Debord e "La società dello spettacolo"

Aperto da Toch, 25 Aprile 2016, 10:58:49 AM

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Toch

Per un esame universitario sto preparando quest'opera senza dubbio importante e visionaria. 
Aggiungerei, tanto importante quanto incomprensibile xD (almeno, incomprensibile a me, in alcuni punti).
Sì, insomma, il testo è diviso in piccoli capitoli/paragrafi. Ciascuno contiene una tesi dell'autore sull'argomento generale della sezione nella quale si trova. 
Il problema, penso io, è che Debord si esprima un po' "avanguardisticamente", ossia, - sempre seguendo il mio sincero parere - a me sembra che voglia far capire il meno possibile del suo pensiero, attraverso messaggi criptici e che a volte fanno più scena nel leggerli che nel capirli.
C'è qualcuno che l'ha studiato, che lo conosce, che mi possa dare una mano?  :)
(Ci sono cose da sapere per lo studio di quest'opera? Ci sono termini/concetti sostituibili con altri più comodi? Premesse, anticipazioni, raccomandazioni?)
Vi ringrazio, anche solo per un tentativo  ;D

paul11

Forse dovresti spiegare meglio il contenuto da esporre ,affinchè ti si possa essere d'aiuto.
Per società intendi il concetto esteso e generale della società?
Forse bisognerebbe partire, se così fosse, dal consumismo e dalla pop art di Warhol.
Inserirvi come la comunicazione è mutata con il potere dei mass media e di come tutte le forme organizzate
hanno saputo psicologicamente manipolare le masse, dall'economia con il marketing, ai politici con i sondaggi 
d'opinione ecc.

Quello che ho notato, ma di nuovo non so fino a che punto sia pertinente, è che anche la cultura nei suoi autori segue sempre meno un ragionamento lineare inferenziale, cioè iniziare da premesse, e finire la tesi con una conclusione.
Oggi si parte subito con una tesi e tutto lo svolgimento argomentativo è autoreferenziale e retorico,continuando a girare
in giro alla tesi, vuol convincere .

Toch

#2
"La società dello spettacolo" é il titolo della sua opera principale.
Il problema é che alcuni paragrafi mi sono davvero incomprensibili. Linguisticamente incomprensibili, diciamo.
Metto un esempio:

Paragrafo 65

Lo spettacolare diffuso accompagna l'abbondanza delle merci, lo sviluppo non perturbato del capitalismo moderno. Qui ogni merce presa a sé è giustificata in nome della gran­dezza della produzione della totalità degli oggetti, dei quali lo spettacolo è un catalogo apologetico. Sulla scena dello spettacolo unificato dell'economia abbondante si fanno avanti affermazioni inconciliabili; così come differenti merci-vedettes sostengono simultaneamente i loro progetti contraddittori di ordinamento della società, dove lo spetta­colo delle automobili vuole una perfetta circolazione che distrugge i vecchi centri urbani, mentre lo spettacolo della città stessa ha bisogno dei quartieri-museo. Dunque il sup­posto appagamento, già problematico, che dovrebbe essere la prerogativa del consumo dell'insieme viene immediata­mente falsificato per il fatto che il consumatore reale può toccare direttamente solo una successione di frammenti di questa felicità mercantile, frammenti dai quali ogni volta è evidentemente assente la qualità attribuita all'insieme.

Eutidemo

Citazione di: Toch il 25 Aprile 2016, 10:58:49 AM
Per un esame universitario sto preparando quest'opera senza dubbio importante e visionaria.
Aggiungerei, tanto importante quanto incomprensibile xD (almeno, incomprensibile a me, in alcuni punti).
Sì, insomma, il testo è diviso in piccoli capitoli/paragrafi. Ciascuno contiene una tesi dell'autore sull'argomento generale della sezione nella quale si trova.
Il problema, penso io, è che Debord si esprima un po' "avanguardisticamente", ossia, - sempre seguendo il mio sincero parere - a me sembra che voglia far capire il meno possibile del suo pensiero, attraverso messaggi criptici e che a volte fanno più scena nel leggerli che nel capirli.
C'è qualcuno che l'ha studiato, che lo conosce, che mi possa dare una mano?  :)
(Ci sono cose da sapere per lo studio di quest'opera? Ci sono termini/concetti sostituibili con altri più comodi? Premesse, anticipazioni, raccomandazioni?)
Vi ringrazio, anche solo per un tentativo  ;D

Di fronte a tali capolavori del narcisismo umano, l'unico commento possibile è quello -famoso- di Trilussa:
"Se vôi l'ammirazione de l'amichi nun faje capì mai quello che dichi.!!!!"
;)


Jacopus

Traduzione "Lo spettacolo è al servizio del consumismo, che è al servizio del denaro (neanche più del capitale) e ciò crea un umanità scissa e schizofrenica: lo spettacolo come progetto per decuplicarci, siamo perciò contemporaneamente bambini, uomini, vecchi, donne, adolescenti, bisognosi di gadget, di vacanze, di automobili, di spettacoli, di sesso a pagamento, di droghe, di cibo, di creme per il corpo, di vestiti firmati".
Immagina la differenza di contenuto e di significato fra lo spettacolo teatrale in Sofocle al tempo della Grecia classica e il concetto di spettacolo dell'epoca contemporanea. In questa nostra epoca Sofocle potrebbe essere sponsorizzato da una catena di studi psicoanalitici, la "Freud & Deleuze Inc.".

Ad ogni modo non conosco Debord: il suo linguaggio però è tipico di certa letteratura francese, che sin dai tempi di Voltaire è pensata per "epater le bourgeois", oppure anche per non farsi trilussianamente capire.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

cvc

Non conosco l'autore citato ma credo, sperando di essere inerente al tema, che il consumismo, tramite la pubblicità, abbia gonfiato l'ego collettivo. Dobbiamo sentirci tutti delle star, avere mille capricci che ci spingano ad aver sempre bisogno di qualcosa e, quindi, a consumare. Se questo consumismo sia una commedia o una tragedia, ai posteri (eventuali) l'ardua sentenza.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

green demetr

Citazione di: Toch il 25 Aprile 2016, 15:03:04 PM
"La società dello spettacolo" é il titolo della sua opera principale.
Il problema é che alcuni paragrafi mi sono davvero incomprensibili. Linguisticamente incomprensibili, diciamo.
Metto un esempio:

Paragrafo 65

Lo spettacolare diffuso accompagna l'abbondanza delle merci, lo sviluppo non perturbato del capitalismo moderno. Qui ogni merce presa a sé è giustificata in nome della gran­dezza della produzione della totalità degli oggetti, dei quali lo spettacolo è un catalogo apologetico. Sulla scena dello spettacolo unificato dell'economia abbondante si fanno avanti affermazioni inconciliabili; così come differenti merci-vedettes sostengono simultaneamente i loro progetti contraddittori di ordinamento della società, dove lo spetta­colo delle automobili vuole una perfetta circolazione che distrugge i vecchi centri urbani, mentre lo spettacolo della città stessa ha bisogno dei quartieri-museo. Dunque il sup­posto appagamento, già problematico, che dovrebbe essere la prerogativa del consumo dell'insieme viene immediata­mente falsificato per il fatto che il consumatore reale può toccare direttamente solo una successione di frammenti di questa felicità mercantile, frammenti dai quali ogni volta è evidentemente assente la qualità attribuita all'insieme.


Uno dei miei ultimi libri letti: e uno dei pochi che ho letto tutto d'un fiato (la prima parte, quella filosofica, la seconda è legata alla politica di allora).
Libro in 2 versioni una degli anni '60, visionaria come poche, e la seconda degli anni '80 in cui si ribadiva che non era cambiato niente.Anche negli ultimi anni della sua vita continuava a sostenere la sostanziale immobilità del sistema.

Ben prima di Baumann e con ben pià acume, essendo la visione filosofica e non sociologica.(benchè ormai sui giornali nelle pagine culturali ormai si usi il termine società liquida).

Non è un opera facile, perchè pressupone un bagaglio culturale ed esperenziale piuttosto vasto.
Ma a mio parere rimane l'opera fondamentale di questo tempo, irrinunciabile per capire il nostro tempo, e comunque pietra miliare con cui fare i conti per la filosofia contemporanea post-marx.


Nel paragrafo da te citato:


Lo spettacolare diffuso accompagna l'abbondanza delle merci

Lo spettacolare è la tesi dell'autore, oggi potremmo intenderlo come flessibilità, mobilità, liquidità, post-idealismo.
In realtà quello che conta è la sua descrizione.
Anche in solo questo frammento, si va a fondo, senza indugio:


la prima caratteristica che troviamo è la PERVASIVITA'.
Nelle città che ormai stanno diventando megalopoli (Tokio, Los Angeles, Rio de Janeiro, Londra etc.) questo meccanismo è diventato ormai un sentimento completamente radicato nella essenza dell'umano agire.
In effetti liquidità definisce meglio questo senso di essere "dentro un acquario".

La seconda è l'ABBONDANZA: questo termine va inteso in senso marxiano di accrescimento infinto del capitale (di cui il capitalismo si nutre).

La terza è L'APOLOGETICA: anche in questo caso si riprende in fin dei conti una intuizione di Marx, legata strettamente al concetto di Feticismo, in cui il soggetto si ribalta nel suo rapporto con l'oggetto.
E' l'oggetto che si fa carico di essere lo "spettacolo", oggi forse, per i più smaliziati fra noi, questo è evidente, ma non sono sicuro che negli '60 lo fosse così tanto; in fine dei conti la visionareità di questa opera è quella di aver inteso il futuro a partire dai MECCANSIMI, che già in quegli anni erano forse più che nei nostri, passibili di CRITICA.

Questo spettacolo viene detto Dogma, in riferimento al pensiero unico dominante, quello capitalista, per cui noi non possiamo togliere le parole Smatphone, Facebook per le nuove generazioni, e Macchina, Museo per quello delle vecchie.
(ovviamente si tratta di esempi!).
Nel particolare la sua presunta irrinunciabilità è a nome della sua diffusione come "merce".
(se tutti hanno la macchina la devo avere anch'io, se tutti hanno facebook lo deve avere anch'io).


La quarta è il carattere di inconciliabilità a livello ideologico. Questo punto è ormai datato, non ha la stessa presa dei primi tre.
Si riferisce ancora a questioni riguardanti la politica, che oggi in un periodo a livello intellettuale dove si parla di MORTE DELLA POLITICA, e in chiave popolare di DISAFEZIONE ALLA POLITICA, fanno tenerezza.
Si allude alla questione di sviluppo sostenibile, parola ancora usata, che non ha alcun senso: la presenza delle macchine, l'edilismo senza freni,  impedisce ad un quartire "storico" di rimanere "tale", se non idealmente come nicchia, come appunto spettacolo (di come "erano" le cose).
In una megalopoli non so più nemmeno se ci sono "centri".

La quinta catatteristica è la FRAMMENTAZIONE, ossia questo abbondanza di merci, ci curva di volta in volta, in una miriade di possibilità di idealmente essere felici, che viene meno anche solo la possibilità che vi sia una unica felicità.
Nella tesi la somma delle felicità nell'uso dei mezzi si risolve in una infelicità del soggetto (inteso come persona).


Spero di averti dato delle coordinate: il libro una volta intesa la questione, la tesi, è piacevolissimo e pieno zeppo di arguzia filosofica e argomentativa.

Poi certo non è un libro per un giovane alle prime armi.

Non penso però il professore chieda tutti i riferimenti, ma che tu ragioni con la tua testa.

Che intenda il senso generale, le sue parole chiave.

ciao!

manda altri paragrafi se vuoi.







Vai avanti tu che mi vien da ridere

Toch

Grazie mille a tutti per l'aiuto  :)
Con le vostre indicazioni sto capendo meglio questo libro all'inizio "distruttivo" xD
Ne approfitto per chiedervi un'altra cosa.
Dato che sto studiando alcune parti dei sistemi filosofici di Marx ed Hegel, per apprendere alcuni richiami presenti in Debord, qualcuno mi potrebbe spiegare che cosa intente Hegel per:
Oggetto
Soggetto
Assoluto 
(Intendo letteralmente, perché ho seguito i suoi procedimenti, ma non riesco a connettere i termini con qualcosa di concreto... croncreto anche nel senso di astratto, cioé: non riesco a collegare questi termini con una definizione che io conosca senza inventare nuovi termini appositi per quello che intende Hegel).
Perché (forse non si è già capito) sono un po' acerbo di filosofia, e alcune spiegazioni proprio non le capisco. (Mi sono laureato in lettere moderne in triennale, e nella magistrale che sto frequentando è richiesta un po' di conoscenza filosofica. Qualcosa in triennale ho studiato, ma di molto approssimativo, dato che avevo solo due esami di filosofia. E alle superiori ho fatto un Itis, indipercui 0 filosofia).
Vi ringrazio ancora  :)

Ivo Nardi

Per evitare che la discussione diventi un minestrone...  :) la invito a proporre la sua domanda con un nuovo topic.
Mi raccomando, che sia chiaro nel titolo il tema trattato.
Grazie  :)
Possiamo dare infinite interpretazioni a un riflesso confuso nell'acqua,
ma l'immagine che dà origine a quel riflesso è soltanto una.

Toch

Ah, chiedo scusa! In effetti potrebbero mischiarsi più concetti, da più autori.
Ma ho posto la mia richiesta solo perché connessa all'argomento del topic.
In ogni caso non credo mi servano altri collegamenti con altri autori, e l'ultima richiesta non è così fondamentale per il mio problema - è più per curiosità personale, e solo in parte per necessità. Per cui potrei anche lasciarla qui.  :)

paul11

Debord è un marxista radicale e utilizza Hegel in quanto la sociietà viene espressa e rappresentata come contraddittoria, in cui le persone umane  hanno vite non vere proprio perchè è la contraddiziione che viene presa per vera e lo spettacolo è l'emrgere del falso per vero. La descrizione sociologica è tipicamente marxista, in quanto l'organizzazione della produzione è il modello che viene replicato nell'organizzazione umana sociale,
Nella dialettica di Hegel l'astratto è la contraddizione e il concreto è il concetto vero dell'autocoscienza..
Tutto ciò che è separato è astratto e contraddittorio,:la divisione sociale del lavoro, i rapporti di produzione, la divisione  delle conoscenze, in Marx il concreto dell'astratto diventa l'autocoscienza della classe sfruttata che prende coscienza come lotta di classe.

In fondo potremmo dire seguendo le metafore di Debord che i centri commerciali diventano i santuari dello spettacolo capitalistico

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