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LOGOS - Argomenti => Tematiche Filosofiche => Discussione aperta da: viator il 07 Agosto 2020, 12:32:14 PM

Titolo: Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: viator il 07 Agosto 2020, 12:32:14 PM
Salve. Un'altra delle mie sia minime che stupide riflessioni.


Avete presente il viaggio di scoperta di Cristoforo Colombo ?.
Egli un bel dì partì poichè era convinto (non perchè ci fosse mai stato, ma solo perchè altri gli avevano assicurato) che esistessero le Indie.
Se non l'avesse creduto, non credo sarebbe partito.


Egli inoltre si formò la convinzione che, navigando verso occidente (cioè tenendo un ben preciso comportamento) avrebbe potuto raggiungere più comodamente ciò in cui credeva e che pensava avesse certe utili caratteristiche (Le Indie).


Quindi si imbarcò verso occidente pieno di fede in ciò che credeva (il raggiungimento delle Indie).


Dopo le note traversie ed ansie egli ed i suoi avvistarono la terraferma. Giubilo. Stava per realizzarsi l'obiettivo della loro fede. Cioè la conferma che ciò che essi credevano non solo (come detto da tanti alla loro partenza) esisteva, ma risultava pure raggiungibile, e perdipiù per vie non convenzionali.


Io supporgo che moltissimi (ipotizzabilmente, magari TUTTI) credano di credere in Dio allo stesso modo in cui Colombo credeva di aver raggiunto le Indie.


Autonomamente, oppure per suggestione proveniente da altri, essi si trovano a credere in un Dio-Indie Occidentali che si trova (in entrambe le direzioni) al di là dell'al di qua (mi perdoni il buon Jean).


E se quello in cui essi credono e che chiamano Dio, una volta raggiuntolo, si rivelasse ben diverso da quello che si aspettavano ? Qualcuno mi dirà che in fondo è solo questione di nomi poichè l'isola di sbarco passerà dal chiamarsi Dio al chiamarsi S.Salvador-Guanahani. Saluti.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: anthonyi il 07 Agosto 2020, 14:17:13 PM

E' una similitudine interessante quella che fai, viator. Cristoforo Colombo credeva che avrebbe raggiunto qualcosa, poi si trovò ad aver raggiunto qualcos'altro, resta il fatto che è arrivato perché è partito, ed è partito perché aveva fede.
E' la fede la cosa importante, al di là dello specifico contenuto ontologico che il credente non può neanche immaginare perché non  ha mai avuto esperienza dell'aldilà.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: Brugmansia il 07 Agosto 2020, 15:20:15 PM
Scusate se non mi esprimo bene come voi.
Ho le vertigini solo a immaginare l'universo infinito... figuriamoci a postulare come sia nato.
Credere in Dio o, al contrario, non credere affatto: mi sembra presuntuoso anche avere un'idea.
La domanda che mi faccio è: si vive meglio da credenti o da atei?
Si vive meglio con la convinzione di essere il frutto di un'idea creatrice o con la certezza di essere il risultato di una somma di fortunate casualità di cui poi non resterà più niente?
Direi che vivere con l'illusione di Dio sia più facile. La morte non è veramente tale e per qualcuno esiste anche un riscatto meritocratico (paradiso, karma).
Ma, una volta giunti al dunque?
Se non esiste niente: PUF! Sei morto, finisce lì.
Avevi torto. Pazienza: la fede ti ha permesso di vivere una vita più "leggera".
In virtù di questo, forse hai avuto ragione.
Oppure, in punto di morte, vedi qualcosa.
Ma se il tunnel di luce, le proiezioni extracorporee e altro, fossero solo chimica cerebrale per agevolare il trapasso?
E, per buttar lì un'altra teoria, la sopravvivenza di te in forma di energia, ma senza coscienza né ricordi, in cosa differisce dal concetto di morte in un ateo?
Confesso di invidiare chi ha una certezza. Di qualsiasi tipo.
L'arte, la filosofia, l'esoterismo, la scienza... sono tutte figlie di questo non darsi pace. Noi umani portiamo il fardello più grosso. Come si fa a (con)vivere con questi pensieri? Solo tentativi e teorie, che hanno portato progresso (anche il regresso del progresso speso male) ma nessuna risposta.
Fiorisce l'industria della distrazione, perché è meglio non pensarci.
Mi stordisco col cibo, col vino, col sesso, Netflix, la Playstation. Accumulo oggetti e poi perdo altro tempo per disfarmene e sostituirli con altri (magari più ecocompatibili, così la terra muore più lentamente e io crepo prima).
Trascorrono gli anni, alla fine forse una grave patologia mi desta dal torpore.
Se vinco, probabilmente tornerò a inebetirmi selvaggiamente.
Se perdo, a qualcuno toccheranno i dettagli dello smaltimento della mia carcassa (non è più un mio problema).
A me sembra che siamo sempre più disperati. Non si può avere fede per forza.
Ci vorrebbe una ricetta semplice e veloce per la speranza.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: InVerno il 07 Agosto 2020, 15:47:48 PM
Citazione di: viator il 07 Agosto 2020, 12:32:14 PM
Salve. Un'altra delle mie sia minime che stupide riflessioni.


Avete presente il viaggio di scoperta di Cristoforo Colombo ?.
Egli un bel dì partì poichè era convinto (non perchè ci fosse mai stato, ma solo perchè altri gli avevano assicurato) che esistessero le Indie.
Se non l'avesse creduto, non credo sarebbe partito.


Egli inoltre si formò la convinzione che, navigando verso occidente (cioè tenendo un ben preciso comportamento) avrebbe potuto raggiungere più comodamente ciò in cui credeva e che pensava avesse certe utili caratteristiche (Le Indie).


Quindi si imbarcò verso occidente pieno di fede in ciò che credeva (il raggiungimento delle Indie).


Dopo le note traversie ed ansie egli ed i suoi avvistarono la terraferma. Giubilo. Stava per realizzarsi l'obiettivo della loro fede. Cioè la conferma che ciò che essi credevano non solo (come detto da tanti alla loro partenza) esisteva, ma risultava pure raggiungibile, e perdipiù per vie non convenzionali.


Io supporgo che moltissimi (ipotizzabilmente, magari TUTTI) credano di credere in Dio allo stesso modo in cui Colombo credeva di aver raggiunto le Indie.

Esiste un concetto che racchiude tutto questo, ovvero la "serendipità", forse ne sei già a conoscenza, lo faccio notare solamente perchè secondo me è un concetto molto interessante se analizzato a tutto tondo, al di là della specifica questione di fede. Come cita la pagina di wikipedia dedicata : "La serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino." E anche questo sarebbe un evento da analizzare bene, che ci faceva la figlia del contadino infilata nel pagliaio? Si è nascosta sapendo che qualcuno cercava un ago? Lo stesso si può, forse, dire di Dio.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: viator il 07 Agosto 2020, 17:35:37 PM
 Salve brugmansia. Citandoti : "La domanda che mi faccio è: si vive meglio da credenti o da atei? ".


Ovviamente da credenti. Il credente è colui che (si spera !) si è fatto delle domande e si è dato (mica tutti . Moltissimi hanno preferito la scorciatoia delle risposte altrui) delle risposte.

Anche se esiste una via più brutale e più soddisfacente per vivere TALMENTE MEGLIO da raggiungere la felicità : non farsi mai domande.


Ora, cos'è la felicità : semplice : essa consiste in una condizione nella quale si sono soddisfatti o si sono eliminati tutti i bisogni e tutti i desideri. Impossibile essere infelice per chi non desidera nulla e non è costretto a nulla, no ?


Farsi delle domande significa desiderare delle risposte, no? Quindi significa non riuscire ad essere felici sinchè non elimineremo – dando loro una QUALSIASI risposta – le domande.


Quindi l'importante non è che la risposta sia vera (figuriamoci !), ma basterà che noi crediamo nella risposta.




Credo così di aver risposto PSICHICAMENTE al tuo quesito il quale però, dal punto di vista logico-filosofico è perfettamente privo di senso, riguardando un aspetto che ti risparmio, quello della condizione (o soddisfazione) esistenziale delle diverse persone,la quale è impenetrabilmente soggettiva ed assolutamente non comparabile.




Sarebbe come chiedersi : ma Tizio, che oggi ha davanti a sè una mezza montagna di cibo, tenderà a stare meglio o peggio di Caio, il quale oggi ha davanti solo due bocconi di pane ? Beh, dipende. Se Tizio è abituato ad avere davanti ogn giorno una INTERA montagna di cibo, mentre Caio solitamente deve accontentarsi un UN SOLO boccone di pane........vedi tu di stabilire quale dei due oggi ha vissuto meglio......!


Comunque voglio farti anch'io una domandina : secondo te, se gli europei, nel secoli passati, non si fossero mai occupati di quello che succedeva in Africa...............secondo te – dicevo – oggi gli africani starebbero meglio o peggio di come stanno ? Saluti.

Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: anthonyi il 07 Agosto 2020, 17:35:50 PM
Citazione di: Brugmansia il 07 Agosto 2020, 15:20:15 PM

Non si può avere fede per forza.


No Brugmansia, non si può avere fede per forza, così come non si può amare per forza. La fede è un sentimento interiore, ed è frutto di liberalità, non può essere assogettata a condizionamenti, neanche da parte dello stesso soggetto che prova la fede stessa.
In altri termini non si può scegliere di credere, non si può voler credere.
Si può però credere di credere, come recita il titolo del topic, nel senso di pensare che il credere sia un comportamento convenzionale, come ad esempio seguire determinati riti religiosi.
Un saluto
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: anthonyi il 07 Agosto 2020, 17:49:05 PM
Citazione di: viator il 07 Agosto 2020, 17:35:37 PM


Anche se esiste una via più brutale e più soddisfacente per vivere TALMENTE MEGLIO da raggiungere la felicità : non farsi mai domande.





Davvero, viator, pensi questo. Pensi che un uomo privo di coscienza di se sia felice? Non è probabilmente più vero il contrario. Chi non si fa domande non pondera è può rimanere intrappolato in meccanismi che lo schiavizzano producendo in lui desideri artificiali della cui artificialità lui non ha coscienza proprio perché non si fa domande.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: viator il 07 Agosto 2020, 18:03:38 PM
Salve InVerno. Citandoti : ""La serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino." E anche questo sarebbe un evento da analizzare bene, che ci faceva la figlia del contadino infilata nel pagliaio? Si è nascosta sapendo che qualcuno cercava un ago? Lo stesso si può, forse, dire di Dio".


Molto ben trovato il tuo richiamo alla serendipità. La quale rappresenta la risposta all'interrogativo tipico dei poveri di spirito : "ma se le cose fossero andate diversamente da come sono andate.........cosa sarebbe successo ?".
Se poi qualcuno trova Dio nel pagliaio, non credo che Egli-Esso vi si sia nascosto, ma vi sarà stato collocato dalla speranza psichica di qualche umano "bisognoso" di trovare qualcosa che possa cucire i fili delle proprie speranze.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: viator il 07 Agosto 2020, 18:19:22 PM
Salve anthonyi.

Citazione di: anthonyi il 07 Agosto 2020, 17:49:05 PM
Citazione di: viator il 07 Agosto 2020, 17:35:37 PM


Anche se esiste una via più brutale e più soddisfacente per vivere TALMENTE MEGLIO da raggiungere la felicità : non farsi mai domande.





Davvero, viator, pensi questo. Pensi che un uomo privo di coscienza di se sia felice? Non è probabilmente più vero il contrario. Chi non si fa domande non pondera è può rimanere intrappolato in meccanismi che lo schiavizzano producendo in lui desideri artificiali della cui artificialità lui non ha coscienza proprio perché non si fa domande.

Non capisco perchè tu ti meravigli di certi miei concetti, i quali non sono certo estratti da qualche prontuario tascabile di filosofia. Dovresti solo prendere atto che io sono un mostro di cinismo (però garbato, ammetti !).


Premesso che secondo me si può essere coscienti (secondo le discipline orientali : supercoscienti) senza porsi delle domande (giacendo quindi in stato di contemplazione pura e semplice)............la cosa che invece non ho esplicitato è che LA ELIMINAZIONE DI BISOGNI E DESIDERI  COINCIDE - GUARDA CASO - ANCHE CON LA MORTE, la quale è quindi la condizione perfetta di realizzazione della felicità (figuriamoci ! persino per i cristiani risulta essere così ! Oppure qualcuno vuol sostenere che in Paradiso esistano ancora bisogni e desideri.........e non invece la eterna contemplazione dell'Ineffabile !). Saluti.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: Brugmansia il 07 Agosto 2020, 19:15:51 PM
Per quel poco che so, è alla base di molte scuole di pensiero (per esempio quella buddhista) il non-attaccamento. E penso sia giustissimo. In un eremo tra i monti forse posso riuscirci: mi basta quello splendido paesaggio e una scodella di riso. Ho delle albe e dei tramonti così belli... di che altro potrei aver bisogno?
Ma io (purtroppo) mi affaccio tra lo smog, il traffico e la gente incarognita (come me) che conduce un'esistenza stressante di cui non capisce il senso. È difficile non attaccarsi a niente.
È difficile non desiderare qualcosa (che sia un amore o un oggetto) che mi distragga momentaneamente dalla mia condizione di topo nel labirinto.
Posso provare a ridurre la mia smania: comprare meno e rassegnarmi al fatto che l'amore eterno non esiste (è già tanto che superi una scadenza breve, figuriamoci). Ma ridurre non è eliminare.
E su larga scala (in risposta all'Africa): nessuna colonizzazione, nessuno che si impiccia degli affari degli altri. Che sia un paese povero che invadiamo con la scusa di aiutare, oppure l'amica che consigliamo (male) per indurla a fare la scelta che faremmo noi al posto suo. È bellissimo, ma temo sia impossibile da applicare. Inoltre: sarebbe saggezza o indifferenza?
Nel mio piccolo, forse posso provare a non desiderare delle risposte... tanto non le troverei comunque.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: anthonyi il 07 Agosto 2020, 20:26:30 PM
Citazione di: viator il 07 Agosto 2020, 18:19:22 PM













Premesso che secondo me si può essere coscienti (secondo le discipline orientali : supercoscienti) senza porsi delle domande (giacendo quindi in stato di contemplazione pura e semplice)............la cosa che invece non ho esplicitato è che LA ELIMINAZIONE DI BISOGNI E DESIDERI  COINCIDE - GUARDA CASO - ANCHE CON LA MORTE, la quale è quindi la condizione perfetta di realizzazione della felicità.

Effettivamente, viator, tu dimostri di non usare un dizionario di filosofia. Seguendo la tua logica si potrebbe dire che i più grandi benefattori dell'umanità siano stati Mao-Tze-Tung, Stalin ed Hitler.
Purtroppo non è così perché sul mio dizionario c'è scritto che la felicità è una sensazione che si prova quando si è vivi, e la si prova quando la mente non è inquinata da pensieri negativi, tra i quali ci possono anche essere i desideri.
Sulla contemplazione pura e semplice, che a me sa tanto di ebete anche se so che le discipline orientali gli danno una certa importanza, non mi pronuncio perché sono un uomo occidentale, molto occidentale.
Un saluto
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: viator il 07 Agosto 2020, 21:36:02 PM
Salve anthonyi. Citando (non so se te o il dizionario che usi) : "Purtroppo non è così perché sul mio dizionario c'è scritto che la felicità è una sensazione che si prova quando si è vivi, e la si prova quando la mente non è inquinata da pensieri negativi, tra i quali ci possono anche essere i desideri".
Cambia dizionario. Tutte le sensazioni si provano da vivi. Mal di pancia incluso. Per te questa del tuo dizionario sarebbe una definizione ? Sarebbe come definire l'uovo "qualcosa di tondeggiante".Non conosci la distinzione di significato tra felicità, serenità, appagamento e pace interiore ? Saluti.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: anthonyi il 07 Agosto 2020, 22:43:49 PM
Citazione di: viator il 07 Agosto 2020, 21:36:02 PM
Salve anthonyi. Citando (non so se te o il dizionario che usi) : "Purtroppo non è così perché sul mio dizionario c'è scritto che la felicità è una sensazione che si prova quando si è vivi, e la si prova quando la mente non è inquinata da pensieri negativi, tra i quali ci possono anche essere i desideri".
Cambia dizionario. Tutte le sensazioni si provano da vivi. Mal di pancia incluso. Per te questa del tuo dizionario sarebbe una definizione ? Sarebbe come definire l'uovo "qualcosa di tondeggiante".Non conosci la distinzione di significato tra felicità, serenità, appagamento e pace interiore ? Saluti.

Ma chi è che voleva dare una definizione di felicità ! Io mi sono limitato a rappresentare una proprietà della felicità, proprietà che contraddice quello che hai detto tu.
Prima parli di felicità nella morte, e poi fai lo specifico parlando di serenità, appagamento, pace interiore, dei quasi sinonimi che possono anche essere intesi come proprietà della felicità.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: Jacopus il 07 Agosto 2020, 22:53:59 PM
Cerchiamo di riprendere un filo al discorso. Non so cosa troveranno i fedeli al termine del loro viaggio, se l'immagine creduta corrisponderà a quella effettiva. È una questione poco interessante per la mia mente.
È invece importante sottolineare che è stato proprio credere in quel Dio monocratico, fatto un po' a immagine e somiglianza dell'uomo patriarcale che abitava i deserti del Medio Oriente, a rendere possibile tutta la storia occidentale, unica e irripetibile, nell'ambito della quale un principio fondamentale è la ricerca. Non importa se ciò che si trova non è ciò che si cercava. Anzi è proprio questa non corrispondenza a rendere la freccia della storia una freccia che avanza.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: anthonyi il 08 Agosto 2020, 06:50:05 AM
Citazione di: Jacopus il 07 Agosto 2020, 22:53:59 PM

È invece importante sottolineare che è stato proprio credere in quel Dio monocratico, fatto un po' a immagine e somiglianza dell'uomo patriarcale che abitava i deserti del Medio Oriente, a rendere possibile tutta la storia occidentale, unica e irripetibile, nell'ambito della quale un principio fondamentale è la ricerca. Non importa se ciò che si trova non è ciò che si cercava. Anzi è proprio questa non corrispondenza a rendere la freccia della storia una freccia che avanza.

Ciao Jacopus, condivido quello che dici, non sono pochi, però, quelli che mettono in discussione questa tesi, cioè l'idea che la fede in quel Dio abbia prodotto la conoscenza che la civiltà occidentale ha cumulato in questi secoli, loro ti direbbero che lo spirito della conoscenza è nella natura umana e che si è emancipato da una religione che lo teneva bloccato.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: bobmax il 08 Agosto 2020, 08:35:06 AM
Citazione di: Brugmansia il 07 Agosto 2020, 19:15:51 PM
Nel mio piccolo, forse posso provare a non desiderare delle risposte... tanto non le troverei comunque.

La risposta puoi darla solo tu. E in fin dei conti dare questa risposta è l'unica cosa che ti è richiesta in questa vita.

Perché consiste nell'aut-aut radicale: essere o non essere.

L'essere non è mero esistere. Non consiste nell'eterna lotta con il divenire. Non ha niente a che vedere con l'esserci.
L'essere è lo stesso Bene.

E solo tu, in perfetta solitudine, puoi affermare che, nonostante tutto, il Bene assoluto è!

Il Bene dipende da te, solo da te.

Se ti ritrai, scegli il non essere. Rimani con le tue certezze, e ne hai tante, su cosa sia la realtà.
Ma queste certezze non sono Verità.

La Verità è in te stessa.
Aspetta solo te.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: Ipazia il 08 Agosto 2020, 14:07:28 PM
Si vive meglio in pace con la propria anima. L'anima dei pusillanimi vuole consolazione, l'anima matura vuole verità.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: Brugmansia il 08 Agosto 2020, 14:48:40 PM
Ma è stata proprio la verità che ho sperimentato fino a questo momento la causa del mio isolamento.
La ricerca puoi farla solo in solitudine, senza tutto quel chiacchiericcio, quel rumore di sottofondo che ti disturba e ti distrae...
L'unica verità a cui sono giunta è che si nasce e si muore soli. In mezzo, poche presenze e troppe comparse.
Scusate, spero di non portare negatività.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: Phil il 08 Agosto 2020, 19:16:19 PM
Senza addentrarsi nelle profondità filosofiche del «Credere di credere» vattimiano, mi pare comunque opportuno rilevare la dialettica fra il credere e il sapere (ma non quella che intende Hegel nell'omonimo testo): credo in/a qualcosa perché non ne ho conoscenza esaustiva, poiché se ne avessi conoscenza esaustiva non ci crederei, bensì lo saprei (o meglio, sarebbe per me un sapere certo, fino a prova contraria). Non credo che oggi sia l'otto agosto, so che oggi è l'otto agosto (sorvolando sulla convenzionalità sia del referente di tale sapere che dei fattori che lo legittimano).
Questa dialettica credere/sapere, che in campo religioso fa riecheggiare l'agostiniano «credo ut intelligam et intelligo ut credam», si declina nella complicità del sapere nei confronti del credere (che a sua volta è il requisito che fonda tautologicamente gli assiomi di ogni logica, formale o esistenziale che sia), complicità in cui talvolta è un sapere debole, o uno sperare, o un sentire indefinito, o persino solo una voce di corridoio, a preorientare e condizionare il credere (la cosiddetta precomprensione ermeneutica).
In generale, se cerco l'ago nel pagliaio è perché so che è possibile che ce ne sia uno (lo credo), o mi hanno detto che ce ne sia uno (e ci credo) o addirittura so per certo che ce n'è uno. Questo sapere (una possibilità o una certezza) o questo credere ad una supposizione e/o all'altrui credere/sapere, dà senso alla ricerca dell'ago. Facendo un passo indietro: tale sapere d'innesco per la ricerca, su cosa si fonda? Come so che è possibile (o addirittura sicuro o solo credibile) che ci sia un ago in quel pagliaio? Se guardo un pagliaio non è spontaneo supporre che ci sia un ago dentro, così come se partissi per un viaggio di esplorazione su una rotta mai percorsa, non avrei elementi certi per prevedere esattamente cosa troverò al mio arrivo; salvo non abbia già una precomprensione anticipatrice che mi dà attendibili indizi per ritenere che proprio in quel pagliaio si annidi un ago e proprio su quella rotta raggiungerò l'Asia.
Infatti Colombo sa che la terra è sferica e, per inferenza logico-spaziale, sa che salpando verso ovest approderà ad est del punto di partenza. Inoltre, se sa (o è convinto di sapere) anche quale paese vi troverà e poi tale sapere si rivela invece fallace, ciò dimostra che era un sapere "incompleto", ma non un sapere sbagliato (come confermerà poi Magellano).
Il movente nozionistico che ha innescato il viaggio verso ovest per giungere ad est, è un sapere che coniuga Eratostene e Marco Polo, un sapere verificato (al di là degli errori di calcolo riguardo le distanze), la cui applicazione ha prodotto altro (imprevisto) sapere. Tuttavia non sempre il credere è innestato in un sapere solido: quando i greci credevano che l'Olimpo fosse la casa degli dei, all'origine di questa credenza non c'era verosimilmente un sapere autentico, ma piuttosto un credere basato sulla capacità po(i)etica dell'uomo, che gioca con archetipi e mitologemi (la stessa indole che mi fa sperare che nel pagliaio ci sia la figlia del contadino piuttosto che l'ago, e mi fa invece temere che ci sia il contadino adirato, rendendo sempre e comunque scialba l'ipotesi che ci sia solo, banalmente, paglia).

L'incertezza epistemologica insita nel credere (spesso pungolata da intuizioni di varia natura), prima della sua falsificazione o incoronamento a sapere, è la spinta cognitiva che parte da un sapere o da una narrazione culturale (che è un credere perpetuato) e attende la sua verifica o la sua falsificazione. Chiaramente, se tale verifica o smentita è impossibile o incomunicabile, come nel caso del post mortem, "non ci resta che credere", nel pieno o nel vuoto, nei miti dell'occidente o dell'oriente o in nessun mito, sapendo di non voler poter, almeno per ora, sapere.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: anthonyi il 08 Agosto 2020, 19:45:31 PM
Citazione di: Phil il 08 Agosto 2020, 19:16:19 PM

Infatti Colombo sa che la terra è sferica e, per inferenza logico-spaziale, sa che salpando verso ovest approderà ad est del punto di partenza. Inoltre, se sa (o è convinto di sapere) anche quale paese vi troverà e poi tale sapere si rivela invece fallace, ciò dimostra che era un sapere "incompleto", ma non un sapere sbagliato (come confermerà poi Magellano).


Ciao Phil, che la terra è sferica, in Europa, lo sapevano quasi tutti. In realtà tra ciò che muove Colombo c'è proprio un errore, un errore di calcolo fatto da un geografo dell'epoca che riduce la circonferenza della terra facendo credere che il Catai sia a 5mila chilometri invece degli effettivi 15mila.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: Ipazia il 08 Agosto 2020, 19:57:50 PM
Citazione di: Brugmansia il 08 Agosto 2020, 14:48:40 PM
Ma è stata proprio la verità che ho sperimentato fino a questo momento la causa del mio isolamento.
La ricerca puoi farla solo in solitudine, senza tutto quel chiacchiericcio, quel rumore di sottofondo che ti disturba e ti distrae...
L'unica verità a cui sono giunta è che si nasce e si muore soli. In mezzo, poche presenze e troppe comparse.
Scusate, spero di non portare negatività.

La ricerca richiede studio e lo studio richiede solitudine. Ma quando si è capito grossomodo il mondo che ci circonda si possono selezionare compagnie, comportamenti e interessi veridici nella misura che ci è data di accedere alla verità. Non necessariamente tale processo porta alla solitudine e alla negatività. La nascita e la morte sono fatti individuali, ma tutto quello che ci sta in mezzo no.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: Freedom il 08 Agosto 2020, 20:14:20 PM
Citazione di: viator il 07 Agosto 2020, 12:32:14 PM
Io supporgo che moltissimi (ipotizzabilmente, magari TUTTI) credano di credere in Dio allo stesso modo in cui Colombo credeva di aver raggiunto le Indie.
Probabilmente supponi bene.

Pur tuttavia i sentieri tortuosi allontanano dalla verità ed il credere vero, la fede vera, deve necessariamente essere semplice, immediata, intuitiva. La fede cristiana, per esempio, è fede nella resurrezione. Tutto il resto non è centrale.

La fede in Dio, inteso, sommariamente, come ente che governa l'Universo sia esso mono o poli, è il credere che esista o meno. Tutto il resto non centrale.


E così via. Intendo che c'è sempre un aspetto decisivo e semplice nel credere. Esso va tenuto ben presente se no si sbaglia bersaglio.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: Socrate78 il 08 Agosto 2020, 22:14:13 PM
Certamente si può benissimo credere di credere in Dio, ma in realtà si è molto lontani da Dio stesso. Succede nel caso dei credenti che dicono di credere, ma poi si comportano male con il prossimo che è immagine di Dio, la loro fede è solo una mera convinzione intellettuale che riguarda la loro mente ma non agisce in profondità nel cuore e nell'anima, quindi si tratta di persone che si illudono di credere davvero, ma di fatto disobbediscono al volere divino e sono quindi prive della grazia.
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: bobmax il 09 Agosto 2020, 00:05:23 AM
Citazione di: Brugmansia il 08 Agosto 2020, 14:48:40 PM
Ma è stata proprio la verità che ho sperimentato fino a questo momento la causa del mio isolamento.
La ricerca puoi farla solo in solitudine, senza tutto quel chiacchiericcio, quel rumore di sottofondo che ti disturba e ti distrae...
L'unica verità a cui sono giunta è che si nasce e si muore soli. In mezzo, poche presenze e troppe comparse.
Scusate, spero di non portare negatività.

Ciò che vivi è nichilismo.

Il nichilismo è inevitabile per il pensiero razionale. Ne è l'altra faccia della medaglia.
Consiste nel convincimento che in definitiva nulla ha valore. A questo giunge inevitabilmente il pensiero razionale che osserva critico il mondo.
Nessuno perciò può dirsene immune.

Tuttavia di fronte all'onnipresente nichilismo si può:

o cercare di ignorarlo abbandonandosi all'ogni lasciata è persa,

o afferrare un rimedio all'angoscia come può offrirlo una religione,

oppure... affrontarlo!

E affrontandolo si coglie l'occasione per andare oltre lo stesso pensiero razionale.

Occorre però iniziare a cercare la Verità costi quello che costi.
E questa ricerca può rivelarsi ben più terribile del negativo che ora constati.
Perché devi mettere tutto in discussione.

Chi sei tu, veramente?

Davvero hai una tua libera volontà che ti permette di fare una scelta piuttosto che un'altra?
Oppure non hai alcuna libertà di scelta?

E se infine non puoi che ammettere di non avere alcuna libertà, chi sei tu?
Titolo: Re:Credere di credere in Dio (od in altro)
Inserito da: Ipazia il 09 Agosto 2020, 10:36:59 AM
Tra il sapere e il credere declinati da Phil c'è l'area (o alea) della scommessa altrettanto magistralmente declinata da Pascal e dagli atei in senso inverso. La scommessa si basa su saperi incompleti e credenze di varia origine e natura. Essa è imparentata col gioco in cui, al suo apice adrenalinico, ci si gioca la vita. Come il dado aleatorio che Cesare trasse sul Rubicone o cose meno celebri come l'attività alpinistica laddove si vogliono sapere i propri limiti aldilà di ogni illusoria credenza.

La scommessa si applica bene ad ogni esperienza esistenziale, di corta o lunga durata. Il negativo si vince sdrammatizzando il tutto nel gioco. Nel grande gioco della propria vita così com'è e diviene.