Dobbiamo davvero temere il dominio del computer? (Le paure dell’ignoranza)

Aperto da Mario Barbella, 20 Settembre 2017, 20:30:49 PM

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Mario Barbella

DOBBIAMO DAVVERO TEMERE
IL DOMINIO DEL COMPUTER?
(Le paure dell'ignoranza)


Sembra prender piede, nel sentir comune, il timore di dover cedere il naturale dominio della nostra mente alla stravagante presunta sopraffazione di quella artificiale del computer! Ha qualche ragion una tale ridicola preoccupazione? Tutto sta nel definire a quale tipo di sopraffazione alludiamo e parallelamente definire cosa debba intendersi col termine qui usato di "computer". Per prima cosa vediamo come intendere il senso generale di questo termine. Nella preistoria dell'uomo, cioè prima che la sua intelligenza e la sua autocoscienza si sviluppassero in misura da potersi sufficientemente confrontare con quelle che riteniamo essere del livello attuale: a quel primitivo livello, un sasso opportunamente scelto e adattato per rompere noci da mangiare, sarebbe, appunto, e con pieno diritto, un computer. Infatti un computer odierno non è altro che uno strumento, più o meno complesso ed elaborato, costruito, scelto o adattato in modo da svolgere, con sufficiente rapidità e minor fatica per l'Osservatore e compatibilmente con le migliori attese di quest'ultimo, funzioni che senza quest'aiuto tecnico non sarebbero realizzabili così bene da soddisfare le esigenze dell'autore stesso, appunto, l'Osservatore.
           Abbiamo, dunque,  scolpito il significato generale del termine 'computer'. Mantenendoci, quindi, sull'esempio del modestissimo computer che qui chiameremo "sasso schiaccianoci", analizziamone le possibili minacce, non importa di quali entità e tipo, che l'Osservatore potrebbe temere: una è la ovvia possibilità che lo strumento scelto, il sasso, in presenti, allora, come oggi, problemi di sicurezza per l'utilizzatore che potrebbe ferirsi o subire altri danni fisici. Non è poco, è infatti necessario investire in tempo e lavoro per sostituire quel sasso con un altro o con qualche altro attrezzo che si ritenga possa ridurre rischi simili. Esisterebbe qualche possibile ulteriore rischio meno diretto e di altra natura? Sì, se pensiamo, per esempio, agli effetti sociali ed economici delle evoluzioni tecnologiche in generale: potremmo, infatti, pensare all'eventualità che, a quel tempo, potesse darsi luogo ad una potenziale competizione sollecitata anche dall'invenzione di un mero quanto vitale (allora) "computer schiaccianoci", cioè di qualcosa che richiamava, con parole di oggi, l'evoluzione tecnologica e che modificava, non importa in quale senso ed con quale intensità, i comportamenti individuali, da una parte, e gli approcci con le piante di noci ed altre fonti alimentari, dall'altra, e così in generale. E' facilissimo allargare ragionevolmente il campo delle conseguenza sociali, economiche e politiche intorno a questo esempio sì da giustificare possibili conseguenze significative nei rapporti tra le persone, si tratta sempre di timori conseguenziali all'evolversi generale delle tecnologie, nelle le quali il computer, seppur solo un sasso modificato, poteva essere, allora, un esempio notevole; ma oggi i timori nei confronti del "computer" (intelligenza artificiale) sembrano trascenderequeste conseguenze dirette e indirette che, al più, sarebbero non altro che ovvi rischi della vita quotidiana con gli strumenti della tecnica. L'opinione comune sembra temere ben altro: alludiamo, nientemeno, che ad un fantomatico dominio intellettivo del computer sull'Osservatore! Computer che, da oggetto controllato dall'Osservatore, si invertirebbe in dominatore di questo! Il computer, secondo queste opinioni, si accingerebbe a dominarel'Osservatore senza il consenso di quest'ultimo, sarebbe credibile una siffatta idea? Rispondiamo subito con un secco NO; ma se pur solo supponessimo che ci possa essere qualcuno al mondo tanto sprovveduto da credervi, allora dobbiamo spendere qualche parola per cercare di riorientarlo nel senso giusto, che poi significa solo richiamarlo al buon senso logico. Si potrebbero subito mettere a tacere queste stravaganti e sciocche supposizioni ricordando semplicemente che i computer, per quanto complessi ed avanzati, sono pur sempre inventati, progettati, elaborati, costruiti e poi scartati dalla mente dell'Osservatore o, indirettamente, da intelligenze artificiali che sono ancora cose progettate e realizzate dalla mente cosciente dell'Osservatore. Ciò assicura che non è il prevalere dello "strumento" sulla mente osservante che dobbiamo temere, ma la ben risaputa incostanza o "flaccidità" della forza conoscitiva dell'Osservatore, debolezza, questa, che ha lasciato che il sasso schiaccianoci ferisse il dito del poveraccio, nonostante ben sapesse dell'esistenza di un tale rischio e, forse, già pensava a future possibili migliorie dell'attrezzo. Ma d'onde nascono simili paure? Se riportiamo quest'esempio al mondo dei computer di oggi o futuri, ben più gravi conseguenze ci sarebbero da temere, ma sempre da considerarsi come conseguenze accidentali dell'uso delle tecnologie di ogni tempo e, no, va ribadito con forza, dovute sempre alla "flaccidità" ovvero, alla debolezza conoscitiva dell'Osservatore che dovrebbe auto-cautelarsi mettendo in conto i rischi dovuti sempre ai suoi stessi errori sovente di valutazione. Un'intelligenza artificiale non è, ovviamente, almeno a giudizio delle persone di buon senso, superiore all'intelligenza che l'ha realizzata, non dimentichiamo mai questo principio generale! Questo punto è da chiarirlo bene: la debolezza dell'Osservatore non sta nell'incapacità di dominare una mente più forte (che non esiste), ma nel non riuscire a dominare sempre e puntualmente la sua per sottrarla dalla minaccia del caos universale: l'entropia. L'Universo dell'Osservatore non è "chiuso" sì da potersi coprire e dominare con un'ampia e forte coperta conoscitiva da stendervi sopra e tutto includervi per dominare il caso ed il caos. Per grande che sia, ai margini di questa coperta incalza sempre il caos universale incontrollabile. Il teorema di Gödel insegni.
Un augurio di buona salute non si nega neppure a... Salvini ! :)
A tavola potrebbe pure mancare il cibo ma... mai il vino ! Si, perché una tavola senza vino è come un cimitero senza morti  ;)  (nota pro cultura (ed anche cucina) mediterranea)

maral

Il computer è semplicemente uno strumento tecnico come gli altri piccoli e grandi strumenti tecnici che l'uomo ha progettato e non ha potuto fare a meno di progettare e utilizzare nel corso della sua storia e preistoria, a cominciare dai sassi schiaccianoci. Come tutti gli strumenti tecnici modifica il mondo in cui l'uomo vive e quindi lo stesso modo di essere dell'uomo , modifica l'osservatore. Tutti gli strumenti possono entusiasmare, sconcertare, angosciare per la potenza che sono in grado di realizzare attraverso il perseguimento facilitato degli scopi che con essi mostrano di poter realizzare.
L'essere umano cambia con le cose che è in grado di fare, cambia anche come osservatore, vede cose diverse, prospettive diverse, vede se stesso in modo diverso. Il problema che ha dinnanzi quando si trova all'inizio a usare un nuovo strumento è, a fronte dei vantaggi che quell'uso gli prospetta, il timore di finire "spodestato", di diventare lui stesso  strumento di quello strumento, quasi che in esso si celasse una forza demoniaca (e questo è accaduto tante volte nel corso della storia umana, salvo che, demoniaco o meno che fosse il nuovo strumento, alla fine, se funzionava, è stato sempre utilizzato e ha realmente cambiato l'uomo, magari senza che gli uomini se ne rendessero conto, illudendosi di essere rimasti sempre gli stessi, perché l'essere umano che vive usando l'energia elettrica non è più sicuramente l'essere umano che viveva prima della scoperta dell'energia elettrica, il mondo è cambiato e l'essere umano con esso, modi di pensare, di giudicare e di sentire compresi).
Il problema dunque non è il cambiamento che si presenta inevitabile con la tecnica (che a sua volta è inevitabile per l'uomo), ma la velocità (e la continua immane accelerazione) di questo cambiamento (la potenza secondo la definizione fisica della parola). Per milioni di anni il sasso per schiacciare noci o scheggiare altre pietre con cui tagliare è stata l'unica tecnologia umana, ora invece, in un solo secolo nuove tecnologie sono esplose con tutta la loro smisurata potenza, l'informatica è una di queste, ma le nuove biotecnologie renderanno presto risibili i nostri progressi fin qui compiuti, portandoci come sempre il senso di un dono meraviglioso e insieme demoniaco.
E' questo che getta "l'osservatore" (l'adulto che credeva di aver acquisito una visione stabile di se stesso) nell'angoscia, non ci si ritrova più, non con la tecnologia, ma proprio con se stesso: chi sono io? Cosa sto diventando? Il tempo necessario per sentire la propria identità nel mutamento viene a mancare (è il problema di un'individualità liquida, la cui origine è tecnologica, non sociale, sociale è l'effetto).
Come si affronta questo problema? E' possibile affrontarlo, dato che lo sviluppo di nessuna tecnologia se funziona può essere arrestato? Questa è la domanda più difficile, per cui nessuna illusoria indipendenza dell'osservatore dalle cose che usa per fare e osservare con i suoi strumenti può rassicurare. Noi diventiamo diversi accendendo il computer e ancor di più lo diventeremo in futuro con le nuove tecnologie e il grande angosciante problema è come poter continuare a riconoscerci per quello che siamo nel nostro continuo e sempre più rapido mutamento senza finire con il dare di matto, come in un'eterna crisi adolescenziale.

paul11

Esiste anche un'entropia dell'informazione.
L'uomo deve temere la sua ignoranza.
Solo un concetto assoluto metafisico può tenere insieme le dialettiche che le storie pone in divenire.

Fin quando gli strumenti erano utensili e la tecnologia era povera, rudimentale, la tecnica non minava le forme conoscitive e le organizzazioni sociali umane. Un utensile esaurisce il suo scopo nell'uso perchè non ha qualità intrinseche  di informare l'uomo.
Uno schiaccianoci non può avere evoluzioni tecnologiche tali da cambiare il pensiero umano

il rapporto è quindi fra la conoscenza umana che produce artefatti e questi artefatti come a loro volta agiscono sul soggetto conoscitivo.
Se l'uomo proietta la sua conoscenza sulla sostanza fisica, per utilità, comodità, perchè pensa che sia questa la "qualità della vita".distogliendo il sapere dai primitivi e fondamenti metafisici, il risultato porta che ciò che produce il conoscere umano nel solo dominio fisco naturale, come trasformazione fisica,rientra nel solo dominio della tecnica e dei processi tecnologici, e quelle sostanze fisiche a loro volta inducono a mutare l'uomo nella forma conoscitiva.
Il prodotto storico è che l'uomo "labor" ed economico sono il vero prodotto storico della forma epistemica umana. non è "cresciuto" l'uomo nella forma qualitativa dell'essere, ma ha proiettato la sua esistenza nel divenire come la sua forma conoscitiva.

Lo iato, la contraddizione è fra l'essere come qualità e l'esistenza come quantità. e vive quindi la progressione delle tecniche e delle tecnologie come forma "vera" che ha surrogato le metafisiche che comprendevano le forme delle tecniche in quanto epistemiche ed ontologiche.
Il prodotto di questa infelice scelta è che il sistema "uomo" è focalizzato nelle prassi del lavoro e dell' economia, perdendo il valore dell'essere e acquisendo il valore della merce di scambio, perchè vende il proprio tempo di vita come vita di lavoro

Ha scambiato l'essere con l'avere, si è illuso che l'esistenza fosse quantità e nell'esercizio del dominio fisco della natura lo ha quindi trasformata.
Il trasformare fisicamente la natura in comodità umane, in uso e consumo,muta le tecnologie e le tecniche sia nell'uomo che lavora che nelle forme di scambio economico.

L'oggetto inteso come artefatto creato dall'uomo che  viene usato nelle pratiche umane muta i contenuti temporali e le forme organizzate sociali perchè muta i metodi e i mezzi di produzione e a sua volta muta le forme economiche di scambio.

Il commercio fa assurgere il ruolo borghese e dacadere il sistema feudatario.
la macchina a vapore come forza motrice costituisce la prima forma industriale e l'industria accompagna la forma organizzata democratica come processo dialettico contrapposto fra sfruttati e sfruttatori.

le grandi invenzioni, sono quelle che hanno prodotto il mutamento della forma organizzata dell'uomo e il computer lo è di sicuro.
Tanto più l'oggetto artefatto umano ha capacità intrinseche ed estrinseche di "informare" l'uomo e tanto più a sua volta muta il sistema uomo nel lavoro e nell'economia

Jean

Cit . Mario B. : Un'intelligenza artificiale non è, ovviamente, almeno a giudizio delle persone di buon senso, superiore all'intelligenza che l'ha realizzata, non dimentichiamo mai questo principio generale! 
 
A condizione che non possa evolvere (e apprendere da sola indipendentemente dal "realizzatore" , vedi es. https://www.riflessioni.it/logos/scienza-e-tecnologia/bob-e-alice-che-stanno-dicendo/)
 

J4Y

green demetr

Sono d'accordo al 100% con Maral e Paul.
Insomma l'uomo crede di essere il computer e dimentica perchè lo sta usando.

Il problema dell'A.I. è a mio avviso diverso. Come ha introdotto giustamente Jean. ;)

Comporta domande diverse, e cioè appunto quelle che solleva la bio-politica.

Ossia la potenziazione dell'uomo tramite l'inglobamento dei suoi endo-scheletri.

Potenziazione che ad endo sta diventanto eso, tramite l'uso della bio-tecnologia.

Politicamente si tratta di seguire l'errore filosofico originario, cioè credere di essere computere, e proiettarlo nel delirio psicotico di vedere il robot come la forma successiva della nostra evoluzione.

Il problema etico immediato (voglio dire, siamo ancora là dal vederli veramente, ma i presupposti e i discorsi che li sostengono sono già su tutte le tv nazionali, per chi sa leggerli) :

Trovare la corrispondenza tra i Sentimenti e I processi Formali che li sostengono.  :o

Che poi significa governare i corpi secondo leggi (presunte) scientifiche.  :-X

Al di là della distopia a cui corriamo a tutta birra, frutto dell'errore di cui sopra, è interessante invece a livello filosofico pensare se effettivamente è possibile (sarà possibile) trovare delle forme di elaborazione meccanica dei sentimenti. (che altro deve fare la filosofia? se non fuggire e guardare tutto dalle retrovie? d'altronde!)

Voglio dire i processi psicologici di massa sono sufficientemente conosciuti, ma quelli privati? finora l'ultimo avamposto di resistenza dell'umanità contro il dominio dei Robot......come in una delle tante meravigliose storie di Asimov.
;D
Vai avanti tu che mi vien da ridere

sgiombo

Citazione di: maral il 21 Settembre 2017, 09:53:08 AM
 lo sviluppo di nessuna tecnologia se funziona può essere arrestato
CitazioneL' amianto come copertura degli edifici funzionava.

Il DDT come insetticida funzionava.

I motori a due tempi per i veicoli funzionavano.

Eppure si tratta di tecnologie che sono state arrestate (e ragionevolmente si può presumere in via definitiva, nei limiti di prevedibilità del comportamento umano).

Eccezioni che confermano la regola?

Secondo me confermano la regola che sono gli assetti sociali dominanti e i rapporti di forza nella lotta di classe (in ultima analisi e solitamente attraverso complesse mediazioni) a condizionare l' uso (o meno; o più speso l' uso più o meno limitato) delle tecniche, e non demiurgicamente le tecniche stesse.

iano

I timori per l'intelligenza artificiale sono legati ad una implicita,quanto tutto sommato arbitraria,definizione di intelligenza,per cui intelligenza è ciò che caratterizza l'uomo.
In questo senso attribuire intelligenza a ciò che è artificiale è arbitrario.Nessun timore quindi.Le macchine non sono intelligenti perché non sono uomini.
Sono possibili però definizioni alternative di intelligenza.
Possiamo definire intelligenza come ciò che caratterizza le macchine del AI,e quindi chiederci se l'uomo è intelligente,e io risponderei di sì.E anche qui nessun timore.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Mario Barbella

Citazione di: Jean il 21 Settembre 2017, 11:02:24 AM
Cit . Mario B. : Un'intelligenza artificiale non è, ovviamente, almeno a giudizio delle persone di buon senso, superiore all'intelligenza che l'ha realizzata, non dimentichiamo mai questo principio generale!

A condizione che non possa evolvere (e apprendere da sola indipendentemente dal "realizzatore" , vedi es. https://www.riflessioni.it/logos/scienza-e-tecnologia/bob-e-alice-che-stanno-dicendo/)


J4Y
ciò è letteralmente assurdo perchè l'oggetto computer, contenente non altro che l'intelligenza immessa dal costruttore (Osservatore,cioè), non può evolversi oltre il suo contenuto (intelligenza artificiale) immessa dall'Osservatore stesso
Un augurio di buona salute non si nega neppure a... Salvini ! :)
A tavola potrebbe pure mancare il cibo ma... mai il vino ! Si, perché una tavola senza vino è come un cimitero senza morti  ;)  (nota pro cultura (ed anche cucina) mediterranea)

Mario Barbella

Citazione di: iano il 22 Settembre 2017, 18:49:09 PM
I timori per l'intelligenza artificiale sono legati ad una implicita,quanto tutto sommato arbitraria,definizione di intelligenza,per cui intelligenza è ciò che caratterizza l'uomo.
In questo senso attribuire intelligenza a ciò che è artificiale è arbitrario.Nessun timore quindi.Le macchine non sono intelligenti perché non sono uomini.
Sono possibili però definizioni alternative di intelligenza.
Possiamo definire intelligenza come ciò che caratterizza le macchine del AI,e quindi chiederci se l'uomo è intelligente,e io risponderei di sì.E anche qui nessun timore.
  
L'Osservatore (cioè l'Uomo) deve solo temere se stesso a motivo della (io la chiamo "flaccidità) de Conoscenza, cioè del suo "potere" nel Suo universo. Flaccidità nel senso di simile al padrone col suo cane al guinzaglio, cane, su cui i padrone ha sì la titolarità assoluta, ma un potere, appunto, flaccido perchè limitato dalla mancanza di rigidità del guinzaglio. In pratico io so molto bene che due più due fa quattro ma non ho la certezza di questa conoscenza no la applichi al momento giusto per possibili miei errori. :-[  :'(
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epicurus

Citazione di: Mario Barbella il 20 Settembre 2017, 20:30:49 PM
L'opinione comune sembra temere ben altro: alludiamo, nientemeno, che ad un fantomatico dominio intellettivo del computer sull'Osservatore!

[...]ma se pur solo supponessimo che ci possa essere qualcuno al mondo tanto sprovveduto da credervi, allora dobbiamo spendere qualche parola per cercare di riorientarlo nel senso giusto, che poi significa solo richiamarlo al buon senso logico. Si potrebbero subito mettere a tacere queste stravaganti e sciocche supposizioni ricordando semplicemente che i computer, per quanto complessi ed avanzati, sono pur sempre inventati, progettati, elaborati, costruiti e poi scartati dalla mente dell'Osservatore o, indirettamente, da intelligenze artificiali che sono ancora cose progettate e realizzate dalla mente cosciente dell'Osservatore.

Ciao Mario, se ho capito bene, la tua argomentazione è:
1. Ciò che è inventato da un ente X, deve necessariamente essere inferiore ad X.
2. Il computer è inventato dall'uomo.
3. Quindi il computer è inferiore all'uomo.

La forza di quest'argomento, ovviamente, dipende dalla premessa (1). Ma la verità di questa non mi pare così evidente. Quindi senza un'opportuna difesa di (1), tale argomento risulta piuttosto debole.

Qualcuno potrebbe facilmente notare che dal punto di vista di velocità e forza fisica le macchine ci hanno superato da molto tempo, quindi almeno sotto questi aspetti siamo inferiori, terribilmente inferiori. Ma a questa osservazione si potrebbe rispondere che l'argomentazione si riferisce all'inferiorità più importante e nobile, l'inferiorità intellettuale e non a quella "fisica".

Tuttavia questa risposta rende (1) ancora più problematico: perché, infatti, la creatura deve essere inferiore intellettualmente al creatore, ma la creatura può essere superiore per altre caratteristiche? Perché questa distinzione? Se il creatore è davvero superiore, non dovrebbe esserlo in tutti gli aspetti? La metafisica certezza di (1) inizia a scricchiolare...

Insomma, l'inferiorità "fisica" apre un varco che può minacciare la superiorità intellettuale. O almeno richiede una giustificazione approfondita di (1).

Ma in cosa consisterebbe una superiorità intellettuale? Nell'essere più bravi nei giochi d'intelligenza, nell'investire in borsa, nel tradurre le lingue, nel preparare una prelibatezza culinaria, nel guidare un'automobile, nel capire le emozioni del prossimo...?

Quello che vorrei fare è portare l'aulico discorso dell'intelletto coi piedi per terra, parlando di abilità specifiche. Il dato di fatto è che sempre più abilità intellettive (o comunque attività che da sempre erano state ritenute intellettive, di dominio esclusivo di esseri intelligenti) iniziano ad entrare nel raggio d'azione dei computer.

In alcuni campi i computer sono ancora molto goffi, in altri sono assolutamente insuperabili. E' da decenni che l'abilità scacchistica artificiale ha trasceso la bravura dei più forti giocatori del mondo. Ora anche un misero cellulare è imbattibile nel gioco degli Scacchi. Recentemente è stata la volta del gioco del Go: considerato il gioco d'intelletto 1vs1 più profondo mai creato, anche qui ormai i computer sono diventati irraggiungibili. Ke Jie, attualmente il giocatore di Go più forte del mondo, ha detto: "Lo scorso anno, AlphaGo [il programma che gioca a Go] era ancora abbastanza umano quando giocava, ma quest'anno è diventato un dio del Go".

Certo, non siamo ancora arrivati al momento in cui è stata duplicata e/o superata l'"intelligenza generale" dell'essere umano. E sicuramente non mancano pochi anni a tale evento. Ma ha ancora senso prendere posizioni così rigide (e, aggiungere io, "metafisicamente rigide") su questo argomento?

Lou

Citazione di: Mario Barbella il 20 Settembre 2017, 20:30:49 PM
DOBBIAMO DAVVERO TEMERE
IL DOMINIO DEL COMPUTER?
(Le paure dell'ignoranza)
            Sembra prender piede, nel sentir comune, il timore di dover cedere il naturale dominio della nostra mente alla stravagante presunta sopraffazione di quella artificiale del computer! Ha qualche ragion una tale ridicola preoccupazione? Tutto sta nel definire a quale tipo di sopraffazione alludiamo e parallelamente definire cosa debba intendersi col termine qui usato di "computer". Per prima cosa vediamo come intendere il senso generale di questo termine. Nella preistoria dell'uomo, cioè prima che la sua intelligenza e la sua autocoscienza si sviluppassero in misura da potersi sufficientemente confrontare con quelle che riteniamo essere del livello attuale: a quel primitivo livello, un sasso opportunamente scelto e adattato per rompere noci da mangiare, sarebbe, appunto, e con pieno diritto, un computer. Infatti un computer odierno non è altro che uno strumento, più o meno complesso ed elaborato, costruito, scelto o adattato in modo da svolgere, con sufficiente rapidità e minor fatica per l'Osservatore e compatibilmente con le migliori attese di quest'ultimo, funzioni che senza quest'aiuto tecnico non sarebbero realizzabili così bene da soddisfare le esigenze dell'autore stesso, appunto, l'Osservatore.
            Abbiamo, dunque,  scolpito il significato generale del termine 'computer'. Mantenendoci, quindi, sull'esempio del modestissimo computer che qui chiameremo "sasso schiaccianoci", analizziamone le possibili minacce, non importa di quali entità e tipo, che l'Osservatore potrebbe temere: una è la ovvia possibilità che lo strumento scelto, il sasso, in presenti, allora, come oggi, problemi di sicurezza per l'utilizzatore che potrebbe ferirsi o subire altri danni fisici. Non è poco, è infatti necessario investire in tempo e lavoro per sostituire quel sasso con un altro o con qualche altro attrezzo che si ritenga possa ridurre rischi simili. Esisterebbe qualche possibile ulteriore rischio meno diretto e di altra natura? Sì, se pensiamo, per esempio, agli effetti sociali ed economici delle evoluzioni tecnologiche in generale: potremmo, infatti, pensare all'eventualità che, a quel tempo, potesse darsi luogo ad una potenziale competizione sollecitata anche dall'invenzione di un mero quanto vitale (allora) "computer schiaccianoci", cioè di qualcosa che richiamava, con parole di oggi, l'evoluzione tecnologica e che modificava, non importa in quale senso ed con quale intensità, i comportamenti individuali, da una parte, e gli approcci con le piante di noci ed altre fonti alimentari, dall'altra, e così in generale. E' facilissimo allargare ragionevolmente il campo delle conseguenza sociali, economiche e politiche intorno a questo esempio sì da giustificare possibili conseguenze significative nei rapporti tra le persone, si tratta sempre di timori conseguenziali all'evolversi generale delle tecnologie, nelle le quali il computer, seppur solo un sasso modificato, poteva essere, allora, un esempio notevole; ma oggi i timori nei confronti del "computer" (intelligenza artificiale) sembrano trascenderequeste conseguenze dirette e indirette che, al più, sarebbero non altro che ovvi rischi della vita quotidiana con gli strumenti della tecnica. L'opinione comune sembra temere ben altro: alludiamo, nientemeno, che ad un fantomatico dominio intellettivo del computer sull'Osservatore! Computer che, da oggetto controllato dall'Osservatore, si invertirebbe in dominatore di questo! Il computer, secondo queste opinioni, si accingerebbe a dominarel'Osservatore senza il consenso di quest'ultimo, sarebbe credibile una siffatta idea? Rispondiamo subito con un secco NO; ma se pur solo supponessimo che ci possa essere qualcuno al mondo tanto sprovveduto da credervi, allora dobbiamo spendere qualche parola per cercare di riorientarlo nel senso giusto, che poi significa solo richiamarlo al buon senso logico. Si potrebbero subito mettere a tacere queste stravaganti e sciocche supposizioni ricordando semplicemente che i computer, per quanto complessi ed avanzati, sono pur sempre inventati, progettati, elaborati, costruiti e poi scartati dalla mente dell'Osservatore o, indirettamente, da intelligenze artificiali che sono ancora cose progettate e realizzate dalla mente cosciente dell'Osservatore. Ciò assicura che non è il prevalere dello "strumento" sulla mente osservante che dobbiamo temere, ma la ben risaputa incostanza o "flaccidità" della forza conoscitiva dell'Osservatore, debolezza, questa, che ha lasciato che il sasso schiaccianoci ferisse il dito del poveraccio, nonostante ben sapesse dell'esistenza di un tale rischio e, forse, già pensava a future possibili migliorie dell'attrezzo. Ma d'onde nascono simili paure? Se riportiamo quest'esempio al mondo dei computer di oggi o futuri, ben più gravi conseguenze ci sarebbero da temere, ma sempre da considerarsi come conseguenze accidentali dell'uso delle tecnologie di ogni tempo e, no, va ribadito con forza, dovute sempre alla "flaccidità" ovvero, alla debolezza conoscitiva dell'Osservatore che dovrebbe auto-cautelarsi mettendo in conto i rischi dovuti sempre ai suoi stessi errori sovente di valutazione. Un'intelligenza artificiale non è, ovviamente, almeno a giudizio delle persone di buon senso, superiore all'intelligenza che l'ha realizzata, non dimentichiamo mai questo principio generale! Questo punto è da chiarirlo bene: la debolezza dell'Osservatore non sta nell'incapacità di dominare una mente più forte (che non esiste), ma nel non riuscire a dominare sempre e puntualmente la sua per sottrarla dalla minaccia del caos universale: l'entropia. L'Universo dell'Osservatore non è "chiuso" sì da potersi coprire e dominare con un'ampia e forte coperta conoscitiva da stendervi sopra e tutto includervi per dominare il caso ed il caos. Per grande che sia, ai margini di questa coperta incalza sempre il caos universale incontrollabile. Il teorema di Gödel insegni.

           
Le capacità previsionali dell'Osservatore sono limitate: ritengo che sia nel il timore verso i propri limiti previsionali la terra su cui sorge il timore, ma anche il motore, per le invenzioni di cui l'Osservatore non è solo tale, ma Artefice. Ritengo esista un margine di impredicibilità  e imprevedibilità, diciamo inguinzagliabile e incontrollabile, forse, che io giudico più in termini di opportunità, che non di superiorità/inferiorità o dominio.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Mario Barbella

Citazione di: Mario Barbella il 24 Settembre 2017, 21:27:45 PM
Citazione di: Jean il 21 Settembre 2017, 11:02:24 AM
Cit . Mario B. : Un'intelligenza artificiale non è, ovviamente, almeno a giudizio delle persone di buon senso, superiore all'intelligenza che l'ha realizzata, non dimentichiamo mai questo principio generale!

A condizione che non possa evolvere (e apprendere da sola indipendentemente dal "realizzatore" , vedi es. https://www.riflessioni.it/logos/scienza-e-tecnologia/bob-e-alice-che-stanno-dicendo/)


J4Y
ciò è letteralmente assurdo perchè l'oggetto computer, contenente non altro che l'intelligenza immessa dal costruttore (Osservatore,cioè), non può evolversi oltre il suo contenuto (intelligenza artificiale) immessa dall'Osservatore stesso
Un augurio di buona salute non si nega neppure a... Salvini ! :)
A tavola potrebbe pure mancare il cibo ma... mai il vino ! Si, perché una tavola senza vino è come un cimitero senza morti  ;)  (nota pro cultura (ed anche cucina) mediterranea)

Jean

Citazione di: Mario Barbella il 25 Settembre 2017, 22:58:31 PM
Citazione di: Mario Barbella il 24 Settembre 2017, 21:27:45 PM
Citazione di: Jean il 21 Settembre 2017, 11:02:24 AM
Cit . Mario B. : Un'intelligenza artificiale non è, ovviamente, almeno a giudizio delle persone di buon senso, superiore all'intelligenza che l'ha realizzata, non dimentichiamo mai questo principio generale!

A condizione che non possa evolvere (e apprendere da sola indipendentemente dal "realizzatore" , vedi es. https://www.riflessioni.it/logos/scienza-e-tecnologia/bob-e-alice-che-stanno-dicendo/)


J4Y
ciò è letteralmente assurdo perchè l'oggetto computer, contenente non altro che l'intelligenza immessa dal costruttore (Osservatore,cioè), non può evolversi oltre il suo contenuto (intelligenza artificiale) immessa dall'Osservatore stesso

Interessante questo "cambio di prospettiva"... mai dire mai, può essere che un domani io arrivi alle tue posizioni... o tu sulle mie...

Oppure... che sia stato il tuo computer a far tutto da sé..?


Un cordiale saluto
J4Y

epicurus

Citazione di: Mario Barbella il 24 Settembre 2017, 21:27:45 PM
Citazione di: Jean il 21 Settembre 2017, 11:02:24 AM
A condizione che non possa evolvere (e apprendere da sola indipendentemente dal "realizzatore" , vedi es. https://www.riflessioni.it/logos/scienza-e-tecnologia/bob-e-alice-che-stanno-dicendo/)
J4Y
ciò è letteralmente assurdo perchè l'oggetto computer, contenente non altro che l'intelligenza immessa dal costruttore (Osservatore,cioè), non può evolversi oltre il suo contenuto (intelligenza artificiale) immessa dall'Osservatore stesso

Mantenendo le mie obiezioni espresse nel mio post precedente alla tesi "il creato deve necessariamente essere inferiore al creatore", effettivamente c'è anche la questione delle ai che si evolvono, cioè di fatto modificando la propria programmazione in base agli stimoli ambientali.

Mario, tu dici che l'ai non può raggiungere un livello d'intelligenza superiore a quanto immesso dal creatore. Ma ciò è banalmente falso. Ci sono ai stupidissime con un grado di intelligenza che potremmo dire tendente allo zero, ma poi con sessioni di addestramento evolvono e raggiungono vari livelli di intelligenza, aumentando sempre di più tale livello.

Ne è un esempio anche AlphaGo, il programma di cui ho parlato precedentemente che gioco al gioco del Go. Col passare del tempo diventa sempre più forte: ogni partita che gioca impara cose nuove, cose non insegnate dall'uomo, perché neppure l'uomo conosce. Ora è un livello tale che probabilmente per imparare cose nuovo non può che giocare contro se stesso... e infatti sembra che ora il miglior insegnante per AlphaGo sia proprio AlphaGo: in pratica fanno giocare ad AlphaGo milioni di partite contro se stesso.

sgiombo

Citazione di: epicurus il 26 Settembre 2017, 14:47:03 PM


Mantenendo le mie obiezioni espresse nel mio post precedente alla tesi "il creato deve necessariamente essere inferiore al creatore", effettivamente c'è anche la questione delle ai che si evolvono, cioè di fatto modificando la propria programmazione in base agli stimoli ambientali.

Mario, tu dici che l'ai non può raggiungere un livello d'intelligenza superiore a quanto immesso dal creatore. Ma ciò è banalmente falso. Ci sono ai stupidissime con un grado di intelligenza che potremmo dire tendente allo zero, ma poi con sessioni di addestramento evolvono e raggiungono vari livelli di intelligenza, aumentando sempre di più tale livello.

Ne è un esempio anche AlphaGo, il programma di cui ho parlato precedentemente che gioco al gioco del Go. Col passare del tempo diventa sempre più forte: ogni partita che gioca impara cose nuove, cose non insegnate dall'uomo, perché neppure l'uomo conosce. Ora è un livello tale che probabilmente per imparare cose nuovo non può che giocare contro se stesso... e infatti sembra che ora il miglior insegnante per AlphaGo sia proprio AlphaGo: in pratica fanno giocare ad AlphaGo milioni di partite contro se stesso.
CitazioneE d' altra parte se ci si pone (come me) in una prospettiva naturalistica, allora si deve gioco forza pensare che nulla di soprannaturale avviene in natura.

Nemmeno l' esistenza e l' attività umana.

E sebbene per parte mia sia decisamente "pessimista" circa un' eventuale realizzabilità di fatto (o forse sono piuttosto "ottimista in generale", se consideriamo i non improbabili e tutt' altro che facili problemi etici e politici -in senso decisamente "lato": allargato all' "animale politico artificiale", non solo limitato all' uomo "naturale"- che ciò comporterebbe*), tuttavia in linea di principio, rispettando rigorosamente (e comunque inderogabilmente) ed applicando "appropriatamente" le leggi di natura (ammesso e non necessariamente concesso che si disponga di conoscenze e di mezzi materiali adeguati), tutto ciò che accade spontaneamente in natura é riproducibile artificialmente.

Anche l' intelligenza (e perfino i sentimenti, la creatività artistica, ecc., in linea puramente teorica, di principio) umana.

(Considerazione propriamente filosofica sulla questione, almeno a mio parere):
Non é comunque detto che ciò comporterebbe, oltre all' ipotetica riproduzione del comportamento umano (apparentemente) cosciente, anche la realizzazione di un' (autentica) esperienza fenomenica cosciente che lo accompagnasse: non é possibile dirimere i dubbi sulla "realizzabilità multipla" (né in natura, né artificiale) della coscienza: potrebbe darsi che qualsiasi macchina che si comporti come un animale cosciente, fosse pure fatta di "formaggio svizzero" (ma personalmente preferisco gli italiani Grana Padano, Parmigiano-Reggiano, Provolone piccante, Gorgonzola piccante...), sia cosciente; ma altrettanto plausibilmente potrebbe darsi che invece soltanto una realizzazione "neuronale naturale" non costituisca un mero zombi privo di coscienza e vi corrisponda invece effettivamente un' esperienza fenomenica cosciente (e per l' appunto da qui sorgerebbero problemi etici e politici estremamente ardui).
 

_______
* Chiedo scusa, in particolare ad Epicurus che se ne é già giustamete lamentato, per l' involuzione dei ragionamenti, "fitti" di proposizioni sintatticamente subordinate e di interpolazioni fra parentesi e fra "trattini": é più forte di me!

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