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Che è l'uomo?

Aperto da maral, 15 Aprile 2017, 10:49:56 AM

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sgiombo

Citazione di: myfriend il 21 Aprile 2017, 17:27:50 PM
@sgiombo

Va beh che si tratta soltanto di vite di persone "di natura inferiore"

Qui hai toppato. Non ho mai detto che esistono persone di "natura inferiore".
Ho detto che in ciscuno di noi c'è una natura inferiore e una natura superiore.

E ho detto che il fatto che tu abbia abbandonato una fede ed un clan, per abbracciare un'altra fede e un altro clan, è una dinamica che rientra nella nostra natura inferiore. E, quindi, da un punto di vista di crescita spirituale non hai fatto nessun passo avanti. Perchè continui a lasciarti determinare dalla tua natura inferiore. Dalla tua natura inferiore che è poi anche la mia natura inferiore. Perchè la nostra natura inferiore ce l'abbiamo tutti.

Quando riuscirai a comprendere che in realtà non esistono clan nè fedi, allora comincerai a ragionare con la tua natura superiore e comincerai a farti determinare dalla tua natura superiore. Ma questo non è gratis. Ci devi lavorare su. E nessun altro può farlo per te al posto tuo. E' una cosa che solo tu puoi fare.
CitazioneAlle altre affermazioni qui riportate ho già  risposto.

Perciò mi limito solo a rilevare che la tua frase " Ma sei sempre all'interno delle dinamiche della tua natura inferiore" si può ben intendere (per lo meno anche) come allusiva a una mia complessiva natura inferiore e non a una mia "duplicità di nature", l' una inferiore e l' altra "superiore" (alle quali nell' intervento #102 al quale rispondevo non si fa cenno).

Se lo spiegatore non si spiega adeguatamente é inevitabile che conseguano "toppamenti" nella comprensione delle sue parole.



donquixote

Citazione di: myfriend il 21 Aprile 2017, 16:47:36 PM@acquario La nostra natura inferiore è fortemente radicata in noi. Ed è fortemente radicata perchè è il frutto di centinaia di milioni di anni di evoluzione. Nella nostra natura inferiore c'è la difesa del nostro territorio (fisico e psicologico), c'è l'aggressività, c'è la paura, c'è l'egoismo, c'è la collaborazione col clan di appartenenza etc etc. Tutte qualità che abbiamo radicate in noi e che sono il frutto di centinaia di milioni di anni di evoluzione. La nostra natura superiore, invece, è molto giovane. Non vanta una storia di centinaia di milioni di anni di radicamento. Ma è presente nella Realtà solo da 200mila anni. Questo forte squilibrio di radicamento tra natura inferiore e natura superiore (squilibrio a vantaggio della nostra natura inferiore) porta la prima a prevalere. Di fatto, mentre l'inconsapevolezza (natura inferiore) ce l'abbiamo gratis, la Consapevolezza (natura superiore) va coltivata e incoraggiata. Certamente, le cosiddette "religioni istituzionalizzate" fanno un lavoro ammirevole. Ma è un lavoro poco incisivo perchè esse non hanno come obiettivo quello di favorire la crescita della Consapevolezza, ma si limitano a dare una "fede". E tutte le fedi sono, ahimè, sbagliate. Perchè tutte le fedi non fanno altro che perpetuare l'inconsapevolezza. L'evoluzione è un processo lento. Anche se, piano piano, le cose cambiano. Molto molto lentamente e con continue cadute e ricadute. La Consapevolezza è frutto di un lavoro personale. Non è gratis. E la crescita della Consapevolezza "collettiva" è un processo ancora più lento della crescita della Consapevolezza "personale". E se non c'è questo lavoro (di crescita spirituale), quella che prevale è la nostra natura inferiore (per questo ho detto che ce l'abbiamo gratis). E' innegabile che oggi viviamo una fase di regressione. Ma l'evoluzione è fatta così. E' fatta di piccoli passi in avanti seguiti da cadute e ricadute. L'unica speranza è che riusciamo a "risvegliarci" prima di ammazzarci tutti l'un l'altro per le risorse e prima di distruggere il Pianeta. Ma nessun risveglio è possibile se non si abbandonano le proprie fedi. Perchè la consapevolezza sta oltre qualunque fede. Le resistenze sono fortissime. Perchè come si vede anche in questo forum ciascuno rimane aggrappato disperatamente alle sue fedi: il credente continuerà a essere credente. Il comunista rimarrà comunista. Lo scettico rimarrà scettico. La resistenza ad andare oltre le proprie fedi e quindi la resistenza al cambiamento e quindi la resistenza alla Consapevolezza è uno scoglio durissimo da superare. E se uno non fa un lavoro serio su se stesso (a 20 anni come a 50 anni come a 70 anni e oltre) non potrà mai andare oltre le sue fedi e non potrà mai apririsi alla Consapevolezza.

A me sembra di leggere una serie di inesattezze e contraddizioni. Primo: stando a quel che ci dice la scienza gli uomini (la specie "homo") esistono da circa due milioni di anni dunque non possono avere centinaia di milioni di anni di evoluzione. Secondo: il fatto di considerare le cosiddette "natura inferiore" e "natura superiore"  come negativa la prima e positiva la seconda è un mero pregiudizio perchè potrebbe essere benissimo (come in effetti è) l'opposto. Terzo: non vi è mai stato un mondo in cui l'egoismo e l'egolatria siano dominanti come in quello attuale, per cui l'egoismo dovrebbe far parte di quella che chiami "natura superiore" e non viceversa. Quarto: la consapevolezza è il necessario strumento dell'inconsapevolezza, quindi essendo solo uno strumento gli è inferiore. Quinto: tutte le religioni hanno (o avevano) come obiettivo ultimo la crescita e lo sviluppo della consapevolezza che successivamente si trasforma in inconsapevolezza, poi dipende dalle persone e dalle loro capacità individuali riuscire ad arrivare o meno a questo obiettivo. Quinto: tutte le religioni che si basano sulla tradizione sono vere, e quelle false sono solo quelle moderne che assumono come assoluto ciò che invece è relativo. La fede è uno strumento necessario ma non sufficiente per proseguire nel cammino di consapevolezza, poi se qualcuno si ferma alla fede farà come quello che rimane seduto in un'auto ferma, quindi non arriverà mai a destinazione. Sesto: sarebbe interessante sapere, visto che affermi che siamo in una fase di regressione, quando avremmo vissuto invece una fase di progresso e come (e da cosa)  si distinguono le due fasi. Settimo: nel messaggio precedente affermi che "Comunismo e capitalismo sono due facce della stessa medaglia. Non per niente si basano entrambi sulla concezione darwiniana della evoluzione umana come risultato della contrapposizione e della lotta tra "uomini superiori" e "uomini inferiori". Mi sembra una sciocchezza dato che il capitalismo è nato ufficialmente con la rivoluzione industriale cento anni prima di Darwin e il comunismo invece è nato in contrapposizione allo sfruttamento della forza lavoro da parte del capitalismo all'incirca in contemporanea all'enunciazione delle teorie darwiniane. Ed entrambe le ideologie non teorizzano affatto l'esistenza di uomini superiori o inferiori ma solo (nel caso del comunismo) l'esistenza di classi sociali diverse in conflitto fra loro. Le tesi di Darwin c'entrano semmai con l'elaborazione delle teorie razziste riprese da altre ideologie e avallate dalle autorità scientifiche dell'epoca.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

myfriend

@sgiombo

Ok. Però, siccome il dialogo è nato a partire dal mio post #100, avevo dato per scontato che tu avessi letto cosa intendo quando parlo di "natura inferiore" e "natura superiore".
Quando ho usato l'espressione "dinamiche della tua natura inferiore" non volevo assolutamente dire che "tu sei di natura inferiore".
Anche se mi rendo conto che la frase estrapolata dall'intero concetto si presta a fraintendimenti.

Sul fatto che la mia visione dell'uomo sia razionalmente fondata o meno...beh...ci sarebbe molto da dire.
Ti ho già accennato al fatto che lo sviluppo embrionale "ripercorre" in sintesi le tappe evolutive della vita sulla Terra. Ma non è solo questo. Il concetto di "natura inferiore" e "natura superiore" che in noi coesistono, o coabitano, ha la sua spiegazione scientifica nella struttura del nostro cervello, che è una struttura a strati: c'è lo strato rettiliano, quello paleomammifero e quello neomammifero.

La nostra "natura inferiore" si trova negli stati più interni che sono anche i più antichi (dal punto di vista evolutivo).
La nostra "natura superiore" si trova nello strato più esterno che è quello in cui risiede l'autocoscienza (che è il più giovane dal punto di vista evolutivo).
In sostanza noi homo, ciascuno di noi, è anche il rettile dal quale proveniamo, è il topo dal quale proveniamo, è il leone e la gazzella dai quali proveniamo, è la scimmia dalla quale proveniamo.

Per fare solo degli esempi: la territorialità (fisica e psichica) risiede nella natura inferiore. Paura, aggressività, egoismo, appartenenza ad un clan e alle sue fedi...sono tutte caratteristiche della nostra natura inferiore. Cioè meccanismi evolutivi che erano preesistenti all'homo e che l'homo si porta dentro.
E poi c'è la natura superiore: l'autocoscienza e la compassione. Che però è, si e no, solo il 10% del nostro essere.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

#108
@donquixote

Primo: stando a quel che ci dice la scienza gli uomini (la specie "homo") esistono da circa due milioni di anni dunque non possono avere centinaia di milioni di anni di evoluzione.

La specie homo sapiens c'è da 200mila anni. Vedi qui:
https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_sapiens

Ciò che ha centinaia di milioni di anni di evoluzione è il nostro cervello. Nel nostro cervello - che è fatto a strati - coesitono il cervello rettiliano, quello paleomammifero e quello neomammifero. Nel nostro cervello sono condensati centinaia di milioni di anni di evoluzione.
La nostra "natura inferiore" si trova negli stati più interni che sono anche i più antichi (dal punto di vista evolutivo).
La nostra "natura superiore" si trova nello strato più esterno che è quello in cui risiede l'autocoscienza (che è il più giovane dal punto di vista evolutivo).
In sostanza noi homo, ciascuno di noi, è anche il rettile dal quale proveniamo, è il topo dal quale proveniamo, è il leone e la gazzella dai quali proveniamo, è la scimmia dalla quale proveniamo.

Secondo: il fatto di considerare le cosiddette "natura inferiore" e "natura superiore"  come negativa la prima e positiva la seconda è un mero pregiudizio

Mai detto che la "natura inferiore" è negativa. La natura inferiore è quella che ci mantiene in vita.
La natura inferiore va benissimo per vivere nella giungla o nella savana. Il leone va benissimo così com'è. E la gazzella va binissimo così com'è. E in noi c'è anche il leone che mangia la gazzella e c'è la gazzella che scappa dal leone. E c'è la territorialità e le lotte tra clan.
Va tutto bene, perchè questi meccanismi di base ci mantengono in vita.
Ma, grazie a dio, siamo usciti dalla giungla e dalle savane. E, quindi, sarebbe ora di coltivare la nostra natura superiore.

Terzo: non vi è mai stato un mondo in cui l'egoismo e l'egolatria siano dominanti come in quello attuale, per cui l'egoismo dovrebbe far parte di quella che chiami "natura superiore" e non viceversa.

Questo non direi proprio. L'uomo ha fatto passi da gigante da quando viveva nei clan e nelle caverne. Ha fatto passi da gigante dai tempi del politeismo e delle lotte tra imperi. Ha fatto passi da gigante quando ha superato lo schiavismo e il colonialismo. C'è ancora molto da fare ovviamente. Ma è sciocco affermare che cristianesimo, rinascimento, rivoluzione francese e americana, la rivoluzione industriale, il socialismo...non siano stati nel compesso un bel passo in avanti rispetto ai clan tribali, ai totem e alle lotte tra clan rivali. O no?

Quarto: la consapevolezza è il necessario strumento dell'inconsapevolezza, quindi essendo solo uno strumento gli è inferiore.

La consapevolezza non è uno strumento. La consapevolezza è il modo "maturo" di concepire la Realtà, di concepire se stessi e se stessi in relazione alla Realtà.

Quinto: tutte le religioni hanno (o avevano) come obiettivo ultimo la crescita e lo sviluppo della consapevolezza che successivamente si trasforma in inconsapevolezza, poi dipende dalle persone e dalle loro capacità individuali riuscire ad arrivare o meno a questo obiettivo.

Le religioni hanno come obiettivo quello di darti una "fede", cioè una interpretazione già precostituita della Realtà. La consapevolezza è un percorso personale di comprensione della Realtà per ciò che oggettivamente è a prescindere da qualunque fede. Ed è per questo che le religioni e le fedi sono un ostacolo alla consapevolezza.

Sesto: sarebbe interessante sapere, visto che affermi che siamo in una fase di regressione, quando avremmo vissuto invece una fase di progresso e come (e da cosa)  si distinguono le due fasi.

Dopo la fine della Seconda guerra Mondiale, l'homo si è trovato di fronte al proprio orrore. Dopo aver visto l'orrore che è in grado di produrre è nata una consapevolezza nuova. E' nata la dichiarazione dei diritti dell'uomo dell'ONU, sono nate le costituzioni democratiche basate sul concetto di solidarietà. Oggi questa spinta si va perdendo. E la solidarietà è stata sostituita dal potere finanziario. Non per niente si parla di una crisi simile al 1929. Stiamo tornando indietro. La spinta di Consapevolezza e di solidarietà nata dopo la Seconda guerra Mondiale si è esaurita. Stanno ritornando gli egoismi.

Mi sembra una sciocchezza dato che il capitalismo è nato ufficialmente con la rivoluzione industriale cento anni prima di Darwin e il comunismo invece è nato in contrapposizione allo sfruttamento della forza lavoro da parte del capitalismo

Quando parlo di "capitalismo" mi riferisco alla sua versione "moderna", quella post-darwiniana. E cioè il "capitalismo-coloniale". Quello che è andato in giro per il mondo a "colonizzare" altre culture ritenute "inferiore".
E' vero che il comunismo è nato in contrapposzione al capitalismo. Ma si è basato sulla visione di Darwin (la stessa che ha alimentato il capitalismo-coloniale e il nazismo) e cioè esistono degli "uomini superiori" e degli "uomini inferiori" e l'evoluzione umana avviene solo grazie alla lotta tra superiori e inferiori. Il comunismo ha solamente ribaltato la prospettiva capitalista. Quelli che per il capitalismo erano i "superiori" per il comunismo erano "inferiori" e quelli che per il capitalismo erano "inferiori" per il comunismo erano "superiori". Il comunismo ha solamente ribaltato i "superiori" con gli "inferiori", ma ha abbracciato la visione darwinista in base alla quale l'evoluzione dell'uomo può avvenire solo a seguito della lotta e dello scontro tra superiori e inferiori. Non per niente il comunismo si basa sulla "lotta di classe" che è un concetto ereditato dalla visione di Darwin che concepiva l'evoluzione come risultato della lotta tra le specie (per quanto riguarda gli animali) e della lotta tra superiori e inferiori (per quanto riguarda gli uomini).
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

maral

Citazione di: Garbino il 20 Aprile 2017, 12:15:55 PM
Comunque, a grandi linee, anche il principio di non-contraddizione rientrerebbe in quel bisogno di praticità che l' uomo ha sempre cercato nello schematizzare ciò che lo circonda. Fatto questo che darebbe alle teorie di Hegel sulla contraddizione tutto un altro spessore.

Nietzsche non afferma che è falso, renditi conto che lo leggo per la prima volta e perciò devo ancora acquisirlo bene, ma che ad esempio una stessa cosa sia e non sia nel medesimo istante è necessario che l' uomo lo ritenga impossibile. Non è mia opinione che tu debba trovare tanto strana questa ipotesi,  la cosa curiosa è l' indeterminatezza che acquisirebbe tutto il nostro vivere in rapporto sia a noi stessi che a ciò che ci circonda.
Il principio di non contraddizione è certo fondamentale. ma andrebbe attentamente considerato. In un recente incontro con Massimo Donà (che è stato allievo di Severino e dal quale poi si è staccato, pur continuando a considerarlo uno dei massimi filosofi della storia della filosofia), partendo dalla considerazione che il discorso filosofico con il principio di non contraddizione, mira a stabilire la più chiara distinzione possibile tra ciò che è e ciò che non è, questa distinzione non è possibile riguardo al principio di non contraddizione, proprio per l'argomentazione di Severino: la negazione del principio di non contraddizione è assolutamente impossibile, perché comunque si basa necessariamente sulla validità del principio di non contraddizione stesso. Non avendo un negatore, il principio di non contraddizione non può distinguersi da alcunché, ma deve essere esso stesso a negarsi. Dunque il principio di non contraddizione è falso in quanto è assolutamente vero, non avendo nulla fuori di sé che possa dirlo falso e la realtà nel suo essere detta reca in se stessa continuamente il "trionfo-naufragio" del principio che determina la possibilità di dirla determinandola in significati chiari e logici. Questo apparire della negazione nel cuore stesso dell'incontrovertibile è per Donà ciò che rende possibile la conoscenza artistica (che lui pratica come pittore e soprattutto come musicista) come prassi per un incontro concreto ed effettivo con l'assoluto, che resta del tutto indeterminabile per via logica.
In realtà credo che già la logica hegeliana, a differenza di quella formale, già renda possibile questa posizione nell'ambito della fenomenologia dello spirito (e forse soprattutto negli sviluppi di Shelling). 

CitazioneA titolo soltanto informativo ti manifesto che nulla è più lontano dal mio pensiero che l' esistenza di una coscienza cosmica. Tutt' al più arrivo ad una materia che abbia in potenza un numero notevole di forme viventi. Ma oltre non vado.
Anche dal mio. La coscienza cosmica come coscienza diretta del tutto la trovo comunque un paradosso. La coscienza può essere solo pertinente alla parte e quindi parziale e riconducibile al tutto solo in quanto parzialità in esso compresa. Ma il cosmo, se è inteso come tutto quello che c'è, in quanto tale, non può avere coscienza di nulla.

Sariputra

Che è l'uomo?

Ma io mi chiedo...vale la pena essere uomo? Vale la pena essere un animale? Che cos'è meglio: essere qualcosa opposto a qualcos'altro o non essere niente del tutto? Val la pena essere una persona qualunque, un dio o un abitante degli inferni?
Ve lo chiede direttamente e brutalmente: val la pena di essere la persona che voi siete? Val la pena essere una specie di "risvegliato" che risplende nei cieli della consapevolezza? Se ci fosse qualcosa come una "coscienza cosmica" non proverebbe orrore e sgomento per quello che è e che ha prodotto?  Un tale orrore che si getterebbe volontariamente nel 'sonno di Maya', nella nube dell'inconsapevolezza pur di non vedersi  e di non capire che è solo sete inestinguibile, volgare amore per se stessa...Che giova una Mente che è Tutto se quel Tutto è Dolore? Che giova un Albero della Vita che produce come frutto solo morte?
Val la pena essere buoni? E cattivi? Val la pena "essere"? Se c'è attaccamento all'essere può esserci felicità? Val la pena poi...essere felici? O, alla fine, pure questa , tolta la seducente e variopinta maschera, si rivela della stessa natura di ogni esperienza, cioè transitoria ed effimera, mangiata dalla larva interiore della sofferenza in potenza? Ma poi...siete mai stati veramente felici? E' possibile esserlo o è solo una bubbola, un ideale romantico, un gratta e perdi? Essere significa provare il dolore di essere; possedere il dolore di possedere; avere il dolore di avere. Esigenti e ambiziosi desideriamo continuamente diventare questo o quello: un famoso pilota, un autorevole politico, un illuminato dispensatore di consapevolezza, un ricco imprenditore, un abile viticoltore...
La natura ci induce con l'inganno ad assumerci il dolore...e tanto siamo ingannati dalla malvagia creatura che amiamo persino l'inganno stesso, che ci sembra alla fine la cosa più desiderabile...
E' piacevole obbedire ai dettami dell'attaccamento? E c'è qualcos'altro oltre l'attaccamento o alla fine tutto si riduce a questo: esser come cozze aggrappate agli scogli, per resistere alle onde che si frangono, ignare che stiamo per esser pescate dal tristo pescatore, digerite e, come cacca, ributtate nell'oceano di satchitananda, atte a fertilizzarlo così che nuovo attaccameto agli scogli possa crescere...
Ci imbroglia a tal punto che gli uomini si gettano volontariamente e con entusiasmo nella fatica di vivere e cercano di addentarne dei grossi bocconi, dei pesci saporiti dell'oceano della Beatitudine Cosmica, inghiottendo la spina nascosta, che ci rimarrà ben conficcata in gola.
Quando si è stanchi, esausti, logorati dal dover vivere, perché non sentire che non è poi così divertente "essere"? Eppure , con suadenti parole, la natura ci dice: "Aspetta , vedrai, domani verrà...la felicità".
Malvagia bugiarda! Lo sai bene che mai arriverà quel giorno. Ma a te che importa? Vuoi solo berci tutti per cercare di placare la tua sete che ti tormenta senza tregua.
Alla fine hai solo Paura di vedere che non sei altro che questa sete?...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

maral

Citazione di: sgiombo il 20 Aprile 2017, 14:43:52 PM
In realtà non si tratta di sensazioni immediate, ma di valutazioni di sensazioni immediate che tendono a sorgere spontaneamente accompagnandole con grande "forza persuasiva"; valutazioni tuttavia alternative ad altre altrettanto possibili (contrariamente alle sensazioni immediate le quali sono invece sostanzialmente sempre le stesse), per esempio quelle successivamente imparate a scuola).
Bè, ogni sensazione è (forse a esclusione dell'infante) una valutazione che ne determina il significato, ove il significato appare subito con la sensazione stessa (significato che può essere contraddetto da altre sensazioni ricondotte dal soggetto a quello che considera uno stesso fenomeno e quindi venire messo in dubbio). Resta però il fatto che mentre sono qui seduto alla mia scrivania davanti al computer ho la nettissima sensazione di trovarmi piazzato su un supporto completamente fermo e ben orizzontale e per pensare che non è così devo ricorrere a quello che ricordo di aver imparato a scuola e non alle mie attuali sensazioni.
I giudizi sulle sensazioni immediate sono successivi, ne possono correggere i significati che immediatamente le accompagnano e negarli, ma questi giudizi fanno sempre riferimento al contesto culturale in cui si vive, che è un contesto più ampio che esercita un'azione intermediatrice, ma non a come stanno le cose in sé e per sé. Sono mappe i cui segni  riflettono significati attualmente condivisi di esperienza condivisi secondo pratiche e strumenti di conoscenza.
La validità intersoggettiva dell'immagine che ci facciamo del mondo, non è, in altre parole, una prova di una  oggettività a sé stante, proprio perché se così fosse non ci sarebbe alcuna relazione possibile con questo oggetto assoluto, ma è il risultato di un modo comune di praticare il mondo tra soggetti che vivono nella medesima parzialità prospettica condivisa nelle esperienze attuali e nella storia immensa di tracce di esperienze che risalgono molto indietro nel tempo, agli albori della conoscenza umana.
Il mondo di una tribù di indigeni della foresta amazzonica non è letteralmente lo stesso mondo di un gruppo di fisici che lavora al CERN di Ginevra, la prospettiva del gruppi di soggetti con cui questo oggetto-mondo entra in relazione per darsi è radicalmente diversa per il modo in cui si dà e non c'è un modo più vero e uno più falso rispetto all'altro, sono tra loro incommensurabili. Ovviamente il mondo in sé è lo stesso per entrambi i gruppi, ma è il cosa esso sia, la sua conoscenza, il suo mostrarsi che è molto diverso ed è questo che fa di quest'unico mondo in sé due mondi diversi, in cui si manifestano significati diversi, due mondi che non sono uno vero e uno falso, ma diversamente condivisi. In relazione agli ambiti di conoscenza essi sono entrambi in qualche misura veri e in qualche misura falsi e il modo in cui sono diversamente in qualche misura veri e in qualche misura falsi fa la differenza, li tiene separati. E gli indigeni della tribù come i fisici di Ginevra sono entrambi "normalmente sani di mente" se entrambi stanno nel loro mondo di riferimento significante. Non lo sono più invece se viene a mancare in ciò che conoscono il riferimento a ciò che vivono, ossia a ciò che i rispettivi diversi contesti di esperienza e storia culturale consentono in modo condivisibile.
Ad esempio gli ultrasuoni sono ultrasuoni solo per noi, per i pipistrelli sono normalissimi suoni, facendo finta che la parola "suono" abbia un significato relativamente ai pipistrelli e non solo per noi. Semplicemente per i pipistrelli quei suoni sono la loro vita che sa, come i suoni che noi percepiamo sono i suoni della nostra vita che sa, mentre gli ultrasuoni che non percepiamo, derivano dal nostro poter conoscere, che è solo nostro e di nessun pipistrello. Solo noi, esseri umani, possiamo dire di qualcosa che non percepiamo e metterci pure a cercarlo con strumenti e tecniche che inventiamo e credere anche di trovarlo oggettivamente a mezzo di quegli strumenti. Questa è la differenza tra il sapere e il conoscere. Il sapere è esistere, è vivere e ogni vita è sapiente perché ogni vita, anche quella di un pipistrello o di un lichene sa vivere e quindi vive, ma solo l'uomo conosce, ossia solo l'uomo si interroga chiedendosi sul di che cosa sa e può arrivare a sapere di vivere e dunque a sapere di morire, mentre un pipistrello e un lichene non lo sapranno mai.
E' nell'ambito di questa conoscenza che si sviluppano predicati e giudizi, l'idea di un universo in espansione fatto di atomi e particelle elementari con le loro conferme sperimentali, come di divinità e miti con le loro visioni, epifanie, suggestioni. In altre parole un immenso, grandioso dominio linguistico. Ma questo dominio linguistico nasce solo nel saper vivere umano, ossia nel vivere umano e solo qui ha validità.
Ed è questo che troppi umani non riescono a capire e pensano che il mondo sia oggettivamente come l'uomo lo vede, alla luce dell'esperienza a lui contemporanea (mentre ogni essere umano in ogni epoca e in ogni contesto ha sempre pensato così, anche qui nel nostro piccolo forum continuiamo a pensarla così mentre discutiamo, io stesso, pur rendendomi conto dell'assurdità, continuo a pensarla così, penso inconsciamente di essere oggettivo nel mio dire che nega l'oggettività). Ma non è così. E rendersi conto che il mondo non è semplicemente quello che i nostri mezzi e i nostri linguaggi, per come li sappiamo usare ci consentono di capire e di vedere è la rivoluzione copernicana che ci attende e che la filosofia, proprio con il suo franare rispetto all'epistemologia classica sta cominciando a rendere possibile. Ci stiamo accorgendo non solo che il nostro mondo non è al centro dell'universo, ma non lo è nemmeno la nostra visione del mondo, qualunque essa sia, non lo è nemmeno quella scientifica, la più esatta e precisa che abbiamo mai avuto. E' solo una visione di un particolare soggetto umano, uno dei tanti nello spazio di esistenza dell'umanità, dunque comunque non è e non può essere oggettiva e non può dirci in nessun modo come stanno in sé le cose. E questo è un bel problema, un problema enorme e sempre più evidente nella sua enormità. Siamo in bilico tra il nichilismo e una grande prospettiva del mondo, oggettiva solo in quanto sa di non poterlo essere, ma che continua a cercare ciò che per essa è impossibile, riconoscendosi in questo stesso continuo cercare sempre aperto, mai concludibile in nessun episteme.  

acquario69

@myfriend
Non ho ancora capito se per te rimane valida la concezione darwinista oppure no...perché a un certo punto dici:

CitazioneComunismo e capitalismo sono due facce della stessa medaglia. Non per niente si basano entrambi sulla concezione darwiniana della evoluzione umana come risultato della contrapposizione e della lotta tra "uomini superiori" e "uomini inferiori".

Tutte le ideologie del 20 secolo sono nate dall'idea darwinista della "lotta per l'evoluzione tra uomini superiori e uomini inferiori".Cambiano solo le categorie in lotta, ma la dinamica di base è la stessa per tutte le ideologie: nazismo, comunismo, capitalismo.Nazismo, comunismo e capitalismo si differenziano solo sulla definizione di "uomini superiori" e "uomini inferiori". Ma si basano tutte sulla stessa visione darwinista che concepisce l'evoluzione umana come risultato della lotta e della contrapposizione tra "superiori" e "inferiori".

Quindi su questo punto (sopra) mi sembra di capire che la trovi errata e che porta a conseguenze negative del tipo descritte 

Da un altra parte invece affermi che;

CitazioneL'evoluzione è un processo lento. Anche se, piano piano, le cose cambiano. Molto molto lentamente e con continue cadute e ricadute.......

...Ma l'evoluzione è fatta così. E' fatta di piccoli passi in avanti seguiti da cadute e ricadute.

Su quest'altro punto invece mi sembra che dell'evoluzione stessa gli daresti il massimo credito.
ma se non sono io ad aver capito male.. su questi due passaggi non vi sarebbe una contraddizione?

...Ora,secondo me, per "natura inferiore" e "natura superiore" ci vedrei la prima soggetta diciamo alla "materia",agli istinti, alle pulsioni,all'EGO,alla separazione, mentre la seconda allo "Spirito",alla consapevolezza, al SE',all'UNIONE...e noi siamo comunque composti da entrambe.

tu (mi pare) che sostanzialmente dici che in tal senso ci sarebbe stata un evoluzione...ma a me non sembra per niente, proprio perché si darebbe ormai solo conto alla prima, mentre e' la Spiritualità ad essere stata proprio negata, probabilmente perché nella ormai stragrande maggioranza delle persone non e' nemmeno più percepita e se facciamo un analisi storica questa negazione ha avuto origine al periodo dell'umanesimo e a seguire dell'illuminismo...

quando poi affermi che;

CitazioneDopo la fine della Seconda guerra Mondiale, l'homo si è trovato di fronte al proprio orrore. Dopo aver visto l'orrore che è in grado di produrre è nata una consapevolezza nuova. E' nata la dichiarazione dei diritti dell'uomo dell'ONU, sono nate le costituzioni democratiche basate sul concetto di solidarietà. Oggi questa spinta si va perdendo. E la solidarietà è stata sostituita dal potere finanziario. Non per niente si parla di una crisi simile al 1929. Stiamo tornando indietro. La spinta di Consapevolezza e di solidarietà nata dopo la Seconda guerra Mondiale si è esaurita. Stanno ritornando gli egoismi.

Io invece credo non sia andata cosi...quella che, dopo la fine della seconda guerra mondiale tu chiami la spinta alla consapevolezza e alla solidarietà in realtà e' stata al contrario la maniera più efficace per corrompere i governi sconfitti e sopratutto le coscienze di tutti..il piano Marshall ,al contrario di quello che si crede ne e' un esempio di tipo politico...quelle elargizioni che facevano a noi e all'Europa avevano uno scopo ben preciso ed erano a favore loro e delle multinazionali che ci stavano dietro... infatti,mentre dall'altra e' cominciata quella che io chiamo la colonizzazione delle coscienze (di gran lunga più feroce delle prime colonizzazioni di fine ottocento) al modello americano, che altro non e' che il modello imposto appunto da queste "big company" coi suoi "valori" (way of life made in USA) incentrati sullo sviluppo, il consumismo e in definitiva all'individualismo più cieco...che e' il contrario della consapevolezza e della solidarietà (ossia,proprio della natura inferiore di cui si parlava all'inizio!)

sgiombo

#113
Citazione di: Sariputra il 21 Aprile 2017, 23:02:34 PM
Che è l'uomo?

Ma io mi chiedo...vale la pena essere uomo? Vale la pena essere un animale? Che cos'è meglio: essere qualcosa opposto a qualcos'altro o non essere niente del tutto? Val la pena essere una persona qualunque, un dio o un abitante degli inferni?
Ve lo chiede direttamente e brutalmente: val la pena di essere la persona che voi siete? Val la pena essere una specie di "risvegliato" che risplende nei cieli della consapevolezza? Se ci fosse qualcosa come una "coscienza cosmica" non proverebbe orrore e sgomento per quello che è e che ha prodotto?  Un tale orrore che si getterebbe volontariamente nel 'sonno di Maya', nella nube dell'inconsapevolezza pur di non vedersi  e di non capire che è solo sete inestinguibile, volgare amore per se stessa...Che giova una Mente che è Tutto se quel Tutto è Dolore? Che giova un Albero della Vita che produce come frutto solo morte?
Val la pena essere buoni? E cattivi? Val la pena "essere"? Se c'è attaccamento all'essere può esserci felicità? Val la pena poi...essere felici? O, alla fine, pure questa , tolta la seducente e variopinta maschera, si rivela della stessa natura di ogni esperienza, cioè transitoria ed effimera, mangiata dalla larva interiore della sofferenza in potenza? Ma poi...siete mai stati veramente felici? E' possibile esserlo o è solo una bubbola, un ideale romantico, un gratta e perdi? Essere significa provare il dolore di essere; possedere il dolore di possedere; avere il dolore di avere. Esigenti e ambiziosi desideriamo continuamente diventare questo o quello: un famoso pilota, un autorevole politico, un illuminato dispensatore di consapevolezza, un ricco imprenditore, un abile viticoltore...
La natura ci induce con l'inganno ad assumerci il dolore...e tanto siamo ingannati dalla malvagia creatura che amiamo persino l'inganno stesso, che ci sembra alla fine la cosa più desiderabile...
E' piacevole obbedire ai dettami dell'attaccamento? E c'è qualcos'altro oltre l'attaccamento o alla fine tutto si riduce a questo: esser come cozze aggrappate agli scogli, per resistere alle onde che si frangono, ignare che stiamo per esser pescate dal tristo pescatore, digerite e, come cacca, ributtate nell'oceano di satchitananda, atte a fertilizzarlo così che nuovo attaccameto agli scogli possa crescere...
Ci imbroglia a tal punto che gli uomini si gettano volontariamente e con entusiasmo nella fatica di vivere e cercano di addentarne dei grossi bocconi, dei pesci saporiti dell'oceano della Beatitudine Cosmica, inghiottendo la spina nascosta, che ci rimarrà ben conficcata in gola.
Quando si è stanchi, esausti, logorati dal dover vivere, perché non sentire che non è poi così divertente "essere"? Eppure , con suadenti parole, la natura ci dice: "Aspetta , vedrai, domani verrà...la felicità".
Malvagia bugiarda! Lo sai bene che mai arriverà quel giorno. Ma a te che importa? Vuoi solo berci tutti per cercare di placare la tua sete che ti tormenta senza tregua.
Alla fine hai solo Paura di vedere che non sei altro che questa sete?...
CitazionePersonalmente sono contento della mia vita (almeno finora), forse perché ho la fortuna di essere piuttosto ottimista e di sapermi accontentare (o forse perché finora ho goduto di complessivamente buona salute...).

Sì, personalmente credo di essere felice; e se morissi oggi senza soffrire (ci penso spesso alla mia morte, fin da giovane, e spero di potermene andare, quando sarà l' ora, ingerendo una dose letale di barbiturici e gustando del buon vino e ascoltando dell' ottima musica nell' attesa che facciano effetto) non avrei nulla da recriminare per la perdita di tutto: un "tutto" che è stato complessivamente molto bello, e se fosse durato di più sarebbe stato ancor più bello, ma "a caval donato non si guarda in bocca".

Tuttavia non posso non vedere quanto dolore e quanta malvagità e cattiveria c' è nel mondo e non posso non inorridire pensando a quanto terribilmente soffrono tanti uomini e altri animali (unica relativa consolazione a questo proposito -ed è tutto dire!- essendo  la considerazione che nulla dura in eterno e anche i più atroci tormenti prima o poi hanno fine).

Per questo anch' io (che pure vorrei vivere ancora qualche lustro in discreta salute e felicemente come vivo ora) non posso non convenire che non essere, per lo meno per chi sia autocosciente, cioè cosciente di essere, ma probabilmente anche solo per chi sia cosciente, la coscienza comprendendo sensazioni dolorose e anche talora mostruosamente dolorose, sia preferibile ad essere.

E per questo da molto tempo penso che generare figli sia immorale, dal momento che impone loro, ovviamente senza il loro consenso, impossibile anche solo logicamente, il rischio dell' infelicità, sia pure accompagnato dalla possibilità della felicità: vi sembrerebbe eticamente corretto costringere uno, senza il suo consenso, a giocare alla roulette russa con il 50% (ma anche solo con il 10% o meno) di possibilità di uccidersi e in cambio "tutto l' oro, tutte le donne, tutta l' amicizia, tutta l' intelligenza, tutta la cultura, ecc.: tutto ciò che può dare piacere, gioia, felicità del mondo"? O meglio (così la metafora mi sembra decisamente più calzante) costringerlo a pescare biglietti della lotteria che nel 10% o anche meno dei casi "sfortunati" comportino anziché la morte immediata, il sopravvivere, magari a lungo, subendo efferate torture?

cvc

#114
OMO OMINIS LUPUS: IL DISPREZZO DELL'UOMO PER L'UOMO

Su questa antica massima, che mette in guardia l'uomo - oltre che dagli agenti atmosferici, dalle fiere, dalle malattie -  da se stesso, vorrei porre una variazione sul tema. Anche perché spesso si credono gli antichi assai più ingenui di quello che erano. La scoperta psicanalitica dell'inconscio sembra aver creato uno spartiacque fra una anteriore visione semplicistica e ingenue di un uomo che non conosceva se stesso perché ignorava il suo alter ego inconscio. In realtà in una prospettiva post-psicanalitica si può fortemente dubitare dell'esistenza di un alter ego inconscio, come una ulteriore personalità ed individualità di un soggetto. I vari complessi classificati dalla psicanalisi parrebbero mostrare una sorta di volontà inconscia diretta ed orientata ad uno scopo. Ma il voler prendere il posto del padre - per esempio - forse non è altro che un tentativo di voler razionalizzare un impulso bestiale che, se ha per certo un contenuto, non è detto che debba avere anche un valore. Razionalizzare gli impulsi significa conferirgli anche una giustificazione. Ma come ho detto nel post precedente l'uomo è - questione Dio a parte - l'unico essere giudicante dell'universo. Un animale non giudica, almeno nel senso umano del termine. L'animale è poi detto più spregiativamente bestia quando i suoi impulsi ci paiono tanto più disordinati, irrazionali, brutali. E questa bestialità ad un certo livello appartiene anche all'uomo  quando si sente spinto da un istinto morboso e incontrollabile. Fin tropo facile trovare degli esempi nei fatti di cronaca. Fatti che poi possono essere razionalizzati, o semplicemente accettati come fatali manifestazioni del omo ominis lupus. Ci si domanda cos'è l'uomo e ci si danno risposte razionali ed astratte, ma l'omo ominis lupus è dannatamente concreto. Il filosofare di certo nobilita l'uomo, esalta la sua facoltà razionale. Ma essa non è che una faccia della medaglia, sul rovescio si trovano le zanne della bestia ansimante. La quale si è tentato in ogni modo di educare. Ma non si è ancora visto un animale diventare uomo, di uomini che diventano animali invece....
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

sgiombo

#115
Citazione di: maral il 22 Aprile 2017, 00:08:06 AM
Citazione di: sgiombo il 20 Aprile 2017, 14:43:52 PM
In realtà non si tratta di sensazioni immediate, ma di valutazioni di sensazioni immediate che tendono a sorgere spontaneamente accompagnandole con grande "forza persuasiva"; valutazioni tuttavia alternative ad altre altrettanto possibili (contrariamente alle sensazioni immediate le quali sono invece sostanzialmente sempre le stesse), per esempio quelle successivamente imparate a scuola).
Bè, ogni sensazione è (forse a esclusione dell'infante) una valutazione che ne determina il significato, ove il significato appare subito con la sensazione stessa (significato che può essere contraddetto da altre sensazioni ricondotte dal soggetto a quello che considera uno stesso fenomeno e quindi venire messo in dubbio). Resta però il fatto che mentre sono qui seduto alla mia scrivania davanti al computer ho la nettissima sensazione di trovarmi piazzato su un supporto completamente fermo e ben orizzontale e per pensare che non è così devo ricorrere a quello che ricordo di aver imparato a scuola e non alle mie attuali sensazioni.
I giudizi sulle sensazioni immediate sono successivi, ne possono correggere i significati che immediatamente le accompagnano e negarli, ma questi giudizi fanno sempre riferimento al contesto culturale in cui si vive, che è un contesto più ampio che esercita un'azione intermediatrice, ma non a come stanno le cose in sé e per sé. Sono mappe i cui segni  riflettono significati attualmente condivisi di esperienza condivisi secondo pratiche e strumenti di conoscenza.
La validità intersoggettiva dell'immagine che ci facciamo del mondo, non è, in altre parole, una prova di una  oggettività a sé stante, proprio perché se così fosse non ci sarebbe alcuna relazione possibile con questo oggetto assoluto, ma è il risultato di un modo comune di praticare il mondo tra soggetti che vivono nella medesima parzialità prospettica condivisa nelle esperienze attuali e nella storia immensa di tracce di esperienze che risalgono molto indietro nel tempo, agli albori della conoscenza umana.
Il mondo di una tribù di indigeni della foresta amazzonica non è letteralmente lo stesso mondo di un gruppo di fisici che lavora al CERN di Ginevra, la prospettiva del gruppi di soggetti con cui questo oggetto-mondo entra in relazione per darsi è radicalmente diversa per il modo in cui si dà e non c'è un modo più vero e uno più falso rispetto all'altro, sono tra loro incommensurabili. Ovviamente il mondo in sé è lo stesso per entrambi i gruppi, ma è il cosa esso sia, la sua conoscenza, il suo mostrarsi che è molto diverso ed è questo che fa di quest'unico mondo in sé due mondi diversi, in cui si manifestano significati diversi, due mondi che non sono uno vero e uno falso, ma diversamente condivisi. In relazione agli ambiti di conoscenza essi sono entrambi in qualche misura veri e in qualche misura falsi e il modo in cui sono diversamente in qualche misura veri e in qualche misura falsi fa la differenza, li tiene separati. E gli indigeni della tribù come i fisici di Ginevra sono entrambi "normalmente sani di mente" se entrambi stanno nel loro mondo di riferimento significante. Non lo sono più invece se viene a mancare in ciò che conoscono il riferimento a ciò che vivono, ossia a ciò che i rispettivi diversi contesti di esperienza e storia culturale consentono in modo condivisibile.
Ad esempio gli ultrasuoni sono ultrasuoni solo per noi, per i pipistrelli sono normalissimi suoni, facendo finta che la parola "suono" abbia un significato relativamente ai pipistrelli e non solo per noi. Semplicemente per i pipistrelli quei suoni sono la loro vita che sa, come i suoni che noi percepiamo sono i suoni della nostra vita che sa, mentre gli ultrasuoni che non percepiamo, derivano dal nostro poter conoscere, che è solo nostro e di nessun pipistrello. Solo noi, esseri umani, possiamo dire di qualcosa che non percepiamo e metterci pure a cercarlo con strumenti e tecniche che inventiamo e credere anche di trovarlo oggettivamente a mezzo di quegli strumenti. Questa è la differenza tra il sapere e il conoscere. Il sapere è esistere, è vivere e ogni vita è sapiente perché ogni vita, anche quella di un pipistrello o di un lichene sa vivere e quindi vive, ma solo l'uomo conosce, ossia solo l'uomo si interroga chiedendosi sul di che cosa sa e può arrivare a sapere di vivere e dunque a sapere di morire, mentre un pipistrello e un lichene non lo sapranno mai.
E' nell'ambito di questa conoscenza che si sviluppano predicati e giudizi, l'idea di un universo in espansione fatto di atomi e particelle elementari con le loro conferme sperimentali, come di divinità e miti con le loro visioni, epifanie, suggestioni. In altre parole un immenso, grandioso dominio linguistico. Ma questo dominio linguistico nasce solo nel saper vivere umano, ossia nel vivere umano e solo qui ha validità.
Ed è questo che troppi umani non riescono a capire e pensano che il mondo sia oggettivamente come l'uomo lo vede, alla luce dell'esperienza a lui contemporanea (mentre ogni essere umano in ogni epoca e in ogni contesto ha sempre pensato così, anche qui nel nostro piccolo forum continuiamo a pensarla così mentre discutiamo, io stesso, pur rendendomi conto dell'assurdità, continuo a pensarla così, penso inconsciamente di essere oggettivo nel mio dire che nega l'oggettività). Ma non è così. E rendersi conto che il mondo non è semplicemente quello che i nostri mezzi e i nostri linguaggi, per come li sappiamo usare ci consentono di capire e di vedere è la rivoluzione copernicana che ci attende e che la filosofia, proprio con il suo franare rispetto all'epistemologia classica sta cominciando a rendere possibile. Ci stiamo accorgendo non solo che il nostro mondo non è al centro dell'universo, ma non lo è nemmeno la nostra visione del mondo, qualunque essa sia, non lo è nemmeno quella scientifica, la più esatta e precisa che abbiamo mai avuto. E' solo una visione di un particolare soggetto umano, uno dei tanti nello spazio di esistenza dell'umanità, dunque comunque non è e non può essere oggettiva e non può dirci in nessun modo come stanno in sé le cose. E questo è un bel problema, un problema enorme e sempre più evidente nella sua enormità. Siamo in bilico tra il nichilismo e una grande prospettiva del mondo, oggettiva solo in quanto sa di non poterlo essere, ma che continua a cercare ciò che per essa è impossibile, riconoscendosi in questo stesso continuo cercare sempre aperto, mai concludibile in nessun episteme.  
CitazioneNon vedo perché mai non si debba poter distinguere fra sensazioni immediate (che magari "passanoinosservate", alle quali non si "fa attenzione") e (ulteriori sensazioni interiori di) considerazioni, pensieri, valutazioni su di esse.

Le sensazioni che hai essendo seduto davanti alla scrivania sono una serie di macchie di colore, rumori (ticchettii dei tasti della tastiera), percezioni tattili (...soprattutto a livello del sedere), ecc.; esse possono "passare inosservate" per lunghi lassi di tempo, mentre magari sei concentrato su cosa rispondere a quel rompiballe di Sgiombo e agli altri frequentatori del forum, oppure, se ci fai attenzione, essere accompagnate da- (-le sensazioni mentali de-, costituenti) il pensiero spontaneo che ti trovi piazzato su un supporto completamente fermo e ben orizzontale, oppure ancora, se ci pensi meglio, da quello che ricordi di aver imparato a scuola che ti induce a valutare ben diversamente tale insieme di sensazioni.

Questi pensieri più "meditati" o meno spontanei dipendono ovviamente dalla tua esperienza e dal contesto sociale e culturale in cui si è svolta e si svolge; ma non per questo, soprattutto se scientifiche, non sono considerabili (a certe condizioni indimostrabili) intersoggettive (contrariamente ad altre eventuali considerazioni anche non spontanee e meditate, per esempio di tipo superstizioso: per esempio al credere che si tratta di effetti del maleficio di uno spirito maligno; e questo anche nel caso appartenessi del tutto convintamente a una tribù di credenti (la cui cultura condivisa implicasse, secondo pratiche e strumenti di pretesa conoscenza animistiche, tale credenza) nei malefici di qualche stregone a te ostile).



Concordo che non si tratta comunque di oggettività, che é propria (se realmente esistono/accadono) unicamente di enti ed eventi in sé o noumenici e non fenomenici coscienti.
Ma le credenze animistiche (generalmente parlando; ed essendo tutto relativo) non possiedono nemmeno questa intersoggettività, o al massimo ne potrebbero avere in "misura" notevolissimamente minore, molto più limitatamente, (come ne ha anche solo il "senso comune") nonostante anch' esse siano il risultato di un modo comune di praticare il mondo tra soggetti che vivono nella medesima parzialità prospettica condivisa nelle esperienze attuali e nella storia immensa di tracce di esperienze che risalgono molto indietro nel tempo, agli albori della conoscenza umana.

Stando a quanto nessuna persona comunemente considerata sana di mente non può per lo meno comportarsi come se non lo credesse, il mondo di una tribù di indigeni della Foresta Amazzonica è letteralmente lo stesso mondo (c' è perfetta corrispondenza fra le sensazioni fenomeniche di questo mondo materiale di essi e quelle) di un gruppo di fisici che lavora al CERN di Ginevra, anche se ne percepiscono aspetti in parte diversi (e generalmente più limitati, unicamente diretti, immediati, non acquisiti mediante strumenti) e soprattutto vi applicano predicati o giudizi assai diversi (quelli dei primi molto meno veri di quelli dei secondi, malgrado le notevoli derive irrazionalistiche e le talora penose elucubrazioni fantastiche infondate di molti di questi!).
Le loro ben diverse verità (molto più limitate quelle dei primi, molto meno quelle dei secondi) sono molto ben confrontabili; e infatti mentre è del tutto possibile che qualche indigeno dell' Amazzonia, ben acculturato con la necessaria pazienza (dopo avere seguito un adeguato corso di studi), accetti le conoscenze di quelli del CRN, e magari contribuisca meglio della maggior parte di loro a svilupparle, non c' è nessuna ragionevole possibilità che qualche ricercatore ginevrino (che non "uscisse pazzo" letteralmente), "adeguatamente istruito da un valido stregone" con la necessaria pazienza, si converta all' animismo.

Infatti, come dici anche tu "ovviamente", non è il mondo, bensì la conoscenza del mondo a differire fra i due diversi gruppi di soggetti di conoscenza (e "il modo in cui sono diversamente in qualche misura veri e in qualche misura falsi fa la differenza"; e che differenza ! ! !); ma questo non fa affatto di quest'unico mondo in sé due mondi diversi (patente autocontraddizione!), ecc.



Solo l' uomo (a quanto pare) conosce (salvo forse qualche altra specie animale in misura notevolissimamente più limitata).
I pipistrelli unicamente sentono (anche sensazioni che noi uomini non sentiamo ma indirettamente arriviamo a conoscere che essi le sentono); i licheni (e gli altri vegetali) con ogni verosimiglianza (per quanto è ragionevole pensare) vegetano e non sentono nulla (altrimenti poveri vegani, costretti a morire di fame!).

Che per sapere ciò che si sa, più o meno veracemente (ed è una bella differenza!), bisogna innanzitutto vivere e che il linguaggio è proprio unicamente del' uomo mi sembra del tutto ovvio.
Ma non ne consegue una negazione dell' intersoggettività delle conoscenze del mondo (fenomenico) materiale naturale (umane e probabilmente in qualche più limitata misura anche di altri animali).



Rendersi conto che il mondo non è semplicemente quello che i nostri mezzi e i nostri linguaggi, per come li sappiamo usare ci consentono di capire ("ci sono più cose in terra e in cielo che in qualsiasi filosofia"- Shakespeare) non è affatto la stessa cosa che pretendere che il mondo sia quello che ci pare e piace secondo il nostro soggettivo arbitrio.

La visione scientifica non ha mai preteso (per lo meno a quanto mi risulta) di essere una prospettiva "dal centro dell' universo" (che secondo me, contro le teorie scientifiche correnti, ampiamente, ipotetiche e non affatto solidamente fondate, è infinito nello spazio e non ha centro); però legittimamente pretende di essere (molto) più intersoggettivamente vera degli animismi, delle superstizioni, degli olismi, delle new age, ecc.
Non può dirci in nessun modo come stanno in sé le cose ma solo come stanno (o meglio: divengono) i fenomeni. E questo per me non è per nulla un problema; è solo un dato di fatto.

Non credo che la scienza (casomai qualche scienziato che sia anche un pessimo filosofo, e solo in quanto tale...) pretenda di cercare ciò che per essa è impossibile.

myfriend

#116
@acquario

ma se non sono io ad aver capito male.. su questi due passaggi non vi sarebbe una contraddizione?

No, non c'è contraddizione.
L'evoluzione è un fatto. E i cambiamenti avvengono grazie all'evoluzione.
Quello che c'è di sbagliato in Darwin è il fatto che lui ritiene che l'evoluzione umana si sviluppa come esito della "lotta e della contrapposizione" tra "esseri superiori" e "esseri inferiori".

L'idea di Darwin è totalmente sbagliata perchè lui ha assimilato l'uomo agli animali e, del tutto arbitrariamente, ha considerato solo la "natura inferiore" dell'homo, scordandosi totalmente della sua "natura superiore".
Certo! Se si considera solo la "natura inferiore" dell'homo (la sua "natura animale") Darwin ha ragione.
Ma l'errore di Darwin consiste nel fatto che lui ha ignorato totalmente la "natura superiore" dell'homo e la sua importanza ai fini evolutivi.

mentre e' la Spiritualità ad essere stata proprio negata, probabilmente perché nella ormai stragrande maggioranza delle persone non e' nemmeno più percepita e se facciamo un analisi storica questa negazione ha avuto origine al periodo dell'umanesimo e a seguire dell'illuminismo...


In quello che dici c'è del vero.
Anche se quella che è stata negata è la "religiosità". E, insieme alla religiosità, è stata negata anche la Spiritualità.
In sostanza si è buttato via il bambino insieme all'acqua sporca.
E' innegabile che la "religiosità" (per come si è sviluppata in tutto il medioevo) sia "l'acqua sporca". Ed era giusto che venisse, finalmente, superata. Ma insieme all'acqua sporca si è gettato via anche la Spiritualità (cioè il bambino).
La Spiritualità non c'entra nulla con la Religiosità.
Non per niente vado ripetendo ormai da tempo che il cammino di crescita spirituale parte proprio dal lasciarsi alle spalle ogni "fede". E quindi dal lasciarsi alle spalle anche la "religiosità" così come viene comunemente intesa. E cioè l'adesione a una fede e la partecipazione a un clan (la chiesa).
Il cammino di crescita spirituale comincia proprio col lasciarsi alle spalle qualunque fede e qualunque clan.

infatti,mentre dall'altra e' cominciata quella che io chiamo la colonizzazione delle coscienze (di gran lunga più feroce delle prime colonizzazioni di fine ottocento) al modello americano, che altro non e' che il modello imposto appunto da queste "big company" coi suoi "valori" (way of life made in USA) incentrati sullo sviluppo, il consumismo e in definitiva all'individualismo più cieco...che e' il contrario della consapevolezza e della solidarietà


Questo è in parte vero. Ma solo in parte.

Di fatto, il modello europeo tra il 1950 e il 1990 aveva ben poco a che vedere col modello di società americana. Il modello europeo è nato sul concetto di "solidarietà" rappresentato dall'invenzione dello "stato sociale". Concetto totalmente assente nella way of life made in USA.
Quello che dici tu è vero a partire dagli anni '90 in poi, quando, progressivamente, l'europa ha abbandonato la Consapevolezza, e il modello sociale fondato sulla solidarietà, per abbracciare sempre di più il modello egoistico-infantile dell'individualismo più sfrenato.

Io non farei, come fai tu, una battaglia ideologica contro la "società dei consumi" e contro "l'individualismo".
Noi siamo "individui" e siamo chiamati a svilupparci come "individui" (si chiama "individualità"...che non ha nulla a che vedere con "l'individualismo") e questo non si può mai dimenticare (come invece ha fatto erroneamente il comunismo che ha voluto forzatamente cancellare l'individualità - insieme all'individualismo - per imporre un "collettivismo" forzato).

La "società dei consumi" in europa ha funzionato benissimo fino a che è rimasta inserita in un modello basato sullo sviluppo della "individualità" e sulla "solidarietà-sociale" e sullo "stato sociale". Come è stato fino agli inizi degli anni 90.

E' per questo che parlo di regressione.
La regressione consiste nell'aver progressivamente eliminato - negli ultimi 30 anni - l'elemento di "solidarietà-sociale" e nell'aver progressivamente trasformato "l'individualità" (che è legittima e sacrosanta) in "individualismo".
In sostanza negli ultimi 30 anni abbiamo progressivamente cancellato tutte le conquiste evoluzioniste nate dalla nostra "natura superiore" (quelle avvenute tra il 1950 e il 1990) e siamo tornati a dare risalto solo alla nostra "natura inferiore".
Stiamo quindi vivendo una fase di "regressione evoluzionista".


E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

myfriend

@sariputra

Quando si è stanchi, esausti, logorati dal dover vivere, perché non sentire che non è poi così divertente "essere"? Eppure , con suadenti parole, la natura ci dice: "Aspetta , vedrai, domani verrà...la felicità".
Malvagia bugiarda! Lo sai bene che mai arriverà quel giorno. Ma a te che importa? Vuoi solo berci tutti per cercare di placare la tua sete che ti tormenta senza tregua.
Alla fine hai solo Paura di vedere che non sei altro che questa sete?...


Mi piace il tuo approccio. E mi piace perchè si basa sulle "domande".
Se ti fai delle domande e se ti consacri alla verità, troverai la risposta.

Scoprirai che l'homo non è chiamato nè alla felicità nè all'infelicità.
Questi sono solo stimoli e pungoli per crescere. Che possono essere ascoltati o ignorati. Dipende dal lavoro che ciascuno fa su se stesso.
L'homo è chiamato a partecipare al "processo creativo" della Coscienza cosmica.
E questa cosa è ineludibile.
Che tu lo voglia o no, tu già partecipi al "processo creativo" della Coscienza cosmica. Fin da quando sei nato.
Questa è la nostra specificità.
Ogni più piccolo gesto, ogni più piccolo pensiero, è un contributo al "processo creativo".
La somma di tutti i piccoli gesti e pensieri di ogni individuo costituisce il "processo creativo" dell'umanità nel suo complesso.

Ora...abbiamo solo due possibilità. Non esiste una terza.
O il nostro singolo "processo creativo" è di tipo evolutivo. O è di tipo involutivo.
Più siamo consapevoli e più la nostra partecipazione sarà di tipo evolutivo.
Più siamo inconsapevoli e più la nostra partecipazione sarà di tipo involutivo.
Non esiste una terza opzione.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Sariputra

@ myfriend scive: 

Se ti fai delle domande e se ti consacri alla verità, troverai la risposta.

Qui è chiaramente sottinteso il consacrarsi alla TUA personale verità ( il famoso processo creativo della Coscienza Cosmica). Ma siccome tu stesso solleciti di rigettare tutte le fedi, devo necessariamente rigettare anche la tua...mi spiace, ma preferisco seguire l'ultimo insegnamento dato da Siddharta prima di morire: "Sii luce a te stesso, Ananda, non avere altra luce..." e , nella piccola luce che la mia mente illumina, non si scorge alcuna Mente Universale e nessuna Coscienza Cosmica...sarò probabilmente vittima di un processo involutivo, chissà  :o...
Sai , anni fa avevo un amico che passava di esperienza spirituale in esperienza spirituale, saltabeccando da un guru all'altro, ora completamente rasato e poi con una chioma e barba fluente. Era seguace dell'Energia Cosmica che, a sentr lui, si manifestava in ogni persona e in ogni coscienza e in ogni particolare esperienza spirituale e meditativa. Se ne stava nudo sopra una roccia ad osservare il sorgere dell'"energia solare" all'alba e organizzava incontri per celebrari i pleniluni. "Devi mettere tutto in discussione , Sari...devi farti tutte le domande" mi incoraggiava amichevolmente, "Devi provare ogni esperienza per sentire in te l'Energia Cosmica"... Qualche tempo fa l'ho reincontrato, molto ben vestito ma invecchiato pure lui ( ché l'assorbimento dell' Energia Cosmica non sembra riesca a bloccare l'avanzata imperiosa della panza e della canizie...)...parlando del lavoro ( che non ho...a parte la faccenduola del badante e dell'inebriamento...) mi ha raccontato di aver aperto un sexy-shop... ??? ( adesso non sogghignare pensando che io frequenti i sexy-shop per assecondare il mio processo involutivo...l'ho incontrato in una osteria della Contea dove sorseggiavo un orzetto). "Ma...ma...ma...la ricerca , le domande, la consapevolezza?" ho farfugliato ...E lui:" Sari, l'Energia Cosmica mi ha fatto capire che è attraverso la sessualità che si può manifestare nel mondo; e io , aderendo  a questa interiore realizzazione, ho aperto questo negozio per agevolare tutti nella ricerca della pura Energia...". Mi ha salutato ed è salito sul Mercedes ( sembra che i sexy shop dell'Energia Cosmica rendano molto bene, al contrario degli striminziti vitigni di Villa Sariputra...) 8)
Ciao
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

donquixote

Citazione di: myfriend il 21 Aprile 2017, 20:52:30 PMLa specie homo sapiens c'è da 200mila anni. Vedi qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_sapiens Ciò che ha centinaia di milioni di anni di evoluzione è il nostro cervello. Nel nostro cervello - che è fatto a strati - coesitono il cervello rettiliano, quello paleomammifero e quello neomammifero. Nel nostro cervello sono condensati centinaia di milioni di anni di evoluzione. La nostra "natura inferiore" si trova negli stati più interni che sono anche i più antichi (dal punto di vista evolutivo). La nostra "natura superiore" si trova nello strato più esterno che è quello in cui risiede l'autocoscienza (che è il più giovane dal punto di vista evolutivo). In sostanza noi homo, ciascuno di noi, è anche il rettile dal quale proveniamo, è il topo dal quale proveniamo, è il leone e la gazzella dai quali proveniamo, è la scimmia dalla quale proveniamo.


Io facevo esplicito riferimento al genere "homo" (i cosiddetti ominidi) che a quanto pare è apparso all'onor del mondo ben prima del cosiddetto "homo sapiens". Ma comunque tutto il ragionamento successivo mi pare una elaborazione un po' cervellotica delle teorie dell'origine della specie di Darwin, quindi frutto del pregiudizio occidentale (ed unicamente occidentale) che la cosiddetta "evoluzione" sia una evoluzione verso il meglio, mentre tutta la sapienza di tutti i luoghi e di tutti i tempi afferma il contrario.



Citazione di: myfriend il 21 Aprile 2017, 20:52:30 PMMai detto che la "natura inferiore" è negativa. La natura inferiore è quella che ci mantiene in vita. La natura inferiore va benissimo per vivere nella giungla o nella savana. Il leone va benissimo così com'è. E la gazzella va binissimo così com'è. E in noi c'è anche il leone che mangia la gazzella e c'è la gazzella che scappa dal leone. E c'è la territorialità e le lotte tra clan. Va tutto bene, perchè questi meccanismi di base ci mantengono in vita. Ma, grazie a dio, siamo usciti dalla giungla e dalle savane. E, quindi, sarebbe ora di coltivare la nostra natura superiore.
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Quel "grazie a Dio siamo usciti dalla giungla e dalle savane" (per poi costruire, come novelli Attila,  le giungle di cemento in cui non cresce nemmeno un filo d'erba) è una opinione condivisibile o meno, ma non certo un fatto sicuramente positivo.

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Citazione di: myfriend il 21 Aprile 2017, 20:52:30 PMQuesto non direi proprio. L'uomo ha fatto passi da gigante da quando viveva nei clan e nelle caverne. Ha fatto passi da gigante dai tempi del politeismo e delle lotte tra imperi. Ha fatto passi da gigante quando ha superato lo schiavismo e il colonialismo. C'è ancora molto da fare ovviamente. Ma è sciocco affermare che cristianesimo, rinascimento, rivoluzione francese e americana, la rivoluzione industriale, il socialismo...non siano stati nel compesso un bel passo in avanti rispetto ai clan tribali, ai totem e alle lotte tra clan rivali. O no?
Per quanto mi riguarda credo che il Rinascimento, la Rivoluzione Francese e Americana, la rivoluzione industriale e il socialismo sono stati certo dei passi avanti rispetto a prima, ma avanti nel senso della distruzione, ovvero sono stati eventi che hanno peggiorato enormemente la vita dell'uomo e del mondo.


Citazione di: myfriend il 21 Aprile 2017, 20:52:30 PM
La consapevolezza non è uno strumento. La consapevolezza è il modo "maturo" di concepire la Realtà, di concepire se stessi e se stessi in relazione alla Realtà.
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Non so cosa intenda tu con consapevolezza ed è difficile dirne brevemente qui, ma se si intende la facoltà di conoscere ogni cosa di sé e di poterla controllare con la propria volontà allora speriamo di non diventare mai "consapevoli" di come circola il nostro sangue, o di come funziona il nostro sistema immunitario o il nostro apparato digestivo, perchè se dovessimo controllare tutto questo consapevolmente e farlo funzionare (oppure no) attraverso la nostra volontà non sopravviveremmo più di un'ora.

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Citazione di: myfriend il 21 Aprile 2017, 20:52:30 PMLe religioni hanno come obiettivo quello di darti una "fede", cioè una interpretazione già precostituita della Realtà. La consapevolezza è un percorso personale di comprensione della Realtà per ciò che oggettivamente è a prescindere da qualunque fede. Ed è per questo che le religioni e le fedi sono un ostacolo alla consapevolezza.
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è evidente che hai una visione delle religioni estremamente superficiale, e peraltro non esiste affatto una realtà oggettiva che prescinde da qualunque fede (compresa quella "scientifica"), ma ogni realtà è una interpretazione umana.

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Citazione di: myfriend il 21 Aprile 2017, 20:52:30 PMDopo la fine della Seconda guerra Mondiale, l'homo si è trovato di fronte al proprio orrore. Dopo aver visto l'orrore che è in grado di produrre è nata una consapevolezza nuova. E' nata la dichiarazione dei diritti dell'uomo dell'ONU, sono nate le costituzioni democratiche basate sul concetto di solidarietà. Oggi questa spinta si va perdendo. E la solidarietà è stata sostituita dal potere finanziario. Non per niente si parla di una crisi simile al 1929. Stiamo tornando indietro. La spinta di Consapevolezza e di solidarietà nata dopo la Seconda guerra Mondiale si è esaurita. Stanno ritornando gli egoismi.
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Mi pare che parlare di progresso o regresso di una fase cosiddetta "evolutiva" considerando un periodo di 70 anni quando i tempi dell'evoluzione sono ben diversi e ben più lunghi denoti un'assoluta arbitrarietà, ma ad esempio la dichiarazione dei diritti dell'uomo (di ogni uomo indipendentemente dalla comunità in cui vive) è la prova lampante dell'affermazione dell'individualismo che legittima l'egoismo più sfrenato quale vediamo oggi. Per quanto riguarda il resto di ciò che scrivi  vige sempre il pregiudizio occidentale moderno che vede la democrazia come "migliore" di altri sistemi di governo eccetera. L'orrore della seconda guerra mondiale ne ha purtroppo prodotto uno ancora peggiore che avrà conseguenze ancora più disastrose.


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Citazione di: myfriend il 21 Aprile 2017, 20:52:30 PMQuando parlo di "capitalismo" mi riferisco alla sua versione "moderna", quella post-darwiniana. E cioè il "capitalismo-coloniale". Quello che è andato in giro per il mondo a "colonizzare" altre culture ritenute "inferiore". E' vero che il comunismo è nato in contrapposzione al capitalismo. Ma si è basato sulla visione di Darwin (la stessa che ha alimentato il capitalismo-coloniale e il nazismo) e cioè esistono degli "uomini superiori" e degli "uomini inferiori" e l'evoluzione umana avviene solo grazie alla lotta tra superiori e inferiori. Il comunismo ha solamente ribaltato la prospettiva capitalista. Quelli che per il capitalismo erano i "superiori" per il comunismo erano "inferiori" e quelli che per il capitalismo erano "inferiori" per il comunismo erano "superiori". Il comunismo ha solamente ribaltato i "superiori" con gli "inferiori", ma ha abbracciato la visione darwinista in base alla quale l'evoluzione dell'uomo può avvenire solo a seguito della lotta e dello scontro tra superiori e inferiori. Non per niente il comunismo si basa sulla "lotta di classe" che è un concetto ereditato dalla visione di Darwin che concepiva l'evoluzione come risultato della lotta tra le specie (per quanto riguarda gli animali) e della lotta tra superiori e inferiori (per quanto riguarda gli uomini).
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Il colonialismo imperialista ottocentesco riteneva effettivamente, per un verso, di andare a "civilizzare" popolazioni ritenute subumane dall'alto della "superiorità" occidentale, mentre il colonialismo del capitale non ha mai fatto questo ragionamento e non ha mai diviso gli uomini in "inferiori" e "superiori" in quanto vede tutti gli uomini come potenziali consumatori e si limita a sfruttare il "mercato".


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Citazione di: myfriend il 22 Aprile 2017, 11:17:39 AML'evoluzione è un fatto.
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L'evoluzione è (e rimane) una teoria, non certo un fatto. Casomai il fatto è il "cambiamento" che chiunque può notare, ma l'interpretazione di questo cambiamento rimane sempre nell'ambito della teoria, e in sé non significa nulla.

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Citazione di: myfriend il 22 Aprile 2017, 11:17:39 AM
E' innegabile che la "religiosità" (per come si è sviluppata in tutto il medioevo) sia "l'acqua sporca". Ed era giusto che venisse, finalmente, superata.
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Anche questa è una opinione "modernista" (peraltro niente affatto condivisibile) e non certo "un fatto innegabile".

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Citazione di: myfriend il 22 Aprile 2017, 11:17:39 AMDi fatto, il modello europeo tra il 1950 e il 1990 aveva ben poco a che vedere col modello di società americana. Il modello europeo è nato sul concetto di "solidarietà" rappresentato dall'invenzione dello "stato sociale". Concetto totalmente assente nella way of life made in USA. Quello che dici tu è vero a partire dagli anni '90 in poi, quando, progressivamente, l'europa ha abbandonato la Consapevolezza, e il modello sociale fondato sulla solidarietà, per abbracciare sempre di più il modello egoistico-infantile dell'individualismo più sfrenato.Io non farei, come fai tu, una battaglia ideologica contro la "società dei consumi" e contro "l'individualismo". Noi siamo "individui" e siamo chiamati a svilupparci come "individui" (si chiama "individualità"...che non ha nulla a che vedere con "l'individualismo") e questo non si può mai dimenticare (come invece ha fatto erroneamente il comunismo che ha voluto forzatamente cancellare l'individualità - insieme all'individualismo - per imporre un "collettivismo" forzato). La "società dei consumi" in europa ha funzionato benissimo fino a che è rimasta inserita in un modello basato sullo sviluppo della "individualità" e sulla "solidarietà-sociale" e sullo "stato sociale". Come è stato fino agli inizi degli anni 90. E' per questo che parlo di regressione. La regressione consiste nell'aver progressivamente eliminato - negli ultimi 30 anni - l'elemento di "solidarietà-sociale" e nell'aver progressivamente trasformato "l'individualità" (che è legittima e sacrosanta) in "individualismo". In sostanza negli ultimi 30 anni abbiamo progressivamente cancellato tutte le conquiste evoluzioniste nate dalla nostra "natura superiore" (quelle avvenute tra il 1950 e il 1990) e siamo tornati a dare risalto solo alla nostra "natura inferiore". Stiamo quindi vivendo una fase di "regressione evoluzionista". E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
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il cosiddetto "stato sociale" è esattamente l'opposto della solidarietà ed è quello che consente, più di altre invenzioni, lo sviluppo dell'egoismo e dell'individualismo. Per il resto vorrei di nuovo sottolineare che utilizzare il termine "evoluzione" (o allo stesso modo "regresso" o "involuzione") applicandolo a periodi di tempo dell'ordine dei decenni è quantomai fuori luogo e senza senso.[/size]
 
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD