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Al di là dell'aldilà

Aperto da Jean, 05 Maggio 2016, 20:15:28 PM

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baylham

Citazione di: Ipazia il 08 Aprile 2020, 11:32:08 AM
Citazione di: baylham il 08 Aprile 2020, 11:01:13 AM
Comunque nessuna delle misure a sostegno del reddito e dell'economia prese dagli stati per fronteggiare la crisi pandemica rientra nei caratteri del capitalismo. I liberali e liberisti dove sono finiti?

Dove sono sempre stati: privatizzare i profitti (mascherine, farmaci, disinfettanti, alimenti) e socializzare le perdite (bonus, crediti, moratorie fiscali,...)


Mi riferivo alla coerenza tra teoria e prassi, che nel caso del liberismo e del liberalismo non c'è mai stata.

Ipazia

Citazione di: baylham il 08 Aprile 2020, 11:44:17 AM
Mi riferivo alla coerenza tra teoria e prassi, che nel caso del liberismo e del liberalismo non c'è mai stata.

Impresa ardua rendere coerente teoria e prassi - intorno alla radice semantica libertà - di una visione del mondo che fin dalla sua nascita, mentre perseguiva solennemente nella sua costituzione il diritto alla felicità, si faceva servire nelle officine, campi, a tavola e a letto da schiavi africani.

Tale contraddizione liberal-liberista ha continuato a svilupparsi anche quando la pratica della schiavitù delle origini si è evoluta verso forme di schiavitù mascherate teoricamente da libertà formali solennemente promulgate nelle carte costituzionali ma irrealizzabili, per la contraddizione che nol consente come direbbe Croce, nella pratica sociale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Ipazia. Naturalmente l'espressione "diritto alla felicità" rappresenta un intrinseco assurdo dello stesso genere di "trombonesca ipocriticità" come i "diritti" alla vita, alla salute, alla eguaglianza (dico eguaglianza e non parità)........tutte condizioni che nulla e nessuno può garantire e che quindi è perfettamente ipocrita cercare di formalizzare.


Meglio sarebbe parlare e scrivere di "diritto alla ricerca - in forme lecite - della felicità individuale", anche se penso che tu non sarai d'accordo visto che la ricerca individuale di certe cose non può che impedire il loro raggiungimento collettivo ed egualitario. Saluti.

Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

doxa

Uno degli effetti non voluti del coronavirus è stato quello di far  pensare molte persone al possibile incontro  con quella che Francesco d'Assisi denominava "sorella morte". Di fronte ad essa le reazioni sono spesso spontaneamente simili a quella avuta da un granduca di Toscana, ma non so chi.

Si racconta che il confessore di un granduca di Toscana, un frate cappuccino, al suo penitente moribondo avesse ingenuamente suggerito: "Altezza, è bello andare in paradiso!". Ma il granduca con un filo di voce replicò: "Ma io sto così bene anche a Palazzo Pitti!".

Un altro episodio. Una domenica  mattina un  parroco dopo aver  descritto le beatitudini nel Paradiso e le modalità per i credenti di raggiungerlo, chiese ai fedeli in chiesa: " Chi di voi ha voglia di andare in  Paradiso?".

Tutti alzarono la mano, ad eccezione di un vecchietto in prima fila.

Il prete, sorpreso, domandò: "Chi di voi vuole andare all'Inferno?". Nessuno alzò la mano, compreso l'anziano.

Il sacerdote allora gli si avvicinò e gli chiese: "ma lei dove vuole andare? In Paradiso, no; all'Inferno, neppure!...".

E l'uomo gli rispose: "il Paradiso  è bello, ma non ci voglio andare, perché sto bene qui!".

Il granduca e l'uomo anziano pur così diversi per mentalità e condizione sociale erano  concordi nel dire: "meglio la terra che il cielo, meglio vivere bene quaggiù che sperare nell'incerto Paradiso.

Tutte le religioni hanno cercato in forme diverse di varcare con l'immaginazione  la frontiera della mortalità pensando a come può essere l' altro aspetto della "vita" per chi ci crede.

Il desiderio di fantasticare oltre quel limite ha pervaso  per secoli la storia dell' arte, della letteratura e della filosofia.

Jean

Citazione di: altamarea il 15 Aprile 2020, 00:33:26 AM
Uno degli effetti non voluti del coronavirus è stato quello di far  pensare molte persone al possibile incontro  con quella che Francesco d'Assisi denominava "sorella morte". Di fronte ad essa le reazioni sono spesso spontaneamente simili a quella avuta da un granduca di Toscana, ma non so chi.

Si racconta che il confessore di un granduca di Toscana, un frate cappuccino, al suo penitente moribondo avesse ingenuamente suggerito: "Altezza, è bello andare in paradiso!". Ma il granduca con un filo di voce replicò: "Ma io sto così bene anche a Palazzo Pitti!".

Un altro episodio. Una domenica  mattina un  parroco dopo aver  descritto le beatitudini nel Paradiso e le modalità per i credenti di raggiungerlo, chiese ai fedeli in chiesa: " Chi di voi ha voglia di andare in  Paradiso?".

Tutti alzarono la mano, ad eccezione di un vecchietto in prima fila.

Il prete, sorpreso, domandò: "Chi di voi vuole andare all'Inferno?". Nessuno alzò la mano, compreso l'anziano.

Il sacerdote allora gli si avvicinò e gli chiese: "ma lei dove vuole andare? In Paradiso, no; all'Inferno, neppure!...".

E l'uomo gli rispose: "il Paradiso  è bello, ma non ci voglio andare, perché sto bene qui!".

Il granduca e l'uomo anziano pur così diversi per mentalità e condizione sociale erano  concordi nel dire: "meglio la terra che il cielo, meglio vivere bene quaggiù che sperare nell'incerto Paradiso.

Tutte le religioni hanno cercato in forme diverse di varcare con l'immaginazione  la frontiera della mortalità pensando a come può essere l' altro aspetto della "vita" per chi ci crede.

Il desiderio di fantasticare oltre quel limite ha pervaso  per secoli la storia dell' arte, della letteratura e della filosofia.


Ciao Altamarea,

prendo spunto dal tuo post:

https://www.riflessioni.it/logos/riflessioni-sull'arte/assisi-giotto-san-francesco/msg42607/#msg42607

WP scrive a proposito dell'affresco del Giotto (Morte di san Francesco):

A partire da questa scena si registra una rottura nello stile degli affreschi che è stata interpretata con la partenza del capo bottega, magari chiamato a Roma. Secondo Bruno Zanardi e Federico Zeri il modo di trattare gli incarnati dimostrerebbe, in questa come in altre scene, la presenza di una maestro diverso da Giotto, che essi indicano nel romano Pietro Cavallini.

Dunque un'opera anomala, come lo è il profilo del demone ma soprattutto quella nuvola (che lo contiene) posta in primo piano appena sopra gli ecclesiastici, gli intermediari tra il mondo fisico e quello, in alto, dello spirito.

Ora una nuvola è... una nuvola... un evento-fenomeno talmente conosciuto e ricorrente da non richiamare la nostra attenzione... ed infatti (in quella, il demone) è stato individuato solo nel 2011 (coincidenza, di un'altra strana faccia abbiamo discusso con Ipazia dal post 331).

Eppure, quella nuvola e quello che rappresenta è il fulcro dell'opera, talmente in primo piano ed evidente da... passare inosservata, sin quando qualcuno la guardò meglio (per studio o per caso) e la "interpretò":

"Angeli e Demoni siano celati tra le nuvole per prelevare le anime che salgono al cielo, questo recitava l'antico sapere.
Evidentemente l'artista Giotto lo sapeva, come tutti i suoi contemporanei del resto, e non poteva che immaginare che l'ascesa al cielo di San Francesco d'Assisi sarebbe stata ostacolata proprio lì, tra le nuvole, nell'unico momento nella vita del santo, la morte, in cui i demoni, trovandolo debole, potevano attaccarlo!
Ed ecco che, molti anni prima di quanto gli storici ritenessero sino ad oggi, un pittore (e che pittore!) sfuma le nuvole con abile mano e rappresenta quella che nella fattispecie è un "demone delle nuvole".



https://www.bafan.it/il-demone-che-emerse-dalle-nuvole-giotto-e-la-morte-di-san-francesco/



Non condivido questa interpretazione poiché codesta nuvola non è stata fatta per rivelare i misteri che racchiude... piuttosto per nasconderli e tuttavia porli al centro dell'attenzione, come devono essere le caratteristiche di un buon posto dove nascondere qualcosa. E cosa c'è di meglio d'una nuvola?

La bella storia che narra l'opera - quella d'un uomo di fede che in virtù dei suoi meriti ascende ad una condizione superiore, attorniato nel momento finale dalle genti che vi hanno riconosciuto la santità e suffragata dalle credenze di allora attraverso la rappresentazione di un cielo ultraterreno - è quella che si potrebbe dire "la narrazione in chiaro", destinata a chi non abbia tempo da perdere con fenomeni effimeri, impalpabili e mutevoli... quali nuvole dagli incerti confini e contenuti.

Così tra l'al di qua terreno e l'aldilà, in mezzo e al centro, vi è una zona indefinita, un non-luogo che s'interpone tra le due differenti realtà, collegandole.

I vivi non hanno accesso a quella ultraterrena né i morti possono ritornare (salvo qualche fenomeno particolare... un luogo particolare, ad esempio...) a descrivere il viaggio, se mai l'hanno compiuto.

Rimane solo una nuvola da investigare... e già la sua consistenza allontana la maggior parte delle persone che ricercano fatti e prove concrete, stabili e durature, come il granduca di Toscana o il vecchietto nella chiesa... pur in vicinanza dell'ultimo passo ancora s'aggrappano alla materia che è tutto quel che conoscono.

I pochi che vi prestano attenzione riconoscono in quella nuvola i confini del proprio essere, sempre mutevoli pur se presenti, seguendo il contorno di un disegno, un fenomeno evanescente come un dejà vù o la ricorrenza di bizzarre coincidenze... e sogni, di intensità e profondità sconcertanti, come quelli di cui parla Isfrael:

https://www.riflessioni.it/logos/percorsi-ed-esperienze/i-luoghi-particolari-nei-sogni/  e altro ancora.


Su WP potete leggere questo riassunto sulla "resurrezione", tal quale o altrimenti declinata:

https://it.wikipedia.org/wiki/Risurrezione

da cui mi sembra piuttosto riduttivo ricondurre ad immaginazione e desiderio di fantasticare quello che, secondo me, è l'anelito umano più profondo... che al par di  una nuvola solo chi l'attraversi può dirne della sua estensione...


Cordialement
Jean



Jean

In questa discussione da un'altra sezione del forum

https://www.riflessioni.it/logos/attualita/il-valore-della-liberta/msg42852/#msg42852

riferita all'attualità, l'amico Andrea discute delle questioni connesse con la pandemia in corso, della quale sappiamo più o meno quando è iniziata (pare verso fine ottobre 2019) ma niente ancora può esser pronosticato sull'evoluzione e (magari) conclusione.

Scrive Andrea nel post 27, rispondendo ad uno mio precedente:

3) Sono abbastanza sicuro di aver intuito lo scenario in cui stiamo realmente vivendo (anche se mi mancano molti dettagli e ho ancora molti dubbi).

4) Il disegno che ho ottenuto, unendo i puntini, raffigura una realtà che i più riterrebbero eticamente e moralmente inaccettabile.


Diversamente da altri utenti che l'hanno invitato a chiarire le sue supposizioni suggerirei di tenerle per sé, attendendo il giusto grado di maturazione (degli eventi) prima di (eventualmente) esporle.

È indubbio che i tempi che stiamo vivendo siano eccezionali come lo sono le decisioni prese (impensabili sin prima) che impattano pesantemente su quello che ritenevamo il nostro (alto) grado di libertà. 

Se nella discussione richiamata e nell'opinione pubblica mondiale tanta gente è giunta ad interrogarsi sul valore della libertà allora sta accadendo qualcosa d'importante, forse addirittura in grado di mettere in discussione la direzione futura del genere umano, che i più pensavano (o speravano) almeno delineata.

Alcuni scenari prospettano un crescente controllo sociale, oggi invero già ottenuto in diverse forme, specie quelle supportate dall'enorme capacità e versatilità raggiunta dai dispositivi tecnologici informatici e dai programmi che li "animano".

Al diminuire delle libertà individuali e collettive è altrettanto indubbio corrisponderanno, allentati vincoli e depotenziati i controlli-lori, "sperimentazioni a fin di bene" in ambiti precedentemente salvaguardati da paletti etico-giuridici.

Ma senza il "terreno fertile" di una qualche forte emergenza vitale (come può esserlo quella economica, medica, militare ecc.) il bilanciamento dei poteri che ancora contraddistinguono le società occidentali (e meno le altre) opporrebbe resistenza... per quanto possibile.


Quello che noi riteniamo sia il normale fluire del tempo non è che una nostra supposizione, man mano adattata alle nuove acquisizioni, studi, esperimenti e quant'altro.

Einstein stesso fece rilevare: "Lo spazio e il tempo sono forme di intuizione, che non possono essere separate dalla coscienza più di quanto possano esserlo i concetti di colore, forma o grandezza".

Certo una supposizione (o intuizione) vincente, soprattutto in campo scientifico, che però non è il solo accessibile e frequentato dalla coscienza ed intelletto umano, come (un po') dimostrano le (altre) sezioni di questo forum. 

In certe circostanze, per certe persone, i contenuti del flusso del tempo divengono accessibili, altresì non vincolati dalla direzione della freccia  passato --> futuro.

Pur potendo disporre di un patrimonio considerevole di testimonianze registrate dalla notte dei tempi ad oggi, la difficoltà maggiore, nel tentar d'interpretarli, sta nel linguaggio corrispondente a periodi differenti.

Per dire, ammesso che talune profezie di Nostradamus, per citare uno dei più conosciuti, possano riferirsi anche a tempi vicino a noi o futuri, per come sono stati scritti (cripticamente) necessariamente vanno interpretati e anche un buon traduttore non può andar al di là di se stesso, tanto che il detto l'associa alla parola traditore.

Quindi non val la pena ad esempio d'interpretare il pensiero o l'opera di Nietzsche?

Affatto, come m'insegnate in questa sezione... ogni contributo può esser utile per andar al di là delle nostre convinzioni/conoscenze/interpretazioni... stante che la verità su Nietzsche la conosce (forse) il solo Nietzsche. 

Analogamente sono utili le informazioni che riguardano la libertà degli esseri umani, perché senza (quella) li si può ridurre ad oggetti, da cui prender pezzi (organi) o servirsene per giocar guerre di potere.
 
Leggendo un blog mi sono nuovamente imbattuto nel famoso passo dell'Apocalisse di Giovanni:

"Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d'uomo; e il suo numero è seicentosessantasei" (Apocalisse 13:16-18)

Segue una parte del commento (che vi suggerisco di leggere, benché risalente al 2010):

Il CHIP sotto pelle (il marchio della Bestia 666) – Un sistema d'identificazione e di controllo mondiale , Telecomando Celebrale ?
Il microchip è un mini congegno elettronico, che per il nostro caso misura 7mm di lunghezza e 07mm di larghezza, circa la dimensione di un quarto di un granello di riso.
Può contenere fino a 250.000 dati, sia in entrata che in uscita, registrati, cioè  può trasmettere e ricevere dati e/o ordini...
E' munito di antenna, con la quale, attraverso satellite, può localizzare qualsiasi persona o animale che lo portasse a tre metri dal luogo esatto in cui si trovano. E' un mezzo di controllo efficientissimo.
I dati vengono letti con lo scanner, come quelli in uso nei supermercati, e vengono inviati al grande computer che tutto controlla. Contiene una batteria al litio, ricaricabile.
Questa batteria si ricarica con fluttuazioni di temperatura. E' inoltre munito di un "trasponder" che è un sistema di immagazzinamento e lettura di informazioni (in un micro-chip), la cui lettura si fa mediante onde come quelle di un controllo remoto.
E con tutto questo ?
Il Dr. Carl Sanders è stato il direttore del progetto per lo sviluppo del micro-chip. Ingegnere elettronico dal 1968, conosce i micro-chip fin dall'inizio. Egli ha diretto un gruppo di cento fra i migliori scienziati del mondo, in uno studio che è costato un milione e mezzo di dollari.
L'oggetto di questo studio era determinare il punto più appropriato per inserire il micro-chip all'interno del corpo umano, così da poter captare al massimo i cambiamenti di temperatura, perché la batteria al litium si ricarica automaticamente con le fluttuazioni di temperatura.
Trovarono che il punto più adeguato si trovava proprio sotto i capelli della FRONTE UMANA E SOTTO IL DORSO DELLA MANO DESTRA, esattamente come descritto nell'Apocalisse (Bibbia).


https://lapocalisse.wordpress.com/l-666marchio-della-bestia/




Presentata l'informazione ognuno è libero d'interpretarla e approfondirla e magari, se vi saranno, i vs contributi potrebbero suggerire delle direzioni da percorrere, foriere di rivelare almeno piccole parti del disegno nascosto... perché, ne abbiate sensazione o convincimento oppur nulla in merito... un disegno c'è, o se preferite una prospettiva, altrimenti non vi sarebbe alcun movimento nella coscienza a da questa nel mondo reale.

   
Cordialement
Jean 

viator

Salve jean. Citando una parte di ciò che tu hai voluto estrarre e sottoporci : "L'oggetto di questo studio era determinare il punto più appropriato per inserire il micro-chip all'interno del corpo umano, così da poter captare al massimo i cambiamenti di temperatura, perché la batteria al litium si ricarica automaticamente con le fluttuazioni di temperatura.
Trovarono che il punto più adeguato si trovava proprio sotto i capelli della FRONTE UMANA E SOTTO IL DORSO DELLA MANO DESTRA, esattamente come descritto nell'Apocalisse (Bibbia).


https://lapocalisse.wordpress.com/l-666marchio-della-bestia/".

voglio farti i miei complimenti per la brillantezza folcloristica del sito dal quale avrai attinto simile perla di suggestione satanesco-biblica in chiave informatico-casereccia (basti osservare che 1/4 di granello di riso saranno ca.3x1,5mm mentre il 7x0,7mm saranno per un un fagiolo medio-piccolo, che il chip è letto da satellite ma allora non si capisce perchè si debba stare a leggerlo anche via scanner, che l'aggiunta di microantenna e microbatteria al litio (cioè la bomba velenifera sottopelle), per quanto minuscoli, renderebbero una mano più accessoriata della stazione radriotrasmittente della Città del Vaticano...........e via di questo passo)................comunque, dicevo, la suggestione è assicurata anche se - come si dice - il diavolo  fa le pentole ma non i coperchi............infatti personalmente io me ne fregherei dei tentativi della Bestia di controllarmi..........essendo mancino fotterei alla grande chi volesse "inchipparmi" la mano destra !. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

paul11

caro Jean,
Il controllo sociale si è man mano affinato dagli anni Settanta, nel riflusso "dal politico al personale", dal rampantismo anni Ottanta dal WTO che passa appena crollato al Muro di Berlino alla globalizzazione.
Eppure nonostante tutto sono altrettanto convinto che non potrà mai essere totale il controllo sociale. Perché i potenti sono in competizione fra loro, perché gruppi di Stati sono in competizione e qualcosa sfugge sempre: appunto un coronavirus.


Quel che temo di più, e si evince da alcuni discussioni in questo forum, è che si sta perdendo il contatto con i valori di libertà, di democrazia e giustizia. In questo stanno vincendo i controllori del sociale. Più ci allontaneremo dalla fine della seconda guerra mondiale, dove lì sì hanno capito cosa fosse democrazia, libertà e giustizia sociale e il coronavirus sta "epurando" una generazione di superstiti, che hanno visto, vissuto, pagato e anche conquistato a duro prezzo quello che nuove generazioni odono ormai come un eco sempre più lontano.


Anni fa studiai attentamente le teorie "sugli ultimi giorni", quelle apocalittiche.
In effetti si stanno prefigurando gli scenari.
E persino Newton che amava di più l'alchimia e certe letture esoteriche che trovarono in una cassapanca pieni di appunti, arrivò a definire persino una data della fine....è lontana per le nostre età, ma non tanto per l'umanità. Lo yuga è il  ciclo attuale del tempo di decadimento,secondo le dottrine indiane di stampo vedico. Ci sono parecchi indizi che non so se costituiscono una prova, manca solo che appaia l'Anticristo sotto mentite spoglie e troverà una umanità pronta ad accoglierlo , ululante che corre dietro alle stupidate e musichette indegne anche di uno Zecchino d'oro che visualizzano a milioni  i ragazzini di una generazione opulenta e con "cacasenno". I media stanno facendo di tutto per creare i terreni adatti alla coltura (non cultura) della banalità e superficialità . I politici sono indaffarati a tutt'altro, ai rendiconti, ai PIL e sono in fondo come diceva, se non erro,  Lukacs , " piccoli borghesi pagati dalla grande borghesia".


E' da anni che vedo il viatico decadente, spacciato per opulente e quindi nascosto alla vista dei superficiali. Come scriveva De André nella "Domenica delle salme"..... andrò con ...."gli ultimi viandanti si ritirarono nelle catacombe , accesero la televisione e ci mandarono a cagare".
Gli umani ancora sensibili, esteti, poetici, hanno quella qualità dell'oracolare, del profetico.

Jean

@Viator

Come dicevo:

Presentata l'informazione ognuno è libero d'interpretarla e approfondirla e magari, se vi saranno, i vs contributi potrebbero suggerire delle direzioni da percorrere...

quella che indichi riguarda le "dimensioni", una prospettiva interessante che si è grandemente sviluppata dalla data dell'articolo (2010), specie nel campo delle nanotecnologie.

Tuttavia quelle riportate nel suggestivo articolo satanesco-biblico (per il quale non posso accettare alcun complimento riguardo la brillantezza folcloristica del sito che lo ospita, essendo al par tuo un semplice lettore-fruitore) sono state ampiamente surclassate, infatti già nel * veniva scritto:   

Nel suo articolo 'Ecco la polvere che spia' pubblicato sul quotidiano La Repubblica il *31 ottobre 2002, Federico Rampini descrisse la polvere intelligente o "smart dust", un pulviscolo composto di miriadi di microchip. Lo smart dust o "polvere intelligente" è stato definito dal Pentagono "Ia tecnologia strategica dei prossimi anni". Un giorno cambierà la nostra vita... Il pulviscolo intelligente è fatto di miriadi di computer microscopici. Ognuno misura meno di un millimetro cubo ma incorpora sensori elettronici, capacità di comunicare via onde radio, software e batterie.

10 gennaio 2013 - Come stai plasmando il futuro attraverso i "Big Data"

... come dice Dyson, "Presto saleremo gli oceani, la terra e il cielo con un numero infinito di sensori invisibili agli occhi ma visibili l'uno all'altro e a una varietà di dispositivi di raccolta dei dati. I vasti flussi di dati sempre più precisi combineranno e interagiranno per produrre cache di conoscenza sempre più significative. "

http://www.thefiscaltimes.com/Articles/2013/01/10/How-Youre-Shaping-the-Future-Through-Big-Data#sthash.ugyAxzxF.dpuf


18 aprile 2020 - Cosa sono le Smart Dust e quando arriveranno: le polveri intelligenti potrebbero cambiare il nostro futuro attraverso una tecnologia microscopica da fantascienza. Ma è davvero positivo? Ecco cosa c'è da sapere.

Per capire cosa sono le Smart Dust bisogna rivolgere lo sguardo verso un futuro in cui la tecnologia è avanzata a tal punto da creare dei dispositivi wireless piccolissimi, come un granello di polvere. Perché devi conoscere questa tecnologia? Perché quel futuro è arrivato e questi dispositivi miniaturizzati, dotati di sensori, telecamere e meccanismi utili a trasmettere dati, oggi sono realtà: le Smart Dust prendono il nome di MEMS (sistemi microelettromeccanici) e potrebbero irrompere nella nostra quotidianità prima di quanto pensiamo.

Dai primi computer enormi, macchine complesse che occupavano intere stanze, all'internet delle cose: le Smart Dust, ovvero polvere intelligente, irromperà nelle nostre vite con lo stesso effetto avuto da smartphone, tablet e smart speaker.

Le Smart Dust sono oggetto di attenzioni e sviluppo da parte di grandi aziende fin dal 1992, tra i nomi principali troviamo General Electric, Cargill, IBM, Cisco Systems: tutte queste aziende, ma non solo, hanno già da tempo avviato gli investimenti nella ricerca e nell'applicazione di questo tipo di tecnologie, guardando alle Smart Dust come uno strumento importante per l'economia mondiale futura.

L'uso delle Smart Dust è ancora in fase di definizione. Aziende come Gartner (multinazionale che si occupa di consulenza strategica, ricerca e analisi della tecnologia dell'informazione) ha parlato già di Smart Dust nel 2016 ma il tempo relativo a una sua effettiva applicazione è ancora lontano.

Nonostante questo, è importante guardare a questo fenomeno con attenzione non essendo ormai più una tecnologia da film di fantascienza. Ancora non sappiamo quando l'adozione delle Smart Dust si avvierà a un'applicazione su larga scala: quel che è certo è che solo una questione di tempo. Ecco cosa c'è da sapere.

Smart Dust: cos'è e a cosa serve

Una Smart Dust è dotata di sensori di miniatura, MEMS, in grado rilevare qualsiasi cosa che va dalla luce alle vibrazioni fino alla temperatura nell'aria: grazie a un'incredibile quantità di energia racchiusa nelle sue dimensioni ridotte, i MEMS riescono a combinare una rapida elaborazione dati e comunicazione via wireless anche in uno spazio minuscolo, di pochi millimetri. Dimensioni talmente ridotte da permettergli di fluttuare nell'aria e di passare anche inosservati.

Cosa può fare una Smart Dust?
Nell'ordine:

raccogliere dati tra cui suoni, umidità, accelerazione, stress, pressione e altro attraverso i sensori;

conservare questi dati in memoria;

trasmettere i dati raccolti via wireless ad altre Smart Dust o dispositivi tecnologici nelle vicinanze o via cloud.

I componenti di questi piccoli device sono stampati in 3D con le ormai comuni stampati 3D disponibili in commercio e vengono prodotti come fossero un unico pezzo: oggi è possibile realizzare una serie di componenti microscopiche che, grazie anche a questi strumenti, erano impensabili anni fa.

Molte lenti ottiche create per questi sensori in miniatura oggi possono ottenere immagini di qualità migliore rispetto a pochi anni fa ed ecco che le Smart Dust si dotano di un altro importante senso: la vista.
Come vengono utilizzate le Smart Dust

Il potenziale dato dalle Smart Dust quindi permetterà di raccogliere informazioni su qualsiasi ambiente con dettagli mai visti prima: l'impatto che una loro applicazione potrebbe avere sulla società influenza diversi settori che vanno dalla sicurezza alla produttività.


Tra gli usi possibili abbiamo:

agricoltura, monitorare le colture su una scala senza precedenti per determinare esigenze di irrigazione, fertilizzazione e controllo dei parassiti;

controllo delle apparecchiature;

individuare punti deboli e di corrosione prima di eventuali guasti;

monitoraggio di persone e prodotti via wireless per motivi di sicurezza;

applicazioni nel sistema sanitario per diagnosi a distanza, interventi senza chirurgia, sostegno a persone con disabilità rendendo accessibili una serie di strumenti che li aiutando a vivere in modo indipendente.

Sorprendente in questo senso l'uso sperimentale fatto dai ricercatori dell'Università di Berkeley che ha testato un sistema da spruzzare direttamente nel cervello umano per fornire feeback e risposte su uno degli organi più importanti del nostro corpo.


https://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/sistemi-radar/lo-smart-dust-e-una-tecnologia-del-futuro-ce-gia/


Gli interessati possono reperire molto materiale al riguardo... ahimè, viator, l'esser mancino non sarà sufficiente, non essendo questione della sola mano destra... ma qualunque siano le tue opinioni considera che il futuro è già arrivato...

Il punto di arrivo delle trasformazioni in essere è l'approdo ad una società basata sull'Internet of Things (IoT) o Internet delle Cose. Esso prefigura una società in cui ogni oggetto, anche il più semplice, avrà una sua intelligenza e potrà essere connesso ad Internet.

Per il prossimo anno (2021) dovrebbe (tutto dovrebbe...) compiersi la programmata dislocazione mondiale della rete 5G, intanto si stanno piazzando microantenne ovunque e, solo per dirne una, complice il "covid-confinamento" di potenziali oppositori si son potuti tagliare alberi secolari per "sgombrare" il campo.   

Se tutto avrà un'intelligenza (di vario tipo, naturalmente, ma assumiamo per semplicità che sia tale la capacità di risolvere problemi) quale sarà il posto di quella umana? Pensate che il posto in cima alla piramide sarà sempre garantito per nascita?


Cordialement
Jean

viator

Salve jean. Grazie. Mi sei stato quasi prezioso. Purtroppo un vecchio rimbambito come me. non potrà trarre alcun vantaggio da simili meraviglie. Continuerò a starnutire ancora per un poco in modo tradizionale, lasciando alla balda gioventù lo starnutire "smart" che verrà provocato dall'ingresso in narice di particelle di "smart powder", per evitare il quale occorrerà vivere indossando 24/24h qualche bella "smart mask" FPP34576. Ma le Corporation ci hanno pensato ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jean

In questa discussione nella sezione spiritualità:

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-spirituali/spiritus-sanctus/msg44558/#msg44558

ho cercato d'attenermi al tema proposto, lo Spirito Santo, interpretandone la (presunta) azione in differenti contesti.

È certamente una visione personale, se volete il tentativo di portare la discussione sul piano reale togliendola (almeno per un po') da quello colà prevalente storico-astratto che a causa del ristretto numero di partecipanti prosegue e spesso si risolve nel rimarcar le proprie convinzioni-conoscenze rintuzzando (lecitamente l'una e l'altra, beninteso) quelle altrui.

Ed è, motivo per cui lo riprendo qui, argomento che rimanda ad un al di là dall'usuale condizione quotidiana, pur se non pienamente evidente nell'autorealizzazione della propria limitata prospettiva o nell'intervento di un mediatore.

In ogni caso l'accesso (a tale aldilà) non è conseguente ad un particolare atteggiamento/disposizione; l'impressione almeno iniziale è che si tratti di qualcosa  proveniente da un ambito a noi esterno e ci vien da pensare che come tutte le cose, materiali o meno, se c'è un percorso vi sia uno spazio ed una direzione.

Ed invece le azioni in oggetto più che provenire... accadono, come per le coincidenze, inaspettatamente.

Chi le sperimenti solitamente riporta la sensazione d'essersi ritrovato... non in un luogo ma in un tempo differente dal conosciuto, a volte in grado d'intervenire e/o interferire anche sulla percezione spaziale.

In questo tempo, opposto a quello del movimento e della mutazione, pare di ritrovarsi in presenza di qualcosa di cui conserviamo un ricordo senza memoria, essendo questa soggiacente e collegata al tempo del divenire.

C'è qualcosa di estremamente "vitale" in tale condizione, al minimo una sorta di lucidità, una chiarezza normalmente sconosciuta.

Un tempo, l'AION, anticamente descritto come «Tempo trascendente e assoluto», eternità immobile e una per Platone (Tint., 37d), contrapposto a Chronos, il Tempo empirico in movimento continuo, che ne è l'immagine."

Ritrovarsi in quel non-flusso è come avere davanti a voi il Libro che avete sempre cercato senza tuttavia poterlo sfogliare, compito che svolge un terzo soggetto (esplicitamente lo spirito, per chi non abbia difficoltà con tale termine) aprendolo alla pagina che vi riguarda.

L'essere umano lungo tutta la sua storia ha sperimentato questi due diversi tempi, due diverse acque di vita, trasformando i frutti del primo in sapere e conoscenza mentre per il secondo... le parole che cercano d'avvicinarlo in realtà l'allontanano, rimane la cronaca dell'evento e l'inspiegabile azione cui si è stati testimoni.

Ora, per saltar di palo in frasca... prendete l'A.I. di cui ostinatamente continuo a parlare... e formulate un collegamento con quanto sopra esposto...


https://www.lamacchinadiluce.com/2019/02/numeri-coincidenze-tu-credi-che-si-possa.html


Cordialement
Jean

Ipazia

Più che allo Spirito Santo la questione rimanda allo squisitamente antropocentrico Spirito del Tempo convertitosi ultimamente allo Spirito della Macchina - non sempre di Luce.

Lo Spirito del Tempo é la sommatoria dello spirito, o psiche, individuale degli umani inseriti nel flusso cronologico della storia, da cui derivano e che li seppellirà. Di cui ogni generazione, ogni individuo, é un segmento unico e irripetibile la cui illuminazione, nirvana - individuale e, per i fortunati, epocale - va perseguita nel tempo che la storia ha concesso. Senza illusioni trascendenti o macchiniche coniugate in qualche Deus ex machina palingenetico.

La luce é l'attimo fuggente laddove il tempo antropologico ritrova il se stesso perduto prima che, dolcemente, cali il sipario su chi ha seguito l'illuminante monito inscritto nel tempo - e nel suo spirito - dal tempio di Delfi dedicato all'ennesima divinità defunta.

Monito socratico di ricerca, non di affermazione effimera, come pretese il piú dotato allievo del filosofo ateniese.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jean

Ciao Ipazia,

il mio sognare notturno, di cui rammento abbastanza, è per lo più rimescolamento e reinterpretazione delle varie sollecitazioni diurne, così come proposto (alcuni affermano) da chi se ne occupa.

Per lo più ma non tutto... e quel che sfugge da codesta interpretazione, per poco che sia è sostanziale, come può esserlo in una vita di routine l'inaspettata comparsa di un'altra persona...

Generalizzare è conveniente e proficuo per mettere ordine in un insieme disomogeneo, assegnando una collocazione a fronte di specifici attributi, ma quanto più l'insieme è vasto - e gli "oggetti" della vita/coscienza umana son praticamente infiniti, specie quando si usi l'immaginazione - tanto più il risultato sarà "probabilistico" e a meno di predisporre all'occorrenza ulteriori cartelline nell'ipotetico classificatore, necessariamente vi saranno oggetti che pur avendo attributi comuni ne differiscono per altri, affidandosi in tali casi a quello/i prevalente/i.

Così, accettando l'astratta visione di uno Spirito del Tempo (usando il maiuscolo lo poni allo stesso piano di quello Santo) quale sommatoria dello spirito, o psiche, individuale degli umani anche quanto non pare (a me ma non solo) appartenergli giocoforza viene collocato in quest'unico catalogo, al più (ma bisognerebbe esplicitarlo) lasciando aperto lo spiraglio del "fino a prova contraria".

Tuttavia in quest'esercizio – la classificazione del tutto – ammesso sia possibile codificare delle regole univoche e condivise, va individuato a chi spetti l'onere della prova che non dovrebbe escludere alcun attributo, privilegiando gli uni a discapito d'altri (es. quelli validi negli ambiti scientifici).

Converrai che la giuria ideale sarebbe... lo stesso tutto, sola garanzia d'imparzialità, altrimenti a quanto vien posto fuor di casa non rimane che contemplare l'immenso Cielo... (non solo sopra Berlino, nella patria dell'agognato giusto giudice).

Perseguire la conoscenza di sé separandola da quella di Cielo e Terra conduce a giustificare ogni possibile azione, come storia dimostra, poiché l'individuo/gruppo  formalizza la propria etica ponendo a riferimento unicamente se stesso.

Il flusso cronologico della storia non è il solo e non detiene l'esclusiva dell'origine e destinazione umana, è un'interpretazione come le altre, infatti quale storia mai agirebbe nel renderci fruibili, in determinate circostanze, contenuti di coscienza estranei alla nostra personale?

Sull'unicità, irripetibilità ed eventuale illuminazione (dell'individuo) potrei concordare se, considerate alcune caratteristiche dell'esistenza di cui sarebbe troppo lungo discutere qui, fosse del tutto escludibile che essa e quanto contiene non possa (anche) considerarsi alla stregua di un libro che man mano vien letto e (naturalmente) terminato. Ma come per i libri... alla fine si gettano o si ripongono da qualche parte?

Proseguendo in questo discorso si arriva all'io e opportunamente ricordi il monito delfico... che invita implicitamente a sbarazzarsi, per conseguirlo, d'ogni illusione di cui, m'insegni, la maggiore  è ritenere di sapere.

Riguardo lo Spirito della Macchina... beh, questo tocca le fondamenta dei miei interessi, ma prima d'addentrarsi nei suoi "ingranaggi" alla ricerca dell'esistenza o meno di uno spirito o almeno un'energia che le dia vita ... cos'è una macchina?

Non par semplice dirlo, leggendo la Treccani (... prima di maiale, Majakovskij  e malfatto... ) si potrebbe quasi dire che tutto lo sia (qui sotto un breve estratto):

In senso storico e antropologico l'arco e la freccia, le imbarcazioni... .
La civiltà contemporanea è talora detta civiltà delle macchine... 
Complesso di più parti o elementi, in quanto costituiscono un tutto unico sapientemente organizzato e regolato: la macchina del mondo, l'universo.
Analogamente, per influsso delle concezioni fisiologiche meccanicistiche tipiche del Settecento, la macchina umana...
Con uso estensivo il termine indica inoltre sistemi formali di tipo logico suscettibili di essere concretizzati in circuiti elettronici anch'essi detti macchine (o macchine di calcolo, macchine logiche, ecc.
Nel linguaggio giornalistico... la macchina dello stato, della burocrazia, della giustizia...
In opere letterarie, l'intreccio degli avvenimenti narrati o rappresentati... la macchina del romanzo, del poema, della tragedia.
Intrigo, maneggio, imbroglio, o altra macchinazione...
ecc.


Oppure, continuando dopo maiale ecc. non s'arrivi al matto (o lo scemo del villaggio) che pur ritenendo Dio (se non un imbroglio perlomeno) un imbroglione chissà perché non gli riesce d'ignorarlo, scacciandolo dai propri pensieri... se son davvero propri...


Cordialement

Jean



Sul tema tempi differenti: Madonna di febbraio  https://www.lamacchinadiluce.com/p/12-madonne-2018.html

Et, naturellement,  https://youtu.be/nuSkcLY0YQg

Et ancore... in tuo onore, Ipazia (zia Pia), la più bella canzone di Faber: https://youtu.be/31vrfZ7LAGI   ;)

Ipazia

Lo Spirito del Tempo non fa sconti neppure alle Madonne che rende tutte regine passandole da un tempo all'altro immutate nell'immaginario canonizzato. Esclusi i grandissimi: il Leonardo citato, Caravaggio,... Quelli oltre il loro tempo. Ma come suol dirsi: una rondine non fa primavera.


Con più calma e meditazione risponderó punto per punto.


pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jean

Nell'estate del 1967 un giovane uomo, seduto sul pontile di fronte al porto, visse un momento particolare, quel che vien definito "lampo d'ispirazione", durante il quale all'ordinaria visione (e sensazione) del flusso della vita se ne sostituì una diversa che lo condusse a comporre una delle più belle canzoni di tutti i tempi (secondo il parere degli esperti, che condivido).

L'autore non ha lasciato descritta l'esatta genesi dell'opera, una versione la riconduce al giro in barca che fece quell'estate nella baia di Frisco (San Francisco, California) rimanendo "folgorato" dalla bellezza e dal senso di pace che si respirava... disse di non aver mai visto nulla di più bello: i gabbiani volteggiavano nell'aria sopra un mare diamantino mentre i pescatori tiravano a riva le loro reti. Nel cielo bianche nuvole luccicavano al sole e gli unici suoni che galleggiavano nell'aria erano gli stridii degli uccelli e lo sciabordio delle imbarcazioni.

Secondo un'altra versione:In realtà la canzone fu concepita ed iniziata a Waldo Point, nei pressi di Susalito, in California: il celebre cantante si trovava su una barca ancorata di fronte a questo piccolo villaggio galleggiante, composto da un reticolo di pontili, simili a tentacoli allungati nelle acque, su cui si affacciano casettine in legno dipinto, adorne di fiori.

Tuttavia a privilegiare il pontile qual punto di partenza è l'averlo posto (quasi) in ogni strofa della canzone, che racconta lo stato d'animo di un uomo all'incontro, inaspettato, con una differente prospettiva non solo sul mondo ma anche sui valori dell'esistenza, rispetto ai quali lo "sciupare o sprecare" il proprio tempo (uno dei temi portanti, qui a parer mio connotato positivamente) ne è l'antitesi.
Infatti cosa possediamo di più prezioso del tempo assegnatoci?

Ma per quanto possa esser lunga la collana degli attimi che compongono la nostra vita inevitabilmente s'arriva all'altro capo della stessa e, colà, il fermaglio si rompe... i  "fotogrammi"  prima distinti gli uni dagli altri per il contenuto, che può esser del tutto nobile ed elevato, sin a raffigurare l'altruismo o l'amore, divengono una manciata di coriandoli colorati gettati in aria... un insieme omogeneo per "forma".

Ogni fotogramma è un istante e assumere che il tempo non solo scorra uniformemente, ma sia il medesimo in tutte le circostanze, di fatto impedisce la "sensazione" di un tempo diverso (Aion), immanente e talora agente nell'esistenza.

Ciò implica che i "fotogrammi" della nostra vita non abbiano tutti la stessa "forma", quelli che son stati "toccati" da quel diverso tempo potrebbero avere, appunto, proprietà "diverse".

Potrebbero non appartenere, almeno non del tutto, alla collana dell'esistenza (che li libererà esaurita l'energia che li collega) e invece appartenere, almeno in parte, a qualcosa al di là del filo del destino che li trapassa qual perle.

Quando l'età o le circostanze ci avvicineranno alle perle che concluderanno la  collana, se già non siamo avvezzi a farlo, scorreremo al contrario il flusso del tempo rivisitando il contenuto dei nostri fotogrammi, ovviamente prestando maggior attenzione a quelli significativi, tanto da riproiettarli (sovente/sempre) nel nostro cinema interiore. 

Ogni fotogramma appartiene al solco del disco e la puntina che lo percorra ne riporterà il suono, quel che si può dire sia il compenso elargito dalla memoria per esser stata interpellata e ben sapete come alcuni di quei suoni abbiano il potere delle sirene d'Ulisse...

Invece i fotogrammi dalla differente "forma" non rilasciano alcun contenuto, solo la sensazione, più o meno intensa, che l'abbiano e non si disponga dell'appropriata "puntina" per leggerlo... come non l'abbiamo avuta (e mai l'avremo) l'istante successivo a quando accaddero.

Però, se in diversi modi ci è concesso conservarne una traccia (nel caso presentato forgiata qual canzone), codesta puntina avrà pur dovuto esserci...

Questi son il genere d'argomenti che mi appassionano, ben conscio che per la quasi totalità delle persone il dedicarvisi sia solo tempo perso (o, per restar in tema, sciupato...) che non conduce ad alcun risultato se non una publicación un poco loca, di mezz'estate...

Senza entrare nel merito dei versi... ma quelle barche che vanno e vengono, tranquillamente osservate... non vi suggeriscono qualcosa..?


Cordialement
Jean