Credete nel libero arbitrio?

Aperto da Socrate78, 25 Dicembre 2020, 17:21:25 PM

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Phil

@Alexander
Rispondo didascalico, perché non era mia intenzione riavvolgere il nastro della conversazione; tuttavia sarebbe scortesia non rispondere alle tue osservazioni (cercando di dissipare sostanziali fraintendimenti e augurandomi non di non generarne altri).

Citazione di: Alexander il 06 Gennaio 2021, 13:49:09 PM
I condizionamenti sono innumerevoli ( e trovo veramente riduzionista ridurli al sistema neurologico, che ha sì un'importanza fondamentale, ma ce ne sono tantissimi altri).
Se ti riferisci alla nostra conversazione, non li ho ridotti solo al sistema neurologico: se vedi la lista citata più volte (al punto che la davo ormai per chiarita), spesso abbreviata dal consueto «etc.», ho parlato anche di input del contesto esterno, condizionamenti culturali, etc.

Citazione di: Alexander il 06 Gennaio 2021, 13:49:09 PM
Tu hai un concetto di libertà, come ho già rilevato, che la nega perché condizionata,
Non nego la libertà, ma ne sono scettico (per questo faccio domande): constato l'oggettività dei condizionamenti e chiedo a chi crede nella libertà di fondarla; non di dimostrarmi che è, indubbiamente, un concetto con una sua storia, una sua utilità, una sua plausibilià, un suo fascino, etc. Per «fondarla», non intedo banalmente giustificarla con esempi concreti di «libertà di» che, semanticamente, presuppongono il concetto stesso di libertà (che giustifica la «libertà di», che giustifica la «libertà», che dà senso alla «libertà di», etc. in uno sfuggente girotondo logico, piuttosto insoddisfacente per chi cerca un fondamento solido ed epistemico).

Citazione di: Alexander il 06 Gennaio 2021, 13:49:09 PM
non esiste fenomeno o concetto nell'universo che non lo sia  e allora sarebbero tutti irreali.
Essere condizionato non comporta essere irreale: la mia esistenza è condizionata, ma non la ritengo irreale.

Citazione di: Alexander il 06 Gennaio 2021, 13:49:09 PM
Cambiare termine non serve a nulla praticamente e non lo si può fare per editto ("La libertà non esiste più, esiste solo la possibilità condizionata").
Non ho proposto di cancellare dai vocabolari «libertà», ma solo, seguendo un tuo spunto, di riflettere, abbandonata (dati gli evitamenti) la questione del fondamento, sull'uso linguistico di «libertà», considerando come la sua vaghezza non deponga a favore di una sua chiara fruibilità.

Citazione di: Alexander il 06 Gennaio 2021, 13:49:09 PM
Negare il concetto di libertà con un processo puramente logico "a ritroso" e che poi, arbitrarmente s'arresta  ad un certo punto, non ha senso a mio parere. (la volontà è determinata dal sistema nervoso centrale, che è determinato dall'azione di neuroni, che sono determinati da...e così via all'infinito)
Come già detto (resto fiducioso che si legga bene ciò che scrivo, scusandomi comunque per le ripetizioni), ammesso e non concesso che qualcuno abbia proposto questo processo puramente logico (come se non ci potessero essere anche cause e fondamenti empirici), non può esserci comunque un regresso all'infinito, perché si arriverebbe inevitabilmente al punto in cui l'individuo nasce come tale (e direi che non avrebbe senso regredire oltre per analizzare la sua volontà individuale, salvo non aver almeno chiarito e spiegato tutto ciò che segue la sua nascita; il che sarebbe, per me, già un gran risultato).


P.s.
La definizione di un concetto non ne implica l'esistenza reale (ma, appunto, quella concettuale); sulle enciclopedie trovi anche la definizione di concetti ed enti di cui è stato dimostrato che non hanno fondamento nella realtà, non esistono (per questo indagare il fondamento dei concetti non è filosoficamente inutile, ma capisco che in qualche caso ciò richieda una radicalità non facilmente "comunicabile", almeno per me).

bobmax

Incontrare lo sguardo della Medusa non è così difficile...
Il mondo politico, imprenditoriale, professionale, e sì, pure il cosiddetto intellettuale, stanno involvendo.
E' in atto un reflusso che a solo osservarlo fa tremare i polsi.
Che ne sarà delle nuove generazioni?

Ciò che più preoccupa è l'abbandono della fede nella Verità.
Che si può riscontrare un po' dovunque. Pure qui.
Come si può riscontrare nella sequela di interventi su questo argomento.
Sembra proprio di assistere a un liberi tutti!

Sconcerto che non riguarda certo la legittima posizione a favore del libero arbitrio, ma il modo con cui la si sostiene.
Che non è dissimile da come ferventi credenti affermano l'esistenza di Dio convinti di averla dimostrata...

Vi è chi sostiene il libero arbitrio con la medesima foga e senza alcuna prova concreta. E magari sono gli stessi che guardano con sufficienza quei creduloni dei credenti...

Ma questa è la situazione:

La logica diventa "metafisica"...
Se voglio fare qualcosa e vi riesco, ciò dimostra il mio libero arbitrio...
La mia volontà è libera perché lo constato...
Il libero arbitrio esiste senz'altro perché se no la responsabilità...
L'applicazione della logica per concetti è... sibillina.
Il relativismo dimostra la libertà...

Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Alexander

#92
Buonasera Phil


Non per ripetermi anch'io...


Un individuo non nasce "come tale" senza condizioni, in un preciso momento deciso  per convenzione (tre mesi? Cinque mesi se è handiccapato? ecc.). Vedi che è arbitrario il fermarsi ad un certo punto se andiamo in cerca degli eventuali condizionamenti "a ritroso"? E in ogni caso non cambia la sostanza in quanto il concetto di libertà non è legato alle condizioni, ma alle costrizioni estrinseche all'individuo. Faccio un ulteriore esempio: Un indiano vive in una riserva nell'ottocento. Può scegliere di uscire o restarci dentro? Sì, ma se esce può essere ucciso. La possibilità di scelta esiste, ma non la libertà  di farlo. Un indiano libero del novecento decide di uscire dalla riserva.Può farlo? Sì , perché la sua libertà è giuridicamente fondata; nessuno può ucciderlo. Questo è il fondamento della libertà, che non è solo scelta possibile. E' ininfluente al concetto stesso se l'indiano è spinto ad uscire per cacciare il bisonte o perché spinto dall'ardore verso una bella ragazza bianca. Se sono giuridicamente libero di farlo sono libero, se non lo sono giuridicamente non lo sono. La possibilità viene negata. Le motivazioni e condizioni che mi spingono a farlo rispondono ad altre domande: perché hai fame? Perché desideri la ragazza bianca? Perché il tuo animo ti spinge a voler uscire? ecc.ecc.Ma il punto è semplice: sono libero di farlo se lo voglio, indipendentemente da ciò che mi spinge a farlo?
La libertà è un concetto inerente le possibilità dell'agire. Non è un concetto metafisico. Per questo paradossalmente affermavo che il concetto di libertà può esistere solo in presenza di condizioni.


P.S.Nel caso del "libero arbitrio" la scelta libera tra il bene e il male è sempre subordinata all'essere in presenza di Dio, il che presuppone un atto di fede (credo che Dio mi abbia dato questa possibilità, indipendentemente, anche qui, dalle mie condizioni).

Ipazia

Citazione di: Phil il 06 Gennaio 2021, 12:57:56 PM
P.s.
Forse una delle difficoltà nell'indagare il fondamento onto-logico ed epistemico (@Ipazia: intendo neurale e razionale, non ideal-metafisico, o circolarmente a posteriori come fanno etica ed etologia) della libertà, al di là delle comprensibili resistenze psicologiche, è che ormai è un concetto troppo consolidato e ritenuto imprescindibile, pur nella sua vaghezza (al punto che chi lo mette in questione viene interpretato, come è accaduto, in veste di cultore di una libertà assoluta, quasi fosse inevitabile dover credere ad una qualche forma di libertà, qualunque sia il suo fantomatico "referente", senza farsi troppe domande fenomeno-logiche).

Il fondamento ontologico, fenomenologico ed epistemico della liberta è contenuto nella definizione di wp riportato da Alexander. Essendo un concetto differenziale, e non assoluto, la libertà necessita di un referimento "normale", esente da costrinzioni "estrinseche" come postava un utente tempo fa, dello stato di libertà che va contestualizzato al livello di realtà in cui si applica il concetto.

Nello stato di natura un animale è libero finchè non viene rinchiuso in una gabbia. Nella dimensione antropologica le costrizioni "neurologiche e razionali"  vanno correlate ad un contesto sociale e clinico di "pensare, esprimersi e agire senza costrizioni (cit.). Nella dimensione sociale il concetto di libertà è intersoggettivo e si concretizza nella partecipazione alle decisioni (Gaber-Luporini). Inter pares, per cui si coniuga naturalmente col concetto di uguaglianza in quanto le condizioni di disuguaglianza comportano margini di libertà inferiore per chi è nella condizione più sfavorevole. Sempre a rischio di perdere del tutto la libertà.

Essendo una fattispecie etologica sopporta lo stiracchiamento metafisico fino ad un certo punto e necessita di stampelle empiriche per potersi manifestare e fondare. Pertanto l'esemplificazione concreta diventa, epistemologicamente, parte del concetto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve. Una cosa non ho capito : c'è qualcuno che voglia e possa spiegarmi in quale modo si può prendere una qualsiasi decisione senza essere influenzati dai propri contenuti psichici (istintuali, patologici od esperienziali che possano essere) ?.




Secondo voi esistono persone prive di contenuti psichici orientanti e/o plasmanti in tutto od in parte le funzioni mentali, tra le quali ovviamente si collocano coscienzialità, raziocinio, volitività ?.


Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Alexander


Buona sera viator


cit. Salve. Una cosa non ho capito : c'è qualcuno che voglia e possa spiegarmi in quale modo si può prendere una qualsiasi decisione senza essere influenzati dai propri contenuti psichici (istintuali, patologici od esperienziali che possano essere) ?.


Infatti non si può prendere. Ma influenzati non è necessariamente predeterminati. Con un esempio (scusa ma sono un maniaco degli esempi): non si può certo dipingere un quadro senza i colori, ma il dipinto realizzato non è semplicemente la somma dei colori. E' un esempio solamente, con i suoi limiti. Quel che voglio dire è che necessariamente siamo condizionati/influenzati dai nostri contenuti ma li elaboriamo anche, con esiti a volte imprevedibili.


cit.Secondo voi esistono persone prive di contenuti psichici orientanti e/o plasmanti in tutto od in parte le funzioni mentali, tra le quali ovviamente si collocano coscienzialità, raziocinio, volitività ?.


Credo che esistano individuo "microcefali" (non so se è il termine esatto) in cui questi contenuti sono estremamente limitati. E' chiaro che, in queste condizioni non possono certo esprimere delle scelte volontarie (bisogna però anche valutare l'istintualità del corpo). Non sono in grado di dare una risposta certa. Ogni caso è a sé. Per me conservano la dignità di "persone", anche se incapaci di intendere e volere. Proprio perché incapaci di volere, e quindi di scegliere,  i concetti di libertà e   dignità della persona sono importanti per garantire i loro diritti giuridici.

viator

Salve alexander: Preciso, inserendo mie grassettature all'interno del tuo testo :


Citazione di: Alexander il 06 Gennaio 2021, 20:05:11 PM
Buona sera viator


cit. Salve. Una cosa non ho capito : c'è qualcuno che voglia e possa spiegarmi in quale modo si può prendere una qualsiasi decisione senza essere influenzati dai propri contenuti psichici (istintuali, patologici od esperienziali che possano essere) ?.


Infatti non si può prendere. Ma influenzati non è necessariamente predeterminati. Con un esempio (scusa ma sono un maniaco degli esempi): non si può certo dipingere un quadro senza i colori, ma il dipinto realizzato non è semplicemente la somma dei colori. E' un esempio solamente, con i suoi limiti. Quel che voglio dire è che necessariamente siamo condizionati/influenzati dai nostri contenuti ma li elaboriamo anche, con esiti a volte imprevedibili.(ovvero, l'elaborazione infatti, quando abbia effetti imprevedibili, avrà tali effetti appunto perchè effettuata dalla psiche (l'inconscio istintuale o non istintuale). Quindi l'azione della psiche (cioè di un ambito esterno alla volontà) finirà sempre per condizionare la successiva, posteriore elaborazione consapevole (cioè la creduta ma inesistente libertà di scelta) effettuata dalla volontà che qualcuno potrà credere libera, mentre invece essa risulta sempre appunto condizionata da ciò che la "circonda").


cit.Secondo voi esistono persone prive di contenuti psichici orientanti e/o plasmanti in tutto od in parte le funzioni mentali, tra le quali ovviamente si collocano coscienzialità, raziocinio, volitività ?.


Credo che esistano individuo "microcefali" (non so se è il termine esatto) in cui questi contenuti sono estremamente limitati. E' chiaro che, in queste condizioni non possono certo esprimere delle scelte volontarie (questi vanno ovviamente esclusi dato che tu stesso dai per mancante in loro una compiuta (quindi "libera") volitività) (bisogna però anche valutare l'istintualità del corpo)(appunto : istinto che è presente ed attivo in qualsiasi processo decisionale sia nei minorati che dei normodotati che dei maggiorati psicomentali). Non sono in grado di dare una risposta certa. Ogni caso è a sé. Per me conservano la dignità di "persone", anche se incapaci di intendere e volere. Proprio perché incapaci di volere, e quindi di scegliere, i concetti di libertà e   dignità della persona sono importanti per garantire i loro diritti giuridici (e che c'entra la loro dignità di persone o di cittadini con il loro grado di libertà nel confronti di tutto ciò che può influire sulle loro decisioni ?).

Amichevoli saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Phil

@Bobmax
Concordo con le tue "perplessità" riguardo l'argomentare per sostenere alcune ipotesi (passi falsi logici, spiegati nei manuali, prima che contenutistici), pur apprezzando sicuramente il rispondere pacato e disponibile degli interlocutori (soprattutto Alexander). Riguardo la «fede nella Verità»(cit.), devo invece deluderti: anch'io sono fra i suoi orfani (o meglio, ho scoperto che mi aveva solo adottato, non ero figlio suo, quindi sono fuggito dalla sua casa... farò come il figliuol prodigo? Non posso escluderlo a priori).

@Alexander
Citazione di: Alexander il 06 Gennaio 2021, 18:29:36 PM
Nel caso del "libero arbitrio" la scelta libera tra il bene e il male è sempre subordinata all'essere in presenza di Dio, il che presuppone un atto di fede (credo che Dio mi abbia dato questa possibilità, indipendentemente, anche qui, dalle mie condizioni).
La fede è un tipo di fondamento del libero arbitrio che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni o approfondimenti (essendo già noto).

@Ipazia
La definizione di wikipedia non mi pare contenga addirittura «il fondamento ontologico, fenomenologico ed epistemico della libertà»(cit.), come d'altronde è normale per molte definizioni in quanto tali; la citazione parla infatti di «senza costrizioni» (dopo tutte quelle che abbiamo già individuato), «volontà» (la cui libertà è il nocciolo della questione) e «libera scelta» (usare «libera» parlando di «libertà» è sintomatico) senza fondare o argomentare nulla di tutto ciò (le definizioni infatti affermano, non dimostrano; vedi, come già detto, le definizioni di enti o concetti privi di fondamento attendibile).

Ipazia

La parola chiave presente nella definizione wp che fonda ontologicamente - e di seguito tutto il resto - la libertà è: assenza di costrizioni.

Indipendentemente da tutti i vincoli che possono aver condizionato la mia visione del mondo, la mia personalità e il mio stato fisico e mentale io sono libero se posso decidere la mia azione. Certamente d.j.Fabo non ha scelto la sua invalidità, ma ha potuto scegliere - in Svizzera e in assenza di costrizioni - di porre fine alla sua sofferenza con un libero atto di volontà.

Essendo la libertà uno stato e non un ente essa può essere definita soltanto descrivendo lo stato medesimo. WP cita una sequenza di piani del reale in cui l'uso del concetto libertà è fenomenologicamente pertinente.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Sì Phil, vedo questo tuo distacco. Che cerchi di mantenere con determinazione.

Ma non è anch'esso manifestazione della fede nella Verità?

L'uomo che non vuole ingannarsi, costi quello che costi, mette in discussione ogni cosa, anche la verità.

Ma è questo comunque un gesto d'amore, seppur inconsapevole, che di fonda paradossalmente sulla stessa Verità.

Non solo sei figliol prodigo, sei pure figlio unigenito.

Infatti ci sei solo tu e... la Verità.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Credere nel libero arbitrio è senz'altro legittimo. Ed è probabilmente l'unico modo per confermarne l'esistenza: lo si crede.

Ma il credere che il libero arbitrio sia un dono di Dio, non è un atto di fede. Bensì una superstizione. Una superstizione che a ben guardare sconfina nella bestemmia.

L'unica autentica fede, è infatti fede nella Verità. Che è a tutti gli effetti fede nel Nulla.
Dio = Nulla.

Voler credere vero qualcosa di non dimostrabile, chiamando in causa Dio, consiste nel nominare Dio invano.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Alexander

#101

Buongiorno a tutti


viator




La libertà riguarda le costrizioni esterne alla volontà, non le condizioni interne. Non sono libero se le costrizioni esterne alla mia volontà mi impediscono di esercitarla, qualunque siano le condizioni interne che muovono la volontà stessa . Nell'esempio pertinente riportato da Ipazia le volontà del malato di porre fine alla sua sofferenza erano certamente condizionate dal suo stato psicofisico (probabilmente non avrebbe desiderato di morire se fosse stato sano), ma la sua libertà di porre in atto il suo desiderio era negata (costrizione)  da fattori a lui esterni. Non era libero di esercitare la sua volontà di morire. Nel caso di un minorato psichico grave, può non avere strumenti adeguati per manifestare una qualche volontà. Il problema diventa quindi quello della volontà degli altri di tutelarlo o meno.
In senso più ampio penso che si dovrebbe parlare di volontà non come una monade, ma come una pluralità di intenzioni razionali consapevoli e desideri inconsci, che quasi sempre confliggono fra loro per determinare una scelta. Spesso un potente desiderio viene bloccato da una ferma decisione razionale.


Bobmax


Nella visione cristiano cattolica e ortodossa il libero arbitrio appare necessario. Se la scelta tra il bene e il male è predeterminata e l'anima può solo sottomettercisi viene a mancare la possibilità di amare liberamente Dio stesso. In questo caso non saremmo fatti " a sua immagine e somiglianza" , ma dei burattini nelle mani di un despota capriccioso che muove tutti i fili. Il grado di libertà concesso, che non è assoluto, permette la libera scelta. Notiamo che, anche in questa tradizione religiosa, l'anima, che viene vista come ciò che permette la scelta tra bene  e male, viene creata da Dio con l'ineffabile desiderio che la condiziona di "ritornare" a lui, di cercarlo (il famoso salmo 41- "L'anima mia ha sete del Dio vivente").
l'"aprirsi alla Verità" di cui parli sarebbe possibile senza un seppur minimo grado di libertà? Penso di no perché, in una visione rigidamente deterministica, come quella spiegata da Phil, sei solamente costretto ad "aprirti",  e un altro costretto a non aprirsi (sei costretto a credere in Dio, sei costretto a non credere in Dio, sei costretto ad essere relativista, sei costretto ad essere assolutista, di destra, di sinistra,ecc.), visto che ogni scelta che fai non è "libera", in quest'ottica, ma predeterminata rigidamente dalla forza interna predominante.



Scrivi "Dio=Nulla" cioè, se intendo bene: è negando l'essere che lo si afferma.
Da un altro punto di vista è vero anche il contrario: è affermandolo che lo si nega. (Abhinavagupta). Sono piuttosto d'accordo.

Usare le parole è un'arte difficile. Le parole ed i ragionamenti hanno un significato nobile o, meglio, illuminativo soltanto se usate a guisa del classico rametto incandescente che svanisce nel fuoco da esso stesso acceso (metafora imperfetta, ovviamente, dato che il Fuoco-Realtà non si accende e non si spegne).

bobmax

Alexander

Le religioni sono tutte intrise di superstizione.
E il libero arbitrio è una di queste.

Se vuoi rimanere nell'ambito del cristianesimo, dovresti rivolgerti alla sua mistica, piuttosto che alle sue chiese.
Le chiese sono infatti fondate sul dogma, e il dogma non è che superstizione.

La fede nella Verità implica il non dare nulla per scontato.
E invece la superstizione consiste nel voler credere vero ciò che non mostra alcun fondamento.

La superstizione è pressoché inevitabile. Occorre ogni sforzo per combatterla. E l'unica possibilità è la fede nella Verità.

Per esempio guarda quante superstizioni in questo tuo breve scritto:

"Se la scelta tra il bene e il male è predeterminata e l'anima può solo sottomettercisi viene a mancare la possibilità di amare liberamente Dio stesso. In questo caso non saremmo fatti " a sua immagine e somiglianza" , ma dei burattini nelle mani di un despota capriccioso che muove tutti i fili."

Ne elenco alcune:

Fatti a sua immagine e somiglianza
Su che base affermi ciò? Non è forse che una superstizione?

La scelta è predeterminata

E perché mai? E il caso dove lo metti? E inoltre davvero credi che il divenire sia una verità assoluta?
Altra superstizione.

Burattini nelle mani di un despota...

Dai per scontato l'io.
Ma se non esiste il libero arbitrio non vi è neppure un io!

E poi... davvero poca fede chi necessita di avere un'anima distinta dall'Uno.
Altra superstizione.

Parli dell'Uno, ma non vedi che Dio ama se stesso.

Sì, occorre aprirsi alla Verità.
E questa è forse l'unica autentica libertà.

Ma in che senso è una scelta libera?
Dove si fonda questa libertà, se il libero arbitrio è un'illusione, se lo stesso io è inesistente?

Non è forse sempre nel Padre che vi è la libertà? E non è dal Padre che al figlio unigenito giunge la Grazia che permette il ritorno del figliol prodigo?

Tu sei il figlio unigenito. Tutto ciò che ti circonda, e pure i tuoi pensieri, i sentimenti, la tua stessa volontà, non sono che Dio.

Ci sei solo tu e Dio.
Finché non ritorni al Padre.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Phil

@Ipazia
In risposta ad un post in cui si osserva che le definizioni affermano, ma non dimostrano, fornisci alcune affermazioni presentate come "fondamento": la libertà è x, Tizio ha compiuto una libera scelta, la libertà si usa in diversi ambiti, etc. si tratta dunque di fondamenti "assiomatici", nel senso che (presup)poni alcune proposizioni come vere e poi le usi per dimostrare qualcosa? Eppure tali proposizioni contengono già ciò che si dovrebbe dimostrare (come da petitio principii).
Quando si crede fermamente in qualcosa (il che non è un reato), c'è il rischio (se lo si considera tale) di incappare nel cosiddetto «confirmation bias»: trovare conferma delle proprie credenze in ogni occasione possibile, anche quando non c'è autentica pertinenza (capita molto nelle religioni, tipico esempio di fede).
Più in dettaglio:
Citazione di: Ipazia il 06 Gennaio 2021, 22:59:11 PM
La parola chiave presente nella definizione wp che fonda ontologicamente - e di seguito tutto il resto - la libertà è: assenza di costrizioni.
Di nuovo: fondare non significa semplicemente affermare: se una definizione afferma che Dio è l'ente creatore del mondo (o simili), abbiamo forse fondato ontologicamente il creazionismo? Servono ragionamenti, constatazioni, argomentazioni, etc. tanto più comprensibili quanto più logicamente solidi. Altrimenti siamo ancora nel circolo vizioso che usa il demonstrandum (ciò che va dimostrato) come premessa apoditticamente vera.

Citazione di: Ipazia il 06 Gennaio 2021, 22:59:11 PM
WP cita una sequenza di piani del reale in cui l'uso del concetto libertà è fenomenologicamente pertinente.
Vedi sopra: se elenchiamo i piani del reale in cui l'uso del concetto di «dio» è fenomenologicamente pertinente (intendevo fenomenologia à la Husserl, avrei dovuto precisarlo), che peso argomentativo e fondazionale ha (per la sua esistenza reale, non solo come concetto, meme culturale, etc.)?

Citazione di: Ipazia il 06 Gennaio 2021, 22:59:11 PM
io sono libero se posso decidere la mia azione.
Sulla contiguità fra «sono libero» e «posso» siamo d'accordo (v. sopra il discorso sulla «possibilità»), ma restiamo ancora alle affermazioni; dov'è il fondamento o l'argomentazione pro-libertà? Sono libero perché posso decidere, decido perché sono libero di scegliere, e ovviamente posso scegliere solo perché sono libero (altrimenti non potrei), tale libertà fonda la possibilità di scegliere, la quale dà adito alla libertà di scelta, che è una prova della libertà, che consente la libera scelta, che... etc.
Non ho motivo di mettere in scena il "bis" della conversazione con Alexander; se vuoi approfondire la questione del fondamento, mi permetto di rimandarti alle pagine precedenti dove trovi già molte domande sull'argomento (che le risposte di Alexander mi hanno aiutato e riformulare in vari modi).

Citazione di: Ipazia il 06 Gennaio 2021, 22:59:11 PM
Certamente d.j.Fabo non ha scelto la sua invalidità, ma ha potuto scegliere - in Svizzera e in assenza di costrizioni - di porre fine alla sua sofferenza con un libero atto di volontà.
Libero atto di volontà: «libero» in base a cosa? Come la volontà è (parzialmente o meno) libera (da/di)? Vedi ancora tutte le domande delle pagine precedenti sulla libertà di volere; possibilmente senza ricadere nell'errore di esternalizzare la libertà di volere, identificandola con il fatto che egli non aveva condizionamenti esterni, confondendo così libertà d'azione, giuridica o altro e libertà-di-volere/libero-arbitrio (oggetto delle mie domande).

La volontà è interna all'individuo, se è libera, tale libertà deve essere radicata altrettanto internamente (finché parliamo di libertà di volere); altrimenti (se confondiamo interno ed esterno, volontà ed azione), usando un esempio estremo (fantasioso, non da prendere alla lettera), se la volontà fosse solo un "software deterministico" ovvero privo di qualsiasi libero arbitrio, in assenza di condizionamenti esterni si ritroverebbe ad essere allo stesso tempo etichettabile come "libero", non avendo costrizioni esterne, e deterministico, essendo pre-programmato. Così finiremmo (fallacemente direi) per concludere che uno sportello bancomat ha "libertà di scelta" finché non ha costrizioni che ne impediscono il funzionamento esterno.
Qual è dunque la differenza fra noi e un bancomat, se entrambi siamo liberi da vincoli esterni che condizionano il nostro agire? Che noi abbiamo una volontà1? Ma la nostra volontà è davvero libera (di volere, non di agire esternamente)? Pare ci sia una serie di condizionamenti interni (neurologici, mnemonici, cognitivi, genetici, etc.), oltre che esterni (contesto, input culturali, etc.) con cui la volontà debba far i conti perché la determinano (fondandola oggettivamente, epistemologicamente, ontologicamente, etc.).
Aggiungere la libertà ad una volontà condizionata è surrettizio, almeno fino a prova (non «affermazione») contraria, ovvero ci sono dei condizionamenti oggettivi a cui accostiamo un'eccedenza che ne esula, senza tuttavia dimostrarla o fondarla (per ora). Affermare che ci sono fattori condizionanti che determinano la volontà, ma poi c'è qualcosa di non condizionato, che costituisce la liberta, è un po' come dire che constatiamo la mortalità dell'uomo, ma c'è anche qualcosa di non mortale che ne costituisce l'immortalità; in entrambi i casi abbiamo qualcosa di oggettivo (i condizionamenti, la mortalità) a cui associamo qualcosa di ipotetico, che eccede l'oggettività constatata, ma non viene argomentato (se non affermandolo).
La differenza fra l'immortalità di una parte dell'uomo e la libertà condizionata è che la libertà la constatiamo, mentre l'immortalità no? L'esempio dell'immortalità vuole essere una similitudine esplicativa, non un parallelismo perfetto o l'oggetto dell'argomento, resta comunque vero (come da suddetto bias) che proprio come chi "vede" la libertà di volere (attenzione: non di agire) esprimersi nelle azioni, altrettanto alcuni "vedono" il karma, o l'azione dei santi, di dio o altro, manifestarsi in eventi e fatti, considerati fallacemente come evidenze e fondamenti delle proprie credenze.


1Prima che qualcuno "mi faccia dire" che «gli uomini sono dei bancomat bipedi», inviterei a tenere in mente le numerose differenze (biologiche, di plasticità cerebrale, di interazione sociale, etc.) che rendono l'uomo differente da un bancomat e che do per scontate (oltre che off topic).

Alexander


Buongiorno bobmax


Io ho solo riportato quali sono le ragioni teologiche per cui si è postulato il "libero arbitrio" nel Cristianesimo. Non ho detto che le condivido. Hanno il loro senso all'interno del credo cristiano. Credo che non si fonda su motivazioni logiche o empiriche, essendo  basato sulla fede in un'epifania.Non capisco perché mi tacci da superstizioso. Ho fatto anche uno sforzo per cercare di interpretare come meglio posso il tuo scritto, che appare piuttosto criptico (linguaggio mistico).

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