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Dei diritti e dei doveri

Aperto da viator, 26 Gennaio 2020, 16:46:44 PM

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viator

Salve Ipazia. Sono sinceramente dispiaciuto che qualcuno si sia sentito tartassato. Anch'io mi sento tartassato da qualche altrui visione del mondo ma, essendo persona mite che tende alla rassegnazione (almeno davanti alle opinioni altrui), non me ne lamento e sopporto con pazienza che non è cristiana bensì panteistica.

Circa le "parole magiche", resi i debiti omaggi all'ottimo Maslow vorrei farti notare che nè l'abitazione (o tana o ricovero) nè il lavoro socialmente inteso fanno secondo me parte dei bisogni (si può umanamente sopravvivere - anche se penosamente - senza di essi).

L'espressione umanamente magica trovo sia "facoltà", cioè quell'insieme si scelte selezionabili od evitabili che fanno di noi una persona dopo che  individualmente si siano soddisfatti i bisogni e dopo che collettivamente ci sia resi disponibili alla necessità (l'unica necessità collettiva sarebbe - per antonomasia - la riproduzione, cioè quella tal cosa che va considerata - a seconda dei punti di vista - ciò che collega oppure separa la sfera dei bisogni da quella delle facoltà). Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Citazione di: viator il 01 Febbraio 2020, 21:08:58 PM
Salve Ipazia. Sono sinceramente dispiaciuto che qualcuno si sia sentito tartassato. Anch'io mi sento tartassato da qualche altrui visione del mondo ma, essendo persona mite che tende alla rassegnazione (almeno davanti alle opinioni altrui), non me ne lamento e sopporto con pazienza che non è cristiana bensì panteistica.

Ottima scelta: Deus sive Natura. O meglio: Natura sive Deus.

Bene hai fatto a "tartassarci" alla ricerca del diritto extra-umano, altresì detto naturale, ma poi ne hai cavato il classico topolino dell'homo homini lupus, coniato da chi l'etologia lupina la vedeva solo attraverso le lenti oscurate da una teologia antropocentrica, di cui qualcosa intuiva nel detto popolare e populista "in bocca al lupo", che subito rifranava nella risposta canonizzata: "crepi".

Ripartendo dalla solidale socialità di un branco di lupi si può invece arrivare al diritto naturale per vie meno ideologicamente oscurate anche attraverso ...

CitazioneCirca le "parole magiche", resi i debiti omaggi all'ottimo Maslow vorrei farti notare che nè l'abitazione (o tana o ricovero) nè il lavoro socialmente inteso fanno secondo me parte dei bisogni (si può umanamente sopravvivere - anche se penosamente - senza di essi).

...una teoria dei bisogni, saldamente fondati sulla matrice naturale di Tutto - come da base della piramide in questione - laddove il bisogno costituisce i fulcro della dialettica tra diritti e doveri. Tornando alla Natura, nessuno garantisce al lupicino, per quanto di nobile lignaggio alpha egli sia, un ruolo che vada aldilà della nobiltà predatoria che egli riesce a dimostrare all'interno della sua lupina comunità. Anche questo ha un suo riscontro nei pochi casi di cultura antropologica sincera nel detto: noblesse oblige. Sempre negato nei fatti dalla collocazione distinta dei quartieri generali e della carne da cannone. Il lupo no. Nel suo superiore diritto naturale il capo sta in prima linea, facendo convergere, in maniera oserei dire trascendentale, il diritto alpha col dovere di giocarsi prima di ogni altro il suo valore assoluto incontrovertibile, la sua vita, nel gioco naturalistico di sopravvivenza del branco.

Esempio sublime il compagno di letto tombale, Digit, di Dian Fossey.

CitazioneL'espressione umanamente magica trovo sia "facoltà", cioè quell'insieme si scelte selezionabili od evitabili che fanno di noi una persona dopo che individualmente si siano soddisfatti i bisogni e dopo che collettivamente ci sia resi disponibili alla necessità (l'unica necessità collettiva sarebbe - per antonomasia - la riproduzione, cioè quella tal cosa che va considerata - a seconda dei punti di vista - ciò che collega oppure separa la sfera dei bisogni da quella delle facoltà). Salutoni.

Il dovere non è selezionabile, più di quanto il diritto sia casuale. Esiste una linea rossa invalicabile al di sotto della quale l'unica facoltà riscontrabile è quella del parassita. Linea rossa variabile secondo l'abilità di una comunità di automatizzare e delegare alle leggi naturali le necessità della sopravvivenza collettiva - ben più dirimenti dell'automatismo biologico procreativo il cui eccesso è esiziale quanto il suo difetto - ma non azzerabile. Anche perchè la aumentata complessità genera nuove noblesse con gli obblighi relativi. Pure filosofici.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri