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Autorità e Verità

Aperto da bobmax, 03 Gennaio 2024, 11:38:03 AM

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iano

Citazione di: Jacopus il 07 Gennaio 2024, 00:20:33 AMRipartirei dall'incipit: "chi ha la verità possiede l'autorità."
La premessa di questa discussione è insostenibile.
L'autorità non si fonda sulla verità, ma sulla stima.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

Citazione di: Phil il 07 Gennaio 2024, 15:37:53 PMIl sentire comune, la "filosofia dell'uomo della strada" è infatti un secolo indietro rispetto a quella che nel frattempo è stata sviluppata; in fondo è inevitabile sia così.
Non sarebbe stato inevitabile se avessimo inserito , come materia di studio fin dalla prima elementare , storia della filosofia. Ancora oggi la filosofia viene insegnata a partire dal liceo classico
Citazione di: Phil il 07 Gennaio 2024, 15:37:53 PMParliamo di pars destruens perché notiamo che la casa ha un vetro rotto; quando faremo qualche altro passo "avanti", ci accorgeremo, proprio guardando attraverso quel vetro, che il tetto è sfondato
Quindi se davvero parliamo di pars destruens e pars costruens dobbiamo anche indicare la finestra rotta e dire come la vogliamo ricostruire, non basta limitarsi alla constatazione nell individuare qualcosa di "rotto". E nemmeno limitarsi alla costatazione di ciò che è stato il novecento quindi.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

Citazione di: iano il 07 Gennaio 2024, 18:17:36 PMLa premessa di questa discussione è insostenibile.
L'autorità non si fonda sulla verità, ma sulla stima.
Già Machiavelli aveva capito che l'autorità si fonda sulla menzogna. La verità non può che essere contro l'autorità, da Socrate in poi. Un'autorità che dica la verità, in un contesto sociale di perenne disuguaglianza, è davvero insostenibile.

Anche la neutralità della tecnica è un ossimoro: la tecnica va dove l'autorità la porta. Oggi la porta, con ingenti investimenti, verso il perfezionamento degli armamenti, che sono la cosa meno neutra che si possa immaginare.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#63
Citazione di: Ipazia il 07 Gennaio 2024, 18:45:19 PMGià Machiavelli aveva capito che l'autorità si fonda sulla menzogna. La verità non può che essere contro l'autorità, da Socrate in poi. Un'autorità che dica la verità, in un contesto sociale di perenne disuguaglianza, è davvero insostenibile.



E' vero, posso testimoniare di aver sempre sbagliato la ''stima''.  :-[ :D
Diciamo che la menzogna è una verità scritta in codice, indirizzata a chi possiede la chiave.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

Ad esempio una grave mancanza per quello che è il metodo di insegnamento nelle scuole è che esse sono al servizio dell "istruzione" e basta . Quindi abbiamo bisogno di ingenieri, di elettrotecnici, di avvocati e per tutte queste discipline c'è una scuola specifica pronte, e sono li apposta, per "istruire" . Capite cosa significa "istruire"? in-struere , vuol dire "mettere dentro" , "struere" da solo significa preparare o apparecchiare, da struere viene "strumento" , viene "struttura", viene "industria" e quindi capite che la filosofia pedagocica ,a cui il termine e il concetto di istruzione è funzionale, è quello di preparare gli esseri umani ad essere strumenti all interno di una struttura. Struttura ospedale, struttura chiesa, struttura tribunale, struttura ediliza ecc ecc. è sbagliato? no, è giusto, giustissimo. Abbiamo bisogno di queste figure professionali però? però noi non siamo solo strumenti all interno di una struttura , siamo coscienza, consapevolezza, emozione, desiderio di affetto, creatività e non si dovrebbe passare la vita unicamente in funzione di ma anche lavorando su se stessi e quindi? "educazione" se in-struere significa mettere dentro, e-ducere , per chi ha studiato quelle 4 cose di latino, significa l'opposto e-ducere "tirare fuori" , ducere significa "condurre". E cosa si tira fuori? Vedete vostro figlio piccolo, oltre che istruire che cosa si può fare? tirare fuori la sua creatività, la sua personalità più vera , la sua libertà, il suo desiderio . Perchè ci possa essere educazione nella formazione integrale di un essere umano occorre aver fiducia nell essere umano , di conseguenza bisogna avere le idee chiare su cosa significa essere un essere umano, che cosa significa essere un essere umano? Non lo sappiamo più! come società , se facessimo adesso un piccolo sondaggio noteremmo le risposte diverse una dall altra. Quindi è vero che ci sono i filosofi ma l 'uomo della strada è sempre un passo indietro ma è anche vero che si è smarrito l accordo sociale di ciò che è la visione di Dio , dell uomo e del mondo che riguarda sia il filosofo che l'uomo di strada.  Concludo il post e lo concludo con una "pars costruens" sì , individuare un percorso, perchè non si tratta solo di educare gli altri, si tratta di educare se stessi. E come si educa se stessi? adesso lo dico tramite il filosofo moderno che è per me una luce molto intensa , sto parlando di Immanuel kant , critica della ragion pura , riferimento B8 3:3 qui kant pone le tre domande che da sole incarnano tutto il suo lavoro filosofico e sono ; " 1° che cosa posso sapere , 2° che cosa devo fare , 3° che cosa mi è lecito sperare" Qui kant sta dicendo che l'interiorità di un essere umano, ovvero quella dimensione strettamente individuale, misurando la quale si misura il valore di un essere umano , si gioca, si costruisce sapendo rispondere a queste tre domande. La prima riguarda la conoscienza, la seconda riguarda l'etica , la terza riguarda la spiritualità, la speranza. Quindi la nostra auto-educazione riguarda la conoscenza, la giustizia e la spiritualità. 
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Phil

Citazione di: Alberto Knox il 07 Gennaio 2024, 18:20:34 PMNon sarebbe stato inevitabile se avessimo inserito , come materia di studio fin dalla prima elementare , storia della filosofia
Non è così facile; considera i laureati in filosofia, i professori o anche i semplici appassionati, che quindi non hanno vincoli di programma: quanti di loro si occupano della filosofia che ha meno di un secolo e quanti pensano ancora con categorie dell'ottocento? Non dico questo per denigrare l'ottocento o il passato in generale, perché è evidente che alcuni "ingredienti" della filosofia non hanno "scadenza" (la logica, ad esempio), ma ci sono alcune categorie che cozzano con la realtà non perché la realtà è "sbagliata", ma perché sono la categorie ad essere inattuali (sottolineo che parlo di categorie per comprendere la realtà, non per giudicare quello che sarebbe "bello e giusto").
Secondo me, non conta tanto a quale età si inizia (anzi, la storia della filosofia la sposterei ancora più avanti), ma con quale approccio viene insegnata (già una volta dissi, scherzando ma non troppo, che per me andrebbe insegnata "all'indietro": se conosci a memoria i moderni, ma ignori i post-fenomenologi, la contemporaneità ti resterà filosoficamente "inaccessibile").
Citazione di: Alberto Knox il 07 Gennaio 2024, 18:20:34 PMQuindi se davvero parliamo di pars destruens e pars costruens dobbiamo anche indicare la finestra rotta e dire come la vogliamo ricostruire, non basta limitarsi alla constatazione nell individuare qualcosa di "rotto".
Già il pensare di «ricostruire»(cit.), apre molti interrogativi: la rifacciamo come prima o un po' più resistente? E se la spostassimo? Davvero conviene rifarla se il tetto è ancora sfondato? Iniziamo i lavori dal tetto? E se anziché un'altra "casa della metafisica", facessimo un palazzo differente? Non sempre la pars construens è necessariamente solo "re-construens".
Citazione di: Alberto Knox il 07 Gennaio 2024, 18:20:34 PME nemmeno limitarsi alla costatazione di ciò che è stato il novecento quindi.
Il (secondo) novecento è quello che ha rotto la finestra (e. soprattutto, il tetto); sapere come è stata rotta è fondamentale per iniziare a pensare come rispondere alle domande precedenti.

Alberto Knox

Citazione di: Phil il 07 Gennaio 2024, 19:32:42 PMIl (secondo) novecento è quello che ha rotto la finestra (e. soprattutto, il tetto); sapere come è stata rotta è fondamentale per iniziare a pensare come rispondere alle domande precedenti.
Va bene partire da come è stata rotta, ma siamo sicuri che saremo d'accordo?
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

#67
la verità è la connessione tra il mondo e la tua mente "adaequatio  rei et intellectus". Corrispondenza tra realtà ed intelletto.

Non è sempre stato così, c'è stato un periodo dove il compito del pensiero era di de-costruire , c'erano tante costruzioni molto grandi e molto pesanti nella quale la mente umana era costretta a dover vedere il mondo attraverso dogmatiche , dottrine, ideologie che costringeva il singolo a vedere il mondo attraverso le loro "grate" per così dire. E per questo motivo non si toccava mai la realtà e quindi il filosofo aveva questo compito, prendere il martello , come si fa filosofia col martello dice Nietzsche nel sottotitolo del "Crepuscolo degli Idoli" e distuggere, togliere, decostruire, aria pura, liberare la mente da quelle pesanti costruzioni . Bhè, questo lavoro è stato fatto, la decostruzione è avvenuta.
è come se ci trovassimo al giorno dopo di un terremoto avvenuto e adesso bisogna ricostruire. E perciò la filosofia deve essere chiara, basta con i sotterfugi linguistici, inutili sofistecherie dialettiche, girare in tondo.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Jacopus

Sono d'accordo con te, Alberto, sulla necessità di ricostruire ma il problema risiede nel fatto che dalle macerie della decostruzione è sorto un golem difficile da gestire. Hobbes lo chiamò con un po' di orgoglio Leviatano, marchingegno necessario contro la violenza umana non più sottoposta alla guida ultraterrena. Da quel Leviatano è apparsa la nuova tecnè, quella che Jonas definisce "Prometeo s-catenato". Rispetto a questa tecnè non abbiamo ancora fatto i conti, come società nel suo complesso, come giustamente ha notato Phil. Il punto è questo. Prima di iniziare una Pars costruens, dobbiamo vedere il buco sul tetto. È quello il difficile, perché ci portiamo millenni di cultura alle spalle ed anche il martello non è di aiuto (anche se è già un avvicinamento al problema).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Alberto Knox

Citazione di: Jacopus il 07 Gennaio 2024, 20:35:08 PMPrima di iniziare una Pars costruens, dobbiamo vedere il buco sul tetto. È quello il difficile
Prima cosa necessaria è chiarire i termini , possibilmente senza andar per metafore. Esplicazio terminorum ,se no ognuno capirà quello che vuole capire sia del tetto che del buco e di conseguenza anche dove sta e cosa ha causato la voragine.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Jacopus

Hai ragione Alberto, anche se in realtà, nei precedenti interventi qualcosa avevo già scritto. Il buco sul tetto è la nostra incapacità di uscire fuori da alcune leggi culturali che ci hanno forgiato, come ad esempio quella secondo cui la tecnica o la scienza sono neutrali, basta saperle maneggiare. Ma questo implica che vi sia una regia politica. Platone aveva distinto la tecnè che fa funzionare le cose dalla tecnè che decide "eticamente", cioè la tecnica politica. Ora, quella tecnè non c'è più. Gli ultimi tentativi di vivificarla risalgono ormai agli anni 60-70. Da allora è il sistema a funzionare. Un sistema sempre più complesso che non è più possibile gestire, a maggior ragione in un contesto, come l'attuale, di derisione e svalutazione di ogni attività non-istruttiva (cioè formativa, indipendentemente dalle necessità della Macchina) e professionalizzante. Ci sono delle vie poco frequentate che possono aiutarci a ricostruire ma sono fragili. Una di queste è il principio della fratellanza, la fraternitè, che è sempre stata la Cenerentola fra la libertè e l'egalitè, quelle sí a proprio agio fra le braccia del Leviatano. Non so se sono stato chiaro. Sono concetti non facili, ma che hanno già una loro tradizione filosofica, Nietzsche, Heidegger, Anders, Arendt, e in Italia Severino.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

daniele22

Giusto così per provocare anche se questo pensiero sarà registrato come "rumore", dirò che la filosofia al giorno d'oggi dovrebbe essere vista come storia di un mito che si conclude non so con quale filosofo ... fate voi ... e come tale andrebbe trattata: un corso di un anno sarebbe più che sufficiente

Jacopus

Il mio dubbio è relativo al fatto se questa evoluzione della tecnica sia un processo indipendente e autonomo rispetto al capitalismo oppure se sia connesso ad esso. Nel primo caso siamo di fronte ad un cambiamento di paradigma epocale, cioè la chiusura del moderno e l'avvento di un post-moderno cibernetico e automatico. Nel secondo caso rientrerei nella tradizione marxista, magari aggiornata e rivisitata (come mi manca Sgiombo  :D)
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Alberto Knox

Citazione di: daniele22 il 07 Gennaio 2024, 21:03:12 PMGiusto così per provocare anche se questo pensiero sarà registrato come "rumore", dirò che la filosofia al giorno d'oggi dovrebbe essere vista come storia di un mito che si conclude non so con quale filosofo ... fate voi ... e come tale andrebbe trattata: un corso di un anno sarebbe più che sufficiente
bhè il mito è la prima forma di filosofia, per di più il mito è più vero della storia, perchè la storia ti racconta di una cosa che successa una volta nel mondo, il mito ti racconta di qualcosa che riguarda l'uomo sempre. Ovviamente va letto con chiave filosofica , non storica è chiaro. Tuttavia se il pensiero filosofico  è amore per la conoscenza allora ci saranno sempre nuovi pensieri così che non si può parlare di una conclusione. La filosofia , in questo senso, continua dopo l anno di corso.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Phil

Citazione di: Alberto Knox il 07 Gennaio 2024, 19:38:41 PMVa bene partire da come è stata rotta, ma siamo sicuri che saremo d'accordo?
Una certezza è che c'è chi sostiene che la finestra (ossia una qualunque "interpretazione x" ottocentesca del reale), non sia nemmeno rotta, figuriamoci il tetto (che è il fondamento teoretico che dà un senso all'"interpretazione x", che altrimenti, da sola, non fornisce adeguata "copertura" agli abitanti della casa).
Fra coloro che riconoscono la rottura come tale, le indagini dovrebbero stringere abbastanza il cerchio, ma concordo che siano possibili interpretazioni differenti. Nondimeno, credo sia una questione metodologicamente e crono-logicamente prioritaria, rispetto alla mera (ri)costruzione; poiché in base alle presunte cause della rottura, ciascuno potrà impostare di conseguenza il suo piano d'azione: se sono stati "sassi" (i rivoluzionari, il pensiero debole, il globalismo, etc.), "mettere le inferriate" (definire intoccabili i postulati dell'"interpretazione x") non risolve, mentre le "persiane blindate" (non concedere l'es-posizione delle fragilità dell'"interpretazione x") invece sì, etc. L'unica certezza è che senza il "tetto" lassù in alto (a un passo dal cielo, o proprio in cielo, "dogma celeste"), l'integrità della sola "finestra" conta poco, che sia ricostruita o meno.
Cosa intendevo con l'interrogarsi sul come (ri)costruire? C'è un tempio shintoista che viene volutamente distrutto e ricostruito ogni 20 anni dal 690 d.C.. Differente filosofia dell'abitare, prima ancora che differente modo di concepire l'abitazione; insegnatoci da una civiltà che ha avuto sicuramente un imprinting storico e un novecento ben differenti dai nostri.

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