Che cosa avremmo dovuto aspettarci col senno di poi?

Aperto da iano, 13 Febbraio 2024, 12:39:47 PM

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Alberto Knox

Citazione di: daniele22 il 15 Febbraio 2024, 19:35:55 PM
Non mi ricordo esattamente il contesto, ricordo solo che eri un po' stizzito, ma l'appunto di oggi si riferiva a sapere quale fosse il tuo Dio dato che inorridisci di fronte all'assoluto
Quello che conta non  è Dio in quanto personificazione del Divino. è ciò che determina la tua vita che è importante, quello che conta non è quello che io posso pensare di Dio, o quello che tu pensi di Dio, non conta nemmeno il tuo lavoro o le tesi di laurea o le ideologie di questo o di quello. Quello che conta è la tua vita , cio che conta è existere e non semplicemente vivere. Ex-sistere significa "uscire fuori" e lo interpreto come uscire fuori dalla menzogna che ci portiamo appresso e dire e fare  qualcosa di vero, di autentico e di sincero. Quanto tu fai questo allora tocchi la vita e chi ti legge lo sente.  Prendi consistenza, sei autentico e non sei solo una presenza . Tutte le esperienze  sono vere quando sono sincere. Quindi scrivete qualcosa di sincero cazzo.


la risposta alla tua domanda  piu semplice e piu breve è:

non lo so.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

daniele22

Citazione di: Alberto Knox il 15 Febbraio 2024, 20:06:40 PMQuello che conta non  è Dio in quanto personificazione del Divino. è ciò che determina la tua vita che è importante, quello che conta non è quello che io posso pensare di Dio, o quello che tu pensi di Dio, non conta nemmeno il tuo lavoro o le tesi di laurea o le ideologie di questo o di quello. Quello che conta è la tua vita , cio che conta è existere e non semplicemente vivere. Ex-sistere significa "uscire fuori" e lo interpreto come uscire fuori dalla menzogna che ci portiamo appresso e dire e fare  qualcosa di vero, di autentico e di sincero. Quanto tu fai questo allora tocchi la vita e chi ti legge lo sente.  Prendi consistenza, sei autentico e non sei solo una presenza . Tutte le esperienze  sono vere quando sono sincere. Quindi scrivete qualcosa di sincero cazzo.


la risposta alla tua domanda  piu semplice e piu breve è:

non lo so.
Scusa, hai ragione, d'altra parte anch'io mi affido ad un assoluto ... anzi, si può ben dire che un assoluto sia necessario per non scivolare in un relativismo pernicioso. Ed è vero pure che un credente in Dio, se sincero, è molto meno insidioso di molti atei, proprio perché puoi confrontare se il loro agire è conforme al credo a cui si affidano. Mi chiedo infatti come un cristiano possa sostenere l'attuale modello sociale ben sapendo che la ricchezza si ottiene costringendo alla povertà qualcun altro.
Resta inevasa la domanda di iano, quindi, per come la vedo io si trattò fino a un certo punto della storia (Kant) di inattualità del problema ... in seguito di disonestà intellettuale che oggi ha raggiunto livelli ormai insostenibili

green demetr

Citazione di: iano il 13 Febbraio 2024, 13:49:20 PMPer ''simile osservazione'' intendo che, la conoscenza non dipenda dal conoscitore, e che l'osservazione più in generale non dipenda dall'osservatore.
Intendo , col senno di poi, che una tale osservazione non è la prima che dovrebbe venire in mente.
la prima che dovrebbe venire  in mente, sempre col senno di poi, è che l'osservazione possa dipendere dall'osservatore, dovendosi diversamente assumere l'onere di dimostrare il contrario, o, in alternativa , dichiarare questa indipendenza come una verità in modo esplicito.
Posto che non l'abbiamo fatto (detto col beneficio della mia ignoranza) perchè non l'abbiamo fatto?
Secondo me le vere metafisiche, quelle di massimo livello, non sono quelle che balbettiamo, tipo ''la cosa in sè'', ma quelle che agiscono nostra insaputa.
E mi pare che questa opera di scavarle dovrebbero essere il compito del filosofo, che è quello di operare una continua rifondazione metafisica, posto che una volta scovata la metafisica che agisce a nostra insaputa, di fatto decade in favore di una nuova, lasciando ai politici il compito di fondare e rifondare la società sulle vecchie e nuove metafisiche di cui abbiamo più o meno coscienza.
Diversamente il compito del filosofo verrà inquinato dalle aspettative politiche che la metafisica  và a creare, ponendo di fatto un ostacolo alla sua libera evoluzione.
Sarebbe infatti la stessa situazione in cui le aspettative dello scienziato falsano le sue misure.
Sarebbe più in generale una mancanza di onestà intellettuale.
Sia la domanda che il pensiero successivo sono di altissimo livello.
Concordo.
Per capire come mai siamo arrivati a questa incapacità di capire PRIMA, quale sia il problema, prima di addentrarci in qualsiasi problema è proprio come dici tu il PROBLEMA.
La risposte sono Hegel ed Adorno.

Naturalmente sono cose da filosofi, la società è invece impalata dai politici, che seguono esattamente quello che tu poni come problema, loro non lo vedono, e seguono modelli totalmente infondati e deliranti, fino alla soppressione dei fatti.
Il 2020 è l'anno orribilis, non solo perchè la Cina si è fatta "scappare" un virus potenzialmente dannoso, e di fatto. Ma sopratutto perchè l'uomo ha creduto di poterlo sfidare, cadendo nella trappola della disonestà.
Se in america o in europa è stato chiaro che l'uso dei vaccini e delle forme draconiane (avvenute solo in italia, canada e australia) non è stato di alcun aiuto, numeri alla mano, tutt'ora non dico in italia, dove la scienza si è trasformata in "fede", ma addirittura in america, si continuano a rinviare le spiegazioni.
Clamoroso (non tanto se uno sa qualcosa di poltica) come la commissione sulla gestione del coviddo in inghilterra sia stata temporaneamente sospesa (stavano facendo un lavoro egregio-mediocre, ma evidentemente fa paura pure quello) a data indefinita (causa? guerre.....??????).
(permettetimi un breve sorriso alla crisi di nervi perchè la camera ha approvato una commissione di indagine che negli altri stati, escluso immagino il canada  :D, è stata già avviata già da un paio d'anni....l'italietta e suoi cavalier cortesi giornalisti, che meraviglia di disonestà intellettuale! Ogni volta che vedo Speranza andare in panico GODO)
La politica è andata in tilt perchè il suo preconcetto di dominare il mondo, essendo il mondo quello che lei si arroga di pensare in maniera esclusiva (come esclusivo è l'uso della violenza...qui la filosofia ha lavorato prima del novecento assai a fondo) non  corrisponde più con la realtà (è questo il vero problema IANO!)
Ecco che la domanda che ti sei fatto caro iano, non va bene affatto, chiudiamo tutto, chiudiamo anche il forum. Non va bene farsi domande non lo sapevi? :D
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Ipazia il 14 Febbraio 2024, 14:27:42 PMInutile indignarsi. Come diceva un filosofo napoletano: adda passà 'a nuttata.

Mi piace il tuo ottimismo. ;)
Ognuno di noi DEVE trovarlo o inventarselo come nel mio caso  :D .
Come diceva Nietzche quello che conta è solo la morale ormai.
Da filosofi però dobbiamo dire chiaramente che è finita.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Ipazia

Citazione di: green demetr il 16 Febbraio 2024, 16:00:16 PMMi piace il tuo ottimismo. ;)
Ognuno di noi DEVE trovarlo o inventarselo come nel mio caso  :D .
Come diceva Nietzche quello che conta è solo la morale ormai.
Da filosofi però dobbiamo dire chiaramente che è finita.
Non è neppura cominciata - la morale oltreumana - come filosofia della prassi. Possiamo però elaborarla dentro e presso di noi. Lasciando alla rodente, talvolta esplosiva, critica del tempo ciò che non collima.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#20
Grazie a tutti per le vostre risposte, che mi sarei dovuto aspettare, col senno di poi  :D , che avrebbero privilegiato il lato politico della questione.
In effetti il mio interesse era più di tipo filosofico in generale.
Forse il concetto non è facile da spiegare, ma ha a che fare in qualche modo con la mancata banalizzazione della filosofia, nel senso di una mancata presa di coscienza dei suoi meccanismi che si ripetono ciclicamente, piuttosto che assistere ogni volta a una drammatizzazione, come fosse sempre la prima volta che succedono le cose.
Bisognerebbe  vedere ormai, dopo millenni che la filosofia è in ballo, il mestiere del filosofo più come quello di un operaio alla catena di montaggio, laddove apparentemente egli costruisce sempre modelli nuovi, ma ripetendo sempre le stesse operazioni, per cui le novità del modello non sono sostanziali, ma servono a ravvivare l'interesse dell'acquirente. Quindi in sostanza forse non c'è mai da aspettarsi grandi sorprese se non nei dettagli inessenziali.
Quali sono in sostanza vi chiedo , secondo voi, quei meccanismi che al di là delle apparenze si ripetono sempre uguali nei lavori dei filosofi, o se credete invece che l'attuale fase della filosofia viva un momento speciale, tanto che nessuno avrebbe potuto prevederlo, al netto della centralità che inconsciamente  tendiamo ad attribuire ai tempi che viviamo, potendo ciò falsare il nostro giudizio.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Le ricette filosofiche elaborate 2500 anni fa sono ancora ottime e girandoci intorno si torna sempre lì.  Almeno questo eterno ritorno è confermato.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#22
Citazione di: Ipazia il 16 Febbraio 2024, 21:13:40 PMLe ricette filosofiche elaborate 2500 anni fa sono ancora ottime e girandoci intorno si torna sempre lì.  Almeno questo eterno ritorno è confermato.
E' appunto un eterno ritorno, ma ad ogni ciclo aumenta la nostra consapevolezza.
 Si può far partire la storia da un punto a piacere, e io scelgo, per farla breve, di farla partire da Aristotele, del quale in verità sò poco, ma quel poco forse è l'essenziale.
L'essenziale è la conferma che per millenni gli uomini hanno trovato dentro di sè della sua visione del mondo.
Seppur molti si attardano a cercare ancora dentro di sè quelle conferme, la storia prosegue con conferme che sono fuori da noi, e di cui dobbiamo fidarci, e sono gli esperimenti degli scienziati.
Il fil rouge sono le conseguenze della nostra interazione con la realtà, prima sedimentate dentro ognuno di noi e raccontate magistralmente da Aristotele, quindi da tutti confermate fino a ieri , ma ancora oggi molti  si attardano a fare, perchè la lezione di Galilei non si è ancora del tutto sedimentata a quanto pare. Non è stata promossa ancora ad ovvietà.
Solo un apparente accumulo di ovvietà invece quelle di Aristotele, ma non per ciò opera non magistrale,
almeno per la sua imponenza ed esaustivtà.
Ovvietà che sconfinano nella verità, ma figlie solo della nostra abitudine, della nostra familiarità con esse, intimità a ciò che col tempo abbiamo interiorizzato della nostra interazione con la realtà, seppur non con metodo apparente, come non occorresse un metodico mediatore fra noi e la realtà, quello che invece oggi è il metodo scientifico, in sè quindi non una novità, se non per averne preso coscienza, per averlo esternalizzato.
Chi ancora cerca conferme dentro di sè alle cose del mondo, è fuori tempo massimo, ma allo stesso tempo viva testimonianza di quel che è stato.

E' il diverso grado di coscienza a far sembrare diversa la storia, che invece si ripete sempre uguale, e questa diversa coscienza  ci si sarebbe potuti aspettare, appunto,  che portasse innanzi, invertendone il senso, il senno di poi.

Se tutti fossimo scienziati forse concorderemmo sul fatto che Einstein è stato l'ultimo dei grandi uomini, dopo fra gli altri Aristotele, che furono, e la nuova nostra storia, ma ancora vecchia se qualcosa dalla storia abbiamo imparato, inizia con Niels Bohr.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

Però non siamo tutti scienziati, ma uomini comuni che, senza bisogno di andare ad Einstein, ancora si arrabattano per entrare nella visione di Galilei, illudendosi solo di esserci riusciti. Forte è ancora l'istinto infatti di cercare dentro di noi conferme alla realtà.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

Citazione di: iano il 16 Febbraio 2024, 23:07:47 PML'essenziale è la conferma che per millenni gli uomini hanno trovato dentro di sè della sua visione del mondo.
Seppur molti si attardano a cercare ancora dentro di sè quelle conferme, la storia prosegue con conferme che sono fuori da noi, e di cui dobbiamo fidarci, e sono gli esperimenti degli scienziati.
cadi nel platonismo già dalle premesse appena dici "essenziale" non facendo altro che contiuare a riformulare la definizione di realtà basata sull essenza . Idea e  essenza sono le basi del nostro modo di ragionare . Fuori da questa logica se vuoi costruire qualcosa di nuovo ma quel qualcosa di nuovo sarà ancora una riformulazione della definizione di realtà. Dici , la realtà non trova conferme dentro di noi ma fuori di noi tramite gli esperimenti , ma sei ancora tu che la definisci , chi è che definisce la realtà ? l esperimento o l'esperimentatore ? se le leggi fisiche sono approssimazioni di quello che succede, noi vediamo i fenomeni non le leggi. Allora che diritto abbiamo di definire la realtà in un modo o nell altro? Di nuovo si ricade nella rappresentazione e quindi di nuovo si ricade ad un modello e il modello è astrazione della realtà . Di nuovo si arriva all uomo e alle sue idee. Interpretazioni, teorie, modelli, sono tutti artefici della mente dei fisici. Quindi che conferme fuori di noi?
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

#25
Daltronde abbiamo contezza  a malapena del 4% di tutto l'universo visibile. Esso è composto infatti per il 75% di energia oscura e il 90% della materia che compongono le galassie è definita anch essa oscura. Finora si sono fatte solo deboli congetture.
Poi siamo composti da una dozzina di tipi di atomi e quindi siamo costituiti dal 99,999999999 da vuoto. Sono gli atomi stessi che ci compongono che sono costituiti da vuoto . Basti pensare che che il 99,9% della massa atomica è concentrata in una regione di spazio il cui diametro è centomila volte inferiore a quello dell atomo. In altre parole ,se potessimo comprimere gli atomi all interno dei loro nuclei , il nostro corpo collasserebbe in un volume inferiore a quello di una capocchia di uno spillo. Fantasia? non propio, una compressione di questo tipo avviene realmente in natura per effetto della gravità che da luogo a stelle di neutroni, dove un cucchiaino di materia ha una massa concentrata che è pari a quella del monte Everest. Eppure , pur essendo noi stessi  composti da vuoto e da pochi tipi di atomi , siamo in grado di capire molto della realtà che ci circonda. Non è incredibile? Quindi mi accontenterei di questa capacità di poter capire quello che ci circonda piuttosto che voler determinare (definire) la realtà che sta dietro a ciò che ci circonda . è filosofia da Alice voler arrivare oltre il conoscibile. Secondo me, se pur sono ben consapevole che prima o poi Alice dovrà uscire da quello specchio .
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

daniele22

@iano
A dire il vero io una risposta te l'ho data, quindi potevi contestarla oppure assecondarla con qualche annotazione che potesse favorire l'avanzamento del dialogo. Procedo quindi parlando da solo così come si conviene ai solipsisti inconsapevoli, tenendo però conto che io sono un solipsista consapevole.
Da un punto di vista strettamente filosofico, cioè fondato su logica e ragione senza includere l'osservatore, l'eterno ripetersi (vedi pure il libro di Qoelet) non avrebbe ragion d'essere, nel senso che dovremmo esserci arrivati ben prima. Io so che Eraclito era chiamato l'oscuro, magari c'era già arrivato lui perché col 🔥 fuoco era proprio partito col piede giusto. Beh, se non c'è arrivato lui ci sono arrivato io dopo duemilacinquecento anni. Come mai tutto questo tempo? Non so dirlo per certo, comunque si tratterebbe di un processo di esercizio di prepotenza determinato da tre tipi di causa, o almeno io ne vedo tre: malattia mentale, disonestà e idiozia ... Guardando però ad un'eventuale pratica politica da attuarsi, giacché questo è il problema, sarebbe chiaro che le tre cause citate possano considerarsi senza distinzione ... ovvero, nessun portatore sarebbe adatto a governare e non ci vuole molto a capire chi, tra coloro che aspirano, ne sia affetto

Koba II

Citazione di: iano il 16 Febbraio 2024, 21:02:49 PMGrazie a tutti per le vostre risposte, che mi sarei dovuto aspettare, col senno di poi  :D , che avrebbero privilegiato il lato politico della questione.
In effetti il mio interesse era più di tipo filosofico in generale.
Forse il concetto non è facile da spiegare, ma ha a che fare in qualche modo con la mancata banalizzazione della filosofia, nel senso di una mancata presa di coscienza dei suoi meccanismi che si ripetono ciclicamente, piuttosto che assistere ogni volta a una drammatizzazione, come fosse sempre la prima volta che succedono le cose.
Bisognerebbe  vedere ormai, dopo millenni che la filosofia è in ballo, il mestiere del filosofo più come quello di un operaio alla catena di montaggio, laddove apparentemente egli costruisce sempre modelli nuovi, ma ripetendo sempre le stesse operazioni, per cui le novità del modello non sono sostanziali, ma servono a ravvivare l'interesse dell'acquirente. Quindi in sostanza forse non c'è mai da aspettarsi grandi sorprese se non nei dettagli inessenziali.
Quali sono in sostanza vi chiedo , secondo voi, quei meccanismi che al di là delle apparenze si ripetono sempre uguali nei lavori dei filosofi, o se credete invece che l'attuale fase della filosofia viva un momento speciale, tanto che nessuno avrebbe potuto prevederlo, al netto della centralità che inconsciamente  tendiamo ad attribuire ai tempi che viviamo, potendo ciò falsare il nostro giudizio.

In generale la filosofia contemporanea sembra influenzata da due tendenze:
1) spiegare la tradizione mostrando che ciò che è elevato potrebbe venire da ciò che sta in basso, che ciò che è nobile viene da ciò che è meschino (il che significa che più che una spiegazione si tratta di una distruzione);
2) sviluppare la critica alla nozione di verità.

Queste due tendenze, declinate in vari modi, mi sembra, impediscano che si possa continuamente tornare indietro agli stessi pensieri, come se fossimo destinati a ripetere cicli più o meno simili.

Per quanto riguarda la metafisica: l'ossessione odierna per l'immanentismo, la volontà (impossibile) di toccare con mano a tutti i costi la realtà, può far apparire filosoficamente importante criticare l'invenzione concettuale meta-fisica, che sta al di sopra delle cose del mondo e che usiamo per comprenderle. Non credo sia così. La filosofia, per quanto mi riguarda, serve essenzialmente a fare chiarezza, al singolo individuo, solo alla vita del singolo individuo anche se il suo discorso ha una forma universale (ingenuamente universale). Per me non è una cura (cura del linguaggio, dei concetti fondamentali di una civiltà, etc.), non è riforma dei rapporti di dominio.

daniele22

Citazione di: Koba II il 17 Febbraio 2024, 11:14:23 AMIn generale la filosofia contemporanea sembra influenzata da due tendenze:
1) spiegare la tradizione mostrando che ciò che è elevato potrebbe venire da ciò che sta in basso, che ciò che è nobile viene da ciò che è meschino (il che significa che più che una spiegazione si tratta di una distruzione);
2) sviluppare la critica alla nozione di verità.

Queste due tendenze, declinate in vari modi, mi sembra, impediscano che si possa continuamente tornare indietro agli stessi pensieri, come se fossimo destinati a ripetere cicli più o meno simili.

Per quanto riguarda la metafisica: l'ossessione odierna per l'immanentismo, la volontà (impossibile) di toccare con mano a tutti i costi la realtà, può far apparire filosoficamente importante criticare l'invenzione concettuale meta-fisica, che sta al di sopra delle cose del mondo e che usiamo per comprenderle. Non credo sia così. La filosofia, per quanto mi riguarda, serve essenzialmente a fare chiarezza, al singolo individuo, solo alla vita del singolo individuo anche se il suo discorso ha una forma universale (ingenuamente universale). Per me non è una cura (cura del linguaggio, dei concetti fondamentali di una civiltà, etc.), non è riforma dei rapporti di dominio.

Non sono d'accordo. Tra le altre cose la filosofia si occupa pure della correttezza del pensiero. Di chi sarebbe quindi il compito di segnalare che il pensiero umano è radicalmente sbagliato?

Koba II

Citazione di: daniele22 il 17 Febbraio 2024, 12:35:20 PMNon sono d'accordo. Tra le altre cose la filosofia si occupa pure della correttezza del pensiero. Di chi sarebbe quindi il compito di segnalare che il pensiero umano è radicalmente sbagliato?
Della correttezza del ragionamento si occupa la logica. Se ne può in generale occupare anche la filosofia, e sì, nell'ambito di un dibattito è utile segnalare gli errori nelle argomentazioni, ma se parliamo, in modo più strettamente personale, di ciò che ci spinge a studiare filosofia la mia risposta non potrà mai essere "la gioia di correggere i falsi sillogismi".

Diverso è il discorso quando ciò che si ritiene sbagliato sono i fondamenti di una certa tradizione. Non è che vengano sentiti come semplici errori, come fraintendimenti, anche se magari vengono presentati come tali. Vengono criticati nel loro complesso. Qui siamo ad un livello molto più profondo. È la differenza tra la critica alla metafisica di Nietzsche e quella dei neopositivisti ai concetti "inconsistenti" (per loro) di un certo testo filosofico, di un certo autore.

Essere ossessionati dal platonismo (da una certa interpretazione del platonismo), come Alberto Knox, a mio giudizio, presuppone l'illusione che ripulito il proprio discorso da certe parole "vietate" si superino tutti i mali della civiltà occidentale, o si presenti un nuovo inizio.
Invece non solo non succede niente a livello di civiltà, ma non si è nemmeno iniziato a comprendere se stessi.

Ma è appunto, come dicevo, un discorso prettamente personale, qui veramente ogni forma è legittima, si tratta solo del proprio modo di intendere l'illusione della filosofia (perché di questo si tratta, di illusione).

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