Il paradosso di Fermi e l'equazione di Drake.

Aperto da Eutidemo, 08 Febbraio 2020, 14:55:25 PM

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Eutidemo

C'è vita (intelligente) nel resto dell'universo?
Esaminiamo, al riguardo, il paradosso di Fermi, l'equazione di Drake, nonchè le più recenti teorie di Berezin, e  dell'University of Humanity Institute della Oxford University (Anders Sandberg, Eric Drexler, Toby Ord),

LE "CHANCE" NUMERICHE
L'Universo "conosciuto", per non considerare quello "sconosciuto" (che è molto più vasto):
- contiene circa duemila miliardi di galassie simili alla nostra;
- solo nella nostra, che non è tra le più grandi, ci sono tra i 100 e i 400 miliardi di stelle;
- ogni stella della nostra galassia, e tutte quelle dei duemila miliardi di galassie simili alla nostra, sono potenzialmente al centro di un sistema planetario di una dozzina di pianeti in media.
Per cui, anche se la vita sulla Terra è indubbiamente il risultato di circostanze molto fortunate - casuali o volute da Dio- i fantasmagorici numeri di cui sopra lascerebbero supporre che il cosmo sia, di fatto, costellato di "esseri viventi".

***
QUALI ESSERI VIVENTI?
Già, ma quale genere di  "esseri viventi"?
Solo sul nostro pianeta, infatti, ce ne sono di ben sette tipologie, molto diverse tra di loro:
1)
Bacteria
2)
Archaea
3)
Protista
4)
Chromista
5)
Fungi
6)
Animalia
7)
Plantae
Noi, di solito, ci limitiamo (come Linneo) a considerare solo gli ultimi due, cioè "animali" e "piante"; ma la vita, sulla Terra, è molto più varia.
Figuriamoci nel resto dell'Universo, sembra lecito supporre!

***
Dal nostro punto di vista umano, però, la differenza più importante che facciamo nell'ambito delle creature viventi non è tanto di carattere "tassonomico" (come sopra), quanto, piuttosto, di carattere "intellettivo", in quanto noi le suddividiamo in:
- creature intelligenti (noi)
- creature non intelligenti (tutte le altre)
Il che, è, almeno a mio parere, è errato, perchè la differenza intellettiva tra i vari animali è di carattere "quantitativo" e non certo di carattere "qualitativo"; ed invero, anche non essendo uno scienziato, chiunque è in grado di rendersi conto che la differenza intellettiva che intercorre tra uno scarafaggio ed uno scimpanzè, è smisuratamente maggiore della differenza intellettiva che intercorre tra uno scimpanzè ed un uomo (sebbene quest'ultima sia indubbiamente notevolissima).
Per non parlare delle differenze intellettive tra le diverse specie di uomo; le quali, però, possono essere ricostruite solo dai manufatti preistorici,  in quanto, molto intelligentemente, la nostra specie ha provveduto all'estinzione di tutte le altre.

***
A questo punto, si potrebbe cominciare a disquisire:
- circa il fatto che si suppone che noi abbiamo un'"anima", mentre gli "animali" no (nonostante la contraddizione semantica);
- circa il fatto che noi umani abbiamo realizzato molte più cose, di quante non ne abbiano realizzate gli scimpanzè rispetto agli scarafaggi (sebbene tale criterio possa risultare discutibile);
e molto altro ancora!
Ma non è questo il tema del mio TOPIC, per cui, ai nostri fini, per cortesia, limitiamoci al concetto di più comune accezione.
Quindi, veniamo finalmente al tema.

IL PARADOSSO DI FERMI
Il paradosso di Fermi non riguarda tanto la vita in quanto tale, nelle sue varie forme, quanto quella "intelligente"; come noi, o anche di più.
Al riguardo, infatti, per dirla in sintesi, Fermi si chiedeva: "D'accordo, i fantasmagorici numeri di pianeti dell'universo lascerebbero supporre che il cosmo sia, di fatto, affollato di "esseri viventi", tra i quali, inevitabilmente anche quelli "intelligenti. Ma dove diamine sono finiti questi ultimi? Se ce ne fossero, alcuni di loro (almeno i più dotati) ci avrebbero fatto visita di persona, o, quantomeno, ci avrebbero comunicato in qualche modo la loro esistenza...e invece niente!"

***
Sul dilemma appena esposto - detto il Paradosso di Fermi - si sono cimentate le menti dei più geniali scienziati dell'ultimo secolo, e le possibili soluzioni non mancano: c'è chi dice che gli alieni siano "in letargo", o sepolti sotto croste di ghiaccio; chi sostiene siano bloccati da ostacoli di varia natura, e chi pensa siano già esistiti, ma che non ci siamo incrociati.

***
L'EQUAZIONE DI DRAKE
Nel 1961 l'astrofisico statunitense Frank Drake formulò la seguente equazione (nota anche come formula di Green Bank), che è stata formulata per stimare il numero di civiltà extraterrestri esistenti in grado di comunicare nella nostra galassia:
N = R * Fp * Ne * Fl * Fi * L
Laddove:
- N   è il numero di civiltà extraterrestri presenti oggi nella nostra Galassia con le quali si può pensare di stabilire una comunicazione;
- R*   è il tasso medio annuo con cui si formano nuove stelle nella Via Lattea;
- Fp    è la frazione di stelle che possiedono pianeti;
Ne   è il numero medio di pianeti per sistema planetario in condizione di ospitare forme di vita;
Fl    è la frazione dei pianeti ne su cui si è effettivamente sviluppata la vita;
Fi    è la frazione dei pianeti fl su cui si sono evoluti esseri intelligenti;
Fc    è la frazione di civiltà extraterrestri in grado di comunicare;
L    è la stima della durata di queste civiltà evolute.
Lo scienziato italiano Claudio Maccone, recentemente, viste le nuove scoperte di stelle, ha aggiornato tale equazione, traendone la conclusione che il numero ipotetico è compreso tra 0 e 15.785, con una media approssimativa di 4.590; cioè, circa un migliaio in più rispetto alla classica equazione di Drake.
Si tratta, però, di una formula, sia pure aggiornata, che, a mio parere, è basata su molti elementi del tutto "ipotetici" (alcuni del tutto "congetturali"); le cui conclusioni, quindi, a me sembrano molto opinabili.

LA TEORIA DI BEREZIN
Più recentemente, un fisico russo, Alexander Berezin della National Research University of Electronic Technology (MIET), ha proposto una nuova ipotesi, denominata "First in, last out" ("il primo che entra è l'ultimo a uscire"); cioè, secondo la sua teoria,  una volta che una specie aliena più intelligente delle altre arriva a sviluppare le capacità di viaggi interstellari, finisce inevitabilmente per "liquidare" tutte le altre esistenti in quel momento, nei suoi tentativi di espansione.
Cioè, osservo io, un po' come hanno fatto le varie specie di "homo", che, di volta in volta, si sono espanse sul pianeta Terra, "eliminando" le precedenti specie di "homo" meno evolute.
Secondo Berezin, tuttavia, nello spazio siderale la cosa sarebbe stata un po' diversa, trattandosi di differenze molto più spiccate di quelle tra le varie specie di "homo" (come sopra ipotizzavo io); ed infatti, secondo lui, una popolazione talmente evoluta da varcare i confini della propria stella potrebbe non accorgersi nemmeno dell'esistenza di altre forme di vita, perché poco interessata a tenerne conto, nella sua corsa alla espansione spaziale.
Al riguardo scrive: "Non ci noterebbero neanche, così come una squadra di demolizione non si accorge di un formicaio mentre costruisce un condominio."
Quindi noi siamo formiche, che aspettano solo di essere calpestate?
No, secondo Berezin, siamo invece proprio noi futuri distruttori di quei mondi che sembriamo cercare; cioè la civiltà umana potrebbe essere la prima a raggiungere le competenze per viaggi interstellari, quindi, probabilmente, sarà anche l'ultima a sparire.
A mio parere, l'ipotesi di Alexander Berezin è teoricamente possibile; ma, sinceramente, a me sembra un po' troppo congetturale ed ai limiti della fantascienza.
Come i romanzi del suo connazionale Isaac Asimov; di cui, da ragazzo, ero un appassionato lettore.

***
LA TEORIA DI SANBERG, DREXLER e ORD.
Ancora più recentemente, uno studio, prodotto dall'University of Humanity Institute della Oxford University, secondo nuovi calcoli, giunge alla conclusione che è molto probabile che gli umani siano i soli esseri viventi (oltre che intelligenti) che si trovano nell'universo; almeno quello osservabile.
La nuova ricerca, pubblicata in un articolo dal titolo "Dissolving the Fermi Paradox", rivaluta dunque questo paradosso e lo fa dando un nuovo sguardo alle equazioni di Drake, negli ultimi anni messa un po' da parte in quanto tacciata di troppo semplicismo e considerata troppo di parte nel tentativo di dimostrare che, data l'enorme vastità dell'universo e l'enorme numero di pianeti, la vita nel cosmo sia cosa comune.
Ed infatti, come pareva anche a me "a naso", l'equazione di Drake, così come altre proposte simili, assume implicitamente un livello troppo alto di certezza riguardo a parametri che invece sono altamente incerti (e, direi, "sconosciuti").
Ed infatti, esaminando in dettaglio questi parametri, e prendendo in essere modelli di transizioni chimiche e genetiche per quanto riguarda i percorsi all'origine della vita, i tre studiosi sono convinti che il livello di incertezza al riguardo sia davvero troppo grande, per presumere che possa ripetersi in altre parti dell'Universo; per quanto sterminato esso sia.
Sandberg, peraltro, sottolinea anche l'aspetto psicologico della faccenda, quando ci si trova di fronte ad un'equazione come quella di Drake: ed infatti se si è fiduciosi riguardo alla possibile esistenza di vita extraterrestre, è facilissimo ottenere stime ottimistiche.
Il che corrisponde alla "prima legge di Eutidemo", la quale  recita: "Il desiderio di credere che una cosa sia vera, è inversamente proporzionale alla probabilità che essa effettivamente lo sia."
Come l'esperienza mi ha insegnato più volte!

***
Per consolarci, però, lo stesso team di scienziati dell'University of Humanity Institute della Oxford University, ci ha tenuto a precisare che queste conclusioni non significano che l'umanità sia sola nell'universo in quanto a vita intelligente o che non si troverà mai traccia di civiltà extraterrestri, sia passate che presenti; ed infatti, la conclusione dello studio dovrebbe solo lasciare intendere che, con le conoscenze che abbiamo oggi, bisogna essere molto più prudenti e che l'unica stima intelligente da fare oggi è che l'umanità è l'unica specie intelligente in tutta la Via Lattea.
E che non dovrebbe neanche sorprenderci se lo fossimo anche in tutto il resto l'universo osservabile.

***
A me, a dire il vero, la cosa non sorprenderebbe affatto, in quanto:
- lo scaturire della vita dalla materia inerte, è un risultato così sorprendente, che, nella storia del nostro pianeta, si è verificato "una volta sola", per un concorso di eccezionali combinazioni ambientali, che poi, per miliardi di anni (e tutt'ora) non si è mai più verificato, e che, probabilmente, non si verificherà mai più.
- lo scaturire della vita intelligente di tipo umano, dalla già straordinaria vita animale pura e semplice, è un risultato così notevole, che, nella storia del nostro pianeta, si è verificato "una volta sola", nell'ultimo scorcio della "storia della vita" sul pianeta terra.
Cioè, è come se una scimmia avesse lanciato in aria migliaia di tasselli dello scarabeo, e questi, ricadendo a terra, avessero formato il testo dell'Eneide; e poi, tirandoli di nuovo in aria, avessero pure formato il testo della Divina Commedia.
E' già un miracolo che questo sia accaduto, una duplice volta, in un punto sperduto della Via Lattea; ma che sia accaduto altre volte anche altrove, a me sembra alquanto improbabile.

***
Ovviamente, se, come nelle antiche tragedie, facciamo calare dall'alto il provvidenziale "deus ex machina", tutto si risolve facilmente; è una soluzione che a me sembra un po' troppo comoda, però non la escludo affatto!

***

viator

Salve Eutidemo. Il semplice guaio di tutte queste riflessioni è che esse sono autoreferenziali. Il soggetto di una riflessione o di una trasformazione ti assicuro che è proprio proprio proprio inadatto al riconoscimento delle cause che l'hanno generata !

Quando ci interroghiamo su queste cose siamo costretti ad usare uno specchio il quale - in modo naturalissimo, inverte rigorosamente i riferimenti cui pensiamo di poterci ancorare. Tali riferimenti consistono semplicemente nel rapporto tra le cause e gli effetti.

Infatti (citandoti) : "Cioè, è come se una scimmia avesse lanciato in aria migliaia di tasselli dello scarabeo, e questi, ricadendo a terra, avessero formato il testo dell'Eneide; e poi, tirandoli di nuovo in aria, avessero pure formato il testo della Divina Commedia", queste considerazioni - notoriamente tipiche - si limitano appunto a capovolgere il punto di partenza con quello di arrivo.

E' ingenuo meravigliarsi a posteriori di ciò che è avvenuto senza alcuna intenzione di generare la nostra meraviglia da parte di chi o cosa l'ha generato (il cosiddetto "caso" oppure una qualsiasi sequenza di cause-effetti oppure una cosiddetta (sicuramente imperscrutabile) "volontà divina".

Sarebbe come se, nel contemplare un lussureggiante panorama trovandolo meraviglioso, pensassimo che qualcuno - prima del nostro arrivo - lo abbia confezionato pensando a soddisfare il nostro senso ESTETICO il quale invece - assieme al concetto UMANO di ORDINE e di ARTE - è creazione solo posteriore alla NOSTRA "EVOLUZIONE".

Noi troviamo bello, meraviglioso, ordinato, sensato solo ciò che - pur essendo stato generato magari in mancanza di intenzioni - CI PIACE o CI GIOVA o CREDIAMO DI POTER CAPIRE IN TERMINI DI RELATIVITA' UMANA. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

Sul fatto che la vita sia esplosa sulla terra per una serie straordinaria di coincidenze è innegabile. Ma la casualità di questo evento è ripetibile proprio in virtù della molteplicità delle possibilità offerte da un universo così vasto. Fare 6 con i dadi per 100 volte consecutive è quasi impossibile, ma dobbiamo pensare ad un Tizio che prova a lanciarli per miliardi di anni insieme ad altri infiniti Tizi, sparsi nello spazio, che fanno la stessa cosa. Prima o poi accadrà.
Non aver avuto mai contatti con civiltà aliene dipende dalle leggi della fisica. La velocità della luce non è superabile e alla velocità della luce si potrebbe raggiungere la Stella più vicina in quattro anni. Con lo stesso limite devono confrontarsi le altre eventuali civiltà extraterrestri.
L'unico progetto realistico di colonizzazione dello spazio riguarda Marte.
In realtà 'unico modo per entrare in contatto con altre civiltà è quello della propagazione delle trasmissioni dei dati via radio e via satellite. Il nostro ascolto di questa dimensione risale a qualche decennio e quindi possiamo essere almeno certi che nel raggio di 20-30 anni luce non vi sono civiltà che hanno scoperto le trasmissioni radio. Però potrebbero esservi civiltà che costruiscono piramidi o mondi colonizzati da api giganti. In ogni caso 20-30 anni luce sono una distanza irrisoria. La nostra galassia ha un diametro di 100.000 anni luce e quindi, considerando la posizione periferica del sistema solare, solo fra 70-80 mila anni le trasmissioni radio di Guglielmo Marconi raggiungeranno tutta la nostra galassia e viceversa un Guglielmo Marconi alieno ci raggiungerà fra lo stesso tempo se oggi iniziasse a trasmettere.
Resta inoltre il problema di come la propagazione radio nello spazio si distorca all'aumentare della distanza.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Sariputra

Io ci andrei cauto ad inviare segnali nello spazio. Chi ci garantisce che gli eventuali riceventi siano pacifici? Pieni di sano disinteresse? Se somigliano a noi poi, famosi per rispettare le culture diverse dalla nostra...Comunque gli alieni sono già qui da migliaia di anni, si dice. La base è nel  fondo del Pacifico (mentre una più piccola, per l'UE, è sull'Altopiano dei sette comuni) e, ogni notte, quatti quatti, gli ufo spuntano luccicanti dalle acque e si disperdono nei cieli dove, avvistati da seri piloti professionisti, civili e militari, e da albatri solitari, piroettano in modo impossibile per le nostre conoscenze tecnologiche. Nelle piramidi sono ben raffigurati. Spesso rapiscono qualche ignaro terrestre e lo scrutano per bene. A volte lo liberano, altre volte se lo mangiano (le suocere, purtroppo, le liberano sempre, chissà perché..)...Quelli liberati raccontano di essere stati punzonati per bene (anche nelle parti intime...). Spesso questi fortunati rimangono con la temperatura corporea alta per sempre... Io ne ho visto uno di questi alieni sull'Altopiano d'Asiago. Mentre meditavo solitario una notte in un'abetaia ho sentito dei rumori e ho visto un essere di tipo umanoide (ossia con una testa e quattro arti..) sbucare dal folto e osservarmi per un attimo. Poi se n'è andato con un balzo incredibile, come provenisse da un pianeta con una gravità molto superiore alla nostra ( o con molle al posto delle zampe..)...
I russi poi amano sinceramente gli alieni. Il 6 luglio scorso, tra i prati e i fiumi di Vologdà ,un gruppo di bambini giurò di aver visto un essere giallo-nero, senza testa, con braccia lunghe fin sotto le ginocchia. L' umanoide vide una donna in rosso e, per qualche secondo, la fece sparire. Di più, i bambini, non vollero, o non seppero, aggiungere.
Speriamo solo che, così piccoli, non siano già dediti alle abbondanti libagioni di vodka di pessima qualità, tipiche di quelle genti, le cui ragazze, bellissime in giovinezza, si riducono poi prestissimo...si riducono in modo...beh! Lasciamo perdere.... :o
"Ci sono più cose in cielo e in terra, Eutidemo, di quante possa comprenderne la tua filosofia"... ::)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

viator

Salve Jacopus. Ricollegandomi a quanto ho scritto appena prima di te, ecco che tu lo confermi mostrando di credere inusuale, straordinario, mirabolante ciò (l'uscita di 100 "6" consecutivi al gioco dei dadi) che è semplice conseguenza di una monotona reiterazione spinta alla (che so...) 10 alla 50.esima potenza...................cioè il frutto di una NECESSITA' tutto sommato prevedibile se statisticamente interpretata.  Saluti.                                                  ì
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

viator

Salve Sariputra. Citandoti : "Io ci andrei cauto ad inviare segnali nello spazio. Chi ci garantisce che gli eventuali riceventi siano pacifici?".
Io in proposito preferirei il cinismo. La cosa importante per noi non sarebbe che siano pacifici. Meglio sperare che ci siano utili (più dei migranti, ad esempio). Poi potrebbero benissimo essere bellicosissimi e contemporaneamente manipolabilissimi (i due aspetti sono tranquillamente compatibili), in modo da poterli utilizzare come mercenari che combattano per procura (avete presente la Legione Straniera ?). Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

viator

Salve Eutidemo. Citando il tuo esordio : "C'è vita (intelligente) nel resto dell'universo?".
Lasciami bonariamente notare che questo è il classico quesito privo di senso (certamente tu ciò lo saprai già, ma anche gli spunti privi di senso, trattati da te, diventano interessanti) poichè basato su termini fondamentali che tutti credono di saper significati mentre invece................

Infatti, nonostante tale mia ovvia e deprimente considerazione, questo argomento sembra rappresenti una specie di faro esistenzial-scientifico-filosofico per il fior fiore di certa cultura occidentale.

Io troverei del tutto ovvio che - al di fuori dei nostri sensi - esistano esseri in qualche modo "viventi" (non mi dilungo sulla definizione di "vita", per cui facciam finta che essa sia arcinota e totalmente incontrovertibile per tutti gli esseri umani).

I miei dubbi invece riguardano l'intelligenza (la cui definizione è arcidubbia e completamente discutibile per ciascuno di noi).
Ma come ? Noi umani siamo fatti in certo modo, possediamo delle abilità (diverse ma biologicamente equivalenti a quelle di qualsiasi specie vivente), possediamo delle limitazioni (idem c.s.), abbiamo riempito il pianeta (aspetto in sè neutrale e relativo........l'abbiamo riepito più dei lupi ma meno delle formiche), lo modifichiamo a nostro (apparente e limitato) piacimento (ciò si verifica anche da parte dei coralli, delle muffe etc.), lo subiamo ampiamente (come tutte le altre specie), abbiamo sviluppato le culture (che altro non sono che uno strumento di comunicazione ... e la comunicazione non è certamemte una esclusiva umana).........................in sostanza, noi umani siamo fatti in modo specificamente umano come ogni altra specie è fatta a modo proprio epperò, ogni volta che passiamo davanti ad uno specchio (magari psicoculturale) non riusciamo a fare a meno di rimirarci e di trovarci così "speciali", "diversi" e persino bellocci.

Abbiamo anche dato un nome a questa immagine che di noi stessi coltiviamo : l'abbiamo chiamata "intelligenza",
L'intelligenza invece è semplicemente l'attitudine biologica (innata e/o maturata) al sapersi efficacemente adattare (non importa se in modi attivi o passivi!) all'ambiente che circonda.

Per alcuni di noi invece la perversione di tale concetto arriva ad affermare che tanto più si riesce ad opporsi a ciò che ci circonda, tanta più "intelligenza" si dimostra. Vedansi i frutti del confronto tra natura e tecnologia.

Ora è chiaro che, sull base di tali presupposti, risulterà impossibile per l'umanità il poter riconoscere l'esistenza di forme di vita più "intelligenti" di chi ha creato, coltivato, e sbandierato così a lungo tale termine. Saluti
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Concordo pienamente con Jacopus. Non solo l'evoluzione scientifica ci ha tolto i numi, ma pure gli extraterrestri, viste le grandi distanze dei sistemi similsolari, la diacronia evolutiva e l'eccezionalità delle condizioni ambientali che permettono l'esistenza di biologie similterrestri. Siamo soli e tanto vale farsene una ragione. Tanto per l'assenza dei numi che degli e.t. al dilemma "fortuna, sfortuna? chissà!" propenderei per la prima.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#8
Una volta che nasce la vita è solo questione di tempo che diventi intelligente , anche se a , onor del vero , non vedo tale evento come una stretta necessità.
Quindi la questione può ridursi a se c'è vita.
Come si fa' poi a dire che la vita sulla terra sia nata una sola volta?
È dimostrabile?
Come si fa' a dire che la probabilità che nasca la vita sia altissimamente improbabile , se non sappiamo come nasce?
Diamo comunque per scontato che la nascita della vita sia un evento discontinuo , da cui l'improbabilta' dell'evemto.
Come facciamo ad esserne certi che sia un evento discontinuo?
Inoltre , se siamo invasi dagli alieni come facciamo a dare per scontato di poterli percepire?
Ma poi , se rinunciamo al requisito dell'intelligenza, le vostre previsioni cambiano?
Sono comunque d'accordo con Viator che la richiesta di tale requisito è fuorviante .
Anche le formiche nel loro piccolo...sono intelligenti... ma non sono certo di che tipo di percezione hanno di noi ne' se c'è l'hanno.
Magari è così anche per noi.
Ma questo non significa che siamo stupidi.
Quindi per rispondere a Fermi.
Magari non sono mai venuti a trovarci gli alieni perché sono stati sempre qui.🙏
Se facciamo tesoro della nostra esperienza , quindi se è vero che siamo "intelligenti" , sappiamo che la risposta a certe domande è semplice quando ci spostiamo dalle centralità in cui senza saperlo ci annidiamo.
Qual'e' il centro in cui ci annidiamo oggi?
È la coscienza.
Diamo quindi per scontato che se avessimo avuto un contatto con alieni ne avremmo coscienza.
È non intendo con ciò che ci abbiamo rapiti e ci abbiamo fatto il lavaggio del cervello.
La questione potrebbe essere più semplice di qualsivoglia improbabile equazione .... una questione di pratica umiltà più che di intelligenza.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Una volta che, nata la vita, sia solo questione di tempo prima che essa diventi intelligente, è sicuramente possibile ma è pure molto opinabile, in quanto:
a)
Delle sette diverse forme di vita esistenti sulla terra, in quasi quattro miliardi di anni soltanto quella animale è riuscita, infine, ad esprimere una specie di vita intelligente (per un periodo molto breve, sinora).
b)
Ci è riuscita per puro miracolo, perchè più volte in quattro miliardi di anni, l'intera vita è stata ad un passo dall'estinzione "totale" (come nel Permiano, 251,4 milioni di anni fa).

***
Quanto al fatto che la vita sulla terra sia nata una sola volta, così sembra inequivocabilmente risultare dai reperti paleontologici.
In ogni caso, è certo che, almeno da qualche miliardo di anni, ciò non si è più verificato, perchè le condizioni ambientali non avrebbero più consentito che ciò si verificasse; ed infatti, sebbene si sappia solo con molta approssimazione come la vita, 3,9 miliardi di anni fa, sia scaturita dalla materia inerte, si sa invece con molta maggior certezza quali erano le condizioni ambientali che (allora) lo hanno consentito.
Le quali, oggi come oggi, e da miliardi di anni in qua, non si sono più ripresentate!

***
Ed invero un tempo si riteneva che gli esseri viventi più semplici, potessero tutt'ora nascere spontaneamente dal fango o da carcasse in putrefazione;  ma ormai, nessuno mette più in discussione la "biogenesi", e, cioè, che la vita può generarsi solo a partire da altri esseri viventi (a cominciare dagli inequivocabili esperimenti di Francesco Redi e di Lazzaro Spallanzani).

***
Hai invece ragione nel dire che, se siamo invasi dagli alieni come facciamo a dare per scontato di poterli percepire?
Ed infatti, allo stesso modo, se i nostri boschi fossero affollati di elfi e di gnomi, come facciamo a dare per scontato di poterli percepire?
Però, il fatto di non poter dimostrare che una cosa "non c'è", non dimostra affatto che quella cosa "ci sia" sul serio!
Vedi il mio TOPIC "La mano e la moneta".
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/la-mano-e-la-moneta/
Ma non era mia intenzione discuterne anche in questo TOPIC, il cui oggetto era ben diverso.

***
Quanto al concetto di intelligenza, in effetti, esso è molto opinabile; come io stesso, dopo essere stato battuto "intellettivamente" da uno scimpanzè nel "test" della nocciolina, ho argomentato nel mio TOPIC "L'intelligenza e la stupidità".
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/l'intelligenza-e-la-stupidita'/
Ma non era mia intenzione discuterne anche in questo TOPIC, il cui oggetto era ben diverso.

***
Quanto al fatto che noi diamo per scontato che se avessimo avuto un contatto con gli alieni ne avremmo sicuramente consapevolezza, in effetti, io la penso proprio così; così come i pellerossa hanno a loro volta avuto (purtroppo) perfetta consapevolezza del loro contato con i coloni inglesi...nè poteva essere altrimenti.
A meno che i i coloni inglesi fossero impercepibili, ovvero grandi come formiche.
Ma questo è un modo di ragionare assolutamente:
- non dimostrativo;
-  fallace;
- paralogistico; 
come da me argomentato nel mio TOPIC "La mano e la moneta".
Si tratta solo di un "sofisma"!
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/la-mano-e-la-moneta/
Ma non era mia intenzione discuterne anche in questo TOPIC, il cui oggetto era ben diverso.

***
Cosa voglia dire, poi,  che si tratta di "una questione di pratica umiltà più che di intelligenza", mi sfugge completamente il senso di una tale affermazione!

***
Un saluto :)

Eutidemo

Ciao Viator. :)  
"Autoreferenziale" è ciò che fa riferimento esclusivamente a se stessi, trascurando  e perdendo ogni rapporto:
- con la realtà esterna;
- con quello che dicono gli altri; 
- con la complessità dei problemi. 
Ne consegue che la tua accusa nei miei confronti è assolutamente infondata, in quanto, come "documentalmente" risulta dal mio primo intervento, io, più che esprimere mie "autoreferenziali" idee personali, mi sono limitato semplicemente a riportare quelle di Fermi, di Drake, di Berezin,  di Anders Sandberg, di Eric Drexler, e di Toby Ord, e relative formule matematiche e ragionamenti, riservandomi solo, legittimamente, di commentarle secondo la mia personale opinione.
Per cui, oggettivamente, l'accusa di "autorefenzialità" dovresti soppesarla meglio, incartarla, e poi riportatela a casa; perchè, senza offesa, a me pare proprio che "autoreferenziali" siano i tuoi ragionamenti, e non certo i miei!

***
Quanto al fatto che "il soggetto di una riflessione è inadatto al riconoscimento delle cause che l'hanno generata":
- si tratta di una proposizione dal significato alquanto oscuro;
- dovrebbe, comunque, valere sia per me che per te.
Cosa c'entri, poi, pure "il soggetto di una trasformazione", mi risulta ancora più "criptico".
 
***
Progredendo in "cripticità", poi scrivi:
"Quando ci interroghiamo su queste cose siamo costretti ad usare uno specchio il quale - in modo naturalissimo, inverte rigorosamente i riferimenti cui pensiamo di poterci ancorare. Tali riferimenti consistono semplicemente nel rapporto tra le cause e gli effetti."
Cosa diamine dovrebbe "significare" tale macchinosa e punto chiara formulazione, i cui termini poco espliciti non manifestano un legame logico tra di loro?
Quali cose?
Quale specchio?
Quale inversione?
Quali ancore?
Quali cause?
Quali effetti?
Mi sembra proprio un responso della Sibilla Cumana!

***
Per fortuna, consapevole della scarsa chiarezza del tuo assunto, citi il mio scherzoso esempio della scimmia:
"Cioè, è come se una scimmia avesse lanciato in aria migliaia di tasselli dello scarabeo, e questi, ricadendo a terra, avessero formato il testo dell'Eneide; e poi, tirandoli di nuovo in aria, avessero pure formato il testo della Divina Commedia".

***
Al riguardo, tu osservi: "...queste considerazioni - notoriamente tipiche (???)- si limitano appunto a capovolgere il punto di partenza con quello di arrivo."
A parte il fatto che "notoriamente tipiche" non significa assolutamente niente, dovresti spiegare meglio:
- quale sarebbe secondo te "il punto di partenza" del mio scherzoso esempio;
- quale sarebbe secondo "il punto di arrivo" del mio scherzoso esempio;
- in che modo essi sarebbero stati da me "capovolti".
Finchè non determini bene tutto ciò, quanto scrivi mi suona del tutto vano ed incomprensibile!

***
Quanto al fatto che sia ingenuo meravigliarsi "a posteriori" di ciò che è avvenuto, mi sembra difficile che ci si possa meravigliare "a priori" di qualcosa che deve ancora avvenire; sarebbe come applaudire uno spettacolo, prima ancora che si sollevi il sipario. 

***
A parte tale considerazione di carattere cronologico, non dubito affatto che la rosa (dopo essere sbocciata) non abbia alcuna intenzione di generare la nostra meraviglia; il che, però, non significa affatto che  la nostra meraviglia non sia giustificata.

***
Sono invece perfettamente d'accordo (almeno per come la vedo io) con le tue successive considerazioni, che, finalmente, trovo:
- comprensibili;
- condivisibili.
"Sarebbe come se, nel contemplare un lussureggiante panorama trovandolo meraviglioso, pensassimo che qualcuno - prima del nostro arrivo - lo abbia confezionato pensando a soddisfare il nostro senso ESTETICO il quale invece - assieme al concetto UMANO di ORDINE e di ARTE - è creazione solo posteriore alla NOSTRA "EVOLUZIONE".
Anche secondo me è così (sebbene altri non la pensino come noi).

***
Così come condivido in pieno anche la tua conclusione:
"Noi troviamo bello, meraviglioso, ordinato, sensato solo ciò che - pur essendo stato generato magari in mancanza di intenzioni - CI PIACE o CI GIOVA o CREDIAMO DI POTER CAPIRE IN TERMINI DI RELATIVITA' UMANA." 
Anche secondo me è così (sebbene altri non la pensino come noi).

***
Detto questo, però, non capisco minimamente:
- cosa c'entri questo con il mio TOPIC;
- cosa c'entrino le tue comprensibili e condivisibili conclusioni, con le tue poco comprensibili e poco condivisibili premesse.
Per me: "Non sequitur!"

***
Un saluto! :)

iano

#11
Citazione di: Eutidemo il 09 Febbraio 2020, 06:57:35 AM
Ciao Iano. :)
Una volta che, nata la vita, sia solo questione di tempo prima che essa diventi intelligente, è sicuramente possibile ma è pure molto opinabile, in quanto:
a)
Delle sette diverse forme di vita esistenti sulla terra, in quasi quattro miliardi di anni soltanto quella animale è riuscita, infine, ad esprimere una specie di vita intelligente (per un periodo molto breve, sinora).
b)
Ci è riuscita per puro miracolo, perchè più volte in quattro miliardi di anni, l'intera vita è stata ad un passo dall'estinzione "totale" (come nel Permiano, 251,4 milioni di anni fa).

***
Quanto al fatto che la vita sulla terra sia nata una sola volta, così sembra inequivocabilmente risultare dai reperti paleontologici.
In ogni caso, è certo che, almeno da qualche miliardo di anni, ciò non si è più verificato, perchè le condizioni ambientali non avrebbero più consentito che ciò si verificasse; ed infatti, sebbene si sappia solo con molta approssimazione come la vita, 3,9 miliardi di anni fa, sia scaturita dalla materia inerte, si sa invece con molta maggior certezza quali erano le condizioni ambientali che (allora) lo hanno consentito.
Le quali, oggi come oggi, e da miliardi di anni in qua, non si sono più ripresentate!

***
Ed invero un tempo si riteneva che gli esseri viventi più semplici, potessero tutt'ora nascere spontaneamente dal fango o da carcasse in putrefazione;  ma ormai, nessuno mette più in discussione la "biogenesi", e, cioè, che la vita può generarsi solo a partire da altri esseri viventi (a cominciare dagli inequivocabili esperimenti di Francesco Redi e di Lazzaro Spallanzani).

***
Hai invece ragione nel dire che, se siamo invasi dagli alieni come facciamo a dare per scontato di poterli percepire?
Ed infatti, allo stesso modo, se i nostri boschi fossero affollati di elfi e di gnomi, come facciamo a dare per scontato di poterli percepire?
Però, il fatto di non poter dimostrare che una cosa "non c'è", non dimostra affatto che quella cosa "ci sia" sul serio!
Vedi il mio TOPIC "La mano e la moneta".
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/la-mano-e-la-moneta/
Ma non era mia intenzione discuterne anche in questo TOPIC, il cui oggetto era ben diverso.

***
Quanto al concetto di intelligenza, in effetti, esso è molto opinabile; come io stesso, dopo essere stato battuto "intellettivamente" da uno scimpanzè nel "test" della nocciolina, ho argomentato nel mio TOPIC "L'intelligenza e la stupidità".
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/l'intelligenza-e-la-stupidita'/
Ma non era mia intenzione discuterne anche in questo TOPIC, il cui oggetto era ben diverso.

***
Quanto al fatto che noi diamo per scontato che se avessimo avuto un contatto con gli alieni ne avremmo sicuramente consapevolezza, in effetti, io la penso proprio così; così come i pellerossa hanno a loro volta avuto (purtroppo) perfetta consapevolezza del loro contato con i coloni inglesi...nè poteva essere altrimenti.
A meno che i i coloni inglesi fossero impercepibili, ovvero grandi come formiche.
Ma questo è un modo di ragionare assolutamente:
- non dimostrativo;
-  fallace;
- paralogistico;
come da me argomentato nel mio TOPIC "La mano e la moneta".
Si tratta solo di un "sofisma"!
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/la-mano-e-la-moneta/
Ma non era mia intenzione discuterne anche in questo TOPIC, il cui oggetto era ben diverso.

***
Cosa voglia dire, poi,  che si tratta di "una questione di pratica umiltà più che di intelligenza", mi sfugge completamente il senso di una tale affermazione!

***
Un saluto :)
Hai demolito tutte le mie critiche 😊
Però non intendevo sostenere la generazione spontanea .
Ogni scarrafone ha la sua mamma.
Intendevo dire che ciò che noi immaginiamo come evento discontinuo , la nascita della vita ,non è detto che sia tale , e che questo penso cambi la probabilità dell'evento , che in effetti resterebbe tale solo convenzionalmente.
Inoltre per dimostrare che la vita non sia nata sulla terra più volte non è sufficiente constatare la mancanza di reperti.
Siccome perché ciò accada devono presentarsi le condizioni favorevoli , alla nascita e alla sopravvivenza ,una condizione sfavorevole a ciò potrebbe essere una vita già esistente.
Per quel che ne sappiamo , se anche si trattasse di un evento discontinuo ,la vita potrebbe generarsi  e annichilirsi in continuazione come succede alle particelle materiali.
Del fatto poi che noi abbiamo coscienza che vi sia una distinzione netta fra materia inanimata e materia vivente credo che alla realtà delle cose interessi ben poco.
Credo sia più difficile sostenere ,la vita, compresa quella intelligente , come evento unico , che non il contrario , visto che non sappiamo bene cosa sia la materia , cosa sia la vita, e se ci sia fra essi la netta distinzione che a noi appare.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Jacopus :)
Hai perfettamente centrato il problema! ;)
Ed infatti:
- sul fatto che la vita sia esplosa sulla terra per una serie straordinaria di coincidenze è innegabile; 
- la casualità, però, che questo evento sia, almeno teoricamente, ripetibile discende dalla molteplicità delle possibilità offerte da un universo così vasto (il quale, peraltro, pare sia interamente composto dagli "stessi" elementi). 

***
Il tuo esempio dei dadi, quindi, , secondo me, è perfettamente pertinente.
Ed invero, fare 6 con i dadi per 100 volte consecutive è quasi impossibile, ma se un individuo prova a lanciarli per miliardi di anni insieme ad altri infiniti Tizi, sparsi nello spazio, che fanno la stessa cosa, la cosa, prima o poi accadrà.

***
Ma il problema è un altro!
Ed infatti:
a)
Fare 6 con i dadi per cento volte di seguito, lanciandoli un "numero infinito" di volte in vari luoghi di un "universo infinito", è pressochè certo.
b) 
Fare, invece, 6 con i dadi per cento volte di seguito, lanciandoli un "numero finito" di volte in vari luoghi di un "universo finito", dipende dal rapporto numerico tra le due cifre; più esse sono elevate (come nel caso del nostro universo) e più diventa probabile e diffuso il risultato... che, però, non sarà mai certo.
Ed infatti, anche l'equazione di Drake ed i suoi aggiornamenti, partono da ZERO.
c)
Nel caso della vita, inoltre:
- le combinazioni necessarie per la sua nascita, sono smisuratamente superiori a tutte quelle possibili tra due dadi;
- le combinazioni necessarie per la sua nascita, inoltre, dipendono anche da circostanze ambientali casuali innumerevolmente superiori a quelle relative al lancio di due dadi, che si intendono fatte "ceteris paribus".

***
Quanto al fatto, poi, che, non aver avuto mai contatti con civiltà aliene dipenda dalle leggi della fisica e dalla velocità della luce, questo è vero per le leggi della fisica che attualmente noi umani riteniamo intangibili (sebbene ogni cento anni vengano da noi stessi superate); ma non è affatto detto che i nostri limiti non possano essere stati superati da millenni, da altre eventuali civiltà extraterrestri.
Gli antichi Romani erano molto evoluti, ma non sarebbero mai potuti sbarcare in Britannia con i paracadutisti; anzi, secondo me non erano neanche in grado di poter soltanto immaginare una cosa del genere. ::)

***
In ogni caso, già qualche scienziato terrestre comincia ad ipotizzare il modo di superare (o meglio, aggirare) il problema della "velocità della luce".
Ad esempio, Miguel Alcubierre, ha teorizzato la possibilità di viaggiare nello spazio utilizzando una "bolla di curvatura" in cui lo spazio di fronte alla bolla viene contratto mentre quello dietro viene espanso: in tal modo sarebbe possibile muoversi più velocemente di un raggio di luce che viaggia all'esterno della bolla pur non infrangendo i limiti della relatività.
Non dubito affatto che civiltà avanti di millenni rispetto alla nostra, potrebbero aver trovato più di una soluzione al problema.
Almeno in teoria!::)

***
E' vero che l'unico progetto realistico di colonizzazione dello spazio riguarda Marte:
- per quanto concerne noi terrestri del XXI secolo sicuramente;
- per quanto, invece, concernerà noi terrestri del XXXI secolo (e, magari, ipotetici alieni più avanzati di noi), lo sbarco su Marte potrebbe equivalere ad una "gita fuori porta".

***
Per ora, e per noi terrestri, è sicuramente vero che l'unico modo per entrare in contatto con altre civiltà è quello della propagazione delle trasmissioni dei dati via radio e via satellite; però, così come non possiamo affermare che per noi sarà per sempre così, a maggior ragione non possiamo affermare che, già da millenni, se fossero esistite, altre civiltà più evolute non avrebbero potuto inviarci comunicazioni via radio.
Ma ciò non è avvenuto!
Il che non dimostra affatto che non ci siano mai state; ma, per me, costituisce un forte indizio in tal senso.

***
Il nostro ascolto verso lo spazio via radio risale a qualche decennio fa, ma questo:
-  ci rende certi soltanto che nel raggio di 20-30 anni luce non ci sono civiltà che hanno scoperto le trasmissioni via "radio";
- però non  ci rende affatto certi che nel raggio di 20-30 anni luce vi siano civiltà che hanno scoperto altri tipi di trasmissioni siderali, che noi non riusciamo a ricevere e/o a comprendere (mentre loro, non avendo inventato la radio, non riescono a ricevere e/o a comprendere le nostre). 

***
Insomma, è tutto molto ipotetico!
L'unica cosa certa, è che, sinora, nessun UFO ha chiesto ad una torre di controllo il permesso di poter atterrare; nè, fortunatamente, nessun UFO è atterrato senza permesso!
Il che, ovviamente, non esclude che non lo facciano per i loro buoni motivi.

***
Un saluto! :)

Eutidemo

Ciao Sariputra :)
In effetti, anche io (come te) ci andrei abbastanza cauto ad inviare segnali nello spazio; ed infatti, chi ci garantisce che gli eventuali riceventi (se esistono) siano pacifici?  ::)

***
Quanto al fatto che "si dice" che gli alieni siano già qui da migliaia di anni, però non ce n'è "prova" alcuna; per cui, in base al Rasoio di Occam, fino a prova contraria, per me la notizia risulta "tamquam non esset".
Idem dicasi per quanto riguarda le basi sottomarine e la collaborazione nella costruzione delle piramidi e corbellerie varie; sulle quali fantasie non intendo perdere tempo a soffermarmi. ;D

***
Quanto al fatto che tu avresti visto uno di questi alieni sull'Altopiano d'Asiago, il tuo racconto è davvero spassoso; ma non pensare che io possa essere tanto ingenuo da credere che tu possa parlare sul serio.
Lo so benissimo che Carnevale è alle porte; non ci casco!!! ;D  ;D  ;D

***
Idem dicasi per i fantasiosi resoconti dei russi!

***
Lo so benissimo che, come Amleto rimprovera ad Orazio: "Ci sono più cose in cielo e in terra, di quante io me ne possa sognare nella mia filosofia!".
Però, la mia esperienza ed il mio buon senso, mi hanno insegnato a non confondere mai i sogni e le dicerie con la realtà delle cose.
Per questo Romeo rimprovera Mercuzio, che si inventa fantasiose balle sulla immaginaria Regina Mab, dicendogli: "Calma Mercuzio: tu parli di nulla!"
E lui ammette: "È vero, io parlo dei sogni, figli d'una mente vagabonda, generati da una vana fantasia, fatta d'una sostanza leggera come l'aria e più incostante del vento!" ;)

***
Un saluto! :)

Eutidemo

Citazione di: viator il 08 Febbraio 2020, 22:17:52 PM
Salve Eutidemo. Citando il tuo esordio : "C'è vita (intelligente) nel resto dell'universo?".
Lasciami bonariamente notare che questo è il classico quesito privo di senso (certamente tu ciò lo saprai già, ma anche gli spunti privi di senso, trattati da te, diventano interessanti) poichè basato su termini fondamentali che tutti credono di saper significati mentre invece................

Infatti, nonostante tale mia ovvia e deprimente considerazione, questo argomento sembra rappresenti una specie di faro esistenzial-scientifico-filosofico per il fior fiore di certa cultura occidentale.

Io troverei del tutto ovvio che - al di fuori dei nostri sensi - esistano esseri in qualche modo "viventi" (non mi dilungo sulla definizione di "vita", per cui facciam finta che essa sia arcinota e totalmente incontrovertibile per tutti gli esseri umani).

I miei dubbi invece riguardano l'intelligenza (la cui definizione è arcidubbia e completamente discutibile per ciascuno di noi).
Ma come ? Noi umani siamo fatti in certo modo, possediamo delle abilità (diverse ma biologicamente equivalenti a quelle di qualsiasi specie vivente), possediamo delle limitazioni (idem c.s.), abbiamo riempito il pianeta (aspetto in sè neutrale e relativo........l'abbiamo riepito più dei lupi ma meno delle formiche), lo modifichiamo a nostro (apparente e limitato) piacimento (ciò si verifica anche da parte dei coralli, delle muffe etc.), lo subiamo ampiamente (come tutte le altre specie), abbiamo sviluppato le culture (che altro non sono che uno strumento di comunicazione ... e la comunicazione non è certamemte una esclusiva umana).........................in sostanza, noi umani siamo fatti in modo specificamente umano come ogni altra specie è fatta a modo proprio epperò, ogni volta che passiamo davanti ad uno specchio (magari psicoculturale) non riusciamo a fare a meno di rimirarci e di trovarci così "speciali", "diversi" e persino bellocci.

Abbiamo anche dato un nome a questa immagine che di noi stessi coltiviamo : l'abbiamo chiamata "intelligenza",
L'intelligenza invece è semplicemente l'attitudine biologica (innata e/o maturata) al sapersi efficacemente adattare (non importa se in modi attivi o passivi!) all'ambiente che circonda.

Per alcuni di noi invece la perversione di tale concetto arriva ad affermare che tanto più si riesce ad opporsi a ciò che ci circonda, tanta più "intelligenza" si dimostra. Vedansi i frutti del confronto tra natura e tecnologia.

Ora è chiaro che, sull base di tali presupposti, risulterà impossibile per l'umanità il poter riconoscere l'esistenza di forme di vita più "intelligenti" di chi ha creato, coltivato, e sbandierato così a lungo tale termine. Saluti

Sono perfettamente d'accordo con te, che il concetto di intelligenza, in effetti, è molto opinabile; come io stesso, dopo essere stato battuto "intellettivamente" da una scimmia nel "test" della nocciolina, ho argomentato nel mio TOPIC :(  :(  :( "L'intelligenza e la stupidità".
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/l'intelligenza-e-la-stupidita'/
Per cui, sono sostanzialmente d'accordo con (quasi) tutto quello che hai scritto in proposito, però  non era mia intenzione discuterne anche in questo TOPIC, il cui oggetto era ben diverso. ;)

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