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Che è l'uomo?

Aperto da maral, 15 Aprile 2017, 10:49:56 AM

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sgiombo

#270
Citazione di: maral il 09 Maggio 2017, 10:25:31 AM
Vedo che tutti siamo più o meno d'accordo sulla necessità di trovare un equilibrio tra razionale e irrazionale. Però da inveterato provocatore mi viene da pensare che questo equilibrio non è semplicemente il razionale a stabilirlo. Ossia non è con un calcolo razionale dei pro e dei contro che lo si riesce a determinare. Credo sia piuttosto attraverso una riflessione su di sé acquisita con un attento e paziente esercizio di automodulazione in cui l'aspetto mentale razionale è solo uno dei fattori in gioco.
Si tratta forse di arrivare a conoscere la propria irrazionalità e quindi a comprenderla razionalmente per vedere come essa alla fine comprenda sempre la razionalità che la conosce.
CitazioneSecondo me la razionalità può (e per quanto mi riguarda deve) cercare di trovare il migliore equilibrio possibile fra i diversi impulsi irrazionali (desideri, aspirazioni, ecc.) onde valutare nella maniera migliore (più vera possibile) quali cercare di soddisfare a scapito di quali altri (e in che misura), potendo essere (e di fatto non di rado essendo) gli impulsi irrazionali stessi incompatibili reciprocamente fra loro e/o con la realtà di fatto in cui si agisce per soddisfarli (= per essere più felici ovvero meno infelici possibile); nonché cercare di valutare mediante quali mezzi si possano conseguire nelle condizioni di fatto date i fini che si preferiscono ad altri con essi ritenuti incompatibili.

paul11

Citazione di: maral il 09 Maggio 2017, 10:25:31 AM
Vedo che tutti siamo più o meno d'accordo sulla necessità di trovare un equilibrio tra razionale e irrazionale. Però da inveterato provocatore mi viene da pensare che questo equilibrio non è semplicemente il razionale a stabilirlo. Ossia non è con un calcolo razionale dei pro e dei contro che lo si riesce a determinare. Credo sia piuttosto attraverso una riflessione su di sé acquisita con un attento e paziente esercizio di automodulazione in cui l'aspetto mentale razionale è solo uno dei fattori in gioco.
Si tratta forse di arrivare a conoscere la propria irrazionalità e quindi a comprenderla razionalmente per vedere come essa alla fine comprenda sempre la razionalità che la conosce.
..... ed  ancora sono d'accordo.
E' proprio l'insieme di più fattori a costituire la complessità umana e forse questa che descrivi Maral è l a più difficoltosa: fare una sorta di oggettivazione della propria soggettività, è l'introspezione per rimodulare se stessi. E quì si aprono difficoltà, perchè al fondo noi ci chiediamo "siamo nel giusto o nello sbagliato, ci stiamo rimodulando bene o male per capire se stessi e il mondo?"
E' questa difficoltà a mio parere ad essere  incolmabile: è il limite umano, perchè non basta più solo l alogica.

green demetr

Citazione di: paul11 il 09 Maggio 2017, 13:25:06 PM
Citazione di: maral il 09 Maggio 2017, 10:25:31 AM
Vedo che tutti siamo più o meno d'accordo sulla necessità di trovare un equilibrio tra razionale e irrazionale. Però da inveterato provocatore mi viene da pensare che questo equilibrio non è semplicemente il razionale a stabilirlo. Ossia non è con un calcolo razionale dei pro e dei contro che lo si riesce a determinare. Credo sia piuttosto attraverso una riflessione su di sé acquisita con un attento e paziente esercizio di automodulazione in cui l'aspetto mentale razionale è solo uno dei fattori in gioco.
Si tratta forse di arrivare a conoscere la propria irrazionalità e quindi a comprenderla razionalmente per vedere come essa alla fine comprenda sempre la razionalità che la conosce.
..... ed  ancora sono d'accordo.
E' proprio l'insieme di più fattori a costituire la complessità umana e forse questa che descrivi Maral è l a più difficoltosa: fare una sorta di oggettivazione della propria soggettività, è l'introspezione per rimodulare se stessi. E quì si aprono difficoltà, perchè al fondo noi ci chiediamo "siamo nel giusto o nello sbagliato, ci stiamo rimodulando bene o male per capire se stessi e il mondo?"
E' questa difficoltà a mio parere ad essere  incolmabile: è il limite umano, perchè non basta più solo l alogica.

Il punto non è sulla razionalità, che è sempre presunta, ma sulla soggettività.

Il modello che ne nasceva da questa consapevolezza di fine 800 è la nuova fenomenologia.

Il cui punto focale era la questione dell'intenzionalità.

Poichè anche quella che viene chiamata irrazionalità è invece all'analisi una conseguenza razionale. Un calcolo che avviene eminentemente nella intenzionalità.

Si tratta dunque di de-costruire l'intenzionalità.



Vai avanti tu che mi vien da ridere

paul11

Citazione di: green demetr il 09 Maggio 2017, 13:49:47 PM
Citazione di: paul11 il 09 Maggio 2017, 13:25:06 PM
Citazione di: maral il 09 Maggio 2017, 10:25:31 AM
Vedo che tutti siamo più o meno d'accordo sulla necessità di trovare un equilibrio tra razionale e irrazionale. Però da inveterato provocatore mi viene da pensare che questo equilibrio non è semplicemente il razionale a stabilirlo. Ossia non è con un calcolo razionale dei pro e dei contro che lo si riesce a determinare. Credo sia piuttosto attraverso una riflessione su di sé acquisita con un attento e paziente esercizio di automodulazione in cui l'aspetto mentale razionale è solo uno dei fattori in gioco.
Si tratta forse di arrivare a conoscere la propria irrazionalità e quindi a comprenderla razionalmente per vedere come essa alla fine comprenda sempre la razionalità che la conosce.
..... ed  ancora sono d'accordo.
E' proprio l'insieme di più fattori a costituire la complessità umana e forse questa che descrivi Maral è l a più difficoltosa: fare una sorta di oggettivazione della propria soggettività, è l'introspezione per rimodulare se stessi. E quì si aprono difficoltà, perchè al fondo noi ci chiediamo "siamo nel giusto o nello sbagliato, ci stiamo rimodulando bene o male per capire se stessi e il mondo?"
E' questa difficoltà a mio parere ad essere  incolmabile: è il limite umano, perchè non basta più solo l alogica.

Il punto non è sulla razionalità, che è sempre presunta, ma sulla soggettività.

Il modello che ne nasceva da questa consapevolezza di fine 800 è la nuova fenomenologia.

Il cui punto focale era la questione dell'intenzionalità.

Poichè anche quella che viene chiamata irrazionalità è invece all'analisi una conseguenza razionale. Un calcolo che avviene eminentemente nella intenzionalità.

Si tratta dunque di de-costruire l'intenzionalità.
L'intenzionalità, nella fenomenologia di Husserl, se non ricordo male  e non dico una castroneria, non separa più l'oggettivo, il fenomeno, con il soggetto uomo, perchè il pensiero è già di per sè intenzione a combinarsi con l'oggetto da conoscere; così come nella fenomenologia di Hegel è la coscienza soggettiva che media il concreto e l'astratto, quindi viene Brentano, maestro di Husserl e Husserl stesso e poi Heidegger e l'ermeneutica di Gadamer..
Questo percorrso diciamo fenomelogico, ha avuto il merito di interrogarsi nel rapporto uomo/soggetto con fenomeno/oggetto e di problematizzarlo in maniera diversa dal passato.Nel passato, ma ancora nel presente l'uomo categorizza per comodità di studio, ma nella realtà non funziona lo specialismo, funziona l'interdisciplinarietà, il che significa che la conoscenza non è fatta di compartimenti stagni o in nette separazioni, ma noi siamo dentro il fenomeno quando lo conosciamo, noi difendiamo passionalmente la nostra conoscenza, vale adire entrano in combinazioni fra loro quegli oggetti ontologici ed enti della metafisica antica che prima erano separati ed ora esistono con noi nell'atto del pensare ,del vivere praticamente.
Non credo alle nette separazioni. Quindi sì c'è del vero in quello che dici, l'irrazionale è lo spurio del razionale, non è tanto un'antitesi, quanto un suo elemento di errore possibile.,da cui nasce la famosa tesi popperiana epistemologica sulla falsificazione

maral

#274
Citazione di: paul11E' questa difficoltà a mio parere ad essere  incolmabile: è il limite umano, perchè non basta più solo la logica.
Ma l'umano non sta nella sola logica, anche se la logica fa certamente parte dell'umano.
Scrive Sini in un suo appunto:
"La formazione dell'umano non si esaurisce con il contributo della ragione; essa esige anche una composizione dinamica ed euforica" e allora ci potremmo chiedere in che cosa consiste questa compensazione dinamica ed euforica, propriamente festiva, dove e come si possa oggi trovarla.
Occorre forse "battere i propri saperi come gli sciamani siberiani erano soliti battere i propri tamburi" per trovare nella musica battente il ritmo con cui danzare? Cosa significa battere i saperi per farli risuonare?
Schneider ci dice che gli sciamani tenevano i loro tamburi sollevati in aria, con la pelle rivolta alla terra e la parte cava in alto, rivolta al cielo, poi cominciavano a battere sul tamburo, in modo che tutti gli spiriti della terra (gli spiriti dei morti, le loro voci) entrassero nel cavo del tamburo risuonando. Più battevano e più il tamburo diventava pesante finché era così carico che non lo si poteva più reggere e lo sciamano cadeva a terra e così si faceva sapiente.
Mentre lo si batte ogni sapere, anche quello più razionale, non fa che pregare i morti cosicché la vita possa continuare.

maral

#275
Citazione di: sgiomboSecondo me la razionalità può (e per quanto mi riguarda deve) cercare di trovare il migliore equilibrio possibile fra i diversi impulsi irrazionali (desideri, aspirazioni, ecc.) onde valutare nella maniera migliore (più vera possibile) quali cercare di soddisfare a scapito di quali altri (e in che misura), potendo essere (e di fatto non di rado essendo) gli impulsi irrazionali stessi incompatibili reciprocamente fra loro e/o con la realtà di fatto in cui si agisce per soddisfarli (= per essere più felici ovvero meno infelici possibile); nonché cercare di valutare mediante quali mezzi si possano conseguire nelle condizioni di fatto date i fini che si preferiscono ad altri con essi ritenuti incompatibili.
Certo, razionalmente si fa il calcolo stabilendo il bilancio (oggettivo) dei pro e dei contro in base al quale ritenere di poter fare con giudizio la miglior scelta tra direzioni che ci si mostrano incompatibili. Ma questo non è mai stato sufficiente, come se il calcolo che misura con la massima esattezza possibile il pro e il contro, fosse sempre affetto in una certa misura da un errore di base. Forse l'errore è proprio quell'incompatibilità escludente. Di sicuro per muovere un passo occorre rivolgersi in una direzione o nell'altra, ma ogni direzione presa poi, entrando nel mondo, non procede mai convenientemente diritta, è come se mantenesse in sé quello che per prenderla era stato escluso.

sgiombo

Citazione di: maral il 10 Maggio 2017, 11:05:13 AM
CitazioneSecondo me la razionalità può (e per quanto mi riguarda deve) cercare di trovare il migliore equilibrio possibile fra i diversi impulsi irrazionali (desideri, aspirazioni, ecc.) onde valutare nella maniera migliore (più vera possibile) quali cercare di soddisfare a scapito di quali altri (e in che misura), potendo essere (e di fatto non di rado essendo) gli impulsi irrazionali stessi incompatibili reciprocamente fra loro e/o con la realtà di fatto in cui si agisce per soddisfarli (= per essere più felici ovvero meno infelici possibile); nonché cercare di valutare mediante quali mezzi si possano conseguire nelle condizioni di fatto date i fini che si preferiscono ad altri con essi ritenuti incompatibili.
Certo, razionalmente si fa il calcolo stabilendo il bilancio (oggettivo) dei pro e dei contro in base al quale ritenere di poter fare con giudizio la miglior scelta tra direzioni che ci si mostrano incompatibili. Ma questo non è mai stato sufficiente, come se il calcolo che misura con la massima esattezza possibile il pro e il contro, fosse sempre affetto in una certa misura da un errore di base. Forse l'errore è proprio quell'incompatibilità escludente. Di sicuro per muovere un passo occorre rivolgersi in una direzione o nell'altra, ma ogni direzione presa poi, entrando nel mondo, non procede mai convenientemente diritta, è come se mantenesse in sé quello che per prenderla era stato escluso.
CitazioneCertamente spesso non é facile mantenere salde le decisioni prese razionalmente: pesano sia la non misurabilità (ma solo vaga "ponderabilità" o "soppesabiltà" non esattamente quantificabile) di desideri e aspirazioni, sia la complessità dei calcoli che sarebbero necessari per una valutazione della realizzabilità degli scopi e dei mezzi a ciò necessari e dunque l' esistenza di insuperabili margini di incertezza in proposito; inoltre sia il mondo sia noi stessi che in esso agiamo possiamo cambiare, e anche notevolmente, "in corso d' opera".
Capita che si sbandi dalle direzioni scelte.

Malgrado questo credo che le maggiori chances di essere felici siano offerte dalla valutazione in più possibile rigorosamente razionale di desideri e aspirazioni e della realtà nella quale si agisce e dunque si devono valutare il realismo o meno dei vari insiemi di aspirazioni ritenuti soddisfacibili e reciprocamente alternativi nonché dei mezzi necessari nelle condizioni date (penso secondo gli insegnamenti soprattutto degli antichi stoici).

green demetr

#277
cit Paul
"Non credo alle nette separazioni. Quindi sì c'è del vero in quello che dici, l'irrazionale è lo spurio del razionale, non è tanto un'antitesi, quanto un suo elemento di errore possibile.,da cui nasce la famosa tesi popperiana epistemologica sulla falsificazione"


Ma chi parla di nette separazioni?
Quello che dico è che esiste una unità tale che anche l'irrazionale è razionale nelle scelte di vita.
(non vedo cosa c'entri popper)
Quando si parla dell'uomo si parla delle sue relazioni e di quel che decide di fare con esse.
A mio avviso per intender l'uomo bisogna de-costruire la storia delle sue decisioni.
Sto parlando di politica  non di altro.
Se invece ci limitiamo alla interdisciplinarità finiamo male. Perchè non è detto che 2 discipline siano complementari.
La salita delle neuroscienze nelle cattedre della statale, ha condotto ad una fuga di massa di filosofi.
(okkei di non conferme di contratto mi dicono dalla regia).
Perchè sono le neuroscienze che decidono delle condizioni di inter-qualcosa, e che finisce sempre come gerarchia-di qualcosa.
Prova anche solo a pensare al rapporto fra economia e politica, con cui concordiamo, dove è questa interdisciplinarietà)
No amico mio. Non è così che funziona!


cit Maral
"Di sicuro per muovere un passo occorre rivolgersi in una direzione o nell'altra, ma ogni direzione presa poi, entrando nel mondo, non procede mai convenientemente diritta, è come se mantenesse in sé quello che per prenderla era stato escluso."

Mi paiono delle posizioni di comodo.  :(

Dire che che ogni strada contiene anche il suo opposto.
In cosa si risolverebbe se non in una stagnazione?

E' invece capire la formazione di una intenzione, del suo rapporto soggetto-oggetto, che ci illumina meglio delle scelte effettuate.
(sia di quelle individuali, sia, ben più importante, di quelle collettive).
Ossia illumina sulla gerarchia: tema tabù di tanta filosofia.  >:(
Vai avanti tu che mi vien da ridere

maral

#278
Non è una posizione, ma una constatazione alla cui base c'è la necessità dialettica che ripresenta sempre tutta la sua problematicità.
Poi, se questo rasserena, ci si può sempre illudere di sbrogliare a piacimento la relazione soggetto-oggetto, io-altri, per procedere spediti verso un radioso avvenire, di chiare intenzioni realizzate. Di utopie se ne sono sempre fatte tante e troppe, con tutte le loro gerarchie metafisiche sempre franate e le loro tragedie, giacché ogni gerarchia ha in se stessa il germe che poi la ribalta.
Non si può non camminare, comunque si cammina, fosse anche per tentare di restare dove si è (come di solito accade), ma lo si fa a tentoni e quindi occorre imparare a muoversi bene in questo modo, senza pretese di voli per direttissima, razionalmente o meno inspirati.
Poi lo diceva anche Nietzsche che ogni via diritta mente e in questo non aveva proprio torto.

green demetr

Citazione di: maral il 11 Maggio 2017, 13:54:16 PM
Non è una posizione, ma una constatazione....
Poi lo diceva anche Nietzsche che ogni via diritta mente e in questo non aveva proprio torto.

Si una constatazione tutta tua infatti.

Ma per favore non tiriamo in ballo Nietzche che indica chiaramente una soluzione fatta di superuomini e ASSENZA di gerarchie.Grazie!

Altro che le sciocchezze alla Sini con la pratica delle pratiche, che risulta in una pratica identica a se stessa. Se deve essere come giustamente teorizza una prassi che controlla le prassi, poi deve anche saperle condurre verso nuove prassi, non le solite.
Mi sembra evidente.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

maral

#280
Dimmi Green allora che genere di metafisica gerarchia proponi e quanto speri che duri prima che si riveli la solita catastrofica panzana. Oppure credi che sarà eterna?
Quanto al superuomo di Nietzsche è la soluzione? Non sappiamo nemmeno cosa sia questo superuomo, non sappiamo nemmeno se va bene chiamarlo superuomo alla nazista o oltreuomo alla Vattimo. Se è roba di destra o di sinistra (ché ognuno lo tira sempre dalla sua parte, si può star certi, tutti ci sentiamo dalla parte dei superuomini) o è oltre ogni destra e sinistra.
Lo ripeto sottolineandolo, Nietzsche ha detto che ogni via diritta mente e questa è l'intuizione migliore di tutto il suo pensare e non per nulla la via che sempre si ritorce su se stessa è il concetto chiave dell'eterno ritorno dell'identico, il culmine e l'abisso del suo pensiero, dopo di ché si è detto tutto e di meglio resta solo la follia e il silenzio.

paul11

Citazione di: green demetr il 10 Maggio 2017, 23:09:39 PM
cit Paul
"Non credo alle nette separazioni. Quindi sì c'è del vero in quello che dici, l'irrazionale è lo spurio del razionale, non è tanto un'antitesi, quanto un suo elemento di errore possibile.,da cui nasce la famosa tesi popperiana epistemologica sulla falsificazione"


Ma chi parla di nette separazioni?
Quello che dico è che esiste una unità tale che anche l'irrazionale è razionale nelle scelte di vita.
(non vedo cosa c'entri popper)
Quando si parla dell'uomo si parla delle sue relazioni e di quel che decide di fare con esse.
A mio avviso per intender l'uomo bisogna de-costruire la storia delle sue decisioni.
Sto parlando di politica  non di altro.
Se invece ci limitiamo alla interdisciplinarità finiamo male. Perchè non è detto che 2 discipline siano complementari.
La salita delle neuroscienze nelle cattedre della statale, ha condotto ad una fuga di massa di filosofi.
(okkei di non conferme di contratto mi dicono dalla regia).
Perchè sono le neuroscienze che decidono delle condizioni di inter-qualcosa, e che finisce sempre come gerarchia-di qualcosa.
Prova anche solo a pensare al rapporto fra economia e politica, con cui concordiamo, dove è questa interdisciplinarietà)
No amico mio. Non è così che funziona!


L'irrazionale non è razionale, si fa una cortocircuitazione e non si capisce più nulla.
Quello che decide l'uomo è un processo mentale che a sua volta ha delle credenze più o meno razionali e che nella pratica porta razionalmente o irrazionalemnte a seconda anche, ma non solo(perchè c'è anche psiche, emotività), del suo pensiero. Spesso chi è irrazionale nel pensare porta contraddittoriamente nella pratica quel pensiero.
Decostruire come lo descrivi quì, significa seguire un processo a ritroso:può servire.
L'uomo è unico, sono le discipline che sono tante. ma quelle discipline riflettono quell'unicità umana complessa.La socieità è complessa perchè l'uomo non è così semplice e banale. Può essere che se si procede a ritroso nel processo decostruttivo di una decisione umana, ne troviamo i segni, simboli, significati, che hanno portato il pensiero a praticare una certa decisione.
Il problema non è la neuroscienza, è la filosofia attuale che è carente, si perde nel "minimalismo"
Quando emerge una disciplina non è detta che lo sia per suo merito, magari è per demerito di altre he si sono sottratte.
E'come la metafora dei soldati in linea ,se tutti fanno un passo indietro rimane chi non lo ha fatto e sembra che lui sia avanzato rispetto agli altri.

green demetr

Citazione di: maral il 11 Maggio 2017, 23:09:59 PM
Dimmi Green allora che genere di metafisica gerarchia proponi e quanto speri che duri prima che si riveli la solita catastrofica panzana. Oppure credi che sarà eterna?
Quanto al superuomo di Nietzsche è la soluzione? Non sappiamo nemmeno cosa sia questo superuomo, non sappiamo nemmeno se va bene chiamarlo superuomo alla nazista o oltreuomo alla Vattimo. Se è roba di destra o di sinistra (ché ognuno lo tira sempre dalla sua parte, si può star certi, tutti ci sentiamo dalla parte dei superuomini) o è oltre ogni destra e sinistra.
Lo ripeto sottolineandolo, Nietzsche ha detto che ogni via diritta mente e questa è l'intuizione migliore di tutto il suo pensare e non per nulla la via che sempre si ritorce su se stessa è il concetto chiave dell'eterno ritorno dell'identico, il culmine e l'abisso del suo pensiero, dopo di ché si è detto tutto e di meglio resta solo la follia e il silenzio.

Maral mi rifiuto d'oggi in poi di parlare ancora dell'eterno ritorno.
Ma poi almeno leggi quello che scrivo  :( : la nuova metafisica deve essere senza gerarchie!
Sini è ovviamente il più grande filosofo italiano, ma l'esito a cui giunge è propriamente l'accettazione delle gerarchie. >:(
Qualcosa nel suo farsi è andato perduto. Gli l'ho pure scritto, ma lui ha deciso di fare lo gnorri, sproloquiando di non so quale dinamismo.(ovviamente intendo benissimo cosa intende, ma non giustifica minimamente il prodotto finale).
Capisco che per te (che hai a cuore Severino) trovi speciale il connubio possibile tra l'immobilismo del secondo, con gli esiti del primo. Ma questo non ti dà diritto di dire che la metafisica è necessariamente gerarchica.
Queste tesi, che per esempio spesso, gente come il Faye addita come cattiva filosofia, a me fanno solo ridere.
Ripeto a mio parere centra molto il tema del naturale.
Qualche giorno fa ho controllato se era stato montesquieu a parlarne, ma ho scoperto che è l'esatto opposto!
Solo negli ultimi anni il fronte anti-naturalista si sta formando, purtroppo sulla wiki, cita solo Bobbio....e Bobbio è un principiante della metafisica, anzi non capisce proprio niente.(Fusaro via Preve qualcosa intende, solo per poi ribaltare in un gesto folle omofobico, tutto quello che ha capito nel suo opposto).
Purtroppo mi capita di ritrovarmi con delle intuizioni che sono troppo avanti nel tempo.
Io le do per scontate, ma non siamo nemmeno all'abc della formulazione.

A questo punto dovrei aprire un altro fronte di guerra filosofica, ma al momento ho già in ballo il fronte nicciano (e in "lavori in corso" Hegel ed Heidegger, inoltre con un caro amico kantiano sto cercando di impostare una filosofia metafisica 2.0 formale)

Per me è fondamentale nietzche, quindi mi perdonerai qualche tono aspro, ho già spiegato a Garbino che dopo l'estate sarò in grado di aprire un 3d importante, perchè documentato.
Purtroppo sono agitato. Vivere in questi tempi non è facile.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: paul11 il 12 Maggio 2017, 00:55:05 AM
Citazione di: green demetr il 10 Maggio 2017, 23:09:39 PM
cit Paul
"Non credo alle nette separazioni. Quindi sì c'è del vero in quello che dici, l'irrazionale è lo spurio del razionale, non è tanto un'antitesi, quanto un suo elemento di errore possibile.,da cui nasce la famosa tesi popperiana epistemologica sulla falsificazione"


Ma chi parla di nette separazioni?
Quello che dico è che esiste una unità tale che anche l'irrazionale è razionale nelle scelte di vita.
(non vedo cosa c'entri popper)
Quando si parla dell'uomo si parla delle sue relazioni e di quel che decide di fare con esse.
A mio avviso per intender l'uomo bisogna de-costruire la storia delle sue decisioni.
Sto parlando di politica  non di altro.
Se invece ci limitiamo alla interdisciplinarità finiamo male. Perchè non è detto che 2 discipline siano complementari.
La salita delle neuroscienze nelle cattedre della statale, ha condotto ad una fuga di massa di filosofi.
(okkei di non conferme di contratto mi dicono dalla regia).
Perchè sono le neuroscienze che decidono delle condizioni di inter-qualcosa, e che finisce sempre come gerarchia-di qualcosa.
Prova anche solo a pensare al rapporto fra economia e politica, con cui concordiamo, dove è questa interdisciplinarietà)
No amico mio. Non è così che funziona!


L'irrazionale non è razionale, si fa una cortocircuitazione e non si capisce più nulla.
Quello che decide l'uomo è un processo mentale che a sua volta ha delle credenze più o meno razionali e che nella pratica porta razionalmente o irrazionalemnte a seconda anche, ma non solo(perchè c'è anche psiche, emotività), del suo pensiero. Spesso chi è irrazionale nel pensare porta contraddittoriamente nella pratica quel pensiero.
Decostruire come lo descrivi quì, significa seguire un processo a ritroso:può servire.
L'uomo è unico, sono le discipline che sono tante. ma quelle discipline riflettono quell'unicità umana complessa.La socieità è complessa perchè l'uomo non è così semplice e banale. Può essere che se si procede a ritroso nel processo decostruttivo di una decisione umana, ne troviamo i segni, simboli, significati, che hanno portato il pensiero a praticare una certa decisione.
Il problema non è la neuroscienza, è la filosofia attuale che è carente, si perde nel "minimalismo"
Quando emerge una disciplina non è detta che lo sia per suo merito, magari è per demerito di altre he si sono sottratte.
E'come la metafora dei soldati in linea ,se tutti fanno un passo indietro rimane chi non lo ha fatto e sembra che lui sia avanzato rispetto agli altri.

Naturalmente Paul, la filosofia è in grave crisi ideologica, ma questo è risaputo da Nietzche, da Hegel, da Heidegger in poi.

Il formalismo Hegeliano ha fallito. Quello heidegeriano lo intendono in pochi. Nietzche uccide la filosofia come disciplina.

Si tratta di riformulare una logica nuova all'altezza dei tempi.

Mi pare ridicolo che lo dobbiamo fare noi da questo forum, siamo dilettanti, persone che si cimentano a intermittenza, con questi grandi temi.

Eppure non di rado trovo più cose interessanti qui che nelle accademie.

Per continuare la metafora. il soldato della filosofia, non solo non ha fatto alcun passo avanti. ma è fuggito a gambe levate nelle retrovie!

Detto questo però non è che siccome il decostruzionismo ha mostrato l'ipocrisia della filosofia, allora la filosofia debba diventare neo-realismo ingenuo, totalmente Sordo, alle istanze da cui marciava (non si può passare dal marciare davanti ai migliori soldati, e impauriti da un proiettole passatoci vicino, ritirarsi nelle retrovie, e pensare di essere novità in marcia.
Scusa lo sfogo)

Poi è normale che passiamo tutto il tempo a dilettarci, questo è vero, questo è falso.
Questo è razionale, questo no....machissenefrega! quando non riusciamo più a vedere il mondo nel suo orizzonte!
Ormai la filosofia è come un gregario che si è staccato alla prima salita (visto che siamo in tema di giro d'italia).
E' patetico.
Ma va bè ogni tanto qualcuno dà uno "strappo", per ora mi basta.


Vai avanti tu che mi vien da ridere

maral

#284
Citazionela nuova metafisica deve essere senza gerarchie!
Una metafisica senza gerarchie? E come la fai? non porrà forse il suo pensare al vertice assoluto della panoramica sull'esistente? Sinceramente non capisco.
Un metafisica senza gerarchie è un'illusione tra le tante che si sognano pensando.
(o chissà, forse proprio l'eterno ritorno è l'unico meccanismo senza gerarchie e quindi senza metafisica, ma di questo non vuoi più parlare e non insisto  :) )