Diritto e Teologia Politica, spunti, stralci, quaderni di riflessioni.

Aperto da green demetr, 24 Febbraio 2023, 15:21:42 PM

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green demetr

Sentieri del Pensiero Politico - Fausto Pagnotta - 23_02_21 - Geminello Preterossi - Perché ancora una teologia politica (sul tubo)

In questo video Abbiamo una disanima brillante del prof. Galli e del prof. Preterossi, di come unire Hegel e Gramsci, alfine di poter affrontare l'arroganza del liberalismo moderno che è totalmente dentro la voragine della modernità, una voragine data dal depensamento, e dal sostanzialismo, in vista di un ideologismo, di una ricerca dei valori, di un ethos cioè.
Al loro posto si cominicia a pensare che dentro l'eccedenza, ossia dentro la teologia politica, l'ordine, ossia il diiritto, possano e debbano inventarsi delle forme ibride tra sostanza e trascendenza. Ossia propone una teoria del soggetto, che negli ultimi scampoli del discorso, 3 minuti finali, si rivela essere uno (neo)psicologismo neo-popolare contro il grande abisso della violenza creatrice (Agamben) che minaccia nella sua tecnocrazia di essere veramente un totalitarsimo totalizzante.
In altre parole la scelta dell'occidente che si costituisce nel suo tramonto teologico (ossia nel suo dualismo uomo-dio e nelle sue infinite relazioni, uomo contro dio, dio contro uomo, dio con l'uomo, l'uomo con dio che sono altrettante facce di ciò che nasconde la modernità ossia un assoluto nichilismo, un eterna guerra tra uomo e uomo), è destinato ad un clash generazionale, dove veramente i popoli sono all'ultima spiaggia.
Nella mia visione sottotitolo:
Vincere e quindi perire o perdere e quindi perire (nel video ci si rifà al concetto di impero romano d'oriente, ieri Bisanzio, oggi Mosca): in questo orizzonte di cupezza assolutizzante, rimane solo una resistenza, o un progetto di rinascenza, che però non può essere. Infatti Preterossi e Galli dimenticano la questione dell'identità. La citano ovviamente, perchè hanno letto e capito Hegel, ma non riescono a immaginare le sue conseguenze. La neo-plebe infatti è completamente dentro l'ideologia, e poichè l'ideologia occidentale è completamente impazzita e descrive l'identità non come potrebbe essere, ma proprio al contrario di ciò che noi siamo, ossia prodotto della modernità, ossia assoluta mancanza, impossibilità di arrivare all'uno. Il discorso occidentale è completamente impazzito nel momento in cui si fa unica verità, unica possibilità, basterebbe una bomba atomica tattica in qualsiasi paese dell'occidente e la sua popolazione perirà, come già dimostrato da un antropologo nell'inizio del libro Sfere di Sloterdijk: un popolo può cadere in depressione,e questo avviene quando l'identità è negata da forze esterne, anche se nel caso occidentale sono interne, la conseguebza a livello antropologico è l'estinzione per calo di nascite di quel popolo.
Sarà per questo che le distopie dell'utero in affito e della clonazione già abitano i pensieri della neo-plebe, e dei suoi predatori.
Uno dei migliori video visti da sempre, che cita una marea di personaggi, e movimenti filosofici, in perfetta sintonia col mio sentire e pensare.

Ulteriori sviluppi e chiarimenti, aggiungete quello che vi pare, anche sganciato dal video.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Jacopus

Molto interessante e molto denso. Ho ascoltato tutto l'intervento di Galli. Molti concetti espressi e le relative weltaschaungen mi sono piuttosto affini, come in primo luogo Hegel nella sua ricerca affannosa di una mediazione fra contrari. Risulta però debole, a mio parere (ma forse dovevo ascoltare anche Preterossi) questa costruzione di una teologia politica che si oppone al nichilismo della modernità solo attraverso il pensiero critico, che va bene e permette di far diventare permanente la "splendida aurora", ovvero la rivoluzione francese, così come viene chiamata da Hegel, ma è priva di risposte politiche, poichè comunque resta spezzato il nesso societas e iura. Il centro del discorso è quello di fare attenzione nel creare idoli fondanti, perchè di solito quegli idoli diventano sanguinari, sia che si chiamino controrivoluzionari sia che si chiamino liberali. Anche nell'apparente neutralità del liberalismo, infatti gli idoli fondanti del mercato e del contratto, creano i presupposti per la spoliazione sanguinaria del mondo. Ma lo stesso processo è quello che Galli indica citando a lungo, sul finale, Putin. Putin e la teoria euroasiatica sono presi come modello di una teologia politica sostanziale, ma ugualmente sanguinaria, come quella del liberalismo. Ma l'assenza di idoli fondanti crea di nuovo il presupposto di nuovi idoli fondanti, che siano la tecnica o l'economia marxista poco importa. Resta un pò il messaggio di riuscire a mantenere la tensione fra soggetto ed oggetto, fra struttura e sovrastruttura (e viene a proposito citato Gramsci), ma in realtà mi sembra un apparato molto teorico e poco legato alla praxis. Come del resto ammette al termine del suo intervento anche Galli, quando dice che la filosofia non serve a fare le cose ma solo a comprenderle (in perfetta sintonia con Hegel).
In realtà, forse si tratta proprio del difficile compito di fondare una nuova teologia politica, che sappia fare tesoro della splendida aurora (la rivoluzione francese) e che sia fondativa, senza però diventare violenta, poichè altrimenti resteremo al primo livello offerto dal convegno, ovvero Schmitt. Il passaggio Schmitt/Hegel/Gramsci, in fondo rischia di riproporre le stesse "magnifiche sorti progressive" che vengono denunciate come caposaldo della fine di ogni fondazione teologica?
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

green demetr

Citazione di: Jacopus il 25 Febbraio 2023, 01:17:39 AMMolto interessante e molto denso. Ho ascoltato tutto l'intervento di Galli. Molti concetti espressi e le relative weltaschaungen mi sono piuttosto affini, come in primo luogo Hegel nella sua ricerca affannosa di una mediazione fra contrari. Risulta però debole, a mio parere (ma forse dovevo ascoltare anche Preterossi) questa costruzione di una teologia politica che si oppone al nichilismo della modernità solo attraverso il pensiero critico, che va bene e permette di far diventare permanente la "splendida aurora", ovvero la rivoluzione francese, così come viene chiamata da Hegel, ma è priva di risposte politiche, poichè comunque resta spezzato il nesso societas e iura. Il centro del discorso è quello di fare attenzione nel creare idoli fondanti, perchè di solito quegli idoli diventano sanguinari, sia che si chiamino controrivoluzionari sia che si chiamino liberali. Anche nell'apparente neutralità del liberalismo, infatti gli idoli fondanti del mercato e del contratto, creano i presupposti per la spoliazione sanguinaria del mondo. Ma lo stesso processo è quello che Galli indica citando a lungo, sul finale, Putin. Putin e la teoria euroasiatica sono presi come modello di una teologia politica sostanziale, ma ugualmente sanguinaria, come quella del liberalismo. Ma l'assenza di idoli fondanti crea di nuovo il presupposto di nuovi idoli fondanti, che siano la tecnica o l'economia marxista poco importa. Resta un pò il messaggio di riuscire a mantenere la tensione fra soggetto ed oggetto, fra struttura e sovrastruttura (e viene a proposito citato Gramsci), ma in realtà mi sembra un apparato molto teorico e poco legato alla praxis. Come del resto ammette al termine del suo intervento anche Galli, quando dice che la filosofia non serve a fare le cose ma solo a comprenderle (in perfetta sintonia con Hegel).
In realtà, forse si tratta proprio del difficile compito di fondare una nuova teologia politica, che sappia fare tesoro della splendida aurora (la rivoluzione francese) e che sia fondativa, senza però diventare violenta, poichè altrimenti resteremo al primo livello offerto dal convegno, ovvero Schmitt. Il passaggio Schmitt/Hegel/Gramsci, in fondo rischia di riproporre le stesse "magnifiche sorti progressive" che vengono denunciate come caposaldo della fine di ogni fondazione teologica?
Il rischio è sempre alto, per questo il titolo del libro è diritto e teologia politica.
Dove sia Preterossi che Galli si riferiscono ad un ordine, un ritorno alla razionalità oggi seppellita dai nuovi sostanzialismi, che siano occidentali o orientali poco importa.
Per entrambi la teologia politica non può che diventare praxis, per questo Marx è il critico più feroce dell'ideologia della teologia politica in particolar modo idealista.
Ma che serva una ideologia che affianchi la praxis, per questo slittano su Gramsci e la sua teoria sull'egemonia, è una necessità, se non si vuole cadere automaticamente nei sostanzialismi (l'amico-nemico della teoria schmittiana).
In questo senso entrambi si dicono eredi più di Hobbes che di Locke.
Infatti benchè Hobbes parli del Leviatano, egli intende non arrendersi ad esso, ma costruire ragionevolmente una soluzione al suo interno.
A me pare chiaro caro Jacopus che serva un nuovo ritorno al razionalismo, altrimenti sia il criticismo che l'idealismo rischiano di diventare delle barzellette.
Ps.
La critica a Nietzche è spietata, è la prima volta che vedo il Mio scoprire una falla grossa come una casa.
Infatti nel suo depensamento della politica viene a insinuarsi un nichilismo latente, che francamente ho sempre sottavalutato, e che ora mi abbaglia nel sua evidenza.
Laddove Nietzche cerca di fuggire, là si porta il sostanzialismo inevitabile della teologia politica non risolta.
Essendo in fin dei conti una carrellata di concetti su cui i 2, e mi ci metto anch'io concordiamo, rimane come dice Preterossi stavolta, la praxis del lavoro gratuito della cultura. E di cui Napoli è l'unica stella ancora rimasta (opinione mia ovvio).
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Ecco una domanda che mi porrei a chi volesse rispondere anche slegato dal video, effettivamente difficile:

Come possiamo immaginare una praxis (che anzitutto debba riferirsi ad un ragionamento) che sia anche ancompagnato da una ideologia (teologia politica)?
Infatti le ideologie oggi come oggi sono morte.
Mi chiedo come farle resuscitare? O come reintenderle?


Perchè è chiaro che per esempioi DEM non hanno alcun interesse a farlo, e che stanno virando pesantemente sulle identità LGBQT e sulla ideologia sostanzialista WOKE (grazie a dio non ancora implementata in italia, ma arriva presto).
I CON invece non hanno alcuna praxis, bensì un obbedire formale, un ordine assolutamente vuoto, che è in sè già un sostanzialismo. (anche questo vi è nel video infatti).
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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