Definizione del termine "Razzista"

Aperto da Federico Mey2, 25 Gennaio 2019, 14:02:24 PM

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sgiombo

NOn vorrei che il termine "razza" tenda ad essere abolito in quanto malinteso (dai razzisti) come spregiativo per sostituirlo con pseudoeufemismi, che poi si logorano riacquisendo, presso chi ha la coda di paglia, gli stessi connotati negativi dei termini che sostituiscono.

Esattamente come il termine "negro" presso chi in fatto di razzismo (cioé presunzione di congenite superiorità e inferiorità e non di differenze non quantificabili fra i gruppi umani) ha la coda di paglia é stato sostituito dai ridicoli "di colore" o "nero" (fino al prossimo pseudoeufemismo). Io continuo imperterrito a dire "negro" perché per me non é mai stata una parolaccia).

O i termini "cieco" e "handicappato", presso chi in fatto di handicap ha la coda di paglia sono sati sostituiti da "non vedente" e "disabile", poi "diversamente abile" ...fino al prossimo pseudoeufemismo. Io continuo imperterrito a dire "cieco" e "handicappato" perché per me non sono mai state parolacce.

sgiombo

Citazione di: donquixote il 27 Gennaio 2019, 01:33:44 AM
Citazione di: Socrate78 il 26 Gennaio 2019, 13:06:49 PMUn quesito più importante è semmai un altro: come mai non si concede a chi è "razzista" ( significa per me sostenitore della superiorità morale o intellettiva di un gruppo etnico) la possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero? Chi dice di esserlo o lo fa capire in maniera evidente è spesso accusato di barbarie, vede il suo pensiero censurato, viene sanzionato dai dirigenti scolastici o dai rettori se è un insegnante, bannato dai forum di discussione. In una reale democrazia tutte le tesi meritano di essere argomentate e discusse, anche l'ipotesi razzista non dovrebbe essere oggetto secondo me di una censura a priori. In realtà non esiste nessuna dimostrazione logica che la tesi razzista sia FALSA, nessuno ha mai dimostrato che in realtà non esista realmente una superiorità intellettiva o anche morale tra i diversi gruppi etnici. Anzi, potrebbero forse persino esserci indizi del contrario, infatti a me sinceramente non risulta che un africano (dell'Africa nera) abbia mai conseguito un Nobel per meriti scientifici, il continente nero non mi sembra abbia prodotto molte menti geniali. Estendendo il discorso all'aspetto morale, io ritengo che non si possa dire, allo stato attuale almeno, che tutte le civiltà siano allo stesso livello etico: una tribù islamica ad esempio che ammette e anzi considera l'infibulazione cosa buona e giusta, assieme ai matrimoni imposti, all'emarginazione della donna, secondo me è molto indietro moralmente da un popolo che condanna tali pratiche, ora non è detto che quella tribù non si sviluppi eticamente, ma dire che è allo stesso livello di chi condanna tali cose è semplicemente falso.

Allo stesso modo molti popoli del mondo sono convinti che vincere un Nobel per meriti scientifici non sia nota di merito ma di demerito, perché ritengono che il loro dovere sia di conservare il mondo così com'è per i propri figli e non hanno la pretesa di renderlo un "posto migliore in cui vivere" riducendolo nei fatti nelle penose condizioni odierne,  e nessuno in quei popoli si sognerebbe mai di lavorare per ottenere un tale "riconoscimento", e ritengono inoltre che trattare le donne come fa l'occidente attuale sia segno di profonda decadenza e non certo di civiltà. Ognuno è razzista a modo suo, e se un popolo si organizza in una certa maniera è perché è convinto che quella sia la migliore possibile e dunque quelle diverse sono necessariamente peggio. Come ha spiegato chiaramente Claude Levi-Strauss nei suoi lavori non può esistere alcuna superiorità morale di una cultura (o di una etnia) rispetto ad un'altra perché ogni cultura trova in se stessa le proprie giustificazioni e i propri equilibri per cui paragonare aspetti particolari di culture diverse è cosa senza senso. Se dunque ogni popolo è, a suo modo, razzista, la diversità con il razzismo occidentale sta nel fatto che l'occidente, con la sua secolare ossessione di voler "migliorare il mondo", trasforma quella che è una normale caratteristica culturale in un "progetto" che prevede la "conversione" di coloro che non si adeguano a ciò che l'occidente ritiene essere "il meglio" oppure la loro eliminazione. Con l'intenzione di esportare la "civiltà",  a partire dalle idee razziste di Voltaire e Kant e da quelle dei loro seguaci si sono eliminate intere popolazioni appartenenti a cosiddette "razze inferiori" che appunto non volevano "convertirsi" o "evolversi", e se si condanna il razzismo nazista perché voleva purificare la "razza ariana" si continua però a praticare il razzismo che intende purificare la "razza umana" assimilando tutti i popoli del mondo al modello occidentale della democrazia liberale di mercato e dei "diritti umani". D'altronde se si vuol parlare di "superiorità intellettuale" bisogna ammettere che le più elevate speculazioni filosofiche vengono dall'oriente (a cui anche i greci e Platone hanno attinto copiosamente) e per quanto riguarda quella morale basterebbe guardare quanto la morale in occidente sia cambiata negli ultimi decenni per farsi sorgere più di qualche dubbio.

Il discorso é complesso.

LO condivido solo in parte (per quanto riguarda il rilievo dei danni mostruosi arrecati al mondo dall' imperialismo occidentale e anche, a considerare bene le cose, secondo me, per quanto riguarda i trattamenti prevalenti delle donne nell' occidente attuale come segno di profonda decadenza e non certo di civiltà).

Non condivido (lo segnalo come invito alla riflessione autonoma di ciascuno, senza pretendere di poterlo dimostrare in una discussione nel forum; cosa che non cerco nemmeno donchisciottescamente di fare) la valutazione di Levi-Strauss, ma da marxista credo esista un oggettiva tendenza al progresso morale e civile nell' umanità (secondo me non tutte le culture sono equivalenti, ma alcune sono più umanamente, civilmente più sviluppate di altre).

Progresso morale e civile che peraltro:

- non impone certamente un' uniformità "inderogabile" nella storia dei popoli, prevedendo anche positive differenziazioni ("qualitative" non confrontabili quantitativamente a "parità sostanziale di progresso"); e

- é contrastata da controtendenze, cosicché la storia conosce anche fasi di regresso;  inoltre gruppi umani e concetti, istituzioni, pratiche, ecc. ieri progressive oggi o domani possono diventare regressive (e forse, almeno in qualche misura, pure viceversa).

sgiombo

Citazione di: InVerno il 27 Gennaio 2019, 08:44:42 AM
Citazione di: sgiombo il 26 Gennaio 2019, 22:32:12 PMComunque mi sembra necessario precisare che fantomatiche "superiorità o inferiorità attitudinali", pretese (ideologicamente) essere geneticamente determinate, delle più diverse tipologie, compreso quell' obbrobrio reazionario antiscientifico che il grande Stephen Jay Gould ha dimostrato essere il cosiddetto "Q.I.", non sono affatto necessariamente implicate nella eventuale (continuo a restare in dubbio; almeno per ora) distinzione degli uomini in differenti razze (in nessun senso necessariamente "superiori" o "inferiori", ma casomai soltanto relativamente diverse).
Non vorrei difendere una cosa che non apprezzo particolarmente, cioè i test Q.I. , tuttavia la costanza con cui essi misurano "qualcosa" - anche se credo sia difficile capire esattamente cosa - difficilmente può essere scartato con Gould il cui problema fondamentale è il concetto di ereditarietà, non tanto la validità dei test che infatti ad oggi sono riconosciuti validi dalla comunità scientifica, anzi tra gli strumenti più precisi secondo molti. E i risultati che mostrano quando si fanno studi su scala globale sono sempre motivo di vergogna da parte di tutti, perchè i risultati di alcune parti del mondo imbarazzano non poco. E' un punto estramente interessante perchè da una parte c'è l'uomo che si confronta con le proprie pretese egualitaristiche, dall'altra c'è il sospetto di estendere un bias culturale in uno strumento considerato scientifico, il tutto coperto dall' omertà di un tema che nessuno vuole affrontare apertamente per non buttare alle ortiche la propria carriera. Q.I. e razza è un tema così poco discusso e studiato che difficilmente penso che affidarsi a Gould o Murray possa essere sufficiente per avere una posizione definitiva.

MI riferivo agli originari test inventati in Francia e abusati in America e soprattutto all' uso ideologico che ne é stato fatto, da Gould giustamente stigmatizzati.

Ma ammetto benissimo (e volentieri) di avere enfaticamente esagerato in proposito e che possano esserne stati proposti di più scientificamente rigorosi e corretti e soprattutto correttamente intesi.

everlost

Citazione di: sgiombo il 27 Gennaio 2019, 09:24:37 AM
NOn vorrei che il termine "razza" tenda ad essere abolito in quanto malinteso (dai razzisti) come spregiativo per sostituirlo con pseudoeufemismi, che poi si logorano riacquisendo, presso chi ha la coda di paglia, gli stessi connotati negativi dei termini che sostituiscono.

Esattamente come il termine "negro" presso chi in fatto di razzismo (cioé presunzione di congenite superiorità e inferiorità e non di differenze non quantificabili fra i gruppi umani) ha la coda di paglia é stato sostituito dai ridicoli "di colore" o "nero" (fino al prossimo pseudoeufemismo).
Non vorrei contraddirti, però sinceramente non mi pare questione di coda di paglia.
Sono i "negri" a offendersi di brutto se li chiami così! Non vogliono neanche sentirsi definire "di colore" o "nero", l'unico termine che accettano in America è "afroamericano". Qui da noi perciò si dovrebbe dire afroitaliani, afrotedeschi secondo il luogo in cui vivono.  Se non li vuoi vedere imbufaliti...
Lo so, ti pare eccessivo. Potresti obiettare che noi non ci offendiamo ad essere chiamati "bianchi", però c'è una piccola differenza: il colore chiaro della pelle finora non è stato mai considerato in senso dispregiativo, anzi in un passato recente era segno distintivo di qualità e bellezza raffinata. Fino a pochi anni fa, nessuno usava l'aggettivo "bianco" come insulto, se mai come complimento. Al contrario di "negro", "nigger" e "negher". :-X
Elisabetta I si spalmava di biacca per avere un volto cereo e lunare, molte dame anche nostrane nel settecento lo facevano, le giapponesi odierne hanno il mito del bihaku (bel candore). Forse perché i dominatori e le loro mogli avevano la pelle chiara,  come gli aristocratici che, non trascorrendo le giornate nei campi come i contadini, rispetto a quelli potevano vantare un'epidermide meno arsa dal sole.
Quindi c'è anche un importante discorso classista da valutare, oltre che razzista in senso stretto.
Oggi ci sono ragazze afro che applicano lozioni per schiarire la carnagione e si stirano e sbiondiscono i capelli, ma mediamente il fenotipo africano color ebano e cioccolato è ormai apprezzato da tantissime persone di ambo i sessi nel mondo e sta già diventando motivo d'orgoglio  per chi lo possiede.
Può darsi perciò che fra qualche decennio dovremo preoccuparci noi di essere discriminati in quanto "mozzarelle"! Almeno a giudicare dai nuovi film, quella è la tendenza.
Ipazia forse a questo punto direbbe: "E' il black power, bellezza".
CitazioneIo continuo imperterrito a dire "negro" perché per me non é mai stata una parolaccia).

O i termini "cieco" e "handicappato", presso chi in fatto di handicap ha la coda di paglia sono sati sostituiti da "non vedente" e "disabile", poi "diversamente abile" ...fino al prossimo pseudoeufemismo. Io continuo imperterrito a dire "cieco" e "handicappato" perché per me non sono mai state parolacce.
Prego, fa' pure...ma non ti lamentare se poi ti arriva qualche pugno in faccia!  ;D
Ah già, per tua fortuna non frequenti la scuola dell'obbligo...magari se parli con tua moglie ti racconterà cosa succede con certi genitori e colleghi un po' intolleranti.   :o

sgiombo

Citazione di: everlost il 27 Gennaio 2019, 17:42:22 PM
Citazione di: sgiombo il 27 Gennaio 2019, 09:24:37 AM
NOn vorrei che il termine "razza" tenda ad essere abolito in quanto malinteso (dai razzisti) come spregiativo per sostituirlo con pseudoeufemismi, che poi si logorano riacquisendo, presso chi ha la coda di paglia, gli stessi connotati negativi dei termini che sostituiscono.

Esattamente come il termine "negro" presso chi in fatto di razzismo (cioé presunzione di congenite superiorità e inferiorità e non di differenze non quantificabili fra i gruppi umani) ha la coda di paglia é stato sostituito dai ridicoli "di colore" o "nero" (fino al prossimo pseudoeufemismo).
Non vorrei contraddirti, però sinceramente non mi pare questione di coda di paglia.
Sono i "negri" a offendersi di brutto se li chiami così! Non vogliono neanche sentirsi definire "di colore" o "nero", l'unico termine che accettano in America è "afroamericano". Qui da noi perciò si dovrebbe dire afroitaliani, afrotedeschi secondo il luogo in cui vivono.  Se non li vuoi vedere imbufaliti...
Citazione
NOn credo che andrò mai negli USA (per lo meno finché resterà in vigore l' obbligo di firmare una dichiarazione di "amore e fedeltà" al loro paese e di fatto ai loro governi (tutti, "democratici" e repubblicani" ugualmente)  criminali, guerrafondai, golpisti in tutto il mondo (e finché resterà aperto il lager di Guantanamo: -campa cavallo!- perché la stupidità degli sbirri di tutto il mondo é arcinota: gli può magari passare sotto il naso Bin Laden e gli danno un' amichevole pacca sulla spalla, ma magari si accaniscono conto un inerme cittadino cui piace semplicemente dire ciò che pensa).

Comunque se mai dovesse succedere, colà terrò conto dei tuoi suggerimenti.
Nella mia Italia, anche se loro (quasi tutti, bianche e negri con pochissime lodevolissime eccezioni di entrambi i colori) credono di essere i padroni del mondo,  pretendo che eventuali ospiti statunitensi (bianchi o negri che siano) rispettino il significato che le parole italiane hanno nei dizionari italiani (a meno che si tratti di energumeni...).



Lo so, ti pare eccessivo. Potresti obiettare che noi non ci offendiamo ad essere chiamati "bianchi", però c'è una piccola differenza: il colore chiaro della pelle finora non è stato mai considerato in senso dispregiativo, anzi in un passato recente era segno distintivo di qualità e bellezza raffinata. Fino a pochi anni fa, nessuno usava l'aggettivo "bianco" come insulto, se mai come complimento. Al contrario di "negro", "nigger" e "negher". :-X
Citazione
Non certo da parte mia (non ho code di paglia).




Elisabetta I si spalmava di biacca per avere un volto cereo e lunare, molte dame anche nostrane nel settecento lo facevano, le giapponesi odierne hanno il mito del bihaku (bel candore). Forse perché i dominatori e le loro mogli avevano la pelle chiara,  come gli aristocratici che, non trascorrendo le giornate nei campi come i contadini, rispetto a quelli potevano vantare un'epidermide meno arsa dal sole.
Citazione
Allo stesso modo mi dicono che il presentatore televisivo Carlo Conti sta ore e ore sotto la lampada a raggi ultravioletti per scurirsi la pelle (a rischio di beccarsi un melanoma).



CitazioneIo continuo imperterrito a dire "negro" perché per me non é mai stata una parolaccia).

O i termini "cieco" e "handicappato", presso chi in fatto di handicap ha la coda di paglia sono sati sostituiti da "non vedente" e "disabile", poi "diversamente abile" ...fino al prossimo pseudoeufemismo. Io continuo imperterrito a dire "cieco" e "handicappato" perché per me non sono mai state parolacce.
Prego, fa' pure...ma non ti lamentare se poi ti arriva qualche pugno in faccia!  ;D
Ah già, per tua fortuna non frequenti la scuola dell'obbligo...magari se parli con tua moglie ti racconterà cosa succede con certi genitori e colleghi un po' intolleranti.   :o
Citazione
NOn sono una mezzasega e so difendermi (nè sono così scemo da sfidare due o tre energumeni per volta anche se sono loro nel torto marcio: non vale la pena).

viator

Salve Sgiombo. Apprezzo la tua presa di posizione e l'attenzione per ciò che ho detto. A livello letterario ho pure molto apprezzato l'espressione "antagonismo torico".
Attento però : l'antagonismo spinto agli estremi torici porta, come naturale conseguenza, alla coincidenza del punto di arrivo.
Due persone che partano dal medesimo punto dandosi le spalle ed avviandosi in direzione quindi opposte....che fanno? Si allontanano fino a perdersi di vista (ma se non sono mai state in vista reciproca !!).
Ma se il percorso fosse circolare (come - io sostengo - tutti i percorsi abbastanza lunghi) ?.

Allora i due, dopo aver superato gli antipodi diametrali, saranno destinati ad incontrarsi guardandosi in faccia. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sgiombo

Staremo a vedere (non é detto che il cammino sia circolare; né che non lo sia, a priori).

Cerco sempre di non precludermi aprioristicamente alcun possibile approdo, nella ricerca della verità.

Federico Mey2

Salve
Rispondo principalmente a Everlost-risposta n11
Citazione di: everlost il 27 Gennaio 2019, 01:29:38 AMBuonasera Federico Mey2 Ma no, quale ostinazione a negare la seconda ipotesi...io rivedrei le definizioni che tu hai dato, per esempio, perché la 1 mi va un po' stretta e la 2 non mi convince. Sì, certo, credo che l'intelligenza e la socialità delle persone dipenda in massima parte dall'ambiente in cui crescono. 
Allora, come dicevo si contrappongono due teorie, la ambientale, quella che tu dici di sostenere, e la innatistica, che valorizzo io. Ma non si tratta di valutazioni della attuale scienza sociologica o psicologica.
Io valorizzo la spiritualità, consistente nella strada dell'umano di raggiungere il culmine di sè, la propria anima.
Come ho scritto in altre discussioni, definisco l'anima il luogo in cui vengono definite le finalità e i princìpi da seguire.

Se vale l'argomento ambientale al 100%, l'umano non gestisce questo luogo,la propria anima, ma la "cede" alla società. Di conseguenza dico che cade la spiritualità e viviamo nel materialismo.
E' chiaro che ciò avviene frequentemente, nei "molti", ma io non mi interesso di statistica. Io mi interesso di idealismo, di teoria, non di come va il mondo. Quand'anche ce ne fossero pochissimi diversi, essi hanno un valore infinito.

La teoria innatistica dice quindi che conta ciò che si è, valorizza le differenze. 
Queste differenze sono di due tipi: comuni alle categorie a cui si appartiene, ad esempio il gruppo etnico, o quello sessuale, e individuale. 
A metà strada tra l'individuale e l'etnico c'è un legame importantissimo: la consanguineità familiare, su tutto il legame tra genitori e figli (ovvio il dibattito, potenzialmente feroce, che si può aprire qui su consanguineità e adozione).
E' un discorso molto ampio come puoi capire, quello che ho aperto, in cui la differenziazione razzistica (o meglio l'etnicismo, se preferisci differenziare il termine per dare un valore morale al primo e amorale al secondo (ma c'è un motivo preciso se io preferisco non farlo!)), rappresenta soltanto una piccola parte.

Come si vede faccio ragionamenti poco in linea con gli altri, mi sento un po' "isolato". Ma tento davvero di portare un po' di vento nuovo nel quadro della noiosa scarsa sensatezza del pensiero dell'attuale società.
Salve

Socrate78

Lasciare il mondo così com'è è giusto per quei popoli? Malissimo, è sbagliato obiettivamente, significa nei fatti accettare la natura umana con la sua crudeltà senza cercare di cambiarla, accettare quindi la guerra, la corruzione, le diverse forme di sopraffazione e schiavitù, non lavorare affinché il sottosviluppo sia debellato,  non impegnarsi affinché malattie gravissime abbiano una possibile cura, quei popoli che ragionano così sono per me molto più barbari e sottosviluppati moralmente degli altri, non hanno la spinta a cambiare le cose in meglio, quindi sono reazionari e rozzi.

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