo ideologico, che solo capito, ossia come prassi in atto, rende i fantasmi della prevaricazione, un altro tassello del suo Impero.

Le soluzioni nazionaliste o monacali dei primi 2 filosofi, o le utopie comuniste di Sgiombo, non possono attecchire se non all'interno del medesimo humus culturale (quello tecnico, quello delle prassi appunto descritto da Sini).

La necessità è da ricercare non nelle metastorire, in una letteratura filosofica danzereccia che riflette il suo passato, ma piuttosto in una ritrasformazion delle narrazioni che si adeguino attivamente e non meramente passivamente all'Impero dei Segni.

In questo senso anche la riflessione sull'impero segnico, ossia sui suoi segni, è solo una generale introduzione alle nostre capacità immaginative.

La produzione recente filosofica che sperimenta, ha il difetto gravissimo di non ricordare la questione della tecnica come Heidegger ci ha insegnato.
Fantasticare di utopie, non ha alcun senso se non ci si pone il problema degli oggetti su cui noi ci curviamo.

O riconosciamo questa necessità di adeguamento all'oggetto, o non potremo mai ripartire.

E' solo su queste premesse, che la domanda "dove è finita l'umanità", si deve interpretare, ossia come blocco, stasi, di fronte ad una fantastica isola felice, dove sarebbe esistita questa fantasmatica umanità pietista e rurale, che tanto sognava Pasolini.

Ma l'umanità così sognata, piuttosto che vissuta (e Pasolini ne racconterà i suoi tornaconti nelle 120 giornate di salò, film inguardabile, ma lucidamente teso al testamento che arriverà con il commento alle foto in scena, dove appunto la morte si fa fotografia) non ha alcuna parentela con l'umanità che si determina dalle "infinite" scelte dei singoli.

Come già detto l'ideologia si basa e anzi impera tramite l'uso delle paure umane.

Potrei finire con una frase grottesca: dove è finita l'umanità? essa è scappata a gambe levate! (ma anche questa sarebbe solo una fantasmatica, rimane solo da lavorare: lavorare, lavorare, lavorare! ossia pensare, pensare e ripensare!)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

InVerno

Citazione di: sgiombo il 17 Settembre 2018, 21:56:25 PM
Come ho meglio argomentato in quella discussione, credo che con lo sviluppo conseguito dalle forze produttive (in primis la scienza), oggi l' umanità sia a un bivio: o per tempo abolisce la proprietà privata dei mezzi di produzione e instaura una programmazione di produzioni e consumi oculata e prudente, oppure la proprietà privata capitalistica continuerà a imporre la crescita illimitata di produzioni e consumi in presenza di risorse naturlai (realisticamente disponibili) limitata fino all' inevitabile estinzione "prematura e di sua propria mano" della specie umana (oltre che di tante altre, già in atto).
E in questo caso la storia naturale proseguirà "imperterrita, del tutto indifferente" alla fine della storia umana.
Ti soprenderà ma sono d'accordo con te. Il punto è che cosa ne fai del capitale in un sistema del genere, perchè toglierlo ai mercati e darlo a una commissione ritretta di "saggi" non ha mai portato da nessuna parte. Quindi il bivio secondo me consiste nel scegliere se riformare come si raccoglie e interpreta il consenso politico inventando forme nuove (riforma della democrazia) o nella riforma del capitale (banche e denaro).
Per riforma intendo una radicale rivoluzione concettuale che parta dalla semplice ammissione che mercatismo e democrazia non sono compatibili se non per brevi periodi. Un capitalismo temperato da una nuova forma di democrazia, o una democrazia con un concetto riformato di capitale, queste secondo me sono due ipotesi di largo respiro e sono avvocate da sempre una maggior numero di esperti in diverse gradazioni e sfumature. Avevo per esempio "sponsorizzato" un libro a proposito nella apposita sezione.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

sgiombo

Citazione di: InVerno il 18 Settembre 2018, 10:57:01 AM
Citazione di: sgiombo il 17 Settembre 2018, 21:56:25 PM
Come ho meglio argomentato in quella discussione, credo che con lo sviluppo conseguito dalle forze produttive (in primis la scienza), oggi l' umanità sia a un bivio: o per tempo abolisce la proprietà privata dei mezzi di produzione e instaura una programmazione di produzioni e consumi oculata e prudente, oppure la proprietà privata capitalistica continuerà a imporre la crescita illimitata di produzioni e consumi in presenza di risorse naturlai (realisticamente disponibili) limitata fino all' inevitabile estinzione "prematura e di sua propria mano" della specie umana (oltre che di tante altre, già in atto).
E in questo caso la storia naturale proseguirà "imperterrita, del tutto indifferente" alla fine della storia umana.
Ti soprenderà ma sono d'accordo con te. Il punto è che cosa ne fai del capitale in un sistema del genere, perchè toglierlo ai mercati e darlo a una commissione ritretta di "saggi" non ha mai portato da nessuna parte. Quindi il bivio secondo me consiste nel scegliere se riformare come si raccoglie e interpreta il consenso politico inventando forme nuove (riforma della democrazia) o nella riforma del capitale (banche e denaro).
Per riforma intendo una radicale rivoluzione concettuale che parta dalla semplice ammissione che mercatismo e democrazia non sono compatibili se non per brevi periodi. Un capitalismo temperato da una nuova forma di democrazia, o una democrazia con un concetto riformato di capitale, queste secondo me sono due ipotesi di largo respiro e sono avvocate da sempre una maggior numero di esperti in diverse gradazioni e sfumature. Avevo per esempio "sponsorizzato" un libro a proposito nella apposita sezione.

Mi compiaccio per il pur parziale, assai limitato accordo.

Per principio non conduco discussioni con evidenti, inevitabili implicazioni politiche in questo forum perché le ritengo difficilmente utili e costruttive di fatto (anche in conseguenza del mio temperamento) e pericolose per il mantenimento di buoni rapporti fra i suoi frequentatori (tieni conto che mi reputo un fiero rivoluzionario -sia pur piccolo piccolo- fra l' altro grande ammiratore di Robespierre e Stalin e dei loro metodi).

green demetr

Se Marx svolgesse il suo pensiero a partire dalle sue premesse, le uniche che ho letto, all'inizio proprio del capitale, prime venti pagine circa. (non ho avuto modo di approfondire, e i video su youtube sottovalutano completamente l'impianto filosofico sotteso a Marx). Dicevo se noi sviluppiano la questione produttiva, solamente come questione merceologica, non ne usciremo mai. Il giusto svolgimento è legato piuttosto al feticismo delle merci.
Il socialismo utopico, che nei tempi contemporanei viene sempre proposto come etico, dimentica che la dimensione pubblica di sobrietà è sempre sottesa da quella privata di lusso.
I conti non torneranno mai a questa pochezza di pensiero intellettuale.
Bisogna riprendere insieme a tutta l'intellighenzia contemporanea, i temi svolti dai moralisti francesi a partire da Montaigne fino ad arrivare a LaRochefocauld, magari immersi nel mare tempestoso nicciano, ma mi accontenterei anche semplicemente dei problemi ante-nichilismo, ossia quelli che riguardano un soggettivismo solare, propositivo, che rimandano alle sfide che l'egoismo pone all'essere umano.
Sventolare la bandiera rossa, oggi al massimo è un segno di appartenenza, ma nel senso di pastorale aggregazione, ossia di reggimentazione delle pecore che siamo noi oggi.
Invano Leopardi si lamentava.
cit da la Ginestra
"Son dell'umana gente. Le magnifiche sorti e progressive. Qui mira e qui ti specchia, Secol superbo e sciocco, "

Affidarci alle nuove bio-etiche guarda caso di matrice americana, liberale (e quindi antiliberali, anonimiche, alienanti) significa consegnarsi ad un potere paralizzante, che verrà usato come un boomerang dalle esigenze coercitive della produzione infinita.

Il feticcio, il luogo totemico per eccellenza, il guardiano ai sentieri interrotti della spiritualità, il padre, il confinatore, l'esecutore, l'inquisitore.

Sono infinite le sue facce, la sua mimesi.

Nessuna presunzione di morte, nessuna dialettica, luogo sacrale e quindi solare, luogo del non dubbio, luogo della deficenza umana.

E' il sintomo, il sintomo del fare da cui noi sempre prendiamo le distanze, si fa per non fare, tutto cambia perchè nulla cambi.

Anche la pretesa etica del fare, che sembrerebbe essere l'antidoto più logico e consequenziale, si scontra con la prassi del già fatto, del depositato, della diga che l'esperienza costruisce alle nostre possibilità future. Vale individualmente, vale ancora di più socialmente.

Il fantasma va dileguato. Quando l'umanità lo capirà?

Non serve costruire nuovi idoli (la scienza) se non si è capito il Dio precedente.

Anzi gli Dei precendenti.

Non basta certo una scolastica.

Ad oggi dovremmo ripartire da dove Heidegger ci aveva lasciati, prima di capire il pericolo terribile che incombeva sull'umanità.
l'Uomo è un mezzo, e non un fine, come diceva anche il sommo Nietzche. (destinato a tramontare, ma qui saremmo fuori discussione, perchè si sta parlando di socialismo)
Ci ha dedicato il pensiero finale della sua carriera, quel combattere contro i fantasmi liberali.
Lui e Carl Schmitt.

Ma la Storia è girata dal lato sbagliato, ha vinto il liberalismo e il suo mercantismo antisociale.
(e purtroppo c'è solo da ringraziare, visto come sono andati i socialismi nel mondo! ossia para-statalismo di conduzione nazionalista ed eugenetista! Per non parlare del trasformismo becero semi-liberalista a cui quelli europei sono andati a immolarsi, consegnandosi mani e cuore al liberalismo di fatto.)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

viator

Salve. Secondo me il futuro del mondo sarà funzione di un aspetto che qui finora nessuno ha menzionato. Tutti presi dalla propria personale ideologia, ci è dimenticati della demografia.

Essa è il più importante dei problemi del pianeta. O tornerà la guerra o qualcuno riuscirà ad IMPORRE il controllo demografico. La Cina ha aperto la strada.

Certo, finchè il Papa, durante le sua missioni pastorali, continuerà a dimenticarsi di portare con sé casse e casse di preservativi !.

Io non riesco ad immaginare strategie di medio termine che possano frenare la crescita della popolazione. Qualcuno voi ha delle ricette da proporre ? Saluti.

Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Socrate78

Io sono convinto che prima o poi tornerà la guerra e la fame ed in maniera più distruttiva che mai, poiché non sembra proprio che si tenga conto del fatto che sulla Terra ormai siamo in troppi, anzi, si cerca di fare il possibile per allungare la vita media nel mondo occidentale e in Africa non ci sono politiche demografiche di contenimento. Quindi c'è da aspettarsi un incremento della conflittualità nel continente nero con guerre per le risorse (mascherate da conflitti per motivi etnici) e poi lentamente una destabilizzazione degli equilibri economici e politici a livello globale sino ad una crisi da cui purtroppo secondo me scaturirebbe alla fine il terzo conflitto mondiale. Questo anche perché il controllo delle nascite è percepito come una misura illiberale, e quindi per attuarsi su larga scala sarebbe prima necessaria una messa in discussione del concetto stesso di "democrazia" su cui il mondo occidentale si fonda.

Kobayashi

È prevedibile che l'essere umano all'apice della propria consapevolezza decida individualmente di non generare più figli. In fondo fare un figlio è un cedere all'istinto, alle emozioni, al bisogno di un impegno "biologico" (intuendo forse il pericolo dell'inconsistenza di impegni di diverso tipo, impegni ideali, sociali, politici etc.).
Quindi la questione la si potrebbe porre in questo modo: farà in tempo l'evoluzione culturale a condurre a questa consapevolezza portando all'inevitabile estinzione della razza umana prima che qualche catastrofe riporti il sapere a stadi primitivi e quindi di nuovo alla riproduzione indiscriminata?

green demetr

Citazione di: viator il 20 Settembre 2018, 22:05:49 PM
Salve. Secondo me il futuro del mondo sarà funzione di un aspetto che qui finora nessuno ha menzionato. Tutti presi dalla propria personale ideologia, ci è dimenticati della demografia.

Essa è il più importante dei problemi del pianeta. O tornerà la guerra o qualcuno riuscirà ad IMPORRE il controllo demografico. La Cina ha aperto la strada.

Certo, finchè il Papa, durante le sua missioni pastorali, continuerà a dimenticarsi di portare con sé casse e casse di preservativi !.

Io non riesco ad immaginare strategie di medio termine che possano frenare la crescita della popolazione. Qualcuno voi ha delle ricette da proporre ? Saluti.

Al tempo del mio anno sabbatico in università, ho dovuto studiare questo tema, per arricchire un dialogo con un giovane amico.

Esiste forse qualcosa di meno demagogico del tema della esplosione demografica? che si allaccira invece con le pretese ecologiche di "salviamo il pianeta", il progetto Gaia, il movimento Zeitgeist, fino al progetto 5stelle.

Non esiste alcun problema di nutrizione, non nell'epoca dei prodotti geneticamente rinforzati.
A meno che non vogliamo attaccare la pippa (tutt'altro che senza senso però) che genetico fa male.

Vallo a dire a chi muore di fame....Comunque si può migliorare, come leggevo dalla Klein, la sola India potrebbe sfamare ogni anno 3 volte il numero di persone mondiali.....Ci stiamo dimenticando per caso dell'egitto, della sicilia? del mettetici voi il paese, che non lo so, ma sicuramente altri ancora??? Klein qulla di NO LOGO, quindi stiamo parlando di prodotti biologici!

Sono tutte sciocchezze, come quelle ambientaliste, che il buon Trump aveva mandato a quel paese. (e come al solito rappresentanti del populismo sono più intelligenti dell'intera intellighenzia europea.....siamo in un periodo triste, per certo, ma ora anche grottesco!)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Kobayashi il 22 Settembre 2018, 11:45:55 AM
È prevedibile che l'essere umano all'apice della propria consapevolezza decida individualmente di non generare più figli. In fondo fare un figlio è un cedere all'istinto, alle emozioni, al bisogno di un impegno "biologico" (intuendo forse il pericolo dell'inconsistenza di impegni di diverso tipo, impegni ideali, sociali, politici etc.).
Quindi la questione la si potrebbe porre in questo modo: farà in tempo l'evoluzione culturale a condurre a questa consapevolezza portando all'inevitabile estinzione della razza umana prima che qualche catastrofe riporti il sapere a stadi primitivi e quindi di nuovo alla riproduzione indiscriminata?

Oddio Kobayashi che caduta di stile  ;D  !
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Kobayashi

Mi dispiace tantissimo! Sai bene quanto io tenga alla tua approvazione!

viator

Salve Green Demetr: E' proprio vero che siamo italiani ! Il più importante problema del pianeta umano è diventato la pancia ! Buoni rutti, allora !.

Il problema più importante in ottica italiana penso sarebbe invece costituito dai troppi abitanti i quali finirebbero prima o poi per occupare anche gli spazi dedicati al gioco del calcio.

All'interno del problema demografico l'aspetto alimentare è uno dei più semplici poiché dopotutto è affrontabile in chiave quantitativa.

Forse tu pensi che in un pianeta di 50 miliardi di abitanti, una volta che troviamo la pappa per tutti possiamo andare avanti alla grande.

Guarda, non sto neppure a spiegarti quali siano i veri problemi della sovrapopolazione.

In una gabbia troppo affollata di topolini ben nutriti, oltre un certo numero di ospiti per mq o mc, si scatenerebbe comunque l'inferno. Semplicemente impazzirebbero e si scannerebbero.

Naturalmente noi non siamo topi. Se ci saranno problemi potremo contare sui saggi interventi dell'ONU e di Save the Childrens. Ci penseranno la nostra saggezza, le nostre leggi ed i nostri accordi internazionali, vero ??.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Il titolo del 3D era il più idoneo a scatenare gli impulsi catastrofisti del pubblico, in particolare di quello che aspetta l'apocalisse dell'umanità per poter così dire che il "Capitalismo" è crollato. Ma poi a chi lo dirà visto che l'umanità non c'è più.
Sovraffollamento, surriscaldamento, sono tutte cose vere, ma ci adatteremo, e secondo me si adatterà anche il "Capitalismo" (Cioè il libero mercato). 

sgiombo

Citazione di: anthonyi il 24 Settembre 2018, 06:33:50 AM
Il titolo del 3D era il più idoneo a scatenare gli impulsi catastrofisti del pubblico, in particolare di quello che aspetta l'apocalisse dell'umanità per poter così dire che il "Capitalismo" è crollato. Ma poi a chi lo dirà visto che l'umanità non c'è più.
Sovraffollamento, surriscaldamento, sono tutte cose vere, ma ci adatteremo, e secondo me si adatterà anche il "Capitalismo" (Cioè il libero mercato).


Chi Dio vuol perdere, prima lo acceca (antico proverbio italiano).

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