Menu principale

CONTRO IL NICHILISMO

Aperto da PhyroSphera, 22 Luglio 2021, 17:40:33 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Ipazia

Poi mi si dovrebbe spiegare di quale suprema armonia fosse detentore il primo proprietario del marchio "metafisica" quando, con effettiva ragione storica, ma poco supremamente armonica, individuava nello schiavo la medesima natura dell'animale da soma in quanto entrambi sprovvisti della libertà e sotto il comando di un padrone. Una via di mezzo tra la natura inanimata e quella animata degli umani liberi, unici legittimi detentori di humanitas.

E quale etica/morale assoluta da tale metafisica possa derivare.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

baylham

Non comprendo chi afferma da una parte l'esistenza di verità, di morali, di principi universali, assoluti, immodificabili e dall'altra denuncia l'esistenza di una società nichilista, decadente, dissoluta, priva di verità, di morale, di principi.
Questa incoerenza, contraddittorietà, dunque conferma la tesi contraria, che le verità, le morali, i principi non sono universali, assoluti, immodificabili, ma relativi.

Per me la tecnica e la morale precedono la religione e la filosofia, sono quest'ultime che dipendono dalle prime.







viator

Citazione di: baylham il 31 Luglio 2021, 18:26:06 PM
Non comprendo chi afferma da una parte l'esistenza di verità, di morali, di principi universali, assoluti, immodificabili e dall'altra denuncia l'esistenza di una società nichilista, decadente, dissoluta, priva di verità, di morale, di principi.
Questa incoerenza, contraddittorietà, dunque conferma la tesi contraria, che le verità, le morali, i principi non sono universali, assoluti, immodificabili, ma relativi.

Per me la tecnica e la morale precedono la religione e la filosofia, sono quest'ultime che dipendono dalle prime.



Salve bailham. Approvo profondamente. La realtà dei rapporti tra il mondo del reale e quello dell'ideale è insita nella più banale delle gerarchie : i bisogni da una parte, le facoltà dall'altra.


I religiosi, gli idealisti, gli utopisti, i filosofi......partono bellamente dal presupposto che i bisogni risultino modificabili od eliminabili sulla base di quanto essi vanno predicando e che consiste unicamente in principi facoltativi.


Tutto ciò che ha a che vedere con la soddisfazione o la facilitazione dell'espletamento dei bisogni.........viene fieramente avversato dagli spiritualisti poichè evidenzia la subordinazione del loro ruolo all'interno del funzionamento dell'esistenza naturale delle cose e delle loro necessità intrinseche. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

paul11

Citazione di: baylham il 31 Luglio 2021, 18:26:06 PM
Non comprendo chi afferma da una parte l'esistenza di verità, di morali, di principi universali, assoluti, immodificabili e dall'altra denuncia l'esistenza di una società nichilista, decadente, dissoluta, priva di verità, di morale, di principi.
Questa incoerenza, contraddittorietà, dunque conferma la tesi contraria, che le verità, le morali, i principi non sono universali, assoluti, immodificabili, ma relativi.

Per me la tecnica e la morale precedono la religione e la filosofia, sono quest'ultime che dipendono dalle prime.
Come al solito, non si comprende.
Il filosofo, come qualunque umano, è interprete di segni, significazioni, sensi.
E' un umano e rimane in quanto tale, non ha una rivelazione da svelare, ma un'interpretazione.
Se dico che l'atomo è formato da neutroni, protoni elettroni scomponibili a loro volta in altre particelle subatomiche sostengo un "assoluto" almeno ad oggi per la scienza .
Un assoluto, non è quindi qualcosa che  "sta lì", è comunque interpretazione. O si entra nel merito per sconfessare quell'assoluto , e allora uno scienziato scopre qualcosa che fa mutare il concetto di configurazione atomica attuale, così vale per la filosofia. O si è in grado di dire chi, cosa, come, perché, l'universo esiste  per via logica deduttiva , o dire "qualunque cosa passi per il cervello" senza nessuna relazione con l'universo, la terra, la vita, l'esistenza, l'individuo umano, la società, ecc.  o rimane "voce flatua", evanescente.
Il  nichilismo è conseguente quindi ad una interpretazione di una filosofia. O si è in grado di entrare nel merito o si fa "chiacchiera".


Quindi dove, come, esiste la contraddizione o si fa davvero assolutismo ,mascherando l'incapacità di entrare nel merito di una interpretazione filosofica .
Chi dice che c'è contraddizione  e dice altro e non la mostra fa il più assolutismo possibile.


Per te la tecnica e la morale precedono la religione e la filosofia: dimostralo argomentando, può darsi sia vero, ma devi mostrare il tuo ragionamento.


paul11

#49
Citazione di: viator il 01 Agosto 2021, 12:57:24 PM
Citazione di: baylham il 31 Luglio 2021, 18:26:06 PM
Non comprendo chi afferma da una parte l'esistenza di verità, di morali, di principi universali, assoluti, immodificabili e dall'altra denuncia l'esistenza di una società nichilista, decadente, dissoluta, priva di verità, di morale, di principi.
Questa incoerenza, contraddittorietà, dunque conferma la tesi contraria, che le verità, le morali, i principi non sono universali, assoluti, immodificabili, ma relativi.

Per me la tecnica e la morale precedono la religione e la filosofia, sono quest'ultime che dipendono dalle prime.



Salve bailham. Approvo profondamente. La realtà dei rapporti tra il mondo del reale e quello dell'ideale è insita nella più banale delle gerarchie : i bisogni da una parte, le facoltà dall'altra.


I religiosi, gli idealisti, gli utopisti, i filosofi......partono bellamente dal presupposto che i bisogni risultino modificabili od eliminabili sulla base di quanto essi vanno predicando e che consiste unicamente in principi facoltativi.


Tutto ciò che ha a che vedere con la soddisfazione o la facilitazione dell'espletamento dei bisogni.........viene fieramente avversato dagli spiritualisti poichè evidenzia la subordinazione del loro ruolo all'interno del funzionamento dell'esistenza naturale delle cose e delle loro necessità intrinseche. Saluti.


i bisogni da una parte, le facoltà dall'altra.

come dire che c'è un umano con il bisogno di accendere il fuoco e privo delle sue facoltà cerca la pietra focaia, poi lo stesso uomo della caverna, apre una porta ad accede ad un altro mondo dove vi è una sterminata biblioteca in cui fa emergere le sue facoltà.
Non è che i bisogni umani , e bisognerebbe chiarire cosa si intende per bisogni (solo quelli economici, oppure anche quelli umani invisibili e non economici?), fra le altre ...contraddizioni  da te scritte in poche righe (riuscirai a fare un record mondiale).

A te risulta tanto per fare un esempio che Gesù nei Vangeli è descritto come un anacoreta solitario, oppure partecipa ad un pranzo di nozze a Canaan, all'invito a pranzo di un centurione, all' ultima cena.........
Queste tue barbari e rozze prolusioni linguistiche senza nemmeno conoscere i contesti.
E poi Socrate e le miriadi di dialoghi socratici di Platone: Repubblica dove descrive la vita privata e pubblica........

Ma che idee ti sei fatto , di filosofia, religione , che forse loro non vivevano, non avevano relazioni sociali, non mangiavano?  Cosa critichi se prima non conosci?

viator

Salve paul11. Appunto, facendo tu parte degli spiritualisti, neppure conosci la distizione tra i bisogni (tutto ciò che, se non adempiuto, genera - al massino in qualche settimana - la morte dell'individuo biologico)........................e...................


Tutto il resto, rappresentato dalle istanze relative (a cominciare dal "bisogno" di credere in qualcosa, proseguendo con le varie relative necessità, eventualità, possibilità, facoltà etc. etc. etc.



Anche Maria Antonietta, vivendo in un altro mondo, si meravigliava dei clamori popolari che salivano dal regno dei bisogni. Lei non conosceva il significato di tale termine. Buone cose a te. 
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

#51
Perfino gli antichi si resero conto di quanto antropomorfismo ci fosse nei miti.

Citazione di: SenofaneGli Etiopi dicono che i loro dèi sono camusi e neri, i Traci che sono cerulei di occhi e rossi di capelli.

Gli stessi greci avevano gli dei alle porte di casa, sull'Olimpo. E gli dei si comportavano esattamente come i greci, copulando, cornificando, guerreggiando, e tifando per greci e troiani nella lunga guerra narrata da Omero.

Gli ebrei pensavano il loro unico dio come un capopopolo che alfine li avrebbe reso vittoriosi nella terra promessa. Tremila anni dopo fanno di tutto perchè sia vero.

Finchè gli umani pensavano di essere creature elette al centro dell'universo grossi problemi non ce ne furono. Tete a tete col loro dio avrebbero alla fine raggiunto un qualche aldilà post mortem. I problemi - e il nichilismo secondo i teisti - sono cominciati quando la scienza ha dimostrato che lungi dall'essere al centro dell'universo eravamo sperduti in qualcosa le cui dimensioni non erano compatibili con i numi alle porte di casa.

Si dovettero riscrivere tutte le teologie alla luce delle nuove scoperte e questo la dice lunga su chi determina chi. Se il nichilismo è la fine delle favole, sia esso benvenuto. E tale era certamente per FN.

Semmai i conti oggi bisogna farli con il nichilismo degli orfani di Dio dal coltello e tritolo facile e col nuovo dio universale fondato sull'inumano, il Capitale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#52
@Paul 11
Tu dici....un "assoluto" , almeno ad oggi, per la scienza.
Che assoluto sarebbe , allora?
Io credo, per rispondere anche ad Ipazia, con la quale concordo, che oggi siamo passati dal centro dell'universo al centro della coscienza.
Possiamo vederli come due processi, dei quali, il secondo ancora in corso, che si concludono, e vengono quindi archiviati, una volta che si sono presi tutto lo spazio possibile, globalizzandosi.
Il primo parte dalle alture sacre , tanto vicine al cielo quanto a casa., scoprendo alla fine che non c'è un vero sopra è un vero sotto , un paradiso o un inferno dove andremo,nè un vero posto eletto in terra assegnatoci dove stare.
Il secondo parte dalle pure vette della razza, ed è ancora in fase di espansione, ma già da oggi possiamo iniziare finalmente ad archiviare le razze, per rientrare nell'intero regno dei viventi, fuori dalle convenzioni di specie.
Finché dei e razze hanno regnato abbiamo provato a spiegare tutto a partire da quegli assoluti.
Erano indubbiamente assoluti in quanto ipotizzati, e sono gli unici tipi di assoluti cui possiamo accedere.
Sono quelli che possiamo pensare, quindi anche ripensare, come infatti abbiamo ripensato e continuiamo a ripensare.
Sono quelli di cui a un certo punto prendiamo coscienza, ma che vengono da lontano , e che però non vanno mai molto lontano.
Dobbiamo aspettarci quindi che altri assoluti agiscano in noi, di cui non necessariamente abbiamo coscienza attualmente.
Tu fai un esempio di assoluto, credo in modo improprio, riferendoti agli atomi e ai suoi componenti, ma tu stesso non sembri convinto di aver trovato un buon esempio.
Infatti aggiungi ,... almeno ad oggi, per la scienza.
Gli atomi e i suoi componenti però ci aiutano solo a inquadrare i fatti della nostra esperienza attraverso una teoria relativa, mai assoluta, ma che si basa su ipotesi matematiche , che, in quanto tali, non sono dimostrabili.





Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

In un certo senso le teorie sorgono dall'esperienza con i loro assoluti a premessa e nel processo comunque interviene la coscienza, perché senza di essa non può esserci teoria.
Ma non nel modo così sistematico come a noi, noi che attualmente abbiamo abusivamente occupato il centro della consapevolezza, ci piace credere.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

paul11

#54
 Taglio la testa a l toro. Perchè da "filosofo" la discussione si sta arenando in sentenze pregiudiziali da parte vostra e non ho voglia di battibecchi sterili


Allora: adatto che tutti viviamo nel medesimo tempo storico : fatevi un "esame di coscienza" e concretizzatelo  costruendo un elenco dei limiti che questa cultura ha sia nelle pratiche che nelle teoretiche.


Successivamente, dopo  i sintomi, si può fare l'eziologia, la  prognosi e quindi la terapia.
Senza una condivisione dei problemi attuali , in un ordine di importanza, non si può discutere di nichilismo attuale, di questo tempo.Se siamo felici e contenti, con ventre obeso " e rutto-libero" fantozziano, allora non ci sono problemi , il nichilismo è un'invenzione.


Il mio elenco dei sintomi, che or ora mi passano per la coscienza e per me determinano il nichilismo culturale attuale sono:

1) la morale
2) mancanza di un pensiero filosofico "totale", nel senso che comprenda un' interpretazione di chi,come, qualcosa abbia costituito l'universo
3) egocentrismo e individualismo promossi a livello di cultura, prima ancora che come atteggiamenti pratici
4) debolezza della parte intima umana
5) scienze e quindi conoscenza quantitativa e non qualitativa
6) è più una conseguenza che un sintomo: perdita del senso di comunità.


.....a voi .



Ipazia

#55
Citazione di: paul11 il 02 Agosto 2021, 13:34:04 PM
Il mio elenco dei sintomi, che or ora mi passano per la coscienza e per me determinano il nichilismo culturale attuale sono:

1) la morale

Ne avevo già parlato, ma ti sei guardato bene dal replicare: quanto è condivisibile e merita nostalgia la morale:

a) di uno che ha scritto 3 etiche e ispirato a fondo il pensiero filosofico cristiano (tomistica) stablendo che lo schiavo è equiparabile alla bestia da soma perchè è comandato da un padrone, senza porsi alcuna altra questione morale.

b) di un vescovo che dopo aver espugnato una città ove erano rifugiati alcuni eretici di fronte all'incertezza di un comandante su chi uccidere rispondeva: "uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi"

c) di un'autorità morale che credeva così tanto ai suoi dogmi da mandare al rogo chi affermava, prove alla mano, che la terra gira intorno al sole e non viceversa.

d) ... meglio la postulata amoralità di oggi o quella di "quando c'era la morale" ?

Citazione2) mancanza di un pensiero filosofico "totale", nel senso che comprenda un' interpretazione di chi,come, qualcosa abbia costituito l'universo

Purtroppo la scienza ha i suoi limiti, e i dogmi hanna già fatto fin troppi danni. Il pensiero filosofico più "totale" di cui disponiamo è, fin dai tempi di Protagora, l'umanesimo.

Citazione3) egocentrismo e individualismo promossi a livello di cultura, prima ancora che come atteggiamenti pratici

Giudizio sommario su un'evoluzione et(olog)ica con molte sfumature e contraddizioni. Non mi pare che nei bei tempi andati altruismo e solidarietà sociale fossero molto praticati nei confronti di schiavi e plebe. Sono diventati un problema quando anche schiavi e plebe hanno potuto permettersi un minimo di cultura e riconoscimento sociale. Prima andava tutto bene ?

Citazione4) debolezza della parte intima umana

Animula vagula blandula
Hospes comesque corporis,
Quae nunc abibis in loca
Pallidula, rigida, nudula,
Nec, ut soles, dabis iocos...

Piccola anima smarrita e soave,
compagna e ospite del corpo,
ora t'appresti a scendere in luoghi
incolori, ardui e spogli,
ove non avrai più gli svaghi consueti...


(Adriano, imperatore romano tra 117 e il 138 d.C)

Una onesta presa d'atto della debolezza mortale della condizione umana rimane una virtù.

Citazione5) scienze e quindi conoscenza quantitativa e non qualitativa

Sapere come è fatto il sistema solare e come funziona la circolazione del sangue è qualitativo o quantitativo ?

Citazione6) è più una conseguenza che un sintomo: perdita del senso di comunità.

Senso di comunità del pane nero o delle brioches ? La modernità, pilotata dall'accumulazione capitalistica e dalla merce (umani inclusi) ha ulteriormente modificato il senso di comunità, ma non del tutto soppresso: privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite. Qualcosa di sociale sopravvive anche nel mondo dove la plebe ha finalmente potuto gustare per un attimo brioche. E dove, come in ogni epoca precedente, con la sua cultura, filosofia, morale, ha dovuto sempre sfangarla per tutti. Non è mai esistita una comunità in nessuna società complessa in cui la stratificazione di classe ha sempre determinato la morale. E non certo il contrario. Neppure se ti chiami Platone o Aristotele.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve paul11 : Citandoti : "Il mio elenco dei sintomi, che or ora mi passano per la coscienza e per me determinano il nichilismo culturale attuale sono:

1) la morale
2) mancanza di un pensiero filosofico "totale", nel senso che comprenda un' interpretazione di chi,come, qualcosa abbia costituito l'universo
3) egocentrismo e individualismo promossi a livello di cultura, prima ancora che come atteggiamenti pratici
4) debolezza della parte intima umana
5) scienze e quindi conoscenza quantitativa e non qualitativa
6) è più una conseguenza che un sintomo: perdita del senso di comunità"
.



Io, nella tua avversione al nichilismo, vedo solo la "nostalgia" per la scomparsa (o il desiderio per l'apparizione) di un qualche "garante" che assicuri ciò che la tua visione del mondo desidera :


1) un principio di autorità che affermi ed imponga una morale ovviamente unica ed indiscutibile, ideologicamente certificata;

2) idem, che assicuri un un pensiero filosofico "totale", nel senso che comprenda un' interpretazione di chi,come, qualcosa abbia costituito l'universo. Naturalmente secondo te è inconcepibile che invece nessuno abbia mai costruito un universo che si "limita" ad esistere al di fuori di ogni concetto di tempo........e questa sarebbe una incolmabile lacuna filosofica !;


3) idem, che neghi "d'ufficio" che senza egoistico istinto di sopravvivenza e senza l'esistenza di singoli egoistici individui.............nessuna società - nè di uguali nè di diversi - sarebbe mai comparsa sulla faccia della Terra;


4) idem, che rafforzi, attraverso apposite tecniche (magari Libretto Rosso e Rivoluzione Culturale).............le debolezze della parte intima umana;

5) idem, che provveda alla istituzione di apposite Commissioni che valutino e discernano le nozioni scientifiche secondo quantità piuttosto che qualità (supervisore : paul11);

6) idem, che provveda a rimediare quella che è più una conseguenza che un sintomo: la perdita del senso di comunità.......la quale è dovuta semplicemente al fatto che siamo in 7 miliardi, aspetto che - nel Primo Mondo - ha COSTRETTO ad eliminare CORTI e CASCINE a favore dell'edilizia verticale.

Faccio comunque i miei auguri alle tue speranze per il mondo futuro. Saluti.

Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#57
Citazione di: paul11 il 02 Agosto 2021, 13:34:04 PM
5) scienze e quindi conoscenza quantitativa e non qualitativa




Concordando con la risposta di Ipazia, vorrei aggiungere qualcosa solo su questo punto.
Il rosso è una qualità, ma corrisponde ad una frequenza, quindi ad una quantità, un numero.
Non voglio spingermi con ciò a dire che possiamo assegnare un numero ad ogni qualità , ma che non ha senso, almeno a prima vista, provare ad assegnare qualità alle quantità, per quanto sarebbe ottimo oggetto di riflessione.
Ma quello che voglio far notare è che il rosso è il prodotto di un processo dove non interviene la coscienza, mentre la corrispondente misura di frequenza è il risultato di un processo cosciente.
Cosa ne possiamo dedurre?
Che le stesse cose si possono ottenere con uso della coscienza oppure no, posto che vedere il rosso abbia un fine pratico e non trascendentale, per quanto implichi un giudizio estetico, giudizio però dal quale non sono esenti neanche le equazioni dell'elettromagnetismo.
Tutto ciò possiamo ben immaginare che comporti pro e contro su cui si può  discutere.
Se c'è un Dio noi siamo probabilmente il suo esperimento sui presunti vantaggi dell'uso della coscienza fra i viventi.
È possibile che Dio ultimamente ha esagerato con la manopola della coscienza e lo strumento di misura è andato a fondo scala su "nichilismo".
Cosa significa questo? Non lo sa' neanche lui, perché l'esperimento è ancora in corso.
Io credo che "noi" filosofi ci siamo autoassegnati un compito difficile quanto gratificante: provare ad osservarci da fuori.
Non è forse neanche un compito poi così difficile come sembra , una volta che fai pratica, come succede per tutti i mestieri.
Nella misura infatti in cui siamo coscienti di noi, in quella stessa misura possiamo astrarci, diventando altro, soggetto ed oggetto al contempo.
La sostanza di cui siamo fatti non è un confine ben definito e impenetrabile come sembra.
Nella commedia recitano gli individui ma più soggetti recitano diverse parti.
Basta metterti una parrucca o accendere uno spettrometro e non sei più lo stesso personaggio.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

paul11

 Ipazia è l'unica che ha dato tutte  le  risposte al mio elenco ( che mi sono usciti......lì per lì, senza troppo pensarci) . Avete dato un vostro commento , ma se ritenete che vi siano dei punti, dei concetti, dei problemi più importanti di quelli da me elencati , scriveteli pure.
Prima di cercare di rispondervi vi chiederei ,per ogni punto, se storicamente sono oggi migliori o peggiori del passato. Ad es. la morale è sempre stata un problema nella storia o  è migliorata  o peggiorata attualmente?


@ipazia


1) Morale
Mi pare di capire che anche tu ritieni la morale importante.
Io penso che sia meglio avere un"padre padrone" piuttosto che non averlo; mi spiego.
L'uomo ha necessità che qualcuno gli dica cosa sia bene o male, e su questi concetti educa (persino ai cani educano con il "premio", per fargli capire i comportamenti corretti).
La necessità di avere un punto di riferimento da seguire e poi contestare e persino per la psicologia moderna fondamentale per costruire il carattere, la personalità.
Per questo sostengo , per gli esseri che hanno consapevolezza, e quindi solo l'uomo (magari qualche animale ha qualche barlume.....), che il bene e il male è necessario . Saranno poi le interpretazioni, culturali, religiose, filosofiche,  a dire se sono corrette o errate ed è giusto che siano anche contestate per avere una presa di coscienza , ma il "saper stare al mondo" dignitosamente lo dichiara solo la morale.


Mi pare che ne avessimo già discusso: a te risulta che il cristianesimo, essendo fondato , lo dice la parola, sul Cristo , si sia comportato o abbia detto, come ci raccontano i Vangeli, cose contro la persona umana? Se io dovessi indicare nella storia tutti coloro che hanno di fatto spergiurato sul proprio credo  o fede, compiendo atti contrari a ciò che dovevano sapere fosse bene o male, che siano religiosi, spiritualisti, politici,  o l'uomo qualunque......forse saranno pochissimi a salvarsi.
La morale a questo serve, a poter dare il giudizio nella relazione  fra il bene e il male e l'etica, cioè i comportamenti se sono coerenti fra pensiero ed azione.
E qui aggiungerei un termine che è diventato ambiguo nel sociale, nella comunità degli umani, la libertà. E' stata fatta spacciare la libertà come contraltare alla morale, e si vedono oggi le conseguenze. Tutti vogliono, pretendono ........senza mettersi le "mani sulla propria coscienza".
Ma cosa davvero vogliamo oggi? Esseri liberi doveva comportare maggiore responsabilità e non solo sulle azioni, perché ribadisco senza una morale anche le azioni diventano prive di una "bussola", di un riferimento morale.


2) mancanza di un pensiero filosofico "totale", nel senso che comprenda un' interpretazione di chi,come, qualcosa abbia costituito l'universo


Ritengo che senza un pensiero filosofico  "totale" non sia possible ancorare i due aspetti relazionali per fondare una morale, che non può essere una banderuola al vento degli interessi personali. Quindi c'è l'aspetto di ancorarlo come "bene" rispetto ad una architettura filosofica e all'intimità della coscienza umana.
Ritengo che la modernità avendo  decostruito l'antico sistema filosofico , non possa più ancorare al pensiero filosofico moderno la morale.
Non c'entrano niente i dogmi: al tempo di Platone , Aristotele del pensiero poi ellenistico e di latino romano, assistiamo ad uno dei migliori periodi di civiltà nella storia umana.
Non si tratta di tornare indietro , la storia è irripetibile, ma di fare tesoro della storia umana: non tutto oggi è meglio del passato.


3) egocentrismo e individualismo promossi a livello di cultura, prima ancora che come atteggiamenti pratici
Ho specificato appositamente che è questa cultura moderna che ha promosso il soggettivismo, l'individualismo, l'edonismo, l'egoismo umano e quindi con malesseri sociali. Hanno camuffato la libertà come principio per costruire privilegi personali, i nobili e aristocratici oggi sono la grande borghesia ereditiera. Il pregio è l'innovazione e la scoperta scientifica, ma sono in mano all tecnica, libera di riconfigurare il sistema socio-economico-politico, per cui l'uomo cosiddetto più libero rischia di essere stritolato come "cosa", come oggetto qualunque nel suo individuale dramma umano, poco sorretto dalla comunità. L'uomo è più solo, ma più libero; più meccanismo, ma più tecnico.


4) debolezza della parte intima umana
Questa maledetta pandemia ha purtroppo evidenziato la solitudine e i drammi personali . La paura, il timore, il distacco ( il non avere nemmeno contatti con parenti ,amici), la perdita del calore umano. Non è che storicamente prima era tutto "rosa e fiori", sia chiaro, ma temo che proprio l'esaltazione del dover primeggiare, dell'essere sulla cresta dell'onda, questa competizione dell'uomo sull'uomo, anche fra colleghi di lavoro,  nell'avere e non più nell'essere, abbia contribuito a mortificare troppe persone che si sentono marginalizzate per vari motivi.
Forse i social nel tempo mediatico di internet , dove da una parte si è nascosti e dall'altra si cerca di comunicare, è il tentativo di poter mostrare che ci siamo , spesso è un urlo scomposto ma dichiarativo della necessità di cercare contatti umani, dove si può, anche se virtuali , ma pur di comunicare se stesso agli altri. Anche comunicare in fondo è amore.


5) scienze e quindi conoscenza quantitativa e non qualitativa


Sono stato troppo sintetico, andava specificato meglio. Intendevo dire che la scienza sperimentale moderna tende a dimostrare ciò che si "mostra", ciò che è visibile. Le crisi scientifiche sono avvenute o per nuove scoperte o per nuovi paradigmi, mutando gli assiomi. L'attuale scienza è nella "via  di mezzo", mancano i ponti per unificare varie teorie. La fisica classica è convenzione, e dall'altra la teoria generale della relatività e la meccanica quantistica non sono unite, nemmeno nella biologia sono unite la teoria dell'evoluzione e la microbiologia del DNA e RNA.
Queste conoscenze , come già avevo scritto, mancano di teorie costitutive fondamentali.
Dove nasce la vita da elementi chimico fisici? Quale è l'ultima particella subatomica che dovrebbe sapersi differenziare?  Come ha fatto una scimmia ad evolversi in ominide, e poi più nessuna scimmia lo ha fatto in milioni di anni? Quante domande qualitative prive di risposta. Misteri. Ma è mistero anche la coscienza, la mente, i pensieri......sono energia?, sono materia?,....dove nascono  e dove vanno a finire?
Ho posto l'esempio della scienza, in quanto paradigma costitutivo fondamentale di tutto il sistema di riferimento della cultura moderna. Altro esempio: è un corpo che crea lo spazio/tempo o lo spazio tempo è preesistente ad una materia? La cosmologia scientifica sembra che dica che prima c'è stato un "corpo" energetico/materiale........... Se lo spazio e il tempo esistono cosa sono ontologicamente,  la gravità ha il gravitone, e il tempo, lo spazio?
Sono domande fondamentali qualitative. La scienza studiando il fenomeno ,studia il suo meccanismo, ma poco sa cosa precede il fenomeno  e il meccanicismo causa effetto non aiuta a rispondere a miliardi di fenomeni con diverse velocità , così come i miliardi di reazioni chimiche che avvengono contemporaneamente nel corpo umano, La scienza per sua attitudine conoscitiva tende ad estrapolare un singolo fenomeno da un contesto complessivo dove quel fenomeno è solo una parte.


6) è più una conseguenza che un sintomo: perdita del senso di comunità.


Le prime comunità, molto probabilmente, nascevano dalla necessità che il sentirsi uniti quantitativamente rispondeva meglio alle esigenze prima difensive ed eventualmente di attacco, compreso il cacciare insieme. Non c'era ancora proprietà privata, c'era la territorialità animale.
Fino a non troppo tempo fa ,c'erano paesi dove il pane lo si produceva in unico forno, c'era l'abbeveratoio comune per il bestiame, c'era il lavatoio comune .........oggi non conosciamo quasi nemmeno il dirimpettaio.....ognuno perso per i fatti suoi. Si pregava insiemi nei  rosari nel mese di maggio, c'erano gli sgabelli fuori dalle porte di casa e chiacchieravano del più e del meno, e e la chiave di casa o era sotto lo zerbino dell'entrata o sullo stipite della porta...tutti sapevano e nessuno rubava....o pochi. Tutti si conoscevano  e ci si sentiva meno distanti. Ora ci sono porte blindate e allarmi che ogni tanto suonano per i fatti loro...e rubano di più, ammazzano per poco, si ha timore persino di chiedere "scusi....dovrei passare, per cortesia...", perché non sai più chi hai davanti, e la sera se incontri qualcuno in strade buie di periferia .......eviti cambiando strada. C'era  più fiducia..
Sono io che sbaglio queste descrizioni?  Dove stiamo andando? In quale mondo?




@viator


1)il fatto è che sono un anarchico (pacifista si intende......) quindi ne farei più che volentieri a meno.
Ma ho riflettuto parecchio negli anni post adolescenziali . L'uomo spontaneamente non crea una società giusta, deve raggiungere prima una cera maturità, sapersi autodisciplinare, aver un alto senso morale, per bloccare le sue rabbie, le sue nevrosi, il suo "veleno".
Purtroppo temo che ci sia necessità, sperando che prima o poi avvenga questa maturità di autogovernarsi responsabilmente, di qualcuno che detta le "leggi". Che sia un Dio, un tiranno, un monarca, un aristocratico , una democrazia, .......qualcuno detta le regole e tutti obbediscono. E ancora oggi è così....è cambiato poco o niente.
La mia quindi non è affatto nostalgia , è constatazione che tolta la legge accade un "far west" globale: tutti contro tutti.


2) Non conosco nessuna società comparsa finora, compresa questa , che non abbia un principio di autorità. Non c'è bisogno di una morale per l'autorità, basta la legge anche senza morale. Semmai è la legge che non fondandosi su una morale rischia di poggiarsi....sul nulla. Non è un caso che concetti some sovranità , democrazia, stanno decadendo.


3) Se riesci ad argomentare ragionevolmente come questo universo sia sorto senza l'intervento di qualcosa, qualcuno.....sarò in attesa di tue spiegazioni.


4) e 5) ) sono tue battute. Ho risposto a Ipazia.
6) un sintomo in effetti è una conseguenza: se avessi la febbre è un sintomo di un'infezione.
Per cui la perdita del senso di comunità, o potrei altrimenti dire di identità culturale è grazie ad esaltazioni egoistiche ed individualiste comminate dalla cultura moderna.


@iano
sei propenso alle scienze....
Il colore rosso è immanente alla vista, noi non vediamo le frequenze, vediamo gli effetti delle frequenze, nello spettro dell'udibile e visibile. Abbiamo dovuto fondare l'elettricità con il magnetismo (questo è  un "ponte" a cui alludo  altrove, cioè unificare diverse teorie che permettono delle trasformazioni, Maxwell in questo caso) per inventare un oscilloscopio e vedere le frequenze radio ,ecc.


La coscienza mi dice che tutto vibra.......respira: chi si dilata e si restringe, chi pulsa e si ritrae come un cristallo, chi inspira ed espira,  sembra tutto "animico", dal vagito al rantolo.

Alexander

#59
Buongiorno a tutti


Una cosa non è mai stata scalfita , né dalle religioni, né dal nichilismo: il valore del denaro, vero signore di questo mondo. In forma di moneta, di titoli o virtuale aleggia sopra ogni cosa e ogni nostra esistenza. Il religioso cerca fondi per la sua chiesa e il nichilista ne cerca per pubblicare un libro sul nichilismo. Gesù fu tradito per denaro e per esso le famiglie finiscono davanti agli avvocati.


"I soldi sono la cosa più importante al mondo. Rappresentano la salute, la forza, l'onore, la generosità, e la bellezza quanto cospicuamente la mancanza di essi rappresenta la malattia, la debolezza, la vergogna, la meschinità e la bruttezza."  G.B. Shaw

Qualche giorno fa il Pc ha smesso di avviarsi. Per ripararlo ho speso 80 euro. Se non avessi avuto quel denaro non avrei più potuto interloquire con voi. :)

Discussioni simili (5)