Chi ci libererà dai preti e dagli scienziati?

Aperto da fos, 19 Maggio 2018, 23:56:32 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

fos

Riporto qui un articoletto che ho postato sul mio blog, un po' per provocazione e un po' no, che può essere vista come una risposta indiretta al thread su "religione vs scienza, ci vince?"

E' inutile opporre alla fede la ragione scientifica, la scienza ha ragione nella misura in cui gareggia in potenza con Dio, qualora non fosse più in grado di garantire quella potenza anche la ragione della scienza diventerebbe una ragione disarmata. L'uomo pre-scientifico si alleava con il divino per ottenere quei prodigi che non erano alla sua portata, quali la fine della siccità, il raccolto abbondante, ecc., la scienza è quello strumento che si prefigge di sostituirsi a Dio come demiurgo, riuscendoci benissimo, peraltro. Dio è quel desiderio di potenza che la tecnica soddisfa.

Quando anni fa scrivevo di laicità non mi trovavo mai completamente a mio agio nell'opporre alla fede il pensiero scientifico, perché intuivo che non bastava, era troppo poco. In fondo anche lo scienziato può credere in Dio, perfino l'evoluzionista, se ci crede, che c'entra qui il sapere scientifico? Come se la ragione scientifica bastasse a sopire il timore del nulla che ci attende, risibile. Il guaio è quando lo scienziato trionfante si fa prendere dall'entusiasmo e pretende di fondare sopra le sue nozioni un nuovo senso della vita: ho costruito un missile che vi porta sulla luna, ho il diritto di insegnarvi che cos'è il mondo.

Chi ci libererà dai preti e dagli scienziati?

iano

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

sgiombo

Credo che sia più precisamente espressa l' esigenza chiedendoci come evitare di cadere succubi di preti e scienziati (e "guru" vari), come evitare di farcisi abbindolare (ovvero: come liberarci dall' essere succubi passivi della loro autorità).

E che la risposta sia: esercitando su tutto e verso tutti un sano senso critico.
E pure autocritico (fra i "tutti" ci siamo anche noi stessi), evitando di cercare ad ogni costo risposte a domande alle quali non siamo in grado di rispondere (accettando i nostri limiti, ammettendo che non abbiamo -ancora?- risposte) o a domande che non hanno risposte perché sono malposte, senza senso (rendendocene conto attraverso un' analisi razionale).

fos

Penso infatti che scienza e fede accolgano in fondo la stessa istanza, pur in modi radicalmente diversi, quella di avere in qualche modo potere sulle cose del mondo con i mezzi a loro disposizione. Ovviamente noi moderni abbiamo a disposizione un metodo infinitamente più pratico. A me personalmente la scienza, o la tecnica, come dicono i filosofi, fa molto comodo, è chiaro, non ho un atteggiamento di disprezzo nei suoi confronti come invece è d'uso per certa filosofia continentale del '900. La fede in ambito occidentale resiste dove la scienza ancora non arriva, come speranza di ultima istanza di fronte al mistero della morte, per esempio. Io penso che il bisogno di mantenere sveglio il senso critico nei confronti di scienza e fede e di tutto in generale esprima implicitamente un primato della filosofia di cui la filosofia non si avvede più o non vuole più avvedersi.

Discussioni simili (5)