Cartesio ha dimostrato l'esistenza dell'anima?

Aperto da Socrate78, 03 Dicembre 2020, 18:43:21 PM

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and1972rea

Citazione di: Ipazia il 03 Dicembre 2020, 20:11:08 PM
"Indipendentemente dal corpo e dalla sua matericità" è un azzardo insensato, visto che basta un corpo malfunzionante perchè il cogito/anima annichilisca.

Così come è assai ardito dedurre che dentro all'abitacolo della mia auto, questa mattina, non vi fosse nessuno per il solo fatto che la chiave d'accensione girasse a vuoto ;posso affermare con certezza che il malfunzionamento della mia macchina non ha per nulla annichilito il cogito/anima che , anzi, dentro a quella macchina si espresse, inascoltato ed invisibile a chiunque, in tutto il suo disappunto...

Ipazia

Citazione di: bobmax il 06 Dicembre 2020, 08:35:52 AM
Citazione di: Ipazia il 06 Dicembre 2020, 07:48:18 AM
Citazione di: bobmax il 05 Dicembre 2020, 19:23:30 PM
Solo tu, in perfetta solitudine, senza alcun principio a cui appellarti, puoi affrontare il nichilismo.
Affermando: il Bene è!

Solo tu, in (im)perfetta condivisione con i tuoi simili, senza alcun principio eterno a cui appellarti, puoi affrontare il nichilismo.
Affermando: il bene é ...

Sì, è lo stesso.

Perché nel momento in cui lo affermi non ci sei più.

L'esistenza, che è comunicazione, dissolve l'involucro dell'io.

Non c'è più un io, non c'è più l'altro.

L'involucro dell'io lo lascio a Stirner e alla borghesia evolutasi nell'arrembante capitalismo. Già il fondatore della psicologia moderna, sviluppo della riflessione cartesiana sul pensiero, collocò l'io (res cogitans) quale sintesi dinamica, più o meno riuscita, tra una res extensa naturale (es) ed una res extensa sociale (super io). Sintesi, non contrapposizione manichea metafisica.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

Citazione di: and1972rea il 06 Dicembre 2020, 11:47:31 AM
Citazione di: Ipazia il 03 Dicembre 2020, 20:11:08 PM
"Indipendentemente dal corpo e dalla sua matericità" è un azzardo insensato, visto che basta un corpo malfunzionante perchè il cogito/anima annichilisca.

Così come è assai ardito dedurre che dentro all'abitacolo della mia auto, questa mattina, non vi fosse nessuno per il solo fatto che la chiave d'accensione girasse a vuoto ;posso affermare con certezza che il malfunzionamento della mia macchina non ha per nulla annichilito il cogito/anima che , anzi, dentro a quella macchina si espresse, inascoltato ed invisibile a chiunque, in tutto il suo disappunto...

Il paragone non regge perchè auto e guidatore sono entità distinte, contrariamente all'unità psico-somatica che costituisce un indivisibile individuo umano.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alexander

Buona domenica bobmax


D'altronde la razionalità ha il nichilismo quale compagno inseparabile. Ne è l'altra faccia della medaglia.[/size]Di modo che più si assolutizza la razionalità e più il nichilismo si sviluppa.E il mondo, nel progresso scientifico e tecnologico, sembra trovare la conferma della bontà di questa assolutizzazione della razionalità. Senza accorgersi di sviluppare così in se stesso la propria futura devastazione.


Mi chiedo se il nichilismo sia davvero un necessario effetto dell'eccesso di razionalità,della sua assolutizzazione, oppure sia al contrario un difetto di approfondimento.Io lo definirei come un effetto della mancata visione olistica della persona.Ossia l'approdo di quella particolare tendenza della modernità a vedere e considerare in modo "parcellare" l'esistenza, frutto dell'iperspecializzazione tecnoscientifica che ha la sua importante funzione nel processo di miglioramento materiale, ma indubbiamente diventa un ostacolo quando ci troviamo a considerare un "insieme" com'è la persona, ma più in generale l'esistenza.

bobmax

Citazione di: Alexander il 06 Dicembre 2020, 12:11:27 PM
Mi chiedo se il nichilismo sia davvero un necessario effetto dell'eccesso di razionalità,della sua assolutizzazione, oppure sia al contrario un difetto di approfondimento.Io lo definirei come un effetto della mancata visione olistica della persona.Ossia l'approdo di quella particolare tendenza della modernità a vedere e considerare in modo "parcellare" l'esistenza, frutto dell'iperspecializzazione tecnoscientifica che ha la sua importante funzione nel processo di miglioramento materiale, ma indubbiamente diventa un ostacolo quando ci troviamo a considerare un "insieme" com'è la persona, ma più in generale l'esistenza.

Sì Alexander, concordo con te.

Sono anch'io convinto che si tratti di un insufficiente approfondimento della stessa razionalità.

L'eccesso consiste nel considerare il pensiero razionale "fonte" di Verità assoluta.

Occorre cioè renderci conto di ciò che fonda questa nostra razionalità.

E perciò avvertire il limite del pensiero razionale. Giungere sino a dove la razionalità non può più proseguire e lì... resistere!

Il nichilismo deriva non tanto dal pensiero razionale in se stesso, ma dal non avvertirne il limite.

Di modo che quando ci si va a sbattere, contro il limite, si ripiega inconsapevolmente senza rendersene conto. Convinti che il lago in cui si nuota sia il tutto, senza sponde, senza limiti.

E invece è solo un lago, vastissimo, ma che ha comunque delle sponde, dei limiti.

Ed è proprio sul limite che occorre cercare di sostare. Là dove il pensiero determinato si arresta, incerto. Pronto a ripiegare.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

viator

Salve bobmax. Citandoti : "L'eccesso consiste nel considerare il pensiero razionale "fonte" di Verità assoluta".
Non sono affatto d'accordo. La "verità assoluta" è concetto del tutto irragionevole (irrazionale), quindi l'opposto, il negatorio della razionalità la quale invece semmai eccede nel relativismo, atteggiamento che gli spiritualisti come te rimproverano ("ad ogni piè sospinto") ai materialisti-fisicisti.


In tale ottica il pensiero razionale potrà certo incappare in eccessi, ma essi saranno costituiti dal voler semmai considerare come super-razionale e migliorativo l'accumulo, l'affastellamento DI SEMPRE PIU' NUMEROSE VERITA' RELATIVE.


Come se l'aumento del numero delle verità relative (le conoscenze convenzionali) avvicinasse apppunto ad una verità assoluta...........effetto ovviamente impossibile se non nella mente di chi creda in una pseudorazionalità, ovvero nel mito della onnipotenza del razionale e della scienza. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Alexander

#36
Buona domenica Ipazia




Il paragone non regge perchè auto e guidatore sono entità distinte, contrariamente all'[/size]unità psico-somatica[/size] che costituisce un indivisibile individuo umano.[/size]


Questo ragionamento mi appare inficiato dal fatto che lei considera aprioristicamente l'anima come parte integrante del corpo, mentre l'anima tecnicamente viene definita come agente immateriale che informa il corpo, definito come materiale. Un insieme è composto da più elementi, ma non significa che gli elementi sono necessariamente dipendenti uno all'altro.Se prendiamo un sacchetto e lo riempiamo di frutta, avremo la forma del sacchetto. Al venire meno del sacchetto non sparisce anche la frutta, ma solo la forma dell'insieme.


bobmax

Citazione di: viator il 06 Dicembre 2020, 16:20:19 PM
Salve bobmax. Citandoti : "L'eccesso consiste nel considerare il pensiero razionale "fonte" di Verità assoluta".
Non sono affatto d'accordo. La "verità assoluta" è concetto del tutto irragionevole (irrazionale), quindi l'opposto, il negatorio della razionalità la quale invece semmai eccede nel relativismo, atteggiamento che gli spiritualisti come te rimproverano ("ad ogni piè sospinto") ai materialisti-fisicisti.

In tale ottica il pensiero razionale potrà certo incappare in eccessi, ma essi saranno costituiti dal voler semmai considerare come super-razionale e migliorativo l'accumulo, l'affastellamento DI SEMPRE PIU' NUMEROSE VERITA' RELATIVE.

Come se l'aumento del numero delle verità relative (le conoscenze convenzionali) avvicinasse apppunto ad una verità assoluta...........effetto ovviamente impossibile se non nella mente di chi creda in una pseudorazionalità, ovvero nel mito della onnipotenza del razionale e della scienza. Saluti.

Ciao Viator

Grazie per questo tuo intervento.
Che mostra, a mio avviso, l'intrinseca contraddizione del pensiero materialista.

Perché il relativismo consiste proprio nell'accettazione di non conoscere la Verità.
Mentre il materialista, proprio per la sua auto collocazione, crede di conoscerla.
Al punto di affermare il "primato" della materia.

Il relativismo è nella sua essenza squisitamente spirituale!

Non confondiamo l'autentica spiritualità con la superstizione...
L'autentica spiritualità non ha niente a che vedere con il credere in enti soprannaturali.
Queste credenze sono la caduta, il fallimento dello slancio spirituale.

La spiritualità è consapevolezza del Nulla. Ossia che nulla è certo.

Viceversa il materialismo snobba in realtà ogni relativismo, perché consiste nel convincimento di conoscere la Verità! Anche se non lo ammette neppure a se stesso...
E non lo ammette, ammantandosi di un inconsistente relativismo, perché in caso contrario dovrebbe guardare senza infingimenti ciò che crede vero. E questa visione lo pietrificherebbe...

Quindi questa certezza materialista ha i piedi d'argilla.
Difatti, discuto con te per cercare di minare questa tua sicurezza.
Perché ne avresti un beneficio.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

L'anima "tecnicamente" viene definita psiche e la sua fenomenologia ne rivela l'indissolubilità con un corpo.  Il quale, a sua volta, nella condizione inanimata, si riduce allo stato di cadavere.

Questo è quanto, senza pretesa alcuna di assolutezze epistemiche che lasciamo volentieri ai teisti, é tutto ciò che obiettivamente possiamo dire su anima e corpo, psiche e soma, allo stato attuale della conoscenza.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve bobmax. Mi permetto replicarti attraverso le mie sottostanti controosservazioni che inserisco nel tuo testo, grassettando :


Citazione di: bobmax il 06 Dicembre 2020, 16:53:13 PM
Ciao Viator

Grazie per questo tuo intervento (Prego, non c'è di che).
Che mostra, a mio avviso, l'intrinseca contraddizione del pensiero materialista.

Perché il relativismo consiste proprio nell'accettazione di non conoscere la Verità.
Mentre il materialista, proprio per la sua auto collocazione, crede di conoscerla (affermazione tua.....).
Al punto di affermare il "primato" della materia (.....visto che affermare il primato di qualcosa su qualcos'altro non significa certo identificarlo con una presunta verità assoluta).

Il relativismo è nella sua essenza squisitamente spirituale!(concetto questo,  a me perfettamente oscuro).

Non confondiamo l'autentica spiritualità con la superstizione...(son d'accordo, infatti io non ho confuso).
L'autentica spiritualità non ha niente a che vedere con il credere in enti soprannaturali (condivido).
Queste credenze sono la caduta, il fallimento dello slancio spirituale (Per fortuna sono credenze e non armadi, altrimenti la loro caduta chissà quale fracasso farebbe).

La spiritualità è consapevolezza del Nulla. (E' stupefacente la tua ossessione per il Nulla, dopo che la vita mi ha costantemente mostrato folle su folle composte esclusivamente da ossessionati da qualcosa). Ovvero che nulla è certo (Ora sì che ragioni !).

Viceversa il materialismo snobba in realtà ogni relativismo, perché consiste nel convincimento di conoscere la Verità! (E ridaje !!). Anche se non lo ammette neppure a se stesso... (Messa così la capisco meglio : Il materialista - pur convinto intimamente di conoscere la verità assoluta - si guarda bene dall'ammettere ciò a sè od ad altri - credo per il giustificato razionale timore di dover passare per pazzo !).
E non lo ammette, ammantandosi di un incosistente relativismo, perché in caso contrario dovrebbe guardare senza infingimenti ciò che crede vero. E questa visione lo pietrificherebbe...(giustamente, come appunto ho detto appena qui sopra).

Quindi questa certezza materialista ha i piedi d'argilla (speriamo quindi che il tempo sia clemente e non faccia piovere).
Difatti, discuto con te per cercare di minare questa tua sicurezza (Data l'intenzione altruistica e benefica cui accenni qui sotto, te ne ringrazio di cuore. Io invece dialogo con te ed altri non per portarli verso mie sicurezze e credenze che non possiedo (vedere mia "firma" in calce ad ogni mio intervento), ma unicamente per egoistico ed - ahimè - sterilissimo piacere fornitomi dalla umana dialettica).
Perché ne avresti un beneficio. (Grazie ancora della tua premura).
Amichevoli saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Alexander


Buonasera Ipazia


Mi sembra una posizione strettamente materialista riduzionista, che ha il fastidioso effetto di chiudere la discussione in merito. L'anima, nel senso tradizionale del termine, è distinta dalla psiche.

bobmax

Far coincidere l'anima con la psiche è uno dei tratti caratteristici dello smarrimento moderno.

Che va di pari passo con la dimenticanza dello spirito.
Lo spirito è il grande rimosso di questa nostra epoca.

L'anima non è la psiche, l'anima è manifestazione dell'esistenza. E' una temporanea concretizzazione dell'esistenza che cerca la propria Trascendenza.

L'anima è l'io.

Nella sua ricerca l'anima, cioè l'io, è destinata ad annullarsi in Dio.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Ciao Viator

Lo vedo che lo fai per tuo piacere.

Ma chissà perché, sono dell'idea che questo non ti sia sufficiente...

Ciò che cerco di contrapporti non è affatto una "verità", ma l'applicazione concreta di ciò che scrivi nella tua firma.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Jacopus

Tornando (faticosamente) all'argomento, come noto, Cartesio mette l'anima in una parte del cervello, la ghiandola pineale. Lo fa perchè nei primi sezionamenti del cervello (condannati dalla Chiesa) si era osservata la simmetricità del cervello con la presenza di due emisferi opposti ed uguali ed al centro questa piccola parte sferica, che grazie alla sua unicità venne considerata da Cartesio la residenza dell'anima.
E' famosa, a questo proposito, l'obiezione della principessa di Boemia, con cui Cartesio corrispondeva per lettera, che contestava la presenza della res cogitans (ovvero dell'anima) in un pezzo di materia come la ghiandola pineale, che necessariamente fa parte della res extensa. Cartesio si guardò bene dal rispondere a questa obiezione, perchè avrebbe rischiato ovviamente la testa.
E' però interessante questa scelta di Cartesio nel voler comunque fissare in una sostanza fisica individuabile la res cogitans. Già in questa scelta è evidente lo spostamento di Cartesio verso il mondo materiale e strumentalizzabile ai fini dell'uomo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

Citazione di: Alexander il 06 Dicembre 2020, 18:59:02 PM

Buonasera Ipazia

Mi sembra una posizione strettamente materialista riduzionista, che ha il fastidioso effetto di chiudere la discussione in merito. L'anima, nel senso tradizionale del termine, è distinta dalla psiche.

Buonasera Alexander

Non è un caso se l'episteme moderna ha attraversato due millenni abbondanti di religioni abramitiche per pescare la traduzione greca dell'anima: ψύχω, che corrisponde al respiro, sintomo inequivocabile della condizione vitale di un essere umano.

Per altre interpretazioni dell'anima il problema, al di là di ogni riduzionismo, é proprio l'assenza di un sintomo che ci permetta di farci sopra un discorso solidamente fondato, ma ci si imbatta sempre in argomentazioni mitologiche che chiudono il discorso da sole.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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