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Autorità e Verità

Aperto da bobmax, 03 Gennaio 2024, 11:38:03 AM

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bobmax

L'autorità si fonda sulla verità.
L'autorevolezza deriva dalla verità che viene espressa.
Tant'è vero che una autorità messa in discussione non è più autorità.
L'autorità deve infatti necessariamente essere percepita come animata dalla verità.

Diverso è l'autoritarismo, che viceversa esprime una violenza sulla verità.

L'attuale momento è caratterizzato da una diffusa carenza di autorità. Pressoché nessuno pare ormai degno di essere considerato autorevole.

Secondo me soprattutto a causa del cinismo dilagante. Alimentato da un verso dalla diffusa scarsa capacità critica, e dall'altro dagli dei che sono fuggiti e ormai ben lontani.

Ma poiché l'uomo è animale sociale, difficilmente riesce a vivere senza una guida. Cade così nel desiderare un autoritarismo, nella speranza fallace che si tratti comunque di verità.
Finendo magari per apprezzare un Putin o persino Hamas!

Le pecore sonnambule, perso il pastore si affidano al lupo.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

anthonyi

#1
Sicuro bobmax che l'autorevolezza possa fondarsi sulla verità?
E verità in che senso?
Il potere é fondato su strutture simboliche e non ha supporti reali. Chi ha potere normalmente é più o meno uguale a chi subisce questo potere, cosa potrà trattenere quest'ultimo dal dire: "perché devi essere tu a comandare e non io?"
Certo c'é la questione della competenza ed intelligenza, ma se chi subisce il potere non é competente né intelligente come fa a capire che l'altro é competente ed intelligente.
In realtà alla base del potere c'é sempre l'accettazione dello stesso da parte di chi lo subisce, perché crede che l'altro debba avere potere per una presunta competenza, intelligenza, o per ragioni di sangue o di volontà divina.
Questa legge vale anche per chi é autoritario, chi é autoritario può intimidire perché ha un certo numero di uomini fidati che agiscono, ma questi uomini fidati devono accettare di prendere ordini dal capo che, nei loro confronti, é autorevole.
Il potere non esiste in natura, é sempre e comunque apparenza comunicativa che può essere più o meno funzionale al benessere collettivo, ma comunque non potrà mai essere "vero".
Naturalmente chi ha potere può dire più o meno la verità ai suoi sottoposti.
La verità può avere effetto sul potere detenuto ma le cose non sono così categoriche.
Credo che la gran parte dei sudditi di Putin abbiano coscienza di tutte le menzogne del suo regime, ciononostante lo accettano con una certa convinzione.
Vi sono poi verità che possono essere dannose per uomini di potere. I populisti normalmente vanno al governo raccontando tante frottole, guardiamo ad esempio alla meloni che andando al governo ha tranciato di netto con tutte le frottole raccontate per anni e adesso cerca di governare in maniera assennata dimenticandosi quello che ha detto per anni.

bobmax

Citazione di: anthonyi il 03 Gennaio 2024, 12:13:53 PMSicuro bobmax che l'autorevolezza possa fondarsi sulla verità?
E verità in che senso?
Il potere é fondato su strutture simboliche e non ha supporti reali. Chi ha potere normalmente é più o meno uguale a chi subisce questo potere, cosa potrà trattenere quest'ultimo dal dire: "perché devi essere tu a comandare e non io?"
Certo c'é la questione della competenza ed intelligenza, ma se chi subisce il potere non é competente né intelligente come fa a capire che l'altro é competente ed intelligente.
In realtà alla base del potere c'é sempre l'accettazione dello stesso da parte di chi lo subisce, perché crede che l'altro debba avere potere per una presunta competenza, intelligenza, o per ragioni di sangue o di volontà divina..


Certamente, la verità è sempre una presunta verità. Non può essere altrimenti.

Perché noi non possediamo la Verità.
Ma affinché vi sia autorevolezza, lì vi deve pure essere "verità".
E finché rimane verità vi è autorevolezza.

Questo "vero" necessita di un mio convincimento. Un convincimento che potrà un domani rivelarsi fallace.
Ma pure mantenersi vero.
E finché è vero, e potrà esserlo per sempre, ecco l'autorità!

Il problema è che oramai il vero e il falso pari sono.
Non importa più il vero.
E così, non vi è neppure autorevolezza...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

La verità è che tutti gli uomini nascono nello stesso modo. Quando questa veridica uguaglianza biologica avrà una corrispondenza sociale si potrà iniziare a ragionare di autorità autorevoli incoronate dal consenso. 

Prima di allora esisteranno solo autorità autoritarie, armate in difesa dei loro privilegi, in rotta di collisione con gli esclusi, senza tregua.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

Bisogna distinguere tra la meccanica terrestre e la libertà individuale.
La meccanica terrestre è probabilistica,casuale,caotica, MA apparentemente ordinata .
L'individuo può averne bisogno o meno, comunque si confronta con essa e ne tiene conto proprio per esserne un fruitore libero e un libero fruitore.
Autorità, non autorità, anti autorità...lasciano  il tempo che trovano perché  la meccanica terrestre se ne f....  in ogni modo.
In altre parole, la meccanica terrestre va per conto suo ed è per questo che il pianeta è ancora intero.
Mi viene in mente un disegno con una barca che procede su un lago tenuta in equilibrio da due persone che sporgono dal lato destro e da quello sinistro per tenerla in equilibrio.
Il fatto è che le due persone non servirebbero perché mantengono l'equilibrio dello status stesso della barca .
In altre parole non servono a un c.....o.
Voi li potete vestire da autorità  militari, politiche, religiose, scientifiche...ecc....così capite cosa intendo.
La barca è la meccanica terrestre,loro sono i leader,le autorità, le autorevolezze ecc...
La barca basta a se stessa, ha tutto quello che le serve per stare in equilibrio e navigare,acqua , vele,vento ...
Ma loro pensano o fanno finta di pensare che non sia così.
Quindi si mettono in una posizione tale da confermare il fatto che la barca ce la fa da sola MA,nel contempo,  si comportano come se fossero loro a tenerla in equilibrio e così via.
Inoltre, quando gli fa comodo, si agitano quel tanto che basta e poi.... :)

Una recita secolare,un copione millenario ,intanto che la gente, la meccanica umana terrestre,suda,lavora,soffre,
gode quel tanto che può,ecc...
Questa è la terra, il perchè sia così non è dato sapere VERAMENTE in modo tale che ognuno ipotizzi,dica,scriva e agisca.
E, intanto,le autoritá di cui parliamo fanno quello che ho detto.
A differenza dei formicai, degli alveari,delle colonie di virus e batteri...le autorità non sono veramente dentro la meccanica perché sanno bene la sua  "natura".
Ci lasciano dentro la stragrande maggioranza degli esseri umani e loro si situano in un'area protetta e sicura dove possono fare il gioco che vi ho descritto.
Tanto sanno bene come stanno le cose quindi....
Se la gente se ne rendesse conto veramente   farebbe piazza pulita e tabula rasa, come cercò di fare Lenin con il sistema dei soviet .
Come cercò di fare la Comune di Parigi e molti altri nel corso della storia e come dovremmo fare noi sempre che ne abbiamo il coraggio e la determinazione.


iano

#5
Credo che, se il ''mondo in cui viviamo'' non sia la realtà, ma un interfaccia con la realtà, allora viviamo ''di fatto'' in esso, e a tutti gli effetti, solo credendolo vero.
Perciò ritengo che più che la verità, sia fondamentale la capacità di credere, senza la quale ''non avremmo'' letteralmente ''un mondo in cui vivere''.

Per questo, cercando di configurarmi il nichilismo, perchè in effetti ho difficolta a immaginare cosa sia, esso è quando questa capacità di credere non riesce, o smette di riuscire a configurare un mondo in cui vivere.
La verità è bella finché dura, ma siccome non dura in eterno, riesco a immaginare il nichilismo solo come una necessaria fase di transizione fra un mondo e un altro, verso il quale, il mondo nuovo, è banale provare avversione, dato che nel nuovo mondo che nasce noi non ci saremo.
Quindi l'avversione al nichilismo nasce secondo me come incapacità di spostare se stessi del centro dell'attenzione.
Il paradosso è che noi non siamo centralità, ma non possiamo altro che immaginarci come tali, perchè più che un errore di prospettiva ciò è una necessità vitale.
Quindi credo che anche quando ci sforziamo di decentralizzarci, credendo di esserci riusciti ( la terra non è più al centro etc..., etc...), siamo traslati solo ad  altro centro al momento ignoto, e quindi potenzialmente vero, in quanto non contraddicibile di fatto. E' vero ciò che non si può contraddire...finchè non ci si riesce.
Andare alla scoperta di questi nuovi centri, se in ciò si prova diletto, è certamente qualcosa di potenzialmente destabilizzante...una tendenza nichilistica appunto. Perchè spostarsi da un posto confortevole per andare alla ricerca di posti nuovi per il solo diletto di farlo?
Immagino che ciò sia nella nostra natura e siccome personalmente questo diletto provo, le fasi nichilistiche le trovo molto eccitanti, pur con tutti i rischi che sò di correre, come inquisizioni varie, perchè questi fasi mettondo alla frusta la nostra umanità, e ponendo su essa i riflettori, ci fanno sentire pienamente umani, cioè meno automi, nel senso in cui automi in parte lo siamo, perchè è nel momento di transizione da ciò che siamo ciò che saremo che possiamo pienamente osservare ciò che siamo.
Verrà anche il tempo allora in cui si instaurerà una autorità non autoritaria che si ponga a governo del nuovo mondo che verrà, ma sarebbe un peccato non godere di una fase di transizione per arrivarci in cui tutti siamo potenzialmente autorità.
Non ritengo inoltre che una fase sia superiore all'altra, per cui io proverei a godermele umanamente tutte.
Cioè proverei a godermi l'essere uomo in tutte le sue fasi, perchè perdersi una fase è come essere un uomo a metà.
Cero ciò comporta uno sdoppiamento non facile da gestire, ma d'altronde, allora, cosa si è filosofi a fare?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

anthonyi

Secondo me, iano, la tua é una visione abbastanza idealistica del nichilismo. 
Il nichilismo é distruzione del senso, perdita di fiducia non tanto nel futuro, quanto in quello che puoi fare. 
Il nichilismo non gestisce il passaggio da una realtà all'altra, semplicemente favorisce il decadimento del presente lasciando un grande punto interrogativo su quello che verrà dopo, e che probabilmente sarà peggiore del presente. 

daniele22

Per come la vedo io la verità è semplicemente una forza impositiva. A tenerla in piedi vi sarebbe solo l'autorevolezza che le viene conferita dai credenti. Al venir meno di quest'ultima prima o poi si imporrà un'altra verità ... e avanti 

Jacopus

Il problema non è nuovo. Durkheim alla fine dell'800, lo definì "anomia", ovvero mancanza di senso regolativo, dovuto alla laicizzazione delle società. Alla fine del sacro come fondamento si è tentato di risolvere il problema attraverso altre strategie ed una è "l'uomo forte", l'altra è "la tecnica", un'altra ancora è quella specie di simulacro della democrazia che si esercita con il voto e solo con esso (insomma la descrizione che i greci facevano dell'idiotes). Un'altra ancora è stato il tentativo di costruire la Civitas Dei sulla terra attraverso il comunismo. Le ultime due soluzioni sono in netta regressione. Restano in vita le prime due , entrambe molto pericolose.
Ma ancor prima bisogna interrogarsi sullo statuto della verità. È possibile uno statuto valido universalmente? Secondo me no. Esiste una verità scientifica (naturwissenschaft) e una verità pratica del mondo degli uomini (geistwissenschaft). Il grande successo trasformativo della prima verità ha illuso di poter trovare un canone veritativo anche per le società ma questo processo porta a equivoci e ad un pensiero assolutista e potenzialmente autoritario. Per poter bilanciare i due domini (Geist und Natur) in modo tale che possano influenzarsi senza per questo perdere la loro identità, servono due precondizioni che non sono neppure lontanamente raggiunte: una istruzione adeguata del maggior numero possibile di associati (Platone), il perseguimento di una giustizia sociale che travalichi i confini degli Stati. Entrambe queste precondizioni confliggono pesantemente con gli interessi capitalistici vigenti, non più frenati da poteri competitivi come ad esempio il potere pubblico, ormai ridotto non a "comitato d'affari della borghesia", come generosamente lo definiva Marx, ma come servo del capitalismo internazionale (con poche eccezioni, come ad esempio la Cina, peró afflitta da un grave modello politico autoritario). Di fronte ad uno scenario del genere, l'ascesa dell'uomo forte e della dottrina machista è l'esito più probabile.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Jacopus

Scrive Hobbes, un autore fondamentale sul  tema: "se si conoscessero con ugual certezza le regole delle azioni umane come si conoscono quelle delle grandezze in geometria sarebbero debellate l'ambizione e l'avidità, il cui potere si appoggia sulle false opinioni del volgo intorno al giusto e all'ingiusto e la razza umana godrebbe di una pace perpetua."
Questo è stato e continua ad essere il sogno della modernità: "l'ingegnerizzazione della praxis". Ma tale ingegnerizzazione è vana, poiché la natura umana non è scritta una volta per sempre. La sua stessa complessità rende possibile apprendimenti e comportamenti agli antipodi, come ci ha informato una scienza eretica come la neuroscienza.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

Citazione di: Jacopus il 05 Gennaio 2024, 08:28:42 AM...Di fronte ad uno scenario del genere, l'ascesa dell'uomo forte e della dottrina machista è l'esito più probabile.

Un machismo diverso dal modello patriarcale fascista degli arditi. Un patriarcato capitalista da talebani in cui l'uomo forte è divinizzato non di suo ma in quanto pontefice di un capitalismo iperuranico in cui il profitto ha preso totalmente il posto dell'umano. Il drone il posto dell'aviatore. La macchina che uccide in prima persona civili inermi è l'agente simbolicamente più significativo del neopatriarcato capitalistico. Evirato, nemmeno più fallocentrico, come in un film di Jodorosky, perché l'orgia del denaro fa aggio su ogni altra fonte di piacere e potere.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

Ponzio Pilato se ne lavò le mani perché aveva capito tutto quello che c'era da capire
Poi regalò Barabba agli ebrei per tenerli buoni.

Koba II

L'unica persona autorevole è quella che ha fatto della ricerca della verità il proprio centro. Che ha saputo rinunciare ad ogni cosa per essa, ad ogni bene materiale, che ha dimenticato se stesso nel pellegrinaggio verso di essa.
Qui al centro c'è la ricerca, non la verità. C'è il dialogo, non il sistema. C'è l'inquietudine del periodo assiale (Jaspers) dei filosofi, dei profeti, dei saggi di India, Cina, Mediterraneo, del 500 a.C., non la competenza che dà la singola soluzione tecnica.
Ancora una volta per salvarci non ci rimane che rinascere ripartendo da lì, dallo spirito di quell'epoca.

Pensarbene

allora il 99% della popolazione mondiale non è autorevole?
L'esperienza personale e soggettiva di miliardi  di persone non è ," autorevole" non solo sul piano personale ma su quello della specie?


Koba II

Ovvio che non è autorevole. Questo non significa che non abbia senso.
Del resto si parlava del rapporto tra autorità e verità. Dell'autorevolezza di chi è posto a guidare il 99% delle persone.

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