Determinismo e/o casualità?

Aperto da iano, 10 Maggio 2019, 02:20:34 AM

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iano

È possibile un mondo esclusivamente deterministico se questo non ha avuto un inizio.
Nella catena di cause ed effetti che potenzialmente lo racconta infatti la causa prima non sarebbe l'effetto di nessuna causa e avrebbe quindi carattere casuale.
Se invece il mondo ha un inizio allora bisogna accettare che determinismo e casualità non si escludono a vicenda , e , se ciò è vero , non possiamo escludere che essi continuino a convivere nel mondo anche oltre le necessità di un inizio.
Non ci resta quindi che scegliere fra il paradosso di un mondo che non è mai iniziato e di un mondo dove determinismo e la sua negazione convivono.
La scelta , a quanto pare libera , dunque,  è fra determinismo e casualità e determinismo o casualità, visto che non potremo mai sapere se il mondo ha avuto un inizio.
Se ammettiamo che il mondo abbia avuto un inizio assoluto col big bang , seppure ne fosse derivato un mondo perfettamente deterministico , tale mondo sarebbe nato per puro caso.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Carlo Pierini

#1
Citazione di: iano il 10 Maggio 2019, 02:20:34 AM

È possibile un mondo esclusivamente deterministico se questo non ha avuto un inizio.
Nella catena di cause ed effetti che potenzialmente lo racconta infatti la causa prima non sarebbe l'effetto di nessuna causa e avrebbe quindi carattere casuale.
Se invece il mondo ha un inizio allora bisogna accettare che determinismo e casualità non si escludono a vicenda , e , se ciò è vero , non possiamo escludere che essi continuino a convivere nel mondo anche oltre le necessità di un inizio.
Non ci resta quindi che scegliere fra il paradosso di un mondo che non è mai iniziato e di un mondo dove determinismo e la sua negazione convivono.
La scelta , a quanto pare libera , dunque,  è fra determinismo e casualità e determinismo o casualità, visto che non potremo mai sapere se il mondo ha avuto un inizio.
Se ammettiamo che il mondo abbia avuto un inizio assoluto col big bang , seppure ne fosse derivato un mondo perfettamente deterministico , tale mondo sarebbe nato per puro caso.

CARLO
Intanto, dobbiamo dire che ciò che chiamiamo "casualità" (il cui simbolo è il classico dado) non è altro che quel particolare aspetto del determinismo che agisce su eventi di cui non siamo in grado - per ragioni contingenti, non di principio - di prevedere l'epilogo o lo sviluppo futuro.
Quando lanciamo un dado, infatti, non ci sfiora nemmeno lontanamente l'idea che il suo moto, per quanto irregolare, cessi per un solo istante di obbedire alle leggi (deterministiche) della fisica. Quindi, origine o non origine, le leggi della fisica esistono, agiscono deterministicamente in ogni istante e in ogni luogo (o, almeno, questo è ciò che osserviamo), e quindi le tue sembrano più delle riflessioni astratte che dei veri e propri dilemmi.

Il vero interrogativo è invece: dove sta scritto che il regime deterministico possa estendersi anche alla realtà psico-mentale, dal momento che la psiche presenta proprietà che non hanno niente a che vedere con le proprietà fisiche della materia? La mente non ha peso, volume, colore, temperatura, carica elettrica, ecc.; e la materia non pensa, non sogna, è indifferente alla bellezza, all'idealità, al senso della trascendenza, non ha scopi, non ama, non è cosciente, non ha volontà, non ha il senso dell'ironia né del ridicolo, non gioisce né si rattrista, ...ecc.. Perché dunque dobbiamo supporre che ad essa si debbano applicare le medesime leggi deterministiche che si applicano alla materia? ...Per dar ragione a Sgiombo?    :)
Scrive Jung:

"Non c'è motivo di considerare la psiche come qualcosa di secondario o un epifenomeno dell'organismo biologico; ci sono invece ragioni sufficienti per interpretarla come un fattore sui generis, [...] una realtà autonoma di carattere enigmatico".    [JUNG: Archetipi e inconscio collettivo - pg.61]



VIVALDI - Laetatus sum, Cantata RV 607

iano

#2
@Carlo.
Infatti il lancio di un dado non ha nulla a che fare con la casualità pura.
Quindi il tema della discussione , che non è la psiche, fosse anche puramente astratto , rimane valido.
Attraverso il lancio di un dado simuliamo un evento casuale , perché le cause che ne determinano l'esito sono controllabili solo teoricamente , ma non di fatto.
L'esito di un singolo lancio di moneta , a causa della nostra ignoranza delle cause e/o incapacità a gestirle , ci appare a tutti gli effetti come casuale , senza esserlo.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
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Jacopus

L'obiezione di Carlo, ovvero genericamente dell'inserimento della "mente umana" fra i fattori eziologici del mondo, non è banale, per quanto non condivida le sue conclusioni junghiane. È il solito discorso: se tutto è deterministico ed è solo la nostra ignoranza a farci credere che vi sia una incidenza della causalità (mondo che esiste ma non ha un inizio in un evento) allora tutta la storia dell'uomo è giustificata moralmente, il che non è.
Se causalità e casualità continuano a convivere (mondo che esiste a partire di un evento casuale) l'agire umano continua a comunque ad essere un incidente privo di voce in capitolo, rientrando in una delle due categorie, privandolo comunque di capacità di azione per modificare il mondo, una capacità che l'uomo, negli ultimi secoli, ha dimostrato in tutta la sua potenza.
Seconda obiezione: perché un mondo esteso infinitamente nel passato e nel futuro non potrebbe essere anche casuale? Non sono gli assiomi a verificare come funziona il mondo ma le dimostrazioni sperimentali misurabili, altrimenti torniamo nel mondo della metafisica e abbandoniamo quello fisico.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Sariputra

Dato che nulla si genera dal nulla è assurdo pensare che , in un dato momento ??? Quando? (e perché non in altri?..), all'improvviso sorga la catena di cause e condizioni che producono un universo deterministico.
O c'è una Causa Prima, non sottoposta alle cause seconde che seguono ben precise e costanti determinazioni, causa generante ma non generata e che poi non 'segue' le cause seconde da essa generate, o quello che chiamiamo "universo" o "realtà" è eterno, seppur sottoposto a possibili fasi cicliche di "nascita" e "morte"...infatti in un universo rigorosamente deterministico si avrebbe una regressione all'infinito delle cause e condizioni e questo è possibile solo in un universo 'eterno'.
Questo in un fattore 'tempo' che appare alla mente come lineare. In uno 'circolare' ci sarebbe un ritorno delle cause su se stesse ma questo non toglierebbe il problema di cosa ha posto in origine la circolarità, si sposterebbe semplicemente la 'posizione' della causa prima, perché nessuna causa seconda può porsi da sé e dare inizio alla circolarità del tempo, se non in presenza di un tempo circolare 'eterno'...
Ma anche se l'universo o realtà fossero un composto di cause e casualità non ci toglierebbe dall'impaccio...Infatti qualunque casualità è possibile sempre partendo da condizioni e cause. Se il risultato del lancio del dado è casuale la sua casualità è inesistente in mancanze del dado, che è posto da cause e condizioni, così come una sequenza casuale di numeri è inesistente in assenza di un calcolatore che la genera...E se anche il dado o il calcolatore fossero dei 'composti' di cause e casualità, (ma allora avremmo dadi e calcolatori sempre, o quasi, diversi uno dall'altro...mentre la diversità, che esiste sempre in minima parte, appare data proprio dalle condizioni diverse), questo ci rimanderebbe ad altri 'composti' che li hanno generati, e così via...
Se invece le cose sorgessero "per caso", dal nulla, dovremmo chiederci perché allora non sorgono in continuazione.  Se l'universo fosse sorto 'per casualità', dal nulla, perché non ne continuano a sorgere altri? E' sorto "una volta sola" dal nulla? E allora qual'è la "causa" che l'ha fatto sorgere una volta sola? Se diciamo "la casualità"...beh!Allora abbiamo già dato una causa che, almeno potenzialmente, doveva "stare come possibilità nel nulla" che, di nuovo, non sarebbe più "nulla", ma potenzialità che è ben altra cosa di "nulla", come la potenzialità di generare casualità della 'mente' è una possibilità inesistente in assenza di una 'mente'. E così via...
Non possiamo nemmeno "svicolare" dicendo che non sono gli assiomi a verificare come funziona il mondo ma le dimostrazioni sperimentali misurabili, perchè questo non ci dimostra affatto come funziona il mondo, ma semplicemente come funziona partendo proprio da assiomi indimostrabili (oggettività basata su intersoggettività presunta e non dimostrabile e accettata  "per fede" o "buon senso" o , più probabilmente,  realisticamente, "per abitudine ", che è il secondo nome del "buon senso",della mente umana...)..
Prendetelo come  è venuto, sono "casualmente" un pò rinco.. in questi giorni...mi manca la mia massaggiatrice shiatsu..
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

iano

#5
Citazione di: Jacopus il 10 Maggio 2019, 08:37:22 AM
L'obiezione di Carlo, ovvero genericamente dell'inserimento della "mente umana" fra i fattori eziologici del mondo, non è banale, per quanto non condivida le sue conclusioni junghiane. È il solito discorso: se tutto è deterministico ed è solo la nostra ignoranza a farci credere che vi sia una incidenza della causalità (mondo che esiste ma non ha un inizio in un evento) allora tutta la storia dell'uomo è giustificata moralmente, il che non è.
Se causalità e casualità continuano a convivere (mondo che esiste a partire di un evento casuale) l'agire umano continua a comunque ad essere un incidente privo di voce in capitolo, rientrando in una delle due categorie, privandolo comunque di capacità di azione per modificare il mondo, una capacità che l'uomo, negli ultimi secoli, ha dimostrato in tutta la sua potenza.
Seconda obiezione: perché un mondo esteso infinitamente nel passato e nel futuro non potrebbe essere anche casuale? Non sono gli assiomi a verificare come funziona il mondo ma le dimostrazioni sperimentali misurabili, altrimenti torniamo nel mondo della metafisica e abbandoniamo quello fisico.
Un mondo eterno infatti non esclude necessariamente la casualità , mentre un mondo che ha un inizio necessariamente la include , al minimo come evento iniziale.
Si potrebbe pensare che se esiste pura casualità,allora non si può escludere il libero arbitrio , ma in effetti il legame fra casualità è libero arbitrio mi sembra paradossale.
Se le decisioni che prendo sono casuali allora non sono io a determinarle , anche se lo credo.
Ciò che hanno in comune casualità è libero arbitrio è che in entrambi i casi non sappiamo di cosa stiamo parlando.
Quando parliamo di determinismo invece si , e questo spiegherebbe perché tanto ci piace.
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Sariputra

Citazione di: iano il 10 Maggio 2019, 09:42:51 AM
Citazione di: Jacopus il 10 Maggio 2019, 08:37:22 AML'obiezione di Carlo, ovvero genericamente dell'inserimento della "mente umana" fra i fattori eziologici del mondo, non è banale, per quanto non condivida le sue conclusioni junghiane. È il solito discorso: se tutto è deterministico ed è solo la nostra ignoranza a farci credere che vi sia una incidenza della causalità (mondo che esiste ma non ha un inizio in un evento) allora tutta la storia dell'uomo è giustificata moralmente, il che non è. Se causalità e casualità continuano a convivere (mondo che esiste a partire di un evento casuale) l'agire umano continua a comunque ad essere un incidente privo di voce in capitolo, rientrando in una delle due categorie, privandolo comunque di capacità di azione per modificare il mondo, una capacità che l'uomo, negli ultimi secoli, ha dimostrato in tutta la sua potenza. Seconda obiezione: perché un mondo esteso infinitamente nel passato e nel futuro non potrebbe essere anche casuale? Non sono gli assiomi a verificare come funziona il mondo ma le dimostrazioni sperimentali misurabili, altrimenti torniamo nel mondo della metafisica e abbandoniamo quello fisico.
Un mondo eterno infatti non esclude necessariamente la casualità , mentre un mondo che ha un inizio necessariamente la include , al minimo come evento iniziale. Si potrebbe pensare che se esiste pura casualità,allora non si può escludere il libero arbitrio , ma in effetti il legame fra casualità è libero arbitrio mi sembra paradossale. Se le decisioni che prendo sono casuali allora non sono io a determinarle , anche se lo credo.

Infatti le decisioni che prendiamo non sono 'casuali' ma sempre in rapporto con le condizioni della nostra mente che le genera (ecco perché è così importante "coltivare" la mente...). Le condizioni della mente generano, per così dire, un ventaglio di possibilità che sortiscono scelte che ci appaiono a volte casuali  in ragione del fatto che ignoriamo le condizioni mentali che le hanno generate come possibilità.  :)
Sulla strada del bosco
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iano

#7
@Sariputra.
Quindi libero arbitrio come lancio di moneta e quindi come surrogato di casualità ?
Di sicuro le cause che determinano le nostre scelte , anche quando note , non sono determinate tutte da noi , come ad esempio la cultura in cui nasciamo etc...
A me sembra che casualità e/o determinismo si possa dire che al minimo ,non esauriscano gli strumenti per una conoscenza del mondo in se' , e nel campo della fisica di fatto si sia scelta ormai l'opzione determinismo e casualità , senza pretendere con ciò di spiegare il senso del mondo.
Su questo punto mi sembra che la fisica abbia rimandato la palla nel campo della filosofia in via quasi definitiva.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
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Ipazia

Citazione di: Jacopus il 10 Maggio 2019, 08:37:22 AM
Seconda obiezione: perché un mondo esteso infinitamente nel passato e nel futuro non potrebbe essere anche casuale? Non sono gli assiomi a verificare come funziona il mondo ma le dimostrazioni sperimentali misurabili, altrimenti torniamo nel mondo della metafisica e abbandoniamo quello fisico.

Esattamente. Il determinismo è nient'altro che la verifica del rapporto-causa effetto in alcuni fenomeni del reale. Fenomeni su cui è possibile costituire una ragionevole predittività scientifica. Tutto ciò che resta fuori da tale ambito semantico appare casuale, finchè non viene inglobato nel campo di esistenza dei fenomeni deterministici. I quali non definiscono la cosa fenomenica come cosa-in-sè (ancora metafisica) ma la includono in un campo parziale del sapere in cui alcune cose e i fenomeni che le coinvolgono assumono un carattere deterministico con le caratteristiche di calcolabilità, formulabilità e predittività proprie dei fenomeni deterministici.

Il libero arbitrio non è significabile nè deterministicamente nè casualmente, altrimenti non sarebbe più tale, ma va ricercato nelle "radure" di libertà concesse dal "sistema" indagato.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sgiombo

Che la realtà sia deterministica o meno (includente fra l' altro il libero arbitrio) non si può stabilire né analiticamente a priori né sinteticamente a posteriori.
Può solo credersi infondatamente (senza un fondamento razionale),  per fede letteralmente.
 
L' indeterminismo (per lo meno forte: mutamento integrale assoluto senza nulla di costante)  è logicamente incompatibile con la conoscibilità scientifica e con la valutabilità etica dell' agire (di eventuali soggetti di azione non coartati nelle loro scelte da costrizioni estrinseche ma solo –deterministicamente- dalla loro natura etica, più o meno buona; mentre l' indeterminismo – libero arbitrio implica necessariamente il carattere casuale, fortuito, e non determinato dalle loro –inesistenti- caratteristiche etiche, delle loro scelte; ovviamente quelle libere da coercizioni estrinseche).
 
Il determinismo (per lo meno debole: probabilistico-statistico) è logicamente incompatibile con un inizio della realtà materiale in quanto nel e dal nulla (preteso precedere l' inizio) non può accadere nulla: non essendovi (fra l'  altro, anche) tempo, non può aversi alcun cambiamento (in particolare dal nulla a un qualsiasi "qualcosa" di reale).
 
Non possono logicamente darsi "radure franche" di libero arbitrio (== casualità) in caso di determinismo dal momento che la casualità ammette possibili transitorie limitate sequenze di eventi apparentemente ordinati, mentre il determinismo non ammette deroghe dalle sue proprie leggi universali e costanti (meccanicistiche o probabilistiche a seconda che di determinismo forte o debole si tratti) del divenire (==miracoli, eventi soprannaturali).
Questo in evidente analogia con il (falso, meramente apparente) indeterminismo del succedersi dei risultati del lancio di paio di dadi non truccati, che può benissimo ammettere sequenze apparentemente ordinate (deterministiche) di numeri consecutivi identici o "ordinati in qualche modo" (per esempio successivamente crescenti o decrescenti di un' unità o di due o di tre, ecc.); mentre invece se una sequenza di eventi presenta anche un sola deroga da un apparente ordine deterministico ciò basta a "etichettarla" come indeterministica con talune (sia pure "stranamente" abbondanti e/o estese) sequenze apparentemente ordinate.

Apeiron

Varie osservazioni:

Penso che @iano per 'determinismo' intenda semplicemente la posizione per cui tutti gli eventi sono inevitabili - o, in termini 'epistemologici', che conosciute esattamente le condizioni iniziali è, in linea di principio, possibile prevedere ogni evento. In pratica, il 'determinismo laplaciano'. O 'determinismo forte' per @sgiombo. 

Non capisco come l'esistenza di un inizio dell'Universo (o del tempo...) possa dare più credibilità al 'probabilismo'. Onestamente, ho sempre trovato assurda l'idea che l'Universo sia 'nato dal Nulla a caso' (ancora più assurdo se si aggiunge che la nascita dell'Universo coincide con l'inizio del tempo). Anzitutto perché questo 'Nulla' deve avere la proprietà di far nascere a 'caso' un Universo (e quindi non è 'Nulla'). E nel caso in cui la nascita dell'Universo viene fatta coincidere con l'inizio del tempo, non riesco proprio a capire come un evento 'random' possa essere pensabile fuori dal tempo. Il mio problema non è tanto la 'plausibilità' della cosa, ma proprio la sua non-intelligibilità (anche per il caso in cui l'inizio dell'Universo non coincida con quello del tempo - ma direi che tale posizione probabilmente è contraddittoria, perché il 'Nulla' non può essere 'temporale'). Concordo completamente col @Sari su questo 

Infine, per quanto riguarda il 'libero arbitrio' (inteso come parziale 'autonomia della volontà e delle azioni' senza alcun riferimento teologico) esso secondo me è incompatibile sia con il 'determinismo' che con il 'probabilismo' che con qualsiasi loro 'combinazione'. Non ho mai trovato gli argomenti dei 'compatibilisti' convincenti. Quindi se il 'fisicalismo' è vero, a meno che non si trovino 'radure', come afferma giustamente @Ipazia, in cui determinismo e probabilismo non sono validi oppure si deve concludere che 'fisicalismo' e 'libero arbitrio' sono incompatibili  :)

X @Sari, ritengo che il modello 'a cause e condizioni' non possa essere classificato come 'deterministico' né nella mia accezione (che corrisponde a quella 'forte' nel gergo di @sgiombo) né col 'determinismo debole'/'probabilismo'  :)
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Ipazia

Le "radure" cominciano con l'irruzione della vita nel mondo. Sono radure naturalistiche, reali, non metafisiche. Gli organismi biologici sono i primi enti in grado di sperimentare la rottura del determinismo meccanico che costringe nella sua gabbia causale il mondo inaninamato. La mobilità del vivente non è casuale e non è neppure determinabile a priori nel suo movimento. Dato il punto iniziale di partenza noi non sappiamo esattamente quale sarà la sua posizione finale. Possiamo soltanto individuarla probabilisticamente circoscrivendo la "radura" fisiologica della sua mobilità, calcolandone il limite, ma all'interno della radura egli può raggiungere ogni punto che desideri. Incontrerà certamente delle costrizioni "estrinseche" che ne modificheranno il percorso. Imparerà che la radura reale è minore di quella virtuale e alcune aree sono interdette da altri viventi. E lo imparerà tanto più quanto più il suo sistema nervoso centrale (snc) si svilupperà. A livello del suo sviluppo umano, la radura si è arricchita di radure artificiali, create dal quasi-nulla materico della sua mente, ampliando quindi lo spazio reale della sua libertà. Poichè il processo è dialettico, aumenteranno anche gli ostacoli, naturali e artificiali, ma questo appartiene alle regole del gioco naturale, evolutivo.

Il primo vivente che ha addomesticato la legge di gravità e superato la cinematica dei gravi inanimati grazie ai suoi organi motori, ha sperimentato il concetto umano di libertà.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sgiombo

Citazione di: Carlo Pierini il 10 Maggio 2019, 03:39:52 AM


Il vero interrogativo è invece: dove sta scritto che il regime deterministico possa estendersi anche alla realtà psico-mentale, dal momento che la psiche presenta proprietà che non hanno niente a che vedere con le proprietà fisiche della materia? La mente non ha peso, volume, colore, temperatura, carica elettrica, ecc.; e la materia non pensa, non sogna, è indifferente alla bellezza, all'idealità, al senso della trascendenza, non ha scopi, non ama, non è cosciente, non ha volontà, non ha il senso dell'ironia né del ridicolo, non gioisce né si rattrista, ...ecc.. Perché dunque dobbiamo supporre che ad essa si debbano applicare le medesime leggi deterministiche che si applicano alla materia? ...Per dar ragione a Sgiombo?    
Citazione

CitazioneChi fosse così sfigato da volere ad ogni costo dar ragione a me (ma nessuno ovviamente é obbigato a farlo, per fortuna) non dovrebbe di certo supporre che alla psiche si debbano applicare le medesime leggi deterministiche che si applicano alla materia (ma casomai che la coscienza diviene in modo biunivocamente corrispondente al divenire -deterministico, se ne é possibile la conoscenza scientifica, della materia; in particolare della materia cerebrale).

Infatti il sottoscrtitto Sgiombo non ha mai affermato che La mente ha peso, volume, colore, temperatura, carica elettrica, ecc.; e che la materia pensa, sogna, è indifferente alla bellezza, all'idealità, al senso della trascendenza, ha scopi, ama,  è cosciente,  ha volontà, ha il senso dell'ironia né del ridicolo, gioisce si rattrista, ...ecc..

Piuttosto ha sempre affermato, in accordo con quanto anche recentemente ha sostenuto Sariputra (mi sembra in un altra discussione), che la coscienza non é nella materia (cerebrale) ma invece é la materia (in generale; e in particolare cerebrale) ad essere nella coscienza.

sgiombo

Citazione di: Apeiron il 10 Maggio 2019, 12:12:57 PM
APEIRON:
Varie osservazioni:


Non capisco come l'esistenza di un inizio dell'Universo (o del tempo...) possa dare più credibilità al 'probabilismo'. Onestamente, ho sempre trovato assurda l'idea che l'Universo sia 'nato dal Nulla a caso' (ancora più assurdo se si aggiunge che la nascita dell'Universo coincide con l'inizio del tempo). Anzitutto perché questo 'Nulla' deve avere la proprietà di far nascere a 'caso' un Universo (e quindi non è 'Nulla'). E nel caso in cui la nascita dell'Universo viene fatta coincidere con l'inizio del tempo, non riesco proprio a capire come un evento 'random' possa essere pensabile fuori dal tempo. Il mio problema non è tanto la 'plausibilità' della cosa, ma proprio la sua non-intelligibilità (anche per il caso in cui l'inizio dell'Universo non coincida con quello del tempo - ma direi che tale posizione probabilmente è contraddittoria, perché il 'Nulla' non può essere 'temporale'). Concordo completamente col @Sari su questo.
CitazioneSGIOMBO:
Ed evidentemente anche con me: il nulla non comprende alcunché di reale, ente e/o evento conceto o carattere astratto (astraibile da parte del pensiero) di enti e/od eventi particolari concreti che sia: nemmeno, fra l' altro il tempo.
Ma senza tempo non può aversi mutamento alcuno; ivi compreso il mutamento dal non esservi alcunché di reale (dal nulla) all' esservi qualcosa (o tutto) di reale.



****************************************************



APEIRON:

Infine, per quanto riguarda il 'libero arbitrio' (inteso come parziale 'autonomia della volontà e delle azioni' senza alcun riferimento teologico) esso secondo me è incompatibile sia con il 'determinismo' che con il 'probabilismo' che con qualsiasi loro 'combinazione'. Non ho mai trovato gli argomenti dei 'compatibilisti' convincenti. Quindi se il 'fisicalismo' è vero, a meno che non si trovino 'radure', come afferma giustamente @Ipazia, in cui determinismo e probabilismo non sono validi oppure si deve concludere che 'fisicalismo' e 'libero arbitrio' sono incompatibili  :)

X @Sari, ritengo che il modello 'a cause e condizioni' non possa essere classificato come 'deterministico' né nella mia accezione (che corrisponde a quella 'forte' nel gergo di @sgiombo) né col 'determinismo debole'/'probabilismo'  :)

CitazioneSGIOMBO:

Il libero arbitrio é al negazione del deterninismo, ovvero l' accadere di eventi non determinati dalla raltà precedente-circostante ad essi (dalle "causa e condizioni ad essi precedenti e contemporanee).

Dunque é sinonimo di "libero arbitrio".


Mentre l' indeterminismo può implicare l' accadere (anche) di sequenze di eventi apparemtemente ordinate (== deterministiche: nel lancio di due dadi non truccati possono anche aversi sequenze più o meno lunghe di esiti identici consecutivi o altrimenti ordinati, per esempio crescenti o decrescenti di una o di due o di un qualsisi altro numero di unità), invece una sequenza di eventi apparentemente ordinata nella quale si verificasse anche un solo evento "anomalo" (contraddicente le regolartità o leggi meramente apparenti, non reali del divenire ordinato, un' evento soprannaturale o miracolistico, prodigioso) per definizione verrebbe automaticamente ad essere in verità (realmente) un divenire disordinato, casuale, non affatto deterministico (il determinismo essendo una caratteristica "tutto o nulla", un po' come la verginità secondo un vecchio luogo comune maschilista) ma "stranamente" includente sequenze (sia pure lunghissime: fino a prima a e da dopo l' evento presunto "anomalo") di ordine-determinismo meramente apparenre, non reale, esattamente come potrebbero esserlo dieci lanci consecutivi di due dadi tutti colmedesimo risultato).


MI scuso per la grafica oscena (spero si capsica chi sostiene cosa).[/quote]

sgiombo

Citazione di: iano il 10 Maggio 2019, 09:42:51 AM
Se le decisioni che prendo sono casuali allora non sono io a determinarle , anche se lo credo.
CitazioneEd é ben per questo che mentre il determinismo é compatibile con la valutazione etica delle scelte di soggetti liberi da coercizioni estrinseche, l' indeterminismo ovvero il libero arbitrio non lo é; esattamente come (per lo stesso motivo per il quale) il determinismo é compatibile con la conoscenza scientifica, invece l' indeterminismo id est libero arbitrio non lo é.


Ciò che hanno in comune casualità è libero arbitrio è che in entrambi i casi non sappiamo di cosa stiamo parlando.
Quando parliamo di determinismo invece si , e questo spiegherebbe perché tanto ci piace.

CitazioneQuando parliamo di indeterminismo ovverosia di libero arbitrio parliamo (secondo me lo sappiamo e capiamo molto bene) di mutamento integrale o assoluto, "caotico", nel quale nulla di costante é in alcun modo astraibile.

A me il determinismo, che non posso assolutamente dimostrare essere reale (Hume!) piace tantissimo per l' appunto proprio perché (contraramente all' indeterminismo - libero arbitrio), se reale, rende possibile la conoscenza scientifica e la valutabilità etica dell' agire di soggetti liberi da coestrizioni estrinseche.


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