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Autorità e Verità

Aperto da bobmax, 03 Gennaio 2024, 11:38:03 AM

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daniele22

Citazione di: Jacopus il 07 Gennaio 2024, 00:20:33 AMRipartirei dall'incipit: "chi ha la verità possiede l'autorità." Già questo è un programma culturale preciso, che ha molte origini ma la più importante risiede nel metodo scientifico moderno. La speranza è stata e, probabilmente ancora è, quella di trovare un modello politico "puro", "matematico", in grado di regolare la società contemporanea, come auspicava Hobbes. Nella vita lavorativa, nei gruppi amicali, nella mia breve esperienza nell'esercito però accadeva ed accade che l'autorità la detiene chi possiede un certo tipo di verità, una verità ben poco tecnica, ovvero chi si pone al servizio degli altri, siano essi colleghi o superiori o compagni di gioco. Chi dava l'esempio, si diceva. La stessa autorità che avevano i politici nel secondo dopoguerra, se erano stati partigiani.

Il problema si presenta nel momento in cui la tecnica oscura quella capacità di alcuni di noi di farsi carico delle responsabilità del vivere associato. Finché la tecnica era limitata, ci si poteva ancora illudere circa le proprie capacità individuali di scegliere la "vera autorità" nel mondo della praxis. In seguito, c'è stato un periodo in cui, attraverso sforzi eccezionali si poteva ancora gestire la tecnica, ma per fare questo occorrevano grandi investimenti nel settore della formazione.
Ora la tecnica e la sua sottostante verità non sono più alla nostra portata umana, tanto più in società che disinvestono rispetto alla formazione di massa. Al punto che la domanda ora non è cosa possiamo fare con la tecnica, ma cosa può fare di noi la tecnica. Heidegger che insieme a Nietzsche ha per primo affrontato questa problematica, indicava nell'uomo la materia prima della tecnica (der Mensch der wichtistigste Rosthoff). In questo senso (critico ma potenzialmente anche innovatore) la filosofia contemporanea parla di trans-umanesimo. Sta a noi decidere se contrastare questa tendenza, se invocare (puerilmente) mondi alto-medioevali, oppure se affidarci all'uomo forte, come giustamente paventa Bobmax oppure, sperabilmente, trovare una soluzione migliore. Attraverso questa prospettiva è anche facile interpretare i tanti fenomeni di contrasto alla scienza, il terrapiattismo, il movimento no-vax, il no-climate-change e altri. Sono il tentativo inconsapevole di frenare il movimento ormai autonomo della tecnica, rispetto alla quale noi stiamo diventando, secondo Heidegger, semplice Rosthoff.
Sorvolo per ora sui problemi posti dalla tecnologia. Ribadisco il concetto: l'autorità è rappresentata dallo Stato. Lo Stato è autorevole? Poiché è da questa autorevolezza che deriva eventualmente un'obbedienza da parte del cittadino che si distingua da forme di schiavitù imposte dall'autorità. 
Per quello che riguarda la scienza, l'autorità le viene conferita dal metodo scientifico, ma resta confinata in autorevolezza; o meglio, l'autorevolezza del metodo scientifico è autorità nell'ambito della scienza ... l'autorità resta cioè sempre in capo allo Stato. Il metodo scientifico rischia di perdere autorevolezza e diventare autoritario quando la ricerca cessa di essere libera, cioè selezionata. La domanda d'obbligo, nel nostro mondo che ben conosciamo, sarebbe: quanto onesti sono i personaggi che selezionano la ricerca?

daniele22

Ci si potrebbe anche chiedere come mai oggi i partigiani siano così pochi e riflettere sul fatto che quei stessi partigiani di allora non fossero certo in gran numero fino al 43

Jacopus

#47
Secondo me non si può sorvolare dal problema "tecnologia", poiché esso determina la forma attuale di verità, autorità e potere. Lo stato è una semplice pedina di questo gioco. Ha avuto il suo momento di gloria, quando serviva per opporsi tatticamente al socialismo reale e prima ancora quando era il motore dell'espansionismo coloniale ma ora tutta la struttura pubblica si sta deteriorando, restringendosi quasi solo a funzioni militari e di ordine pubblico. Per la prima volta, dall'avvento universale della forma-stato, vi sono zone nel mondo che non hanno uno stato,Libia, Somalia, Yemen, parte della Siria, parte dell'Iraq. Lo stato oscilla fra "comitato di affari della borghesia" a "signor Malausenne della borghesia". Se proprio vogliamo trovare una istituzione dove è conservata verità e autorità nel III millennio, essa va individuata nel sistema sovranazionale delle Corporations, che spesso individualmente hanno fatturati e ricchezze più alte di molti stati e senza i loro debiti. Ma se vogliamo indagare l'origine di questa trasformazione dobbiamo risalire alla "tecnica" come processo di monopolizzazione del "fare umano" al di fuori delle categorie morali e politiche. Questa posizione al di là del bene e del male, nasce dalla stessa potenza della tecnica attuale e dalla sua complessità, per cui i suoi fini non sono più a disposizione dell'uomo ma è l'uomo a disposizione della tecnica.
Va inoltre distinta la tecnica dalla scienza, anche se lo stesso Bacone dichiarava che "scientia est potentia". La tecnica è l'applicazione strumentale della scienza. La seconda misura, sperimenta e trova le leggi ripetibili dell'universo. La prima applica quelle leggi per trasformare la materia e gli organismi viventi, fino alla trasformazione planetaria.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

daniele22

@Jacopus
Avevo detto "per ora" sorvolo. L'individuo è cioè in un certo senso libero di scegliere il suo destino: manipolare o farsi manipolare. Resta comunque che l'autorità di fatto stia nelle leggi dello Stato a prescindere dalle corporation sovranazionali. Sembra però, per come vanno le cose,  che quest'ultime detengano invece l'autorevolezza. Il nostro sistema comunque è ancora democratico, e in teoria le corporazioni sovranazionali non avrebbero effetto su di esso. Concludendo, l'intelligenza artificiale, per quell'idea che me ne sono fatto, potrebbe mettere in seria crisi il sistema Stato/Società. Cosa potrebbe accadere e come dovremmo comportarci?

Pensarbene

Lo Stato incarna e rappresenta chi comanda: dalle dittature alle democrazie.
Gli Imperi più di ogni altro,poi le monarchie e i nobilati e infine gli stati moderni.
Jung diceva che lo Stato è come un fantasma ma, secondo me, è tutt'altro che un fantasma... 
Il modello di una gestione  interessante e funzionale potrebbe essere un servizio pubblico distribuito sul territorio in piccoli centri, connesso  ai riferimenti principali di servizio, 
dal pronto soccorso ai pompieri, dalla polizia alla socialità.
Aperti 24/24 ore e retti da gente qualificata, turni e  orari agili e attuali.
Basta con il centralismo, il gerarchismo,via libera per una macchinizzazione essenziale(!).
Ê ora di cambiare  quasi tutto,
siamo nel XXI secolo con mentalità, strutture e infrastrutture vecchi e obsolescenti.


Alberto Knox



Citazione di: Jacopus il 07 Gennaio 2024, 00:20:33 AMSono il tentativo inconsapevole di frenare il movimento ormai autonomo della tecnica, rispetto alla quale noi stiamo diventando, secondo Heidegger, semplice Rosthoff.

Tutti i filosofi del forum devono stare attenti su quanto detto da Heidegger. Rosthoff, ovvero la materia prima. Io aggiungerei anche un altra considerazione molto simile. Sapete perchè si dice "digitale" o "digitalizzazione" qualcuno lo saprà e altri no, e quindi lo dico "digitale" deriva da "digit" che significa cifra, numero. Quindi noi dovremmo dire "numerizzazione", tutto è basato sul numero, ebbene ad Auschwitz toglievano tutto a chi arrivava, capelli, occhiali,denti tutto, mettevano una cosa , il numero, perchè il numero è controllo , è potere. Io non ho niente contro il numero , dico solo che se il numero è lasciato a se stesso ci trasforma in numeri. In questo senso dico che dobbiamo stare attenti.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Pio

#51
Già adesso la forma democratica è ormai soppiantata dalla INFOCRAZIA, che si basa sul numero e le decisioni pubbliche e politiche si basano quindi su statistiche. Dico ormai perché vediamo ancora decisioni umane che generano conflitti e guerre che resistono alla pianificazione globale . Pianificazione e controllo capillare che sembrano l'esito del processo di numerizzazione della vita sociale sotto il dominio del libero mercato. In questi casi sembra che gli interessi di forma statale e Libero mercato entrino in collisione, ma in realtà invece si alimentano a vicenda.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Jacopus

CitazioneResta comunque che l'autorità di fatto stia nelle leggi dello Stato a prescindere dalle corporation sovranazionali. Sembra però, per come vanno le cose,  che quest'ultime detengano invece l'autorevolezza. Il nostro sistema comunque è ancora democratico, e in teoria le corporazioni sovranazionali non avrebbero effetto su di esso. Concludendo, l'intelligenza artificiale, per quell'idea che me ne sono fatto, potrebbe mettere in seria crisi il sistema Stato/Società.
Ciao Daniele. L'autorità dello stato è sempre più compressa da fenomeni centrifughi dalla base (autonomie, rispetto delle singolarità e delle minoranze) e dall'esterno (entità sovranazionali politiche come Eu, Nato, OCSE e soprattutto FMI o economiche come le multinazionali). Immagina una legge dello stato che nazionalizzasse una impresa in attivo (per quelle in passivo è un dovere, smentendo così la buffa regola della mano invisibile, che è effettivamente invisibile) o immagina una legge che stabilisca lo smantellamento delle basi americane in Italia. Costruire una architettura decente dello stato è una impresa al giorno d'oggi. In primo luogo perché non sono riconosciuti i valori collettivi della giustizia, dell'equità, della condivisione e della redistribuzione. Lo stato viene percepito nella migliore delle ipotesi come un gendarme che vigila sui confini contro gli straccioni del mare e nella peggiore come nemico. I valori collettivi erano appannaggio di idee che hanno costruito la nostra costituzione ma la costituzione reale non si riconosce più in quei valori collettivi, che derivavano con declinazioni diverse da socialismo, cristianesimo e liberalismo einaudiano. Oggi vige l'individualismo ad ogni livello.
In Italia oltre a questo cambiamento dell'ideologia di fondo, vi è una debolezza strutturale dello istituzioni statali, derivante dalle dominazioni straniere fino a pochi secoli fa ( la storia, quella profonda, non si misura in anni) e dalla presenza ingombrante della Chiesa cattolica. Come faceva notare Rousseau, un buon Cristiano non può essere un buon cittadino. Sarà nel migliore dei casi "ambivalente".

Che le corporation abbiano il potere è provato da una semplice circostanza, che è anche la prova dell'uomo come Rosthoff, ovvero il fatto che le merci possono circolare liberamente a differenza degli uomini. Una situazione orribile, che è la prova sotto gli occhi di tutti, che uno smartphone ha più valore di una vita umana.

L'AI è un ulteriore tassello di un quadro già dipinto. Chat Gtp ad esempio, non dará mai risposte esterne a ciò che è. Non è in grado di pensare ad un cambiamento o, se lo pensa, lo pensa sempre e soltanto in termini di funzionamento sociale e tecnologico. Non metterà mai in discussione sè stessa o se lo farà lo farà in termini innocui. Nel mondo della tecnica non è previsto alcun cambiamento ma solo masse di tecnici in grado di funzionare, insieme ai meccanismi inorganici, ai devices. Quindi si, l'AI può mettere in difficoltà il rapporto stato società, allargando il solco che li separa.

Sul cosa bisogna fare...sulla Pars costruens, sono meno preparato.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

La pars costruens è la salvaguardia dei valori di civiltà distillati da millenni di tentativi di civilizzazione. Il raglio IA non può andare oltre i pregiudizi dei suoi programmatori e se il potere degli autoproclamati padroni del mondo ci fa tanto conto, si tratta di buttare sabbia negli ingranaggi della distopia, sfruttando gli stessi mezzi tecnologici dell'avversario. Negativo del negativo tradotto in prassi.

(L'avversario è così banale che a pensar male ci si azzecca sempre)
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alberto Knox

Citazione di: Ipazia il 07 Gennaio 2024, 12:13:05 PMLa pars costruens è la salvaguardia dei valori di civiltà distillati da millenni di tentativi di civilizzazione
Sì dobbiamo ricostruire ma siamo sicuri di aver decostruito le principali fonti di errore come sosteneva Bacone nella critica degli idoli? 

Io credo che questa critica decostruttiva sia stata fatta durante tutto il novecento partendo da Nietzche, vi ricordate "il crepuscolo degli idoli" sottotitolo; "come si fa filsofia col martello"? . Ecco io penso che da allora, tutto il novecento è stata una continua sequenza di martellate. Prima era già arrivato Marx che martellava la società. Ma non perchè la società era ingiusta ma perchè era sbagliata nella sua stessa essenza , era corrotta e quindi tutto il vivere sociale era radicalmente sbagliato, era una struttura marcia. E poi è arrivato Nietzche e poi è arrivato Freud, sapete cosa diceva Freud poco piu di un secolo fa nell introduzione alla psicanalisi? diceva ; "Prima è arrivato Copernico e ha tolto all essere umano la falsa idea di essere al centro dell universo, poi è arrivato Darwin e ha tolto all essere umano la falsa idea di essere speciale e diverso rispetto le altre speci animali ricollocandolo invece lì dove merita di essere, adesso è arrivata la psicanalisi e ha tolto all essere umano anche l'ultima illusione di essere padrone in casa sua perchè c'è questo Es che si può chiamare inconscio per cui quando voi dite "io desidero", "io voglio" in realtà sono altri impulsi dell inconscio che voi non governate nel volere e nel decidere e voi siete semplicemente delle maschere e lo provano i vostri raptus, i vostri traumi, le vostre nevrosi e che state male, non è forse vero che state male?" e tutto il novecento è stato così . Certo c'è stata la ricostruzione dopo le due guerre ed è stata fatta con impegno ma poi dopo i nostri nonni?  quali sono i principi che si sono fondati dopo? divertimeto e svago ? ammazzare il tempo? termine terribile, noi siamo "essere e tempo" se ammazzi il tempo ammazzi l'essere. La noia serve a farti sentire che dentro di te c'è uno spazio vuoto! , impara dalla noia invece di ammazzare il tempo. Scusate se forse ho divagato.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Phil

@Alberto Knox 

Il sentire comune, la "filosofia dell'uomo della strada" è infatti un secolo indietro rispetto a quella che nel frattempo è stata sviluppata; in fondo è inevitabile sia così. Stiamo iniziando solo recentemente ad elaborare diffusamente (fuori dagli ambiti "accademici") i vari "maestri del sospetto" e le varie "discontinuità" (B. Mazlish); stiamo scoprendo la "freschezza" delle sfide lanciate dal "Tractatus" (1921) ed "Essere e Tempo" (1927) circa un secolo fa.
Come spesso accade, lo scollamento fra l'attualità e la sua interpretazione con categorie rimaste "un passo indietro", provoca disagio e inefficacia esegetica; soprattutto considerando quanto l'ultimo secolo abbia "cambiato marcia" in termini di velocità nel mutamento "antropologico" (sociale, economico, tecnologico, etc.).
Parliamo di pars destruens perché notiamo che la casa ha un vetro rotto; quando faremo qualche altro passo "avanti", ci accorgeremo, proprio guardando attraverso quel vetro, che il tetto è sfondato (per cui aggiustare il vetro con una "toppa construens" non la renderebbe molto più abitabile...). Nichilismo? No, storia della filosofia contemporanea.

daniele22

@Jacopus
Finché ci si rende conto che, come dice Pio, si tratta di un meccanismo che si autoalimenta, saremmo in teoria ancora salvi ... (Runaway Train - In italiano "a 30 secondi dalla fine", film di un sovietico) ... E come dice Ipazia, io lo dico in altro modo: l'avversario è così banale che anche a non pensar male ci si azzecca.
Le forze che agiscono sullo stato sarebbero dunque due come dici. Gli è però che la forza delle associazioni, dei regionalismi,etc., a prescindere dal fatto che tali associazioni possano rappresentare giuste cause, e di sicuro molte lo sarebbero, pur tuttavia si nutrono anch'esse della stessa linfa dell'altra forza. E probabilmente lo fanno in modo poco efficace secondo i canoni vigenti. Tant'è che l'altra forza in campo è di fatto ritenuta molto più autorevole nonostante tutto; e lo dimostra il nostro essere al gancio tanto per il lavoro quanto per i prodotti di consumo.
La situazione attuale è ancora quella che, per dirla alla keynes e ammettendone la sincerità: "il capitalismo non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non mantiene le promesse. In breve, non ci piace e stiamo cominciando a disprezzarlo. Ma quando ci chiediamo cosa mettere al suo posto, restiamo estremamente perplessi". Tutto molto english, non c'è che dire. Probabilmente,  io penso, keynes se ne stava su buone poltrone, e più di tanto non si sarà rotto la testa considerato pure il rischio di venir magari considerato un rompipalle dalla sua cerchia. Prima di parlare di leggi, siamo d'accordo fin qua?

Jacopus

Su keynes siamo assolutamente d'accordo, visto che si è arricchito a dismisura speculando in borsa, ma almeno coltivava il senso del limite per l'azione pubblica, pur non essendo coerente con esso, rispetto alla sua azione privata.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

bobmax

Non pochi filosofi, moderni e contemporanei, osteggiano la tecnica, accusandola di essere una grave minaccia per la umanità.
Mi domando se costoro siano davvero dei filosofi...

Difatti per accusare qualcuno di cattive intenzioni, bisognerebbe almeno un poco conoscerlo. Ed è evidente come questi "intellettuali" abbiano solo una idea confusa e pure erronea di cosa sia la tecnica.

È il pensiero razionale a ridurre l'uomo a "cosa", non la tecnica!
La tecnica è solo uno strumento.
E lo strumento non è mai un bene o un male in sé, dipende sempre dall'uso che se ne fa.
Anche la bomba atomica può distruggere l'umanità, così come salvarla evitando l'impatto di un asteroide con la Terra. Dipende sempre dall'uso che se ne fa.

Invece, è il pensiero logico-razionale, che diventa fonte di Verità assoluta, a ridurre ogni "valore" a pura materialità.
Lo fa perché determina, distingue, isola. E così ciò che è "altro" diventa "cosa".

Questo Jaspers lo aveva chiaramente denunciato.
È il pensiero logico, che è indispensabile, ma non deve mai essere creduto fonte di Verità!
Ma Jaspers era pure un medico e di prim'ordine.

Viceversa Heidegger ha scopiazzato anche questo da Jaspers, e malamente come tutto il resto. Non potendolo in effetti capire davvero. D'altronde non era un filonazista?
E il nazismo è un frutto del nichilismo. E il nichilismo è proprio il convincimento che la logica sia un assoluto.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

daniele22

@Jacopus
Non ti avevo chiesto un parere su keynes ... avevo chiesto un'altra cosa, ma forse non hai capito.
@bobmax
Hai ragione. Non per nulla per avvicinarmi al vero ho sempre usato il pensiero logico razionale, non per costruire verità, ma per svelare le sue contraddizioni quando pretendano di voler organizzare cose secondo giustizia. Non sarebbe errato intendere la giustizia come forma della verità. 
Attribuire male intenzioni è il modo migliore per il pensiero logico razionale di raggiungere la verità. Peccato che il tuo avversario sia costretto ad usare lo stesso tuo metodo. Si producono così due verità inconciliabili, evidentemente due menzogne. Il tragicomico, per come la vedo io, sarebbe che ambedue probabilmente vorrebbero la stessa cosa. Infine, per quel che riguarda la nostra condizione umana mia nonna soleva dire che il male ti arriva a secchie e va via a gocce; giusta visione e secondo me la via per la guarigione c'è ... basta desiderarla. La tecnologia per certo non manca, anzi, abbonda

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