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Civilizzazione/progresso

Aperto da Jacopus, 28 Maggio 2024, 18:13:01 PM

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Jacopus

Nel "comune sentire" ed anche in questo forum, echeggia la credenza che l'umanità sia sempre la stessa: homo homini lupus, il discorso di Atene all'isola di Meli, Golpe e Lione, l'affermazione della potenza come unico criterio di risoluzione delle contese. In realtà abbiamo la memoria corta da un lato, mentre dall'altro, chi siede a capotavola ha tutto l'interesse per far credere che non è mai cambiato nulla, perché una concezione del genere aiuta a sopportare una situazione universale e atemporale di ingiustizie e sopraffazioni. Eppure appena duecentocinquanta anni fa, cioè una dozzina di generazioni fa, la prova principale in un processo penale era la "quaestio", ovvero la tortura (ricordate Galilei?). Se si era accusati di un crimine, si veniva torturati al fine di ottenere una confessione. È possibile che anche oggi vi siano pratiche di torture in ambito del diritto penale, ma di sicuro sono pratiche illegali non scritte in un codice. Insomma, se è vero che il progresso ha un suo rovescio della medaglia (inquinamento, individualismo, materialismo...), non sottovaluterei questi cambiamenti della sfera dei "diritti civili", quelli che Kant, riassumeva nella parola "Zivilitation" (termine ambivalente che attraversa tutta la storia del pensiero tedesco).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

niko

Se chi propone di bombardare la prima potenza nucleare oggi come oggi non viene portato via con la camicia di forza ma siede in consiglio europeo, ho qualche dubbio su tutto il nostro processo di "civilizzazione".

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

Cui aggiungerei la riduzione dei popoli a cavie coatte di sperimentazioni e profitti biotecnologici. Mutatis mutandis, non molto eticamente meglio delle camere di tortura dell'inquisizione e peggiore degli esperimenti nazisti nei lager, perchè pratica estesa all'intera popolazione e non solo a parti perseguitate. Al netto di tutte le retoriche sedative e menzognere costruite sopra: quelle sì progredite moltissimo, fino alla sottomissione volontaria delle vittime predestinate.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

#3
Citazione di: Jacopus il 28 Maggio 2024, 18:13:01 PMNel "comune sentire" ed anche in questo forum, echeggia la credenza che l'umanità sia sempre la stessa: homo homini lupus, il discorso di Atene all'isola di Meli, Golpe e Lione, l'affermazione della potenza come unico criterio di risoluzione delle contese. In realtà abbiamo la memoria corta da un lato, mentre dall'altro, chi siede a capotavola ha tutto l'interesse per far credere che non è mai cambiato nulla, perché una concezione del genere aiuta a sopportare una situazione universale e atemporale di ingiustizie e sopraffazioni. Eppure appena duecentocinquanta anni fa, cioè una dozzina di generazioni fa, la prova principale in un processo penale era la "quaestio", ovvero la tortura (ricordate Galilei?). Se si era accusati di un crimine, si veniva torturati al fine di ottenere una confessione. È possibile che anche oggi vi siano pratiche di torture in ambito del diritto penale, ma di sicuro sono pratiche illegali non scritte in un codice. Insomma, se è vero che il progresso ha un suo rovescio della medaglia (inquinamento, individualismo, materialismo...), non sottovaluterei questi cambiamenti della sfera dei "diritti civili", quelli che Kant, riassumeva nella parola "Zivilitation" (termine ambivalente che attraversa tutta la storia del pensiero tedesco).
La questione dell'uomo lupo ha un suo contesto politico (la nascita delle nazioni).
La questione della barbarie nasce lontano dalla Grecia.

Il diritto romano a modo di vedere del mio maestro è insieme la prima uscita in maniera articolata da essa, tramite leggi che fanno corpo.
E insieme la sua condanna. Infatti la legge romana si basa sulla potestas e sull'imperium.

Secondo il mio maestro e secondo anche Leopardi il rappresentante massimo di questo pensiero è Montesquieu.
Che parla infatti di SPIRITO delle LEGGI.

C'è  un libro in tedesco (ovviamente) fuori catalogo citato dal mio maestro che parla però anche di un nuovo modo di intendere la giustizia.
Non negando tutto ciò che di buono nei secoli si è prodotto.
Ma in continuazione con esso.

Secondo questo autore la legge va riformata secondo i principi giusnaturali e psicologici.
Questo libro scritto negli anni 60 già annusava l'ondata reazionaria a queste due colonne fondamentali:e a cui la giustizia sembra non rispondere, non stare al passo con i nuovi fascismi e mafie (ecoterrorismo, ecomafie etc..etc..)
E infatti oggi siamo in un era transumanista.

Naturalmente la civiltà ha sempre nella sua tradizione la capacità un giorno di riprendere un discorso spezzato.

Ps del barone ho letto solo alcuni passaggi citati da leopardi, nello zibaldone che ho appena iniziato.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Jacopus

Ipazia e Niko. Avete ragioni da vendere. Il processo di civilizzazione, la società delle buone maniere, come la chiamava Elias, è minato dalla solita solfa occidentale dei " due pesi e due misure". Se infatti, dentro i confini della cittadella occidentale è oggettivo il processo di miglioramento dei diritti civili (le storie sui vaccini in proposito sono ridicole e chi le fa evidentemente dovrebbe fare un ripasso di storia), nel "mondo di fuori", tutto vale, compresa la tortura come ha sperimentato  il nostro povero Regeni.
È anche questa una possibile spiegazione dei flussi migratori. La causa principale è senz'altro economica, ma provate voi a vivere in uno stato dove arrivano dei poliziotti che vi picchiano e vi rubano in casa e dove voi non contate nulla, siete come la polvere sulla strada.
Resta la constatazione di essere, noi homini Europensis, tutti nella stessa situazione dei Marines nella scena finale di Full Metal Jacket: cantiamo la canzone di Topolino, inno di un mondo cortese ed amabile, mentre imbracciamo fucili ed altre armi devastanti dedicate a chi non ha la residenza a Topolinia.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.