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Cos'è il piacere?

Aperto da Carlo Pierini, 30 Settembre 2017, 03:13:03 AM

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Carlo Pierini

Per capire meglio quel mistero che chiamiamo "essere umano" dal punto di vista di quell'altro mistero che chiamiamo "piacere", credo che non dobbiamo partire dalla domanda diretta: "cos'è il piacere?", perché ad essa non possiamo che rispondere: "il piacere è la soddisfazione di un desiderio". Dovremmo, piuttosto, cominciare col chiederci: perché certi desideri sani e propriamente umani - come il desiderio di una vita economicamente agiata, il desiderio sessuale, il desiderio di successo, ecc. -, si trovano spesso in conflitto frontale con un altro ordine di desideri (o di aspirazioni), anch'essi sani e anch'essi propriamente umani - come, per esempio, il desiderio di realizzare ideali di onestà e di solidarietà, il desiderio di fedeltà-appartenenza amorosa, il desiderio di contemplazione ascetica di noi stessi e del mondo, il desiderio di trascendenza, ecc.? 
Ecco se ci poniamo questa domanda, cominciamo già a capire che il famoso "principio del piacere", che Freud e il materialismo in generale pongono a fondamento dell'agire umano, si fa fumoso e ambiguo e che la felicità dell'uomo non dipende tanto da una passiva obbedienza a desideri già dati univocamente, quanto da una attiva e spiritualmente impegnativa impresa di armonizzazione-mediazione di desideri la cui natura è opposta per principio. E in questa impresa, solo la speranza che si tratti di una opposizione solo apparentemente contraddittoria, e che invece sia nella sua essenza complementare, può sostenerci quando le difficoltà di armonizzarle ci appariranno tali da consigliarci di lasciar perdere tutto e di "prendere la vita così come viene", sia pure nella sua trivialità. 

Era essenzialmente questo ciò che voleva dire lo C.G. Jung quando scriveva: 

"Il principio spirituale (qualunque cosa esso sia) si impone con forza inaudita contro il principio puramente naturale. Si può dire anzi che anch'esso è "naturale" e che entrambi i principi scaturiscono da una medesima natura. [...] Questa "cosa naturale" consiste in un conflitto tra due principi ai quali si può dare questo o quel nome, e che questo contrasto è l'espressione e forse anche il fondamento di quella tensione che definiamo come energia psichica . [...] Senza tensione è impossibile che esista un'energia, come disse anche Eraclito: «Il conflitto è il padre di tutte le cose»".  [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.62]   

"Il conflitto tra ethos e sessualità, oggi non è una pura e semplice collisione tra pulsionalità e morale, ma una lotta per il diritto all'esistenza di una pulsione o per il riconoscimento di una forza che in questa pulsione si manifesta, forza che, a quanto pare, non ha voglia di scherzare e di conseguenza non vuole neppure rassegnarsi alle nostre leggi morali da benpensanti. [...] 
Potremmo definire la sessualità il portavoce delle pulsioni, ed è per questo che il punto di vista spirituale scorge in essa il suo avversario principale. Ma non perché la dissolutezza sessuale sia in sé e per sé più immorale dell'avidità, della tirannia o della prodigalità, ma perché lo spirito fiuta nella sessualità un suo pari, anzi, un che di affine. [...] Che cosa sarebbe mai dopotutto lo spirito, se non gli si opponessero pulsioni a lui pari?". [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.66/67] 

"L'Io conserva la sua autonomia soltanto se NON si identifica con uno dei termini opposti, se sa mantenere una posizione equidistante tra gli estremi. Questo è però possibile soltanto se l'Io è cosciente non di uno solo dei termini, ma anche dell'altro". [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.236] 

"Gli istinti biologici urtano non solo contro barriere esterne, ma anche contro barriere interne. Lo stesso sistema psichico, che da una parte si basa sulla concupiscenza degli istinti, poggia dall'altra su una volontà diretta in senso opposto, che è forte almeno quanto l'istinto biologico. 
La volontà di rimuovere o di reprimere gli istinti naturali, o per essere più esatti di aver ragione del loro predominio e della loro mancanza di coordinazione, proviene da una fonte spirituale". [JUNG: Simboli della trasformazione - pg.159] 
 
"Il termine sanscrito per "coppia di opposti" in senso psicologico è dvandva. Esso significa anche coppia (uomo-donna), conflitto, litigio, duello, dubbio. Le coppie degli opposti sono state generate dal creatore del mondo. [...] «Il mondo ha sempre da soffrire a causa delle coppie di opposti», dice il Ramayana (II, 84, 20). È quindi un dovere etico di essenziale importanza non lasciarsi influenzare dagli opposti (nirvandva = libero dagli opposti), ma elevarsi al di sopra di essi, giacché la liberazione dagli opposti conduce alla redenzione. 
 Dal libro di Manu: «Chi si è affrancato progressivamente da tutti i legami e da tutte le coppie di opposti riposa in Brahman» (Manava-Dhar-masastra VI, 80 sg.)".    [JUNG: Tipi psicologici - pg.212] 

"Il problema dei contrari inteso come principio inerente alla natura umana rappresenta un altro passo avanti nel nostro graduale processo conoscitivo. Questo problema è un problema dell'età matura".  [JUNG: Psicologia dell'inconscio - pg.107] 

"Una teoria psicologica che voglia essere più di un semplice sussidio tecnico deve fondarsi sul principio dei contrari; senza tale principio potrebbe ricostruire soltanto una psiche nevroticamente squilibrata. Non esiste equilibrio e non esiste sistema autoregolantesi senza un termine di opposizione. E la psiche è un sistema dotato di autoregolazione".   [JUNG: Psicologia dell'inconscio - pg.110]

Stark

Citazioneil piacere è la soddisfazione di un desiderio
Qualcosa può essere piacevole anche senza desiderarlo attivamente. Esempio: qualsiasi alimento che assaggiamo per la prima volta e ci piace molto è piacevole indipendentemente dal desiderio di assaggiarlo.

Carlo Pierini

Citazione di: Stark il 30 Settembre 2017, 21:34:40 PM
Citazioneil piacere è la soddisfazione di un desiderio
Qualcosa può essere piacevole anche senza desiderarlo attivamente. Esempio: qualsiasi alimento che assaggiamo per la prima volta e ci piace molto è piacevole indipendentemente dal desiderio di assaggiarlo.

Sì, è vero. Ma dopo averlo gustato, nella nostra vita ci sarà ...un desiderio potenziale in più.  :)

Mariano

Non ho dimestichezza con le scienze psicologiche, ma non ritengo giusto considerare necessariamente in antitesi quello che tu chiami "desideri sani" ed un "altro ordine di desideri" .
Mi sembra implicito, leggendo il tuo topic, che tu consideri un desiderio  "spirituale " non naturale perché a volte è in conflitto con desideri "materiali".
In sintesi ritengo che ,tendendo alla saggezza , si possa riuscire a far convivere desideri "materiali" e desideri "spirituali" provando piacere nel loro soddisfacimento.

doxa

#4
Metto un po' di "peperoncino" a questo topic  :)  ;)

Carlo, spiegami, ma piacere ed orgasmo sono sinonimi ?

Che rapporto c'è tra libido e piacere ?

Il piacere femminile è uguale a quello maschile ?


Che ne pensi del mito di Tiresia ?

Socrate78

Secondo me il piacere non esiste come bene autentico e reale. Ogni piacere è una creazione illusoria della mente che, sottoposta all'effetto di "droghe" naturali come la dopamina e la serotonina (neurotrasmettitori endogeni) crea determinate sensazioni ma, al di là della reazione chimica ed elettrica, secondo me non c'è nessun bene vero.E' per questo che non siamo mai soddisfatti, noi non desideriamo semplicemente un'arida molecola, ma vogliamo un cambiamento del nostro essere verso il bene: ciò non si verifica, non si arriva mai a dire all'altro: "Ecco, mi hai dato la felicità, il piacere, ora sono a posto", si inseguono istinti effimeri che sono come i miraggi nel deserto, si crede di vedere l'acqua, ma essa non c'è.

viator

#6
Caro altamarea..... tardando una risposta di Pierini, provo ad inserirmi io a rischio di rovinare l'argomento.

Orgasmo e piacere sessuale rappresentano due fenomeni connessi ma distinguibili. Nel senso che, all'interno della consuetudine e della normalità psicofisiologica essi si susseguono pur essendo di radice diversa, come dimostrato dalle non rarissime occasioni in cui, a conclusione dell'atto sessuale, l'uno o l'altro di essi vengono a mancare.
L'orgasmo rappresenta una serie di reazioni all'eccitazione  (cioè dell'ATTESA, della prefigurazione del piacere) consistente nel rapido e provvisorio abbandono della razionalità. Esso è di radice psichica.
Il piacere invece è un riflesso neurovegetativo che viene scatenato in conseguenza dell'accumularsi degli stimoli di origine genitale i quali, intensificandosi per convulsività e frequenza, tendono a caricare la "molla" che dovrà produrre l'acme (vertice) del piacere stesso e i meccanismi dell'eiaculazione. Quindi il piacere ha radice organica e sensoriale.
La libido poi (termine di radice latina che psicoanaliticamente esprime appunto la carica psichica, la pulsione, la tensione e propensione al piacere carnale) possiamo dire che rappresenti la veste sessuale dell'istinto di sopravvivenza.
Poichè del piacere è troppo "facile" parlare (tutti noi lo conosciamo istintivamente) mentre della libido è troppo "difficile" (occorrerebbe una trattazione separata), vediamo di concentrarci sull'orgasmo.
Nella pratica l'orgasmo consiste nella perdita di controllo e quasi perfin di coscienza che progressivamente si instaurano durante il percorso dell'eccitazione.
Per l'amore a sfondo riproduttivo esiste la definizione freudiana, che io trovo soddisfacente anche se inutilmente oscura dal punto di vista letterario.

Essa è la seguente "Palingenetica obliterazione dell'io cosciente che s'infutura in un archetipo prototipo e matura nella sinderesi".

Bene: tale enunciato (ne esistono però versioni anche leggermente diverse), se commentato risulta valido anche per descrivere sesso ed orgasmo. Proviamoci.
"Obliterazione (cancellazione, annullamento) palingenetica (...attraverso un ritorno alle origini) dell'io cosciente (...della nostra vigilanza e consapevolezza) che s'infutura (...il cui effetto tendenziale è) in un archetipo (..la generazione di un certo modello originario) prototipo (...in versione però nuova ed attuale,) e matura nella sinderesi (...e che si perfeziona  attraverso la capacità di riconoscere il bene).

Il significato pratico e "pianeggiante" sarebbe il seguente : Per riprodursi l'uomo deve praticare l'atto sessuale, durante il quale egli incontra la fase dell'orgasmo, che consiste nel concentrarsi sul sesso fino a dimenticare tutto ciò che egli è e che in quei momenti lo circonda (l'OBLITERAZIONE) per poter  tornare alle proprie più lontane origini biologiche (la PALINGENESI) dalle quali "prelevare" il modello biologico originario (il contenuto del seme) che verrà usato per generare (S'INFUTURA) un nuova esistenza che da un lato avrà le caratteristiche originarie della specie (l'ARCHETIPO) e dall'altro sarà anche un individuo completamente nuovo (il PROTOTIPO).
Il frutto di questo processo (la discendenza) deve poi venir aiutato a perfezionarsi attraverso l'educazione basata sulla sviluppo della capacità di riconoscere il bene (la SINDERESI).

Sesso ed orgasmo consistono quindi in un processo regressivo che allegoricamente farà ogni volta ripercorrere al soggetto l'intera sua storia biologica fino alla propria nascita, e persino l'intera storia biologica della specie e della vita intera. Fare sesso e viaggiare nell'orgasmo significa essere costretti a dimenticare (l'OBLITERAZIONE) tutto ciò che si è imparato.
Infatti nel sesso si comincia col trascurare le regole sociali pubbliche, poi quelle del pudore, poi quelle della elementare educazione......alla fine ci si può trovare al confine della condizione animale.....

La morale sarebbe che E' IMPOSSIBILE FARE DEL NUOVO CHE ABBIA UN SENSO SENZA AVER RIPASSATO IL VECCHIO !!!!
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

doxa

Viator ha scritto:
CitazioneL'orgasmo rappresenta una serie di reazioni all'eccitazione  (cioè dell'attesa, della prefigurazione del piacere) consistente nel rapido e provvisorio abbandono della razionalità. Esso è di radice psichica.
Citazione

Il piacere invece è un riflesso neurovegetativo che viene scatenato in conseguenza dell'accumularsi degli stimoli di origine genitale i quali, intensificandosi per convulsività e frequenza, tendono a caricare la "molla" che dovrà produrre l'acme del piacere stesso e i meccanismi dell'eiaculazione. Quindi il piacere ha radice organica e sensoriale.

Ciao Viator, dici che l'orgasmo "è di radice psichica" invece il piacere "ha radice organica e sensoriale". Ma la tua affermazione mi suscita una dissonanza cognitiva, perché per quanto ne so stimoli e sensazioni sono correlati a variabili fisiche e psicologiche. Stimoli e sensazioni del piacere e dell'orgasmo confluiscono nel cervello ed elaborati dalla mente.

La sensazione è la fugace reazione  dell'informazione derivante da uno stimolo esterno od interno al corpo umano su un organo di senso, trasmessa dai nervi al cervello.

All'esperienza sensoriale è collegata la percezione, processo psichico che sintetizza i dati sensoriali in forme dotate di significato.

Ergo, anche il piacere, come l'orgasmo, "ha radice psichica". 

Dalla relazione tra Psiche e amore nacque una figlia, che venne chiamata "Piacere", in lingua greca "Hedoné" (da cui edonismo). Nella mitologia romana è indicata col nome "Voluptas", voluttà.

La mitologia ellenica narra che "Piacere" era una fanciulla di straordinaria bellezza.

La psicanalisi si è interessata molto al piacere. Sigmund Freud era convinto che la ricerca del piacere (sessuale) motiva l'individuo a soddisfare subito la libido se può; se incontra ostacoli deve procrastinare o reprimere lo stimolo interno.

Freud distingueva un piacere preliminare ed un piacere finale. Egli scrisse: "Sulla via della copula vi sono certe relazioni intermedie con l'oggetto sessuale, come il toccamento e la contemplazione del medesimo, che sono riconoscibili come mete sessuali provvisorie. Queste operazioni sono da un lato collegate esse stesse al piacere, dall'altro aumentano l'eccitamento, che deve durare fino a che venga raggiunta la meta sessuale definitiva" ('"Tre saggi sulla teoria sessuale",1905) . Se ne desume che lo scopo della sessualità e del piacere sessuale è la copula.

viator

Buongiorno altamarea. L'orgasmo può venir definito come la condizione psichica in cui si prova un travolgente stimolo ad agire per il raggiungimento di uno scopo. All'interno dell'orgasmo non contano i mezzi per raggiungere la meta. Di qui la perdita del controllo consapevole di quel che si fa, essendosi innescata una totale delega di comportamenti all'istinto ed al corpo. Non sono i messaggi sensoriali (possibilmente piacevoli) a determinarlo, quindi esso nasce dalla psiche.

La percezione psichica poi quindi mentale del piacere invece non può avvenire in mancanza di stimolo sensoriale generato sulle- e dalle parti del corpo coinvolte, di qui la sua origine organica.

Il percorso degli stimoli (di qualsiasi genere) è sensi-psiche-memoria inconsapevole (istintiva)-coscienza-memoria consapevole-mente. Altro e troppo esteso argomento.

Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

doxa

Viator ha scritto:
CitazioneL'orgasmo può venir definito come la condizione psichica in cui si prova un travolgente stimolo ad agire per il raggiungimento di uno scopo.


O.K., nell'amplesso la psiche stimola ad agire per raggiungere l'orgasmo, il climax, che nell'ambito sessuale indica la scala graduata per raggiungere il massimo dell'eccitazione. Ma lo sviluppo dell'eccitazione avviene tramite il piacere, la sensorialità, o no ?

Penso che  il massimo del piacere e l'orgasmo si possano considerare sinonimi e collegati. Senza il piacere non si giunge all'orgasmo, che è una reazione del corpo durante l'atto sessuale, e conseguenza dell'eccitazione delle zone erogene e dei genitali.

Perciò non riesco a comprendere la tua distinzione tra la radice psichica dell'orgasmo   e la radice organica e sensoriale del piacere.  Comunque entrambi sono coordinati dalla mente. Dal neurotrasmettitore dopamina ?

L'input di partenza è dato dall'attrazione fisica (estetica e sessuale) e dall'immaginario erotico.

Sull'attrazione ho aperto un topic al quale hanno risposto solo Sariputra ed Inverno. Eppure l'estetica è un ramo della filosofia, ma forse non interessante per i filosofi che frequentano il forum. Sul piacere anche dal punto di vista filosofico c'è molto da argomentare. Si pensi ad  Aristippo (435 a.C. – 366 a.C.), fondatore della "scuola filosofica cirenaica",  che pose  il piacere come fine primario dell'esistenza, da perseguire ma senza diventarne dipendenti.

La filosofia "edonistica" cirenaica fu ripresa successivamente, ma solo in parte dall'epicureismo.

Il conseguimento del piacere costituisce il fulcro dell'etica epicurea che, diversamente da quella cirenaica, tende a conseguire il piacere stabile, duraturo ("catastematico") inteso come conseguimento di benessere e privazione del dolore.


Oltre all'edonismo bisognerebbe  dialogare anche sull'eudemonismo...

viator

#10
Buongiorno altamarea, ed anche per voi tutti. Se si rilegge il mio ultimo intervento del 21/10 si nota che in esso non mi riferisco al sesso.
Ciò perchè orgasmo e piacere sono manifestazioni di carattere generico e non esclusivamente sessuale. Chi, non sapendo nuotare, stia affogando, non pùò fare a meno di agitarsi freneticamente, scompostamente, irrazionalmente e senza essere in ciò mosso da specifici messaggi sensoriali. E' la paura (psichica) a muoverlo. Essendo questo un esempio di orgasmo extrasessuale dovrebbe essere chiara la sua radice appunto psichica. Nel sesso invece la pulsione psichica che lo genera è quella diametralmente opposta alla paura della morte; è la ricerca del piacere. La morte da una parte e la ricerca del piacere dall'altra sono i due fondamentali riferimenti dell'istinto di sopravvivenza: Mentre la prima rappresenta la costrizione dalla quale voler fuggire, la seconda rappresenta la perfetta facoltà, cioè ciò che, sovra tutto il resto, a noi piacerebbe fare non appena liberi dai bisogni e dalle costrizioni.
SOLO LA PSICHE GENERA E GESTISCE L'ORGASMO.

Il piacere (sessuale o meno) ed il suo opposto - il dolore - sono impulsi, segnali generati dal mondo esterno, raccolti dai sensi ed inviati alla psiche (ricordo la gerarchia strutturale di ciò che noi siamo : un corpo, dei sensi, una psiche, una coscienza, una mente) la quale ne confronta il significato con quelli presenti nella memoria inconsapevole, stabilisce se essi sono in accordo con l'istinto di sopravvivenza (quindi piacevoli) o ad esso nocivi (quindi dolorosi).
A tal punto scatta la reazione : nel caso del piacere la psiche informa - attraverso la coscienza - la mente, invitandola a rendere disponibile tutta la muscolatura volontaria del corpo a quella che si presenta come una situazione appunto piacevole; nel caso del dolore invece "contatta" per primo il corpo, attivando le opportune reazioni fisiche istintuali (la mano che viene ritratta dal fuoco senza che sia la mente a pensarci su!!) e solo successivamente informa la mente del pericolo in atto.
SOLO I SENSI GENERANO PIACERE O DOLORE FISICI.

Il tema delle reciproche relazioni tra corpo, psiche, mente, anche solo a livello sessuale è tuttora senza confini, bastando esaminare la quantità delle variazioni che può subire la sequenza psicofisiologica "normale" che sarebbe : eccitazione-erezione-sollecitazione sensoriale (effetto meccanico della copula "standard", delle mani, di altro....)-orgasmo-acme(climax)-eiaculazione.
Esistono quindi casistiche che alterano o mutilano anche sensibilmente tale sequenza :

  • le polluzioni notturne, che possono consistere nell'eiaculazione priva di eccitazione cosciente, talvolta persino di erezione, e sono sempre prive di sollecitazione, orgasmo ed acme-climax.
  • i farmaci (non faccio nomi) che possono provocare l'erezione senza eccitazione.
  • la mancanza, al termine del percorso "normale", dell' eiaculazione (impotentia generandi o coitus interruptus).
  • l'eiaculazione priva di orgasmo (anorgasmia, esistente anche in versione femminile).
  • l'eiaculazione priva di sollecitazioni (eiaculatio praecox).
  • l'orgasmo unicamente psichico (cioè privo sia di genesi che di effetti fisici che coinvolgano il corpo- ben noto in campo femminile).
  • l'impossibilità di raggiungere o mantenere l'erezione (impotentia coeundi)
  • ....................................................

Naturalmente gli ormoni ed addirittura l'intera fisiologia hanno moltissimo da dire in proposito, ma questo, come pure il ruolo del mentalismo ai fini del conseguimento dell'eccitazione, sono argomenti che qui ed ora non posso/voglio trattare.

Rimando ad una prossima occasione gli argomenti libido/piacere e raffronto tra piacere maschile e femminile.

Spero comunque di aver potuto chiarire almeno le ralazioni tra orgasmo, piacere e dolore. Pace e bene a tutti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

viator

Buonasera a tutti, in particolare ad altamarea. Cos'è la libido ? Essenzialmente, la pulsione che spinge al piacere. Letteralmente, la pulsione (spinta) che ci porta, una volta che si siano soddisfatti i bisogni, ad esercitare la facoltà di dedicarci a ciò che ci piace.

E' tutto originato dall'unico e fondamentale istinto che, alla nostra nascita, è appunto l'unico ospite e l'unica dotazione della nostra psiche. L'istinto di sopravvivenza. (Tutti gli altri contenuti psichici si generano successivamente per il processo di adattamento di tale istinto nei confronti dell'esterno, cioè attraverso l'accumulo degli stimoli sensoriali che pervengono alla psiche stessa).
L'istinto di sopravvivenza è costituito dall'insieme dei meccanismi, dei comportamenti automatici e delle reazioni che la natura "stampa" in noi (e lo possiedono perfino i vegetali....addirittura il mondo inanimato ha una specie di istinto di sopravvivenza che però sarà più corretto chiamare "tendenza alla persistenza"....ma questi sono discorsi troppo lontani) e che hanno lo scopo di garantire la perpetuazione della vita e della specie. Solo subordinatamente alla tutela della specie, poi, esso servirà a tutelare anche la singolarità dell'individio.

Tutti gli atti, le scelte, le energie di un individuo devono soddisfare obbiettivi che non risultino in contrasto con la sopravvivenza, ma augurabilmente la favoriscano.
L'individuo, costituito prima di tutto da un organismo, deve anzitutto soddisfare i bisogni per antonomasia : quelli fisiologici.
Poi quindi deve essere costantemente pronto ad affrontare l'ambiente esterno ed i nemici.
Tutte le attenzioni e le energie "avanzanti" da queste attività vengono utilizzate dall'istinto di sopravvivenza al servizio della istanza immediatamente successiva e confinante con i bisogni : la necessità della specie. Ciòè, attraverso la trasformazione dell'istinto di sopravvivenza nel cosiddetto istinto sessuale, la riproduzione.

Per il genere umano, la costruzione di società sempre più strutturate, complesse, "evolute" ha fatto in modo che i suoi individui potessero sempre più facilmente soddisfare i bisogni ed allontanare i pericoli. In questo modo il singolo si è trovato a poter dedicare alla sopravvivenza individuale quasi nessuna attenzione ed energia psico-fisica. Quindi l'uomo ha visto aumentare la quantità di "risorse" da poter dedicare a qualcosa di diverso dai bisogni: le facoltà, costituite da tutto ciò che egli vorrebbe liberamente fare, cioè che gli piace.

Che un uomo od una donna fertili, in salute, con la pancia piena, del tempo libero ed in libertà di scelta si trovino a poter pensare al sesso, non sembra ipotesi originale.
Perché penserebbero al sesso ? Perché le risorse ridondanti di cui ho parlato sopra verranno "instradate" dal loro istinto di sopravvivenza in una direzione utile alla specie e prenderanno il nome di "libido". La quale esiste solo nella specie umana. Come mai?
Qui entriamo nel campo delle inenarrabili complicazioni evolutive che hanno riguardato la comparsa - nell'uomo - della coscienza e del mentalismo. A livello umano, esistendo per noi il cosiddetto "libero arbitrio" (concetto che non può esistere in ambito di filosofia deterministica, che esiste illusoriamente in ambito psichico, che esiste sicuramente per ciascuno di noi in ambito mentale) gli scopi dell'istinto di sopravvivenza  sono da noi aggirabili. Possediamo la coscienza delle conseguenze del sesso e potremmo rifiutarci di dover faticosamente allevare una prole magari non desiderata in ossequio alle fumose necessità della specie.
Ma la natura scema non è. Inventò appunto il piacere per poter dare uno scopo alla libido. Il richiamo del piacere è ciò che, nelle adatte circostanze, ci farà dimenticare o sottovalutare gli effetti indesiderati di ciò che ci accingiamo a fare.

Ma naturalmente noi sappiamo benissimo come comportarci se non vogliamo avere figli !! Ma certoooo.....

Alla natura, nel nome della superiore esigenza di perpetuarsi, non frega niente delle nostre conoscenze, morali, malizie, sotterfugi e rimedi. Intanto non le interessa chi fa cosa e come, ma solo che ci sia inesorabilmente qualcuno che faccia quella cosa. E così avviene.
In secondo luogo la nostra furbissima capacità di evitare le conseguenze non gradite del sesso avrà come ovvio risultato quello di farci fare sesso più frequentemente generando la tendenza statistica a riequilibrare il bilancio riproduttivo finale.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sgiombo

Ma non é un' interpretazione corretta della selezione naturale quella, largamente corrente e favorita anche da alcune infelici espressioni usate dallo stesso (comunque grandissimo!) Darwin, per la quale si conserverebbero e diffonderebbero solo e unicamente quelle caratteristiche fenotipiche (morfologiche e comportamentali), derivate da mutazioni genetiche casuali, che fossero le più adatte alla sopravvivenza e riproduzione rispetto a tutte le altre.

Un esempio eclatante é, nella specie umana, il sublime piacere della musica, che non potrebbe che essere dannoso per la sopravvivenza e la riproduzione: mentre ti delizi ascoltando o producendo una bella melodia ti puoi distrarre e cadere preda di un grosso carnivoro, oppure un più rozzo tuo conspecifico si può trombare "al tu posto" una femmina in calore presente non troppo nelle vicinanze, i cui fenormoni, poco concentrati, necessitano per essere sentiti, di non essere distratti dal piacere della musica.

In realtà, anche già in tutte le specie che ha prodotto precedentemente, ma in maniera spettacolarmente evidente nell' uomo, la selezione naturale non agisce "in positivo" salvaguardando e diffondendo solamente "il più adatto" a scapito di tutti gli altri, ma invece "in negativo", eliminando solamente "i troppo inadatti" (a un ambiente che muta costantemente, ragion per cui per una specie avere anche membri che sopravvivono e si riproducono presentando caratteristiche fenotipiche un poco inadatte "oggi" può significare avere una chance per sopravvivere e non estinguersi "domani", al primo serio mutamento ambientale).
Ciò spiega fra l' altro anche come con la selezione naturale in generale sia perfettamente compatibile, sebbene le sia pure in qualche misura contrastante, la selezione sessuale, la quale ha favorito per esempio lo sviluppo di corna nei cervi e di code nei pavoni maschi oggettivamente alquanto poco adattive rispetto ad alternative "più sobrie" che ha invece eliminato.

La vita non solo tende a incrementarsi quantitativamente, ma anche a variare qualitativamente!

doxa

Ciao Viator, ti ringrazio per la pazienza che hai nell'approfondire temi importanti della sessualità.

Non ho replicato al  tuo precedente ed esauriente post sulla differenza tra orgasmo (di origine psichica) e piacere (di derivazione sensoriale) perché le mie conoscenze in merito non sono esaurientemente documentate da poter replicare. Hai ragione ? Sbagli ? Non lo so ! Tendo a credere che hai ragione e da come esponi il tuo pensiero mi sembra che tu sia impegnato professionalmente in tale ramo.

Per quanto riguarda la libido come dimenticare Dante e la sua Commedia ? Il quinto Canto dell'inferno sembra che l'abbia riservato agli "incontinenti" come Paolo e Francesca e a Semiramide, la leggendaria regina assiro-babilonese che "libido fè licito in sua legge".

Nella teoria psicoanalitica la libido motiva l'individuo a soddisfare le pulsioni vitali, compresa quella sessuale. La persona considerata attraente viene giudicata potenziale fonte di soddisfazione della propria pulsione sessuale, creata dalla libido come energia psichica.

La libido è il desiderio che motiva l'individuo a soddisfare il bisogno di attività sessuale e raggiungere l'orgasmo.
Ecco questo tipo di desiderio mi è facile capirlo originato dalle psiche guardando una donna che reputo attraente esteticamente e sessualmente. Ma la libido, in "quiescenza",  può "insorgere" anche dal contatto fisico tra due corpi, ed ecco allora che il desiderio (= libido) può essere suscitato dal piacere sessuale sensoriale.

Tale situazione mi fa pensare all'uroboro, il serpente che si morde la coda formando un cerchio senza inizio né fine.
Tu giustamente dici che la libido è un istinto e come tale non è psichico né sensoriale, quindi è di natura organica, o sbaglio ?   

Dici che l'istinto di sopravvivenza è dominato dalla "tendenza alla persistenza", però non permane nei suicidi, da cosa dipende ?


Un bel saluto viator, viandante in pellegrinaggio !

viator

Salve altamarea ed anche a tutti voi. Ci sono i principi generali che generano le tendenze generali. Poi ci sono i casi particolari (avrai sentito parlare di eccezione che confermano le regole). In particolare l'uomo, essere sommamente complesso, pur essendo figlio di una natura in sé extraumana, dal momento in cui acquisì la coscienza iniziò anche a praticare il cosiddetto "libero arbitrio", guarda caso utilizzato spessissimo per cercare di opporsi alle leggi di natura che non gli tornassero convenienti. Tutta la storia umana consiste nello sforzo di sostituire la logica particolare umana alla "logica" generale della natura.
Ovvio quindi che ci siano i casi in cui l'uomo, benché sempre costretto nel limiti delle leggi e delle influenze naturali, possa trovarsi a non assecondarle o addirittura - come proprio nel caso del suicidio - a contraddirle clamorosamente.
La "tendenza alla persistenza" è quindi l'indirizzo generale che anima tutti gli effetti del mondo, non è una legge particolare ed inesorabile.

Noto che - a differenza dei miei - quasi tutti gli interventi del forum (e di tutti gli altri forum del mondo!) risultano calibrati su di una visione particolaristica ed esclusivamente antropica, se non precisamente soggettiva, del mondo. A me interessa pochissimo di quanto altri hanno scritto o detto in passato su di un qualsiasi argomento che possa essere argomento di riflessione solitaria ed impersonale. La mia visione di certe tematiche sarà pure sbagliata o delirante, ma certamente tende ad essere la più ampia possibile.

La libido è una pulsione tendenziale. Le circostanze adatte (vicinanza di una donna appetibile od altro richiamo sensoriale o mentale) innescano la sua attivazione che produrrà l'eccitazione. L'esito dell'eccitazione....beh, dipenderà sempre dalle circostanze.

Infine, ti assicuro di risultare un perfetto profano di questo come pure di ogni altro argomento di cui verrei ad occuparmi. Salutoni.

Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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