Altizer e il Vangelo dell'ateismo

Aperto da Carlo Pierini, 27 Maggio 2019, 20:28:06 PM

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Carlo Pierini

Potrà sembrare paradossale, ma il mito evangelico della morte di Gesù può essere visto ANCHE come la prefigurazione simbolica dell'epoca moderna, dominata dal razionalismo, dallo spirito laico e dall'ateismo di massa che costituiscono una vera e propria "morte di Dio" (vedi Nietzsche, Marx, Engels, Freud, ecc.) o, meglio, la morte della Sua incarnazione (la religione) nella cultura umana.
Per questo il teologo T. Altizer considera l'ateismo come "vangelo", cioè come "buona novella": perché la morte di Cristo (l'ateismo) diventa il preludio della sua imminente resurrezione come Redentore, come Logos, come Verità Ultima.
 
"Per Altizer, la metamorfosi kenotica [la morte] di Dio determina la scomparsa del sacro dalla storia. È questa è la fase storica che stiamo vivendo, ma non la condizione finale, non la meta suprema. In realtà il crollo del sacro e l'avvento del profano stanno già alle nostre spalle, ma la rivelazione, l'epifania di Dio, continua. Noi siamo all'alba della terza e ultima età dello Spirito (piuttosto gioachimita che hegeliana): «Una nuova rivelazione sta per irrompere nella nuova età, e questa rivelazione differisce dal Nuovo Testamento tanto quanto questo differisce dal Vecchio».
La seconda fase segna dunque il trionfo del profano sul sacro; Dio abdica alle sue primordiali epifanie di potenza e di purezza assolute per incarnarsi e morire".  [SERGIO QUINZIO, prefazione a T. ALTIZER: Vangelo dell'ateismo cristiano - pg.23]
 
"Partecipando alla realtà della morte di Dio, sperimentandola concretamente nella sua vita, l'uomo contemporaneo attinge la salvezza. Dio, annientando se stesso, libera infatti l'uomo da ogni alienante trascendenza, da ogni vincolo di soggezione e di peccato, da ogni oppressione e pena".   [T. ALTIZER: Vangelo dell'ateismo cristiano (Introduzione di Sergio Quinzio) - pg.14]
 
"Solo una falsa dialettica postula un definitivo e insuperabile baratro fra gli opposti [teismo/ateismo], perché solo in quanto dualisticamente isolati l'uno dall'altro gli opposti sono raggelati in una forma statica e rifiutano la loro intrinseca risoluzione".   [T. ALTIZER: Vangelo dell'ateismo cristiano pg.87]
 
Ma Altizer non è il solo:
 
<<Secondo la tradizione indiana, l'umanità si trova in questo momento nel "Kaliyuga", cioè nell'«epoca buia», epoca di tutte le confusioni e di totale decadenza spirituale, ultima tappa di un ciclo cosmico che si chiude>>.  [ELIADE: Trattato di storia delle religioni - pg.189]
 
<<L'«èra buia», il Kali-yuga, sarà seguita, dopo una dissoluzione, da un'èra nuova, rigenerata. Si incontra la stessa idea in tutte le tradizioni dei cicli cosmo-storici. (...) L'epoca buia è assimilata all'oscurità, alla notte cosmica, e come tale può essere valorizzata nella misura precisa in cui la morte rappresenta un «valore» in sé; è lo stesso simbolo delle larve nelle tenebre, dello svernamento, dei semi che si decompongono sottoterra per rendere possibile la comparsa di una nuova forma>>.   [ELIADE: Trattato di storia delle religioni - pg.191] 
 
In altre parole, dopo un dominio di 17 secoli della figura di Cristo (o della religione cristiana), con l'avvento della scienza e del razionalismo il suo regno decade rapidamente e inizia una vera e propria passione che culmina nel dilagante relativismo moderno che, se non è ancora la morte totale di Dio (o della religione), è molto prossimo ad essa.
Siamo in attesa, dunque, di una Sua trasfigurazione e resurrezione come Verità ultima, cioè come Principio universale incarnato.

<<Tornerò a Sion e siederò in mezzo a Gerusalemme; e Gerusalemme sarà chiamata 'la città di verità'>>.  (Zaccaria: 8,3)

Ipazia

Citazione di: Carlo Pierini il 27 Maggio 2019, 20:28:06 PM
La seconda fase segna dunque il trionfo del profano sul sacro; Dio abdica alle sue primordiali epifanie di potenza e di purezza assolute per incarnarsi e morire".  [SERGIO QUINZIO, prefazione a T. ALTIZER: Vangelo dell'ateismo cristiano - pg.23]

"Partecipando alla realtà della morte di Dio, sperimentandola concretamente nella sua vita, l'uomo contemporaneo attinge la salvezza. Dio, annientando se stesso, libera infatti l'uomo da ogni alienante trascendenza, da ogni vincolo di soggezione e di peccato, da ogni oppressione e pena".  [T. ALTIZER: Vangelo dell'ateismo cristiano (Introduzione di Sergio Quinzio) - pg.14]

Ma come !  :o Nel bel mezzo del pasticcio che ha combinato si dà latitante lasciandoci in balia di crociati e tagliagole ?! Questo non è ateismo cristiano: è diserzione bella e buona.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Carlo Pierini

#2
Citazione di: Ipazia il 27 Maggio 2019, 21:27:31 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 27 Maggio 2019, 20:28:06 PM
La seconda fase segna dunque il trionfo del profano sul sacro; Dio abdica alle sue primordiali epifanie di potenza e di purezza assolute per incarnarsi e morire".  [SERGIO QUINZIO, prefazione a T. ALTIZER: Vangelo dell'ateismo cristiano - pg.23]

"Partecipando alla realtà della morte di Dio, sperimentandola concretamente nella sua vita, l'uomo contemporaneo attinge la salvezza. Dio, annientando se stesso, libera infatti l'uomo da ogni alienante trascendenza, da ogni vincolo di soggezione e di peccato, da ogni oppressione e pena".  [T. ALTIZER: Vangelo dell'ateismo cristiano (Introduzione di Sergio Quinzio) - pg.14]

Ma come !  :o Nel bel mezzo del pasticcio che ha combinato si dà latitante lasciandoci in balia di crociati e tagliagole ?! Questo non è ateismo cristiano: è diserzione bella e buona.
CARLO
Certo, perché Lui sa che noi, scintille della sua luce, possiamo essere dei piccoli dèi e ricrearlo come Principio guida. Se lui ci ha creato, adesso siamo noi che dobbiamo creare Lui, con le nostre sole forze. Per questo gli alchimisti identificavano la "Pietra filosofofale" (l'opus magnum) col simbolo di Cristo (o di Mercurio) inteso non più come Figlio di Dio (o messaggero degli dèi) ma come "Filius noster" o come "Filius philosophorum":

"Se il "Lapis philosophorum" fosse stato solo oro, gli alchimisti sarebbero stati dei ricconi; se fosse stato la panacea, avrebbero avuto un rimedio contro ogni malattia; se fosse stato l'elisir di lunga vita, sarebbero vissuti mille anni e forse più. Ma tutto questo non avrebbe reso necessario parlare del Lapis in termini religiosi. Se infatti quest'ultimo viene celebrato come il secondo avvento del Messia, allora bisogna supporre che gli alchimisti intendessero proprio qualcosa di questo genere. Essi concepivano l'Arte come un carisma, come un dono dello Spirito Santo o della Sapientia Dei; si trattava, comunque, pur sempre di opera umana, e il misterioso figlio di Dio veniva prodotto artificialmente nella storta. [...]
Il Paraclito discende sul singolo individuo e, per suo tramite, l'uomo viene introdotto nel processo trinitario. E se lo spirito della procreazione e della vita dimora nell'uomo, Dio può essere generato in lui; una concezione, questa, che non è mai venuta meno, a partire dall'epoca di Maestro Eckhart. Chiarissimi sono, a tale riguardo, i versi di Angelus Silesius (Il pellegrino cherubico, II. 101-04, p. 67):

Se lo spirito di Dio ti tocca con la sua essenza,
nasce in te il figliolo dell'eternità.

Se l'anima tua è ancella e pura come Maria,
subitamente deve incingersi di Dio.

Devo incingermi di Dio: deve su me librarsi lo spirito suo
e Dio nell'anima mia in verità far vivere.                                                      
[JUNG: Mysterium coniunctionis - pp.327-8]

http://1.bp.blogspot.com/-Ly80Rjm96Xw/UgoGwbe6ltI/AAAAAAAAAGw/UWzQ33_AJoE/s1600/Alchimia+10.jpg

http://3.bp.blogspot.com/-kB9c_jmxnIw/UX2iOp4RJHI/AAAAAAAAAE8/LwJNb90Y2CQ/s1600/Filius+noster.jpg

https://4.bp.blogspot.com/-iMIDqyuNuDI/WXM-coStnlI/AAAAAAAAAvo/sgfE2qgejQ4Tx1GOy9-L8JHR2mmwwtWpACLcBGAs/s1600/Cristo%2Balchemico.jpg

Ipazia

Un minimo di decenza Carlo: parlare di alchimia ad un chimico è come parlare di corda a casa dell'impiccato. Col mercurio gli alchimisti hanno avvelenato l'umanità perchè nella loro grassa ignoranza non sapevano neppure che era un veleno. Tipico esempio di eterogenesi dei fini. Della specie più tragicomica: l'imbecillità rivestita dell'abito invisibile dei paroloni. Di cui anche un bambino medioevale avrebbe visto la nudità.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Carlo Pierini

#4
Citazione di: Ipazia il 28 Maggio 2019, 07:43:13 AM
Un minimo di decenza Carlo: parlare di alchimia ad un chimico è come parlare di corda a casa dell'impiccato. Col mercurio gli alchimisti hanno avvelenato l'umanità perchè nella loro grassa ignoranza non sapevano neppure che era un veleno. Tipico esempio di eterogenesi dei fini. Della specie più tragicomica: l'imbecillità rivestita dell'abito invisibile dei paroloni. Di cui anche un bambino medioevale avrebbe visto la nudità.
CARLO
E' vero, l'alchimia non ha alcun valore come scienza chimica, ma diventa una preziosa fonte di conoscenza psicologica nel momento in cui la vediamo come un mito, come una forma di ritualità religiosa.

"L'alchimista proiettava sulla materia chimica gli archetipi via via affioranti dall'inconscio. Lo svantaggio di questa situazione stava nel fatto che egli era obbligato a rappresentare la sostanza incorruttibile come un corpo chimico: un'impresa impossibile che finì col provocare la rovina dell'alchimia da laboratorio, al posto della quale subentrò la chimica".    [JUNG: Psicologia e alchimia - pg.41]

"L'idea archetipica della "coniunctio oppositorum" costituisce un esempio di sviluppo progressivo di un'idea nel corso dei millenni. La sua storia si dipana in due correnti per gran parte indipendenti l'una dall'altra: l'una appartiene alla teologia, l'altra all'alchimia. Mentre quest'ultima si è estinta, non lasciando che qualche debole traccia, da circa duecento anni, la prima ha conosciuto un nuovo rigoglio nel dogma dell'Assunzione; dal che si può desumere che la sua evoluzione non è ancora giunta al termine". [JUNG: Mysterium coniunctionis - pg. 470]

"La visione delle coppie danzanti che pose Kekulé sulla traccia della struttura di certi composti di carbonio, più precisamente dell'anello benzenico, non è nient'altro che l'immagine della Coniunctio, dell'accoppiamento, che occupò per millesettecento anni la mente degli alchimisti. [...] Nella visione di Kekulé l'immagine ha finalmente raggiunto la sua meta chimica e reso un grande servigio al fine della comprensione dei composti organici. [...] L'idea della Coniunctio, come mitologema, esprime l'archetipo dell'unione dei contrari".   [JUNG: Pratica della psicoterapia - pg.180]

"Nella misura in cui la mentalità occidentale iniziò (nel secolo XIII) a occuparsi della natura, fino a quel momento rimasta sconosciuta, incominciò a prender piede anche la teoria (alchemica) del lumen naturae. Tanto la dottrina della Chiesa quanto la filosofia scolastica si erano rivelate incapaci di gettar luce sulla natura del mondo fisico. Per cui si fece strada l'ipotesi che, allo stesso modo in cui lo spirito rivelava la sua essenza alla luce della rivelazione divina, così anche la natura possedesse una "certa luminosità" (quaedam luminositas), capace di diventare fonte d'illuminazione. Si può perciò ben comprendere come, nei singoli individui che nutrivano profondo interesse all'esplicazione dei fenomeni naturali, la dogmatica visione del mondo allora dominante perdesse forza persuasiva, nella medesima misura in cui il lumen naturae acquistava forza d'attrazione, anche se il primo non veniva messo in dubbio direttamente. Gli alchimisti seri erano spiriti religiosi che non avevano affatto l'intenzione di criticare le verità rivelate. [...]  Gli antichi Maestri non solo non manifestavano un atteggiamento critico nei confronti della dottrina della Chiesa ma, viceversa, erano convinti di contribuire - con le loro scoperte, in parte vere e in parte immaginarie - ad arricchire la dottrina della correspondentia tra le cose celesti e quelle terrene, cercando di dimostrare che i misteri della fede erano riprodotti nei fenomeni della natura". [JUNG: Mysterium coniunctionis - pg.320]

"La mancanza di risultati positivi ha gettato sull'alchimia un discredito che si è fatto sempre più ampio. Ma rimane ancora una serie di testimonianze che fanno chiaramente vedere come questi brancolamenti senza speranza dal punto di vista chimico assumano tutt'altro aspetto, se considerati sotto il profilo psichico. Come ho mostrato in "Psicologia e Alchimia (1944), durante il procedimento chimico si manifestavano quelle proiezioni psichiche che portavano alla luce i contenuti inconsci, spesso perfino in forma visionaria. Come ha riconosciuto la moderna psicologia clinica, in certi casi tali proiezioni possono rivelarsi della massima efficacia terapeutica. Non per nulla gli antichi "Artisti" identificavano la loro "nigredo" con la melanconia e celebravano l'Opus come un rimedio sovrano per tutte le "afflizioni dell'animo": l'esperienza aveva loro mostrato - e non v'era altro da aspettarsi - che se la borsa, invece di colmarsi d'oro, si svuotava ancora di più, la loro anima traeva profitto da quell'occupazione, supponendo, beninteso, che essi fossero riusciti a non soccombere di fronte a certi non trascurabili pericoli psichici.
Le proiezioni degli alchimisti non sono altro che contenuti inconsci che appaiono nella materia, quei medesimi contenuti che la psicoterapia moderna rende consci con il metodo dell'immaginazione attiva prima che essi si tramutino in proiezioni. [...]
A proclamare nel modo più chiaro lo spirito alchemico fu forse Maestro Eckhart, con la sua idea della nascita del figlio di Dio nel singolo individuo e con la risultante affiliazione a Dio dell'uomo".  [JUNG: Mysterium coniunctionis - pp.329-330]

doxa

Carlo al tuo paradosso permittimi un altro paradosso: gli atei sono gli autentici credenti !  :)


Gli atei credono che Dio non esiste, c'è il "nulla divino" o, per dirla con Nietzsche, "Dio è morto". 

L'ateo è percepito dai credenti e dai clerici incerti nella fede un pericolo, temono di venire convertiti all'ateismo, perciò la Chiesa intollerante e, nel passato, anche violenta, teme e avversa l'ateismo, come l'arcangelo Michele sfodera la "spada" per combattere Satana.
Non basta. Le religioni temono il pluralismo religioso, perché relativizza i loro assoluti, e lottano silenziosamente tra di loro, ognuna rivendica di essere latrice della "verità".

L'ateismo, invece, non contende lo spazio del sacro alle religioni, e per paradosso la fede nel nulla dell'ateo è forse più autentica di quella di un credente in un dio giudice onnipotente, in quanto autonoma, indipendente da premi o castighi.


Ci sono persone atee che sanno tutto su Gesù, su Dio, dogmaticamente convinti del loro "credo". 

Papa Francesco ha detto: "meglio ateo che ipocrita". Sono meglio gli atei degli ipocriti in chiesa. I cristiani che vivono odiando altre persone sono uno scandalo.

doxa

Refuso: Nel precedente post ho scritto "Gli atei credono che Dio non esiste....", anziché non esista".
I moderatori possono spiegarmi perché è stato deciso di togliere la  possibilità dio modifica dopo 5 minuti ?  Di solito agli utenti si dà la possibilità  per almeno 24 ore.

Carlo Pierini

#7
Citazione di: altamarea il 28 Maggio 2019, 17:41:44 PM
Carlo al tuo paradosso permittimi un altro paradosso: gli atei sono gli autentici credenti !  :)


Gli atei credono che Dio non esiste, c'è il "nulla divino" o, per dirla con Nietzsche, "Dio è morto".

L'ateo è percepito dai credenti e dai clerici incerti nella fede un pericolo, temono di venire convertiti all'ateismo, perciò la Chiesa intollerante e, nel passato, anche violenta, teme e avversa l'ateismo, come l'arcangelo Michele sfodera la "spada" per combattere Satana.
Non basta. Le religioni temono il pluralismo religioso, perché relativizza i loro assoluti, e lottano silenziosamente tra di loro, ognuna rivendica di essere latrice della "verità".

L'ateismo, invece, non contende lo spazio del sacro alle religioni, e per paradosso la fede nel nulla dell'ateo è forse più autentica di quella di un credente in un dio giudice onnipotente, in quanto autonoma, indipendente da premi o castighi.


Ci sono persone atee che sanno tutto su Gesù, su Dio, dogmaticamente convinti del loro "credo".

Papa Francesco ha detto: "meglio ateo che ipocrita". Sono meglio gli atei degli ipocriti in chiesa. I cristiani che vivono odiando altre persone sono uno scandalo.
CARLO
Ma è proprio per questo che si deve distinguere il credente da chi percepisce la presenza di Dio o da chi ha esperienza di Dio. Il credente sta sullo stesso piano dell'ateo, perché entrambi fondano la loro credenza sul dogma.

Per questo l'ateo è obbligato dal proprio pre-giudizio a dare dell'impostore a chi ha esperienze mistiche.
L'ateo è il cieco che ha l'arroganza di impartire lezioni al vedente sull'arte del vedere!

Ipazia

Tutto vero Altamarea e dirò di più: gli atei sono le creature che Dio ama di più perchè sono gli unici che, negandolo, lo assolvono da tutti i suoi infiniti peccati, il più grave dei quali siamo noi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

odradek

Carlo:
Per questo l'ateo è obbligato dal proprio pre-giudizio a dare dell'impostore a chi ha esperienze mistiche.

o:
io non do dell'impostore a chi ha esperienze mistiche.  Sono altri problemi e sono problemi neurologici. Chi ha visioni mistiche ha evidenti e seri problemi neurologici ed è bene che si faccia vedere.

Questa è la mia vera opinione, e non riguarda te, riguarda tutte le persone che hanno visioni mistiche.
Se tu hai visioni mistiche allora esiste un problema neurologico, e questo è un dato di fatto, lo dico senza ironia, senza provocazione e in totale "sincerità", contestuale ed acontestuale, qui , di persona, od in tribunale.
Se invece tu credi solamente di avere visioni mistiche e li confondi nel dormiveglia allora la questione è diversa ed attiene ai desiderata di una persona e come tali ingiudicabili.

Che tu invece voglia basare una filosofia su esperienze personali invece no.
Ritorniamo al punto in cui sono obbligato a farti notare che il contesto non è quello di un gruppo sociale in cui lo sciamano possa arrivare in mezzo al prato e dichiarare le sue visioni e la tribù  wakka wakka.
Qua la tribù sghignazza e basta, e vorrei tanto che tu riuscissi a comprenderlo senza ulteriormente esporti a questo, a meno che tu non abbia anche visioni di martirio alla S.Sebastiano, ma penso di no -anzi sono sicuro, S.Sebastiano proprio , accidenti no.
Le esperienze personali tali sono e se invece sono visioni mistiche allora è patologia mentale.
Come i mille siti italiani e stranieri di psichiatria potrannno confermare, a chiunque.

Carlo Pierini

Citazione di: Ipazia il 28 Maggio 2019, 22:24:24 PMgli atei sono le creature che Dio ama di più perchè sono gli unici che, negandolo, lo assolvono da tutti i suoi infiniti peccati, il più grave dei quali siamo noi.
CARLO
...Ma non eri atea?   ;D

Carlo Pierini

#11
ODRADEK
Le esperienze personali tali sono e se invece sono visioni mistiche allora è patologia mentale.

CARLO
Sì, questo è ciò che dice il cieco del vedente. E anche il cieco basa la sua convinzione su esperienze personali. Resta da capire quale delle due è "patologia mentale".
Ti sei mai chiesto qual è il significato del simbolo induista dal nome "terzo occhio"?

https://www.hackthematrix.it/wp-content/uploads/2017/11/strangedays.jpg

Ipazia

Citazione di: Carlo Pierini il 28 Maggio 2019, 23:59:57 PM
Citazione di: Ipazia il 28 Maggio 2019, 22:24:24 PMgli atei sono le creature che Dio ama di più perchè sono gli unici che, negandolo, lo assolvono da tutti i suoi infiniti peccati, il più grave dei quali siamo noi.
CARLO
...Ma non eri atea?   ;D

Fermamente (ma non dogmaticamente) e in quanto tale mi diletto a trovare argomenti a favore dell'inesistenza di Dio o, come in questo caso, ammesso e non concesso che esista (appunto non sono dogmatica) per doverlo, magnanimamente, ignorare.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

paul11

Citazione di: Carlo Pierini il 27 Maggio 2019, 20:28:06 PM
Potrà sembrare paradossale, ma il mito evangelico della morte di Gesù può essere visto ANCHE come la prefigurazione simbolica dell'epoca moderna, dominata dal razionalismo, dallo spirito laico e dall'ateismo di massa che costituiscono una vera e propria "morte di Dio" (vedi Nietzsche, Marx, Engels, Freud, ecc.) o, meglio, la morte della Sua incarnazione (la religione) nella cultura umana.
Per questo il teologo T. Altizer considera l'ateismo come "vangelo", cioè come "buona novella": perché la morte di Cristo (l'ateismo) diventa il preludio della sua imminente resurrezione come Redentore, come Logos, come Verità Ultima.

"Per Altizer, la metamorfosi kenotica [la morte] di Dio determina la scomparsa del sacro dalla storia. È questa è la fase storica che stiamo vivendo, ma non la condizione finale, non la meta suprema. In realtà il crollo del sacro e l'avvento del profano stanno già alle nostre spalle, ma la rivelazione, l'epifania di Dio, continua. Noi siamo all'alba della terza e ultima età dello Spirito (piuttosto gioachimita che hegeliana): «Una nuova rivelazione sta per irrompere nella nuova età, e questa rivelazione differisce dal Nuovo Testamento tanto quanto questo differisce dal Vecchio».
La seconda fase segna dunque il trionfo del profano sul sacro; Dio abdica alle sue primordiali epifanie di potenza e di purezza assolute per incarnarsi e morire".  [SERGIO QUINZIO, prefazione a T. ALTIZER: Vangelo dell'ateismo cristiano - pg.23]

"Partecipando alla realtà della morte di Dio, sperimentandola concretamente nella sua vita, l'uomo contemporaneo attinge la salvezza. Dio, annientando se stesso, libera infatti l'uomo da ogni alienante trascendenza, da ogni vincolo di soggezione e di peccato, da ogni oppressione e pena".  [T. ALTIZER: Vangelo dell'ateismo cristiano (Introduzione di Sergio Quinzio) - pg.14]

"Solo una falsa dialettica postula un definitivo e insuperabile baratro fra gli opposti [teismo/ateismo], perché solo in quanto dualisticamente isolati l'uno dall'altro gli opposti sono raggelati in una forma statica e rifiutano la loro intrinseca risoluzione".  [T. ALTIZER: Vangelo dell'ateismo cristiano pg.87]

Ma Altizer non è il solo:

<<Secondo la tradizione indiana, l'umanità si trova in questo momento nel "Kaliyuga", cioè nell'«epoca buia», epoca di tutte le confusioni e di totale decadenza spirituale, ultima tappa di un ciclo cosmico che si chiude>>.  [ELIADE: Trattato di storia delle religioni - pg.189]

<<L'«èra buia», il Kali-yuga, sarà seguita, dopo una dissoluzione, da un'èra nuova, rigenerata. Si incontra la stessa idea in tutte le tradizioni dei cicli cosmo-storici. (...) L'epoca buia è assimilata all'oscurità, alla notte cosmica, e come tale può essere valorizzata nella misura precisa in cui la morte rappresenta un «valore» in sé; è lo stesso simbolo delle larve nelle tenebre, dello svernamento, dei semi che si decompongono sottoterra per rendere possibile la comparsa di una nuova forma>>. [ELIADE: Trattato di storia delle religioni - pg.191]  

In altre parole, dopo un dominio di 17 secoli della figura di Cristo (o della religione cristiana), con l'avvento della scienza e del razionalismo il suo regno decade rapidamente e inizia una vera e propria passione che culmina nel dilagante relativismo moderno che, se non è ancora la morte totale di Dio (o della religione), è molto prossimo ad essa.
Siamo in attesa, dunque, di una Sua trasfigurazione e resurrezione come Verità ultima, cioè come Principio universale incarnato.

<<Tornerò a Sion e siederò in mezzo a Gerusalemme; e Gerusalemme sarà chiamata 'la città di verità'>>.  (Zaccaria: 8,3)
Questa è escatologia cristiana, con tutte le varianti e interpretazioni che vi sono......
Il concetto fondamentale è che l'uomo è incapace di autogoverno e tende e decadere,compreso chi crede.
La comparsa dell'anticristo è dentro l'istituzione chiesa, così dice una delle escatologie più importanti e alcune dichiarazioni di Ratzinger collegate alle epistole di S. Paolo, al Mysterium Iniquitatis, fanno pensare.
Il messaggio di chi morì in croce era di amarsi, ma non poteva cambiare il destino dell'umanità dalle condizioni terrene.
La seconda venuta ,prefigura dei passaggi fondamentali, come la figura dell'anticristo, ma sono tutte interpretazioni non dentro le sacre scritture, ma interpretate e reinterpretate.
Non sono scienza o razionalismo direttamente a incidere sul destino umano, è la natura umana il problema,  i concetti di possesso, proprietà, di sopraffazione ,di  dominio sulla natura stessa e sui propri simili che sembra essere indomabile

E se questo fosse vero, non c'è scienza, filosofia o quant'altro che possa arrestare la fine dei tempi

Carlo Pierini

#14
Citazione di: Ipazia il 29 Maggio 2019, 08:41:16 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 28 Maggio 2019, 23:59:57 PM
Citazione di: Ipazia il 28 Maggio 2019, 22:24:24 PMgli atei sono le creature che Dio ama di più perchè sono gli unici che, negandolo, lo assolvono da tutti i suoi infiniti peccati, il più grave dei quali siamo noi.
CARLO
...Ma non eri atea?   ;D

IPAZIA
Fermamente (ma non dogmaticamente) e in quanto tale mi diletto a trovare argomenti a favore dell'inesistenza di Dio o, come in questo caso, ammesso e non concesso che esista (appunto non sono dogmatica) per doverlo, magnanimamente, ignorare.
CARLO
L'unico argomento "forte" che depone a sfavore dell'esistenza di Dio è quello che hai già sfoderato tu: l'esistenza del male, della sofferenza, dell'ingiustizia, della guerra... fino al male "assoluto" che è la morte. Che razza di Dio "buono e misericordioso" può permettere tanto orrore senza muovere un dito?
Anticamente si cercò di deresponsabilizzare Dio accollando tutto il male sulle spalle dell'uomo, secondo l'adagio: "Omne bonum a Deo, omne malum ab homine". Ma la toppa è più visibile dello strappo, perché se l'uomo è fatto a Sua immagine e somiglianza, il male rimbalza inesorabilmente sul suo creatore. Altrettanto dicasi della soluzione ingenua dei "due dèi", un dio del bene, dell'armonia, e un dio del male, del caos. Due dèi reciprocamente contraddittori-nemici, entrambi invincibili che governano un  universo che, invece, è unico e ordinato in leggi e principi reciprocamente coerenti e complementari? Non regge nemmeno questa soluzione. ...E allora? Non resta che l'idea di un mondo nel quale il bene e l'armonia non sono dati, ma sono il frutto di un processo evolutivo di trasformazione; un mondo che tende al bene, ma nel quale, tuttavia, il male ha una sua funzione per certi versi necessaria; una funzione analoga a quella che svolgono certe malattie infantili nello sviluppo del sistema immunitario, o i vaccini (virus attenuati) per l'immunità da certe malattie.
Come dice Jung:

"La realtà del male, percepita con orrore, ha convertito almeno altrettanta gente di quanto abbia fatto l'esperienza del bene". [JUNG: Psicologia e alchimia - pg.20]

...L'ateismo come "male" necessario verso un teismo più maturo e più evoluto?
...Darwinismo teologico?   :-)