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Che è l'uomo?

Aperto da maral, 15 Aprile 2017, 10:49:56 AM

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Lou

#135
"a volte si trova ciò che si vuole trovare (come in tutte le ricerche troppo pre-condizionate)"
A volte si trova quel che si è precedente messo dietro il cespuglio e, forse, più che altro è il viaggio di ricerca la reale opportunità di esperire la scoperta, non la meta.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

maral

Citazione di: Garbino il 22 Aprile 2017, 21:21:32 PM
Mi è piaciuta quella della Sfinge che finisce sempre per avere la meglio L' enigma della vita e di che cosa è l' uomo.  E la Sfinge si tiene stretta il suo segreto e non vuole rivelarlo. E in fondo penso che neanche lei sappia o abbia la o una risposta che possa essere convincente. Mi è piaciuto anche molto il riferimento al danzare come unico rimedio nell' oscillare che distrugge ogni riparo, perché comunque è un pensiero devastante, anche se purtroppo molto verosimile. Il fatto è che i più si nascondono dietro le proprie certezze o sicurezze che la fede procura loro, e tutto ciò li porta a non vederlo, a non sentirlo, o ad illudersi che la vita sia qualcos' altro.
Bè, la Sfinge io la vedo come il simbolo della zoè, della vita primordiale e indifferenziata che non conosce morte, poiché proprio morendo si rinnova. E' a partire da essa che sorge nell'uomo la domanda "che cosa è l'uomo?" e in questo senso è essa che tacitamente e continuamente domanda, mentre distrugge e ricrea ogni forma. Ma non è nella zoè della Sfinge la risposta.

CitazionePer quanto riguarda il principio di non-contraddizione, nella tua considerazione mi sembra che tu lo includa sempre allo schema logico a cui facciamo sempre riferimento ( benedetto Aristotele!! ). Quello che io intendevo era invece l' indeterminatezza che scaturirebbe dal crollo della logica e quindi anche del principio di non-contraddizione. E che poi non è che nient' altro che il punto nevralgico dove la filosofia di Nietzsche tende a convergere. Ed incomincio a focalizzarlo come una delle cause della crisi di Heidegger.

Quello che dicevo è che il pnc è comunque alla base di qualsiasi discorso che facciamo, non ha un negatore possibile, poiché il negatore, per negarlo sensatamente deve sempre fare appello al pnc, è inevitabile. Ma proprio per questo il pnc sta oltre la logica, esso stesso in quanto non ha negazione, ha in se stesso la sua negazione e paradossalmente il principio di non contraddizione è solo la contraddizione che continuamente si autocontraddice. Questa è la devastazione a cui giunge il pensiero filosofico e a cui Nietzsche, con la volontà di potenza tenta di porre rimedio, ma a cui non può porre rimedio, poiché la volontà di potenza per assurgere ad assoluto deve farsi eterno ritorno dell'identico, deve volere la sua stessa estrema contraddizione. E' per questo che penso che Heidegger vada in crisi, non c'è uscita per arrivare all'Essere, alla fine nella radura tracciata dal pensiero resta solo la contraddizione, resta solo il Niente che continuamente si nientifica e la tecnica non è che questo processo che continuamente producendo riproduce il nulla. Per questo Heidegger assimila la tecnica all'eterno ritorno, atto di un definitivo nichilismo in cui tramonta per sempre il pensiero dell'Occidente e proprio con Nietzsche, colui che, con il suo pensiero, mette fine alla possibilità di pensare, giacché il pensare tecnico non è più un pensare, ma porta a compimento il pensare, porta a compimento la filosofia dell'uomo occidentale, il logos a cui si appellavano sia Eraclito che Parmenide, già contraddicendosi l'un l'altro.
E se è così (ma è così?) cosa resta? Solo un Dio , come dice Heidegger, ci potrà salvare? o non ci resta che fare un balletto insieme senza prenderci troppo sul serio, come recentemente ha detto Sini?    

CitazionePer quanto riguarda le due nature presenti nell' uomo, sorvolando su incongruenze come quella del leone e la gazzella, sono d' accordo con chi, mi sembra Donquixote, abbia affermato che per il momento quella superiore sia sicuramente quella che viene tacciata da Jean come inferiore. Che poi essa abbia in potenza la possibilità di diventare superiore all' altra è possibile, ma comunque non è cosa certa. Anche perché la consapevolezza non è qualcosa che si raggiunge tanto facilmente e comunque non è trasmissibile. Alla nascita cioè la superiore sarà sempre e comunque quella che viene giudicata inferiore. E meno male che è così, altrimenti sai che risate!!!! O lacrime, infatti se fosse per le capacità innate della seconda moriremmo in pochi istanti.
Non credo ci siano nature superiori e inferiori, non è superiore né il leone che divora, né la gazzella che gli sfugge lasciandolo morire di fame, né l'uomo, né il verme che finirà con il divorarne il cadavere anche se in quel cadavere ci fu un Aristotele. Non c'è superiorità nella consapevolezza che comunque è inscritta nella vita che solo sa vivere, né nella vita che senza consapevolezza di sé non sa di vivere e allora si consegna alla consapevolezza per farsi suo mezzo di conoscenza. Accade invece a volte che la vita e la consapevolezza si incontrino e per un istante risuonino insieme, al di là del giudizio sul bene e sul male, inaspettatamente, come in una sorta di improvvisa epifania che subito svanisce, ma i cui resti restano nella memoria collettiva, disponibili a rievocazioni che sappiano riprodurla.

anthonyi

Rispondo a #green demetr risposta 91

Hai detto: "e invece anche oggi continuano a fare lo stesso errore "a sinistra", negare la psicologia, bollandola di psicologismo. ..."
Ma non è che il pensiero di destra non abbia gli stessi limiti, con l'individualismo metodologico esso elimina ogni forma di interazione sociale, per cui la psicologia che propugna è veramente povera.

Rispondo a #myfriend risposta 100

Io questa separazione tra una natura inferiore e una superiore basata sul tempo non la concepisco, la separazione è tra homo genetico (Nel quale c'è anche l'homo sapiens genetico) e homo culturale differenza che è di tipo tecnico non indifferente, perché mentre la genetica si trasmette meccanicamente, la cultura ha bisogno di processi educativi complicati.

myfriend

#138
Citazione di: Sariputra il 22 Aprile 2017, 20:22:05 PM
Oh, meno male! Non c'è bisogno della mia partecipazione ( ho già tante cose da sbrigare in questo periodo... ;D )...il processo va avanti da solo. Mi stavo giusto preoccupando di non essere d'ostacolo all'incedere dell'evoluzione della Coscienza. Se poi parliamo che ci vogliono decine di milioni di anni per verificare la teoria, direi che ho giusto il tempo per farmi un goccetto... :)
Non hai bisogno di aspettare i 4 miliardi di anni davanti a noi.
Per verificare la teoria è sufficiente che tu guardi ai 4 miliardi di anni che ci hanno preceduto.
Dai sassi siamo arrivati all'homo.
Cosa vuoi che conti la tua e mia inconsapevolezza davanti al processo evolutivo che si misura in milioni di anni?
ZERO.
Per cui puoi continuare a stare sereno.
Per quanto possa essere dura la tua inconsapevolezza, non sarà mai dura quanto quella di un sasso.
L'evoluzione ha superato il sasso...vuoi che non superi la tua inconsapevolezza?
Stai sereno.  ;)
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

Citazione di: sgiombo il 22 Aprile 2017, 20:59:18 PM
Citazione di: myfriend il 22 Aprile 2017, 16:57:02 PM
CitazioneE perché mai il capitalismo (europeo), non più condizionato dal socialismo reale, avrebbe dovuto esimersi dallo svilupparsi "liberamente" secondo la sua propria natura non più coartata (come infatti é accaduto)?
E' tutta questione di consapevolezza e inconsapevolezza.
L'inconsapevolezza è tornata a dettare la danza.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

#140
@phil

Inoltre, non è paradossale definire preventivamente la verità come "una, omniesplicativa, necessaria, etc." (proiettando su di essa gli attributi della divinità e/o di una delle sue versioni laico-scientiste, come la Coscienza cosmica) se non la si è ancora trovata?

Caro Phil-ibustiere  :D
Esiste una sola verità poichè esiste una sola Realtà.
Diversi sono i modi in cui ciascuno di noi vede la Realtà (quindi diverse sono quelle che erroneamente si definiscono "verità"), ma questo è dovuto alle nostre "fedi". Le nostre "fedi" sono i diversi modi con i quali guardiamo la Realtà. Sono il filtro che distorcono la nostra percezione della Realtà.
E' per questo che la "consapevolezza" si ottiene solo andando oltre qualunque "fede". E il risultato della Consapevolezza è guardare la Realtà per ciò che essa oggettivamente è e interagire con essa per ciò che essa oggettivamente è.
E questa è LA "verità".  ;)

Sulla presunta dicotomia evoluzione/involuzione, direi che anche qui tertium datur: quante persone non fanno compiere un notevole passo in avanti all'evoluzione senza per questo rappresentare un'involuzione? Il contadino cambogiano che fa una vita sommariamente identica a quella di suo padre, non è forse nè evoluzione nè involuzione?

Certamente non tutte le scimmie decisero di scendere dagli alberi. Solo alcune lo fecero. E quelle che lo hnno fatto hanno dato il via al processo evolutivo che ha portato all'homo sapiens.
E le altre scimmie che non sono scese dagli alberi  e che hanno continuato a fare quello che facevano i loro avi che fine hanno fatto? Sono ancora sugli alberi. Anche loro si sono evolute, ma hanno solo cambiato la forma di scimmia. Magari hanno imparato a lanciarsi da un ramo all'altro, invece di camminare sui rami. Ma sempre scimmie sono rimaste.  ;)

L'evoluzione funziona così.  :D
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Sariputra

Citazione di: myfriend il 23 Aprile 2017, 11:53:20 AM
Citazione di: Sariputra il 22 Aprile 2017, 20:22:05 PMOh, meno male! Non c'è bisogno della mia partecipazione ( ho già tante cose da sbrigare in questo periodo... ;D )...il processo va avanti da solo. Mi stavo giusto preoccupando di non essere d'ostacolo all'incedere dell'evoluzione della Coscienza. Se poi parliamo che ci vogliono decine di milioni di anni per verificare la teoria, direi che ho giusto il tempo per farmi un goccetto... :)
Non hai bisogno di aspettare i 4 miliardi di anni davanti a noi. Per verificare la teoria è sufficiente che tu guardi ai 4 miliardi di anni che ci hanno preceduto. Dai sassi siamo arrivati all'homo. Cosa vuoi che conti la tua e mia inconsapevolezza davanti al processo evolutivo che si misura in milioni di anni? ZERO. Per cui puoi continuare a stare sereno. Per quanto possa essere dura la tua inconsapevolezza, non sarà mai dura quanto quella di un sasso. L'evoluzione ha superato il sasso...vuoi che non superi la tua inconsapevolezza? Stai sereno. ;)

Bene, dai!...L'importante è che il "processo" continui...
Una curiosità, se ti va di togliermela ovviamente...ma quell'immagine spaventosa di quella specie di stregone incappucciato che posti sotto il tuo nick, serve per atterrire gli esseri involuti, tipo il sottoscritto per intenderci, che tentano di opporsi inconsapevolmente alle sorti progressive dell'energia? Ogni volta che visualizzo un tuo post, per prima cosa, faccio un sobbalzo alla vista dell'incappucciato e mi sfugge pure una "ahhh...che è?" :o  Pensa che, stanotte, dopo una lauta e poco ascetica cena a base di uova e asparagi sono stato visitato in sogno da un essere che somigliava molto all'immagine che posti. Ma non ricordo che mi avesse parlato di Coscienza Cosmica...forse dimentico però...fatto sta che mi sono svegliato tutto sudato e sono corso ad accendere il Pc per vedere...se si trovava ancora lì...C'era infatti.
Euti non ti preoccupare, ammetto che si trattava di un incubo... ;D ;D  
Perdona il mio maldestro scherzare, non lo faccio apposta è che...inadeguato e involuto come sono...non riesco proprio a trattenermi. Sapessi quante ne ho prese in vita mia per questa brutta abitudine che ho contratto... :(
Ciao e buona domenica
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Garbino

Che è l' uomo?

X Maral

A me sembra che in merito a quanto da me argomentato sulla Sfinge, per quanto non avessi capito che ti riferivi alla zoé, ti ho risposto proprio come se in un qualche modo l' avessi intuito. E sono anche dell' opinione che anche se lei non lo sa, perché non può saperlo, è in lei che giacciono le risposte.
Perché comunque l' uomo non potrà mai uscire dalla sua animalità e dal ciclo vitale che lo contraddistingue. Il tempo di una vita è troppo corto per poter, a mio avviso, permettere all' uomo qualcosa di diverso, con tutto il rispetto per coloro che una certa consapevolezza la raggiungono. 

Come avevo accennato nel precedente intervento, io ho l' occasione di verificarlo a livello personale notando le differenze abissali che possono sussistere tra genitore e figlio, e tra genitore e padre. C' è troppa discontinuità di situazioni, di capacità speculativa, di intelligenza, tra generazione e generazione, anche nello stesso ramo genealogico, per poter determinare un qualsiasi quadro dove la consapevolezza possa trovarsi sempre in fase di crescita. Siamo delle mosche bianche, pur con tutte le differenze che ci contraddistinguono, ma siamo e rimaniamo veramente pochi. 

E non dipende da una questione di volontà o di situazioni ambientali, dipende da ciò che viene trasferito geneticamente ai propri figli e che non segue un progetto, come giustamente a mio avviso afferma Nietzsche in GDM, ma è tutto determinato dal caso.

Per quanto riguarda il pnc penso che non mi sia spiegato ancora bene. Quello che io intendo è che se veramente lo stesso pnc, che tu poni a base della logica, dello schema di riferimento attuale come dato, è il frutto della necessità che esso sia e che ad esso si ci riferisca, e se in base a ciò poniamo la possibilità che esso non è verità ma menzogna, si avrebbe un quadro in cui l' indeterminatezza diventerebbe la verità con tutte le conseguenze che io ti chiedevo di intravvedere. Tutto qui. E' solo un' ipotesi. Ma un' ipotesi che sto incominciando a valutare in base all' argomentazione che Heidegger fa nella serie di lezioni La volontà di potenza come conoscenza. Adesso poi sto facendo veramente fatica a seguirlo perché si riferisce alla verità come giustizia, non intesa come diritto ed aule di tribunali, ma nel senso greco che mi risulta un po' ostico.

Ma su questo potrò, spero, essere più chiaro in seguito. Invece in merito alla incongruenza del leone e della gazzella, mi riferivo al fatto che Jean aveva affermato che nel nostro passato genetico appaiono entrambi, mentre invece, a mio avviso, la nostra linea genetica era già divisa a livello di pesci. Per altro il leone e la gazzella rappresentano, come dice sempre a mio avviso giustamente Nietzsche, un livello di perfezione nella specie pari a quello dell' uomo.

Sulle due nature, che Jean chiama nature, ma che non sono altro che l' istinto primordiale e la ragione, sono dell' opinione che esse esistano e che in fondo ciò che l' uomo è, quello che in definitiva rappresenta il suo modo di porsi nei confronti di sé stesso e di ciò che lo circonda, sia proprio il frutto dell' interattività tra forza vitale e intelligenza potenziale, con tutte le varianti che l' ambiente può determinare a tutti i livelli.
Ed è per questo che ritengo la prima come superiore. Proprio per la sua caratteristica di aver attraversato milioni di anni di evoluzione e che anche la più grande consapevolezza possibile non può stare al suo pari. La vita umana è troppo corta per permetterlo.

Garbino Vento di Tempesta.

Jean

@ Garbino

Non son io quello che va parlando di individui superiori ed inferiori, immaginarie categorie avulse dal mio pensiero, nei miei due precedenti post di questa discussione ho scritto d'altro.

Rifacendomi alla classificazione di Green, dove (ahimè) non ho trovato collocazione... ne suggerirei una cui mi piacerebbe appartenere, quella di coloro che "cercano di includere", tale il proposito dei miei post, qui e negli altri saloni del nostro Hotel.  

Ma includente suona assai male... e troppo richiama "inconcludente", che è il tipico destino anche di chi appartenga alla prima... gente che parla, chiama, invita... e di regola rimane con un pugno di mosche, pur sempre meglio di niente...

Eh sì, Green, mi sa che appartenere ad una categoria di nuovo o vecchio conio (euro o lira che sia...) generi una parvenza di sicurezza almeno riguardo alle problematiche che dalla sua peculiare prospettiva si andranno affrontando... aver una risposta certa, di questi tempi poi, non è poca cosa, in ogni ambito.

E invece quelli come me non l'hanno per alcuna cosa, costretti dal modus "inclusivo" a dover tener conto e rispetto d'ogni possibilità, d'ogni diversa prospettiva.

Almeno mi par d'avere il sentore che tutte (le prospettive) conducano allo stesso, finale, punto focale, il paesaggio... il punto d'origine da cui tutte si dipartono, e per quello ben ci si adatta a sentirsi estranei ad ogni collocazione che ce ne distolga.

Questa pregevole discussione è come un treno che ci sta trasportando, dove in ogni io-vagone s'ipotizza sulla destinazione e al controllore (... c'è sempre un controllore...) riferiamo, anzi, consegnamo il nostro foglietto, per farlo veder agli altri e loro a noi... interrelazioni... il solo modo per confrontar le nostre reciproche prospettive e forse comprendere che come noi ne cerchiamo l'origine così questa guarda a noi, infatti non c'è l'una senza l'altra.

Che è l'uomo?

Il viaggio d'una prospettiva... ma dove approdi sarà diverso per ognuno...
 


Buona domenica

Jean   

Phil

Citazione di: myfriend il 23 Aprile 2017, 12:12:25 PM
Caro Phil-ibustiere  :D
Esiste una sola verità poichè esiste una sola Realtà.
L'esistenza di una realtà unica a cui si ispirano, forse inconsapevolmente, tutte le divergenti deformazioni interpretative, è ancora da dimostrare: percepiamo la realtà con i nostri sensi (inevitabilmente selettivi e limitati) e la interpretriamo/descriviamo con la nostra ragione (inevitabilmente prestrutturata secondo un vincolante "software" neuro-biologico), per cui il piano da cui indaghiamo la realtà/verità è limitato alle possibilità umane, quindi non è assoluto nè oggettivo, ma solo relativo alla nostra prospettiva umana... direi che questa è già una buona consapevolezza dentro cui porsi eventuali domande (poiché non se ne può uscire: non possiamo non essere umani, anche se possiamo essere, e qui non mi riferisco a te, ingenuamente anacronisticamente nostalgicamente antropocentrici...).

Citazione di: myfriend il 23 Aprile 2017, 12:12:25 PM
E' per questo che la "consapevolezza" si ottiene solo andando oltre qualunque "fede". E il risultato della Consapevolezza è guardare la Realtà per ciò che essa oggettivamente è e interagire con essa per ciò che essa oggettivamente è.
E questa è LA "verità".  ;)
Mi perdonerai, ma l'ultima è una frase così abusata dal genere umano, in tutte le epoche, che ormai sono un po' anestetizzato nel leggerla (anche perché nel suo doppio fondo c'è sempre la fede/fiducia soggettiva)... magari, se esiste, quando la troveremo non riusciremo neppure a riconoscerla, tanto siamo abituati a sentirne parlare come tutto e il contrario di tutto; forse è per questo che ogni verità ha i suoi fedeli, ma anche i suoi "infedeli-inconsapevoli" che non riescono a capirla... sarà il virus del relativismo?  ;) 

Secondo me esistono solo piccole verità (al plurale), sotto forma di descrizioni adeguate, interpretazioni funzionali ("corrispondenza fra linguaggio e stato di cose" direbbe forse Wittgenstein), come la verità secondo cui ora sto digitando su una tastiera (anche se qualcuno dubiterebbe anche di questo  ;D ). Le grandi verità, anzi, solitamente al singolare e con la maiuscola, la Verità è (per me) un residuo (inter)culturale delle tradizioni monistiche e mitologiche in cui si cercavano il primum movens, l'illuminazione, la perfezione e altri ideali sognanti che, essendo congetture, risultano, fino a prova contraria, irraggiungibili come un miraggio (o come la carota attaccata al bastone, tenuta davanti al muso dell'asino per farlo camminare...).
In altri casi, come per l'evoluzione, al netto di critiche e correnti di pensiero divergenti (che andrebbero pure considerate), si può parlare soltanto di spiegazione vera (per chi ci crede), ma non propriamente di Verità, a cui viene ascritta solitamente una "ampiezza veritativa" ben più ampia e determinante (sempre per chi ci crede  :) ).

maral

Citazione di: GarbinoPer quanto riguarda il pnc penso che non mi sia spiegato ancora bene. Quello che io intendo è che se veramente lo stesso pnc, che tu poni a base della logica, dello schema di riferimento attuale come dato, è il frutto della necessità che esso sia e che ad esso si ci riferisca, e se in base a ciò poniamo la possibilità che esso non è verità ma menzogna, si avrebbe un quadro in cui l' indeterminatezza diventerebbe la verità con tutte le conseguenze che io ti chiedevo di intravvedere. Tutto qui. E' solo un' ipotesi. Ma un' ipotesi che sto incominciando a valutare in base all' argomentazione che Heidegger fa nella serie di lezioni La volontà di potenza come conoscenza. Adesso poi sto facendo veramente fatica a seguirlo perché si riferisce alla verità come giustizia, non intesa come diritto ed aule di tribunali, ma nel senso greco che mi risulta un po' ostico.
Mi pare che sul principio di non contraddizione alla fine si sospetti la stessa cosa e si incontrino le stesse conseguenze, salvo che, nel mio riferimento, esso non è menzogna, ma il principio stesso risulta negatore di se stesso, poiché nulla lo può negare dall'esterno, nemmeno la volontà di negarlo (che necessariamente per negarlo effettivamente evidentemente non può contraddirsi). Questo ci verrebbe a dire che il principio di non contraddizione che affermandosi viene da sé a negarsi corrisponde al divenire che è. Comunque resto in attesa dell'esito della tua esplorazione dell'argomentazione di Heidegger sulla volontà di potenza come conoscenza.
Se può esserti di aiuto, in merito al senso greco della giustizia, il riferimento andrebbe fatto a Dike (per come appare nel frammento di Anassimandro e che Severino tratta molto approfonditamente nel suo ultimo saggio teoretico). Dike è la necessità assoluta che genera gli enti e insieme ripiana l'ingiustizia che gli enti commettono gli uni agli altri venendo a esistere. Per giustizia (necessità) dove nascono essi tramontano: nell'Apeiron. E' il principio del Divenire inteso come un ciclo perfetto.

Citazione di: JeanChe è l'uomo?

Il viaggio d'una prospettiva... ma dove approdi sarà diverso per ognuno...
E magari di prospettive ce ne fosse solo una per ognuno e quest'una non cambiasse essa stessa nel continuo errare del viaggio.

Garbino

Che è l' uomo?

X Jean

 Mio caro Jean, scusami per lo scambio di Nick, ma mi sembra ovvio che stavo parlando di Myfriend. E che comunque non parla di esseri superiori o inferiori ma del rapporto interiore tra istinto e ragione. E le definisce nature.

Anch' io sono per cercare la massima inclusione ( come vedi ho usato il tuo stesso termine ) possibile, ma come vedi si è scatenato un vero e proprio concerto di idee ed opinioni che purtroppo rende ancor più difficile una eventuale convergenza su alcune basi iniziali. 

Comunque non mi preoccupo, continuo a seguire il mio percorso, e queste soste possono comunque ritenersi positive. E questo perché si riesce a determinare a quale punto di convergenza si sia giunti. Rinnovando le scuse, ti saluto come sempre con stima. 

X Maral

Come sempre si può far affidamento sulla tua conoscenza. Conoscevo Dike come giustizia ma non il riferimento al frammento di Anassimandro che anche Heridegger, vedo, ha preso in esame in una sua Antologia. L' opera di Severino invece mi piacerebbe leggerla. Ma se ti dico che ho già trovato ed ordinato il testo degli scritti inediti di Nietzsche ordinato da Gast e dalla sorella, penso che non ci sia niente da aggiungere.
Comunque sull' esito della mia esplorazione non mancherò di informarti non appena, come sto già facendo, farò un passo in più nella sua comprensione. 

Garbino Vento di Tempesta.

myfriend

@phil

Il "relativismo", per come la vedo io, è un comodo alibi. Un alibi che nasce da una certa forma di pigrizia. Pure ostentata.  :D

Su LA verità si basa il metodo scientifico.
Se il mondo si basasse sul relativismo, perchè quando hai la febbre vai da un medico invece di andare da uno sciamano?
Vai dal medico perchè sai che il suo lavoro consiste nel basarsi su LA verità. Hai fiducia in questo e ti aspetti questo da un medico.
E non vai da uno sciamano perchè sai benissimo che lo sciamano si basa su una sua interpretazione del mondo che non è LA verità.

Diciamo che tu appartieni a quella categoria di persone che riconosce che c'è LA verità quando gli fa comodo. E, quando invece non gli fa comodo, dice che LA verità non esiste.

E' un vecchio trucco Phil. Non sei nè il primo, nè l'utlimo.  ;)
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

maral

No, vai dal medico perché il medico e non lo sciamano dà affidamento sensato nel contesto in cui vivi. Poi c'è anche chi torna dallo sciamano credendoci, perché ogni contesto ha sempre il suo fuori contesto che ritorna a negarlo.

Phil

Citazione di: myfriend il 24 Aprile 2017, 12:44:35 PM
Il "relativismo", per come la vedo io, è un comodo alibi. Un alibi che nasce da una certa forma di pigrizia. Pure ostentata.  :D
Sul relativismo (su cui ho fatto una battuta, ma qui sarebbe quasi off topic) trovi circa 12 pagine nel topic "assolutismo/relativismo", se sei disposto a farti sfiorare dall'ipotesi che possa essere anche un approccio interpretativo serio e non solo "una posizione di comodo" o un "vecchio trucco"  ;)
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/relativismoassolutismo/

Riguardo a
Citazione di: myfriend il 24 Aprile 2017, 12:44:35 PM
Diciamo che tu appartieni a quella categoria di persone che riconosce che c'è LA verità quando gli fa comodo. E, quando invece non gli fa comodo, dice che LA verità non esiste.
ricorderei che
Citazione di: Phil il 23 Aprile 2017, 15:44:15 PM
Secondo me esistono solo piccole verità (al plurale), sotto forma di descrizioni adeguate, interpretazioni funzionali ("corrispondenza fra linguaggio e stato di cose" direbbe forse Wittgenstein),
quindi, partendo dalla consapevolezza della differenza fra la Verità e le verità (a cui accennavo nel precedente post), qui, come ha già ricordato Maral, si apre la questione dei differenti contesti di senso, che ci riporterebbe anche al relativismo (e alla sua caricatura banalizzante), ma, appunto, se ne è già discusso in altro topic.