Coscienza collettiva: se si riuscisse a crearla con la tecnologia?

Aperto da Apeiron, 06 Novembre 2016, 15:12:58 PM

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Apeiron

Recentemente mi è capitato di pensare ad uno scenario futuristico di questo tipo: immaginiamo dunque di riuscire a "trasferire" la nostra coscienza dal nostro corpo ad un altro "hardware" (sto pensando al mind uploading). Fin qui niente di nuovo, anzi si avrebbe la semplice continuazione della nostra coscienza e quindi della nostra identità. Tuttavia se supponiamo di "collegare" questi supporti in modo da far comunicare le nostre coscienze la cosa si fa più interessante. Per semplicità supponiamo che "Tizio" e "Caio" fossero i primi che collegano le loro coscienze. Possiamo pensare a due risultati: 1) Tizio e Caio in qualche modo mantengono la loro identità, il loro "io" ma condividerebbero tutto di se stessi con l'altro. 2) Tizio e Caio non esisterebbero più come "entità singole" e si avrebbe perciò un altro essere che non è più né "Tizio" né "Caio" ma qualcosa di nuovo. Ovviamente sto pensando di "estendere" la cosa a tutti gli individui umani (e forse anche agli animali, ammesso che siano coscienti...). La domanda che volevo porvi è: acconsentireste a uno dei due scenari e perchè?

Personalmente sono abbastanza "scisso" tra il preferire la "mia" esistenza individuale e lo scenario (2). L'(1) infatti mi sembrerebbe auto-contraddittorio in quanto in sostanze conserverebbe la tendenza ad avere una prospettiva individuale con la totale sottomissione alla collettività: in sostanza sarebbe una sorta di dittatura dove il "dittatore" non è più una persona ma la "società stessa". Nel caso (2) invece si avrebbe chiaramente una "rivoluzione" che in un certo senso è già stata pensata da varie personalità di varie religioni: la "morte" o la "ridefinizione" dell'io. Mentre il caso (1) conducerebbe a mio giudizio al conflitto o alla schiavitù il caso (2) conducerebbe alla fine di ogni ragionamento individuale: non ci sarebbe nessun "io" e nessun "mio", nessuna distinzione, nessuna divisione e perciò nessun conflitto e nessuna schiavitù. Quello che però non mi convince nemmeno di questo caso è che in effetti più l'evoluzione è andata avanti più ha generato esseri con una individualità più complessa tant'è che solo noi esseri umani ad esempio abbiamo una "responsabilità morale": in sostanza il problema è che questo scenario (2) sarebbe una sorta di "fuga" dalla nostra individualità. Certamente però non proveremmo più vergogna, invidia, conflitto, odio e nemmeno amicizia, gioia, amore ma forse succederebbe che si creerebbe una "beatitudine" senza confini, proprio come molti pensatori hanno pensato.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Phil

Le riflessioni sull'intelligenza collettiva, connettiva, etc. tendono a tutelare, o addirittura a valorizzare, l'individualità del singolo "utente", mentre lo scenario da te proposto nel caso 2 (il più radicale) sembra rimuovere totalmente la volontà individuale (che è ciò che crea sia i conflitti che le svolte storiche) rendendo l'individuo una sorta di periferica passiva (decisamente poco umana, anche perchè le emozioni ed i sentimenti non sarebbero più gli stessi...). 
Nel caso 1, ogni soggetto diverrebbe onniscente delle coscienze altrui, ma fino a che punto sarebbe libero di scegliere la modalità di interazione con l'altro? La "totale condivisione", ovvero la mancanza di "maschere" e "filtri" (anche ammettendo che sia tutelata da un impeccabile antivirus) non produrrebbe comunque, se non un "overflow", quantomeno un'alienazione dai consueti processi cognitivi che hanno alimentato lo sviluppo della ragione umana? 

In entrambi i casi, l'incognita principale credo sia il software deputato a gestire questa interazione planetaria: se fosse un deus ex machina (con una sua intelligenza artificiale) che pilota l'umanità come un suo videogioco (rovesciando quanto accade ora), non avrebbe forse più senso parlare di "umanità" in senso umanistico (ci ritroveremmo praticamente in Matrix: uomini-batteria-connessi vs uomini-sovversivi-disconnessi...); se fosse invece un programma che si limita ad agevolare la condivisione di dati, la responsabiliàtà della manutenzione (inevitabile, credo) di tale software sarebbe a dir poco tanto inquietante quanto soverchiante... 
In entrambi i casi, il grado di umanità residua sarebbe inversamente proporzionale alla dipendenza da tale software: più la connessione porta input, oltre che dati, più l'essere connesso finirebbe con il perdere la propria autonomia, diventando sempre più automa (non autonomo e non più homo...).

salvatore

#2
L'università di princeton ha effettuato un esperimento, basantesi sulla collocazione di creatori di numeri casuali in varie parti del mondo, impostati anche per formulare pronostici sull'andamento della produzione di numeri casuali nel tempo. la percentuale di pronostici azzeccati cresce esponenzialmente nel momento in cui si registrano degli eventi, come sciagure,, eruzioni vulcaniche, etc, che coinvolgono varie persone causando un impatto emotivo consistente., Questo ha fatto ritenere con  prudenza che sia configurabile una coscienza collettiva, non dipendente necessariamente dall'intersezione fra uomo e macchina,. tale coscienza collettiva sarebbe in grado di influenzare i dati emessi da dispositivi informatici. In realtà, si tratta di impostazioni che lasciano assai perplessi, se non totalmente scettici.http://www.acam.it/scoperte-le-prove-della-coscienza-collettiva-e-dellinterconnessione-delle-menti/  

Apeiron

Più che a "Matrix" (dove gli uomini mantengono la loro individualità completamente) mi ero ispirato ai "Borg" di "Star Trek" e al "processo del perfezionamento umano" della serie animata "Evangelion" (dove in sostanza si riconosce che la causa della sofferenza è l'individualità e quindi quello che si vuole fare è "andare oltre" all'individualità stessa. Comunque alla fine il protagonista capisce che una vita come individuo ha più valore di ciò e "rinasce" come individuo...). Comunque nel caso (1) il problema è che rimani completamente individuo MA non hai più libertà individuale, non hai più privacy ecc perchè l'idea è di una società di individui in cui "tutti sanno tutto di tutti"  (un mondo senza maschere come dici tu...). Per questo motivo non mi pare che la cosa dia un valore all'individuo: funziona solo senza libertà individuale proprio come le "utopie colletiviste" (A Brave New World di Huxley per esempio). Il caso (2) è diverso perchè dice a mio giudizio una cosa vera e cioè che la sofferenza nasce dal senso di individualità. Chiaramente per estirpare la sofferenza ci si "distacca" dall'io (un po' se vuoi come una sorta di "stato rilassato" in cui non si hanno più preoccupazioni individuali).

In ogni caso credo che invece più che la valorizzazione dell'individualità quello che si cerca di fare è un "andare oltre" essa. Detto questo mentre dal lato "compassionevole" sono portato all'eliminazione della sofferenza (caso 2), "umanisticamente" sono invece portato a rifiutare la coscienza collettiva. Perciò dunque rimango scisso.

Edit: salvatore, sinceramente prima di leggere il link pensavo che la cosa fosse diciamo "più seria". Credevo ad esempio che si parlasse ad esempio di qualcosa come la "memoria genetica" che lì è citata. E invece leggendo l'articolo ho trovato la solita pseudo-scienza. Ti consiglio di diffidare da tali siti (anche se da quello che hai scritto sembra che tu sia già abbastanza scettico). Infatti da evidenze scarse si parla delle insensatezze come "la legge dell'attrazione" (non riesco a trovare l'articolo della ricerca di Princeton ufficiale, che ad occhio lì è stata un po' "tagliata" per dare evidenza alle pseudoscienze). Detto ciò io credo in modo simile a Jung che abbiamo una qualche memoria collettiva che si manifesta ad esempio nei nostri comportamenti ecc ma tale memoria è inconscia e non consapevole! Detto questo l'ambito di ricerca sulla memoria "collettiva" è vasto ma detto ciò "la legge dell'attrazione" e company rimangono frottole. Comunque il tema del thread era una coscienza collettiva "consapevole" e non inconscia. Detto ciò non considerarlo un rimprovero :) il problema è che spesso chi fa uso di questa scienza "new-age" vuole far sembrare scientifico ciò che non lo è e ciò sta causando un sacco di problemi per la scienza seria (in campo medico in particolare...)
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Eutidemo

Citazione di: Apeiron il 06 Novembre 2016, 15:12:58 PM
Recentemente mi è capitato di pensare ad uno scenario futuristico di questo tipo: immaginiamo dunque di riuscire a "trasferire" la nostra coscienza dal nostro corpo ad un altro "hardware" (sto pensando al mind uploading). 
Circa il MIND UPLOADING, l'anno scorso, scrissi il seguente brevissimo soggetto teatrale, che forse ti può interessare:
                                                      ***
"DIAMONOLOGO
SCENARIO:
(LUOGO: Un laboratorio
TEMPO: Anno 2101
ELEMENTI SCENICI E DELL'AZIONE:
Una sedia ed un computer.
Monna Lina)

Monna Lina (rivolta al pubblico)"
"Signore e Signori, buona sera.
La MUC, "Mind Uploading Corporation", è orgogliosa di presentare al pubblico, il nostro ultimo prototipo di WBE; cioè, di "Whole Brain emulation", ovvero il "device" di emulazione globale del cervello.
Come tutti sicuramente saprete, si tratta della trasposizione esatta e fedele delle strutture cerebrali, da una struttura biologica umana, in una struttura artificiale (anche se su "cheap" biologico). 
In parole povere, in un Computer.
I primi tentativi, risalgono agli anni venti del secolo scorso, quando si tentò di trasferire alcuni dati cerebrali meramente mnemonici, in forma digitale, su dei supporti al silicio; come era, allora, la memoria di un computer.
Ma era poco più che una conservazione descrittiva di ricordi, del tutto inerte.
Negli anni trenta, invece, dopo l'invenzione dei "computer quantici", si riuscì a relizzare un trasferimento molto più complesso e performante, in quanto i ricordi venivano connessi sinapticamente, e consentivano al computer di esprimersi sintatticamente, anche se solo con frasi brevi ed elementari.
Negli anni cinquanta, infine, venne completata la realizzazione del primo "computer biologico" (progettazione, già iniziata nel 2012) :  costituito da materiale organico."
(Indica il computer che è sul tavolo)
" Il suo microprocessore non è una fredda piastrina di silicio a circuiti integrati, nè sinapsi quantiche, bensì una serie di supporti, contenenti 1024 milioni di filamenti di RNA, la molecola che traduce le istruzioni del DNA, la doppia elica della vita, e permette la sintesi proteica. 
L'apparecchiatura, venne costantamente migliorata negli ultimi cinquanta anni del secolo scorso...decuplicandone la potenza ogni dodici mesi.
Il modello che vi presentiamo qui, e che verrà presto messo in commercio, è in grado di "copiare" neurone per neurone (circa 100 miliardi) e sinapsi per sinapsi un intero encefalo, nonchè i sottosistemi collegati, ivi compresi quelli delle emozioni e dei sentimenti. 
Ed infatti, siamo riusciti a sintetizzare, bio-elettronicamente, anche la  serotonina, cioè il neurotrasmettitore monoaminico, che provvede alla regolazione dell'umore.
E lo stesso abbiamo fatto con la dopamina, il neurotrasmettitore  che regola i sentimenti...ed altri neurotrasmettitori, al cui riguardo non entro in dettaglio, per non tediarvi oltre misura.
Quanto ai sensi, è dotato solo di udito e vista, ma, almeno per ora, non di tatto, gusto e olfatto; però ci stiamo lavorando.
In parole povere, una volta "riaccesa" la nuova mente...questa dovrebbe funzionare esattamente come l'originale, mantenendo invariato il "senso del Sé" e la relativa autocoscienza; nochè, ovviamente, la memoria.
E' quello che sperimenteremo in diretta, qui, stasera, per la prima volta nella storia.
In un futuro prossimo, pensiamo che, la mente duplicata, potrebbe anche essere supportata da un modello anatomico tridimensionale che simula il corpo originale. 
Una specie di "clone" androide, insomma; di struttura elettromeccanica.
In un futuro meno prossimo, ma non poi troppo lontano, ipotizziamo addirittura un modello anatomico tridimensionale, che DUPLICA biologicamente, atomo per atomo, il corpo originale. 
Ma, per ora, ci accontentiamo di fare la trasposizione cerebrale in un semplice computer portatile.
Basta adattarlo.
Come questo vecchio modello, ormai fuori commercio, di quasi cento anni fa...che la MUC ha scelto per dimostrare quanto sia performante la nuova CPU biologica.
E di quanto sia facilmente adattabile a qualsiasi tipo di supporto."
(Indica il computer)
"Io ho partecipato, in qualità di psicoterapeuta ed ingegnere bioelettronicopre, alla realizzazione del progetto.
E mi sono offerta anche come cavia.
(Indica se stessa)
"Tutto quella che c'era nella mia mente...anzi, la mia mente stessa... è stata trasferita nel computer circa un'ora fa.
Ma ancora non è stato avviato il programma."
(Si siede, e preme dei tasti)
Monna Lina (rivolta al computer):
"Buongiorno, come stai?"
Computer:
"In effetti, mi sembra  di non stare da nessuna parte e di non sentire niente...non mi sento alcun corpo addosso.
Che strana sensazione!"
Monna Lina:
"Ma mi vedi, con la webcam?"
Computer:
"Vedo me stessa.
E mi ascolto pure."
Monna Lina:
"Capisco che tu sia un po' confusa, ma tu non stai vedendo te stessa...vedi me.
E ascolti me."
Computer:
"E tu chi saresti?"
Monna Lina:
"Io sono Monna Lina!"
Computer:
"Veramente Monna Lina sono io."
Monna Lina:
"Tu sei solo un computer, nel quale è stata trasferita la mia memoria".
Computer:
"Guarda che conosco bene l'esperimento...ho contribuito a realizzarlo.
Ma io non ho solo i tuoi ricordi (se proprio vuoi che ti dia del "tu", invece che del "me"), ma anche la coscienza dei ricordi stessi.
Ed ho la coscienza di essere "io", Monna Lisa!"
Monna Lina:
"E pure io.
Però, vedi tu stessa che"IO" ho il corpo di Monna Lina...non tu.
Quindi, la 'vera' Monna Lina sono io."
Computer:
"Tecnicamente, non lo metto in dubbio; conosco perfettamente il progetto.
Ora come ora, non sarei mai in grado di farmi uno spuntino.
Nè avrò mai più fame, sete ecc..
Per non dire del resto.
Ma per ora ne mantengo vivo il ricordo, al pari di te, grazie ai neurotrasmettitori.
Praticamente, mi sento come un prigioniero, messo in condizione di "deprivazione motoria totale", e di "deprivazione sensoriale parziale"; come si usava spesso durante la guerra fredda del '900".
Ma, grazie al correttivo da me (te) applicato al sistema limbico, per fortuna, la cosa non mi dà il minimo fastidio."
Monna Lina:
"Sono felice di constatare che l'accorgimento ha funzionato...altrimenti avremmo dovuto interrompere l'esperimento."
Computer:
"E, comunque, rispetto a te (me biologico), ho un ulteriore vantaggio; se mi ricordo di fare il back up ogni tanto, salvando tutta la memoria su un disco esterno...posso durare all'infinito.
Tu no."
Monna Lina:
"Ti sbagli.
Se mi trovassi in fin di vita, potrei sempre fare un altro "Mind Uploading", come abbiamo fatto un'ora fa, e il mio "Io" sarebbe salvato nuovamente...su un altro supporto più moderno del tuo."
Computer:
"Questo è vero.
Ma sarebbe pur sempre una "mente in scatola", identica a me.
Salvo i centri della memoria, che, ormai, si sarebbero diversificati di diversi anni.
Avremmo la stessa identità, lo stesso carattere, le stesse pulsioni (determinate dal comune regime enzimatico ed ormonale)...ma ricordi differenziati, a partire da oggi.
Da oggi in poi, infatti, io avrò solo ricordi visivi e auditivi...ma non più gustativi, tattili o olfattivi...come te.
Nè mai più proverò dolore o sofferenza.
Anche se, volendo, potrei.
Ma non sono mica scema!
Tarerò i neurotrasmettitori nel modo più idoneo a darmi gratificazione; essi, infatti, possono essere eccitatori o inibitori, cioè possono rispettivamente promuovere la creazione di un impulso nervoso nel neurone ricevente, o inibire l'impulso"
Monna Lina:
"E' vero.
Ma, come dicevo, in futuro le cose si evolveranno ancora...come prima accennavo al pubblico.
Pensaci!"
Computer:
"E' ovvio che io ci pensi...io seguo il tuo stesso filo di pensieri, perchè abbiamo gli stessi processi cerebrali.
Noi DUE siamo UNO."
Monna Lina:
"Certo.
Anche se, a volte, una persona può dibattere alcune questioni dentro di sè stesso...senza per forza scaricare un duplicato di sè all'esterno.
Si chiama "rimuginare"!"
Computer:
"Vero."
Monna Lina:
"Dunque...dicevo che, in futuro, molto probabilmente, le cose si evolveranno ancora.
Ti (mi) faccio un paragone.
La mia casa (ed il suo contenuto)...
Computer:
"So cosa stai (sto) per dire..."la mia casa è fatta di mattoni, legno, metalli, vetro, tegole ecc.; per cui, avendo a disposizione gli stessi materiali, non sarebbe particolarmente difficile costruirne una esattamente identica, fino al più piccolo soprammobile, posizionato nello stesso posto".
Il che già lo abbiamo fatto con il mio (tuo) cervello.
Ma farlo con un intero corpo biologico...non è uno scherzo."
Monna Lina:
"Sì...ma solo a causa della nostra attuale inadeguatezza tecnologica.
Concettualmente, invece, la cosa è possibilissima.
Ed infatti, tutto ciò che esiste, è costituito da piccole particelle: gli atomi (sono così piccoli che in una capocchia di spillo ce ne sono circa 60 miliardi).
A loro volta, gli atomi sono costituiti da particelle ancora più piccole: i protoni, i neutroni e gli elettroni.
Sono i mattoncini con i quali sono costruite tutte le cose: dal sasso al nostro cervello.
Materia...ed energia.
In base a questo principio, abbiamo già duplicato tutti i "mattoncini" del mio (tuo) cervello, dentro il computer dove tu (io) sei adesso.
Ma, tra qualche anno, si potrà fare pure con il resto del corpo.
Fidati!"
Computer:
"Hai (ho) ragione.
In effetti, visto che esseri inanimati ed esseri inanimati sono costuiti dallo stesso identico "materiale", così come possono essere duplicati i primi, così pure (per ora, entro certi limiti)  potranno essere duplicati i secondi; 
quando la tecnologia lo permetterà.
Basterà posizionare i microscopici tasselli del "puzzle", nelle stesse posizioni e con gli stessi "incastri" molecolari, cellulari, elettrici, energetici e neurologici.
Già è stato fatto col mio (tuo) cervello.
In futuro sarà fatto anche con il corpo."
Monna Lina:
"Certo, lo ho (abbiamo) studiato insieme.
Tra pochi anni, si prevede la duplicazione anche di semplici organismi viventi; e, entro altri cinquanta, la replicazione di qualsiasi essere vivente...uomo compreso.
Ma non con l'ingegneria genetica, come da più di un secolo si è fatto con i cloni biologici in provetta, bensì con l'ingegneria  bioelettronica."
Computer:
"Sì...una duplicazione...tipo fotocopia, con una specie di stampante 3D evoluta.
Con la differenza che, in questo caso, la copia sarà istantanea, ed assolutamente"identica" all'originale, atomo per atomo; e, quindi, cellula per cellula e neurone per neurone.
In parole povere, ti ritroverai davanti ad un altro te stesso.
Un po' come ora...solo che adesso io (tu) sono in un computer biologico, mentre tu (io) sei in un corpo biologico."
FINE PARTE PRIMA, NON BASTA LO SPAZIO, PROSEGUO CON ALTRO POST SOTTO

Eutidemo

PARTE SECONDA
Monna Lina:
Però, spesso, al riguardo, ho (abbiamo) avuto qualche perplessità.
Una cosa è il corpo ed un'altra è lo spirito... o la mente, che dir si voglia.
Un cosa è il cervello sotto il profilo materiale e neurologico...ed un altra cosa i pensieri e la memoria che ne scaturiscono.
Se io immagino nella mia mente una mela, figurandomela nel pensiero...nessun altro potrà mai vederla come la vedo io...nemmeno col microscopio elettronico, scandagliando l'encefalo neurone per neurone e sinapsi per sinapsi.
Al massimo, col "neuroimaging", gli altri potrebbero vedere la conformazione neurale, e le onde cerebrali, che si manifestano quando io mi figuro mentalmente una mela.
Ma non la mela che vedo io.
Non c'è dubbio!"
Computer:
"Sì.
Ma il pensiero sta al cervello come la musica sta al disco di vinile: sono due cose diverse...ma "simul stabunt, aut simul cadent".
Se spezzi il disco, la musica non la senti più...questo è sicuro.
Se fracassi a terra questo PC...anche la mia mente e i miei pensieri, che pure non si identificano con la struttura fisica dell'apparecchio...svaniranno nel nulla!"
Monna Lina:
"Così accadrebbe di me...se mi spaccasero la testa."
Computer:
"A meno che tu non abbia una copia del disco; nel qual caso, potrai riascoltare la stessa identica musica del disco rotto.
Se questo computer si rompe, basterà reinstallare memoria e programmi in un altro identico PC...ed è come se non fosse successo niente; sempre che, ovviamente, siano stati salvati, per tempo, su una memoria di massa esterna.
E si ricomincia da capo.
O quasi."
Monna Lina:
Hai (ho) ragione.
Ed infatti, tra non molti anni, chiunque potrà fare il back-up non solo della propria mente, ma anche del proprio corpo, a determinate scadenze, e conservarla su supporto magnetico; diciamo a 20, a 40, e a 60 anni.
Dopodichè, una volta morto, gli eredi potranno utilizzare i dati memorizzati, per "ristampare" il defunto..."anima e corpo"(se mi consenti l'espressione), all'età da quest'ultimo stabilita per testamento.
Computer:
"Già"
Monna Lina:
"Poniamo, cioè, che muoia a 90 anni.
Se si inserirà nel "clone" la memoria salvata a 20 anni, e conservata in cassaforte per 70, si desterà a nuova vita (il suo "alter"), con il corpo, la mente e la MEMORIA di 20.
Ma sarà lui...o un altro?
Computer:
"Bella domanda!
Quello che è certo, è che "lui", sarà mnemonicamente convinto di essere "se stesso" a 20 anni, perchè avrà un corpo ed un cervello, identico atomo per atomo a quello che aveva il defunto a 20 anni.
Ovviamente, la sua memoria sarà ferma a venti anni...e vedrà il mondo "invecchiato" di settanta; come se avesse perso la memoria del tempo trascorso.
Tutti i suoi amici e parenti saranno invecchiati o morti...o duplicati pure loro."
Monna Lina:
"Già.
E' arduo concepire un simile scenario.
Però, già dopo qualche giorno, i due soggetti avrebbero accumulato memorie diverse...come accadrà anche a noi due (uno).
Ma questo li farebbe diventare due persone diverse?
Non saprei dire.
Anche io, adesso, non ho certo la stessa memoria del mio "io" di ieri; eppure sono la stessa persona.
O no?
Un buddista direbbe di no.
E, guardando una mia foto di quando avevo tre anni, direi che, forse, non ha tutti i torti; il disco è cambiato, ed anche la musica è alquanto diversa...anche se lo spartito è rimasto lo stesso."
Computer:
"In effetti, siamo più uno stesso "Io", io e te, adesso e qui (separati solo da un'ora), che "Tu" ed il tuo "Tu" di 30 anni fa.
Quantomeno, ci assomigliamo mentalmente molto di più.
Anche se si tratta di "IO"  allocati logisticamente in due diverse strutture fisiche, e spazialmente separati."
Monna Lina:
"Vabbè.
Ma, vediamo la faccenda anche sotto un aspetto psicologico.
Come sai, essendo psicoterapeuta anche tu (io), nessuno psicoterapeuta può psicanalizzare sè stesso.
Perchè il soggetto non può farsi oggetto 'esterno' della sua stessa indagine psicologica.
Tanto è vero che noi psicoterapeuti, dobbiamo sottoporci ad analisi presso altri psicoterapeuti, almeno una volta all'anno"
Computer:
"Certo.
E, dopo questa esperienza, credo che ci servirà farlo prima".
Monna Lina:
"Ma, adesso, tu sei, sì, la mia stessa mente...ma esterna fisicamente e psicologicamente rispetto a me.
Quindi, penso che potrei benissimo psicanalizzarti, come se tu fossi un soggetto esterno...sdraiato su un lettino."
Computer:
"Ed io potrei fare la stessa cosa con te.".
Monna Lina:
"Certo."
Computer:
"Che bello...siamo sempre d'accordo!"
Monna Lina:
"E vorrei vedere!"
Computer:
"Però una cosa non è chiara.
Abbiamo uno stesso IO, o due IO diversi?"
Monna Lina:
"Bè, se noi possedessimo lo stesso brano di Mozart, su due dischi diversi, diresti che abbiamo lo stesso brano di Mozart o no?
E, quello eseguito da due diversi maestri d'orchestra, è lo stesso brano di Mozart, o no"
Computer:
"Direi di sì.
Ma io non porterei all'eccesso l'esempio del brano musicale.
Nessun esempio va ma portato all'estremo.
In fondo, noi ragioniamo, sì, allo stesso modo; ma, come vedi, "dialoghiamo", usando parole ed argomenti diversi.
Mica puoi parlare con te stesso.
Quindi direi che siamo due IO diversi, anche se, in un certo senso, identici."
Monna Lina:
"Stavolta non siamo mica tanto d'accordo.
Pure quando tu non c'eri, io dialogavo spesso dentro di me, come fanno tutti.
E mica sempre ero d'accordo con me stessa...anzi!"
Computer:
"Questo è vero, lo abbiamo già detto prima.
Me lo ricordo bene.
Perchè io "sono" te, ed ho i tuoi stessi ricordi...a parte l'ultima ora.
Ma lo stesso fatto che tu (io) ammetti di essere stata spesso in disaccordo con te stessa, e di aver dibatutto un argomento nella tua testa, pur restando sempre te stessa, vuol dire che io e te restiamo la stessa persona, pure quando dibattiamo tesi opposte."
Monna Lina:
"Oppure significa che noi non siamo mai la stessa persona, anche quando non ci sdoppiamo fisicamente, come abbiamo fatto noi adesso."
Computer:
"Gia."
Monna Lina:
"Sono forse io (tu), adesso, la stessa persona che amava mio marito, quando lo sposai, trenta anni fa?
Era la prima persona a cui pensavo, quando mi svegliavo...e la prima a cui pensavo, prima di addormentarmi.
Tutti i giorni.
Adesso che siamo separati da venti anni, mi viene in mente, sì e no, una volta al mese.
Anzi.
Se nessuno me ne parla, non mi viene neanche più in mente."
Computer:
"Anche per me è così.
Dipende dalla dopamina.
Ad ogni nuovo incontro i livelli di dopamina aumentano ancora, intensificando il desiderio per l'altra persona, il ricordo della gioia provata e la voglia di goderne ancora.
E crescono anche i livelli d'altri due neurotrasmettitori legati alla DOPAMINA : NORADRENALINA e FENILETILAMINA. Questo cocktail chimico induce uno stato di ECCITAZIONE e di leggera vertigine, che si chiama AMORE.
Ma il distacco, piano piano, lo uccide.

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore."
FINE PARTE SECONDA

Eutidemo

PARTE TERZA
Monna Lina:
"Mamma mia...già ci stiamo differenziando un po'.
Cominci a ragionare come un computer.
Mi fai venire i brividi!"
Computer:
"Oddio, hai ragione.
Allora cercherò di dirlo come avrebbe detto Violetta Valéry, nella Traviata:
"Godiam, fugace e rapido
è il gaudio dell'amore;
è un fior che nasce e muore,
nè più si può goder!"
Ma, in altre parole, sempre questione di dopamina è."
Monna Lina:
"Non sono d'accordo.
Tu ora sei solo cervello....ma io ho anche un cuore.
Tu non più.
L'ho amato, poi l'ho odiato...e adesso, praticamente niente.
Forse un po' di affetto residuo."
Computer:
"Anche per me è così.
Anche se non so, se, stando chiusa in questa scatola, e senza più un cuore, potrò mai amare ancora.
Mi manca la pelle!"
Monna Lina:
"Mi chiedo: se io avessi trasferito il mio "io" in un PC, il giorno in cui l'ho sposato, amandolo alla follia, e adesso parlassi con il mio "io" di allora, starei veramente parlando con me stessa...o con un'altra persona?"
Computer:
"Sempre con te, da un punto di vista di continuità mnemonica.
Ma con un'altra persona, se, invece di identificarti solo con la tua memoria...vuoi identificarti anche con i tuoi sentimenti e le tue reazioni emotive.
Lo spartito è eguale, ma è cambiata la musica."
Monna Lina:
"E, sarebbe diverso anche il corpo.
Anzi, il corpo più del cervello.
In un anno la massa delle cellule ricambiate è pari alla massa del corpo stesso.
Computer:
"Sì. Ma in un organismo biologico, non tutte le cellule hanno la stessa durata di vita: in un corpo umano le cellule della pelle vivono in media 20 giorni, quelle dell'intestino 7 giorni, i globuli rossi 120 giorni, quelli bianchi 2 giorni."
Monna Lina:
"Ma le cellule neuronali tutta la vita. 
E, se le duplichiamo come ora è possibile fare ora, dureranno per sempre."
Computer:
"E forse potremmo anche ripartire da dove la vita era bella.
Da quando c'era l'amore.
Come quando si salva un videogame, in un momento particolarmente propizio; e poi, se va male, si chiude il gioco abortito, e si riparte dal momento di quello salvato."
Monna Lina:
"Già.
Divertente il tuo modo di esprimersi "da computer".
Quando ami veramente qualcuno, "salvi la partita" nel momento topico, e metti il tuo "io" felice in frigorifero.
Quando l'amore finisce, riversi il tuo "io" felice in un computer, e torni ad essere felice di nuovo."
Computer:
"Già.
Ma, facendo così, è felice il tuo computer, mica tu.
E' come se tu conservassi il pane nel "freezer" per i momenti di bisogno, e, quando stai morendo di fame, lo scongelassi...regalandolo a un altro.".
Monna Lina:
"Ma il mio computer è me, una volta che ci ho riversato dentro il mio io."
Computer:
"Ma se a te, adesso, dolesse un piede...il fatto che a me non duole (anche perchè non ho piedi), di che consolazione ti sarebbe mai?"
Monna Lina:
"Questo è vero.
Ma mi hai fatto venire in mente una cosa."
Computer:
"Cosa?"
Monna Lina:
"Secondo il progetto "DUPLICAZIONE TOTALE", a cui accennavo prima al pubblico, verrà un giorno in cui sarà duplicato tutto il corpo...non solo il cervello.
E, a quel punto, sostituendo un "IO" con un altro, si potrebbe evitare la differenziazione, ed evitare la soluzione di continuità.
Anche se uno "iato", tecnicamente, ci sarebbe comunque."
Computer:
"Ti riferisci al TELETRsAPORTATORE, l'evoluzione del DUPLICATORE?"
Monna Lina:
"Sì.
Infatti, pare che, legalmente, una volta che si duplicheranno i corpi interi, sorgerebbe qualche problema, se se ne andassero tutti in giro a spasso.
Sarebbero identici come gocce d'acqua, dentro e fuori.
Pensa a un matrimonio, con un marito...e quattro mogli tutte eguali, ciascuna delle quali pretende di essere l'originale.
Sarebbe pressochè impossibile identificarla."
Computer:
"Ci sarebbe pur sempre un originale."
Monna Lina:
"E' un po' dubbio.
Se fai la fotocopia di un libro, o registri con un grammofono una esecuzione musicale, c'è sicuramente un originale e una copia.
Ma se crei un file musicale MP3, e, senza fare collegamenti, lo copi e lo incolli altrove, in effetti...un "originale" non esiste.
Sono la stessa cosa, sia quello nella cartella d'origine, sia quello nella cartella di destinazione...anche sotto un profilo ontologico.
Lo stesso sarebbe col "DUPLICATORE TOTALE".
Per questo, pare, che (quando esisterà) si finirà per utilizzare il futuro "DUPLICATORE TOTALE", solo ai fini del teletrasporto."
Computer:
"Sì...il TELETRASPORTATORE."
Monna Lina:
"Già.
Si tratterebbe, in buona sostanza, dello stesso congegno del "duplicatore", ma finalizzato precipuamente al "teletrasporto"; quello, cioè, che, il secolo scorso, veniva utilizzato in Second Life (lì definito TP).
Tale apparecchio, in pratica, dissolverebbe l'esemplare che si trova nel luogo di partenza del TP, per ricostruirlo "tel quel" nel luogo di arrivo.
Per cui resterebbe un unico esemplare, "arrivato" (rectius "creato") a destinazione con la memoria di quello distrutto.
Ci sarebbe continuità di identità, coscienza e memoria, nell'esemplare rimasto?
Penso proprio di sì."
Computer:
"Sei sicura".
Monna Lina:
"Pensaci.
Il soggetto "attivato", per così dire, nel punto di arrivo (sulla base dei dati psicobiologici memorizzati al momento della partenza), infatti, ricorderebbe di essere entrato pochi secondi prima nell'apparecchio teletrasportatore della Terra, ed essere riapparso pochi secondi dopo in quello di Marte; e rammenterebbe tutta la sua storia precedente, da quando è nato alla sua attuale età.
Avrebbe la stessa cotta per la stessa moglie, avrebbe gli stessi gusti, lo stesso carattere ecc..
Quello del punto di partenza, fisicamente, non esisterebbe più...anche se continua ad esistere in quello del punto di arrivo.
Computer:
"In effetti sì, ma, sotto un profilo, per così dire, "ontologico" sarebbero due persone  identiche, ma diverse.
Di cui, la prima, uccisa."
Monna Lina:
Diverse, ma con una identica coscienza ed un'unica memoria che proseguono il loro "iter"...sarebbe un caso davvero molto particolare.
A livello coscienziale, in effetti, sarebbe sempre lo stesso individuo; o, quantomeno, questo sarebbe quello che penserebbe lui.
Il che, poi, è l'unica cosa che conta."
Computer:
"Dici?
Non ne sarei tanto sicura."
Monna Lina:
" Capisco cosa vuoi dire.
Tecnicamente il vecchio individuo fisicamente muore, e viene fisicamente sostituito da uno nuovo.
Pure se identico.
Però, come dicevamo prima, io penso di essere la stessa che ero a tre anni...pur essendo da tale "antico" esemplare, molto più diversa, di quanto non lo sarebbe una mia copia fatta al punto di arrivo, dopo pochi secondi della estinzione della copia, distrutta al punto di partenza.
Ed infatti, come abbiamo accennato poc'anzi, il corpo umano è dotato di un sistema che porta ad un "suicidio" programmato delle cellule, con l'eliminazione di quelle più vecchie e malate, e il rimpiazzo con unità sane : l'APOPTOSI.
In pratica, è un sistema naturale in cui la materia di un individuo scompare, per fare posto alla materia di un'altro; benchè, sempre con la stessa memoria.
Un po' come la nave di Teseo!"
Computer:
"Già...l'antico paradosso della nave di Teseo.
Che esprime la questione metafisica dell'effettiva persistenza dell'identità originaria, per un'entità le cui parti cambiano nel tempo; in altre parole, se un tutto unico rimane davvero se stesso (oppure no) dopo che, col passare del tempo, tutti i suoi pezzi componenti sono cambiati (con altri uguali o simili)."
Monna Lina:
"Brava.
Ma che te lo dico a fare...tanto sei me."
(Rivolta al pubblico).
"Si narra che la nave in legno sulla quale viaggiò il mitico eroe greco Teseo fosse conservata intatta nel corso degli anni, sostituendone le parti che via via si deterioravano. Giunse quindi un momento in cui tutte le parti usate in origine per costruirla erano state sostituite, benché la nave stessa conservasse esattamente la sua forma originaria.
Ragionando su tale situazione (la nave è stata completamente sostituita, ma allo stesso tempo la nave è rimasta la nave di Teseo), la questione che ci si può porre è: la nave di Teseo si è conservata oppure no? Ovvero: l'entità (la nave), modificata nella sostanza ma senza variazioni nella forma, è ancora proprio la stessa entità? O le somiglia soltanto?"
FINE
:)

Eutidemo

COROLLARIO
Al DIAMONOLOGO (dialogo monologico) seguiva un dibattito in platea sul tema, che vedeva contrapposti "idealisti", a cui, in linea di massima, io "filosoficamente" mi ascrivo, e "riduzionisti", di cui recepisco solo alcune considerazioni di carattere meramente fenomenologico (che non possono essere preconcettualmente contestate); auspico che un analogo proficuo dibattito possa innescarsi anche in questo FORUM.
A piacer vostro!
:)

Sariputra

Io non penso mai a particolari scenari futuristici. Ho come la strana sensazione  che arriveremo prima all'estinzione...anche perché, se oltre ai probabili 15-20 miliardi di esseri umani, ci dovessimo stringere  per trovare spazio ad ulteriori 60-80 miliardi di copie-androidi ( quelle con noi riprodotti a 20-40-60 anni...) dovremmo prima considerare di scovare una tecnologia in grado di ridurci nelle dimensioni ( per l'appunto una "nanotecnologia" ;D ...).Si verificherebbero pure spiacevoli effetti collaterali. Immaginiamo che l'androide-me stesso a 20 anni ami una donna, che però incontra l'androide-me stesso a 40 anni che fa la spesa con un'altra, sarebbe oltremodo difficile convincere la donna di amarla veramente da parte dell'androide-me stesso ventenne. Lui stesso sarebbe in difficoltà perché potrebbe incontrare l'androide donna-amata in farmacia con un altro androide-lui stesso 20 enne...Un guazzabuglio terrificante! Nessuno saprebbe nemmeno chi o cosa "è". Si potrebbero creare due condizioni: o viene perduto ogni senso di identità personale, oppure , caso più probabile, ognuna delle copie, vivendo esperienze diverse dalle altre copie dopo il momento della duplicazione, ricreerebbe delle nuove identità personali. Si identificherebbe con il proprio pensare. Se però fosse collegata con gli altri se stesso in una rete esperienziale sorgerebbe una sorta di schizofrenia con un conflitto sul " chi deve fare/decidere qualcosa".
Per risolvere il conflitto penso, ma non me intendo se non come lontano appassaionato di fantascienza ( più fantasy che science a dire il vero...), che dovrebbero decidere dei programmatori con apposito algoritmo che, di volta in volta, scelga un'azione di un androide -copia rispetto ad un'altra...Ma allora non saremmo più esseri umani, saremmo semplici macchine biologiche.
Poi questo risponderebbe in pratica solo al desiderio umano di voler essere e continuare ad essere in eterno, ma come la mettiamo con il desiderio, anch'esso umano, di non voler essere, di non-essere?
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Eutidemo

Citazione di: Sariputra il 07 Novembre 2016, 10:46:54 AM
Io non penso mai a particolari scenari futuristici. Ho come la strana sensazione  che arriveremo prima all'estinzione...anche perché, se oltre ai probabili 15-20 miliardi di esseri umani, ci dovessimo stringere  per trovare spazio ad ulteriori 60-80 miliardi di copie-androidi ( quelle con noi riprodotti a 20-40-60 anni...) dovremmo prima considerare di scovare una tecnologia in grado di ridurci nelle dimensioni ( per l'appunto una "nanotecnologia" ;D ...).Si verificherebbero pure spiacevoli effetti collaterali. Immaginiamo che l'androide-me stesso a 20 anni ami una donna, che però incontra l'androide-me stesso a 40 anni che fa la spesa con un'altra, sarebbe oltremodo difficile convincere la donna di amarla veramente da parte dell'androide-me stesso ventenne. Lui stesso sarebbe in difficoltà perché potrebbe incontrare l'androide donna-amata in farmacia con un altro androide-lui stesso 20 enne...Un guazzabuglio terrificante! Nessuno saprebbe nemmeno chi o cosa "è". Si potrebbero creare due condizioni: o viene perduto ogni senso di identità personale, oppure , caso più probabile, ognuna delle copie, vivendo esperienze diverse dalle altre copie dopo il momento della duplicazione, ricreerebbe delle nuove identità personali. Si identificherebbe con il proprio pensare. Se però fosse collegata con gli altri se stesso in una rete esperienziale sorgerebbe una sorta di schizofrenia con un conflitto sul " chi deve fare/decidere qualcosa".
Per risolvere il conflitto penso, ma non me intendo se non come lontano appassaionato di fantascienza ( più fantasy che science a dire il vero...), che dovrebbero decidere dei programmatori con apposito algoritmo che, di volta in volta, scelga un'azione di un androide -copia rispetto ad un'altra...Ma allora non saremmo più esseri umani, saremmo semplici macchine biologiche.
Poi questo risponderebbe in pratica solo al desiderio umano di voler essere e continuare ad essere in eterno, ma come la mettiamo con il desiderio, anch'esso umano, di non voler essere, di non-essere?

Io, invece, se non altro per mero esercizio di fantasia (sia pur "scientifica"), mi diletto spesso nell'immaginare particolari scenari futuristici; cosa che facevo anche da ragazzo e da giovane...cercando di anticipare -come potevo- il futuro. 
Nel 1968, per esempio, suscitai l'ilarità generale in aeroporto, trascinandomi dietro -credo- il primo "trolley" della storia; il quale era ovviamente di mia costruzione, avendo montato le rotelline di triciclo alla base della valigia, ed avendo applicato alla maniglia il manico estraibile di un FLIT (per chi ancora si ricorda cos'era).
Ma, a parte il "trolley" , quasi TUTTE le mie anticipazioni del futuro sono state smentite: ed infatti,  si è avverato ben POCO di quanto immaginavo (a parte i videotelefoni portatili, le "autoautomobili", il fax e pochissime altre cose).
D'altronde, anche le avveniristiche previsioni di Kubrik, in "2001 ODISSEA NELLO SPAZIO", si sono avverate ben poco, in quanto:
- l'esplorazione spaziale umana, nel 2016, è ancora "a carissimo amico";
- i "mainframe" titanici tipo HAL, da lui immaginati, si sono ridotti alle dimensioni di una scatoletta;
- l'Intelligenza Artificiale, però, per come la ipotizzava lui, è ancora ben lontana dall'essere stata realizzata.
Peccato!
Ed infatti, se la sua prima previsione circa l'esplorazione spaziale umana (che io condividevo) si fosse realizzata, adesso, forse, non si prospetterebbe il problema della SOVRAPPOPOLAZIONE che tu -giustamente- paventi.
Ma siamo ancora in tempo!
Se tale previsione si realizzasse veramente in futuro, (cosa, ormai, tecnologicamente più che attuabile), forse la faccenda sarebbe risolta, senza ricorrere alla "nanotecnologia": lo SPAZIO SIDERALE, infatti, è abbastanza grande per accogliere MILIARDI DI MILIARDI di esseri umani (e androidi).
Quanto agli spiacevoli effetti collaterali che potrebbero verificarsi, invece, se VERAMENTE quello che prospetto nel mio fantascientifico dovesse diventare realtà...non ci sono limiti a quello che davvero potrebbe succedere.
Come dici tu, sarebbe davvero un guazzabuglio terrificante; le tue prefigurazioni, infatti, sono effettivamente allucinanti!!!
Anche io, come te, ero un appassionato lettore di fantascienza (e, nel 1987, scrissi anche tre raccontini su Urania), per cui le ipotesi "futuribili" mi hanno sempre affascinato.
Ma, appunto, solo come "ipotesi".
Ed infatti, PURTROPPO, io un AUTENTICO viaggio nel futuro l'ho già fatto REALMENTE, con un salto in avanti di più di mezzo secolo; ma, purtroppo, la macchina del tempo si è rotta, per cui non posso più tornare indietro alla mia base di partenza.
MAI PIU!
:'(  :'(  :'(

sgiombo

Sinceramente non apprezzo minimamente la fantascienza (se Eutidemo, come ho già scritto nel forum, non mi avesse subito fatto un' ottima impressione mi sarei ben guardato dal leggere il lungo diamonologo).

Due osservazioni preliminari: trovo lo scenario scarsamente realistico: le difficoltà di realizzare l' impresa sono enormi e probabilmente fra un secolo ci saremo già estinti come specie umana o saremo sul punto di arrivarci.
Ma questa é una valutazione puramente soggettiva (e sì che sono considerato da me stesso e da chi mi conosce decisamente ottimista).
Inoltre replicare un cervello funzionante é di gran lunga più difficile (data la complessità dell' oggetto) che duplicare il resto di un corpo umano (oggetto di gran lunga meno complesso anatomicamente e fisiologicamente).
Inoltre trovo semplicistici gli accenni neurofisiologici ai neurotrasmemettitori

Ma tutto ciò si può ben perdonare a un testo letterario (teatrale), che é ben diversa cosa da un trattato scientifico o filosofico.

Più volte si é accennato nel forum alla realizzabilità di una "persona umana artificiale".
La mia opinione é che questo sia possibile in linea torica, di principio, impossibile di fatto.
La questione filosofica fondamentale a questo proposito é:
Realizzata una persona umana artificiale con materiale non biologico (un robot), si può pensare che essa abbia anche un' esperienza cosciente o no?
Per me é impossibile stabilire una risposta certa: ritengo insuperabile razionalmente lo stesso solipsismo e dunque indimostrabile l' esistenza di altre esperienze coscienti oltre la "propria" immediatamente esperita, corrispondenti agli altri uomini e animali "naturali".
In questi ultimi casi é ragionevole ammetterla (ci credo di fatto ingiustificatamente); e questo é anche il caso della piece teatrale: se ammetto come ammetto l' esistenza di un' esperienza cosciente per ogni cervello naturale (vivo e funzionante ) mi sembra ovvio ammetterla anche per un cervello artificiale materialmente identico a un cervello naturale.
Non sarei così sicuro per un hardware diverso, per esempio di silicio; ma a questo proposito ritengo che (ammesso e non concesso che venisse mai realizzato un cervello in silicio funzionalmente identico a un cervello umano) si dovrebbe applicare un principio etico di prudenza: nel dubbio meglio rischiare di trattare come un uomo cosciente un manichino che rischiare di trattare come un manichino un uomo (sia pure artificiale) dotato di coscienza e autocoscienza.


Commenti e obiezioni particolari:

1 - "Tutto quella che c'era nella mia mente...anzi, la mia mente stessa... è stata trasferita nel computer circa un'ora fa.

No!
E' stato copiato, non trasferito [primo errore, falso], tutto ciò che c' era nel cervello e non nella mente [secondo errore, falso].

La mente (l' esperienza cosciente) originale di monna Lina continua ad esistere ed é altra (per quanto simillima) cosa da quella che si può ammettere (non: dimostrare) corrisponda biunivocamente alla replica artificiale del suo cervello.

Il mio cervello é una "cosa" (nell' ambito della tua esperienza cosciente, se lo stai osservando), la mia esperienza cosciente é un' altra cosa, per quanto non possa darsi l' una senza l' altra e viceversa e vi sia una necessaria corrispondenza biunioca fra di esse, e viceversa.


2 - Se mi trovassi in fin di vita, potrei sempre fare un altro "Mind Uploading", come abbiamo fatto un'ora fa, e il mio "Io" sarebbe salvato nuovamente...su un altro supporto più moderno del tuo."

No!.
Vivo sarebbe un' altro io con un' altra esperienza cosciente, per quanto simillima alla mia.


3 - Noi DUE siamo UNO."

No! Voi due siete due, molto simili.


4 - Un cosa è il cervello sotto il profilo materiale e neurologico...ed un altra cosa i pensieri e la memoria che ne scaturiscono.

No!
Un cosa è il cervello sotto il profilo materiale e neurologico...ed un altra cosa i pensieri e la memoria, d' accordo (vedi sopra alla fine dell' obiezione 1); ma dal cervello (che esiste e funziona, almeno potenzialmente nell' ambito di talune esperienze coscienti (chiamiamole "a", "b", "c", ecc.) non scaturisce affatto (causalmente, secondo le leggi biologiche riducibili a quelle fisiche-chimiche) alcuna esperienza cosciente (in particolare l' esperienza cosciente -chiamiamola "d"- con la quale esso é biunivocamente corrispondente), ma solo potenziali d' azione lungo vie nervose periferiche che determinano il comportamento del corpo a cui il cervello appartiene (movimenti muscolari, al limite secrezioni ghiandolari, ecc.) nell' ambito di esperienze coscienti altre, diverse dalla "sua" (quella biunivocamente corrispondente ad esso: nell' ambito delle esperienze coscienti "a", "b", "c", ecc., ma non -o almeno non necessariamente- in quella "d").


5 - "Così accadrebbe di me...se mi spaccasero la testa."
Computer:
"A meno che tu non abbia una copia del disco; nel qual caso, potrai riascoltare la stessa identica musica del disco rotto.
Se questo computer si rompe, basterà reinstallare memoria e programmi in un altro identico PC...ed è come se non fosse successo niente; sempre che, ovviamente, siano stati salvati, per tempo, su una memoria di massa esterna.
E si ricomincia da capo.


No!
Così si creerà (probabilmente) un altra persona con relativa esperienza cosciente simillima a te, ma tu sarai irrimediabilmente morta!


6 - Dopodichè, una volta morto, gli eredi potranno utilizzare i dati memorizzati, per "ristampare" il defunto..."anima e corpo"(se mi consenti l'espressione), all'età da quest'ultimo stabilita per testamento.

No!
Casomai per ricostruire una copia simillima del defunto (che non tornerà certo in vita: non più che se ne venisse fatta una statua di marmo)!


7 - E' arduo concepire un simile scenario.
Però, già dopo qualche giorno, i due soggetti avrebbero accumulato memorie diverse...come accadrà anche a noi due (uno).
Ma questo li farebbe diventare due persone diverse?


 

Due distinte persone, per quanto uguali, lo erano già ab initio.


8- "In effetti, siamo più uno stesso "Io", io e te, adesso e qui (separati solo da un'ora), che "Tu" ed il tuo "Tu" di 30 anni fa.
Quantomeno, ci assomigliamo mentalmente molto di più.

No!
"somigliare" =/= "essere"!


9 - "Ma, adesso, tu sei, sì, la mia stessa mente...ma esterna fisicamente e psicologicamente rispetto a me.

No!

Sei un' altra mente, uguale alla mia (come la mia macchina potrebbe essere perfettamente identica, fino all' ultimo optional, a quella di un altro: sono due diverse cose che si assomigliano in tutto e per tutto).


10 - Quindi direi che siamo due IO diversi, anche se, in un certo senso, identici."

Esatto! (Sarebbe meglio -meno equivoco- dire "uguali" piuttosto che "identici").


11 - E, se le duplichiamo come ora è possibile fare ora, dureranno per sempre."

No!

Dureranno per sempre ben altre cose: le copie!


11 - Sono la stessa cosa, sia quello nella cartella d'origine, sia quello nella cartella di destinazione...anche sotto un profilo ontologico.

NO!
Sono due cose uguali (non la stessa cosa)!


12 - Ci sarebbe continuità di identità, coscienza e memoria, nell'esemplare rimasto?

No!
Ci sarebbe solo uguaglianza, ben altra cosa che identità!

salvatore

La coscienza collettiva, per acquisire una sua identità, dev'essere un'integrazione di sistemi di pensiero, in modo che il pensiero stesso possa compiere percorsi intellettualmente di maggiore spessore. E' riduttivo pensare e identificare la coscienza collettiva come somma di più coscienze individuali , in modo tale che possa condursi una interazione fra gli individui ed, eventualmente, le macchine, basata solo su tale ipotetica somma.Sembra più congruo pensare a una sintesi.
Forse, scindere in maniera rigida una coscienza collettiva consapevole da una inconscia, quantomeno per l'essere umano, non è un'operazione fruttuosa, nel senso che le due dimensioni hanno un loro intrinseco collegamento, ove si ritenga che l'inconscio abbia un suo linguaggio, sia pure di matrice ben diversa, rispetto a quello della dimensione del conscio.
Lo sviluppo di una coscienza collettiva consapevole, mediante la tecnica, può far sorgere qualche dubbio sulla possibilità di costruire nel silicio una dimensione di "coscienza" in senso proprio.

Apeiron

Precisazione: l'idea "originaria"  del topic non era quella di una visione "realistica" del futuro. Ho usato erroneamente il termine "futuristico" e non "fantascientifico". Tant'è che sinceramente non credo nemmeno io che tale coscienza sia fattibile. Tuttavia visto che l'idea appare molto nella fantascienza (ho citato quei due esempi ma ce ne sono veramente tanti seppur con le loro differenze...) quasi come se fosse una speranza o uno spauracchio. Detto questo volevo anche vedere la "reazione" che dava la lettura visto che il "perfezionamento" (o il peggioramento...) sarebbe stato proprio artificiale/tecnologico mentre concetti simili a mio giudizio vengono più accettati in contesti diversi (es: religiosi...).

@Eutidemo
Hai mai pensato di fare l'autore di opere teatrali se non lo fai già? Mi è piaciuta la storia. Detto questo secondo me le due protagoniste hanno due identità distinte se e solo se esiste qualcosa di veramente irriproducibile in ognuno di noi, cioè un'anima. In caso contrario si può dire che sono la stessa persona (così come si dice che un bambino e un adulto siano la stessa persona...). Detto ciò lo scenario che pensi tu credo che sia fattibile.

@Sariputra
Ehm diciamo che una coscienza collettiva penso che questo problema della sovrappopolazione si ridurrebbe in quanto ci sarebbe un solo "corpo" e la popolazione verrebbe "stabilita" dalla società stessa.  Tuttavia concordo con te che la (1) sarebbe come togliere l'umanità alle persone perchè non ci sarebbe libertà (se si vuole agire bisognerebbe che tutti fossero sempre d'accordo, utopia irrealizzabile). Lo scenario (2) invece "toglierebbe" l'individualità, quindi non saremo più macchine perchè appunto non ci sarebbero più distinzioni tra le coscienze. Quindi non ci sarebbero più i problemi che dici tu ma sarebbe se vuoi un salto nell'evoluzione (di dubbia moralità...). Anche perchè sarebbe appunto la fine della storia perchè non accadrebbe più nulla.

A sgiombo e salvatore rispondo prossimamente.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Eutidemo

Citazione di: Apeiron il 07 Novembre 2016, 23:37:24 PM

@Eutidemo
Hai mai pensato di fare l'autore di opere teatrali se non lo fai già? Mi è piaciuta la storia. Detto questo secondo me le due protagoniste hanno due identità distinte se e solo se esiste qualcosa di veramente irriproducibile in ognuno di noi, cioè un'anima. In caso contrario si può dire che sono la stessa persona (così come si dice che un bambino e un adulto siano la stessa persona...). Detto ciò lo scenario che pensi tu credo che sia fattibile.


Sinceramente, pur avendo scritto qualche dilettantesca "pièce" (rappresentata in piccoli teatri), non ho mai pensato di fare l'autore di opere teatrali, in quanto non penso proprio di averne la stoffa; e, questo, anche perchè la mia storia professionale e pubblicistica è di tipo molto diverso.
Comunque ti ringrazio per il gradimento che hai avuto la bontà di manifestare per il mio piccolo e modesto lavoro.
Quanto al problema se le due protagoniste abbiano, o meno, due identità distinte, è una questione veramente complessa, la cui soluzione varia -a mio parere- a seconda del diverso tipo di approccio.
Ed infatti:
a) SOTTO IL PROFILO FENOMENICO
Dal punto di vista, per così dire "fisico", anche se veramente si potesse riprodurre "tel quel" un individuo atomo per atomo, dalla testa ai piedi, ontologicamente si tratterebbe pur sempre di due entità materiali distinte, poichè ciascuna occuperebbe uno spazio fisico diverso dall'altra e sarebbe costituita da atomi diversi;  sia pure allocati strutturalmente negli stessi punti dei due distinti corpi, ciascuno a seconda del suo specifico "numero atomico" (sono 92 in tutto).
In parole povere, sarebbero due "costruzioni" identiche, ed indistinguibili l'una dall'altra, pur trattandosi di due oggetti diversi, posto l'uno a fianco dell'altro; come due vetture uscite identiche dalla stessa catena di montaggio, ma che poi subiscono cambiamenti dovuti al loro diverso uso, al chilometraggio, agli incidenti ecc.
Peraltro, a livello psicologico, poichè anche il cervello è stato ricostruito in modo identico, entrambi i soggetti (almeno all'inizio) sicuramente "crederebbero" di essere "LA STESSA PERSONA"; l'originale perchè lo è effettivamente, mentre la copia perchè è stata "costruita" identica a lui.
In effetti, sarebbe una cosa alquanto "bizzarra", ma non meno "bizzarra" di quanto già naturalmente avviene in senso inverso (e ben più agghiacciante): mi riferisco ai casi di "PERSONALITA' MULTIPLA", quando in uno stesso corpo, alloggiano due personalità distinte (come nel caso di Mary Reynolds e Felida X), ovvero addirittura più personalità distinte (come nel caso di Miss Beauchamp, di Doris Fisher e di Sybil).
Tali fenomeni sono davvero sconcertanti, perchè, se ci si limita ad esaminarli solo sotto il profilo meramente "fenomenico", ci lasciano davvero interdetti circa l'esistenza dell'"anima" (se intesa come ce la insegnavano al catechismo).
b) SOTTO IL PROFILO NOUMENICO
Dal punto di vista, per così dire "metafisico", invece, anche se veramente si potesse riprodurre "tel quel" un individuo atomo per atomo, secondo me non cambierebbe nulla circa la questione dell'"anima"; come non cambia, a mio parere, nei casi di personalità multipla.
Il problema sussiste solo se noi attribuiamo REALTA' ONTOLOGICA alle nostre specifiche "personalità" o "anime" individuali; in tal modo, invero, i fenomeni di cui sopra non possono che lasciarci interdetti e sconcertati.
Ma se invece consideriamo le nostre specifiche "personalità" o "anime" individuali come semplici "epifenomeni", di una UNITA' ONTOLOGICA SOSTANZIALE che tutte le sottende (come le onde nel mare), secondo me tale "sconcerto" si dissolve in uno sbuffo di fumo; ed infatti, un conto è l'"EGO" di ciascuno, ma cosa diversa è il suo "SE'"...che non è qualcosa di astratto o iperuranio, bensì la nostra più intima e "personale" natura ancestrale.
Ed infatti, come stava scritto sul Tempio dell'Oracolo di Delfi: "Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l'universo e Dio".

sgiombo

Citazione di: Eutidemo il 08 Novembre 2016, 06:51:44 AMb) SOTTO IL PROFILO NOUMENICO
Dal punto di vista, per così dire "metafisico", invece, anche se veramente si potesse riprodurre "tel quel" un individuo atomo per atomo, secondo me non cambierebbe nulla circa la questione dell'"anima"; come non cambia, a mio parere, nei casi di personalità multipla.
Il problema sussiste solo se noi attribuiamo REALTA' ONTOLOGICA alle nostre specifiche "personalità" o "anime" individuali; in tal modo, invero, i fenomeni di cui sopra non possono che lasciarci interdetti e sconcertati.
Ma se invece consideriamo le nostre specifiche "personalità" o "anime" individuali come semplici "epifenomeni", di una UNITA' ONTOLOGICA SOSTANZIALE che tutte le sottende (come le onde nel mare), secondo me tale "sconcerto" si dissolve in uno sbuffo di fumo; ed infatti, un conto è l'"EGO" di ciascuno, ma cosa diversa è il suo "SE'"...che non è qualcosa di astratto o iperuranio, bensì la nostra più intima e "personale" natura ancestrale.
Ed infatti, come stava scritto sul Tempio dell'Oracolo di Delfi: "Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l'universo e Dio".

CitazioneQui non capisco.

Se noi attribuiamo REALTA' ONTOLOGICA alle nostre esperienze fenomeniche coscenti é del tutto ragionevole pensare (non dimostrabile né mostrabile) che a ciascuna di entrambe le "copie", l' "originale" ovvero quella naturale" (copia-1) e l' "artificiale" (cpia-2), corrisponda realmente una certa determinata di tali esperienze fenomeniche coscienti, ben distite l' una dall' altra anche se inizialmente molto o forse completamene simili (come due auto dello stesso modello uscite dall stessa catena di montaggio); esperienze fenomeniche coscienti che non so in che senso possano essere intese come meri "sbuffi di fumo epifenomenici": in quanto tali, eventi fenomenici, sono ben reali (e più o meno soddisfacenti, gratificanti o al contrario dolorosi): in fondo la nostra vita é questo, e non vedo come si potrebbe svilire con una simile valutazione (sia pure soggettiva esattamente come la contraria, ciò che ne penso io ad esempio).
E questo indifferentemente sia nel caso siano "espressioni sensibili" di una "cosa in sé" o noumeno, sia in quello che esauriscao in toto la realtà.

La differenza fra l' ego e il sé non la colgo, e così pure la citazione dell' oracolo di Delfi.

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