Buio... per eccesso di luce?

Aperto da PhyroSphera, 15 Aprile 2022, 19:17:02 PM

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PhyroSphera

L'irrazionalismo filosofico ha segnato la recente storia della filosofia. Tuttavia esso è poco conosciuto e poco dibattuto.

Secondo voi "il salto nel buio", in cui per Kierkegaard consiste l'atto di fede, ottenuto quando non resta che l'Assurdo e la ragione non può più nulla, è una espressione cui drammaticità è relativa a una situazione di eccesso di ragione, o è eventualità di una condizione universale?


MAURO PASTORE

iano

#1
Quando la ragione procede a ritroso il balzo dal buio diventa un salto nel buio.
Ma si può procedere a ritroso solo quando abbiamo acquisito piena coscienza del percorso effettuato.
Così riusciamo a risalire all'atto di fede dal quale siamo partiti.
Ed è in questo viaggio di ritorno che l'atto di fede si mostra come tale.
Nel viaggio di andata esso appariva infatti come una evidente ovvietà.
Chi intraprenderebbe veramente un viaggio esistenziale a partire da un atto di fede arbitrario?
Lo fà solo chi ha frainteso la sua vera natura.
Quindi si riprende il viaggio a partire da una nuova evidente ovvietà, ma di solito sono le nuove generazioni a ripetere il viaggio, perchè la stessa persona non la ''freghi'' una seconda volta allo stesso modo, se non in casi eccezionali, e si parla di geni.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

#2
Citazione di: PhyroSphera il 15 Aprile 2022, 19:17:02 PMSecondo voi "il salto nel buio", in cui per Kierkegaard consiste l'atto di fede, ottenuto quando non resta che l'Assurdo e la ragione non può più nulla, è una espressione cui drammaticità è relativa a una situazione di eccesso di ragione, o è eventualità di una condizione universale?
è una condizione assolutamente personale per kierkegaard. Al contrario di Hegel dava più importanza all individuo e non all isieme di persone nel corso della storia , per Kierkegaard l'essere umano non è solo figlio del suo tempo , ognuno di noi è anche una persona unica e che vive una sola volta.
Citazione di: PhyroSphera il 15 Aprile 2022, 19:17:02 PML'irrazionalismo filosofico ha segnato la recente storia della filosofia. Tuttavia esso è poco conosciuto e poco dibattuto.
Non capisco  perchè dici che Kierkegard faceva parte dell irrazionalismo filosofico. Egli era d'accordo che esistessero verità oggettive e universali come iil fatto che la somma degl angoli interni di un triangolo è sempre 180 gradi. Ma queste verità oggettive non hanno nulla a che fare con le verità soggettive della fede. Distingueva tra la domanda filosofica "se esiste un Dio" e il rapporto individuale verso la stessa domanda. di fronte a tali domande, diceva, l'uomo è completamente solo e può avvicinarsi ad esse solo mediante la fede. Infatti di fronte a una questione del genere o sulla questione se il Cristianesimo sia vero è impossibile assumere un atteggiamento teorico e accademico. Per chi comprende se stesso nell esistenza , è una questione di vita o di morte.Dio non è un soggetto che si può trattare per il semplice gusto del dibattito, è qualcosa a cui ci si avvicina con la più gande passione. Il salto nel buio di cui parlava è l 'incertezza obbiettiva del singolo credente , dove non può arrivare a Dio mediante la ragione ma solo con la fede. Inoltre  diceva  che se fosse possibile comprendere oggettivamente Dio , allora non ci sarebbe bisogno di credere, ma propio perchè non si può fare, bisogna credere. Credere nell incertezza obbiettiva dove le acque sono profonde settantamila metri e ciò nonostante credere. A me piace Kierkegard.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

PhyroSphera

Citazione di: Alberto Knox il 16 Aprile 2022, 01:40:03 AMNon capisco  perchè dici che Kierkegard faceva parte dell irrazionalismo filosofico. Egli era d'accordo che esistessero verità oggettive e universali come iil fatto che la somma degl angoli interni di un triangolo è sempre 180 gradi. Ma queste verità oggettive non hanno nulla a che fare con le verità soggettive della fede. 
L'irrazionalismo filosofico lo intendo per quel che il termine stesso comunica, cioè non per un irrazionale. Per questo non si tratta di negare i risultati della ragione ma di notare la superiorità del sentimento e della sfera emotiva nei confronti dell'intelletto... In tal senso anche Plotino potrebbe essere riconosciuto per un irrazionalista (e infatti era un mistico). Anche Jaspers, che teneva a ribadire la superiorità della pura decisione filosofica alle ragioni di tipo scientifico.

MAURO PASTORE

PhyroSphera

Citazione di: Alberto Knox il 16 Aprile 2022, 01:40:03 AMè una condizione assolutamente personale per kierkegaard. 
...Ma se di tutte le persone che credono, è comunque una condizione universale. Io mi chiedevo se tutti i credenti vivono la propria fede col dramma del salto nel buio, o se la emotività della fede possa avere anche connotati positivi. Insomma tutti i credenti hanno operato quel salto, o solo chi appartiene a un determinato non universale dramma esistenziale?

MAURO PASTORE

Alexander

Buon sabato a tutti

La conversione è veramente un salto nel buio. Non trattandosi di una decisione razionale ma profondamente interiore, preceduta dall'angoscia. E dopo tutto è angosciante perdere il conosciuto, inteso come sistema valoriale di riferimento, e assumerne un altro. Il nuovo poi pretende un cambiamento di prospettiva esistenziale: "Le cose di prima sono passate, ecco ne sono nate di nuove" dirà Paolo nella lett. ai Corinzi. Proprio nella scoperta del nuovo, delle cose fatte nuove, cioè le stesse cose,ma viste con occhi fatti nuovi, l'angoscia esistenziale cede il passo a quel senso di leggerezza gioiosa tipica del credente in Dio. Non so se tutti i credenti vivono la fede come un salto nel buio, mi sembra più la condizione del convertito, cioè di uno che si getta dall'alto della razionalità nell'abisso da cui la ragione tenta sempre di allontanarsi, edificando i propri "mondi" materiali. Eppure il salto nel buio non si risolve nello"sfracellarsi sul fondo dell'abisso", ma nella scoperta che non c'è un fondo per l'anima.Così nasce, dalla constatazione di questo, dall'evidenza di ciò che prova, la gioia.

Alberto Knox

Citazione di: PhyroSphera il 16 Aprile 2022, 16:04:08 PM..Ma se di tutte le persone che credono, è comunque una condizione universale.
No, per kierkegaard propio il fatto che ogni persona è unica nel suo genere dimostra che il sentimoento e l 'approccio alla fede in Dio è personale e ciascuno ne ha uno specifico tratto distintivo. Noi non crediamo o non abbiamo fede in Dio tutti allo stesso modo. Infatti , la fede non è qualcosa su cui si possano tracciare delle linee teoriche e sul quale tutti si devono conformare, ognuno di noi è chiamato a trovare la propia strada in Dio.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

hystoricum

San Paolo scrive in una sua lettera(cito a senso):
"la legge stimola il peccato,il peccato sostiene la legge.Invece di scegliere l'una o l' altro,è bene seguire quella che io posso chiamare Grazia di Dio,libera dalla legge e dal peccato"
Io capisco questa frase nel senso di una scelta individuale di libertà terrena sorretta e retta dalla Grazia di Dio.Se io lascio legge e trasgressione della legge,mi metto sulla strada migliore per essere in sintonia con la Volontà di Dio e quello che Dio pensa di me e per me.

PhyroSphera

Citazione di: Alberto Knox il 16 Aprile 2022, 17:49:49 PMNo, per kierkegaard propio il fatto che ogni persona è unica nel suo genere dimostra che il sentimoento e l 'approccio alla fede in Dio è personale e ciascuno ne ha uno specifico tratto distintivo. Noi non crediamo o non abbiamo fede in Dio tutti allo stesso modo. Infatti , la fede non è qualcosa su cui si possano tracciare delle linee teoriche e sul quale tutti si devono conformare, ognuno di noi è chiamato a trovare la propia strada in Dio.
Io penso che oltre al personalismo nella filosofia di Kierkegaard ci sia l'universalismo. Non saprei i reciproci confini dei due nella sua opera. Continuo così il mio domandare: il "salto nel buio" è una metafora universale o particolare o partecipa un poco di entrambi gli ámbiti e in che senso?

MAURO PASTORE

Alberto Knox

Citazione di: PhyroSphera il 16 Aprile 2022, 22:53:53 PMil "salto nel buio" è una metafora universale o particolare o partecipa un poco di entrambi gli ámbiti e in che senso?
innanzitutto se parli del "salto nel buio" stai parlando di ciò che per kierchegaard era lo stadio religioso. Per lui ci sono tre diversi atteggiamenti di vita (forse questo è un concetto universale del filosofo) Lui stesso si serve della parola stadi : stadio estetico , stadio etico e stadio religioso . Usa il termine stadio per sottolineare che si può vivere in uno stadio più basso e di colpo fare un salto verso uno superiore , anche se molte persone vivono nello stesso stadio per tutta la vita. Chi vive nello stadio estetico vive nell istante e nella continua ricerca del piacere , una persona del genere vive esclusivamente nel mondo dei sensi. Nello stadio estetico è la vanità a dettar legge. Ma nemmeno il salto allo stadio etico era soddisfacente per Kierkegaard perchè anche un uomo votato al dovere alla fine si stancherà di essere così ligio e coscienzioso, a quel punto la persona può ricadere nello stadio estetico oppure fare un ulteriore salto verso lo stadio religioso.Decidono di compiere questo tuffo nella fede, là dove l acqua ha una profondità di settantamila metri (analogia col salto nel buio). Scelgono la fede piuttosto che il piacere estetico e l'imperativo categorico dell etica . Quindi in che senso si può universalizzare i tre diversi atteggiamenti nei confronti della vita? l'esteta può scegliere se fare il salto verso uno stadio superiore .Ma questo o succede o non succede ed è chiaro che nessuno può compiere quel salto per lui , deve scegliere da solo se farlo o non farlo, esserne vicini e non farlo non serve a niente.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

E quando la scienza diventa religione ? Allora assurdo e ragione coincidono in un unico, universale, assai poco individualistico, salto nel buio.

Kierkegaard , Schopenhauer, e pure il nostro Leopardi sono ai margini del trionfante trionfalismo kantiano, hegheliano, positivista, che da fronti ideologici diversi andavano feticizzando la ragione nella Scienza. I tre citati sono vicini ai contemporanei nel vedere le crepe del monumento ideologico alle  magnifiche e progressive sorti dell'umanità. La soluzione di Kierkegaard è un'estrema riesumazione della confortante palingenesi religiosa nell'alveo, tutto sommato, della tradizione. Il suo pensiero influenzerà molto il seguito della speculazione filosofico-religiosa. Schopenhauer guiderà il fronte del realismo pessimista e individualista che oggi va alla grande. Personalmente preferisco Leopardi, che il salto nel buio lo faceva con penna e calamaio riuscendo, talvolta, a illuminarci d'immenso.

Oggi non so. L'accecamento a led riesce anche ad inventare pandemie e affondare navi ammiraglie , mentre sotto il vestito ideologico non resta più niente. Direi che ha vinto Schopenhauer. Mentre Kierkegaard deve fare i conti con religioni impazzite che inseguono feticci di cui altri hanno la regia. Leopardi resta il meno accecato di tutti, il meno ideologico. Lontano dai riflettori, laddove sopravvivono gli ultimi panda della filosofia.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alberto Knox

Citazione di: Ipazia il 17 Aprile 2022, 09:55:40 AME quando la scienza diventa religione ? Allora assurdo e ragione coincidono in un unico, universale, assai poco individualistico, salto nel buio.
ok, ma questo discorso è compatibile col punto di vista Hegeliano riguardo la totalità della specie nel corso della storia, cioè lo stato , non l'individuo . L'individuo è solo una parte e non ha alcuna rilevanza rispetto al tutto a cui appartiene. Non contano gli individui , per Hegel il singolo ha valore solo come componente della specie. Quindi Kierkegaard si chiede; ha più valore l'individuo o la specie? La filosofia deve costruire un totalizzante sistema del mondo o analizzare la condizione dell esistenza individuale?
Secondo kierkegaard i tre differenti modi di concepire e vivere l'esistenza ; estetico, etico e religioso. Fra di essi non è possibile alcuna conciliazione nè vi può essere alcuna sintesi , smentendo così l'universalità della dialettica Hegeliana. Dal punto di vista del singolo individuo l'esistenza significa libertà , ovvero, la possibilità di realizzarsi in uno fra gli infiniti modi possibili . Fra i diversi modelli di vita si può solo compiere una definitiva scelta, secondo il principio aut-aut (o l' uno o l'altro). Lo dimostra il fatto che il passaggio dall uno all altro può avvenire solo tramite una conversione, ossia un mutamento complessivo e radicale del soggetto.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: PhyroSphera il 16 Aprile 2022, 22:53:53 PMil "salto nel buio" è una metafora universale o particolare o partecipa un poco di entrambi gli ámbiti e in che senso?
è universale nel senso che ogni singolo individuo è posto dinanzi a delle scelte esistenziali, cioè , diversi modi di essere e di concepire l'esistenza. Ed è indiviudale poichè solo la scelta del singolo determinerà il modo in cui egli sceglierà di vivere, in quale stadio essere, estetico, etico o fare il salto nel buio nella religione . La scelta è individuale e libera, essa può avvenire come non avvenire e richiede un esercizio di conversione personale , un mutamento radicale del soggetto, del singolo.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

PhyroSphera

Citazione di: Alberto Knox il 17 Aprile 2022, 13:09:40 PMè universale nel senso che ogni singolo individuo è posto dinanzi a delle scelte esistenziali, cioè , diversi modi di essere e di concepire l'esistenza. Ed è indiviudale poichè solo la scelta del singolo determinerà il modo in cui egli sceglierà di vivere, in quale stadio essere, estetico, etico o fare il salto nel buio nella religione . La scelta è individuale e libera, essa può avvenire come non avvenire e richiede un esercizio di conversione personale , un mutamento radicale del soggetto, del singolo.
Io mi domandavo: definire l'atto di fede con la metafora del salto nel buio descrive questo atto per quello che è in se stesso, o per quello che risulta a una situazione particolare, ad esempio essere luterani, danesi, vivere nell'epoca del romanticismo...? Io penso ora: un poco entrambe le cose.

MAURO PASTORE

viator

Salve Alberto Knox. A proposito del colossale dilemma kierkegaardiano : " Quindi Kierkegaard si chiede; ha più valore l'individuo o la specie? La filosofia deve costruire un totalizzante sistema del mondo o analizzare la condizione dell esistenza individuale? "

Si conferma che il filosofare è possibile solo a pancia piena ed è consentito anche a chi sia ignorante ed abbia un cervello appena più grande di un pisello. (me, ad esempio).

Anche i bimbi dovrebbero sapere che ciò che ha maggior valore (quale che sia la definizione e la parametrazione di un qualsiasi "valore") è ciò che fonda l'esistenza dell'altro che su esso si poggia, pertanto, visto che nessuna specie può generarsi in assenza di individui.........mentre l'ultimo dei singoli individui sopravviventi può appunto sopravvivere (brevemente e malamente) anche una volta che la specie perda il senso della propria esistenza (la pluralità)...........vedere chi e cosa possa aver maggior valore.

La filosofia, nel momento in cui vuole occuparsi di un "totalizzante sistema del mondo", si occupa di una sterile (benchè cerebralmente appetitosa) utopia, mentre invece, quando tratta della condizione umana, si occupa della prassi del vivere. Saluti.

Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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