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Che cos'e' la Liberta'?

Aperto da acquario69, 26 Aprile 2016, 08:54:54 AM

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acquario69

in riferimento ad alcune riflessioni che l'amico cvc mi avrebbe esposto e che riporto qui sotto

Stare in ascolto del logos significa liberarsi dai pregiudizi, dalle convenzioni sociali che fanno si andare avanti il mondo, ma che instillano nel nostro intimo falsità che ci impediscono di sentirci del tutto liberi. Questo è il dramma e il conflitto del filosofo: intuire che la via è la saggezza, la quale è contraria alle convenzioni pregiudiziali del mondo, ma, al tempo stesso, essere cosciente di fare parte di quello stesso mondo.

mi e' venuto lo spunto per aprire un nuovo argomento e che riguarda la Libertà; 

ammettendo come premessa,che esistono le contingenze e che queste impediscano forse un grado di libertà totale ed assoluto

ma innanzitutto,che cose' la libertà'?..a qualcuno non e' mai venuto il dubbio che quello che riteniamo sia la libertà,potrebbe anche essere solo un idea indotta? (dai media per esempio)
 
si può essere liberi oppure e' un aspirazione irraggiungibile? 
..e questo non può dipendere in principio anche dall'idea stessa che abbiamo di libertà?

cosa o chi,eventualmente,ci impedirebbe di esserlo?

perché e' (ma e' solo una mia opinione personale) diventato così difficile, oltre le normali difficoltà,sentirsi liberi che forse o non ci crediamo più,fino a non pensarci o che addirittura in molti casi non si presenta più nemmeno nella nostra coscienza?
oppure nel suo rovescio "opposto" crediamo che mai come ora siamo stati cosi liberi,quando a ben vedere non lo siamo affatto?

cvc

Credo sia praticamente impossibile dare una definizione di libertà che metta d'accordo tutti. In primo luogo perché abbiamo diverse forma mentis che ci suggeriscono diverse concezioni di libertà. Poi la psiche umana è in continuo movimento, e ciò che ci rende liberi in un dato momento potrebbe  essere la nostra prigione in un tempo successivo. Infine, anche la storia cambia le condizioni di vita umane. Ad esempio, una volta essere schiavi significava lavorare a suon di frustate ed essere incatenati e rinchiusi per il resto del tempo, mentre oggi ci sentiamo schiavi per molto meno. Riconducendosi al topic di Sariputra "Oggi, qui da noi..." da cui ha preso spunto questa riflessione e in cui si parlava dell'ambivalenza del valore della natura (bella nello splendore di una chiara giornata primaverile, terribile nella crudeltà del predatore), anche la libertà non ha unicamente accezione positiva. Il fatto che un serial killer sia libero non è una cosa positiva, la rottura di una diga che libera milioni di metri cubi di acqua non è positiva. La libertà ha valore positivo quando libera la parte migliore dell'uomo.  E la parte migliore dell'uomo è una continua ricerca che si adatta ai cambiamenti, una perenne lotta fra l'effimero ed il duraturo da cui si esce, seconde me, solo con la meditazione.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Sariputra

La domanda "Che cos'è la Libertà?" in sè non può dare risposta se non ci attacchiamo l'idea di quello da cui siamo liberi.
Se infatti qualcuno ci chiedesse: - Sei libero?-  Dovremmo rispondere " Sono libero?...Ma...da che cosa?"
Per il dizionario la libertà è uno stato di autonomia sentito come diritto e garantito da una precisa volontà e coscienza di ordine morale, sociale e politico. Una situazione libera da costrizioni e limitazioni.
Ma anche il dizionario deve specificare con esempi: (libertà di scelta, libertà di navigazione, libertà di fare un'osservazione,libertà dal lavoro,ecc.).
E c'è pure il lato negativo della libertà :( prendersi delle libertà con una donna, con i superiori (con questi non è un grosso guaio se non in senso economico... ;D ),libertà di menare un malcapitato,ecc.).
In un senso più ampio io la definirei come Libertà dal conosciuto.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

acquario69

#3
si il tema può essere complesso e d'accordo non possiamo dare una definizione di libertà come ognuno può intenderlo e dipendente da circostanze e momenti diversi,ma io penso che esiste un fondamento imprescindibile e che dev'essere uguale per tutti e indipendentemente dai fattori esterni.
innanzitutto la libertà e' credo comunque una scelta..l'uomo può scegliere e deve decidere innanzitutto della sua stessa libertà.
quindi dovrebbe voler dire che non nasciamo liberi e che la libertà e' una conquista e io direi che questa conquista e' una profonda conoscenza con se stessi..ecco la libertà allora e' conoscenza ed e' appunto una scelta.

quindi ce chi decide di conoscersi ed essere libero,chi invece rinuncia al conoscersi (che essendo una conquista,costa una certa fatica) ma paga il prezzo della non libertà ed e' appunto costretto,magari pure non riconoscendolo, a conformarsi per darsi una parvenza di libertà,altrimenti non potrebbe sopportarlo e perché gli e' pure più comodo.
conoscersi significa pure liberarsi da quei sentimenti che inducono alla paura e all'incertezza.

allora credo che la libertà effettiva si ottiene liberandoci da noi stessi tramite conoscenza

Eutidemo

Secondo me, la libertà, non è poter fare ciò che desideriamo, e nemmeno quello che vogliamo; la libertà è fare quello che "veramente" ci serve.
Ed è per questo che solo la verità ci rende liberi.
;)

acquario69

Citazione di: Eutidemo il 26 Aprile 2016, 15:13:23 PM
Ed è per questo che solo la verità ci rende liberi.
;)
una sintesi eccellente  ;) ... sbaglio o qualcun'altro l'aveva detto prima di noi?   :)
comunque anche a me sembra che non fa una piega

Duc in altum!

**  scritto da Eutidemo:
CitazioneSecondo me, la libertà, non è poter fare ciò che desideriamo, e nemmeno quello che vogliamo; la libertà è fare quello che "veramente" ci serve.
Ed è per questo che solo la verità ci rende liberi.

Il mistero è proprio questo: Libertà e verità sono inscindibili; domandarsi cosa è la Libertà e come chiedersi qual è la Verità? ...cosa è sta Verità?
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

acquario69

Citazione di: Duc in altum! il 26 Aprile 2016, 15:53:28 PM
**  scritto da Eutidemo:
CitazioneSecondo me, la libertà, non è poter fare ciò che desideriamo, e nemmeno quello che vogliamo; la libertà è fare quello che "veramente" ci serve.
Ed è per questo che solo la verità ci rende liberi.

Il mistero è proprio questo: Libertà e verità sono inscindibili; domandarsi cosa è la Libertà e come chiedersi qual è la Verità? ...cosa è sta Verità?
Duc,io non sono nessuno per provare a darti una risposta alla tua domanda,a modo mio ci avrei provato facendo un ragionamento Che poi si sarebbe sviluppato nel rapporto inscindibile come riconosci pure tu tra Liberta e Verita...l'unica cosa Che posso aggiungere e' Che non la trovi fuori ma dentro di te.
Ciao

donquixote

La libertà non è certo la moderna facoltà di scegliere fra diverse opzioni possibili, perchè la libertà si ottiene per sottrazione, sottrazione dei bisogni: meno bisogni si hanno e più si è liberi; più bisogni si hanno e più si è schiavi dei medesimi, per soddisfare i quali si è disposti anche a subire la schiavitù di altri.
L'unico modo "positivo" per definire la libertà sta nel vederla come quella facoltà che ti consente di diventare quello che sei.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

memento

#9
Non penso che la libertà debba costituire una meta o un'aspirazione...questo è il pensiero dello schiavo che brama di rompere le catene. Io la concepisco più come una possibilità,un'opportunità di scegliere il proprio cammino,di costruirsi un futuro. Né credo che la sua necessità derivi da una scelta o un esame di coscienza,ma che sorga nell'uomo come un sentimento spontaneo,un istinto a ricercare un personale "spazio vitale",quasi un bisogno fisiologico.

Non è detto che la verità,ammesso di sapere quale sia,renda liberi più di una menzogna.

Ogni libertà,come ogni conquista,richiede un prezzo da pagare;come dice giustamente Donquixote,si ottiene per sottrazioni di bisogni,aggiungerei io,propri o altrui. Si sacrificano alcuni bisogni solo per fare spazio ad altre necessità. Non credo al concetto di libertà assoluta se non come sinonimo di morte.

La domanda più interessante rimane dunque : a che scopo noi desideriamo essere liberi? E quanto siamo disposti a pagare?

davintro

La libertà... questione fondamentale e decisiva della filosofia
Io credo che buona parte delle differenze di vedute e divergenze di opinioni su questo tema dipendano, come accade spesso, dal fatto che le "parti" in causa utilizzino differenti significati per qualificare lo stesso concetto. Volendo sintentizzare la questione, secondo me sono 2 le accezioni con cui il concetto di libertà può essere pensato: la prima, forse maggioritaria nel senso comune, è l'accezione per cui la libertà viene vista in contrapposizione con l'idea della  necessità: libera sarebbe l'azione che avrei potuto non compiere, che avrei potuto svolgere altrimenti... in questo contesto la libertà finisce di fatto a coincidere con l'irrealtà, con l'assurdo. Perchè se il reale è ciò il cui essere è legato ad una causalità allora la libertà (cioè la possibilità di alternative alla realtà) implicherebbe la rimozione delle cause agenti che hanno prodotto l'effettivo svolgersi dei fatti, e quindi una realtà totalmente alternativa a quella di fatto attuale, la libertà resterebbe un sogno, una possibilità dell'immaginazione, ma non reale, perchè ciò che è reale ha una causalità che lo rende tale, e tale causalità determina gli eventi nella misura in cui un corso degli eventi esclude un altro. La seconda opzione è quella in genere definita "compatibilismo". Secondo essa libertà non si contrappone alla necessità, ma solo alla necessità proveniente da un fattore appartenente al mondo esterno al soggetto della libertà. Ma se io compio una scelta determinata non da qualcosa da esterno, da un non-io, ma dal mio carattere, dal mio modo d'essere, inclinazione profonda, interiore, innata allora non importa il fatto che non avrei potuto fare altrimenti, che era una scelta necessitata: in quanto proveniente da un principio necessitante che però appartiene alla mia identità, è assolutamente libera. In questo contesto la libertà torna ad essere un fatto reale, in quanto conciliata con la necessità, cioè con la legge della causalità che governa il reale. Personalmente quando penso alla libertà tendo a seguire questa seconda opzione

acquario69

Citazione di: davintro il 27 Aprile 2016, 00:13:55 AM
La seconda opzione è quella in genere definita "compatibilismo". Secondo essa libertà non si contrappone alla necessità, ma solo alla necessità proveniente da un fattore appartenente al mondo esterno al soggetto della libertà. Ma se io compio una scelta determinata non da qualcosa da esterno, da un non-io, ma dal mio carattere, dal mio modo d'essere, inclinazione profonda, interiore, innata allora non importa il fatto che non avrei potuto fare altrimenti, che era una scelta necessitata: in quanto proveniente da un principio necessitante che però appartiene alla mia identità, è assolutamente libera. In questo contesto la libertà torna ad essere un fatto reale, in quanto conciliata con la necessità, cioè con la legge della causalità che governa il reale. Personalmente quando penso alla libertà tendo a seguire questa seconda opzione

io pero non credo possa esistere una assoluta libertà,nel senso di come mi pare averla intesa sopra,perché a quel punto se mi viene in mente di prendere una pistola perché devo soddisfare una mia inclinazione o un mio desiderio (camuffato come necessita) di quel momento e magari di sparare alle persone che mi passano accanto,allora penso che ce qualcosa che non torna..allora penso che quella diventi alienazione e non libertà e se e' alienazione forse vuol dire che non mi conosco ancora abbastanza

paul11

...interessanti considerazioni.

La libertà è uno spazio fisico e allora deve diventare un diritto reale. 

La libertà è uno spazio "spirituale", allora sottraggo i futili desideri scegliendo l'essere all'avere. per non essere schiavo di me stesso.E' uno spazio interiore.

La libertà è una dinamica relazionale con i miei simili dentro le organizzazioni umane, e allora diventa un valore più o meno compatibile  con uguaglianza e giustizia e si declina nella partecipazione democratica, nello spazio della decisione, del "contare" socialmente., il sentirmi parte ,ma nello stesso tempo identificato nella società, ma rispettosa della mia autenticità come individuo.
E' uno spazio sociale.

Se la libertà vuole essere reale deve sapere quali sono i vincoli naturali inalienabili e quali sono le condizioni che possono essere rimosse affinchè  il proprio  essere,la propria persona, possa  essere (scusate il gioco di parole) autentica.

E' una questione che diventa morale nel momento in cui diventa reale nei comportamenti verso la natura del mondo e verso i propri simili, ma nello stesso tempo dentro la propria identità autentica. E' una ricerca, una dinamica direi fondamentale ed ecco perchè la morale è impossibile eluderla filosoficamente, culturalmente, scientificamente.

Duc in altum!

**  scritto da acquario69:
CitazioneDuc,io non sono nessuno per provare a darti una risposta alla tua domanda,a modo mio ci avrei provato facendo un ragionamento Che poi si sarebbe sviluppato nel rapporto inscindibile come riconosci pure tu tra Liberta e Verita...l'unica cosa Che posso aggiungere e' Che non la trovi fuori ma dentro di te.
Ciao

Sì, potrei anche trovare la Libertà/Verità "solo" dentro di me, ma è proprio nel momento di relazionarmi con l'altro che analizzo che anche l'altro pensa di averla incontrata, pur essendo, la mia Libertà/Verità e la sua Libertà/Verità, non corrispondenti.
Ciao

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**  scritto da memento:
CitazioneNon è detto che la verità,ammesso di sapere quale sia,renda liberi più di una menzogna.


Esatto, lo scontro, anzi, la difficoltà, non consiste nel distinguere d'essere libero o schiavo, ma tra cosa è vero e cosa è menzogna.
Se sono nel "vero" automaticamente sono davvero libero, se esisto nella menzogna, quella libertà è il riflesso di un inganno, quindi una libertà truccata, una libertà coperta da un velo, ma uno non sa che è manovrato dall'inganno, neanche se l'immagina.


CitazioneLa domanda più interessante rimane dunque : a che scopo noi desideriamo essere liberi? E quanto siamo disposti a pagare?

Secondo me perché senza l'essere libero non sarò mai davvero me stesso, per quel che posso essere al 100% in questo pianeta e non solo dopo la morte.

Al secondo quesito, anche se è un po' da scostumato, rispondo con un'altra domanda: perché siamo sicuri che siamo noi a pagare per la nostra libertà?
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

acquario69

Citazione di: Duc in altum! il 27 Aprile 2016, 11:17:31 AM
Sì, potrei anche trovare la Libertà/Verità "solo" dentro di me, ma è proprio nel momento di relazionarmi con l'altro che analizzo che anche l'altro pensa di averla incontrata, pur essendo, la mia Libertà/Verità e la sua Libertà/Verità, non corrispondenti.
Ciao

innanzitutto "solo" (con tanto di virgolette) non significa che mi faccio un'idea di Verita che corrisponde ad una monade narcisistica,per cui qualunque relazione esterna mi riproietta la stessa identica immagine..quello e' appunto narcisismo che esclude qualsiasi possibilità di relazione

due persone che hanno due (se pur rispettabilissimi) punti di vista diversi non vuol per questo significare che esistano due o più Verita,perché LA Verita non e' un semplice punto di vista (che continua a rimane esterno) ed e' sempre corrispondente.

..e chiudo qui

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