Domande di base sulla Volontà Generale di Rousseau

Aperto da Ercole, 01 Agosto 2018, 23:25:31 PM

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Ercole

In questi anni mi sono spesso imbattuto in Rousseau ma ci sono alcuni suoi concetti che non mi entrano in testa:

1. Il singolo individuo può opporsi alla Volontà Generale? E come?

2: Attraverso quale procedimento la Volontà generale si espirme? Plebisciti?

Qualunque aiuto è ben accetto.

viator

#1
Salve Ercole. Il cittadino non consenziente può opporsi alla volontà generale, facendo benissimo nel farlo poiché la volontà generale esiste solamente come risultante statistica - non importa se maggioritaria o minoritaria - delle volontà individuali. In mancanza di esplicite volontà individuali nessuna volontà generale può venir espressa, mentre la volontà particolare ed individuale è perfettamente concepibile, esistibile e funzionale anche in perfetta solitudine del soggetto che la esprime.

Naturalmente poi sorgerà la responsabilità di chi contravvenga alla volontà generale espressa sotto forma di legge. Io posso essere contrario ma sono tenuto ad adeguarmi oppure a sopportare, senza recriminazione o rivendicazione alcuna, le penalità previste per i trasgressori della legge.

Se poi ci vuole dedicare alla opposizione costruttiva.....beh, ci dovrà dare da fare civilmente per costruire una diversa maggioranza che esprima leggi diverse.

Premesso che la volontà generale non incarna necessariamente il bene od il reale vantaggio di chi la esprime (potrebbe invocare benissimo rovinose utopie, benefici finanziariamente insostenibili, ambizioni territoriali o guerriere etc. etc.) essa volontà generale non consiste in qualcosa di esplicito o trascrivibile. Essa, nella pratica, risulta in una serie di tendenze, umori, orientamenti che purtroppo vanno interpretati da qualcuno (I rappresentanti del potere). I quali, inesorabilmente, daranno una interpretazione favorevole al mantenimento del potere da parte di chi già lo detiene.

E' questa necessità di mediatori, di interpreti, di esecutori e gestori che genera la classe politica.

La democrazia diretta si può manifestare solo nei riguardi di alcune questioni.I plebisciti ed i referendum si faranno solo nei casi in cui la classe politica non riesce a trovare accordi al proprio interno o quando vuole evitare decisioni scabrose che potrebbero pesare sui destini di qualcuna delle sue formazioni più importanti. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Raffaele Pisani

La domanda mi pareva orientata a chiarire il pensiero di Rousseau, in tal caso la risposta è che non è lecito opporsi alla volontà generale. Questa si esprime, dovrebbe farlo perché storicamente non è mai avvenuto, nell'assemblea generale e permanente che è il popolo.Questo manda i suoi rappresentanti come semplici portavoce delle istanze popolari, non come delegati ad agire, secondo propri criteri, sia pure in nome del popolo. 
Bisognerebbe chiarire un po' il pensiero del filosofo ginevrino e poi magari vedere se qualche principio possa trovare attuazione nel presente.

viator

Salve. Per Raffaele Pisani :"La domanda mi pareva orientata a chiarire il pensiero di Rousseau, in tal caso la risposta è che non è lecito opporsi alla volontà generale. Questa si esprime, dovrebbe farlo perché storicamente non è mai avvenuto, nell'assemblea generale e permanente che è il popolo.Questo manda i suoi rappresentanti come semplici portavoce delle istanze popolari, non come delegati ad agire, secondo propri criteri, sia pure in nome del popolo.
Bisognerebbe chiarire un po' il pensiero del filosofo ginevrino e poi magari vedere se qualche principio possa trovare attuazione nel presente
".

Ma Rousseau era un idealista ! Si occupava di enunciare principi bellissimi trascurando completamente i dettagli della loro applicazione che, ovviamente, risultava IMPOSSIBILE.
"manda i suoi rappresentanti come semplici portavoce..." Li manda dove? A fare che? Ne troveremmo molti di candidati disposti a fare i postini ? E le istanze popolari in una repubblica democratica da 300milioni di cittadini in qual modo vengono trasmesse senza alterarne il contenuto, la lettera e l'intenzione ? Su foglietti tipo "Post It"?.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Raffaele Pisani

Citazione di: viator il 03 Agosto 2018, 13:11:36 PMMa Rousseau era un idealista ! Si occupava di enunciare principi bellissimi trascurando completamente i dettagli della loro applicazione che, ovviamente, risultava IMPOSSIBILE.
"manda i suoi rappresentanti come semplici portavoce..." Li manda dove? A fare che? Ne troveremmo molti di candidati disposti a fare i postini ? E le istanze popolari in una repubblica democratica da 300milioni di cittadini in qual modo vengono trasmesse senza alterarne il contenuto, la lettera e l'intenzione ? Su foglietti tipo "Post It"?.

Sono d'accordissimo sul fatto della irrealizzabilità, almeno così è stato fino ad ora, dei principi di Rousseau in campo politico e per certi aspetti anche per quello pedagogico. L'ho scritto in precedenza e lo riscrivo ora. Per quel che ne so, qualcosa dei principi roussoiani  (uguaglianza, libertà e sicurezza della proprietà) venne recepita dalla Costituzione francese del 1793, che comunque rimase lettera morta.
La mia preoccupazione era di non mescolare il pensiero di Rousseau da quello di Viator.
Cordiali saluti.

Carlo Pierini

Citazione di: Ercole il 01 Agosto 2018, 23:25:31 PM
In questi anni mi sono spesso imbattuto in Rousseau ma ci sono alcuni suoi concetti che non mi entrano in testa:

1. Il singolo individuo può opporsi alla Volontà Generale? E come?

CARLO
Con tanta buona volontà e con coraggio. Ma soprattutto con la capacità di con-vincere la maggioranza sulla bontà delle proprie ragioni.

ERCOLE
2: Attraverso quale procedimento la Volontà generale si espirme? Plebisciti?

CARLO
Attraverso gli stessi procedimenti con cui l'individuo può opporsi alla volontà generale: con-vincere.

paul11

Citazione di: Ercole il 01 Agosto 2018, 23:25:31 PM
In questi anni mi sono spesso imbattuto in Rousseau ma ci sono alcuni suoi concetti che non mi entrano in testa:

1. Il singolo individuo può opporsi alla Volontà Generale? E come?

2: Attraverso quale procedimento la Volontà generale si espirme? Plebisciti?

Qualunque aiuto è ben accetto.
Rousseau scrive il "Contratto sociale" che è un capolavoro della filosofia politica( che non significa che sia perfetto,anzi, ma ha il pregio di una sistematizzazione filosofica politica) nell'ambito della cosiddetta corrente giusnaturalista.
Lessi anni fa questo libro così come un trattato ben scritto di Norberto Bobbio.

Nel contesto di questa discussione la Volontà generale è figlia della sovranità, ed entrambi indivisibili e insopprimibili.
La democrazia sostenuta da Rousseau è quella tribunalizia dell'antica Roma.
Quindi è di tipo assembleare, in quanto i mandanti del popolo,non sono rappresentanti (democrazia rappresentativa), ma commissari.E' il popolo che rattifica la decisione in ultima istanza delle leggi e decisioni esecutive.
A mio parere è possibile attuarla soprattutto oggi che l'informatica, i network le infrastrutture danno questa possibilità.
E' ovvio che è impraticabile una "disobbedienza" dell'individuo. Come potrebbe un singolo individuo uscire dal patto sociale ,dal contratto sociale che istituisce lo Stato sovrano? Quest'ultimo ha una giurisdizione, un territorio in cui legittima il suo potere statuario, in cui ha forza la sua legislazione ed alla legge corrisponde una sanzione.
Quindi il parere del singolo cittadino può diventare maggioranza o minoranza, ma comunque si deve accettare il responso

Raffaele Pisani

Le assemblee cantonali svizzere potevano in un certo senso attuare una sorta di democrazia diretta, il numero ristretto dei membri poteva permettere questo. In una comunità di dimensione nazionale, il popolo sovrano che tramite i suoi portavoce, commissari, come è stato detto nel precedente intervento, domanda che siano messi in atto i propri desiderata, trova qualche difficoltà. 
Che tramite i sistemi informatici si possa rendere praticabile quella sorta di assemblea generale permanente che esprime la volontà popolare è tutto da vedere.

paul11

#8
Citazione di: Raffaele Pisani il 06 Agosto 2018, 21:05:13 PM
Le assemblee cantonali svizzere potevano in un certo senso attuare una sorta di democrazia diretta, il numero ristretto dei membri poteva permettere questo. In una comunità di dimensione nazionale, il popolo sovrano che tramite i suoi portavoce, commissari, come è stato detto nel precedente intervento, domanda che siano messi in atto i propri desiderata, trova qualche difficoltà.
Che tramite i sistemi informatici si possa rendere praticabile quella sorta di assemblea generale permanente che esprime la volontà popolare è tutto da vedere.

e come mai le tre centrali sindacali CGIL-CISL-UIL, rattificano come -"ipotesi d'accordo" il negoziato dei Contratto Nazionali di categoria, che solo le assemblee nei luoghi di lavoro a maggioranza possono dare una "rettifica definitiva"?
Come mai i rappresentanti dei Fondi pensionistici di categoria sono votati tramite schede via posta?

Tutto è possible nell'epoca dei network, lo hanno capito le aziende private che utilizzano video conferenze per  raggiungere persone nei luoghi più disparati e noi continuiamo con una scheda e un lapis ottocentesco il rito delle elezioni?
L'informatica ha il potere di raggiungere direttamente saltando ridondanze burocratiche.Basterebbe avere tutti poste certificate.Si fanno le dichiarazioni dei redditi via informatica e sarebbe un problema ricevere articoli di legge da rettificare?
Non è che dietro a quell'impossible, indirettamente riteniamo un popolo non all'altezza?Con queste giustificazioni ha di nuovo ragione Rousseau quando l'olocrazia sarebbe la degenerazione della democrazia.La democrazia diretta esercita il controllo sul potere esecutivo e legislativo. Certifica di fatto una democrazia, oppure non è democrazia, in quanto quella sovranità non sarebbe coniugata a quella del popolo per definirla democrazia e quindi la Volontà non sarebbe popolare.

Sull'estensione e numerosità della popolazione lo steso Rousseau indicava che la democrazia era adatta a Stati piccoli, man mano che fossero più "grandi", il passaggio era verso l'aristocrazia e la monarchia.

Quindi trovo coerente dire che se la democrazia diretta è impossibile allora non siamo già più in democrazia ,ma siamo in olocrazia che nascondono nei gradi di grandezza di sovranità ormai continentali forme di fatto  aristocratiche e monarchiche "moderne".Non hanno senso semantiche come repubblica, democrazia, quando di fatto tutto è volto ad una continuità senza possibilità di uscita.Senza dimenticare che quella Volontà è volta al bene comune e non privato o corporativo.
Già Rousseau disse, ospite di Hume in Inghilterra, e siamo nella seconda metà del Settecento, che non era democrazia quella forma in cui il popolo è libero solo nel momento in cui vota.

Raffaele Pisani

Sul rapporto tra l'ampiezza degli stati e le forme istituzionali che li reggono penso sia opportuno considerare L'esprit des lois di Montesquieu. Per tornare alla democrazia diretta di matrice rousseauiana, ben vengano gli strumenti informatici, può darsi che siano d'aiuto all'esercizio della democrazia. Resta chiaro comunque che costituiscono una causa strumentale, la causa principale è la persona educata all'agire politico cosciente. Democrazia ed educazione, a 102 anni dalla pubblicazione del famoso scritto di John Dewey, rimangono un binomio inscindibile.

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